Piano annuale 2014 degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Piano annuale 2014 degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale"

Transcript

1 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 1/46 Piano annuale 2014 degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale L.R. 16 dicembre 1999, n. 55, Capo III. L.R. 16 febbraio 2010, n. 11, articolo 53. L.R. 22 gennaio 2010, n. 6. GIUNTA REGIONALE DEL VENETO DIPARTIMENTO POLITICHE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALI SEZIONE RELAZIONI INTERNAZIONALI

2 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 2/46 SOMMARIO: PREMESSA... 3 A. INTERVENTI DI COOPERAZIONE DECENTRATA ALLO SVILUPPO ) Obiettivi ) Soggetti promotori ) Strategie e modalità di intervento ) Priorità geografiche e settori di intervento ) Finanziamento delle iniziative di cooperazione allo sviluppo ) Iniziative regionali dirette a) Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo ) Iniziative regionali partecipate a) Iniziative con il Ministero degli Affari Esteri (MAE) b) Iniziative con l Unione Europea c) Iniziative con Agenzie internazionali d) Iniziative con altri soggetti ) Iniziative a contributo a) Requisiti dell ente capofila b) Requisiti del progetto c) Partecipazione finanziaria della Regione del Veneto d) Valutazione dei progetti e) Durata dei progetti e documentazione f) Verifiche e controlli g) Liquidazione dei contributi e rendicontazione h) Rinuncia, decadenza e revoca dei contributi ) Materiale e apparecchiature mediche dismesse da destinare alla solidarietà internazionale ) Interventi per il sostegno alle organizzazioni del commercio equo e solidale a) Requisiti dell ente capofila b) Requisiti del progetto c) Partecipazione finanziaria della Regione del Veneto d) Valutazione dei progetti e) Durata dei progetti e documentazione f) Liquidazione dei contributi e rendicontazione g) Rinuncia, decadenza e revoca dei contributi...34 B. INTERVENTI DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE Finanziamento delle iniziative TABELLE DI SVILUPPO INDICE DI SVILUPPO UMANO HUMAN DEVELOPMENT INDEX (HDI)

3 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 3/46 PREMESSA Il presente Piano si inserisce quale seconda annualità nel Programma triennale degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e di solidarietà internazionale, approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 63 dell 11 luglio Il Programma triennale ha stabilito gli obiettivi e le priorità dell azione regionale in materia di cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale e commercio equo e solidale, uniformandosi agli indirizzi tracciati dalla normativa statale (legge n. 49/1987) e alle Linee Guida e indirizzi di programmazione sulla cooperazione italiana allo sviluppo per il triennio del Ministero degli Affari Esteri, ma ispirandosi anche a principi generali di fonte comunitaria o sanciti nelle convenzioni, dichiarazioni e risoluzioni adottate dall Organizzazione delle Nazioni Unite. Sicuramente lo scenario internazionale di questi ultimi anni è stato segnato da una situazione di perdurante crisi economica, peraltro controbilanciata da una significativa trasformazione di numerosi Paesi in via di sviluppo in termini di crescita economica e, conseguentemente, anche di influenza politica sulla scena internazionale (Human Development Report 2013). Certamente, evidenzia il rapporto UNDP, la crescita economica non comporta l'automatico miglioramento dei fattori di sviluppo umano e sostenibile e quindi della difesa di valori quali la salute, l'ambiente, i diritti inalienabili del cittadino che rende necessari interventi sui quattro fronti dell'equità, della maggiore partecipazione dei cittadini, della tutela dell'ambiente e della gestione del cambiamento demografico. Ma non può essere sottaciuto che il dinamismo di questi Paesi, oltre che modello alternativo alle economie occidentali, possa costituire fonte di ispirazione e stimolo per altri Paesi che vogliano intraprendere la via dello sviluppo economico. Le difficoltà di ordine economico-finanziario hanno investito anche il nostro Paese, colpito da una pesante fase recessiva che, ovviamente, ha avuto ripercussioni anche sul livello locale dell'offerta dei servizi al territorio. La programmazione regionale degli ultimi anni è infatti segnata da una progressiva e costante diminuzione delle dotazioni concesse ai singoli capitoli di bilancio di competenza regionale, e quindi anche a quelli destinati agli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo che con il Bilancio 2014 si attestano su uno stanziamento di ,00. Il confronto con le disponibilità riferite alla cooperazione decentrata degli anni 2011 ( ,00, - 50%), 2012 ( ,00, -17%) e 2013 ( ,00-9%), fa sì che le scelte strategiche da adottare per la presente annualità, muovano dal dato di riduzione costante delle risorse finanziarie disponibili. Ne consegue, ancora una volta, la necessità di fare una riflessione e un adeguamento di tali scelte, in modo da tenere conto di questo orientamento incontrovertibile cercando, nel contempo, di mantenere una efficacia di azione e di rispondere alle aspettative riposte nella programmazione regionale in materia. Andrà pertanto ulteriormente rafforzato lo sforzo nella individuazione di obiettivi concreti e perseguibili e di interventi coordinati in settori di intervento e in aree territoriali che possano dare garanzia di efficacia alla azione regionale. Il percorso di crescita - in ormai quindici anni di vigenza della L.R. n. 55/ condiviso con il territorio regionale sui temi della cooperazione e della solidarietà internazionali, ma anche il parallelo impegno sui temi della promozione dei diritti umani e della cultura della pace, costituisce un patrimonio di idee, di relazioni e di esperienze da conservare e valorizzare, particolarmente nei momenti di difficoltà nei quali il perseguimento di obiettivi alti si scontra con risorse limitate.

4 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 4/46 Ciò candida la Regione ad un ruolo e ad una responsabilità nuovi in termini di coordinamento dei soggetti e delle risorse del territorio, anche nella direzione di una pragmatica ricerca di fonti alternative alle dotazioni di bilancio regionale. A. INTERVENTI DI COOPERAZIONE DECENTRATA ALLO SVILUPPO 1) Obiettivi Gli obiettivi generali per il 2014 nell azione regionale in materia di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale, sono quelli definiti dal citato Programma triennale , che di seguito si elencano: 1. la promozione di uno sviluppo umano e sostenibile; 2. la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione dei territori, delle loro risorse naturali e del patrimonio ambientale; 3. il rafforzamento del ruolo delle donne; 4. la tutela dell infanzia; 5. il rafforzamento delle istituzioni democratiche e delle amministrazioni locali; 6. il sostegno al ruolo attivo dei migranti nelle iniziative di co-sviluppo. Alla luce degli obiettivi generali e coerentemente con il contesto internazionale, nazionale ed europeo definito dal citato Programma triennale sono definite le seguenti priorità tematiche: 1.a) sviluppo e commercio di risorse o prodotti locali; 1.b) microcredito e promozione di piccole e medie attività imprenditoriali; 1.c) sostegno a gruppi cooperativi; 1.d) programmi di formazione professionale; 2.a) tutela dell ambiente, delle risorse idriche e attività volte alla prevenzione dei disastri naturali; 2.b) sviluppo rurale attraverso modelli di agricoltura, allevamento e pesca ecologicamente sostenibili; 2.c) investimento in tecnologie per l energia rinnovabile; 2.d) miglioramento delle condizioni insediative in aree urbane; 2.e) accesso all acqua potabile e educazione igienico-sanitaria; 3.a) interventi in ambito sociale e sanitario, in particolare per ciò che concerne la salute materna; 3.b) attività, anche in collaborazione con diversi attori, per la lotta a ogni tipo di violenza contro le donne e le bambine; 3.c) interventi a favore dell istruzione femminile di ogni grado e della formazione professionale; 3.d) interventi per coinvolgere le donne nei programmi di lotta alla povertà e di tutela dell ambiente; 4.a) miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie ed alimentari, anche attraverso attività educative su questi temi; 4.b) maggiore e paritario accesso all istruzione primaria per i bambini e le bambine, anche attraverso attività di sensibilizzazione comunitaria; 4.c) misure di inclusione sociale e di assistenza di bambini e adolescenti vittime di violenza; 5.a) attività di rafforzamento istituzionale a favore delle amministrazioni locali dei PVS e supporto alle riforme economiche ed istituzionali; 5.b) coinvolgimento della società civile nei paesi beneficiari degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo; 5.c) sensibilizzazione ai temi dello sviluppo, attraverso scambi culturali e attività di formazione; 6.a) rafforzamento dei rapporti con le istituzioni locali nel Paesi interessati dalle attività di cooperazione decentrata; 6.b) creazione di partnership con le realtà associative dei migranti nella regione Veneto, nel corso della progettazione di iniziative di cooperazione allo sviluppo.

5 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 5/46 Il presente Piano nella definizione delle sue linee strategiche focalizza l attenzione anche sulle tematiche in corso di dibattito nel contesto nazionale, internazionale ed europeo, che preannunciano per il 2015 la nuova Agenda per lo Sviluppo in sede Nazioni Unite e la realizzazione di Expo a Milano (basato sul tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita ) 1. L Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in linea con le precedenti risoluzioni e dichiarazioni sull acqua, porta ancora avanti nel 2014 l impegno nel contesto del Decennio internazionale dell Acqua ( ) 2 : tale risoluzione rileva l importanza dell acqua nei processi di sviluppo sostenibile, inclusa l integrità dell ambiente e l eliminazione della povertà e della fame. L acqua è indispensabile per la salute e il benessere delle persone ed è elemento essenziale per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. In particolare, va segnalato che l anno 2012, con riferimento al tema dell acqua, ha riportato la notizia positiva del raggiungimento del target 3. L obiettivo, invece, di assicurare i servizi igienico-sanitari di base risulta ancora lontano. L ONU proclama inoltre il 2014 International Year of Family Farming 4, riconoscendo il ruolo fondamentale delle imprese agricole familiari e piccoli agricoltori - soprattutto nei Paesi in via di sviluppo - per il loro indispensabile contributo nella lotta alla fame ed alla malnutrizione, garantendo la sicurezza alimentare e favorendo uno sviluppo sostenibile e durevole, con una gestione delle risorse naturali rispettosa dell ambiente e che preserva il patrimonio dei prodotti locali tradizionali e la biodiversità. I temi dell accesso all acqua, dell agricoltura e sicurezza alimentare sono prioritari anche nelle linee guida ed indirizzi di programmazione per la Cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo) del Ministero affari Esteri e centrali come già evidenziato - per il prossimo evento Expo Il 2014 è, infine, dichiarato dall ONU International Year of Solidarity with the Palestinian People 5. 2) Soggetti promotori A norma dell articolo 6 della L.R. n. 55/1999, integrata dalla successiva L.R. n. 25/2002 art. 5 comma 1, la Regione riconosce e sostiene quali soggetti promotori di iniziative di cooperazione decentrata allo sviluppo: enti locali; istituzioni pubbliche e private; università; organizzazioni non governative ed associazioni di volontariato; Onlus; organizzazioni sindacali ed imprenditoriali; associazioni di immigrati del Veneto. Riguardo ai soggetti privati, promotori di iniziative, sono di seguito indicati i criteri di individuazione, in linea con le precedenti annualità di programmazione: le organizzazioni non governative, le associazioni di volontariato e di immigrati del Veneto, le Onlus e gli organismi privati dovranno avere comprovata esperienza, almeno triennale, nel campo della cooperazione allo sviluppo; Rapporto Unicef e World Health Organization: Progress on Drinking Water and Sanitation

6 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 6/46 le organizzazioni non governative, le associazioni di volontariato e di immigrati, le Onlus e gli organismi privati dovranno avere sede legale in Italia ed almeno una sede operativa in Veneto. In ogni caso, per i soggetti precedentemente individuati, l assenza della finalità di lucro è considerato requisito imprescindibile per l accesso ai finanziamenti regionali. 3) Strategie e modalità di intervento Il Programma triennale indica un modello strategico orientato a soddisfare una duplice esigenza: l avvio di rapporti diretti ed operativi con le realtà locali dei territori oggetto degli interventi; il coinvolgimento dei soggetti presenti sul territorio regionale ed interessati a sviluppare attività di cooperazione. Le differenti tematiche e la varietà dei settori oggetto delle attività di cooperazione allo sviluppo richiedono molteplici competenze e un ampio spettro di attori. Si pone, pertanto, un problema di coordinamento dei soggetti al fine di convogliare le esperienze e le risorse verso obiettivi unitari. Tale coordinamento si sviluppa a due livelli: cognitivo e propositivo, basati entrambi sul pieno rispetto dell autonomia dei soggetti compartecipanti. Il livello cognitivo Tale livello, relativamente alle esperienze regionali nel settore della cooperazione decentrata allo sviluppo e della solidarietà internazionale, è garantito da quattro azioni: A. il costante aggiornamento di una banca dati che consente di raccogliere e sistematizzare le informazioni relative ai progetti realizzati; B. la pubblicazione della collana I Percorsi dello sviluppo, strutturata per aree tematiche e per aree geografiche, con l obiettivo sia di divulgare le iniziative realizzate in materia di cooperazione sia di offrire spunti e riflessioni per il dibattito, confronto e analisi sui temi della cooperazione e della solidarietà. A titolo esemplificativo, i titoli delle pubblicazioni degli ultimi tre anni, sono: Volume La cooperazione decentrata ed i Paesi dell Asia e dell Estremo Oriente. Volume Cooperazione decentrata, diritti umani, processi di democratizzazione. Volume Le nuove frontiere della cooperazione. Volume Il Veneto di oggi per il mondo di domani. Report dei progetti regionali di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale - 4ª edizione. Volume Dal monitoraggio dei progetti a quello delle politiche. Volume Nuove prospettive di cooperazione allo sviluppo: il caso africano ; C. la pubblicazione sul sito regionale di una scheda di sintesi delle iniziative realizzate con finanziamento regionale e le relative foto e/o video tramite un collegamento su un social network (flickr). Al termine dell anno 2013 risultavano pubblicate 53 iniziative. I progetti pubblicati sono consultabili al seguente link: La conoscenza e la diffusione del progetto di comunicazione all esterno viene garantita grazie all utilizzo della newsletter cooperazione che ha segnalato agli iscritti (687) la pubblicazione dei progetti conclusi; D. il monitoraggio dei progetti di cooperazione realizzati con il contributo regionale, sia direttamente dalla Regione sia dal mondo dell associazionismo. A tal fine è stato elaborato sulla base di uno specifico studio realizzato dall Università degli Studi di Padova un modello per il monitoraggio e la valutazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo finalizzato alla verifica, in itinere ed ex post, degli interventi attivati e/o sostenuti dalla Regione del Veneto. A partire dal 2006 l attività di verifica in loco con missioni di funzionari regionali è divenuta un attività consolidata della Sezione Relazioni Internazionali. Sono stati monitorati 2 progetti nel

7 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 7/ (per il test del modello di valutazione da applicare), 5 progetti nel 2007, 6 progetti nel 2008, 4 progetti nel 2009, 6 progetti nel 2010, 12 progetti nel 2011 (di cui 11 a finanziamento regionale e uno a finanziamento europeo), 15 progetti nel 2012 (13 a finanziamento regionale e 2 a finanziamento europeo) e 9 progetti nel L obiettivo per questa attività di giungere a monitorare annualmente il 10% dei progetti approvati e finanziati dalla Regione, è stato raggiunto a partire dal Va rilevato a tale proposito che l attività di monitoraggio non è solo uno strumento tecnicometodologico di analisi del perseguimento o meno di obiettivi progettuali, ma diviene anche fattore di rilevanza strategica, proprio in quanto, com è il caso della cooperazione internazionale, si opera per il perseguimento di molteplici obiettivi a fronte di una accentuata scarsità di risorse disponibili, dato questo ancor più rilevante in un contesto di crisi economica. Il livello propositivo Al fine di rendere efficace il coordinamento ad opera della Regione, per questo ambito risulta di rilevante interesse il sistema di relazioni con le realtà locali. L Italia, in linea con gli orientamenti internazionali in materia, adotta da tempo strategie di sviluppo sostenibile basate sul coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e della società civile dei Paesi beneficiari che consentono una più precisa individuazione dei bisogni ed una più incisiva progettazione delle politiche di sviluppo. Tale orientamento è stato confermato dalle Linee Guida e indirizzi di programmazione sulla cooperazione italiana allo sviluppo per il triennio del Ministero degli Affari Esteri e dalle Linee Guida sulle specifiche tematiche interessanti la cooperazione, tra le quali vanno citate le Linee Guida Ambiente, le Linee Guida contro la Povertà, e le Linee Guida sulla Cooperazione Decentrata. In tutti questi documenti viene sottolineata, in particolare, la necessità di sostenere gli sforzi dei Paesi partner nella elaborazione e attuazione di proprie strategie nazionali di lotta alla povertà riconoscendo, quindi, la loro piena responsabilità e favorendone in particolare gli approcci territoriali di sviluppo locale, sulla base di principi e di responsabilità condivise e di una trasparente collaborazione tra più soggetti, donatori e beneficiari, enti pubblici e enti privati, società civile. Anche l Unione Europea è fortemente impegnata nella realizzazione entro il 2015 degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG), finanziando a livello mondiale una quota molto rilevante di aiuti allo sviluppo. L adozione di specifiche norme comunitarie e la creazione di canali di finanziamento dedicati offrono strumenti giuridici e finanziari agli enti territoriali e privati dei Paesi membri (Regioni, Province, Comuni, organizzazioni non governative e associazioni di volontariato) quali opportunità di azione e soprattutto di reciproca collaborazione nelle politiche di aiuto allo sviluppo. Il presente Piano, pertanto, prosegue nella direzione - già intrapresa da qualche anno - di tenere in particolare considerazione le opportunità offerte a livello europeo, individuando una sezione dedicata alle collaborazioni e partecipazioni nazionali e sovranazionali, soprattutto in vista della nuova programmazione settennale dell'unione Europea che investirà anche la cooperazione internazionale. A questo aspetto va aggiunta una costante attenzione riservata dalla Regione al ruolo di sostegno finanziario offerto da nuovi attori (Fondazioni, Associazioni di categoria ecc.) che si impegnino nel supportare interventi di cooperazione considerati di particolare rilevanza strategica. Nello scenario delineato la Regione può e intende - svolgere un importante funzione di tipo propositivo, grazie alle informazioni che raccoglie su domande/bisogni provenienti da specifici Paesi o aree degli stessi e sulle opportunità, in primis finanziarie provenienti dagli ordinamenti e dagli attori nazionali e sovranazionali con i quali interagisce. L azione regionale in tema di cooperazione decentrata allo sviluppo prevede inoltre che, come nel caso di esperienze di collaborazione attivate con Agenzie delle Nazioni Unite, i progetti adottino strategie

8 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 8/46 innovative volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi del Millennio attraverso forme nuove di multilateralismo, multilivello, basato sulla collaborazione tra Nazioni Unite, Governi nazionali, Governi locali e attori sociali del nord e del sud del mondo. La letteratura in materia è, d altronde, sempre più orientata verso un concetto di sviluppo onnicomprensivo, basato sulla piena condivisione delle responsabilità, il corretto utilizzo delle risorse impiegate, la trasparente collaborazione tra donatori e beneficiari, la partecipazione estesa dei soggetti pubblici e privati e della società civile nell intero percorso: dalla programmazione alla realizzazione delle azioni di cooperazione. Sono così venuti a delinearsi percorsi di crescita socio-economica caratterizzati da una visione sempre più complessa ed integrata degli interventi, finalizzati alla definizione e attivazione di processi di cosviluppo, anche in prospettiva di una progressiva riduzione della subordinazione dei Paesi beneficiari dalla dipendenza dagli aiuti internazionali. Nell aiuto pubblico allo sviluppo la cooperazione decentrata, attraverso le Autorità regionali e locali, gioca un ruolo pienamente attivo, grazie alla capacità, oramai ampiamente riconosciuta, di stabilire accordi di reciproco vantaggio con partner istituzionali di Paesi terzi. Il decentramento delle iniziative si manifesta come importante strumento di rafforzamento della società civile locale e, quindi, di democratizzazione, soprattutto in quelle realtà caratterizzate da privazioni di libertà e mancato riconoscimento dei diritti umani. L aiuto pubblico allo sviluppo gioca in tal caso un ruolo importante - e la cooperazione decentrata con esso - nella creazione di situazioni politico sociali stabili, capaci anche di attrarre possibili investimenti esteri che tendono a muoversi in contesti sociali privi di tensioni che possano generare incertezze sul buon esito degli stessi. Va ricordato, in proposito, che i temi della cooperazione e della solidarietà sempre più si intrecciano e connettono anche a temi quale quello dei flussi migratori, che hanno immediata influenza sul territorio regionale e sulle competenze degli Enti locali e delle Regioni, investendo questioni quali l integrazione sociale e il dialogo interculturale. Finalità essenziale dell azione regionale in tema di cooperazione decentrata allo sviluppo sarà, pertanto, quella di attivare iniziative e progetti che tendano a rafforzare e sostenere un processo di sviluppo in atto in un determinato territorio. In questo quadro il dialogo tra istituzioni locali omologhe e la costruzione di reti fra soggetti locali intorno a specifiche iniziative progettuali trova efficace espressione anche attraverso la creazione di accordi di partenariato, previsti anche dalla normativa nazionale. L adozione di strategie di sviluppo sostenibile, fondate sul coinvolgimento delle istituzioni locali e della società civile, comporta necessarie riflessioni sulla: durata delle collaborazioni avviate; qualità e solidità dei partenariati; efficacia delle azioni intraprese, soprattutto nel medio lungo periodo, in funzione dell accompagnamento dei beneficiari verso la piena autonomia gestionale degli interventi. Sicuramente è doveroso rammentare che ogni riflessione su questi tre importanti fattori delle attività di cooperazione va oggi rapportata alla particolare situazione di precarietà e instabilità economico finanziaria che investe anche le economie occidentali e che tale situazione non può non avere incidenza sulla piena efficacia degli interventi di cooperazione. Riguardo al primo punto si precisa, come indicazione generale, che l attivazione di iniziative regionali orientate anche a progetti pluriennali verrà assicurata per la durata massima di un biennio, anche al fine di evitare che le iniziative intraprese evolvano in direzione di una mera assistenza o dipendenza economica e tecnica piuttosto che in direzione di una partecipazione attiva dei diversi attori locali e dello sviluppo della capacità autonoma di sostenere il progetto.

9 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 9/46 Strettamente legato a questo tema è quello della qualità e solidità dei partenariati che si possono costituire, indipendentemente dalla dimensione meramente progettuale, trovando forma anche attraverso la sottoscrizione di Protocolli d Intesa che impegnano i soggetti partner a sostenere e promuovere azioni in settori di comune interesse. In tale senso il Protocollo diventa premessa importante per la definizione di futuri interventi di cooperazione. Negli ultimi anni la Regione del Veneto ha sottoscritto un numero sempre crescente di Protocolli di Intesa molti dei quali in Paesi in via di Sviluppo sia con Autorità regionali di altri Stati, sia con Organismi sovranazionali quali le Agenzie delle Nazioni Unite, sia con altri attori della cooperazione internazionale quale ad esempio la Fondazione Slow Food per la biodiversità Onlus alla quale la Regione del Veneto aderisce a titolo di socio d onore. A proposito, infine, dell efficacia e sostenibilità dell azione progettuale, vale a dire la capacità di un progetto di incidere positivamente e stabilmente nei processi di sviluppo locale, va ricordato quanto precedentemente detto che la valutazione e il monitoraggio dei progetti assumono un importanza strategica, in quanto si configurano come strumento necessario di conoscenza dei contesti, di corretta individuazione dei bisogni, di verifica del percorso di sviluppo avviato. 4) Priorità geografiche e settori di intervento Gli interventi di cooperazione decentrata dovranno essere indirizzati nelle aree geografiche individuate come prioritarie dal citato Programma triennale: Africa Sub Sahariana; Mediterraneo e Medio Oriente; Asia, limitatamente al Subcontinente indiano ed al Sud Est Asiatico; America Latina; Europa Sud Orientale e Repubbliche ex Sovietiche. E opportuno precisare che ai fini dell applicazione del presente Piano non saranno comunque considerati come Paesi prioritari quelli appartenenti all Unione Europea e in fase di preadesione all Unione Europea come Paesi candidati (Turchia, Serbia, Montenegro, Islanda ed ex Repubblica Jugoslava di Macedonia). Tuttavia, l individuazione di aree prioritarie non esclude l ipotesi di individuazione di Paesi all interno di aree diverse, laddove l interesse strategico e la validità degli obiettivi perseguiti giustifichino l opportunità dell intervento. Gli interventi dovranno altresì richiamare gli obiettivi generali definiti dal Programma triennale e tenere conto delle indicazioni fornite dalle Linee Guida e indirizzi di programmazione sulla cooperazione italiana allo sviluppo per il triennio del Ministero degli Affari Esteri, nonché dalle Linee Guida su specifiche tematiche e rispettare i settori di intervento elencati dalla L.R. n. 55/1999, anche alla luce delle modifiche introdotte dalla L.R. n. 6/2010, di seguito sinteticamente elencati: a) progettazione, fornitura, costruzione di impianti, attrezzature e infrastrutture; b) fornitura di servizi; c) assistenza tecnica, amministrativa e gestionale alle attività di cooperazione; d) programmi di formazione; e) interventi in ambito sanitario o comunque volti al miglioramento delle condizioni di salute; f) interventi per il miglioramento della condizione femminile e dell infanzia; g) educazione ai temi dello sviluppo e scambi culturali; h) sostegno ad iniziative di consulenza e predisposizione di progetti di fattibilità (anche con la partecipazione di immigrati extra-comunitari); i) promozione del commercio equo e solidale; j) sostegno al microcredito. Oltre i settori di intervento sopra elencati, ne sono stati individuati degli altri alla luce di quanto è definito dal contesto internazionale ed europeo: k) tutela dell ambiente e delle risorse idriche;

10 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 10/46 l) iniziative volte a favorire la sicurezza alimentare; m) iniziative volte a favorire lo sviluppo rurale dei piccoli coltivatori-produttori; n) accesso all istruzione primaria; o) progetti di sviluppo integrato; p) sostegno all imprenditoria locale. Il presente Piano ripropone per il 2014 il criterio adottato nel 2013 per la valutazione degli interventi che è stato predisposto sulla base degli indici di sviluppo pubblicati nell Human Development Report 2013 (graduatoria dei Paesi in base al livello di sviluppo raggiunto: molto alto, alto, medio e basso) correlati alle specifiche aree tematiche interessate dalla proposta di progetto. Nell applicazione di questo criterio si procede prima a valutare la coerenza tra obiettivi e attività indicate nel progetto con le aree tematiche (indicate nella tabella a seguire) e successivamente viene valutata l incidenza dell intervento proposto rispetto agli indici di sviluppo attribuiti al Paese destinatario (le tabelle di riferimento per le cinque aree tematiche sono consultabili alle pagine sotto indicate). Obiettivi progettuali aree tematiche tabella pag. migliorare le condizioni sanitarie e/o igieniche Sanità 1 36 assicurare l istruzione primaria e/o la formazione professionale migliorare le condizioni economiche delle popolazioni tutelare l ambiente migliorare la condizione femminile nel paese d intervento Educazione 2 38 Sviluppo economico Tutela dell ambiente Politiche di genere Va qui ricordato che nel triennio le iniziative dirette e quelle a contributo finanziate dalla Regione del Veneto si sono concentrate principalmente nei seguenti settori di intervento: interventi in ambito sanitario (36 progetti); tutela dell'ambiente e delle risorse idriche e iniziative volte a favorire la sicurezza alimentare (25 progetti); interventi per migliorare la condizione femminile e dell infanzia e a favore dell istruzione (25 progetti); sostegno all'imprenditoria locale (22 progetti); programmi di formazione (21 progetti); progettazione, fornitura, costruzione di impianti, attrezzature e infrastrutture (9 progetti). 5) Finanziamento delle iniziative di cooperazione allo sviluppo Gli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo in attuazione della L.R. n. 55/1999 dispongono sul Bilancio regionale 2013 di uno stanziamento di complessivi ,00 sui capitoli Trasferimenti per iniziative di cooperazione decentrata allo sviluppo, capitolo Azioni regionali per iniziative di cooperazione decentrata allo sviluppo e Azioni regionali in materia di cooperazione decentrata allo sviluppo. Come già evidenziato in premessa, la disponibilità riferita al 2014 si inserisce in un trend generale di progressiva diminuzione delle dotazioni finanziarie dei singoli capitoli di bilancio di competenza regionale. L orientamento che si intende, comunque, adottare con il presente Piano è quello di conservare la tradizionale ripartizione in tre filoni di intervento, già adottata nel precedenti Piani regionali e che prevede: - iniziative realizzate direttamente dalla Regione, in partenariato con altri enti ed organismi pubblici; - iniziative partecipate in collaborazione con Enti e organismi nazionali e sopranazionali;

11 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 11/46 - iniziative a contributo quando promosse e realizzate da istituzioni private, organizzazioni non governative e associazioni di volontariato, Onlus, organizzazioni sindacali ed imprenditoriali e associazioni di immigrati del Veneto. Conseguentemente lo stanziamento regionale complessivamente previsto per il 2014 viene suddiviso come segue, in coerenza con quanto indicato dal programma triennale citato in precedenza: ,00 per iniziative dirette della Regione in partenariato con Enti Pubblici veneti; ,00 per iniziative partecipate della Regione, in collaborazione con Enti e organismi nazionali e sopranazionali; ,00 per iniziative a contributo, da riservare solamente a progetti promossi da enti ed organismi privati. Eventuali importi non impegnati, o comunque disponibili, in una delle tre ripartizioni di spesa previste (iniziative dirette, iniziative partecipate o iniziative a contributo), potranno essere utilizzati per le altre, in sede di attuazione degli interventi. 6) Iniziative regionali dirette Il territorio regionale veneto si distingue per peculiarità ed elementi distintivi propri, tra i quali si evidenziano: un tessuto produttivo capillare, basato soprattutto sulle piccole e medie imprese, una diffusa rete di Istituti bancari a sostegno del sistema produttivo, un altrettanto capillare tessuto associativo di volontariato, sia cattolico che laico, un elevato numero di Comuni e di altri enti (Aziende partecipate, Camere di Commercio etc.) erogatori di servizi sul territorio. Tali peculiarità sono state fortemente messe in discussione da eventi esterni, non ultima la crisi economica internazionale, che hanno mutato il tessuto sociale ed economico regionale, portando a una forte riduzione del numero delle imprese e a un progressivo accentramento degli istituti bancari, indirizzando nel contempo lo sviluppo economico verso un maggiore interscambio e coordinamento delle competenze e delle risorse del territorio verso obiettivi comuni e condivisi. L esperienza dei distretti industriali, quale forma di organizzazione produttiva estesa a molteplici settori, costituisce forse l esempio più conosciuto di questa prassi. Modelli analoghi hanno trovato applicazione anche nell ambito della cooperazione allo sviluppo attraverso la costituzione di partenariati attivi tra soggetti istituzionali e privati (Università, Camere di Commercio, Aziende Sanitarie, Organizzazioni non governative e Associazioni di volontariato) che riconoscono alla Regione il ruolo di soggetto di raccordo, sia con la cooperazione centrale e le agenzie sovranazionali, sia nei rapporti di cooperazione con soggetti omologhi dei Paesi con i quali collabora. Le esperienze progettuali, in forma di iniziative dirette e, in particolare, in quella delle iniziative partecipate, vanno progressivamente mutando la loro fisionomia, caratterizzandosi sempre più quali esempi di collaborazione complessa, sia dal punto di vista temporale sia dal punto di vista della programmazione e realizzazione che investe i settori più disparati. Incidendo la crisi economica internazionale anche sul bilancio regionale, inclusi i capitoli di spesa destinati alle attività di cooperazione e solidarietà internazionali, l attenzione della Regione del Veneto si è spostata in direzione della ricerca e ottenimento di fonti finanziarie esterne in grado di consentire, accanto al tradizionale approccio per progetti, sostenuti principalmente con i fondi regionali, anche quello per programmi, laddove l iniziativa si configuri quale intervento integrato e coordinato di natura complessa per obiettivi previsti e attività realizzate, di respiro temporale di medio/lungo periodo, con strutture partenariali molto articolate. Questa seconda tipologia di iniziative è finanziata principalmente con fondi comunitari. Ovviamente le tipologie di intervento risentono delle aree geopolitiche nelle quali si opera: interventi di cooperazione sanitaria o di educazione primaria nel continente africano, di sostegno alla piccola impresa particolarmente del settore agricolo in America Latina, o di rafforzamento istituzionale nei Paesi dell Europa dell Est.

12 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 12/46 Si possono altresì verificare ipotesi nelle quali, per bisogni considerati indifferibili o situazioni che richiedano particolari competenze o risorse, la Regione del Veneto individui Paesi che non necessariamente rientrano nelle aree geopolitiche definite prioritarie dal Programma triennale degli interventi approvato dal Consiglio Regionale. La dimensione dinamica della cooperazione decentrata è d altronde prevista dallo stesso Programma triennale che demanda alla pianificazione annuale possibili integrazioni alle priorità tematiche e geografiche individuate. In alcuni casi in particolare (Tanzania, Benin) la duratura presenza della cooperazione veneta attraverso i suoi attori, rinsaldata da partenariati sempre più stretti con gli attori locali, ha avuto il ruolo di volano di articolazioni progettuali via via più complesse. Possono essere individuati - con un operazione di sintesi e in una ideale linea evolutiva - quattro ambiti di intervento progettuali, emblematici di una modalità strategica e operativa consolidata nel corso di questi anni dagli attori della Regione del Veneto: sanitario: si caratterizza per forti investimenti in strutture e attrezzature che comportano una partecipazione di attori diversi per competenze e risorse (Aziende sanitarie, Organizzazioni non governative, Banche, Associazioni di volontariato). Gli interventi in tal caso sono mirati ad un miglioramento del livello di risposta nel settore sanitario dei Paesi in via di sviluppo che ha nel continente africano - ma non solo - il luogo di elezione più classico. In questo ambito va ricondotta anche l attività di assegnazione di materiale e attrezzature mediche dismesse, ma ancora funzionanti, per il loro utilizzo nell ambito di iniziative di cooperazione in campo sanitario con Paesi in via di sviluppo (L.R. n. 11/2010, articolo 53, in combinato disposto con l articolo n. 7 della L.R. n. 41/2003); tutela del territorio: può considerarsi il livello successivo degli interventi di cooperazione, investendo tematiche ad alto valore strategico quali la gestione delle risorse naturali, le questioni ambientali e lo sviluppo sostenibile. E quindi un ambito trasversale ad altri, sia per i settori che esso investe (miglioramento dell agricoltura, tutela della biodiversità, approvvigionamento idrico, pianificazione territoriale, sviluppo urbanistico) che per gli attori che coinvolge (Comuni, Province, Università e Camere di Commercio). Le iniziative proposte mirano, soprattutto attraverso attività formative e di sensibilizzazione, alla acquisizione di strumenti e metodologie operative volte ad implementare processi di sviluppo sostenibile; sviluppo economico del territorio: costituisce un ulteriore sviluppo degli interventi di cooperazione che include le attività generatrici di reddito, con particolare attenzione allo sviluppo delle piccole o micro imprese in settori specifici. In quest ambito si evidenzia l impegno dei Comuni, delle Camere di Commercio, ma anche delle Università, particolarmente per attività di ricerca, e delle organizzazioni non governative e associazioni. A questo ambito vanno ricondotti gli interventi per la promozione del commercio equo e solidale (L.R. n. 6/2010), al fine di valorizzare le produzioni, le tradizioni e le culture autoctone nei PVS e per consentire l accesso al mercato a produttori marginali, salvaguardando nel contempo i diritti dei lavoratori che prestano la loro opera in tali attività; sociale/culturale: può considerarsi un altra forma in cui si esprime l evoluzione delle tematiche della cooperazione. Anche in quest ambito si riscontra la forte presenza delle Municipalità e soprattutto delle Università e degli istituti di ricerca quali enti maggiormente titolati ad avviare e realizzare iniziative volte a prevenire forme del disagio sociale, particolarmente giovanile, a valorizzare il patrimonio storico culturale dei territori nei quali si interviene o infine a rafforzare i legami storico-culturali nei paesi nei quali è considerevole la presenza veneta. Le modalità operative degli interventi diretti di cooperazione decentrata e la tipologia degli Enti proponenti inquadrano la forma di collaborazione in accordi organizzativi (articolo 15 della Legge n. 241/1990), stipulati tra la Regione stessa e la Pubblica amministrazione o l Ente pubblico promotori di progetti a favore delle comunità dei Paesi in via di sviluppo. L accordo evidenzia il comune interesse

13 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 13/46 delle amministrazioni pubbliche del territorio regionale a realizzare gli obiettivi di cooperazione allo sviluppo definiti e concordati, per ogni singola iniziativa, anche con il partner in loco. In tale contesto, la Regione assume il duplice ruolo di coordinatore istituzionale e di co-finanziatore dell iniziativa. Il soggetto proponente, da parte sua, garantisce l attuazione del progetto attraverso la rete di cooperazioni già sperimentate nel territorio regionale e in quello dei Paesi destinatari, attraverso un sistema consolidato di relazioni e di interventi. Il progetto esecutivo concordato tra le parti, approvato con provvedimento del Direttore della Sezione Relazioni Internazionali e successivamente sottoscritto dai contraenti, definisce i contenuti dell iniziativa e regola altresì i rapporti tra Regione ed ente proponente. Con la sottoscrizione del progetto esecutivo si attivano i presupposti per l avvio delle attività e la erogazione del contributo regionale che avviene, di norma, liquidando come acconto il 60% e il restante 40% come saldo, salvo diverse modalità rispondenti alla tipologia del progetto ed alle esigenze operative ed organizzative del partner capofila e degli altri partner progettuali. La produzione di relazioni finali accompagnate dal rendiconto delle spese sostenute (per un importo almeno pari al budget progettuale approvato con il provvedimento di attivazione del progetto esecutivo) costituisce prassi ormai consolidata a garanzia dell effettivo investimento delle energie e delle risorse umane e materiali impiegate nel progetto. Per le tipologie di spese ammissibili, le modalità di rendicontazione e altre procedure tecnico-amministrative (ivi inclusi i controlli da parte della Regione) si rimanda a quanto stabilito relativamente alle richieste di contributo a Bando, per quanto applicabili. Relativamente alla partecipazione finanziaria per la realizzazione delle iniziative dirette, la Regione del Veneto contribuirà al sostegno delle iniziative approvate per un importo minimo di ,00 fino ad un massimo di ,00. Non si possono sicuramente escludere rischi nella attuazione dei progetti. Rischi connessi, in particolare, alla instabilità politico-economica delle aree destinatarie degli interventi o rischi legati ad eventi esterni ed imprevedibili nella fase di ideazione dei progetti. E quindi plausibile prevedere l eventualità per le iniziative dirette regionali come per quelle a contributo di modifiche ed adattamenti all impianto progettuale originario. Adattamenti che possono incidere sui tempi, sulle attività, sui budget progettuali, ma sempre necessari e funzionali al miglior perseguimento degli obiettivi inizialmente definiti. Proroghe e variazioni alle attività progettuali potranno pertanto essere autorizzate, tenuto conto delle motivazioni espresse dal proponente, dal Direttore della Sezione Relazioni internazionali. Secondo modalità analoghe, la Regione opera in via diretta con interventi di solidarietà internazionale e di aiuto umanitario a favore della popolazione di Paesi europei ed extraeuropei colpite da eventi di particolari gravità conseguenti a conflitti armati o calamità naturali, descritte nel successivo capitolo B. Interventi di solidarietà internazionale. Per la definizione delle iniziative dirette regionali di cooperazione decentrata allo sviluppo da qualche anno viene pubblicato nei primi mesi dell anno un Avviso che invita i potenziali partner pubblici, che intendano assumere il ruolo di proponente/capofila, a presentare una scheda di sintesi sui progetti di iniziative dirette regionali. Per il corrente anno l Avviso è stato pubblicato in data 18 febbraio Alla data di scadenza, fissata al 31 marzo 2014 sono pervenute n. 44 proposte. Ovviamente la più volte ricordata diminuzione del budget regionale sulla linea di finanziamento della cooperazione decentrata ha reso necessaria la selezione delle proposte, alla luce delle priorità peraltro già enunciate in sede di Avviso. L individuazione delle proposte quali iniziative dirette regionali ha quindi tenuto conto dei seguenti criteri:

14 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 14/46 a) progetti di durata biennale già finanziati nelle precedenti annualità e in previsione di scadenza per l anno 2014; b) nuovi progetti aventi durata massima biennale; c) indici di sviluppo pubblicati nell Human Development Report 2013 (graduatoria dei Paesi in base al livello di sviluppo raggiunto: molto alto, alto, medio e basso) correlati alle specifiche aree tematiche interessate dalla proposta di progetto presentata; d) cofinanziamento da parte dei partner progettuali superiore al minimo obbligatorio del 10% ; e) partenariato progettuale in Italia e/o nel Paese di destinazione dell intervento, che migliori la natura consortile minima obbligatoria; f) data di trasmissione tramite posta elettronica certificata della proposta di progetto (data e ora di invio). Alla luce dei criteri sopra enunciati sono state selezionate n. 15 proposte, che sono descritte in sintesi in allegato, articolate sulla base delle aree geografiche di intervento e tenendo conto dei quattro ambiti di intervento precedentemente descritti (Allegato B). 6.a) Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo L articolo 20 della L.R. n. 55/1999 prevede l organizzazione con cadenza biennale della Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo, quale occasione di incontro e confronto, analisi e riflessione tra soggetti del territorio impegnati sui temi della cooperazione e della solidarietà, con ovvi riflessi anche su quelli di promozione dei diritti umani e della cultura di pace. In esito alla già citata riduzione del budget, anche in questa annualità il Piano prevede di non destinare fondi per la organizzazione della Conferenza ma, nell intento di utilizzare al meglio il ruolo della Regione quale mediatore di conoscenze e di relazioni tra gli attori - enti locali, istituzioni pubbliche e società civile prevede di potenziare gli incontri indirizzati a tutti gli operatori veneti della cooperazione. Questa metodologia, già efficacemente sperimentata negli anni passati, ha previsto l organizzazione di incontri periodici con i soggetti del territorio impegnati in attività di cooperazione allo sviluppo dedicati alla illustrazione della programmazione regionale e alla condivisione delle esperienze, al fine di instaurare un confronto costruttivo con il territorio sui possibili sviluppi della cooperazione decentrata veneta. Inoltre, in considerazione dell avanzato iter parlamentare di approvazione della nuova legge nazionale sulla cooperazione allo sviluppo destinata ad innovare profondamente la precedente legge del 1987, anche in direzione del riconoscimento del ruolo delle Regioni e degli Enti locali, il Piano prevede di rinviare l organizzazione della Conferenza regionale successivamente alla sua approvazione, proseguendo pertanto nella esperienza della organizzazione di tavoli di confronto periodici con i soggetti del territorio regionale. 7) Iniziative regionali partecipate Con riferimento alle iniziative dirette, il Piano annuale per gli interventi di cooperazione decentrata della Regione del Veneto ha destinato a partire dal 2008 fondi specifici per le iniziative denominate partecipate, vale a dire interventi di cooperazione decentrata realizzati in collaborazione con il Governo italiano, l Unione Europea, le Agenzie delle Nazioni Unite e altre istituzioni e organismi operanti in ambito nazionale ed internazionale. 7.a) Iniziative con il Ministero degli Affari Esteri (MAE) Con l anno 2012 si sono concluse le collaborazioni avviate con il Ministero degli Affari Esteri negli anni precedenti per la realizzazione di specifici programmi di cooperazione quali l Accordo di Programma Quadro (APQ) Paesi del Mediterraneo, il Programma SEENET Una rete trans locale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa ed il Progetto PLENI PLASEPRI en Italie, a favore della comunità senegalese in Italia.

15 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 15/46 Al di là delle collaborazioni in specifici progetti, il Ministero si è reso recentemente promotore di un nuovo approccio operativo che intende mettere organicamente insieme più attori di sviluppo, pubblici (Ministero degli Esteri/Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo, altri Ministeri, Università, Regioni ed Enti locali) e privati (imprese, associazioni di categoria, ONG), per azioni di maggiore impatto che riducano la frammentazione e i costi dell aiuto al Sud del mondo. Sul piano della informazione e comunicazione, la realizzazione di una banca dati condivisa sulla cooperazione allo sviluppo, gestita dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero e con il contributo attivo delle Regioni, costituisce garanzia di una costante e trasparente azione informativa tra gli attori della cooperazione. 7.b) Iniziative con l Unione Europea Sin dal 2008 la Regione del Veneto partecipa a programmi comunitari in tema di cooperazione, sia come partner che come ente capofila. Nel corso del 2014 si conclude il progetto Equal opportunities for health: action for development, finanziato attraverso l Ufficio di Cooperazione EuropeAid nell ambito del Programma «Non-State Actors and Local Authorities in Development - Raising public awareness of development issues and promoting development education in the European Union». Capofila progettuale è il CUAMM di Padova e sono partner, oltre alla Regione del Veneto, l O.I.S.G Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, il S.I.M.S. Segretariato Italiano Studenti di Medicina, l Università Transilvana di Brasov (Romania), l Associazione Scientifica Studenti di Medicina di Brasov (Romania), la Fondazione di Aiuto Umanitario Redemptoris Missio Medicus Mundi Poland (Polonia), il Dipartimento di Medicina Preventiva della Facoltà di Scienze della Salute dell Università di Poznan (Polonia), la Federazione Internazionale delle Associazioni di Studenti di Medicina (Polonia), l Associazione lettone per la pianificazione familiare e la salute sessuale Papardes zieds (Lettonia) e l Università di Medicina di Pleven (Bulgaria). Il progetto, iniziato a marzo 2011 e con durata triennale, si propone di contribuire a promuovere l educazione allo sviluppo sanitario sostenibile nell Unione Europea ed in particolare nei nuovi Stati Membri, attraverso il coinvolgimento ed il supporto di ampi gruppi sociali. L obiettivo specifico è quello di migliorare le competenze degli operatori sanitari (medici, tecnici ed infermieri, studenti di medicina, ecc.) formandoli affinché siano in grado di affrontare le sfide correnti dettate dalla globalizzazione, accrescendo la consapevolezza pubblica e cercando di realizzare l agenda degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, coinvolgendo i media degli Stati che partecipano al progetto. Il budget complessivo del progetto è di ,00. Il contributo richiesto alla Commissione Europea è di ,00. La Regione del Veneto contribuisce attraverso la valorizzazione delle risorse umane interne coinvolte nel progetto (contribuzione in kind extra-budget), senza che sia richiesta alcuna altra forma di cofinanziamento. Nell ambito della II call per progetti ordinari del Programma IPA Adriatico CBC sono stati finanziati due progetti presentati dalla Regione del Veneto: AdriGov e Adrifort. Il progetto AdriGov persegue l obiettivo di costruire un modello di governance condiviso allo scopo di valorizzare la cooperazione transfrontaliera nell area adriatico ionica. La Regione del Veneto partecipa con il ruolo di partner e il compito di promuovere ricerche e conoscenze in materia di diritti umani e di capacity building, attraverso l organizzazione di seminari formativi. Con il progetto AdriGov, strettamente inserito nel contesto istituzionale Adriatico-ionico, la Regione del Veneto può contribuire direttamente alla costruzione di una governance comune per i Paesi dell area adriatica e ionica in modo sinergico con altre importanti iniziative istituzionali cui già attivamente partecipa come l Euroregione Adriatica - Ionica, l Iniziativa Adriatico - Ionica e la Strategia per la Macroregione Adriatico - Ionica. Il progetto è stato avviato il con durata di 30 mesi e un budget complessivo di ,00. La Regione del Veneto contribuisce attraverso la valorizzazione delle risorse umane interne coinvolte nel progetto. Con il progetto Adrifort il partenariato adriatico persegue l obiettivo di capitalizzare studi e progetti già realizzati al fine di sostenere le Istituzioni impegnate nella definizione di modelli di gestione congiunta

16 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 16/46 e transnazionale del patrimonio rappresentato dai forti e dalle aree militari dell Adriatico. La Regione del Veneto è capofila del progetto e responsabile diretto di tre dei sette Working Package in cui è suddivisa l iniziativa. Adrifort è un progetto di capacity building che concepisce le aree costiere fortificate dell Adriatico come risorse atte ad apportare nei territori coinvolti benefici in campo sociale ed economico attraverso il rafforzamento di un nuovo modello di governance del patrimonio culturale che coinvolga anche l iniziativa privata. Il progetto è stato avviato il con durata 30 mesi e un budget complessivo di ,00. La Regione del Veneto contribuisce attraverso la valorizzazione delle risorse umane interne coinvolte nel progetto. Il 24 dicembre 2013 è stato sottoscritto il contratto per la concessione da parte della Commissione Europea di un finanziamento pari ad ,25 per la realizzazione del progetto G.Lo.B. Governance Local para a Biodiversidade, a valere sui fondi Europaid Lotto 1 Sostegno a progetti delle Autorità Locali da realizzare in due o più Paesi partner. Il progetto, dell importo complessivo di ,00 ha per obiettivo il miglioramento delle capacità delle Autorità locali della Provincia di Namibe (Angola), della Provincia di Maputo (Mozambico) e dello Stato di Bahia (Brasile), nella formulazione e realizzazione di politiche e programmi finalizzati alla salvaguardia della agrobiodiversità. Il progetto è stato avviato il 1 aprile 2014 e avrà durata triennale. La fase attuale vede la sottoscrizione degli accordi di partenariato con i partner progettuali [Fondazione di Venezia, COSPE Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti Onlus, Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, Superintendencia de Agricoltura Familiar (SUAF) Estado da Bahia (Brasile), Provincia de Maputo (Mozambico), Provincia de Namibe (Angola)] e la organizzazione del primo Comitato di pilotaggio. Infine, a gennaio 2014 la Regione ha presentato- in qualità di capofila - la concept note relativa al progetto Y.E.S. Development. Youth Enhancing Sustainable Development EYD2015, all interno della linea di intervento Non-State Actors and Local Authorities in Development. Con nota del 4 aprile 2014 il Comitato di Valutazione della Commissione Europea ha comunicato l esito positivo della selezione, invitando la Regione a trasmettere la full application. Tale proposta definitiva del progetto è stato trasmessa in data 19 Maggio Il progetto, che prevede la collaborazione di istituzioni pubbliche e associazioni giovanili e del Commercio Equo di Italia, Slovenia, Croazia, Grecia, Malta e Austria, ha l obiettivo di informare e accrescere nei cittadini la consapevolezza delle problematiche connesse allo sviluppo sostenibile, considerando il Commercio Equo come strumento per promuovere un cambiamento nei comportamenti dei cittadini europei nei campi dell educazione allo sviluppo e degli stili di vita sostenibili e favorendo un ruolo attivo dei giovani in questa azione informativa. Il budget progettuale è di ,36 ed è stato richiesto un finanziamento di ,60. 7.c) Iniziative con Agenzie internazionali Numerose iniziative progettuali di cooperazione decentrata sono state attivate, nel decennio di applicazione della L.R. n. 55/1999, con Agenzie o Uffici delle Nazioni Unite quali FAO, UNESCO, UNHCR e UNDP. Le collaborazioni avviate hanno investito settori diversificati di intervento, correlati alla natura ed al ruolo che le Agenzie hanno all interno della stessa organizzazione delle Nazioni Unite. La collaborazione con UNHCR in particolare, ha consentito di attivare e realizzare tempestivamente interventi di emergenza umanitaria a favore di rifugiati o di popolazioni colpite da calamità naturali in vari Paesi del mondo. Nell ultimo triennio gli interventi congiunti con UNHCR sono stati realizzati nello Sri Lanka del nord al fine di favorire il rientro di profughi nei villaggi di origine, dopo la fine della guerra civile. 7.d) Iniziative con altri soggetti Anche nel 2014 la Regione del Veneto intende proseguire la collaborazione con altri soggetti attivi nel campo della cooperazione allo sviluppo. L Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio ACRI di Milano ha promosso a partire dal 2013 un intervento progettuale in Burkina Faso, finanziato dalla stessa ACRI, finalizzato allo sviluppo delle

17 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 17/46 produzioni agroalimentari locali, con particolare attenzione alle realtà imprenditoriali femminili e alla valorizzazione del risparmio della diaspora burkinabé in Italia, utilizzando soprattutto i prodotti/servizi di microfinanza. Per la realizzazione dell iniziativa è stata chiesta la collaborazione di alcune regioni italiane, tra le quali la Regione del Veneto, che è presente da numerosi anni in alcune aree del Burkina Faso attraverso importanti organizzazioni non governative e associazioni di volontariato venete. L individuazione delle specifiche aree di intervento e delle filiere produttive da sostenere è stata definita da ACRI nell ambito del progetto complessivo. La Regione del Veneto è capofila del progetto RISORSA TERRA: Sviluppo agricolo ecosostenibile a favore delle comunità rurali in Burkina Faso in un ottica di sicurezza alimentare e lotta alla malnutrizione" in collaborazione con le associazioni venete già attive in Burkina Faso tra le quali Progettomondo M.L.A.L, che ha il compito di coordinare le azioni progettuali in loco. Il progetto ha una durata triennale e prevede un cofinanziamento annuale di ACRI ( ,00 per ciascun anno) ed è stato approvato con Decreto dirigenziale n. 213 del In allegato vengono descritte in sintesi le iniziative regionali partecipate di cooperazione allo sviluppo previste per il 2014 (Allegato C). 8) Iniziative a contributo La selezione dei progetti avverrà tramite partecipazione al Bando annuale che stabilisce i requisiti dei soggetti richiedenti e delle domande di contributo, oltre ai criteri di merito da applicare nella valutazione dei progetti, come dettagliato nei paragrafi che seguono. Il Bando sarà pubblicato a cura della Sezione Relazioni Internazionali secondo le previsioni della L.R. n. 55/1999, del vigente Programma triennale e del presente Piano annuale. Nell elaborazione dei criteri di merito per la valutazione dei progetti si è tenuto conto degli obiettivi e delle priorità tematiche contenute nel presente Piano, nell intento di valorizzare i progetti che rispondano a quanto di seguito precisato. 1. Partenariato in termini di: costruzione di una rete di partenariato nel territorio veneto e nel Paese destinatario dell intervento; mobilitazione di ulteriori risorse finanziarie dal territorio; collaborazione con altro ente italiano già operante nella medesima località d intervento del progetto; coinvolgimento attivo di immigrati del Paese di realizzazione del progetto. 2. Strategia d intervento in termini di capacità di investire nella promozione e sviluppo di: donne, quali beneficiarie dirette dell intervento, in quanto spesso principale motore dell economia familiare e locale; personale locale impiegato in misura significativa nelle attività progettuali e attività formative a favore della popolazione locale in un ottica di sostenibilità del progetto. 3. Tipologia d intervento in termini di modalità di attuazione adottata in relazione al settore d intervento prescelto. La domanda per ottenere il contributo regionale dovrà rispettare i vincoli e requisiti di accesso di seguito elencati. 8.a) Requisiti dell ente capofila Il soggetto capofila, ovvero chi richiede il contributo, deve avere i requisiti di seguito indicati. TIPOLOGIA Rientrare tra gli enti privati descritti dalla L.R. n. 55/1999 all articolo 6 e successive integrazioni: istituzioni private; organizzazioni non governative ed associazioni di volontariato;

18 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 18/46 Onlus; organizzazioni sindacali ed imprenditoriali; associazioni di immigrati del Veneto. SEDE STATUTO E/O ATTO COSTITUTIVO ASSENZA DI FINALITÀ DI LUCRO ESPERIENZA Avere sede legale in Italia ed almeno una sede operativa in Veneto. La sede operativa formalmente riconosciuta dalla sede legale dovrà essere obbligatoriamente e fattivamente coinvolta nella ideazione e/o realizzazione del progetto; la misura e le modalità di tale coinvolgimento dovranno essere chiaramente ed obbligatoriamente esplicitate. Nel caso di ente nazionale avente più sedi sul territorio regionale veneto, è consentita la presentazione di un solo progetto. Avere statuto e/o atto costitutivo redatto nella forma dell atto pubblico o della scrittura privata. In base alla dichiarazione a firma del legale rappresentante. Avere esperienze adeguatamente documentate nelle attività di cooperazione allo sviluppo nei PVS nel triennio precedente la presentazione della domanda. Il possesso dei predetti requisiti deve essere autocertificato dal legale rappresentante dell ente richiedente mediante compilazione e sottoscrizione del modulo di domanda regionale. Non è necessario presentare ulteriori dichiarazioni. Anche i partner devono rispettare il requisito dell assenza di finalità di lucro; è ammessa la partecipazione al progetto di soggetti partner che istituzionalmente non hanno tale requisito (per esempio le imprese private) solo mediante la presentazione di una dichiarazione resa dal partner stesso (da allegare obbligatoriamente alla domanda di contributo) di intervenire senza scopo di lucro. Si ricorda altresì che ai fini dell attribuzione dei relativi punteggi, la collaborazione con i partner dovrà essere chiaramente identificata e dettagliatamente descritta nel progetto. Eventuali richieste di variazione dell assetto del partenariato e dei relativi ruoli nel progetto, adeguatamente e validamente motivate, potranno essere concesse previa autorizzazione del Direttore della Sezione Relazioni Internazionali purché non sia alterato l assetto presentato nella domanda ammessa a finanziamento e che è risultato assegnatario di punteggio di merito. La Regione si riserva di effettuare in ogni momento i controlli previsti ai sensi di legge al fine di verificare la veridicità delle dichiarazioni rese. 8.b) Requisiti del progetto Le domande di contributo, a pena d inammissibilità, devono rispettare le condizioni di seguito indicate. CONFORMITÀ NATURA CONSORTILE REQUISITI DEI SOGGETTI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA DI CONTRIBUTO Le iniziative devono essere conformi a quanto prescritto dal Programma triennale e dal Piano annuale. Il progetto dovrà essere presentato obbligatoriamente in forma associata da almeno tre soggetti: un ente capofila privato; un partner pubblico in Veneto; un partner (pubblico o privato) nel Paese di destinazione del progetto. Le iniziative devono essere presentate dai soggetti aventi i requisiti precedentemente indicati. La domanda di contributo deve essere presentata entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del bando sul B.U.R, utilizzando l apposita modulistica allegata al provvedimento della Giunta Regionale di approvazione del presente Piano annuale La domanda dovrà essere sottoscritta in originale dal legale rappresentante;

19 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 19/46 non verranno ammesse domande presentate in copia o con firma scansionata, con eccezione delle domande presentate con posta certificata. ASSENZA DELLA FINALITÀ DI LUCRO NUMERO DELLE INIZIATIVE PRESENTATE INIZIATIVE NON CONCLUSE LOCALIZZAZIONE INIZIATIVE L iniziativa deve essere priva di finalità di lucro. Ogni soggetto capofila non potrà presentare più di un singolo progetto, e per lo stesso progetto potrà essere comunque presentata una sola domanda di finanziamento. Nel caso di ente nazionale avente più sedi sul territorio regionale veneto, è consentita la presentazione di un solo progetto. Le iniziative non devono essere già concluse al momento della presentazione della domanda di contributo per l anno di riferimento ed avviate dopo il Le attività dell iniziativa devono essere prevalentemente realizzate nel Paese di destinazione dell intervento. COSTO PROGETTUALE Sono ammissibili progetti con un costo progettuale pari almeno a ,00 8.c) Partecipazione finanziaria della Regione del Veneto La Regione del Veneto contribuirà al finanziamento dei progetti approvati fino alla misura massima del 50% dei costi preventivati, considerati ammissibili. Il finanziamento regionale non potrà comunque superare l importo massimo di ,00 per ogni progetto ammesso al finanziamento, con obbligo per il beneficiario di rendicontare una spesa sostenuta pari al doppio del contributo ricevuto. Nell ipotesi in cui sia stato richiesto e/o ottenuto un contributo anche presso altri enti (quali Ministero degli Affari Esteri od Unione Europea) o altre strutture regionali per lo stesso progetto, il richiedente ne darà comunicazione alla Regione tramite la compilazione dell apposita sezione del modulo di domanda. 8.d) Valutazione dei progetti Gli Uffici della Sezione Relazioni Internazionali provvederanno alla verifica dell ammissibilità dei progetti presentati e alla successiva valutazione di quelli risultati ammissibili. La valutazione dei progetti risultati ammissibili è finalizzata alla redazione di apposita graduatoria. I soggetti ammessi in graduatoria otterranno il contributo regionale sino ad esaurimento delle risorse disponibili. La valutazione dei progetti si baserà sui punteggi di seguito indicati che sono espressione degli obiettivi e delle priorità tematiche indicati in precedenza nel presente Piano. Sarà cura degli Uffici verificare la corrispondenza dei punteggi contrassegnati con quelli effettivamente attribuibili al progetto sulla base dei beneficiari diretti, delle attività previste (sia nella tabella logica e sia nel cronogramma) e dell analisi complessiva del progetto presentato. 1 Partenariato 1a Networking (partners in Italia e nel Paese di destinazione) punti 1a.1 progetto presentato da almeno 6 soggetti (incluso il capofila) 2 1a.2 progetto presentato da almeno 5 soggetti (incluso il capofila) 1 1b Livello di coinvolgimento (punteggi cumulabili) punti 1b.1 progetto di cui almeno 2 partner sono coinvolti nella gestione operativa (incluso il capofila) 1 1b.2 progetto di cui almeno 2 partner sono coinvolti nella progettazione (incluso il capofila) 1 1b.3 progetto di cui almeno 3 partner sono coinvolti nella diffusione (incluso il capofila) 1

20 ALLEGATO A Dgr n del 15/07/2014 pag. 20/46 Nota: il punteggio è cumulabile e il coinvolgimento dei partner verrà valutato dagli Uffici sulla base di quanto dichiarato dal richiedente nell apposita modulistica regionale e da quanto dichiarato dai partner coinvolti nelle lettere sottoscritte, da allegare obbligatoriamente, nonché sulla base della lettura complessiva del progetto. 1c Networking nell area d intervento punti almeno uno dei partner italiani opera nel Paese d intervento del capofila con un progetto diverso da quello oggetto della richiesta di contributo Nota: il progetto dell altro ente italiano non deve essere concluso alla data di presentazione della domanda, pena la non attribuzione del punteggio. 1d Coinvolgimento attivo di immigrati punti progetto che prevede la partecipazione attiva, in qualità di partner, di un associazione di immigrati del Paese di destinazione dell intervento Nota: l associazione deve essere costituita in maggioranza da immigrati del Paese di destinazione dell intervento o, qualora non ci fosse la maggioranza, l associazione deve, come finalità principale, operare prevalentemente a favore del Paese di destinazione dell intervento. La finalità principale dovrà essere indicata nello Statuto e/o atto costitutivo o dovrà emergere dai progetti realizzati e adeguatamente documentati. 1e Mobilitazione di risorse finanziarie punti 1e.1 almeno due partners (escluso il capofila) che impiegano risorse finanziarie sul progetto (complessivamente minimo 6.000,00 cash) 1e.2 un partner (escluso il capofila) che impiega risorse finanziarie sul progetto (minimo 3.000,00 cash) 1 Nota: ai fini del punteggio il partenariato deve essere adeguatamente indicato nell apposita modulistica regionale e le lettere dovranno essere obbligatoriamente allegate alla domanda. La presentazione delle lettere dei partner successiva alla scadenza del Bando comporta la NON AMMISSIBILITÀ dei partner. La valutazione per la conferma dell assegnazione del punteggio sarà effettuata dall Ufficio competente. Il punteggio 1b e 1c dovranno altresì essere adeguatamente documentati in fase di rendicontazione del progetto. 2 Priorità geografiche Africa Sub Sahariana 2 Mediterraneo e Medio Oriente 1 Asia, limitatamente al Subcontinente indiano ed al Sud Est Asiatico 2 America Latina 1 Europa Sud Orientale e Repubbliche ex Sovietiche 1 3 Strategia d intervento 3a Beneficiari diretti del progetto (punteggio cumulabile) punti 3a.1 Interventi a favore delle donne 1 3a.2 Area tematica Politiche di genere/paese di intervento basso sviluppo 2 medio sviluppo 1 Nota: il punteggio 3a sarà assegnato solo ed esclusivamente se l iniziativa presentata prevede attività i cui beneficiari diretti siano le donne. Sarà cura dell Ufficio competente attribuire il punteggio di merito sulla base degli obiettivi progettuali, della tabella logica, del cronogramma di attività e dell analisi complessiva del progetto presentato. Il punteggio 3a.2 verrà attribuito sulla base della classifica dei Paesi nella relativa tabella 5 Politiche di Genere riportata in appendice al Piano Nel caso in cui il Paese non sia inserito nella relativa tabella Politiche di Genere (per mancanza di dati) si farà riferimento alla suddivisione dei Paesi nella classifica ISU b Impiego di risorse umane locali punti percentuale uguale o superiore al 40% di impiego di personale locale sul totale dei costi di personale previsti nel progetto 3c Implementazione dell intervento punti progetto le cui attività sono prevalentemente realizzate nel Paese beneficiario

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE DECENTRATA ALLO SVILUPPO E SOLIDARIETÁ INTERNAZIONALE

PROGRAMMA TRIENNALE DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE DECENTRATA ALLO SVILUPPO E SOLIDARIETÁ INTERNAZIONALE CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO (SETTIMA LEGISLATURA) PROGRAMMA TRIENNALE DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE DECENTRATA ALLO SVILUPPO E SOLIDARIETÁ INTERNAZIONALE PERIODO 2004-2006 * Allegato alla deliberazione

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO (SETTIMA LEGISLATURA) PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE PERIODO 2004-2006 * Allegato alla deliberazione consiliare

Dettagli

La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna

La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna Legge Regionale n. 19/96 Norme in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna Incontri

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO

BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO 1. Finalità dell intervento Con il presente bando la Provincia di Varese ha come obiettivo la qualificazione

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999; Protocollo d intesa tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato Ministero) e Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (di seguito

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

BANDO. Progetti di formazione per il volontariato

BANDO. Progetti di formazione per il volontariato BANDO Progetti di formazione per il volontariato Anno 2016 1. Chi può presentare I progetti possono essere presentati da tutte le associazioni di volontariato con sede legale nel territorio della regione

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

Proposta di Legge 20 dicembre 2013, n. 303 Disposizioni per il sostegno e la diffusione del commercio equo e solidale.

Proposta di Legge 20 dicembre 2013, n. 303 Disposizioni per il sostegno e la diffusione del commercio equo e solidale. Proposta di Legge 20 dicembre 2013, n. 303 Disposizioni per il sostegno e la diffusione del commercio equo e solidale. Art. 1 Oggetto e finalità 1. La Regione, in coerenza con i principi internazionali

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Europa per i cittadini 2007-2013

Europa per i cittadini 2007-2013 Europa per i cittadini 2007-2013 Il Programma ha come scopo primario la promozione della cittadinanza europea attiva, ovvero il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle organizzazioni della società

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE AREA DI COORDINAMENTO POLITICHE DI SOLIDARIETA' SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA SETTORE TUTELA DEI MINORI, CONSUMATORI

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E. PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.A. DELLA PROVINCIA DI ROVIGO E IL POTENZIAMENTO DELLA

Dettagli

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1

Dettagli

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

La nuova logica di realizzazione dei progetti. Fabio Girotto Regione Lombardia

La nuova logica di realizzazione dei progetti. Fabio Girotto Regione Lombardia La nuova logica di realizzazione dei progetti Fabio Girotto Regione Lombardia LE SCELTE STRATEGICHE DEL NUOVO PROGRAMMA Obiettivo Tematico 1 Priorità d investimento 1b (rapporti tra imprese e mondo della

Dettagli

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni:

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni: REGIONE PIEMONTE BU1 05/01/2012 Deliberazione della Giunta Regionale 28 novembre 2011, n. 117-3019 Approvazione dello schema di Protocollo di Intenti fra la Regione Piemonte e la Fondazione A.N.I.A. (Associazione

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

valutata la richiesta di rinnovo di tale protocollo d intesa da parte del Centro Unesco di Torino, prot. n. 25214 del 20 maggio 2015 ;

valutata la richiesta di rinnovo di tale protocollo d intesa da parte del Centro Unesco di Torino, prot. n. 25214 del 20 maggio 2015 ; REGIONE PIEMONTE BU32 13/08/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 6 luglio 2015, n. 35-1688 Approvazione dello schema di Protocollo d'intesa annuale tra la Regione Piemonte, l'ufficio Scolastico regionale

Dettagli

Deliverable 5.10 Comunication & Exploitation Plan Piano di comunicazione dei cluster

Deliverable 5.10 Comunication & Exploitation Plan Piano di comunicazione dei cluster Deliverable 5.10 Comunication & Exploitation Plan Piano di comunicazione dei cluster Introduzione La comunicazione nei progetti finanziati dalla Commissione europea svolge sempre un ruolo rilevante in

Dettagli

Consiglio Regionale della Toscana

Consiglio Regionale della Toscana Consiglio Regionale della Toscana PROPOSTA DI LEGGE n. 35 Istituzione del Servizio civile regionale D iniziativa della Giunta Regionale Agosto 2005 1 Allegato A Istituzione del servizio civile regionale

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG

2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG 2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI 2013-2014 1 CARTA DEI SERVIZI La carta dei servizi costituisce una rappresentazione organica e trasparente dei servizi offerti dall Agenzia

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

Linee guida per il Volontariato Civico del Comune di Monza

Linee guida per il Volontariato Civico del Comune di Monza Settore Servizi Sociali, Politiche Giovanili, Partecipazione, Pari Opportunità Linee guida per il Volontariato Civico del Comune di Monza Art 1. Oggetto e finalità Il Comune di Monza intende promuovere

Dettagli

Foto di Luca Eula. Bando. Anno 2012

Foto di Luca Eula. Bando. Anno 2012 Foto di Luca Eula Bando A SOSTEGNO DI progetti e ATTIVITÁ IN mirafiori sud Anno 2012 2 Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus Bando - Anno 2012 Budget complessivo 40.000 euro Premessa La Fondazione

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

AGENDA 21 LOCALE DELLE PROVINCE D ABRUZZO

AGENDA 21 LOCALE DELLE PROVINCE D ABRUZZO Regione Abruzzo AGENDA 21 LOCALE DELLE Rete Agende 21 Locali della Regione Abruzzo PIANO DI LAVORO della PROVINCIA DELL AQUILA PREMESSA L Agenda 21 è il documento messo a punto a livello mondiale durante

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

LA COOPERAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE DELLA REGIONE SARDEGNA

LA COOPERAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE DELLA REGIONE SARDEGNA LA COOPERAZIONE SANITARIA INTERNAZIONALE DELLA REGIONE SARDEGNA NORMATIVA Legge Regionale 11 aprile 1996, n. 19 Norme in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

Finanziamenti per i gemellaggi Lecce, 14 ottobre 2011. Dott.ssa Rita Sassu ECP Europe for Citizens Point

Finanziamenti per i gemellaggi Lecce, 14 ottobre 2011. Dott.ssa Rita Sassu ECP Europe for Citizens Point Finanziamenti per i gemellaggi Lecce, 14 ottobre 2011 Dott.ssa Rita Sassu ECP Europe for Citizens Point Come preparare un buon progetto Idoneità dell applicant e dei parnter Validità della rete di partenariato

Dettagli

Il contratto di Rete

Il contratto di Rete 18 settembre 2014 Numero 2 Il contratto di Rete Speciale Contratto di Rete Con l art. 3, comma 4 ter, D.L. 5/2009, convertito con modificazioni in L. 33/2009, e successive modifiche e integrazioni, è stato

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

BANDO. per le associazioni socie del Cesvot. per la presentazione. di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015

BANDO. per le associazioni socie del Cesvot. per la presentazione. di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015 BANDO per le associazioni socie del Cesvot per la presentazione di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015 volontariato ANNO 2015 Pagina 1 1. Chi può presentare Hanno diritto a presentare

Dettagli

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 14-05-2012 (punto N 30 ) Delibera N 404 del 14-05-2012 Proponente DANIELA SCARAMUCCIA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E

Dettagli

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione REPUBBLICA ITALIANA Unione Europea Regione Siciliana PRESIDENZA DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROGRAMMAZIONE Area Coordinamento, Comunicazione, Assistenza tecnica UOB I - Servizi della Comunicazione PO

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno

Dettagli

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARTENARIATO PUBBLICO / PRIVATO A FAVORE DELLA MOBILITA EUROPEA GEOGRAFICA E PROFESSIONALE DEI LAVORATORI NELL AMBITO DEL PROGRAMMA COMUNITARIO EURES (EUROPEAN

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI E DEI CONTRIBUTI

REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI E DEI CONTRIBUTI REGOLAMENTO DEGLI INTERVENTI E DEI CONTRIBUTI (Approvato dal Consiglio di indirizzo in data 16/2/2009) ART. 1 (oggetto) 1. Il presente Regolamento disciplina, ai sensi dell art.2, comma 4, e dell art.17,

Dettagli

IL RESPONABILE DEL SERVIZIO

IL RESPONABILE DEL SERVIZIO AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI DI PROMOZIONE, TURISTICA, CULTURALE, SPORTIVA PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI DA PARTE DEL COMUNE DI LERICI ANNO 2016 IL RESPONABILE DEL SERVIZIO - Ritenuto

Dettagli

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA Visto il D.P.R. n. 275/1999, art. 7, che prevede la possibilità per le istituzioni Scolastiche autonome di stipulare accordi di rete per perseguire

Dettagli

Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera

Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera Base giuridica Oggetto (obiettivo generale) Con decisione C/2008/7336 il 27 novembre 2008 la Commissione Europea ha approvato

Dettagli

(Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA

(Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA C 333/12 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 10.12.2010 V (Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA Invito a presentare proposte EAC/57/10 Programma «Gioventù in azione» 2007-2013 (2010/C

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA TURISMO Dirigente: PERUZZINI ALBERTO Decreto N. 185 del 22-07-2013 Responsabile del procedimento: Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA Ordinario [X ] Immediatamente

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014

LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014 LEGGE 11 agosto 2014, n. 125 29-8-2014 La «cooperazione allo sviluppo» è: parte integrante e qualificante della politica estera dell'italia. Essa si ispira: ai principi della Carta delle Nazioni Unite

Dettagli

DELIBERAZIONE N. DEL

DELIBERAZIONE N. DEL Oggetto: Istituzione del Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione e del Sistema regionale per l individuazione, validazione e certificazione delle competenze. L Assessore del Lavoro, Formazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI Art. 1 campo di applicazione. 1. Il presente regolamento definisce i criteri per la valutazione e la premialità del personale dei

Dettagli

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it

CHI SIAMO. Viale Assunta 37 20063 Cernusco s/n Milano 02-92107970 info@cimscarl.it CHI SIAMO C.I.M. non è un comune consorzio ma una società consortile creata dopo approfonditi studi ed esperienze maturate da un gruppo di specialisti in grado di operare in molte aree geografiche del

Dettagli

Gestione diretta: I programmi comunitari

Gestione diretta: I programmi comunitari Gestione diretta: I programmi comunitari Modalità Strumenti Gestione diretta Programmi UE a finanziamento diretto IPA ENI 4 Strumenti geografici PI DCI Assistenza esterna EIDHR 3 Strumenti tematici IfS

Dettagli

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS)

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS) Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS) L'AUTORITÀ GARANTE PER L'INFANZIA E L ADOLESCENZA E IL CONSIGLIO

Dettagli

c. alla realizzazione e gestione di strutture di servizio per la ricerca e il trasferimento dei risultati della ricerca;

c. alla realizzazione e gestione di strutture di servizio per la ricerca e il trasferimento dei risultati della ricerca; (ALLEGATO 1) Estratto dallo Statuto della Fondazione per la Ricerca e l Innovazione Art. 3 Finalità 1. La Fondazione non ha fini di lucro, e ha lo scopo di realizzare, in sintonia con le strategie e la

Dettagli

Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Regione Calabria

Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Regione Calabria Analisi delle forme di incentivi corrisposti alle donne nella fase di start-up e/o per lo sviluppo di attività imprenditoriali nella Report di ricerca Rapporto realizzato da Viale della Resistenza 23 87036

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

P R O V I N C I A D I B I E L L A AVVISO DI BANDO PUBBLICO

P R O V I N C I A D I B I E L L A AVVISO DI BANDO PUBBLICO P R O V I N C I A D I B I E L L A Via Maestri del Commercio, 6-13900 BIELLA Tel. 015-8480650 Fax 015-8480666 www.provincia.biella.it SETTORE FORMAZIONE, LAVORO E PARI OPPORTUNITA SERVIZIO CENTRO PER L

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

REGIONE UMBRIA Bando per la presentazione di proposte progettuali a favore dei giovani in attuazione dell intesa politiche giovanili anno 2015

REGIONE UMBRIA Bando per la presentazione di proposte progettuali a favore dei giovani in attuazione dell intesa politiche giovanili anno 2015 ALLEGATO A REGIONE UMBRIA Bando per la presentazione di proposte progettuali a favore dei giovani in attuazione dell intesa politiche giovanili anno 2015 Aggregazione, Protagonismo, Creatività PREMESSA

Dettagli

Toscana: Insediamento giovani agricoltori Misura 112 PSR 2007-2013 - Pacchetto Giovani

Toscana: Insediamento giovani agricoltori Misura 112 PSR 2007-2013 - Pacchetto Giovani Toscana: Insediamento giovani agricoltori Misura 112 PSR 2007-2013 - Pacchetto Giovani Descrizione In breve La misura è finalizzata a favorire l occupazione e il ricambio generazionale nel settore agricolo.

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 21/11/2013 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 96

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 21/11/2013 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 96 Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 19 novembre 2013, n. 385 Approvazione dei criteri e modalità per l'utilizzo del Fondo per prevenire e combattere il fenomeno dell'usura,

Dettagli

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Microcredito La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Gennaio 2016 Normativa relativa al Microcredito in Italia. Il Microcredito è stato oggetto negli anni di continue evoluzioni

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DELIBERAZIONE 31 OTTOBRE 2012 449/2012/A/EFR STIPULA DI CONVENZIONE CON LA SOCIETÀ RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI

Dettagli

Contratto di Programma per l attivazione di progetti di tracciabilità dei rifiuti

Contratto di Programma per l attivazione di progetti di tracciabilità dei rifiuti CONTRATTO DI PROGRAMMA REGIONE E.R. CONFSERVIZI E.R. PER L ATTIVAZIONE DI PROGETTI PILOTA PER LA TRACCIABILITA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI Venerdi 1 Ottobre Workshop Q all interno della Manifestazione Presentazione

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

AZIONI DI ASSISTENZA TECNICA PER LE UNIONI REGIONALI

AZIONI DI ASSISTENZA TECNICA PER LE UNIONI REGIONALI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI AZIONI DI ASSISTENZA TECNICA PER LE UNIONI REGIONALI DELLE CAMERE DI COMMERCIO PREMESSA Con l approvazione del Decreto legislativo n. 23 del 15 febbraio 2010 è stata varata

Dettagli

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia

Dettagli

FONDAZIONE ZANETTI ONLUS

FONDAZIONE ZANETTI ONLUS FONDAZIONE ZANETTI ONLUS LINEE GUIDA PER RICHIEDERCI UN SOSTEGNO PER IL 2016 (Le richieste devono pervenire entro e non oltre il 30 ottobre 2015) FONDAZIONE ZANETTI ONLUS Linee guida per la presentazione,

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014 Maggio 2014 La strategia è rivolta a: prevenire e contrastare la dispersione scolastica e formativa; rafforzare le competenze dei giovani a vantaggio dell occupabilità; favorire le occasioni di efficace

Dettagli

FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI PUBBLICI

FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI PUBBLICI FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI PUBBLICI 1. Domanda: Quanti progetti risultano ammessi al co finanziamento? Risposta: Al momento i progetti ammessi al co finanziamento

Dettagli

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Dettagli

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Indice Prefazione XI PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Capitolo 1 Le partnership pubblico-privato nei nuovi modelli di gestione

Dettagli

ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978. Newsletter nr.1

ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978. Newsletter nr.1 ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978 Newsletter nr.1 Indice: Formazione professionale forma di riduzione della disoccupazione Progetto Accedere alla formazione per lo sviluppo

Dettagli

Università e Ricerca, confermata dal Dirigente dell Ufficio riferisce quanto segue: A voti unanimi e palesi espressi nei modi di legge,

Università e Ricerca, confermata dal Dirigente dell Ufficio riferisce quanto segue: A voti unanimi e palesi espressi nei modi di legge, 15482 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 82 del 25-05-2011 A voti unanimi e palesi espressi nei modi di legge, DELIBERA - DI FARE PROPRIA la relazione dell Assessore alla Qualità del Territorio,

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 740 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 Legge regionale n. 33/2006 Norme per lo Sviluppo dello Sport per Tutti Articolo 5 - Approvazione Protocollo d intesa e Convenzione tra

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione Bando di concorso INNOVADIDATTICA Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione In relazione alle linee guida trasmesse alle istituzioni scolastiche del primo e secondo ciclo

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

REGIONE PIEMONTE BU8S1 26/02/2015

REGIONE PIEMONTE BU8S1 26/02/2015 REGIONE PIEMONTE BU8S1 26/02/2015 Codice A15120 D.D. 11 dicembre 2014, n. 4 L.R. 9/2007 art. 24 - d.g.r. 33-743 del 5.12.2014. Approvazione bando regionale per l'assegnazione di contributi anno 2014 a

Dettagli

Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche

Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche Antonella Buja Coordinatrice Progetto Europa - Europe Direct - Comune di Modena Le diverse tipologie

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani e Conservatorio di Musica di Stato di Trapani Antonio Scontrino PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA M.I.U.R.

PROTOCOLLO D INTESA TRA M.I.U.R. PROTOCOLLO D INTESA TRA M.I.U.R. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e ItaliaNostra onlus Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale VISTO

Dettagli