METODOLOGIE AVANZATE DI CALCOLO FLUIDODINAMICO PER MOTORI AUTOMOBILISTICI AD ALTA POTENZA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "METODOLOGIE AVANZATE DI CALCOLO FLUIDODINAMICO PER MOTORI AUTOMOBILISTICI AD ALTA POTENZA"

Transcript

1 Alma Mater Studiorum Università di Bologna DOTTORATO DI RICERCA IN INGEGNERIA DELLE MACCHINE E DEI SISTEMI ENERGETICI Ciclo XXI Settore scientifico disciplinare di afferenza: ING-IND/08 METODOLOGIE AVANZATE DI CALCOLO FLUIDODINAMICO PER MOTORI AUTOMOBILISTICI AD ALTA POTENZA Presentata da: Federico Tosetti Coordinatore Dottorato: Relatore: Chiar.mo Prof. ing. Davide Moro Chiar.mo Prof. ing. Giuseppe Cantore Esame finale anno 2009

2 INDICE Introduzione...4 Capitolo 1: La Simulazione monodimensionale di un motore Introduzione alla simulazione monodimensionale nei motori Cenni sul metodo numerico di soluzione...7 Capitolo 2: Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Introduzione La strategia analizzata Modellazione del motore studiato Simulazione del ciclo guida europeo Influenza sul consumo di combustibile Influenza sulla temperatura di parete dei catalizzatori...27 Capitolo 3: Studio di una metodologia per l ottimizzazione integrata delle prestazioni e dell acustica di un motore Introduzione Richiami di acustica nei motori Modellazione del motore studiato Validazione prestazionale ed acustica Analisi dell influenza dell albero a gomiti...47 Capitolo 4: Modellazione a parametri concentrati di una pompa a palette di lubrificazione di un motore Introduzione Modellazione della macchina studiata Validazione numerico-sperimentale Analisi numerica

3 Capitolo 5: Analisi CFD 3D del processo di combustione in un motore ad alta potenza specifica da competizione Introduzione al codice di calcolo ed alle simulazioni di combustione Analisi del processo di combustione: influenza del moto reale del pistone Analisi del processo di combustione: miglioramento della modellazione dello scambio termico a parete...76 Conclusioni...89 Bibliografia...92 Ringraziamenti

4 Introduzione INTRODUZIONE L attività di ricerca compiuta nel corso del Dottorato in Ingegneria delle Macchine e dei Sistemi Energetici si è svolta prevalentemente nel campo dei motori endotermici alternativi ad alta potenza, in relazione ai quali lo studio è stato condotto nell ambito della fluidodinamica computazionale, sfruttando come strumenti di analisi dei codici di calcolo dedicati, sia di tipo monodimensionale, per simulazioni di ciclo dell intero propulsore, che di tipo tridimensionale, per analisi di dettaglio di determinati aspetti. Accanto a ciò, l approccio numerico a parametri concentrati è stato applicato con ottimi risultati anche ad un altra tipologia di macchine a fluido volumetriche, indagando il funzionamento di un componente idraulico accessorio di un motore ad alte prestazioni, che era in fase di sviluppo durante l analisi svolta. Il presente lavoro di tesi è organizzato complessivamente in cinque capitoli, il primo dei quali riporta una sintetica introduzione al calcolo numerico monodimensionale, che rappresenta l ambito di ricerca principale su cui si è studiato in questi anni, mentre i quattro capitoli successivi hanno lo scopo di presentare altrettanti lavori che costituiscono argomenti di ricerca sviluppati nel corso del Dottorato e da cui sono derivate alcune pubblicazioni scientifiche internazionali. Più in dettaglio, il secondo capitolo presenta un analisi, realizzata con il codice di calcolo GT- Power (Gamma Technologies), riguardante un approccio innovativo alla pratica della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale in un motore a ciclo Otto ad elevate prestazioni, al fine di ridurne i consumi di combustibile e le emissioni inquinanti. Sono state considerate diverse strategie di deattivazione dei cilindri ed una particolare configurazione del sistema di scarico, con analisi svolte sia a pieno carico, che a carico parziale, considerando il ciclo guida europeo. Il terzo capitolo presenta uno studio, realizzato con il codice di calcolo Wave (Ricardo Software), finalizzato alla messa a punto di una metodologia integrata di analisi ed ottimizzazione sia delle prestazioni, sia dell acustica di un motore ad alta potenza, di produzione corrente. Realizzato il modello di tale unità, esso è stato validato da un punto di vista prestazionale ed acustico, cercando di determinare il miglior compromesso nella modellazione dei principali componenti del motore, al fine di mediare fra le esigenze opposte di accuratezza dei risultati acustici e di contenimento dei tempi di calcolo. Il modello è stato poi sfruttato per un analisi dell influenza della geometria dell albero motore sulle prestazioni e sul suono del propulsore. Il quarto capitolo riguarda l attività svolta nel campo dell idraulica 4

5 Introduzione nel veicolo mediante l ambiente di simulazione AMESim (LMS Software), con cui si è messo a punto un modello a parametri concentrati particolarmente dettagliato di una pompa a palette a cilindrata variabile, che è attualmente utilizzata per la lubrificazione di un motore di serie ad elevate prestazioni, caratterizzata pertanto da condizioni operative gravose. In particolare, sfruttando i dati di una approfondita campagna sperimentale realizzata su un prototipo della macchina opportunamente modificato, da parte di un gruppo di ricerca del Dipartimento di Energetica S. Stecco dell Università di Firenze, il modello è stato validato su tutto il range operativo della pompa, ed è stato successivamente sfruttato per diverse analisi numeriche predittive del comportamento fluidodinamico della macchina e dei carichi legati al suo funzionamento, al fine di valutarne aspetti difficilmente misurabili e di individuare le linee guida per l ottimizzazione del layout costruttivo della pompa. L ultimo capitolo presenta invece l attività di simulazione tridimensionale svolta, introducendo dapprima il codice utilizzato, vale a dire KIVA 3, sviluppato presso il Los Alamos National Laboratory (New Mexico, USA) e capace di risolvere numericamente flussi non stazionari bidimensionali e tridimensionali, sia laminari che turbolenti, supersonici o subsonici, di tipo monofase o multifase dispersi. Grazie a questo codice di calcolo, estremamente flessibile per la struttura di tipo open source che lo caratterizza, è stato possibile addentrarsi all interno del motore in maniera più specifica, prendendo in esame il processo di combustione, di fondamentale importanza per tutte le tipologie di propulsori. Fra le attività di ricerca compiute, si presentano uno studio dell influenza del moto reale del pistone sul processo di combustione e l implementazione di una metodologia migliorativa di calcolo dello scambio termico a parete attraverso le superfici di pistone, della testa e del cilindro. Sperando di aver suscitato almeno un pizzico di interesse in ogni eventuale futuro lettore, ci si addentra ora nell elaborato di tesi che conclude il percorso universitario compiuto in qualità di dottorando di ricerca in Ingegneria Meccanica. 5

6 1 La simulazione monodimensionale di un motore CAPITOLO 1: LA SIMULAZIONE MONODIMENSIONALE DI UN MOTORE 1.1 Introduzione alla simulazione monodimensionale nei motori Per gli studi di impostazione, per la progettazione e, in generale, per l analisi del funzionamento dei motori a combustione interna, riveste grande importanza una particolare tipologia di software definiti monodimensionali, che in maniera versatile ed efficace permettono la modellazione dell intero sistema motore al fine di simularne il funzionamento, con una elevata velocità di esecuzione dei calcoli di simulazione, consentendo di ridurre il numero di costose e complesse prove sperimentali. Fra questi software, nello specifico campo dei motori endotermici alternativi, gli strumenti più diffusi sia a livello universitario che industriale, sono senza dubbio il codice GT-Power di Gamma Technologies ed il codice Wave di Ricardo Software, entrambi modelli di calcolo gasdinamico che si propongono di risolvere le equazioni di bilancio della massa, della quantità di moto e dell energia in funzione del tempo e dello spazio, mediando la soluzione di tali equazioni sull asse del condotto, per mezzo di una formulazione monodimensionale alle differenze finite. Le equazioni citate, fondamentali per lo studio del moto dei fluidi, sono di seguito riportate. Equazione di conservazione della massa: ρ r r + ( ρ V ) = 0 t Equazione di conservazione della quantità di moto: r DV r r ρ = p + τ + Dt Equazione di conservazione dell energia: S M (1) (2) DE r r r r r r ρ = ( pv ) + ( V τ ) + ( K T ) + S E (3) Dt 6

7 1 La simulazione monodimensionale di un motore 1.2 Cenni sul metodo numerico di soluzione Questa tipologia di codici opera una discretizzazione del dominio di calcolo (costituito dalla rete di volumi, condotti e giunzioni che modella il propulsore) in un certo numero di volumi di controllo, di ampiezza V, per ciascuno dei quali vengono scritte le relative equazioni differenziali (1 3); ovviamente, quanto più fitta è tale discretizzazione, tanto maggiore risulta l accuratezza dei risultati ottenuti. Solitamente il valore di V viene definito in funzione del diametro del condotto e la sua variazione all interno del modello deve essere graduale, in maniera da favorire la convergenza dei risultati. In generale, una volta definito V, si mantiene costante il suo valore per tutti i condotti caratterizzati dalla stessa temperatura e dalle stesse condizioni di moto del fluido. Le equazioni sono quindi risolte in forma di differenze finite: il solutore si occupa infatti di integrare le equazioni differenziali sia nel tempo che nello spazio, trasformandole in un sistema di equazioni algebriche non lineari. Il codice è in grado di risolvere sia problemi stazionari che problemi non stazionari, mentre le variabili fondamentali di cui si cerca la soluzione sono la densità, la portata in massa e l energia interna del sistema: in particolare, le quantità scalari primarie (densità, energia interna) e secondarie (temperatura, pressione, entalpia totale) sono calcolate nei centri delle celle, quelle vettoriali primarie (come la portata in massa) e secondarie (quali la velocità) ai confini delle celle stesse. In conseguenza a ciò, le equazioni scalari di conservazione della massa e dell energia sono risolte per ciascuno dei volumi elementari in cui si è suddiviso il dominio di calcolo, mentre l equazione vettoriale di conservazione della quantità di moto è risolta solamente ai confini dei volumi stessi. Una tecnica d integrazione comunemente utilizzata è detta time marching: partendo dalle condizioni iniziali imposte dall utente si realizza un transitorio numerico fittizio, privo di ogni significato fisico, che in una serie di intervalli temporali successivi converge, almeno teoricamente, all effettiva soluzione stazionaria. Questo tipo di approccio richiede una discretizzazione temporale del sistema attraverso la definizione di un passo temporale che consenta di ricavare la soluzione corrispondente ad un dato istante (t+ t) partendo da quella nota all istante precedente (t). Affinché la soluzione ottenuta da una simulazione numerica abbia significato fisico, è necessario che il dominio numerico del tempo sia contenuto all interno di quello reale. Se questo non accade, la soluzione viene calcolata in un istante in cui le informazioni non sono ancora fisicamente giunte nel punto spaziale considerato. Per questo motivo il passo temporale deve essere più piccolo o, al limite, uguale al tempo 7

8 1 La simulazione monodimensionale di un motore necessario alle informazioni per propagarsi attraverso ciascun volume discreto. In particolare, la condizione limite, che prende il nome di condizione di Courant, determina il valore massimo di t nel modo seguente: x t 0. 8 (4) u + c nella quale il termine al denominatore rappresenta la velocità con cui si trasmettono le informazioni all interno del sistema, data dalla somma della velocità del fluido (u) e della velocità del suono (c). Come accennato, il solutore si occupa di integrare le equazioni differenziali sia nel tempo che nello spazio, trasformandole in equazioni algebriche. Si ottiene così un sistema di equazioni algebriche non lineari del tipo: u + t [ A( u) ] { u} = { } T n (5) in cui: [ A( u) ] { u} { T n } u t è la matrice che dipende dalle caratteristiche geometriche e dalle incognite; è il vettore delle incognite; è il vettore dei termini noti; rappresenta la fluttuazione instazionaria introdotta dal time marching. Partendo da condizioni iniziali note si determina il valore della fluttuazione, detta anche residuo. Il processo di calcolo prosegue quindi in maniera iterativa fino a quando la differenza tra la soluzione al passo (n+1) e quella al passo (n) non risulta minore di un certo valore, ossia fino a quando il residuo non è sufficientemente piccolo. Il modello viene inizializzato con condizioni al contorno specificate in un opportuno file di input; in seguito, il solutore prosegue integrando nel tempo le equazioni di conservazione fino a raggiungere il numero massimo di cicli o il tempo massimo d integrazione che sono stati fissati, oppure, fino a quando sono soddisfatti contemporaneamente tutti i criteri di convergenza fissati dall utente. Giungere a convergenza significa trovarsi nella condizione nella quale il flusso raggiunge un regime stazionario in cui tutte le variabili termodinamiche assumono un valore costante nel 8

9 1 La simulazione monodimensionale di un motore tempo. Se questa condizione non viene raggiunta entro il massimo numero di cicli imposti, il codice interrompe la simulazione e segnala in output il mancato raggiungimento della convergenza. Tutti i dati forniti dal solutore durante la simulazione vengono raccolti all interno di opportuni file di output, unitamente a tutte le grandezze termofluidodinamiche calcolate, mentre ciascuna sessione di calcolo tipicamente è costituita da una sequenza di casi che si differenziano tra loro per i valori assegnati ai parametri geometrici o di funzionamento che caratterizzano un dato modello. Risulta opportuno specificare che nei software di tipo monodimensionale le variabili del modello dipendono soltanto dalla coordinata assiale e dal tempo. Questo fatto, come già accennato, implica una maggiore rapidità di calcolo, che rende questa tipologia di codici molto competitiva in tutti quei problemi in cui non interessa indagare in dettaglio sulla geometria specifica del sistema: un software monodimensionale non è adatto per studiare, ad esempio, l influenza della geometria di una sezione di passaggio sul flusso che la attraversa, mentre sono facilmente calcolabili le pressioni e le portate puntuali del flusso all uscita. Le proprietà termodinamiche dei fluidi sono basate sull equazione dei gas perfetti per le miscele aria/benzina, per combustibili composti da carbonio, idrogeno, ossigeno ed azoto. La soluzione numerica del problema permette quindi di analizzare la dinamica delle onde di pressione, i flussi di massa e le perdite di energia del fluido nel sistema; il propulsore viene infatti schematizzato come un circuito in cui l aria entra, attraversa condotti, giunzioni e volumi, e poi esce. Tale schematizzazione del sistema è possibile sfruttando gli oggetti contenuti nelle diverse librerie di modellazione dei software, che costituiscono appunto i blocchi di base per creare il modello, e richiedono una serie di dati di input che li caratterizzino. Tra questi oggetti, i volumi sono considerati elementi zero-dimensionali: al loro interno non si registrano variazioni di pressione, di velocità o di temperatura, in quanto sono idealmente rappresentati solamente da un punto. Altri elementi zero-dimensionali sono, ad esempio, i cilindri, la turbina e il compressore. Analogamente a quanto avviene in un software per analisi tridimensionali, dunque, la fase di modellazione avviene sfruttando un pre-processore opportuno, che fornisce all utente l interfaccia grafica per la costruzione del modello. Il programma si compone quindi di tre ambienti: oltre al pre-processore, sono presenti il solutore vero e proprio, che risolve numericamente le equazioni citate, ed un postprocessore, che permette di visualizzare i risultati in grafici, immagini e tabelle. 9

10 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale CAPITOLO 2: STUDIO DELLA DEATTIVAZIONE DI UNA BANCATA DI CILINDRI A CARICO PARZIALE 2.1 Introduzione Le potenzialità dei codici di calcolo monodimensionali, di cui si è parlato nel capitolo precedente, sono state sfruttate nel corso del Dottorato per un analisi scientifica approfondita compiuta su un motore ad elevate prestazioni, con l obiettivo di ridurne consumi ed emissioni, essendo obiettivi, questi, sempre più sentiti anche nel processo di sviluppo di propulsori ad alta potenza, destinati ad equipaggiare vetture sportive particolarmente performanti. Più in dettaglio, lo studio è rivolto ad investigare la pratica della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parzializzato, in un motore ad accensione comandata con otto cilindri disposti a V, 4200 cc di cilindrata totale, per il quale si disponeva di dati sperimentali completi. Questa tipologia di propulsori, nei cicli prescritti per l omologazione delle vetture su cui sono montati, lavorano a carico fortemente parzializzato, con incidenze negative sul consumo di combustibile, principalmente per l influenza rilevante sul lavoro indicato degli attriti (le perdite meccaniche, poco influenzate dal carico, vengono ad avere un incidenza tanto più elevata quanto più bassa è la potenza richiesta al motore) e delle perdite di pompaggio. Tra le tecnologie messe a punto per far fronte a questi problemi, la deattivazione di alcuni cilindri, attraverso l esclusione dell alimentazione di combustibile ed un controllo specifico del flusso d aria, appare a basso impatto sul design ed i costi del motore, assicurando al contempo la riduzione delle perdite di pompaggio e la conseguente riduzione del consumo di combustibile (associata alla relativa contemporanea riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, che saranno regolamentate nel prossimo futuro); sempre a favore di questa pratica, alcune prove sperimentali condotte in passato da alcune aziende del settore, hanno evidenziato che l esclusione dell alimentazione di una bancata in un motore a V non produce effetti negativi in termini di regolarità di funzionamento, non essendo accompagnata da un incremento critico di vibrazioni. In virtù di queste considerazioni, è facile intuire i motivi che hanno spinto negli ultimi anni quasi tutti i principali produttori di motori ad investigare la pratica della deattivazione; tuttavia, l analisi condotta ha indagato un approccio 10

11 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale alternativo al concetto di motore modulare, che sia in grado di ridurre sia i consumi di combustibile, che gli inquinanti allo scarico. 2.2 La strategia analizzata Il modo più semplice per poter scollegare l alimentazione di una bancata ai bassi carichi, facendo così lavorare il motore con solo metà della cilindrata totale disponibile, prevede di separare il flusso d aria fra le due bancate. In queste condizioni, nel caso siano presenti due plenum (uno per bancata), con altrettanti corpi farfallati, è possibile ridurre le perdite di pompaggio in maniera sostanziale, semplicemente spalancando la valvola lungo la linea di aspirazione della bancata trascinata. Questo comporta un aumento del rendimento di pompaggio e quindi del rendimento indicato, con un conseguente aumento del rendimento globale del motore, ovvero una riduzione del consumo specifico di combustibile, la cui espressione, in funzione dei principali rendimenti del motore e del potere calorifico inferiore K i del combustibile, è di seguito riportata: 1 BSFC = (1) η ηη η η K th i m c tr i La maggior parte del miglioramento di questo termine è dunque da attribuirsi alla riduzione delle perdite di pompaggio, che è il risultato di due contributi: Dato che solo metà dei cilindri erogano lavoro positivo, essi devono funzionare ad un carico maggiore rispetto al caso in cui le due bancate sono attive regolarmente; ciò equivale ad aprire maggiormente la farfalla dell unica bancata funzionante, con minori perdite nel processo di ricambio della carica. La bancata trascinata non da contributo all erogazione della potenza e quindi è possibile aprirne completamente la valvola a farfalla per minimizzare le perdite. Il sistema di scarico richiede alcuni specifici accorgimenti, come visibile nella Figura 2.1 seguente. In particolare, alcune valvole di controllo permettono al flusso proveniente dalla bancata trascinata di by-passare il catalizzatore (in questo modo si riduce la contro-pressione allo scarico ed il catalizzatore stesso non è raffreddato); i gas esausti provenienti dalla bancata attiva sono poi dirottati verso il catalizzatore della bancata trascinata per mantenerlo caldo e raddoppiare la superficie di post-trattamento dei gas; questi ultimi, infine, ritornano al silenziatore della propria bancata. 11

12 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Il principale vantaggio legato a questa strategia di controllo è la marcata riduzione del tempo di light-off dei catalizzatori (il calore scambiato fra gas e pareti del catalizzatore cresce sia per l aumento della portata in massa di fluido, che della temperatura) e la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti caratterizzanti il ciclo guida, favorita anche dal percorso più lungo dei gas combusti attraverso i catalizzatori. Tale percorso più lungo e tortuoso, associato alle più alte portate di fluido, genera una contro-pressione allo scarico maggiore se comparata a quella propria del funzionamento tradizionale, ma i calcoli messi a punto nel presente studio hanno dimostrato che questo effetto non è rilevante per motori di grossa cilindrata, essendo la permeabilità del sistema di scarico tale da far fronte a flussi molto più alti di quelli tipici caratterizzanti il ciclo guida. Figura 2.1: Strategia cut-out, schema del sistema di scarico. Il concetto descritto può essere espanso ulteriormente, includendo la deattivazione di un altro cilindro nella bancata attiva; mentre il sistema di aspirazione rimane lo stesso, occorre introdurre una nuova valvola di controllo posta fra il primario di scarico di questo cilindro e la giunzione di scarico. Questa strategia, denominata CUT-OUT+1, che ovviamente può essere applicata solo ai carichi più bassi, è schematicamente rappresentata in Figura 2.2, dove viene confrontata con la strategia CUT-OUT. 12

13 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Figura 2.2: Strategia cut-out+1, schema del sistema di scarico. L aspetto più critico di questa strategia di deattivazione appare il set-up complesso del software di controllo, che richiede una campagna sperimentale specifica. Anche la complessità costruttiva cresce, ma l aumento di questa rimane limitato in confronto ad altre strategie di deattivazione. 2.3 Modellazione del motore studiato Il motore oggetto di studio, che equipaggia vetture sportive ad elevate prestazioni di produzione corrente, è un unità V8 aspirata ad accensione comandata, di 4200 cc di cilindrata totale. La tabella seguente ne sintetizza le principali caratteristiche. Layout motore V8-90 Alesaggio [mm] 92 Corsa [mm] 79.8 Lunghezza biella [mm] 141 Rapporto di compressione 11.3:1 Numero di valvole per cilindro 4 Potenza massima [rpm] 275@7000 Coppia massima [rpm] 425@4500 Tabella 2.1: Caratteristiche del motore studiato. 13

14 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Come detto, per questa analisi teorica si è scelto di sfruttare un approccio a parametri concentrati, grazie al quale è stato possibile realizzare il modello di tutto il motore oggetto di studio, rappresentato in Figura 2.3, prestando particolare cura alla modellazione di alcune sue parti. Fra queste, si è modellato accuratamente il plenum di aspirazione, realizzato come una rete di sotto-volumi connessi da orifizi, perché caratterizzato da un volume relativamente piccolo, che causa interferenze rilevanti fra i cilindri. Anche i catalizzatori sono stati modellati con particolare attenzione, considerandone le caratteristiche geometriche ed i materiali, dato che il calcolo della loro temperatura di parete è fondamentale ai fini dell analisi. In particolare, si sono considerate le temperature lungo tutto il sistema di scarico, valutando il calore scambiato dal gas verso l esterno; l unico termine che non può essere preso in considerazione dal codice per la predizione della temperatura di parete dei catalizzatori, è il calore rilasciato dalle reazioni chimiche nei condotti di scarico e nei catalizzatori stessi. Pur conoscendo l importanza di questo termine, si ritiene che il confronto relativo fra le varie strategie, condotto a parità di condizioni, non ne sia pesantemente influenzato. Figura 2.3: Modello GT-Power del motore studiato. Il modello realizzato è stato dapprima validato sulla base dei dati sperimentali a disposizione, sia a pieno carico, che a carico parziale, considerando un carico equivalente di 6 bar e di 2 bar, dato che lo scopo dell analisi è la valutazione di alcune strategie di controllo a carico parzializzato. In entrambi i casi si è ottenuta un ottima corrispondenza numerico-sperimentale su tutte le principali grandezze di interesse e sui valori di pressione interno cilindro a tutti i regimi che sono stati testati, come rappresentato nelle immagini seguenti (Figure ). 14

15 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale SIM_INTAKE SIM_EXH EXP_INTAKE EXP_EXH PRESSURE - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP VOLUMETRIC EFF ENGINE SPEED - rpm SIM EXP IMEP - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP BSFC - g/kwh ENGINE SPEED - rpm Figura 2.4: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni medie all aspirazione ed allo scarico, del rendimento volumetrico, della pressione media indicata e del consumo specifico a pieno carico. 15

16 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale rpm, WOT SIM EXP 60 PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, WOT SIM EXP 60 PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, WOT SIM EXP 60 PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, WOT SIM EXP 60 PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC Figura 2.5: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni interno cilindro a pieno carico. 16

17 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale SIM_INTAKE SIM_EXH EXP_INTAKE EXP_EXH PRESSURE - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP 0.7 VOLUMETRIC EFF ENGINE SPEED - rpm SIM EXP IMEP - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP BSFC - g/kwh ENGINE SPEED - rpm Figura 2.6: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni medie all aspirazione ed allo scarico, del rendimento volumetrico, della pressione media indicata e del consumo specifico (BMEP = 6 bar). 17

18 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale rpm, 6 bar SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC 4000 rpm, 6 bar SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, 6 bar SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, 6 bar SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC Figura 2.7: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni interno cilindro (BMEP = 6 bar). 18

19 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale SIM_INTAKE SIM_EXH EXP_INTAKE EXP_EXH PRESSURE - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP 0.45 VOLUMETRIC EFF ENGINE SPEED - rpm SIM EXP IMEP - bar ENGINE SPEED - rpm SIM EXP BSFC - g/kwh ENGINE SPEED - rpm Figura 2.8: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni medie all aspirazione ed allo scarico, del rendimento volumetrico, della pressione media indicata e del consumo specifico (BMEP = 2 bar). 19

20 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale 5000 rpm, 2 bar 40 SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC rpm, 2 bar SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC 3000 rpm, 2 bar 40 SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC 2000 rpm, 2 bar 40 SIM EXP PRESSURE - bar CRANK ANGLE DEGREES - AFTDC Figura 2.9: Confronto numerico-sperimentale delle pressioni interno cilindro (BMEP = 2 bar). 20

21 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Più in dettaglio, le immagini precedenti riportano i confronti coi relativi dati sperimentali, per quanto riguarda gli andamenti della pressione in aspirazione ed allo scarico (rilevata in corrispondenza del plenum e all ingresso del catalizzatore), del rendimento volumetrico, della pressione media indicata e del consumo specifico. A pieno carico, le pressioni interno cilindro sono state confrontate a 7000, 5000, 3000 e 2000 rpm, mentre a carico parziale si sono effettuati confronti a 5000, 4000, 3000 e 2000 rpm. Per la simulazione del funzionamento del motore a carico parziale, l unica differenza nel modello riguarda la presenza della valvola a farfalla, che è stata modellata con un orifizio posizionato a monte del plenum, la cui area d efflusso è stata calibrata al fine di ottenere la corrispondenza coi dati sperimentali di portata in massa d aria aspirata, ad ogni condizione operativa del propulsore. 2.4 Simulazione del ciclo guida europeo Il modello così tarato è stato utilizzato per analisi predittive che simulino il ciclo guida europeo, per indagare in primo luogo l entità della riduzione del BSFC ed in secondo luogo per valutare la riduzione del tempo di light-off dei catalizzatori. Più in dettaglio, due tipi di calcoli sono stati messi a punto: simulazioni stazionarie condotte per un set di punti rappresentanti le operazioni elementari di ciclo, finalizzate a confrontare le strategie in termini di consumo di combustibile; simulazioni transitorie del primo ciclo urbano elementare (i primi 195 secondi del ciclo), finalizzate al calcolo della temperatura di parete dei catalizzatori. Nel primo caso, si sono rivelate necessarie alcune ipotesi semplificative ed una particolare metodologia per trovare un set di punti stazionari che rappresentassero le operazioni elementari del ciclo, così come per calcolare il consumo di combustibile globale. Così, ad esempio, si è assunto di lavorare con una miscela stechiometrica anche nella fase fredda del ciclo guida; si sono ricavate mappe accurate di FMEP e di calore rilasciato in funzione della velocità di rotazione del motore e del carico; si è calcolata una BMEP equivalente per il funzionamento in condizioni di deattivazione, sfruttata per calcolare le curve di rilascio calore per i cilindri attivi, e così via. In particolare, la pressione media effettiva equivalente è stata espressa per mezzo della formula seguente: BMEP eq Z ( Z X ) Z = BMEP + FMEP ( PMEPc PMEP) (2) X X X 21

22 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Dove Z rappresenta il numero totale di cilindri, X il numero di cilindri attivi, mentre PMEP c è la pressione media di pompaggio calcolata in condizioni di deattivazione. Durante il ciclo di omologazione, la vettura compie tratti a velocità costante e tratti con accelerazioni tra velocità fissate in tempi fissati; in entrambi i casi sono fissati anche i rapporti del cambio. Data dunque la velocità della vettura, è possibile risalire al corrispondente regime di rotazione del motore, espresso in giri/minuto, con la formula seguente: vi 60 ni = (3) τ τ R 2π 3.6 j p essendo v i la velocità della vettura in km/h corrispondente all i-esima condizione di funzionamento, R il raggio della ruota, τ j e τ p rispettivamente i rapporti del cambio ed il rapporto al ponte. Per quanto riguarda il calcolo della potenza in ogni condizione operativa del ciclo, nel caso di velocità costante v del veicolo, il motore deve fornire una potenza data da: P eng ( v ) = F roll + 1 ρc 2 D Sv 2 v η drv (4) Dove F roll è la resistenza di rotolamento dei pneumatici, C D il coefficiente di resistenza aerodinamica, S la superficie frontale. Ogni accelerazione elementare fra due velocità v 1 e v 2 è trattata come una condizione stazionaria equivalente, rappresentata da una velocità media e da una potenza media data da: P eng v + v v 2 v 1 M 2 t + v + v 1 2 = F + roll 2 1 ρc S v D ( + v v + v v + v ) η drv (5) Dove M è la massa totale del veicolo, η drv l efficienza meccanica del motore; per tutti questi parametri sono stati assunti valori tipici di una vettura sportiva. Il ciclo guida europeo può dunque essere rappresentato da una griglia di quindici punti equivalenti a funzionamento stazionario (nove per le condizioni a velocità costante, sei per le accelerazioni), che sono di seguito riportati. 22

23 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Operations Speed Pow. # Constant speed [rpm] [kw] 1 IDLE km/h - I gear km/h - II gear km/h - III gear km/h - III gear km/h - IV gear km/h - V gear km/h - VI gear km/h - VI gear Acceleration km/h, I gear, 4s km/h, II gear, 5s km/h, III gear, 8s km/h, IV gear, 13s km/h, V gear, 35s km/h, VI gear, 20s Tabella 2.2: Condizioni operative equivalenti del ciclo guida europeo. 2.5 Influenza sul consumo di combustibile Sulla base dei punti riportati in Tabella 2.2, si sono condotte simulazioni volte a studiare l influenza sui consumi di combustibile delle seguenti strategie: Caso BASE: otto cilindri attivi; il carico è controllato strozzando il flusso d aria totale. Caso CUT-OUT: quattro cilindri attivi; il carico è controllato con la valvola a farfalla della bancata attiva. Caso CUT-OUT+1: tre cilindri attivi; il carico è controllato con la valvola a farfalla della bancata attiva. Casi CUT-OUT VVT e CUT-OUT+1 VVT: come i precedenti, ma con le fasature ottimizzate per ridurre i consumi di combustibile, data l influenza del rendimento di intrappolamento sul consumo specifico, come si può notare da (1). La simulazione di questi casi, particolarmente onerosa dal punto di vista dei tempi di calcolo, è stata condotta utilizzando uno strumento di design of experiment integrato nel codice di calcolo, che analizza diverse combinazioni di aperture e chiusure delle valvole al fine di ottimizzare la fasatura (si è tenuto conto del vincolo di non interferenza fra valvole e pistone). 23

24 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Nelle tabelle che seguono, si riportano alcuni dei risultati ottenuti dai numerosi calcoli che sono stati condotti, con confronti in termini di BSFC e relativo miglioramento percentuale, ad esempio fra il caso di base e la strategia denominata CUT-OUT, oppure fra quest ultima ed il caso CUT-OUT+1. Per la strategia con solo tre cilindri attivi, in due condizioni operative del ciclo, il consumo di combustibile aumenta rispetto al caso con un intera bancata attiva, mentre il target di carico non può essere raggiunto nella condizione di funzionamento 15; ovviamente, in questi casi, sarà conveniente adottare una più semplice strategia CUT-OUT. FUEL FLOW [kg/h] # BASE CUTOUT Improvement % BSFC [g/kwh] % % % % % % % % % % % % % % Tabella 2.3: Confronto dei consumi di combustibile, casi base e CUT-OUT. FUEL FLOW [kg/h] # CUTOUT CUTOUT+1 Improvement % BSFC [g/kwh] % % % % % % 24

25 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale % % % % % % % % Tabella 2.4: Confronto dei consumi di combustibile, casi CUT-OUT e CUT-OUT+1. Entrambe le strategie indagate, associate a fasature variabili, migliorano ulteriormente questi risultati, con benefici maggiori ai carichi più bassi (i primi punti di funzionamento del ciclo guida). In quasi tutti i casi analizzati, la strategia più efficiente di attuazione variabile delle valvole ha portato a massimizzare la durata angolare dell incrocio, tenendo conto del vincolo di non interferenza. FUEL FLOW [kg/h] # CUTOUT CUTOUT-VVT Improvement % BSFC [g/kwh] % % % % % % % % % % % % % % Tabella 2.5: Confronto dei consumi di combustibile, casi CUT-OUT e CUT-OUT VVT. 25

26 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale FUEL FLOW [kg/h] # CUTOUT+1 CUTOUT+1-VVT Improvement % BSFC [g/kwh] % % % % % % % % % % % % % % Tabella 2.6: Confronto dei consumi di combustibile, casi CUT-OUT+1 e CUT-OUT+1 VVT. Sulla base dei risultati ottenuti, è stato possibile rendersi conto a calcolo dell entità dei risparmi di combustibile derivanti dalla pratica analizzata, che sono più sensibili quanto più il carico è basso. Dai risultati dei calcoli relativi ai vari punti di funzionamento in cui si è schematizzato il ciclo guida europeo, sono stati infine calcolati i consumi globali caratterizzanti la marcia urbana, quella extra-urbana ed il ciclo misto per le diverse strategie indagate. Ciò è evidenziato nelle tabelle che seguono, in cui si riportano anche i relativi miglioramenti percentuali in relazione ai risultati del caso di base. Urban consumption [l/100km] Extra-urban consumption [l/100km] Combined consumption [l/100km] BASE CUTOUT CUTOUT CUTOUT-VVT CUTOUT+1- VVT Tabella 2.7: Influenza delle strategie analizzate sui consumi caratterizzanti la marcia urbana, extra-urbana e mista del ciclo guida europeo. 26

27 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Urban improvement Extra-urban improvement Combined improvement CUTOUT 11.5% 9.6% 10.5% CUTOUT % 11% 12.8% CUTOUT- VVT 13% 10.9% 11.9% CUTOUT+1- VVT 16% 12.3% 14% Tabella 2.8: Miglioramenti percentuali sui consumi delle strategie analizzate. 2.6 Influenza sulla temperatura di parete dei catalizzatori Per quanto riguarda la seconda tipologia di calcoli 1D che sono stati effettuati, finalizzati a determinare l andamento della temperatura di parete dei catalizzatori durante i primi 195 secondi del ciclo Europa (il primo ciclo elementare), per poi poter stimare la riduzione conseguente di inquinanti allo scarico, i modelli del motore utilizzati in precedenza sono stati modificati per renderli idonei a simulazioni transitorie. In primo luogo, il regime di rotazione e la posizione della farfalla diventano dipendenti dal tempo, e mentre il primo può essere agevolmente determinato, l andamento della seconda richiede alcune approssimazioni: si è assunto che all inizio di ogni accelerazione la farfalla si sposti istantaneamente dalla posizione precedente a quella corrispondente all accelerazione media, e tale posizione è mantenuta costante durante tutto il transitorio. Durante i rallentamenti o i cambi marcia, la farfalla rimane nella posizione di minimo; in questo modo, la legge di attuazione della farfalla viene approssimata da una sequenza di condizioni stazionarie. Per il calcolo della temperatura di parete, si è assunto che, all avviamento, i condotti siano a temperatura ambiente, e mentre il sistema di scarico si scalda, le temperature di pistone, testa e cilindro rimangono costanti durante la simulazione, evitando così di considerare un modello dettagliato di scambio termico che influenzerebbe le prestazioni del motore, richiedendo un aggiustamento della farfalla rispetto alla condizione operativa stazionaria equivalente, anche se ciò costituisce una chiara semplificazione. Per quanto riguarda il calcolo delle emissioni inquinanti, si è ipotizzato che l efficienza dei catalizzatori dipenda solo dalla loro temperatura di parete; da quest ultima (calcolata dal codice tramite le simulazioni transitorie), quindi, si è dapprima calcolata l efficienza dei catalizzatori stessi, sfruttando in particolare una funzione parametrica in grado di modellare la correlazione esistente fra le due grandezze, i cui coefficienti sono stati calibrati sulla base dei dati presenti in letteratura. Successivamente, con l efficienza ricavata e con le portate in massa allo scarico calcolate da GT-Power, si sono 27

28 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale sfruttate le mappe sperimentali delle emissioni, entrando in queste col carico e col regime equivalenti ed interpolando fra la griglia di punti delle mappe, per avere così la stima delle concentrazioni di CO, HC e NO x di ogni configurazione analizzata. La Figura seguente schematizza tale procedura per il calcolo degli inquinanti allo scarico. Figura 2.10: Schema della procedura di calcolo delle emissioni. Di seguito si riportano gli andamenti delle temperature di pre-catalizzatori e catalizzatori di ciascuna bancata e per ognuna delle strategie indagate in relazione alla situazione del caso base, prendendo in considerazione i primi 195 secondi del ciclo. Considerando la bancata attiva (Figura 2.11), i vantaggi derivanti dall adozione di una strategia di deattivazione sono evidenti: considerando una temperatura di accensione pari a 500 K, il pre-catalizzatore nel caso CUT-OUT inizia a funzionare 25 secondi prima del caso di base, mentre la strategia CUT-OUT+1 guadagna 5 ulteriori secondi. Per il catalizzatore le differenze sono ancora più evidenti, in quanto nel caso base esso non si attiva mai, mentre nei casi CUT-OUT e CUT- OUT+1 l accensione avviene rispettivamente dopo 125 e 80 secondi. 900 BASE CUTOUT CUTOUT WALL TEMPERATURE [K] TIME [s] 28

29 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale BASE CUTOUT CUTOUT WALL TEMEPERATURE [K] TIME [s] Figura 2.11: Andamenti delle temperature di parete del pre-catalizzatore (sopra) e del catalizzatore (sotto) della bancata attiva. 700 BASE CUTOUT CUTOUT WALL TEMPERATURE [K] TIME [s] 700 BASE CUTOUT CUTOUT WALL TEMPERATURE [K] TIME [s] Figura 2.12: Andamenti delle temperature di parete del pre-catalizzatore (sopra) e del catalizzatore (sotto) della bancata deattivata. 29

30 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale Nella bancata deattivata (Figura 2.12), le strategie analizzate permettono ai catalizzatori di raggiungere comunque la temperatura del caso di base prima della fine del ciclo elementare. Come si è detto, le temperature calcolate sono state utilizzate per ricavare l efficienza di abbattimento di ciascun catalizzatore durante la simulazione; l efficienza globale dell intero sistema di scarico è definita dalla formula seguente: ( ) η = 1 1 η conv, TOT i conv, i (6) Dove η conv,i è l efficienza di ciascun catalizzatore lungo il percorso dei gas di scarico. Si riportano, infine, un confronto fra le strategie in termini di rendimento globale di abbattimento e le percentuali di emissioni allo scarico di CO, HC ed NO x per le strategie studiate, normalizzate in riferimento al caso di base. In relazione al primo diagramma in Figura 2.13, si nota facilmente il discreto vantaggio che presentano entrambe le strategie di deattivazione indagate, legato sia alle maggiori temperature presenti nel sistema di scarico, sia al numero doppio di catalizzatori incontrati dai gas esausti lungo il loro percorso verso l ambiente esterno. 100 BASE CUT-OUT CUT-OUT ETA TOT [%] TIME [s] Figura 2.13: Andamenti dell efficienza globale di abbattimento. Per quanto riguarda le percentuali delle concentrazioni dei tre principali inquinanti che caratterizzano le emissioni dei motori ad accensione comandata, si osserva dal grafico ad istogrammi di Figura 2.14 che sia il CO che gli HC sono fortemente ridotti dall adozione di una strategia di deattivazione, mentre per gli ossidi d azoto il guadagno è meno evidente. Questo fatto può essere spiegato considerando che, più alto è il carico, più alta è la 30

31 2 Studio della deattivazione di una bancata di cilindri a carico parziale concentrazione di NO x nei gas di scarico; in conseguenza a ciò, i quattro cilindri dell unica bancata attiva producono più ossidi di azoto di quattro cilindri in condizioni di funzionamento normale, quando sono attivi tutti gli otto cilindri del motore. Al contempo, però, essendo attivi solamente la metà dei cilindri presenti, globalmente si hanno comunque dei benefici sulle emissioni di NO x, più evidenti nel caso della strategia CUT-OUT+1. BASE CUT-OUT CUT-OUT % CO, HC, NO CO HC NO Figura 2.14: Concentrazioni delle emissioni inquinanti normalizzate in riferimento al caso base. 31

32 3 Studio di una metodologia per l ottimizzazione integrata delle prestazioni e dell acustica di un motore CAPITOLO 3: STUDIO DI UNA METODOLOGIA PER L OTTIMIZZAZIONE INTEGRATA DELLE PRESTAZIONI E DELL ACUSTICA DI UN MOTORE 3.1 Introduzione Come è stato introdotto in precedenza, l attività principale svolta nel corso del dottorato con il codice di calcolo Wave ed in collaborazione con un azienda del territorio, che ha fornito il supporto sperimentale al progetto, è stata un analisi prestazionale ed acustica di un motore ad elevata potenza, rivolta alla determinazione di una metodologia di calcolo predittivo per l ottimizzazione integrata delle prestazioni e del suono di un propulsore. Lo spunto del lavoro è costituito dal fatto che negli ultimi anni si è diffusa la tendenza di considerare, per alcune tipologie di veicoli, il rumore emesso dal motore quale una vera e propria specifica di progetto, soprattutto per certi componenti del propulsore. Come conseguenza di ciò, le emissioni acustiche di un veicolo, in larga misura costituite dal rumore gasdinamico che si propaga lungo i condotti di aspirazione e di scarico verso l ambiente esterno, sono oggi considerate un vero e proprio suono, caratteristico e distintivo di uno specifico motore, che acquisisce molta importanza per l immagine del propulsore stesso. Accanto alla pratica ormai consolidata della simulazione numerica nello sviluppo di un motore, al fine di ottimizzarne le prestazioni e ridurne le emissioni inquinanti, che è oggi largamente impiegata dalle aziende del settore automotive, la simulazione di tipo monodimensionale è sempre più sfruttata anche per la previsione delle emissioni acustiche caratteristiche, il cui studio in fase di progetto non può prescindere dall analisi prestazionale di un motore. La previsione accurata di entrambi gli aspetti tramite software dedicati, cercando anche di contenere i tempi di calcolo corrispondenti, è però tutt altro che banale, prevalentemente a causa della necessità di modellare accuratamente alcuni componenti complessi del motore, quali il filtro dell aria, il plenum, le giunzioni di scarico, il silenziatore, e così via, al fine di coglierne accuratamente le caratteristiche acustiche; questo fatto richiede allora un numero significativo di simulazioni, volte ad individuare il compromesso migliore fra opposte esigenze di accuratezza dei risultati e contenimento dei tempi di calcolo. 32

33 3 Studio di una metodologia per l ottimizzazione integrata delle prestazioni e dell acustica di un motore 3.2 Richiami di acustica nei motori Il rumore prodotto dal funzionamento dei motori endotermici alternativi può essere schematicamente suddiviso nei seguenti contributi: 1. un rumore di combustione, dovuto al rapido incremento di pressione nel cilindro durante il processo di combustione; tale pressione, agendo sul pistone, sulla testa e sulle pareti del cilindro, produce impatti attraverso gli organi del manovellismo trasmessi alla struttura del motore, che vibra irradiando rumore. 2. Un rumore meccanico, generato dagli urti di natura meccanica che si producono nei principali accoppiamenti cinematici del motore; fra questi urti si evidenziano, ad esempio, lo scampanamento del pistone in prossimità dei punti morti sotto l azione combinata della pressione e delle forze d inerzia, l impatto delle valvole sulle sedi, la chiusura degli iniettori, quelli dovuti agli organi della distribuzione, all ingranamento di denti, ecc. 3. Un rumore gasdinamico, causato dal processo ciclico di sostituzione del fluido di lavoro nel cilindro. Il moto instazionario dei gas che ne deriva causa oscillazioni di pressione di ampiezza rilevante che, dopo aver attraversato i sistemi di aspirazione e di scarico del motore, raggiungono l ambiente esterno. Il rumore può essere definito un suono non desiderato, prodotto dalle vibrazioni di un corpo (una sorgente sonora), che si trasmettono al mezzo circostante con una data velocità (la velocità del suono), dipendente dalle caratteristiche elastiche del mezzo, raggiungendo l orecchio umano e facendo vibrare la membrana del timpano. Quando queste vibrazioni sono percepite dal cervello, danno origine alla sensazione uditiva. Le forme tipiche di un onda sonora sono: 1. onda piana (unidirezionale), che presenta un ampiezza uguale in tutti i punti di ogni piano perpendicolare alla direzione di propagazione. Può essere considerata piana l onda sonora che si propaga in un condotto avente diametro piccolo rispetto alla sua lunghezza. 2. onda sferica, che si propaga in tutte le direzioni dello spazio a partire da una sorgente puntiforme, dando origine, così, ad una serie di fronti d onda di forma sferica. Di questo tipo può essere considerata l onda che si propaga nell ambiente circostante dalla sezione terminale dello scarico di un motore. 33

Valutazioni di massima sui motori a combustione interna

Valutazioni di massima sui motori a combustione interna Valutazioni di massima sui motori a combustione interna Giulio Cazzoli v 1.0 Maggio 2014 Indice Elenco dei simboli 3 1 Motore ad accensione comandata 4 1.1 Dati........................................

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO

PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO VIII Incontro EXPERT PANEL EMISSIONI DA TRASPORTO STRADALE Roma, 5 novembre 2003 PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO Massimo Capobianco, Giorgio Zamboni

Dettagli

Simulazioni accoppiate 1D-3D per scenari d incendio

Simulazioni accoppiate 1D-3D per scenari d incendio Simulazioni accoppiate 1D-3D per scenari d incendio Applicazione a tunnel stradali e linee metropolitane Luca Iannantuoni Dipartimento di Energia - Politecnico di Milano 29 Ottobre 2009 Luca Iannantuoni

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione

Dettagli

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA Termodinamica TERMODINAMICA Cosa è la termodinamica? La termodinamica studia la conversione del calore in lavoro meccanico Prof Crosetto Silvio 2 Prof Crosetto Silvio Il motore dell automobile trasforma

Dettagli

CORSO DI IMPIANTI DI PROPULSIONE NAVALE

CORSO DI IMPIANTI DI PROPULSIONE NAVALE ACCADEMIA NAVALE 1 ANNO CORSO APPLICATIVO GENIO NAVALE CORSO DI IMPIANTI DI PROPULSIONE NAVALE Lezione 09 Motori diesel lenti a due tempi A.A. 2011 /2012 Prof. Flavio Balsamo Nel motore a due tempi l intero

Dettagli

Lezione IX - 19/03/2003 ora 8:30-10:30 - Ciclo di Carnot, Otto, Diesel - Originale di Spinosa Alessandro.

Lezione IX - 19/03/2003 ora 8:30-10:30 - Ciclo di Carnot, Otto, Diesel - Originale di Spinosa Alessandro. Lezione IX - 9/03/003 ora 8:30-0:30 - Ciclo di Carnot, Otto, Diesel - Originale di Spinosa Alessandro. Ciclo di Carnot Si consideri una macchina termica semplice che compie trasformazioni reversibili,

Dettagli

Prese d aria supersoniche [1-14]

Prese d aria supersoniche [1-14] Politecnico di Milano Facoltà di Ingegneria Industriale Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale Insegnamento di Propulsione Aerospaziale Anno accademico 2011/12 Capitolo 4 sezione a2 Prese d aria supersoniche

Dettagli

CANDIDATO: William Berardi. RELATORE: Prof. Ing. Luca Piancastelli

CANDIDATO: William Berardi. RELATORE: Prof. Ing. Luca Piancastelli Alma Mater Studiorum Università di Bologna Facoltà di Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Meccanica A.A. 2010/2011 - Sessione III CANDIDATO: William Berardi RELATORE: Prof. Ing. Luca Piancastelli

Dettagli

COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL MOTORE QUATTRO TEMPI(4-Stroke)

COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL MOTORE QUATTRO TEMPI(4-Stroke) COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO DEL MOTORE QUATTRO TEMPI(4-Stroke) Salve a tutti. In questa recensione spiegherò la composizione e il funzionamento del motore a scoppio Quattro Tempi, in inglese 4-stroke.

Dettagli

Motori endotermici I MOTORI ENDOTERMICI. Corso di Laurea Scienze e Tecnologie Agrarie

Motori endotermici I MOTORI ENDOTERMICI. Corso di Laurea Scienze e Tecnologie Agrarie Corso di Laurea Scienze e Tecnologie Agrarie Motori endotermici Dipartimento Ingegneria del Territorio - Università degli Studi di Sassari I MOTORI ENDOTERMICI Il motore converte l energia termica del

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

Località. Piacenza. Progetto ECATE. Progetto E.C.A.T.E. Efficienza e Compatibilità Ambientale delle Tecnologie Energetiche

Località. Piacenza. Progetto ECATE. Progetto E.C.A.T.E. Efficienza e Compatibilità Ambientale delle Tecnologie Energetiche Località Piacenza Doc. n. R 4.1/4 CONSORZIO LEAP Laboratorio Energia Ambiente Piacenza Progetto ECATE Rev 0. Progetto E.C.A.T.E. Efficienza e Compatibilità Ambientale delle Tecnologie Energetiche > REALIZZAZIONE

Dettagli

ALLEGATO II. Calcolo della produzione da cogenerazione

ALLEGATO II. Calcolo della produzione da cogenerazione ALLEGATO II Calcolo della produzione da cogenerazione I - Calcolo dell energia elettrica da cogenerazione 1. Per calcolare il risparmio di energia primaria di una unità di cogenerazione, occorre anzitutto

Dettagli

FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica. http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI

FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica. http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI FONDAMENTI DI CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Meccanica http://web.ing.unimo.it/~lbiagiotti/fondamenticontrolli1415.html SISTEMI ELEMENTARI Ing. e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti

Dettagli

Impianto Pneumatico. Capitolo 6 - 6.1 -

Impianto Pneumatico. Capitolo 6 - 6.1 - Capitolo 6 Impianto Pneumatico - 6.1 - 6.1 Introduzione In diversi casi è conveniente sfruttare energia proveniente da aria compressa; questo è soprattutto vero quando il velivolo possiede dei motori a

Dettagli

Indice. XI Prefazione

Indice. XI Prefazione Indice XI Prefazione 3 Capitolo 1 Introduzione alle macchine a fluido e ai sistemi energetici 3 1.1 Introduzione storica 9 1.2 Fonti di energia 19 1.3 Macchine a fluido e sistemi energetici 25 Capitolo

Dettagli

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA turbine eoliche ad asse verticale VAWT A.A. 2008/09 Energie Alternative Prof.B.Fortunato

Dettagli

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO

LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO LE FINESTRE E L ISOLAMENTO ACUSTICO Roberto Malatesta. William Marcone Ufficio Tecnico (giugno 2008) LA PROTEZIONE DAL RUMORE DEGLI EDIFICI, LA NORMATIVA NAZIONALE La maggior sensibilità delle persone

Dettagli

Presentazione del progetto. I cicli termodinamici:

Presentazione del progetto. I cicli termodinamici: Presentazione del progetto I cicli termodinamici: OTTO DIESEL Obiettivi Presentare in modo sintetico ed efficace i concetti base relativi ai cicli termodinamici OTTO e DIESEL Organizzare e realizzare con

Dettagli

Impianti di propulsione navale

Impianti di propulsione navale Motori diesel 4T Sistemi per ridurre la fumosità e le emissioni La sempre più continua attenzione alle problematiche ambientali e l inasprirsi di alcune normative regionali in tema di fumosità ed emissioni,

Dettagli

Funzionamento del motore 4 tempi I componenti fondamentali del motore 4 tempi I componenti ausiliari del motore 4 tempi La trasmissione del moto Le innovazioni motoristiche L influenza dell aerodinamica

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi

Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Compressori volumetrici a) Compressori alternativi Il parametro fondamentale per la valutazione di un compressore alternativo è l efficienza volumetrica: η v = (Portata volumetrica effettiva) / (Volume

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi: LA COGENERAZIONE TERMICA ED ELETTRICA 1. Introduzione 2. Turbine a Gas 3. Turbine a vapore a ciclo combinato 4. Motori alternativi 5. Confronto tra le diverse soluzioni 6. Benefici ambientali 7. Vantaggi

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

www.interaviosup.it ias@interaviosup.it tel. +39 0831 555625 GALLERIA DEL VENTO SUBSONICA

www.interaviosup.it ias@interaviosup.it tel. +39 0831 555625 GALLERIA DEL VENTO SUBSONICA www.interaviosup.it ias@interaviosup.it tel. +39 0831 555625 GALLERIA DEL VENTO SUBSONICA L azienda Nata nel 1985 come fornitore internazionale di ricambi aeronautici, sia per il settore militare che per

Dettagli

(gruppo filtro aria perfezionato) per motori EURO 6

(gruppo filtro aria perfezionato) per motori EURO 6 Progetto Europeo AIR-BOX AUTOMOTIVE 2014 AIR-BOX (gruppo filtro aria perfezionato) per motori EURO 6 APPARATO AIR-BOX per la riduzione dei NOx e del CO2 e per l incremento delle prestazioni del motore

Dettagli

PROBLEMA 1. Soluzione. Indicare quattro requisiti fondamentali che un fluido frigorigeno deve possedere: 1) 2) 3) 4)

PROBLEMA 1. Soluzione. Indicare quattro requisiti fondamentali che un fluido frigorigeno deve possedere: 1) 2) 3) 4) PROBLEMA 1 Indicare quattro requisiti fondamentali che un fluido frigorigeno deve possedere: 1) 2) 3) 4) Deve possedere un elevato calore latente, cioè, deve evaporare asportando molto calore dall ambiente

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

SENSORI E TRASDUTTORI

SENSORI E TRASDUTTORI SENSORI E TRASDUTTORI Il controllo di processo moderno utilizza tecnologie sempre più sofisticate, per minimizzare i costi e contenere le dimensioni dei dispositivi utilizzati. Qualsiasi controllo di processo

Dettagli

Massimo Rundo Politecnico di Torino Dipartimento Energia Fluid Power Research Laboratory

Massimo Rundo Politecnico di Torino Dipartimento Energia Fluid Power Research Laboratory La simulazione delle pompe oleodinamiche Massimo Rundo Politecnico di Torino Dipartimento Energia Fluid Power Research Laboratory Politecnico di Torino Dipartimento Energia Macchine a fluido Laboratorio

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

e-dva - eni-depth Velocity Analysis

e-dva - eni-depth Velocity Analysis Lo scopo dell Analisi di Velocità di Migrazione (MVA) è quello di ottenere un modello della velocità nel sottosuolo che abbia dei tempi di riflessione compatibili con quelli osservati nei dati. Ciò significa

Dettagli

La propulsione Informazioni per il PD

La propulsione Informazioni per il PD Informazioni per il PD 1/10 Compito Come funziona un automobile? Gli alunni studiano i diversi tipi di propulsione (motore) dell auto e imparano qual è la differenza tra un motore diesel e uno a benzina.

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Università di Roma Tor Vergata

Università di Roma Tor Vergata Università di oma Tor Vergata Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale Corso di: TEMOTECNIC 1 IMPINTI DI ISCLDMENTO D CQU: DIMENSIONMENTO Ing. G. Bovesecchi gianluigi.bovesecchi@gmail.com

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 447 Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo

Dettagli

Indice. 8 novembre 2015. 1 La similitudine idraulica per le pompe 2. 2 Esercizi sulla similitudine idraulica 3

Indice. 8 novembre 2015. 1 La similitudine idraulica per le pompe 2. 2 Esercizi sulla similitudine idraulica 3 8 novembre 2015 Indice 1 La similitudine idraulica per le pompe 2 2 Esercizi sulla similitudine idraulica 3 3 Pompe inserite in un impianto Esercizi 5 1 1 La similitudine idraulica per le pompe L applicazione

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Modellistica e Simulazione del Comportamento Dinamico di Beccheggio di un Trattore Agricolo

Modellistica e Simulazione del Comportamento Dinamico di Beccheggio di un Trattore Agricolo Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Facoltà di Ingegneria Modellistica e Simulazione del Comportamento Dinamico di Beccheggio di un Trattore Agricolo Relatore: Prof. Roberto Zanasi Correlatori:

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE Per un corretto dimensionamento del martinetto a ricircolo di sfere è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A)

Dettagli

Introduzione all analisi dei segnali digitali.

Introduzione all analisi dei segnali digitali. Introduzione all analisi dei segnali digitali. Lezioni per il corso di Laboratorio di Fisica IV Isidoro Ferrante A.A. 2001/2002 1 Segnali analogici Si dice segnale la variazione di una qualsiasi grandezza

Dettagli

Scenari Modellistici legati all Introduzione di Miscele di Metano e Idrogeno nei MCI (Progetto

Scenari Modellistici legati all Introduzione di Miscele di Metano e Idrogeno nei MCI (Progetto Università degli Studi di Roma Tor Vergata Scenari Modellistici legati all Introduzione di Miscele di Metano e Idrogeno nei MCI (Progetto BONG-HY) Prof. Stefano Cordiner Ing. Vincenzo Mulone Ing. Riccardo

Dettagli

Progetto MICS Abilitazioni Macchine Giornata Nazionale di Formazione Formatori MACCHINE MOVIMENTO TERRA. Ing. Antonino Bonanno IMAMOTER-C.N.R.

Progetto MICS Abilitazioni Macchine Giornata Nazionale di Formazione Formatori MACCHINE MOVIMENTO TERRA. Ing. Antonino Bonanno IMAMOTER-C.N.R. Progetto MICS Abilitazioni Macchine Giornata Nazionale di Formazione Formatori MACCHINE MOVIMENTO TERRA in collaborazione con ASCOMAC / CANTIERMACCHINE FEDERUNACOMA / COMAMOTER Milano 10 Luglio 2012 Ing.

Dettagli

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2 COENTE ELETTICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V isolati tra loro V > V 1 V V 1 Li colleghiamo mediante un conduttore Fase transitoria: sotto

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Università degli Studi di Bologna. FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Disegno Tecnico Industriale

Università degli Studi di Bologna. FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Disegno Tecnico Industriale Università degli Studi di Bologna FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Disegno Tecnico Industriale STUDIO DI MASSIMA DI UNA PIATTAFORMA ELEVATRICE AD IDROGENO Tesi di Laurea di:

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

MOVIMENTO DI GAS (ARIA)

MOVIMENTO DI GAS (ARIA) BONIFICA ACUSTICA: MOVIMENTO DI GAS (ARIA) Affrontiamo questo problema inizialmente esaminando un impianto RCV (raffreddamento, condizionamento, ventilazione) La generazione del rumore Le cause della rumorosità

Dettagli

POLITECNICO DI TORINO

POLITECNICO DI TORINO NEWSLETTER N2 - I dispositivi elettronici posti a protezione degli operatori E stato indicato nella precedente newsletter che la sicurezza degli operatori in un contesto industriale è affidata a una catena

Dettagli

Esercizi sui Compressori e Ventilatori

Esercizi sui Compressori e Ventilatori Esercizi sui Compressori e Ventilatori 27 COMPRESSORE VOLUMETRICO (Appello del 08.06.1998, esercizio N 2) Testo Un compressore alternativo monocilindrico di cilindrata V c = 100 cm 3 e volume nocivo V

Dettagli

Impianti per il trasferimento di energia

Impianti per il trasferimento di energia Capitolo 2 Impianti per il trasferimento di energia 2.1 2.1 Introduzione In molte zone di un velivolo è necessario disporre di energia, in modo controllato; questo è necessario per molte attività, ad esempio

Dettagli

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante IDRAULICA LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante 2 LEGGE DI STEVIN Z = ALTEZZA GEODETICA ENERGIA POTENZIALE PER UNITA DI PESO p /

Dettagli

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione: 1 Lastoriadiun impresa Il Signor Isacco, che ormai conosciamo per il suo consumo di caviale, decide di intraprendere l attività di produttore di caviale! (Vuole essere sicuro della qualità del caviale

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Procedure di calcolo implicite ed esplicite

Procedure di calcolo implicite ed esplicite Procedure di calcolo implicite ed esplicite Il problema della modellazione dell impatto tra corpi solidi a medie e alte velocità. La simulazione dell impatto tra corpi solidi in caso di urti a media velocità,

Dettagli

Progetto H 2 Filiera Idrogeno

Progetto H 2 Filiera Idrogeno WP 4 MOTORI AD IDROGENO CON INIEZIONE DIRETTA A BASSA PRESSIONE Un ostacolo all uso dell idrogeno negli autoveicoli è portarne a bordo la quantità necessaria per una ragionevole autonomia. La densità energetica

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Territorio ed infrastrutture di trasporto La meccanica della locomozione: questioni generali Il fenomeno dell aderenza e l equazione generale del moto

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO MASTER: MISSB. UDA di Fisica

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO MASTER: MISSB. UDA di Fisica UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO MASTER: MISSB UDA di Fisica CLASSE V Scheda di Fisica di: Rosalia Rinaldi Prof.ssa Sperandeo 1 PREMESSA: Calore e temperatura sono concetti che ricorrono frequentemente

Dettagli

STIMA DI MASSIMA DEI LIMITI STRUTTURALI DI PARTI DI MOTORI DIESEL AD INIEZIONE DIRETTA PER L AERONAUTICA

STIMA DI MASSIMA DEI LIMITI STRUTTURALI DI PARTI DI MOTORI DIESEL AD INIEZIONE DIRETTA PER L AERONAUTICA STIMA DI MASSIMA DEI LIMITI STRUTTURALI DI PARTI DI MOTORI DIESEL AD INIEZIONE DIRETTA PER L AERONAUTICA Relatore: Prof. Ing. L. Piancastelli Correlatori: Prof. Ing. A. Liverani Prof. Ing. F. Persiani

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione

Dettagli

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni CONVEGNO FACILITY MANAGEMENT: LA GESTIONE INTEGRATA DEI PATRIMONI PUBBLICI GENOVA FACOLTA DI ARCHITETTURA 06.07.2010 Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it Titolo del progetto: STERILIZZATORE ULTRA-FLASH Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it GENERALITA L idea è quella di realizzare uno sterilizzatore per latte, di nuova concezione,

Dettagli

ENERGIA INTERNA ENERGIA INTERNA SPECIFICA. e = E/m = cv T ENTALPIA. H = E + pv ENTALPIA SPECIFICA. h = H/m = cp T h = e + pv = e + p/d L-1

ENERGIA INTERNA ENERGIA INTERNA SPECIFICA. e = E/m = cv T ENTALPIA. H = E + pv ENTALPIA SPECIFICA. h = H/m = cp T h = e + pv = e + p/d L-1 L - SISTEMI APERTI ENERGIA INTERNA E = n Cv T E = m cv T (Cv molare = J/kmol C) (cv massico = J/kg C) ENERGIA INTERNA SPECIFICA e = E/m = cv T ENTALPIA H = E + pv H = n Cp T H = m cp T (Cp molare = J/kmol

Dettagli

ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISPARMIO ENERGETICO SULLE POMPE CENTRIFUGHE REGOLATE MEDIANTE INVERTER

ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISPARMIO ENERGETICO SULLE POMPE CENTRIFUGHE REGOLATE MEDIANTE INVERTER ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISPARMIO ENERGETICO SULLE POMPE CENTRIFUGHE REGOLATE MEDIANTE INVERTER Drivetec s.r.l. Ufficio Tecnico INTRODUZIONE Riferendoci ad una macchina operatrice centrifuga come una

Dettagli

Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416

Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416 Document Title Business Unit Product Line Controllo Multimotore Power Controls IRIS BLUE Revision Date Description Paragraph TickRef 01 11-05-15 New release All #8416 INDICE 1 Introduzione... 2 2 Controllo

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

STUDIO DI MASSIMA DI UN DIESEL AD ALTE PRESTAZIONI

STUDIO DI MASSIMA DI UN DIESEL AD ALTE PRESTAZIONI Università degli Studi di Bologna FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA Elaborato Finale di Laurea in Laboratorio di CAD STUDIO DI MASSIMA DI UN DIESEL AD ALTE PRESTAZIONI Candidato

Dettagli

Università degli Studi Roma Tre

Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi Roma Tre FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA MECCANICA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA MECCANICA LABORATORIO DI TERMODINAMICA APPLICATA AI SISTEMI ENERGETICI

Dettagli

Sensori a effetto Hall bipolari con ritenuta stabilizzati e non stabilizzati con circuito chopper

Sensori a effetto Hall bipolari con ritenuta stabilizzati e non stabilizzati con circuito chopper Sensori a effetto Hall bipolari con ritenuta stabilizzati e non stabilizzati con circuito chopper I risultati dei test mostrano che è possibile ottenere prestazioni significativamente maggiori impiegando

Dettagli

Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II. E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano

Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II. E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano Capitolo 4: Ottimizzazione non lineare non vincolata parte II E. Amaldi DEIB, Politecnico di Milano 4.3 Algoritmi iterativi e convergenza Programma non lineare (PNL): min f(x) s.v. g i (x) 0 1 i m x S

Dettagli

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04.

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04. Società controllata dal Cons.Svil.Ind.le VALLE del BIFERNO Zona Ind.le, snc 86039 TERMOLI (CB) Tel. +39 0875 755040 Fax +39 0875 755974 http://www.netenergyservice.it - info@netenergyservice.it COMUNICAZIONE

Dettagli

COMANDI PER CICLI. Ciclo: un insieme di operazioni (movimentazioni, ecc.) che evolvono secondo una sequenza prestabilita.

COMANDI PER CICLI. Ciclo: un insieme di operazioni (movimentazioni, ecc.) che evolvono secondo una sequenza prestabilita. COMANDI PER CICLI Ciclo: un insieme di operazioni (movimentazioni, ecc.) che evolvono secondo una sequenza prestabilita. Tipologie di comandi per cicli: 1. MANUALI o ARBITRARI : ogni azione della sequenza

Dettagli

IL DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI IDROSANITARI Miscelatori e riduttori di pressione

IL DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI IDROSANITARI Miscelatori e riduttori di pressione FOCUS TECNICO IL DEGLI IMPIANTI IDROSANITARI Miscelatori e riduttori di pressione CRITERI DI CALCOLO DELLA PORTATA DI PROGETTO Lo scopo principale del dimensionamento di una rete idrica è quello di assicurare

Dettagli

Per lo sviluppo del teleriscaldamento: l acqua di falda come fonte energetica.

Per lo sviluppo del teleriscaldamento: l acqua di falda come fonte energetica. 1 Per lo sviluppo del teleriscaldamento: l acqua di falda come fonte energetica. A2A Calore & Servizi, società del gruppo A2A attiva nella gestione del teleriscaldamento nelle città di Milano, Brescia

Dettagli

Il Torque Converter Intro. Il Torque Converter Funzionamento (base)

Il Torque Converter Intro. Il Torque Converter Funzionamento (base) Il Intro Tutte le vetture con cambio manuale dispongono di una frizione interposta tra motore e trasmissione che ha la funzione di creare o interrompere il collegamento meccanico tra questi due dispositivi,

Dettagli

Complementi di Termologia. I parte

Complementi di Termologia. I parte Prof. Michele Giugliano (Dicembre 2) Complementi di Termologia. I parte N.. - Calorimetria. Il calore è una forma di energia, quindi la sua unità di misura, nel sistema SI, è il joule (J), tuttavia si

Dettagli

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE Classificazione delle pompe Pompe rotative volumetriche POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... POMPE ROTATIVE VOLUMETRICHE Pompe rotative volumetriche Principio di funzionamento Le pompe rotative sono caratterizzate

Dettagli

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Prima di organizzare un programma di allenamento al fine di elevare il livello di prestazione, è necessario valutare le capacità

Dettagli

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI CAPITOLO NONO COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI Esempi applicativi Vengono di seguito esaminati alcuni componenti di macchine termiche che possono essere considerati come sistemi aperti A) Macchina termica

Dettagli

Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS.

Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS. Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS. Pavia, 18 dicembre 2014 Tavola rotonda su Efficienza Energetica e certificati bianchi per interventi nell ambito del

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE

REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE 30.11.2011 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 317/17 REGOLAMENTO (UE) N. 1235/2011 DELLA COMMISSIONE del 29 novembre 2011 recante modifica del regolamento (CE) n. 1222/2009 del Parlamento europeo

Dettagli

Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi

Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi Versione 2.0 Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi Corso anno 2011 E. MANUALE UTILIZZO HAZARD MAPPER Il programma Hazard Mapper è stato realizzato per redarre,

Dettagli