RASSEGNA STAMPA. Dolore cronico: negli ospedali italiani soffre ancora 1 paziente su 2. Conferenza stampa. Milano, 19 Settembre 2012

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1 RASSEGNA STAMPA Conferenza stampa Dolore cronico: negli ospedali italiani soffre ancora 1 paziente su 2 Milano, 19 Settembre 2012 Aggiornamento 27 Settembre 2012

2 Sommario TESTATA DATA LETTORI Agenzie ANSA 19/09/2012 per staff editoriale TMNEWS 19/09/2012 per staff editoriale ITALPRESS 24/09/2012 per staff editoriale Quotidiani LA REPUBBLICA SALUTE 25/09/ IL GAZZETTINO 25/09/ Periodici IL SOLE 24 ORE SANITA Radio - TV 15/09-01/ TG FAMILY FAMILY TV 20/09/2012 n.d. SANI NEL 3 MILLENNIO RADIO PADANIA LIBERA Web 20/09/ CORRIERE.IT 19/09/ ANSA.IT 19/09/ UNITA.IT 19/09/ PHARMASTAR.IT 19/09/ QUOTIDIANOSANITA.IT 19/09/ ILFARMACISTAONLINE.IT 19/09/ NOTIZIE.VIRGILIO.IT 19/09/2012 n.d. GOSALUTE.IT 19/09/2012 n.d. LIQUIDAREA.COM 19/09/ BENESSERE.COM 19/09/ BUSINESSVOX.IT 19/09/2012 n.d. DOTTNET.IT 19/09/2012 n.d. MEDICIOGGI.SPRINGER.COM 19/09/2012 n.d. ARTICOLOTRE.COM 19/09/2012 n.d. PRIMADANOI.IT 20/09/2012 n.d. ILSECOLOXIX.IT 20/09/ FIGLIEFAMIGLIA.IT 20/09/2012 n.d.

3 Sommario HEALTHDESK.IT 21/09/2012 n.d. SALUS.IT 21/09/2012 n.d. DIRENEWS.IT 24/09/2012 n.d. FONDAZIONEVERONESI.IT 25/09/2012 n.d TOTALE Fonte dati: Audipress, Anes, Auditel, Audiradio, Audiweb

4 Agenzie

5 ANSA Data: 19 Settembre 2012 DOLORE:RICERCA,61,7% SOFFRE CRONICAMENTE,IGNORATA LEGGE 38 ASSOCIAZIONE 'VIVERE SENZA DOLORE',MANCA FORMAZIONE MEDICI (ANSA) MILANO, 19 SET - Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, "ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione". A dirlo è l'associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui "la conseguenza di tutto questo è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire". La situazione è stata illustrata oggi a Milano, dove è stata presentata una ricerca condotta dall'associazione nel corso della campagna itinerante 'Hub2Hub' con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l'indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi "ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore più eque e appropriate". Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% "non riceve alcun trattamento specifico". Con questa indagine "sono stati evidenziati i bisogni dei pazienti - spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore - ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia del dolore è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal 5,8% al 27%". Infine, ci sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema del dolore. Secondo l indagine ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema; e "mentre l 87% degli specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati".(ansa). KXP/ S04 QBKN

6 TMNEWS Data: 19 Settembre 2012 SALUTE/ IN OSPEDALI ITALIANI 1 PAZIENTE SU 2 SOFFRE DOLORE CRONICO Troppi tra cittadini e medici ignorano la Legge 38 Roma 19 set. (TMNews) - Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un'adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l'impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire e, negli ospedali italiani, un paziente su due soffre di dolore cronico. E' uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall'associazione pazienti "vivere senza dolore" nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra marzo e maggio 2012 con il patrocinio del ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L'indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari Garbagnate Milanese (MI) Orbassano (TO) Novara Firenze Pisa Roma Chieti Bari Taormina (ME), Baggiovara (MO) Parma Genova Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l'88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell'arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. Un aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall'articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell'efficacia analgesica e dell'adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All'origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative.

7 ITALPRESS Data: 24 Settembre 2012 DOLORE CRONICO PER UN DEGENTE SU DUE ROMA (ITALPRESS/AZ SALUTE) Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore, ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione di pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante svoltasi tra marzo e maggio 2012 e che ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore. In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%) hanno risposto a 3 questionari, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati dell indagine, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana. (ITALPRESS/AZ SALUTE).

8 Quotidiani

9 LA REPUBBLICA SALUTE Data: 25/09/2012 Lettori:

10 IL GAZZETTINO Data: 25/09/2012 Lettori:

11 Periodici

12 IL SOLE 24 ORE SANITA Data: 15/09-1/ Periodicità: settimanale Lettori:

13 Radio -Tv

14 TG FAMILY FAMILY TV Data: 20/09/2012 Orario: Audience: N.D. Il tg, in onda dal lunedì al venerdì a partire dalle 19.00, è trasmesso su tutto il territorio nazionale su digitale terrestre e su satellitare attraverso un network di 120 emittenti locali.

15 SANI NEL 3 MILLENNIO RADIO PADANIA LIBERA Data: 20/09/2012 Orario: Audience: Soggetto: Dolore cronico Intervista a: dott.ssa Marta Gentile, prof. Guido Fanelli, dr.ssa Cristina Mantica Durata: 42

16 Web

17 CORRIERE.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE: 61,7% NE SOFFRE CRONICAMENTE 19 Settembre :36 (ANSA) - MILANO - Il 61,7% dei cittadini interpellati (il 51% tra i ricoverati) soffre di dolore cronico: e' quanto emerge da una ricerca condotta dall'associazione 'Vivere senza dolore' su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Migliora tra i cittadini, secondo l'associazione, la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, ''ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un'adeguata formazione''.

18 ANSA.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE:RICERCA,61,7% SOFFRE CRONICAMENTE,IGNORATA LEGGE 38 associazione 'vivere senza dolore',manca formazione medici MILANO, 19 SET - Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, ''ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione''. A dirlo e' l'associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui ''la conseguenza di tutto questo e' che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire''. La situazione e' stata illustrata oggi a Milano, dove e' stata presentata una ricerca condotta dall'associazione nel corso della campagna itinerante 'Hub2Hub' con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l'indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi ''ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore piu' eque e appropriate''. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% ''non riceve alcun trattamento specifico''. Con questa indagine ''sono stati evidenziati i bisogni dei pazienti - spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore - ed e' apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia del dolore e' salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal 5,8% al 27%''. Infine, ci sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema del dolore. Secondo l indagine ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema; e ''mentre l 87% degli specialisti intervistati si e' dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati''.(ansa).

19 UNITA.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE:RICERCA,61,7% SOFFRE CRONICAMENTE,IGNORATA LEGGE 38 (ANSA); MILANO, 19 SET - Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, ''ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione''. A dirlo e' l'associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui ''la conseguenza di tutto questo e' che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire''. La situazione e' stata illustrata oggi a Milano, dove e' stata presentata una ricerca condotta dall'associazione nel corso della campagna itinerante 'Hub2Hub' con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l'indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi ''ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore piu' eque e appropriate''. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% ''non riceve alcun trattamento specifico''. Con questa indagine ''sono stati evidenziati i bisogni dei pazienti - spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore - ed e' apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia del dolore e' salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal 5,8% al 27%''. Infine, ci sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema del dolore. Secondo l indagine ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema; e ''mentre l 87% degli specialisti intervistati si e' dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati''.(ansa).

20 PHARMASTAR.IT 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE CRONICO: NEGLI OSPEDALI ITALIANI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e un grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38, afferma Marta Gentili, Presidente di vivere senza dolore.

21 PHARMASTAR.IT 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative in ambito medico e normativo che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca promossa da vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini, commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da MIUR e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però, avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

22 PHARMASTAR.IT 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo, sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo, aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

23 QUOTIDIANOSANITA.IT 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE CRONICO. NEGLI OSPEDALI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Solo 1 medico su 5 sa che i farmaci oppiodi si possono impiegare per la cura del dolore severo non oncologico e, nel 42% dei casi, le terapie si rivelano inefficaci. È il quadro emerso da un indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore. 19 SET - Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (Mi), Orbassano (To), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (Me), Baggiovara (Mo), Parma, Genova, Mestre (Ve) e Palmanova (Ud). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain, Btp); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da Btp non riceve alcun trattamento specifico. Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38 - ha affermato Marta Gentili, presidente di vivere senza dolore - grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge.

24 QUOTIDIANOSANITA.IT 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione ha proseguito - se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna Cupido nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i Fans restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca ha evidenziato che una legge da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini - ha commentato Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative - sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da Miur e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però ha continuato Fanelli - avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come è emerso dallo studio, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

25 QUOTIDIANOSANITA.IT 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo - ha sottolineato Giovanni Zatti, professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca - queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo ha aggiunto Cristina Mantica, dirigente oncologia medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano - in presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile ha puntualizzato - e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 ha concluso Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

26 ILFARMACISTAONLINE.IT 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE CRONICO. NEGLI OSPEDALI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Solo 1 medico su 5 sa che i farmaci oppiodi si possono impiegare per la cura del dolore severo non oncologico e, nel 42% dei casi, le terapie si rivelano inefficaci. È il quadro emerso da un indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore. 19 SET - Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (Mi), Orbassano (To), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (Me), Baggiovara (Mo), Parma, Genova, Mestre (Ve) e Palmanova (Ud). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain, Btp); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da Btp non riceve alcun trattamento specifico. Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38 - ha affermato Marta Gentili, presidente di vivere senza dolore - grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge.

27 ILFARMACISTAONLINE.IT 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione ha proseguito - se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna Cupido nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i Fans restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca ha evidenziato che una legge da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini - ha commentato Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative - sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da Miur e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però ha continuato Fanelli - avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come è emerso dallo studio, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

28 ILFARMACISTAONLINE.IT 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo - ha sottolineato Giovanni Zatti, professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca - queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo ha aggiunto Cristina Mantica, dirigente oncologia medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano - in presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile ha puntualizzato - e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 ha concluso Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

29 NOTIZIE.VIRGILIO.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. SALUTE/ IN OSPEDALI ITALIANI 1 PAZIENTE SU 2 SOFFRE DOLORE CRONICO Troppi tra cittadini e medici ignorano la Legge 38 Roma 19 set. (TMNews) - Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un'adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l'impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire e, negli ospedali italiani, un paziente su due soffre di dolore cronico. E' uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall'associazione pazienti "vivere senza dolore" nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra marzo e maggio 2012 con il patrocinio del ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L'indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari Garbagnate Milanese (MI) Orbassano (TO) Novara Firenze Pisa Roma Chieti Bari Taormina (ME), Baggiovara (MO) Parma Genova Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l'88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell'arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. Un aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall'articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell'efficacia analgesica e dell'adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All'origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative.

30 GOSALUTE.IT 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. DOLORE CRONICO: NEGLI OSPEDALI ITALIANI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Secondo 1 specialista su 3, il ricettario speciale per prescrivere gli oppioidi è tuttora in vigore e solo 1 medico su 5 sa che questi farmaci si possono impiegare anche per la cura del dolore severo non oncologico. Il risultato? Il 51% dei pazienti ricoverati ha dolore cronico e, nel 42% dei casi, le terapie assunte si rivelano inefficaci. È il quadro evidenziato dall indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore, durante la campagna HUB2HUB. Al via, per la fine del 2012, il nuovo progetto Link Up.Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire.è uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD).In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate.secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico.

31 GOSALUTE.IT 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38, afferma Marta Gentili, Presidente di vivere senza dolore. Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative in ambito medico e normativo che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative.la ricerca promossa da vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini, commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da MIUR e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però, avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro.in realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

32 GOSALUTE.IT 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. L indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo, sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo, aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore.proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

33 LIQUIDAREA.COM 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: DOLORE CRONICO: NEGLI OSPEDALI ITALIANI SOFFRE ANCORA UN PAZIENTE SU DUE Secondo 1 specialista su 3, il ricettario speciale per prescrivere gli oppioidi è tuttora in vigore e solo 1 medico su 5 sa che questi farmaci si possono impiegare anche per la cura del dolore severo non oncologico. Il risultato? Il 51% dei pazienti ricoverati ha dolore cronico e, nel 42% dei casi, le terapie assunte si rivelano inefficaci. È il quadro evidenziato dall indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore, durante la campagna HUB2HUB. Al via, per la fine del 2012, il nuovo progetto Link Up. Milano, 19 Settembre 2012 Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico.

34 LIQUIDAREA.COM 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38, afferma Marta Gentili, Presidente di vivere senza dolore. Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative in ambito medico e normativo che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca promossa da vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini, commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da MIUR e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però, avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

35 LIQUIDAREA.COM 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: L indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo, sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo, aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

36 BENESSERE.COM 1/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: SANITÀ: INDAGINE SUL DOLORE CRONICO Secondo 1 specialista su 3, il ricettario speciale per prescrivere gli oppioidi è tuttora in vigore e solo 1 medico su 5 sa che questi farmaci si possono impiegare anche per la cura del dolore severo non oncologico. Il risultato? Il 51% dei pazienti ricoverati ha dolore cronico e, nel 42% dei casi, le terapie assunte si rivelano inefficaci. È il quadro evidenziato dall indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore, durante la campagna HUB2HUB. Al via, per la fine del 2012, il nuovo progetto Link Up. Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico.

37 BENESSERE.COM 2/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38, afferma Marta Gentili, Presidente di vivere senza dolore. Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative in ambito medico e normativo che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%). Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca promossa da vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini, commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da MIUR e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però, avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati.

38 BENESSERE.COM 3/3 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo, sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo, aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

39 BUSINESSVOX.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. DOLORE: 61,7% NE SOFFRE CRONICAMENTE MILANO, 19 SET - Il 61,7% dei cittadini interpellati (il 51% tra i ricoverati) soffre di dolore cronico: e' quanto emerge da una ricerca condotta dall'associazione 'Vivere senza dolore' su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Migliora tra i cittadini, secondo l'associazione, la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, ''ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un'adeguata formazione''.

40 DOTTNET.IT Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. LEGGE 38: CURE PALLIATIVE ANCORA SCONOSCIUTE IN MOLTI OSPEDALI. MANCA LA FORMAZIONE DEI MEDICI Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, ''ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione''. A dirlo è l'associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui ''la conseguenza di tutto questo è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire''. La situazione è stata illustrata a Milano, dove è stata presentata una ricerca condotta dall'associazione nel corso della campagna itinerante 'Hub2Hub' con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l'indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi ''ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore più eque e appropriate''. Tra i degenti che soffrono, questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% ''non riceve alcun trattamento specifico''. Con questa indagine ''sono stati evidenziati i bisogni dei pazienti - spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore - ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia del dolore è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal 5,8% al 27%''. Infine, ci sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema del dolore. Secondo l indagine ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema; e ''mentre la maggioranza degli specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati''. In difficoltà anche i medici di base.

41 MEDICIOGGI.SPRINGER.COM 1/2 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Da migliorare la conoscenza della Legge 38 DOLORE CRONICO, PAZIENTI ANCORA POCO CONSAPEVOLI Sofferenza e rassegnazione: è quanto manifestano i pazienti affetti da dolore cronico che, stand alla recente indagine demoscopica condotta dall'associazione Vivere senza dolore, nell'ambito della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 non conoscono adeguatamente le possibilità di ricorrere agli analgesici, e in particolare agli oppioidi, garantita dalla recente legge 38. A documentare quanto questo binomio sia difficile da scindere vi sono le risposte ai questionari somministrati a chi si è presentato nelle strutture che aderivano all'iniziativa. Il 61,7 per cento del campione ha riferito di soffrire di dolore cronico e tale percentuale scende solo di poco tra i pazienti ricoverati (51%). Ancor più grave se si vuole è che ben il 77 per cento degli intervistati ignora ancora la Legge 38. I segnali non sono tuttavia totalmente negativi, come sottolineato nel corso dell incontro di presentazione dei risultati della survey, dal momento che un miglioramento rispetto al passato c'è stato. Segno che non sono stati vani gli sforzi per diffondere la cultura di un corretto controllo del dolore primo fra tutti quello della campagna HUB2HUB, che ha avuto il patrocinio del Ministero della Salute e il sostegno incondizionato di Mundipharma e di Teva. "Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall'altro si sono registrati importanti progressi", ha spiegato Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%)". "Con questo nuovo progetto ha continuato Gentili abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38. Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative, in ambito medico e normativo, che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l'esigenza di proseguire il processo di informazione". Un dato poco confortante è che una bassa sensibilità nei confronti del dolore si debba registrare presso alcune categorie di medici. Secondo l'indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sono gli specialisti ospedalieri che più sottovalutano il problema. Ancora una volta s'impone l'esigenza di un cambio di mentalità, anche quando il dolore non è oncologico.

42 MEDICIOGGI.SPRINGER.COM 2/2 Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. "Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo 'dolore' e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo", ha sottolineato Cristina Mantica, dirigente di Oncologia medica dell'azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. "In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L'obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore".

43 ARTICOLOTRE.COM Data: 19 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. SI PUÒ VIVERE SENZA LA SOFFERENZA FISICA? L associazione Vivere senza dolore dichiara che manca la formazione dei medici. - Redazione 19 settembre 2012 Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, «ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione». A dirlo è l'associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui «la conseguenza di tutto questo è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire». La situazione è stata illustrata oggi a Milano, dove è stata presentata una ricerca condotta dall'associazione nel corso della campagna itinerante 'Hub2Hub' con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l'indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi «ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore più eque e appropriate». Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% «non riceve alcun trattamento specifico». Con questa indagine «sono stati evidenziati i bisogni dei pazienti spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia del dolore è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal 5,8% al 27%». Infine, ci sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema del dolore. Secondo l indagine ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema; e «mentre l 87% degli specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati».

44 PRIMADANOI.IT 1/2 Data: 20 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. DOLORE CRONICO: NEGLI OSPEDALI ITALIANI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Nel 42% dei casi terapie inefficaci MILANO. Secondo 1 specialista su 3, il ricettario speciale per prescrivere gli oppioidi è tuttora in vigore e solo 1 medico su 5 sa che questi farmaci si possono impiegare anche per la cura del dolore severo non oncologico. Il risultato? Il 51% dei pazienti ricoverati ha dolore cronico e, nel 42% dei casi, le terapie assunte si rivelano inefficaci. È il quadro evidenziato dall indagine condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore, durante la campagna Hub2hub. Al via, per la fine del 2012, il nuovo progetto Link Up. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. «Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38», afferma Marta Gentili, presidente di vivere senza dolore. «Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%)».

45 PRIMADANOI.IT 2/2 Data: 20 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i Fans restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati. «Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo», aggiunge Cristina Mantica, dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. «In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore».

46 ILSECOLOXIX.IT Data: 20 Settembre 2012 Utenti unici: SOFFERENZA CRONICA, LEGGE IGNORATA Milano - Migliora tra i cittadini la conoscenza dei centri di terapia contro il dolore, «ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, e anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione». A dirlo è l associazione Vivere Senza Dolore, secondo cui «la conseguenza di tutto questo è che, nonostante cresca impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire». La situazione è stata illustrata a Milano, dove è stata presentata una ricerca condotta dall associazione nel corso della campagna itinerante Hub2Hub con il patrocinio del Ministero della Salute su 15 strutture ospedaliere di tutta Italia che hanno un centro qualificato di terapia del dolore. Secondo l indagine, il 61,7% dei cittadini interpellati soffre di dolore cronico; tra i pazienti ricoverati ne soffre il 51% e, nel 77% dei casi «ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure per il dolore più eque e appropriate». Tra i degenti che soffrono, per questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana; il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata, e tra questi il 70,4% «non riceve alcun trattamento specifico»

47 FIGLIEFAMIGLIA.IT Data: 20 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. TERAPIA DEL DOLORE: ANCORA IN TROPPI IGNORANO LA LEGGE Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore, ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. E uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra marzo e maggio 2012 con il patrocinio del ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4 per cento), degenti (35,5 per cento) e clinici (23,1 per cento, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7 per cento dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51 per cento e, nel 77 per cento dei casi, ignorano la legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8 per cento questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48 per cento sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4 per cento di chi e colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. Un ulteriore aspetto riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5 per cento dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3 per cento dei pazienti con tumore. Ciononostante, i Fans restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3 per cento). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42 per cento dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative

48 HEALTHDESK.IT 1/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. C'È UNA LEGGE SULLA TERAPIA DEL DOLORE? NON LO SAPEVO Ha ormai due anni, ma solo un paziente su cinque conosce la legge 38 del E tra i medici non va meglio In Italia capita spesso così. Le leggi ci sono, e talvolta sono all avanguardia. Peccato che poi non vengano applicate e, in qualche caso, neppure conosciute, come dimostra l indagine HUB2HUB sulla legge 38 del 2010 per la terapia del dolore e le cure palliative. I risultati dell inchiesta, condotta la scorsa primavera in tutta Italia, da Cagliari a Novara, da Mestre a Taormina, lo confermano: la normativa che si proponeva di garantire a tutti coloro che soffrono di dolore cronico l accesso ai trattamenti non solo non è ancora diventata realtà, ma è passata inosservata perfino tra chi dovrebbe usufruirne e, cosa ancora più grave, tra molti, troppi addetti ai lavori. Finora gli esperti sono concordi - nessuna Regione può dire di averla applicata fino in fondo. «Il primo passo è stato fatto però con l accordo sancito il 25 luglio nella conferenza Stato Regioni», spiega Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative, «in cui sono stati concordati i criteri minimi per accreditare le unità di cure palliative, i centri di terapia del dolore e le strutture per l assistenza ai malati in fase terminale. Bisogna per esempio che ci siano almeno due posti letto dedicati a questi trattamenti e un team di personale specializzato», prosegue l anestesista, «occorre garantire almeno 30 ore settimanali di ambulatorio e così via». «Da parte nostra ci impegneremo a monitorare che questi criteri siano rispettati», ha aggiunto Marco Spizzichino, della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute. Fanelli è consapevole che queste decisioni ancora non bastano: bisognerà per esempio superare lo scoglio dei Drg (le classi in cui vengono raggruppate le malattie e a cui sono associati i rimborsi da parte dello Stato), che ancora non tengono conto dell impegno, anche economico, che queste cure talvolta richiedono. All anestesista, per esempio, può essere chiesto di applicare un neurostimolatore midollare, un dispositivo inserito nella colonna vertebrale che con correnti di basso voltaggio, tramite elettrodi applicati all esterno del midollo spinale, inibiscono la trasmissione degli impulsi dolorifici. «Ognuno costa migliaia di euro» commenta Fanelli. «Andrebbero quindi definiti prima di tutto i criteri di appropriatezza di questa cura, ma più in generale bisognerebbe scorporare i Drg per la terapia del dolore da quelli chirurgici od oncologici in base ai quali l ospedale riceve il rimborso relativo alle singole patologie».

49 HEALTHDESK.IT 2/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Tutte proposte che andranno discusse nei prossimi mesi. Nel frattempo si deve prendere atto della realtà, fotografata dall indagine condotta in 15 grandi ospedali italiani, tutti sede di centri ad alta specializzazione per la terapia del dolore. Tre diversi questionari sono stati sottoposti a comuni cittadini, a pazienti ricoverati nei reparti, ma anche a un migliaio di medici che ci lavorano. E sono proprio i clinici, di una ventina di diverse specialità, quelli in cui è più difficile giustificare l ignoranza di una legge che dovrebbero applicare ogni giorno. «Poco più di un medico su quattro, cioè il 27 per cento degli intervistati, ricorda il riferimento esatto alla legge», dice Marta Gentili, presidente dell Associazione Vivere senza dolore che ha effettuato la ricerca tra marzo e maggio «La maggior parte di loro sa che una nuova normativa è stata approvata, ma poi in percentuali allarmanti ne ignora aspetti fondamentali, che a due anni dalla sua introduzione dovrebbero essere diventati familiari ed essere entrati nella prassi». Qualche deprimente esempio: un terzo dei medici ospedalieri intervistati non sa che molti farmaci oppioidi per i quali un tempo occorreva un ricettario speciale possono oggi essere prescritti su quello normale del Sistema sanitario nazionale; poco più del 20 per cento è a conoscenza del fatto che questi farmaci non sono riservati ai malati di cancro o a chi soffre di gravi patologie degenerative ma a tutti coloro che ne hanno necessità; meno di quattro su dieci, infine, sanno di dover segnare in cartella i farmaci utilizzati, il relativo dosaggio e il risultato conseguito, oltre all intensità del dolore, che peraltro solo in una minoranza sanno riconoscere e classificare. «Purtroppo la nostra categoria è una di quelle su cui occorre più lavorare con progetti di formazione e informazione», ha ammesso Giovanni Zatti, direttore della Clinica Ortopedica dell Università degli Studi di Milano Bicocca. Differenziando infatti le risposte per specialità, ortopedici e reumatologi, che hanno a che fare ogni giorno con il dolore, sono, insieme ai geriatri, quelli che, in base a questi dati, appaiono più impreparati a fronteggiarlo. Un dato abbastanza positivo è invece che a quasi l 80 per cento dei pazienti che soffrono di dolore cronico oggi vengono date medicine per tenerlo a bada, il 20 per cento in più rispetto alla rilevazione dell anno scorso: peccato che la cura sia considerata dai diretti interessati inefficace in oltre il 40 per cento dei casi. Nel 36,3 per cento dei casi si usano ancora antinfiammatori, non adatti a una terapia prolungata nel tempo, mentre gli oppioidi più forti, ritenuti di prima scelta dall Organizzazione mondiale della sanità, sono dati a meno del 60 per cento dei pazienti oncologici e al 27,5 per cento di quelli non oncologici. «Non dimentichiamo che il consumo procapite di oppioidi è considerato dall Oms un indicatore positivo della validità di un sistema sanitario», precisa Fanelli. Un vero buco nero è poi quello del cosiddetto dolore episodico cronico intenso, cioè delle riacutizzazioni che si sovrappongono a una condizione di sofferenza cronica con parossismi che portano ad altissimi livelli l intensità del dolore: tre medici su quattro nemmeno conoscono questa realtà e ancora meno sono quelli che la sanno trattare, tanto che il 70 per cento dei malati che ne soffrono non vengono curati per questi episodi che incidono notevolmente sulla qualità di vita e la produttività delle persone.

50 HEALTHDESK.IT 3/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Non è però tutta colpa dei medici se ancora la metà dei pazienti ricoverati in ospedale soffre di dolore cronico. «Anche da parte loro, e delle famiglie, c è una grossa resistenza all uso di morfina e derivati», sostiene Cristina Mantica, oncologa dell Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Pur essendo stati intervistati in un ospedale che ospita un centro per la terapia del dolore ad alto livello di specializzazione, la maggior parte dei potenziali utenti non saprebbe come trovarlo, né sa della sua esistenza, e solo uno su cinque è al corrente di una legge che garantisce la terapia del dolore in ospedale. «Un passo avanti importante però nell ultimo anno è stato fatto», conclude la dottoressa Gentili. «Rispetto al 2011 è cresciuta la quota di prescrizioni effettuate nei centri di terapia del dolore, dove è auspicabile che i pazienti siano seguiti in maniera più attenta e competente». Senza dimenticare però che il dolore è un vissuto complesso, in cui gli aspetti fisici e psicologici si intrecciano tra loro, tanto che alla domanda: «Perché si è rivolto a un Centro per la terapia del dolore?», nell inchiesta effettuata l anno scorso, l 11 per cento degli intervistati ha risposto: «Per essere creduto».

51 SALUS.IT 1/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. DOLORE CRONICO: NEGLI OSPEDALI ITALIANI SOFFRE ANCORA 1 PAZIENTE SU 2 Milano, 19 Settembre 2012 Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume più importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un adeguata formazione. La conseguenza è che, nonostante cresca l impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall Associazione pazienti vivere senza dolore nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra Marzo e Maggio 2012 con il patrocinio del Ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. PUBBLICITÀ L indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche più eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l 88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi è colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38, afferma Marta Gentili, Presidente di vivere senza dolore. Grazie alla disponibilità dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessità formative in ambito medico e normativo che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere più ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed è apparsa chiara l esigenza di proseguire il processo di informazione. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica è salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%).

52 SALUS.IT 2/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell efficacia analgesica e dell adeguatezza posologica. Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca promossa da vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un adeguata sensibilizzazione dei cittadini, commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto è l istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da MIUR e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, però, avvenire sempre più in un ottica di integrazione delle competenze: solo così i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro. In realtà, vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l 87% dei specialisti intervistati si è dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati. L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo, sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilità e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge. Spesso il paziente con tumore è più attento al sintomo dolore e segue con più convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo, aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L obiettivo cui dobbiamo puntare è far sì che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore.

53 SALUS.IT 3/3 Data: 21 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Proprio a questo proposito, l Associazione pazienti sta già pensando a nuove iniziative. Abbiamo già pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzerà tra fine anno e i primi mesi del 2013 conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attività d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni.

54 DIRENEWS.IT 1/3 Data: 24 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. SALUTE. DOLORE CRONICO, IN ITALIA SOFFRE ANCORA UN PAZIENTE SU DUE NONOSTANTE CRESCA L'IMPIEGO DI FARMACI OPPIOIDI. (DIRE - Notiziario salute) Roma, 24 set. - Migliora, tra i cittadini, la conoscenza dei centri di terapia antalgica e assume piu' importanza il ruolo del terapista del dolore ma ancora in troppi ignorano la Legge 38, anche tra gli stessi medici, che mancano di un'adeguata formazione. La conseguenza e' che, nonostante cresca l'impiego di farmaci oppioidi, resta elevata la percentuale di pazienti che continuano a soffrire. È uno scenario contraddistinto da luci e ombre quello che emerge dalla ricerca condotta dall'associazione pazienti "vivere senza dolore" nel corso della campagna itinerante HUB2HUB, svoltasi tra marzo e maggio con il patrocinio del ministero della Salute e il grant incondizionato di Mundipharma e Teva. L'indagine ha coinvolto 15 strutture ospedaliere sede di un centro qualificato di terapia del dolore, passando da Cagliari, Garbagnate Milanese (MI), Orbassano (TO), Novara, Firenze, Pisa, Roma, Chieti, Bari, Taormina (ME), Baggiovara (MO), Parma, Genova, Mestre (VE) e Palmanova (UD). In totale, soggetti tra cittadini (41,4%), degenti (35,5%) e clinici (23,1%, afferenti a 20 diverse specializzazioni) hanno risposto a 3 questionari distinti, volti a verificare il grado di informazione sulla Legge 38, la sua reale applicazione e il livello di cure erogate. Secondo i risultati della survey, il 61,7% dei cittadini soffre di dolore cronico; la situazione non migliora neppure tra i pazienti ricoverati, che ne sono afflitti per un 51% e, nel 77% dei casi, ignorano la Legge volta a tutelare il diritto degli italiani a ricevere cure antalgiche piu' eque e appropriate. Tra i degenti che soffrono, per l'88,8% questa condizione influisce negativamente sulla vita quotidiana e il 48% sperimenta, in aggiunta, episodi di acutizzazione del dolore nell'arco della giornata (breakthrough pain - BTP); se, tuttavia, poco meno di 8 pazienti su 10 seguono una terapia analgesica, il 70,4% di chi e' colpito da BTP non riceve alcun trattamento specifico. "Con questo nuovo progetto, abbiamo compiuto un ulteriore passo per una miglior applicazione della Legge 38", afferma Marta Gentili, Presidente di 'vivere senza dolore'. "Grazie alla disponibilita' dei medici dei centri ospedalieri coinvolti, si sono messe in luce le necessita' formative - in ambito medico e normativo - che i clinici hanno e, quindi, abbiamo capito che cosa serva loro per essere piu' ottemperanti con le disposizioni di legge. Sono stati anche evidenziati i bisogni dei pazienti con dolore ed e' apparsa chiara l'esigenza di proseguire il processo di informazione.

55 DIRENEWS.IT 2/3 Data: 24 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. Se, da un lato, i risultati fanno emergere una situazione ancora lontana dai livelli auspicati, dall'altro si sono registrati importanti progressi. Rispetto a quanto emerso con la campagna CUPIDO nel 2011, la conoscenza che i cittadini oggi hanno dei centri di terapia antalgica e' salita dal 27,9% al 44% e si evidenzia un maggior coinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia algica (dal 5,8% al 27%)". Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i FANS restano i medicinali piu' impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Contrariamente a quanto sancito dall'articolo 7 della Legge 38, inoltre, i dati rivelano la mancanza di un monitoraggio costante dell'efficacia analgesica e dell'adeguatezza posologica. Il risultato e' che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All'origine di tutto, molto spesso vi e' la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. La ricerca promossa da "vivere senza dolore" evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto rivoluzionaria, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. "La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si e' avuta nella Medicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per gli operatori sanitari e un'adeguata sensibilizzazione dei cittadini", commenta Guido Fanelli, Presidente Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. "Sul fronte formativo, un importante risultato che abbiamo raggiunto e' l'istituzione dei master per palliativisti e terapisti del dolore, che partiranno da quest'anno accademico, secondo percorsi didattici omogenei identificati da Miur e Ministero della Salute. La presa in carico del paziente che soffre deve, pero', avvenire sempre piu' in un'ottica di integrazione delle competenze: solo cosi' i degenti ricoverati nei diversi reparti di un ospedale sede di un Hub potranno beneficiare della presenza di validi algologi che professano in quel centro". In realta', vi sono alcuni reparti ospedalieri dove si tende ancora a sottovalutare il problema dolore. Come ha evidenziato l'indagine, ortopedici, reumatologi e geriatri sembrerebbero le figure meno preparate sul tema. E mentre l'87% dei specialisti intervistati si e' dichiarato disponibile a seguire corsi di aggiornamento, gli ortopedici sembrano proprio i meno interessati. "L'indagine, sicuramente ben preparata e condotta, ha posto in evidenza come all'approvazione di una Legge debba seguire una serie di iniziative di tipo divulgativo ed educativo", sottolinea Giovanni Zatti, Professore ordinario, Direttore Clinica Ortopedica, Universita' degli Studi di Milano-Bicocca, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza. "Queste devono essere rivolte sia agli addetti ai lavori sia ai pazienti in modo, da un lato, di implementare la normativa ma anche, dall'altro, di rendere edotti gli interessati delle possibilita' e, quindi, delle aspettative concesse dalla Legge".

56 DIRENEWS.IT 3/3 Data: 24 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. "Spesso il paziente con tumore e' piu' attento al sintomo 'dolore' e segue con piu' convinzione, seppur talvolta con qualche reticenza, le cure per lenirlo", aggiunge Cristina Mantica, Dirigente Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. "In presenza di un sintomatologia algica cronica di natura non oncologica, invece, prevale la tendenza a rassegnarsi e sopportare. L'obiettivo cui dobbiamo puntare e' far si' che tutti i cittadini percepiscano la lotta alla sofferenza come un loro diritto inalienabile e i clinici si impegnino ad acquisire le competenze necessarie per poterla gestire in modo appropriato, fornendo al paziente tutti gli strumenti, farmacologici e non, per poter vivere senza dolore". Proprio a questo proposito, l'associazione pazienti sta gia' pensando a nuove iniziative. "Abbiamo gia' pianificato un terzo progetto, denominato Link Up, che si concretizzera' tra fine anno e i primi mesi del conclude Marta Gentili - per chiudere la fase d'indagine tra medici e pazienti iniziata nel 2011 con CUPIDO e proseguita nel 2012 con HUB2HUB. Contemporaneamente, ci stiamo impegnando per promuovere corsi formativi rivolti ai clinici e attivita' d'informazione per la cittadinanza, con quello spirito di collaborazione che ha finora contraddistinto le nostre azioni".

57 FONDAZIONEVERONESI.IT 1/2 Data: 25 Settembre 2012 Utenti unici: N.D. ECCO COME E DOVE SI CURA IL DOLORE Il primo passo è contattare il medico di famiglia, poi individuare il centro specialistico esistente in ogni provincia. Un passo avanti nella prescrizione degli oppioidi anche per il dolore cronico Il primo passo è contattare il medico di famiglia, poi individuare il centro specialistico esistente in ogni provincia. Un passo avanti nella prescrizione degli oppioidi anche per il dolore cronico A 2 anni dall approvazione della legge che regola la prescrizione di farmaci antidolorifici, compresi gli oppioidi, per chi soffre di dolore cronico non oncologico, l applicazione è ancora a macchia di leopardo. Ci sono ancora molti ostacoli nel percorso di cura, che tengono lontani i pazienti dai centri specialistici, spesso confusi con chi cura il dolore dei malati terminali. Lo afferma Marta Gentile, presidente dell Associazione Vivere senza dolore e promotrice di tre indagini fra i pazienti, gli ospedali e i reparti di pediatria. «Sappiamo quali sono le carenze e le necessità per rendere più operativa la legge, conosciamo i bisogni dei pazienti, primo fra tutti l informazione che non c è. Registriamo comunque progressi. Rispetto alla prima campagna del 2011 chiamata Cupido, la conoscenza dei cittadini dei centri di terapia antalgica è passata dal 28% al 44%, con un maggior impegno del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia (dal 6 al 27%)». I FARMACI - Un ulteriore aspetto positivo riguarda i farmaci somministrati: rispetto al 2011, aumenta il ricorso agli oppioidi forti (ossicodone in primis), prescritti al 27,5% dei degenti con dolore non oncologico e al 59,3% dei pazienti con tumore. Ciononostante, i Fans (farmaci antinfiammatori) restano i medicinali più impiegati per lenire la sofferenza di origine non neoplastica (36,3%). Il risultato è che il 42% dei degenti si dichiara insoddisfatto delle terapie ricevute. All origine di tutto, molto spesso, vi è la scarsa conoscenza che i medici hanno delle recenti disposizioni normative. LA FORMAZIONE - La ricerca promossa da Vivere senza dolore evidenzia chiaramente che una Legge, per quanto innovativa, da sola non basta a creare una cultura del diritto a non soffrire. Infatti, come spiega Guido Fanelli, Presidente della commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative, una rivoluzione culturale, clinica e normativa, come la legge sul dolore, richiede anche un percorso formativo per gli operatori, ma soltanto da quest anno sono stati avviati master.

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