Il disegno federalista e la caricatura confederale

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1 Dlrez. e Redaz.: Plazza dl Trevl, ROMA ANNO XXVIII - N Luglio-Agosto 1980 Spedlzlone In abbonamento postale - Gruppo 111/70 dal quartiere alla regione per una Comunità europea federale ORGANO MENSILE DELL' AICCE, ASSOCIAZIONE UNITARIA DI COMUNI, PROVINCE, REGIONI Il disegno federalista e la caricatura confederale di U.S. Evitiamo di partire a priori dall'enunciazione di un disegno federalista dellleuropa e vediamo se esso risulta necessario per il raggiungimento di fini che, tutto sommato, si presentano anche ai confederalisti o ai consoli della Comunità. La crescita dei prezzi petroliferi sembra inarrestabile, addirittura una loro impennata ulteriore non k da scartarsi e l'europa occidentale - chi più chi meno: e i rimedi si prospettano lenti e parziali - vive col fiato in gola. Si dice: l'europa potrebbe offrire all'opec una stabilizzazione monetaria contro una stabilizzazione dei prezzi. Analizzianio che cosa ciò potrebbe significare e in che quadro potrebbe avere prospettive di successo. La politica energetica della Comunità europea e gli Enti locali. Una stabilizzazione monetaria potrebbe garantirla l'europa all'opec solo se essa fosse capace di battere una sua moneta, espressione di un'unione econoniica razionale ed efficace. In ogni modo si dovrebbe trattare di una moneta europea reale, indice di una integrazione autentica: come potrebbe sussistere altrimenti una moneta europea capace addirittura di intervenire autorevolmente in campo internazionale? Direi soprattutto che il do ut des potrebbe essere preso in considerazione da un primo gruppo di paesi dell'opec, solo se non fosse un espediente economico senza lungo respiro, alternativa contingente di operazioni coi dollari, con le sette sorelle e con le banche private di mezzo mondo. Su questo scmplice e contingente terreno economico i paesi dell'opec con le loro maggioranze interne e le attuali classi dirigenti (o i loro despoti) possono poi non aver tanta intenzione di "stabilizzare", vòlti come sono a creare un nuovo equilibrio economico e (perché no?) politico e a ritagliarsi un loro spazio in un nuovo oligopolio imperiale. Proporre una stabilizzazione monetaria contro una stabilizzazione dei prezzi del

2 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 petrolio, prospettare eventualmente un riciclaggio dei petroldollari verso una parte meno ricca del terzo mondo (o quarto mondo) può essere solo una proposta coraggiosa e coerente che fa un'europa diversa dall'attuale a quei ceti o classi o gruppi politici e sociali e intellettuali dei paesi dell'opec, i quali con la loro emancipazione dall'iinperialismo vogliano congiungere la lotta per un nuovo ordine internazionale, persuasi che non si deve passare dall'imperialismo bipolare alla rivincita del nazionalismo e all'imperialismo multipolare, ma occorre superare una volta per tutte l'anarchia internazionale e creare, uniti, le strutture e le istituzioni per la convivenza planetaria. Non sembri del tutto utopistico questo discorso, perché, se non la offusca definitivamente con operazioni di piccolo cabotaggio, I'Europa ha ben più delle superpotenze una sua credibilità nel mondo delle cosiddette nazioni emergenti: tuttavia non è certo più sufficiente l'europa di Yaoundé e di Lomé, serve ben altro. Ecco: la stabilizzazione monetaria che potrebbe offrire l'europa dovrebbe essere il simbolo, da una parte, di un'europa che sapesse attuare al suo interno un modello politico, economico e sociale esemplare, capace, d'altra parte, di affrontare con trasparente coerenza i problemi, che - tanto per capirci - sono quelli esposti nel rapporto Brandt Nord-Sud. Ne nasce la conseguenza che una stabilizzazione monetaria europea che potrebbe interessare i più lungimiranti paesi e uomini dell'opec, come alternativa offerta loro al tentare la ripetizione della millenaria politica di "un nuovo equilibrio", dovrebbe essere anzitutto l'espressione di una convergenza economica delle nazioni che fanno parte della Comunità europea in vista di un progetto che non sia in contraddizione con questi fini internazionali, cioé con fini che potrebbero tranquillamente far loro anche i paesi produttori di petrolio, ove volessero passare con piena consapevolezza dal mondo degli affari a breve-medio termine a quello della politica e dal mondo dei rancori (spesso giustificati) a quello della ragione. Se vuole negoziare su solide basi e stabilire le autentiche premesse della pace (non della semplice e labile distensione) l'europa deve darsi al suo interno una struttura - si diceva - esemplare. Certamente un progetto comunitario di convergenza delle economie nazionali non potrà prescindere dall'esigenza, nel confronto duro e teso tra est e ovest, di darsi la possibilità di co~npetere sul terreno delle tecnologie più sofisticate dell'industria di punta (areonautica, telematica, ecc.): è un campo in cui la Comunità europea non può rinunciare a priori alla sua autonomia e alla sua capacità competitiva e, insomma, alle premesse sostanziali di una equa1 partnership con l'america. Ciò detto, la Comunità europea specialmente in fase di allargamento non Foto in prima pagina: (sopra) la cittadinanza di Lariano partecipa alla cerimonia di gemellaggio con Sausset les Pins (v. pag. 12); (sotto) Altiero Spinelli e George Marshall (v. pag. 1). potrà non riflettere attentamente alle illuminanti conclusioni a cui sta arrivando il gruppo internazionale, guidato da Giorgio Fuà(*), su un modello di "sviluppo ritardato" per le regioni di industria1izzaz.ione meno avanzata. Si tratta, beninteso, dell'esatto contrario di una Comunità europea a più velocità (forma mimetizzata di irnperialismo interno alla Comunità), e cioé di uno sviluppo articolato, sotto comuni istituzioni democratiche sovranazionali. L'eliminazione del "ritardo" nello sviluppo è previsto come un processo molto lungo (ammesso e non concesso che si debbano rincorrere pedissequamente le regioni di sviluppo più antico): dunque accanto a una strategia per la crescita è necessario ideare, nelle zone più arretrate, una strategia complementare "per vivere con il gap durante i decenni avvenire". Fiià critica la concentrazione in imprese moderne e settori avanzati della scarsa disponibilità di capitale e di capacità imprenditoriale delle zone povere: questa concentrazione genera, di rimbalzo, I'arretramento ulteriore del resto. Occorrono incentivi basati sulla capacità occupazionale e non su puro e semplice fatto di investire, e' bisogna studiare attentamente il ruolo delle attività minori e dell'agricoltura, verificandone le implicazioni sociali. In agricoltura si deve mirare al miglioramento del livello di vita delle popolazioni e non certo alla massimizzazione della rendita terriera; per le imprese a bassa intensità di capitale bisognerà prevedere la costituzione di agenzie (pubbliche elo private) in condizione di fornire servizi richiesti da imprese "piccole", incapaci-di fruire dei vantaggi dell'economia di scala. Occorre rimeditare largamente sul ruolo dell'impresa pubblica (questa tappabuchi, al servizio del corporativismo) e rilanciare, nel senso più profondo e in una cornice moderna, la cooperazione (Fuà non esclude neanche lo studio delle esperienze, tedesche e israeliane, di imprese a proprietà sindacalé). Soprattutto si afferma -- a proposito di dualismo salariale - che è destinato a rimanere particolarmente nelle regioni arretrate, per lungo tempo avvenire, il divario di produttività e di correlata capacità retributiva del lavoro: poiché bisogna scartare (perché assolutamente irragionevole) un riequilibrio fiscale, occorre faf fronte "secondo giustizia" al problema. Sostiene Fuà che "un mercato del lavoro unificato con un unificato livello di salario non t: proposta attuabile in tali circostanze. Un doppio (o piuttosto multiplo) mercato del lavoro non solo deve essere accettato come inevitabile, ma deve essere appositamente modellato per renderlo quanto più possibile efficiente e ordinato, ed i meccanismi di contrattazione salariale e di determinazione delle condizioni di lavoro devono essere funzionali a questo scopo". A questo punto l'equità della proposta dipenderà non solo e non tanto da una adeguata tassazione dei redditi (positiva e negativa) e da un congruo schema distributivo dei servizi sociali, che privilegi nettamente le aree depresse, ma anche e forse soprattutto dall'at- * Già nel n. 12 (dicembre) 1976 "Comuni d'europam si occupò (nell'editoriale "Il compromesso europeo") di un "prezioso libretto" di Giorgio Fuà, "Occupazione e capacità produttive: la realtà italiaria". SOMMARIO Pag. Il disegno federalista e la caricatura confederale, di U. S Cronaca delle Istituzioni europee: Ampliare la funzione delle operazioni integrate, di Pier Virgilio Dastoli Promemoria per Thorn, di Piero Soldati Occupazione: una battaglia politica europea, di Gabriele Panizzi ~Hearing- del P.F. con i rappresentanti delle autonoinie locali e regionali, di Giovanni Franchi L'integrazione europea all'esame della XV CPLRE, di G. M.. 7 Attività del CCE e dell'aicce. 8 Incontro tra città gemelle: Lecco-Micon Pensiero e azione dei federalisti europei, a cura di Luciano Bolis l1 Gemellaggi: Bardonecchia-Modane Lariano-Sausset les Pins Inserto: La politica energetica della Comunità europea e gli Enti locali, di Gianfranco Martinz tenzione alla qualità di vita e di lavoro, in opposizione dei beni disponibili. Si dice a questo punto nella relazione del gruppo internazionale: "In questa prospettiva è importante delineare misure specifiche adatte a favorire un maggiore sviluppo (e ad educare le masse ad un maggiore apprezzamento) di quegli aspetti non monetari della vita lavorativa quali iniziativa, responsabilità, partecipazione nel controllo, indipendenza, vita di comunità, ecc.. Queste caratteristiche anzi si possono rivelare più facili da coltivare in quei segmenti dell'economia affetti da minore produttività e livelli di guadagno a causa della loro misura subottimale, della bassa intensità di capitale, dell'assenza di una organizzazione complessa e/o dell'allocazione ~eriferica. I progressi nel!a direzione accennata dipendono a~npiamente dai movimenti cooperativi, ma i governi devono fornire la struttura adeguata"., Qui si possono fare riserve (come si fanno nella pregevole "sintesi" delle proposte del gruppo Fuà comparsa in "Mondo economico" nello scorso febbraio e di cui ci siamo valsi noi stessi) sulla capacits delle pubbliche autorità, proprio in paesi spesso "ritardati" anche amministrativamente, ad assumersi un ruolo tanto gravoso e delicato: ma proprio qui si dovrà anche verificare la storica alleanza tra autorità comunitarie, sovranazionali e (continuazione a pag. 4)

3 luglio-agosto 1980 COyUNl D'EUROPA Cronaca delle Istituzioni europee Riduzione degli squilibri regioriali: è necessario ampliare la junzione delle operazioni integrate 1. Alla fine del 1980 verrà a scadenza la seconda fase di funziqnamento del Fondo europeo di Sviluppo regionale: nonostante le sollecitazioni del Parlamento europeo (da ultimo la risoluzione presentata a nome della commissione di ~olitica regionale dal presidente De Pasquale) il commissario Giolitti ha confermato recentemente che non è sua intenzione rispettare l'impegno della modifica del Regolamento, fissato per la fine dell'anno. Il Parlamento europeo durante la procedura di concertazione relativa al regolamento attualmente in vigore, sostenne con forza la necessità di potenziare il ruolo delle azioni nell'ambito del «fuori-quota. ed una più ampia articolazione delle operazioni a favore dei settori infrastrutturali. 11 Consiglio, pur rifiutando di accettare gli orientamenti del Parlamento europeo, prese l'impegno di fissare una scadenza alla validità.politica. del Regolainento e la Commissione accettò di presentare delle proposte di revisione globaie in tempo utile per il rispetto di questa scadenza. L'inattività della Commissione è dunque una grave mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento europeo: ma, quel che è più grave, non consente di intervenire con decisione sull'insoddisfacente struttura del Fondo, che ha provocato e provoca ira l'altro inaccettabili ritardi nei pagamenti e strozzature nelle sue capacità redistributive e di incentivazione. 2. In questi ultimi anni, tuttavia, il commissario Giolitti ha rivolto il suo impegno verso iniziative definite nello «jargonn comunitario *operazioni integrate,,, concentrando per il momento i suoi interventi nelia zona di Napoli, di Belfast,ed in Scozia. Questi interventi hanno una specifica validità politica ed economica anche se rappresentano probabilmente un surrogato del.coordinamento degli strumenti finanziari della Comunità,,, compito afidato nel gennaio 1977 allo stesso Giolitti e mai effettivamente esercitato a causa delle resistenze di altri commissari (in primo luogo il vicepresidente Ortoli). Si tratta ora di ~uficializzare~ lo strumento delle operazioni integrate, inquadrandolo nella necessaria modifica del regolamento del Fondo regionale e nel potenziamento dei ruolo della sezione.fuori quota.. 3. Uno degli aspetti più dificili e delicati della politica regionale della Comunità riguarda indubbiamente la capacità di sviluppare una forte azione di redistribuzione per promuovere il necessario riequilibrio a favore delle zone economicamente svantaggiate. In particolare il Mezzogiorno d'italia, la di Pier Virgilio Dastoli Calabria e la Basilicata sembrano richiedere una modifica dello stesso modo di concepire l'interventc) della Comunità. Tutta l'area tirrenica che va dalla piana di S. Eufemia alla zona di Gioia Tauro - anche a causa di iniziative irresponsabili, al limite deila legalità come gli stabilimenti della SIR, o a causa di errori di programmazione come la questione del Quinto Centro siderurgico - ha subito e subisce la superficialità di autorità centrali o locali; gli effetti negativi di pressioni elettorali, clientelari o mafiose; il disinteresse delle forze economiche con maggiori capacità di investimento. Tutta quest'area, nonostante l'incuria umana, possiede capacità di sviluppo e potenzialità agricole, artigianali, turistiche e residenziali che attendono soltanto di essere utilizzate nell'ambito di un progetto ampio e articolato che sia prospettato in un ambiente socio-economico orientato in termini integrati e organici, tendenti a comporre all'interno del territorio diversi elementi della vita associata. In questo spirito si era mossa, nel novembre 1978, una proposta elaborata dalla Finanziaria Meridionale (FI.ME), finalizzata alla progettazione, realizzazione e gestione degli interventi tiell'area di Gioia Tauro, ed ispirata all'esperienza americana del 4Tennessy Valley Authority». Le principali iniziative previste, destinate allo sviluppo di un'area compresa fra ia piana di S. Eufemia e la zona di Gioia Tauro, sono: a) una zona costiera con un certo margine di rispetto dell'entroterra, adibita a sviluppo residenziale e parzialmente turistico; b) la zona del porto di Gioia Tauro, con adeguato retroterra, centro residenziale e polo di insediamento alberghiero, per ospi- Promemoria per Gaston I. Dopo l'accordo intergovernativo sulla candidatura del lussemburghese Gaston Thorn alla presidenza della Commissione, si è avviata di fatto la procedura di rinnovo dell'esecutivo comunitario, che avrà termine il 6 gennaio 1981 con lo scambio delle consegne fra l'attuale presidente Jenkins ed il suo successore e con :a formale distribuzione dei «portafogli,, fra i nuovi commissari. La nomina di Thorn 2 un successo in primo luogo della diplomazia tedesca che aveva puntato le sue carte su un presidente di statura ed esperienz~ politica di alto livello, opponendosi alle resistenze fra l'altro dei tare il flusso turistico con il Nord Europa (collegabile, attraverso una metropolitana leggera fuori terra, all'aereoporto di Lamezia Terme). Una zona industriaie del porto potrebbe essere sfruttata per la costruzione, riparazione e rimessaggio delle imbarcazioni da diporto del Nord Europa; C) una zona di sviluppo sperimentale agro-alimentare con la coltivazione ed il trattamento industriale di specialità e primizie ortofrutticole destinate al Nord Europa. Anche questo polo si avvarrà del collegamento speciale con l'aeroporto di Lamezia Terme; d) una zona di sviluppo legata alla floricoltura, anche questa orientata all'esportazione nel Nord Europa attraverso Lamezia Terme; e) una zona industriale per ospitare le iniziative IRI e dei lotti liberi opportunainente attrezzati, per occupare in un primo comprensorio almeno persone; f) una seconda zona industriale da avviarsi dopo il decollo della prima zona industriale; g) una zona destinata ad attività di ricerca scientifica. La proposta elaborata dalla FI.ME. prevedeva inoltre tutto uno studio dedicato all'agricoltura nello sviluppo integrato dell'area. 4. Le operazioni integrate della Commissione europea - come è noto - si basano sull'utilizzazione coordinata degli strumenti finanziari della Comunità ed in particolare: Fondo regionale, Fondo sociale, Feogaorientamento, Bonifici di interesse SME (Italia e Irlanda), Prestiti Ortoli e Prestiti BEI. I1 progetto predisposto dalla FI.ME., come abbiamo visto, interessa in egual modo i settori industriale, agricolo, sociale ed infrastrutturale, settori tutti con possibilità di finanziamento comunitario, se i progetti vengono sviluppati nel quadro di una politica con interesse europeo. Riteniamo utile non approfondire ora il discorso, lasciando spazio alle reazioni delle autorità e delle forze politiche, economiche e sociali locali, per ritornare successivamente sull'argomento. Thorn di Piero Soldati governi francese ed inglese e dello stesso Jenkins, che non aveva nascosto - negli ultimi tempi - le sue preferenze pe,r l'attuale commissario all'agricoltura, il danese Finn Gundelach. In secondo luogo è un successo della presidenza italiana che, seppure tardivamente e debolmente e con l'incertezza che ha contracidistinto momenti importanti del periodo 1 gennaio-30 giugno 1980, ha saputo superare da ultimo gli ostacoli ed i veti di Parigi. In terzo ed ultimo luogo t; un successo dello stesso Thorn che, dopo aver perso maldestramente la battaglia per la Presidenza

4 del Parlamento europeo, giunge ora al vertice delle istituzioni comunitarie nel momento in cui sono richieste molte qualità politiche e diplomatiche per recuperare gli errori commessi da Jenkins. Non t. invece un successo del Parlamento europeo, che aveva chiesto in aprile al Consiglio di essere formalmente consultato durante la procedura di nomina del nuovo Presidente: la richiesta ha ricevuto a Venezia un [[fin de non recevoir». Eppure era stato lo stesso Colombo, nella sua qualità di presidente della Commissione politica dell'assemblea europea, a sostenere e portare in aula la risoluzione Rey sui rapporti fra Parlamento europeo e Commissione! -. I1 Parlamento europeo ha ancora la possibilità di chiedere con fermezza al nuovo Presidente il rispetto del secondo impegno, indicato nella risoluzione Rey: il presidente della nuova Commissione deve presentare il suo programma all'assemblea e chiedere il voto di fiducia. Non t. difficile immaginare che Thorn comprenderà il significato politico di una simile procedura ed i vantaggi che da essa possono derivare alla stessa Commissione. 2. Dedicheremo questa e le prossime ~Cronache~ agli elementi del programma della nuova Commissione, che riteniamo centrali per lo sviluppo dell'integrazione europea nei prossimi anni ( ). I1 problema della riforma istituzionale è oggi il tema che condiziona le capacità di evoluzione delle più importanti politiche comuni, insieme a settori-chiave come il bilancio e le relazioni esterne della Comunità. Probabilmente uno dei primi atti del nuovo Presidente dovrebbe essere la nomina di un <<commissario responsabile dei problemi istituzionalin, incaricato di seguire l'attività che il Parlamento europeo sembra voler iniziare a seguito del progetto Spinelli (vedi punto 3). Del resto, la Commissione non parte da zero se t. vero che fu essa ad elaborare - ad uso del presidente Tindemans - il miglior rapporto sulle prospettive di evoluzione dell'unione europea. La rilettura di quel testo sarebbe utile sia ai nuovi commissari, che al Parlamento europeo e agli stessi movimenti europeistici. Mentre la Coinmissione si deve preparare ad affiancare l'aytività del Parlamento europeo, nella sua qualità di «saggio. incaricato di elaborare il progetto di riforma istituzionale, ABBONATEVI A COMUNI D'EUROPA 28 anni di rigorosa e libera battaglia per gli Stati Uniti d'europa COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 il suo Presidente deve essere capace di riappropriarsi del ruolo di motore dell'integrazione europea, garante del rispetto dei trattati ed esecutivo (= governo) della Comunità, ruolo progressivamente abbandonato per far posto a quello di segretariato del Consiglio. 3. Sappiamo che Thorn segue ~ersonalmente con interesse gli sviluppi dell'iniziativa presa da Spinelli il 25 giugno e tendente a responsabilizzare il Parlamento europeo sul tema della riforma istituzionale. Gli inizi sono stati incoraggianti, tenuto conto che hanno già aderito democristiani come Tindemans, Gaiotti, Cassanmagnago, von Wogau e Lucker; socialisti come Brandt, Ruffolo, Didò, Wieczorek-Zeul, Balfe, Enright, Key, Pelikan, Ripa di Meana; liberali come Visentini e Nord; conservatori come Johnson e Jackson; comunisti come Ippolito e Leonardi. A settembre si svolgerà una riunione del gruppo di deputati che ha appoggiato il progetto Spinelli: l'obbiettivo.procedurale» è quello di costituire una commissione <<costituente,>, che prepari per l'assemblea il progetto di riforma. 4. Un'ultima parola per I'UEF: crediamo che in questo momento, estremamente delicato per la Comunità e per il Parlamento europeo, sarebbe molto pericolosa una confusione di ruoli. E' utile ed opportuno che I'UEF e gli altri movimenti europeistici sollecitino il Parlamento dall'esterno, anticipandone le posizioni e salvaguardando l'obiettivo finale dal rischio di compromessi poco chiari, di affossamenti o annacquamenti (sempre possibili, a causa della lunghezza e difficoltà della procedura), di ritardi ed ostacoli frapposti dai governi e dalle amministrazioni nazionali. I1 disegno federalista e la caricatura confederale Ytontrnuazione da pag. 2) dotate di poteri reali, ed autorità democratiche regionali e locali. Comunque ci importa evidenziare che l'estensore della "nota" di "Mondo economico" ammetteva che le "proposte Fuà" possono offrire "la preziosa possibilità di elaborare un modello non solo nuovo ma anche più umano". Dalle proposte per i paesi europei e le regioni comunitarie "di più recente industrializzazione" (o, semplicemente, economicamente arretrati) possiamo trovare preziosi suggerimenti per estendere il discorso a un modello o a un progetto complessivo di Europa (e quindi a uno scopo accettabile per la convergenza delle diverse economie nazio: nali), che si ispiri molto di più a Ernst Schumacher e a Erich Fromm che non all'attuale sviluppo selvaggio: quest'ultimo su terreno internazionale e in particolare nei riguardi del terzo e quarto mondo non potrebbe che proporre o nuove impostazioni criptocolonialiste o la dissipazione rapida e disastrosa di tutti i beni naturali del pianeta. Dicevo alla conferenza di Magonza delle, città gemellate (nel settembre del 1978): "non è semplice... un riorientamento qualitativo dello sviluppo: ma bisogna dedicarcisi, senza un attimo di indugio". Aggiungevo poi, citando il nostro vecchio compagno di lotta Raymond Rifflet, che "in definitiva il riorientamento qualitativo dello sviluppo implica... una rivoluzione culturale (con una sua austerità: inutile tentare di divincolarsi) e insieme richiede una mutazione istituzionale (democrazia economica e partecipazione effettiva dei lavoratori e dei consumatori)". Se l'europa, unendosi con vincoli federali, sapesse poi cambiare totalmente faccia (O, meglio, corpo), avrebbe un senso quel piano Marshall verso il terzo-quarto mondo di cui a più riprese ha parlato Altiero Spinelli. Esso perderebbe quell'aspetto puramente economicistico, che avrebbe qualora si limitasse a rendere i paesi della fame non tanto compratori dei prodotti europei ma, come si vorrebbe ingenuamente ribaltando soltanto il problema, compratori del nostro know how e di alcune poche produzioni estremamente sofisticate. Troppo comodo questo sottile neoimperialismo: in realtà noi potremo contribuire a un nuovo ordine internazionale non tanto o non solo modificando le ragioni di scambio coi paesi ex coloniali (quello scambio ineguale, su cui si è sempre basato l'autentico imperialismo) quanto dandoci una struttura e forme di consumo che ci permettano realmente non di predicarla, ma di attuarla fino in fondo questa diversa logica degli scambi internazionali. Tra l'altro così facendo non solo ristabiliremo un rapporto di giustizia fra gli uomini, ma anche un ragionevole rapporto tra gli uomini e i beni (limitati) della natura. Come si vede non sono i rapporti economici o, meglio, i rapporti economici contingenti a determinare nuovi rapporti politici, ma t. una nuova visipne della politica e delle istituzioni che ad essi devono presiedere e che potranno trovare una logica collocazione anche ai rapporti economici, con reciproca soddisfazione di tutti, a condizione che tutti vogliano sobbarcarsi un'equa parte di sacrifici accanto ai tanti vantaggi. Siamo dunque partiti da un'esigenza, quella di stabilizzare il prezzo del petrolio, siamo passati attraverso la moneta europea e siamo finiti a trattare della struttura stessa dell'europa. I1 pateracchio confederale non crea nessuna moneta europea reale e ancor meno dà agli europei la credibilità per fare ai produttori di petrolio una proposta che non sembri immediatamente una furbizia di mercanti, da vagliare quindi in funzione di altre furbizie che possono presehtarsi come più redditizie. I confederalisti non persuaderanno mai i paesi dell'opec e i loro uomini migliori e manderanno in malora tutte e ciascuna le nazioni dell'europa, conservata tenacemente a regime balcanico: e insieme al danno d'europa faranno il danno della pace e del mondo. Si ricordi (i cinesi hanno ragione) che probabilmente per l'europa si avrà il terzo conflitto mondiale (e la fine del mondo?): l'europa federata può tbttavia essere anche la democrazia "giusta, libera e solidale", che evita il terzo conflitto mondiale e avvia l'autentico superamento dell'equilibrio del terrore.

5 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA Londra conferma il segnale negativo di Liverpool Occupazione : una battaglia politica europea Dopo Liverpool Pochi i alla prima riunione del Gruppo di lavoro sui problemi dell'occupazione nelle aree urbane, tenutasi a Londra il 2 luglio scorso. I Paesi presenti sono stati, oltre la Gran Bretagna, il Belgio, la Francia, l'italia e l'olanda. Presenti anche rappresentanti del CCE, della IULA e della Comunità europea. I1 Gruppo di lavoro sui problemi dell'occupazione è stato formato, insieme agli altri due sulla energia e problemi dell'ambiente e sul mercato delle aree urbane, dopo la Conferenza di Liverpool del 6-9 novembre 1979 sui problemi urbani nella Comunità europea..comuni d'europa. ha già dato ampia informazione e documentazione sulla Conferenza di Liverpool nel dicembre In quella occasione è stata sottolineata la posizione della delegazione italiana che votò contro la risoluzione finale della Conferenza, ritenendola inadeguata ai problemi che travagliano sul piano politico, su quello economico territoriale e su quello istituzionale la Comunità economica europea. Nei momenti di crisi, rifugiarsi in àmbiti ristretti di azione con l'illusione della concretezza costituisce un errore. Non vogliono capirlo i nostri amici inglesi ed altri. Lo capisca però la dirigenza del CCE (e della IULA 2). La riunione di Londra, avvenuta dopo ben 8 mesi da Liverpool è stata inutile ed il rischio è che tali risulteranno anche le prossime, a partire da quella già convocata a Bruxelles per il 12 novembre p.v. Politica economica,. occupazione e poteri locali I problemi della occupazione sono la conseguenza di impostazioni di politica economica che i poteri locali (Regioni e Comuni) non riescono a modificare. Chi decide sono le grandi concentrazioni economico-finanziarie che ristrutturano gli apparati produttivi su scala mondiale in relazione ad obiettivi da esse stesse definiti, in assenza di poteri politici commensurabili alla loro scala di intervento. Compito di organismi sovranazionali come il CCE (e la IULA?) non può essere quello di sommare le lagnanze dei singoli poteri locali, essi, viceversa devono formulare una politica che, per la sua organicità, sappia incidere sui comportamenti delle istituzioni comunitarie e delle forze politiche e sindacali in ordine ai temi (squilibri territoriali, settoriali e monetari, energia, ambiente) dai quali dipende anche il problema della occupazione, con particolare acutezza in alcune aree. E' stato detto a Londra agli amici inglesi: siamo d'accordo circa I'esigenza che le olit ti- di Gabriele Panizzi che comunitarie non si risolvano in tutela di interessi costituiti e corporativi (nell'agricoltura, ad esempio). Ma questa giusta esigenza non può avere risposte a dimensione nazionale e settoriale. O si ha il coraggio di compiere un salto di qualità (dalla dimensione nazionale-settoriale dei problemi a quella europea-organica) ovvero passeremo dalle lagnanze verso gli organi comunitari (ma quali poteri i governi gli lasciano esercitare?) a forme di nazionalismo esasperato (con ulteriore regressione dei problemi). Prendiamo appunto l'occupazione (di cui, sia ben chiaro, a Londra non si è affatto discusso!). Nel corso degli anni '60 e '70 abbiamo assistito a forti correnti migratorie dalla periferia al centro Europa. L'attenuazione di tali correnti t. stata possibile solo con il ricorso a lavoratori portoghesi, spagnoli, turchi, greci e jugoslavi. Per almeno quindici anni (fino alla metà degli anni '70) non vi è stata alcuna politica comunitaria capace di contenere la libera circolazione della mano d'opera e di attivare la circolazione dei capitali. E che dire della politica agricola volta a conservare le strutture antiche ed a fornire mano d'opera per la emigrazione industriale? I1 Fondo sociale europeo, in mancanza di una organica politica di equilibrio degli investimenti ha avuto come risultato la sovvenzione di attività di sussistenza. Nel 1975 il Fondo europeo di sviluppo regionale fa la sua timida apparizione in assenza di una politica regionale che sola può consentire la corretta utilizzazione del FSE e dello stesso FESR (le ultime modificazioni regolamentari del FSE sono state infatti un regresso rispetto a quelle avanzatedel 1971). La politica dell'impiego non ha spazio su scala nazionale Non vi è politica dell'impiego da parte dei pubblici poteri ne1l:'area europea. Ciascun Paese va dietro i problemi che la dinamica economica (governata da centri di potere sovranazionale) loro crea: l'italia col Mezzogiorno in particolare ma anche gli altri Paesi con le loro aree in declino o con quelle congestionate (sono facce di uno stesso poliedro). Scoprire da parte di alcuni paesi ora i problemi della disoccupazione strutturale (non quella frizionale) nelle aree urbane in declino non può riportarci indietro nella battaglia politica che stiamo combattendo da decenni: la politica dell'impiego non può essere affrontata con successo nell'àmbito degli angusti confini nazionali. La conseguenza di questo modo di procedere it stata la devianza sindacale sui problemi degli occupati (gli emigrati so110 stati considerati come categoria speciale ed i disoccupati, quando sono divenuti tanti - almeno ufficialmente, tralasciando le questioni del lavoro sommerso - hanno spiazzato le organizzazioni sindacali perché è loro mancato un terreno di lotta sul quale affrontare, insieme a tutti i lavoratori, il nodo di politica economica stretto dalle concentrazioni economico-finanziarie multinazionali) e la incapacità di proposta politica dei partiti, anche essi condizionati da schemi nazionalisti. Sono prevalse le azioni assistenziali su scala nazionale con rigurgiti di nazionalismo e di gretto spirito di impresa che non giovano, a mio parere, nè ai lavoratori nè agli imprenditori e tanto meno al processo di unificazione politica, su basi federali, dell'europa. Nel momento in cui rischiano di prevalere tendenze disgreganti nella costruzione comunitaria dobbiamo assolvere, come usuale, al nostro compito di autentici europei: iichiedere al CCE alcuni passi ad evitare che il segnale negativo di Liverpool (v. C.d'E., dicembre 1979) divenga sempre più forte, da una parte; dall'altra, partecipare con onestà ai prossimi incontri dei tre gruppi di lavoro formati dopo Liverpool non stancandosi di prospettare l'esigenza di un maggiore taglio politico delle questioni da affrontare. Parlamento europeo e CCE Ad un solo anno di distanza dalle elezioni del Parlamento europeo sembra quasi esse non vi siano state e scarsi appaiono i rapporti fra le organizzazioni di massa (CCE) ed il Parlamento stesso. Ciò, in presenza di un degrado della Commissione CEE e del Consiglio dei ministri (& paradossale... difenderlo) nei riguardi del Direttori0 degli Stati, lascia spazio ad una alienazione del Parlamento e determina lo svuotamento del CCE per mancanza di interlocutori. La posta in gioco è di non poco conto: lo stemperamento dei problemi politici in settori di apparente concretezza è nocivo per la ripresa di vigore della battaglia europea (sovranazionale e federalista), per la pace e la democrazia nel mondo. direttore responsabile: Giuseppe Piazzoni direttore comitato scientifico: Prot Lucio Susmel, direzione e redazione: Roma-116, Viale CastroRelorio -Teleforu, amministrazione e abbonamenti GRUPPO GIORNALISTICO EDAGRICOLE Bologna - 3, Emilia Levante - C C p 8/32028 abbonamento zniiuo, L l

6 6 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 «Hearing» del P.E. con i rappresentanti delle autonomie locali e' regionali La Commissione di politica regionale e assetto del territorio del I'arlamento europeo si è fatta promotrice di un. hearing>> (o udienza conoscitiva) con rappresentanti delle autonomie locali e regionali della Comunità, svoltosi a Bruxelles il 27 maggio. Accogliendo volentieri I'in~ito del p residente della Coinmissione predetta, on. Pancrazio De Pasquale, una delegazione rappresentativa del Comitato consultivo delle Istittrzionr locali e regionalz deglr Stati memb~i della CEE, che è presieduto congiuntamente da E'lorindo d'aimmo, presidente della Regione Molise e da Sir Meredith Whittaker, membro del North Yorkshire County Council, ha partecipato alla riunione (l). Scopo dell'incontro era di favorire un franco scambio di informazioni e di opinioni tra i parlamentari europei - più - direttamente impegnati nel. - campo della politica regionale e i portavoce delle autonomie territoriali che, per i loro compiti istituzionali, sono a diretta conoscenza dei problemi dello sv.iluppo, fanno quotidiana esperienza delle incidenze negative degli squilibri regionali e sono particolarmente sensibili al coordinamento orizzontale - proprio perché enti politici e territoriali a fini generali - dei diversi interventi pubblici e privati in favore dello sviluppo delle comunità locali e regionali e in grado di meglio verificare l'efficacia delle azioni che la Comunità europea svolge nelle diverse aree. Più specificamente, la discussione si è articolata sui seguenti temi tutti di grande rilievo per il futuro della Comunità e per una sua più incisiva azione nel campo regionale: - i programmi di sviluppo regionale; - le azioni del settore.fuori quota» del Fondo europeo di sviluppo regionale; - indicazioni e suggerimenti per la futura revisione della disciplina del Fondo europeo di sviluppo regionale. Sui primi due temi il Clomitato consultivo delle istituzioni regionali e locali aveva già centrato i suoi lavori nel corso della riunione svoltasi a Campobasso nei giorni aprile e di cui abbiamo dato ampio resoconto su «Comuni d'europa., n. 5 (maggio, 1980). Proprio il dibattito approfondito svoltosi in quella sede e conclusosi con I'approvazione di due elaborati documenti ha permesso al Comitato coiisultivo di portare un apprez.zato contributo all'incontro con i parlamentari europei. I due documenti finali di Campobasso pubblicati a cura della segreteria della Commissione di politica regionale e assetto del territorio (documento PE e PE ) hanno fornito una serie di valutazioni, rilievi e suggerimeriti sulla normativa comunitaria relativa ai temi predetti; non già in termini astratti ma alla luce dell'esperienza che nei singoli paesi membri è stata fatta di tale normativa da parte degli enti territoriali nei loro rapporti con la popolazione, con i poteri nazionali e con le istituzioni comunitarie. Sui problemi posti da una revisione della disciplina del Fondo europeo di sviluppo regionale che dovrebbe entrare in vigore (anche se è probabile uno slittamento) con il 1" gennaio 1981, i rappresentanti degli enti locali e regionali presenti a Bruxelles hanno formulato una serie di proposte atte a migliorare I'eficacia del Fondo, a concentrarne le azioni, a renderne più spedito il funzionamerito e a rafforzare il loro ruolo nell'elaborazione ed attuazione della politica regionale (di cui il Fondo e solo uno strumento) I parlamèntari europei e, nel suo intervento conclusivo, lo stesso presidente De Pasquale, hanno manifestato un sincero apprezzamento per il contributo fornito dai loro (1) Erano re senti alla riunione: Merrdirh Whittaker, iiietnbro del North Yorkshii-e County Council, presidente della Srzionc inglese del CCE e della ILLA e co-presidente del Comitato consultivo: Elisabetli Gdteau, ~egretario generale aggiunto del CCE, co-segretarici del Comitato consultivo; Philippe Waddington, segretario generale aggiunto della IU- LA, co-segretario del Coiriitato coiisultivo. I iiieiiibri: P.iiiI Bongers, segr. esec. della Sezione inglese del CCE; H.J. Brinei. vice presidente dell'associarione delle Regioni di frontierz dell'europa; Claude Deloriiie, sindaco di Forcalquier; Hartmut Hausmann, segretario dell'associazione delle Kegioni di trontiera dell'europa; Harry Jeurissen, della Sezione olandese del CCE; M. Kneer, dell'associazi«ne delle citti e coiriuni tedeschi; H.G. Lang, segretario generale aggiunto dell'associazione delle città e comuni tedeschi; A. Leidinger, direttore dell'associazione dei Landkreise Nordrhein-Westfalen; H. Letschert, sindaco di Tilburg; Mamitsch, della cancelleria del Land Baviera; Gianfranco Martini, segretario generale aggiunto della Sezione italiana del CCE: Aliso Mizzau, assessore alla Regione f:riuli-venezia Giulia; Georges Pirrret, segretario generale della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime d'europì; Gordon Pirie, consigliere della città di Westniinster; J.A. Keijnen, sindaco di Heerlen e presidente della Sezione olandese del CCE; Charles Ricq, segretario generzle zggiunto della Commissione AGEG; Wolfgzng Scheuble, presidente dell'associaziorie delle Regioni di trontiera dell'europa. Per il Comitato dell'arco alpino ha partecipato Giovanni Martinengo che e anche presidente dell9uncem e membro del Consiglio nazionale dell'aicce. Certo, I'ltalia è un lus3go splendido per passarci le vacanze. Ad ogni angolo si incoritrano millenni di storia, di arte, di cultura. Ma l'ltalia non e soltanto questo. Italia è anche tc?cnologia avanzata, paziente ricerca, intelligente inventiva. Ne è un esempio il "Robogate": un impianto industriale completamente "Made in Italy" che - unico al mondo - consente la saldatura automatica delle scocche d'automobile. Cltalia è anche un mercato aperto, pronto ad intraprendere con qualunque paese estero importanti e validi rapporti commerciali. E l'istituto Bancario San Paolo di Torino può darvi una mano. 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7 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA interlocutori locali e regionali e hanno rico-?osciuto l'utilità di più frequenti contatti tra il Parlamento europeo e i rappresentanti delle autonomie territoriali nell'intento di assicurare a questo necessario dialogo contenuti sempre più concreti e specifici. Ciò non significa naturalmente, è stato sottolineato, voler ridurre la partecipazione degli enti locali e regionali al processo di integrazione europea solo ad aspetti, pur importanti, di natura tecnica e finanziaria: il loro apporto è invece aus~icabile ed estremamente utile ad entrambe le parti se detto dialogo si colloca in una indispensabile prospettiva politica, cioè di rafforzamento delle istituzioni rappresentative ai diversi livelli, di apertura di più ampi spazi di collaborazione e di partecipazione e di una migliore canalizzazione nei due sensi dei flussi di informazione. La Commissione delle Comunità europee pubblica periodicamente delle «schede europee, su vari argomenti, destinate all'opinione pubblica generalizzata. In una scheda recente che contiene una serie di domande e risposte sulla Comunità europea, viene affrontato anche l'argomento, sempre così attuale ed essenziale, dell'incidenza della Comunità sulla realtà regionale con particolare riguardo a NUOVE ADESIONI DI ENTI TERRITORIALI LOCALI ALL'AICCE Amministrazione provinciale di: ab. Foggia Comune di: San Bellino (KO) Panicale (PG) quella delle aree più deboli e in difficoltà. Ebbene, è proprio moltiplicando i contatti fra i rappresentanti democratici di tali regioni e le istituzioni comunitarie che si contribuisce a rendere l'azione di queste ultime in favore di uno sviluppo territorialmente più equilibrato più pronta, più adeguata, più continuativa e più prossima al cittadino. 11 Consiglio dei Comuni d'europa e il Comitato consultivo degli enti regionali e locali che esso ha contribuito, in modo determinante, a costituire, intendono fare sempre più di questa collaborazione un punto qualificante della loro azione politica. Giovanni Franchi L'integrazione europea all'esame della XV CPLRE Dal 10 al 12 giugno si t svolta a Strasburgo la XV sessione plenaria della Conferenza dei poteri locali d'europa. Ogni anno, infatti, questo organismo consultivo creato alla fine degli anni '50 nell'ambito dell'assemblea del Consiglio d'europa, riunisce le delegazioni dei 21 paesi membri oltre ad alcuni osservatori di paesi esterni. La delegazione italiana, formata previa intesa tra I'AICCE, I'ANCI, I'UPI e I'UN- CEM, ha potuto assicurare una efficace presenza ai lavori della Sessione nonostante essa si aprisse immediatamente a ridosso dei giorni di voto per le elezioni comunali, provinciali e regionali (*),. Nella prima giornata dei lavori sono stati eletti il presidente della Conferenza (lo svizzero Bernard Dupont presidente della Sezione svizzera del CCE) e i vice-presidenti. Successivamente si è aperto un dibattito sullo stato dell'integrazione europea introdotto da un ampio rapporto presentato, a nome della Commissione permanente, dal borgomastro di Russelsheim (KFT) Karl Storsberg, che t: al tempo stesso presidente della Sezione tedesca del CCE, sul tema: '< I progressi dell'integrazione europea n. Una serie di comunicazioni presentate rispettivamente dal presidente in esercizio del Comitato dei Ministri del Consiglio d'europa, dai rappresentanti dell'assemblea parlamentare e del Segretario generale di detta istituzione, nonché del Parlamento europeo e della Coinmissione della Comunità europea hanno fornito ai delegati un ampio panorama sull'attività del Consiglio d'europa e della Comunità e sulle linee orientative del loro impegno futuro. Nel corso dei successivi lavori della Conferenza sono stati affrontati, in modo più diretto, il ruolo e i1 bilancio politico ed operativo della Conferenza stessa nonché temi specifici d'interesse locale e regionale sulla base di 3 rapporti: «L'azione degli enti locali e regionali nel campo della protezione dell'ambiente di fronte allo sviluppo dell'energia nucleare D (relatore la signora Helena Rosetadella delegazione portoghese, a nome della Commissione per l'ambiente e l'urbanistica);.le istituzioni regionali in Europa (relatore A. Galette della delegazione tedesca, a nome della Commissione delle strutture e delle finanze locali) ; La cooperazione transfrontaliera in Europa (relatore i1 sindaco di Losanna, Delamuraz, a nome della Cominissione dei problemi regionali e dell'assetto del territorio); quest'ultima relazione t stata poi integrata da una comunicazione sugli aspetti culturali di detta cooperazione (presentata da Theodor Hotz della delegazione svizzera a nome della Commissione culturale). Giancarlo Piombino, presidente del- I'AICCE e capo delegazione italiana ha illustrato il progetto di parere sul secondo piano a inedio termine ( ) del Consiglio d'europa, sotto il profilò delle sue incidenze sulla realti locale e regionale e quindi sulla futura attività della Conferenza. Lo stesso Piombino e Enzo Baldassi, deputato nazionale e membro del Comitato esecutivo delllaicce, sono stati designati a far parte della Cominissione permanente: gli altri delegati italiani si sono ripartiti tra le varie commissioni e gruppi di lavoro. Giuseppe Bufardeci, vice presidente vicario dell'aicce è stato designato quale rappresentante della conferenza al Comitato organizzativo della campagna per il rinnovamento della città. In considerazione della complessità degli argomenti posti all'ordine del giorno anche di questa sessione e dato che è stata ripetutamente constatata l'opportunità di adeguare l'attività della Conferenza sia alle esigenze prioritarie degli enti locali e regionali sia al ruolo specifico del Consiglio d'europa rispetto ad altri organismi ed istituzioni (in primo luogo la Comunità europea), i delegati italiani hanno convenuto sulla necessità di mantenere più stretti collegamenti con loro e con I'AICCE al fine di: a) meglio coordinare la loro attività nelle diverse commissioni; b) assicurare il rispetto di una comune linea politica; C) contrastare eventuali proliferazioni di iniziative non necessarie; d) evitare il rischio di dispersione. In vista di ciò potrebbe anche rivelarsi utile un incontro della delegazione italiana con il presidente neoeletto della Conferenza. Alla vigilia della Conferenza, il 9 giugno, si era riunito a Strasburgo il Comitato di presidenza del CCE per la messa a punto di un orientamento unitario della nostra associazione, e dei suoi membri nelle varie delegazioni nazionali, nel corso dei lavori della Conferenza. Vi ha partecipato per I'AICCE l'on Baldassi: gli altri membri del Comitato di presidenza erano stati trattenuti nelle rispettive sedi pet le conclusioni delle operazioni del voto regionale e amministrativo. G.M. '- L'elenco dci delegati italiani, trasinesso al Consiglio d'europa tramite il ministero dell'lnterno, era il seguente (sono in corsivo i nomi dei delegati presenti a Strasburgo): Walter Anello - membro della Direzione della Lega per le Autonomie e i Poteri locali; Enzo Bald~sii- Deputato- Palazzo Montecitorio - Roma; Rosario Ballatore - Presidente della Provincia di Trapani; Enzo Bernardi - Consigliere regionale del Lazio; Armando Bertorelle -Presidente della prima Cominissione di Studio dell'aicce: "Le strutture dell'amrninistrazione locale e la finanza locale"; Moreno Bucci- Consigliere comuiiale di Viareggio; Gluseppe Bufardeci - Consigliere comunale di Forino - Vice Presidente Delegato AICCE; Teresa Grrya Cantoni - Consigliere comunale di Pesaro; Filippo Caria - Assessore alla Regione Campania; Stelio De Carolis - Consigliere provinciale di Forli; Giorgio De Sabbata - Senatore - Palazzi) Madama - Roina: Aurrlio Dozlo - Sindaco di Erve; Nicola Girolami -.Consigliere provinciale di Roma; Ren~to Grilli - Assessore alla Provincia di Parina; Libero Lucconi -Consigliere regionale delle Marche; Angiolo Marroni - Vice-Presiderite della Provincia di Roina; Edourdo Martiriengo- Presidente dell'uriione Nazionale Comuni ed Enti montani (UNCEM); Grarifia~ico Martini - Segretario Generale Aggiunto dell'a.1.c.c.e.; Ezio Martone - Vice -Presidente deha Provincia di Tricste; Ugo Marzola - Presidente della 1)rovintia di I'errara; Car~rillo.Lloser- Segretario Generale dell'upi; Giorgio Pasìtto - Consigliere coniunale di Anzio - Consigliere Proviiiriale di Konia; Maurizio Pessato - Assessore alla Provincia di Ti-ieste; Tonino Piazzi - Consigliere cornunale <li Castelnovo ne' Moiiti; Giuseppe l'iazzoni- Segretario Generale dell'uncem; Giancarlo I>iombrno- Consigliere Comunale di Genova - Presidente dell'aicce; Franco Ravà - Presidente della Provincia di Fircrize - Presidente dell'u.i'.i.; Cam~llo Kipamonti- Senatore - Sindaco di Gongorzola - Presideiite dell'anci; Ario Kupeni - Consigliere circosrrizioiiale di Koinl: Dornenico Santese - Sindaco di Sanarica. Umberto Seratini - Consigliere coniunale di Vidracco - Segretario generale dell'aicce; Dante Stefani - senatore - Segretario nazionale della Lega per le Autonomie e i Poteri locali; Luigi Tarricone - Presidente del Consiglio regionale della Puglia: Ferdimndo Vera - Consigliere comunale di Reano - Consigliere regionale del Piemonte; Ugo Vetere - Deputato - Assessore al Comune di Roma; Gian Carlo Zoli - Consigliere comunale di Bagno a Ripoli.

8 8 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 Riassunto schematico del1 'attività CCE I Riunioni istituzionali del CCE A Riunioni degli organi dirigenti Bureau (Parigi, gennaio) Comitato di presidenza (Torino, 26 marzo) Comitato di presidenza (Strasburgo, 9 giugno) B Varie Incontro informale tra la Sezione italiana e la Sezione olandese del CCE per la preparazione del Bureau (Parigi, 20 gennaio) Preparazione e pre-rapporto sul regolamento interno e gli eventuali emendamenti statutari del CCE (Strasburgo, 18 marzo) Riunione del gruppo di lavoro europeo per la preparazione del ~Dossier Europa>) (Torino, 27 marzo) Assemblea generale della Sezione olandese del CCE (Hulst, aprile) Riunione dei segretari generali delle Sezioni del CCE (Parigi, 8 maggio) Incontro con la Commissione di gestione della costituenda Sezione spagnola del CCE (Madrid 19 maggio) I1 Attività in collegamento con la Comunità europea Riunione preparatoria per la creazione dell'intergruppo degli eletti locali e regionali del Parlamento europeo (Strasburgo, gennaio) Contatti vari con la Cornrnissione per la politica regionale e assetto territoriale del Parlamento europeo (Bruxelles, gennaio e aprile) Partecipazione allo ~Hearing. della Commissione ambiente, della salute pubblica e della protezione dei consumatori del Parlamento europeo (Dublino, febbraio) Partecipazione al Congresso su.i1 patrimonio architettonico europeo., promosso dalla commissione CE5 in collaborazione con i1 Consiglio d'europa (Bruxelles, marzo) Riunione del Comitato consultivo delle Istituzioni regionali e locali dei Paesi membri della CEE (Cainpobasso, aprile) I Riunione dell'intergruppo degli eletti locali e regionali del Parlamento europeo (Strasburgo, 17 aprile) Consegna del Trofeo europeo di civismo alla città di Ravenna (Ravenna, 3 maggio) Partecipazione allo "Hearingn della Comrnissione di politica regionale e assetto del territorio del PE e Bureau del Comitato consultivo delle Istituzioni regionali e locali dei Paesi membri della CEE (Bruxelles, 27 maggio) Riunione dell'lntergruppo degli eletti locali e regionali del PE (Strasburgo, 17 giugno) I11 Attività in collegamento con il Consiglio d'europa Seininario su «La Coinunità europea negli anni '80., promosso dalla Maison de 1'Europe (Marienberg, giugno) Riunioni della Conferenza dei Poteri locali e regionali europei (CPLRE) e dei suoi organi permanenti Bureau (Parigi, 25 gennaio) Commissione ambiente e urbanistica (Strasburgo, 20 febbraio) Commissione permanente (Strasburgo, febbraio e 13 giugno) Corninissione per i problemi regionali e la pianificazione del territorio e sottocommissione delle Regioni rurali, agricole e di rnontagna (Strasburgo, marzo) del Consiglio dei Comuni Comrnissione culturale e sottocommissione per la preparazione del IV confronto europeo delle città storiche (Bruxelles, 27 marzo) Commissione delle strutture e la finanza locale (Namur, aprile) Riunione preparatoria della Commissione permanente (Madrid, 19 maggio) e Con~missione Permanente (Madrid 20 maggio) IV Conferenza tra i ministri responsabili degli enti locali e le delegazioni dell'assemblea parlamentare e della CPLRE (Madrid, maggio) XV sessione plenaria (Strasburgo, giugno) Cornmissione culturale (Strasburgo, 11 giugno) Corninissione ambiente e urbanistica (Strasburgo, 11 giugno) Commissione per i problemi regionali e la pianificazione del territorio (Strasburgo, 11 giugno) IV Convegni, Incontri, Colloqui, promossi dal CCE Convegno su «Gli enti locali di fronte ai problemi della salute., (Grenoble, 1-2 febbraio) Tavola rotonda sul tema.vogliamo veramente l'europa unita., promossa dal CCE e dal Consiglio regionale del Piemonte (Torino, 27 marzo) Incontro fra amministratori locali italiani e francesi su *I problemi dell'integrazione europea., promosso dalla Sezione italiana e dalla Sezione francese del CCE (Torino, 28 marzo) V Attività varie A Gemellaggi e scambi Bardonecchia (I) Modane (F): la cerimonia di gernellaggio a Bardonecchia (15 giugno); 2" cerimonia di gemellaggio a Modane (29 giugno) Lariano (I) Sausset les Pins (F): la cerimonia di gernellaggio a Lariano (25 maggio) Lecco (I) Macon (F): concerto dell'accademia corale di Lecco a Macon (aprile); incontro quadrangolare di rugby a Lecco e concerto della corale «A coeur Joie. di Micon a Lecco (maggio); visita a Lecco di una delegazione ufficiale dell'amministrazione comunale di Micon, guidata dal sindaco (6-8 giugno); soggiorno di 22 studenti lecchesi presso le famiglie di Micon (giugno) Lucca (I) Colmar (F) Schongau (RFT) Sint Niklaas (B) Abingdon (GB): riunione di funzionari comunali delle città gernelle a Colinar per la inessa a punto del programma di attività (2 febbraio); congresso dei giovani delle città gemelle a Colmar per discussione su contenuti e organizzazione delle attività da svolgere per la costituzione di Comitati per le attività giovanili (a Lucca t. stato già costituito) (17-18 febbraio); torneo di calcio a Colmar (24-25 maggio); scambi di giovani studenti con Schongau e Colmar (marzo e maggio); concerto della banda di Sint Niklaas a' Lucca (20 giugno); riunione dei sindaci delle città gemelle a Lucca con la presenza di delegazioni ufficiali, in occasione del11inaugurazi6ne di Palazzo Fanner (20-22 giugno) Marino (I) Boulogne Billancourt (F) Neukoelln (RFT) Zaandam (PB) Anderlecht (B) Harnmersmith (GB): soggiorno di 20 bambini di Marino a Boulogne Billancourt, scambio in reciprocità (gennaio); soggiorno di 24 bambini di Boulogne Billancourt, inseriti in classi parallele di scuole di Marino, per scambio di esperienze e di materiale didattico (febbraio); cerimonia di rinnovamento del gemellaggio a Zaandain con la

9 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA XVII (1) La politica energetica della Comunità europea e gli Enti locali di Gianfranco Martini segretario generale aggiunto dell'aicce 'Pubblichiamo il testo integrale della comunicazione presen tuta a nome dell'aicce dal segretario generale aggiunto Gianfranco Martini al convegno svoltosi a Roma il.15 aprile e promosso dall'associazione nazionale dei Comuni d'italia (ANCI) e dalla Confederazione italiana dei servizi pubblici degli enti locali (CISPEL) sul tema: «Ruolo dei comuni e delle loro aziende nella politica d ell'en ergia». L'iniziativa predetta ha fornito ai partecipanti (amministratori locali e regionali, dirigenti di imprese pubbliche locali particolarmente interessate all'argomento ed esperti) ampio materiale di riflessione e di dibattito; lo svolgimento del programma ne offre suficien te testimonianza. Ricordiamo in particolare la relazione generale del vice presidente delegato della CISPEL, Carlo Castagnoli, seguita dalla relazione sulla metanizzazione del Mezzogiorno di Attilio Oliva, presidente della FNAMGA V. Sono seguite alcune comunicazioni: oltre quella di Martini che pubblichiamo, ricordiamo fra le altre quelle sulle indicazioni e proposte della Federelettrica per più eficienti ed economici sistemi di illuminazione pubblica e sulle prospettive di sfruttamento. dell'energia solare in base alle ricerche condotte dal Craies di Verona nonché quella del sindaco di Brescia Cesare Trebeschi, sulla produzione combinata energia-calore e il teleriscaldamento. Le finalità del convegno sono state sottolineate negli intementa di apertura e in conclusione dei lavori rispettivamente, dal presidente dell'a NCI, Sen. Hiparnonti e dall'on. Sarti, presidente della CISI'EL. Si è voluto offrire, con le relazioni, con le comunicazioni e con il dibattito un orientamento agli amministratori comunali e ai responsabili delle loro aziende sulle possibilità e le prospettive di impegno e di realizzazioni concrete nella soluzione dei gravi problemi che oggi caratterizzano tutto il settore dell'energia e che condizionano in misura così determinante non solo lo sviluppo economico ma anche l'intera uescita sociale. Gli atti del convegno, già in corso di stampa, forniranno ampiamente la base, sul piano politico e tecnico, ad ulteriori approfondimenti su un tkma che è destinato a rimanere uno degli elementi condizionanti l'intero sistema economico mondiale e quindi lo stesso processo 'di integrazione europea. Il tema dellénergia si intreccia sempre piw anche con l'ambito di competenza e con le responsabilità specif;che degli enti regio- nali e locali, non solo per le ovvie incidenze che esso ha sulla popolazione, ma in considerazione unche delle iniziative che detti enti possono e debbono assumere nel campo energetico, per favorire le indispensabili economie di energia, favorire l'accesso a fonti alternative, garantire la salvaguardia dell'ambiente umano e naturale e utilizzare tutte le opportunità che le iniziative e gli strumenti della Comunità europea offrono per meglio fronteggiare la sfida energetica degli anni '80. Proprio per questo la Federazione iombarda dell'aicce si era fatta promotrice in data 8 Marzo 1980 di una giornata di studio a Brescia sul tema: «programma energe- tico e programmazione locale in Lombardia*. I lavori si sono articolati su tre relazioni: «aspetti qualitativi e quantitatiui del proble- ma energetico~ ;«ii;rfrastrutture energetiche e politiche del territorio» e «energia e problemi di localizzazio?ze in Lombardia» introdotte dal sindaco di Brescia, Cesare Trebeschi. Hanno partecipato all'incon tro il segretario generale aggiunto dell'aicce, Gianfranco Martini, e il Borgomastro della città di Bussum (Paesi Bassi) che ha svolto una interessante comunicazione sui problemi, le esperienze e le realizzazioni degli Enti locali - olandesi in materia energetica. 1) I problemi degli Enti locali e regionali e il ruolo dell'aicce In questo Convegno, opportunamente promosso per dibattere un tema di grande rilevanza pratica pt:r i Comuni ed altri enti locali, la partecipazione dell'aicce (Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'europa) ha un suo specifico significato e una sua precisa finalità. L'AICCE, infatti, è la Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'europa, organismo sovranazionale europeo che raggruppa attualmente non solo i Comuni, ma anche le autorità territoriali a livello regionale ed intermedio. La sua attività mira a sensibilizzare - politicamente, in primo luogo - gli eletti locali e regionali europei ai problemi dell'unificazione politica, e non solo economica, dell'europa secondo un modello federale, facendo sì che questo processo di unificazione non risponda a schemi centralistici; ma rispetti e potenzi tutte le autonomie territoriali, garanzia di democrazia, di pluralismo, di ricchezza di apporti diver- *C si pur nel comune impegno verso gli Stati Uniti d'europa. Accanto a questo obiettivo, va ricordato anche il complesso sistematico di iniziative volte a fornire agli enti territoriali un "servizio" di informazione, documentazione, scambio di esperienze che attualmente non costituisce più soltanto un contributo culturale, ma un mezzo ormai indispensabile per rendere più efficace la stessa attività amministrativa o legislativa dei Comuni, delle Province, delle Regioni. Infine, proprio questa compenerrazione di attività locali e regionali e di <<politiche» della Comunità europea rende sempre più necessario un corretto rapporto di consultazione, di collaborazione, di partecipazione degli enti territoriali alla elaborazione ed attuazione delle norme, delle iniziative e delle politiche comunitarie: ciò evidentemente richiede un sistema di dialogo e di contatti tra i predetti enti e le istituzioni della Comunità europea (il Parlamento eletto, la Commissione, il Comitato economico e sociale): alcuni risultati positivi sono stati già raggiunti in questa direzione, come vedremo, ma si tratta di passare sollecitamente ad una fase meno sperimentale e pragmatica e più istituzionalizzata. 2) Politiche nazionali e politiche europee: una progressiva interdipendenza Questa premessa non ha soltanto il valore di una presentazione, ma serve anche a capire meglio in quale ambito e quindi anche con quali limiti I'AICCE interviene a portare un proprio contributo alla tematica oggetto del Convegno. Si tratta dunque di fornire alcuni elementi essenziali di conoscenza sui programmi e sulle realizzazioni della Comunità europea nel campo energetico. In questa materia così complessa, in cui si mescolano studi, riflessioni, ipotesi di lavoro, progetti, provvedimenti normativi, abbiamo scelto, con criterio che certamente potrà non essere esente da rilievi, ma in qualche maniera inevitabilmente soggettivo, alcuni dati che ci sembravano di più diretta utilità per gli amministratori locali italiani. Ciò che ci preme sottolineare è che le principali politiche nazionali (tra queste, certamente, quella energetica) non sono più concepibili e realizzabili avulse dal quadro di riferimento europeo. Non si tratta qui soltanto del condizionamento esterno che le vicende internazionali da sempre esercitano sulle economie e sulle

10 (2) XVIII COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 società nazionali, ma dell'intreccio crescente che un sistema di solidarietà istituzionalizzata (qual'è appunto la Comunità europea) provoca tra scelte nazionali e scelte europee. 3) La Comunità europea e i problemi energetici: motivazioni ed orientamenti fondamentali (1) Tralasciamo l'analisi dei problemi - certamente determinanti - che si collocano però a monte del nostro Convegno, cioè l'importanza essenziale dell'approwigionamento energetico, la sua incidenza sullo sviluppo economico e sociale dell'intera Comunità europea e sul tenore di vita dei suoi cittadini, l'evoluzione che ha contraddistinto i consumi di circa 260 milioni di cittadini dei paesi membri, le condizioni diverse, ad esempio sotto il profilo dei prezzi, in cui l'approvvigionamento di energia awiene oggi rispetto al passato. Tutto ciò può essere letto e verificato in innumerevoli pubblicazioni. Può invece essere utile ricordare che le prime iniziative prese dalle istituzioni europee per coordinare l'azione degli Stati membri della Comunità nel settore energetico risalgono al 1962, ben prima della crisi. Una tale azione, in pieno periodo di euforia, si giustificava: a) In virtu dei trattati della CECA e dell'euratom. La Comunità europea del carbone e dell'acciaio è stata costituita nel 1951 ; l'euratom, la Comunità europea dell'energia atomica, nel I problemi che la penetrazione del petrolio importato doveva necessariamente porre all'industria del carbone, così come i suoi e'ffetti sullo sviluppo delle applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, esigevano un approccio europeo globale dei problemi energetici. b) In virtu del trattato che istituisce la Comunità economica europea. I Nove hanno un dovere di solidarietà; devono aumentare la sicurezza dei loro approwigionamenti energetici ed evitare che si verifichino tra di loro distorsioni o squilibri tali da compromettere la realizzazione del mercato comune e dell'unione economica. I1 grado di dipendenza nei confronti delle importazioni non è infatti identico per tutti gli Stati membri dato che alcuni di essi dispongono di maggiori risorse indigene. La crisi dell'energia ha reso ancora più imperiosa e urgente la necessità di una politica comune in questo settore. Infatti: a) L'Europa occidentale è apparsa molto vulnerabile. Le interruzioni o le restrizioni delle forniture, nonché i forti aumenti dei prezzi, hanno sollevato nei nostri paesi innumerevoli problemi economici. b) Le reazioni nazionali isolate e disperse si sono rivelate inefficaci; alle prese con il fronte dei paesi produttori, i paesi consumatori devono reagire in maniera solidale. (1) Più ampie informazioni possono essere ricavate dalle pubblicazioni ufficiali e dagli studi della Commissione delle Comunità europee e del Parlamento europeo ai quali abbiamo largamente attinto. C) La ricerca di una minore dipendenza dagli approvvigionamenti esterni è diventata assolutamente indispensabile. Non la si può ottenere soltanto attraverso il gioco spontaneo delle forze economiche sul mercato. Essa implica al contrario un insieme di misure che riguardano fattori molteplici, e dunque una politica energetica globale inquadrata anch'essa in una politica economica e sociale a lungo termine. L'unità del mercato comune e la realizzazione progressiva dell'unione economica e monetaria dei nostri paesi esigono dunque una politica dell'energia che sia, in larga misura, comune ai Nove. Una politica comune è anche una condizione di efficacia, essa permette infatti: a) di evitare gli sforzi nazionali dispersi o contraddittori e i doppi impieghi che essi comportano, in particolare nel campo della ricerca scientifica. b) di trar partito dal peso economico e politico di un'entità di 260 milioni di abitanti nelle relazioni con gli altri paesi importatori di energia, con i paesi produttori nonché con le società multinazionali che dominano il settore della commercializzazione. Purtroppo siamo ancora assai lontani da una vera e propria politica comune del- l'energia in sede europea. Questo risultato è il frutto di una presa di coscienza non puramente verbale della nuova situazione, è condizionata da un profondo mutamento di mentalità e di comportamenti da parte delle autorità nazionali degli Stati membri, è legata ad un reale e rapido progresso verso forme di sostanziale integrazione sul piano economico e politico, cioè alla costituzione di un vero e proprio governo europeo capace di scelte coordinate e globali in sostituzione di quella che spesso è ancor oggi - re va lente mente - una forma di cooperazione intergovernativa. Si possono tuttavia individuare fin d'ora alcuni orientamenti fondamentali ai quali questa politica energetica comune europea dovrebbe ispirarsi:. a) conviene economizzare l'energia, risorsa rara e costosa, utilizzandola più razionalmente. Una crescita economica sostenuta deve ormai essere combinata con un aumento proporzionalmente minore del consumo di energia primaria. b) la sicurezza dell'approvvigionamento e la sua regolarità, in quantità e in prezzi, sono nell'insieme meglio assicurate dalle forniture indigene che dalle importazioni, sottoposte a grandi rischi. E' necessario dunque ricercare un alto grado di autono- ' mia a condizioni di prezzo accettabili. C) L'obiettivo della sicurezza e della stabilità degli approvvigionamenti è anche facilitato dalla diversificazione delle fonti. l rischi di interruzione delle forniture e di aumento dei prezzi sono minori se si ricorre a delle fonti di natura e di origine geografica molteplici. d) Le risorse accertate che ci si sforza di mobilitare e le nuove fonti di energia che ci si sforza di.sviluppare devono presentare il più basso gado possibile di rischio per i lavoratori, per le popolazioni e per l'ambiente. I1 loro sfruttamento deve anche tener conto del carattere limitato delle risorse materiali di cui dispone l'umanità. e) L'accresciuta autonomia che occorre perseguire non può condurre all'autarchia. Con le fonti e le riserve di energia delle quali dispone, l'europa non può aspirare ad essere autosufficiente. O allora sarebbe necessario un tale sforzo di ricerca e d'investimento che il prezzo dell'energia sarebbe troppo elevato. L'energia deve d'altra parte conservare un posto negli scambi internazionali: alcuni prodotti, il petrolio per esempio, costituiscono per certi paesi esportatori una risorsa pressoché unica e il principale mezzo di sussistenza e di sviluppo. 4) La Comunità europea e i problemi energetici: le tappe principali della sua attività normativa e di indirizzo Quando si fa riferimento alla Comunità europea (più esattamente, alle Comunità europee, CECA, CEE ed Euratom, ancora formalmente distinte se pur rette da organi comuni) è opportuno precisare che i problemi energetici hanno fatto oggetto di prese di posizione, regolamentazioni normative, disposizioni programmatiche ed orientative da parte della Commissione, del Consiglio dei ministri e del Parlamento, ciascuno secondo le proprie competenze e secondo il ruolo specifico che tali organi svolgono nel complesso quadro istituzionale delineato dai Trattati: di impulso, di proposta, di gestione per quanto riguarda la Commissione, di decisioni normative definitive il Consiglio, di partecipazione alla funzione normativa e di controllo politico e di bilancio il Parlamento europeo, specie dopo la sua recente elezione diretta. Anche il Comitato economico e sociale, nella funzione consultiva che gli è propria, ha concorso a delineare un complesso di azioni comunitarie nel campo energetico. Per limitarci agli anni più recenti, quando cioè il problema energetico ha assunto connotati di maggiore urgenza e drammaticità, ricordiamo che i fondamenti di una politica europea comune dell'energia sono già stati posti a seguito delle iniziative prese ai Consigli dell'ottobre 1972 e del dicembre Alla fine del 1974 e agli inizi del 1975, sono state approvate dal Consiglio tre risoluzioni che definiscono orientamenti generali per la politica comunitaria e obiettivi settoriali specifici per il Nella prima risoluzione, si è stabilito che la "politica energetica comunitaria" significa l'elaborazione di comuni obiettivi numerici che servano da riferimento per le politiche nazionali e anche per i produttori ed i consumatori di energia della Comunità; uno stretto coordinamento delle posizioni degli Stati membri della Comunità per consentire a quest'ultima di esprimere un punto di vista comune sui problemi energetici nei confronti dell'estero; una partecipazione comunitaria che si esprima attraverso la coo-

11 luglio-agosto 1980 COMUNI B'EUROPA perazione con altri paesi consumatori da un lato e tra paesi consumatori e paesi produttori dill'altro lato. Nella risoluzione si afferma inoltre che la politica energetica comunitaria dovrebbe mirare a ridurre la domanda energetica, a migliorare la sicurezza dell'approwigionamento mediante lo sviluppo di risorse interne e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento esterne. Nella seconda risoluzione sono fissati gli obiettivi per il 1985: riduzione della dipendenza della Comunità, nei confronti dell'energia importata, al 50% e possibilmente al 40%; ripartizione di quote e di obiettivi di produzione per ogni tipo di combustibile nel bilancio energetico generale; riduzione del consumo energetico del 15% rispetto alle previsioni elaborate nel 1973 per il 1985 (cioè milioni di tep anziché milioni di tep). Nella terza risoluzione del febbraio 1975 si specificano le politiche e le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi convenuti attraverso sostegni comunitari, politiche di prezzi volte a favorire gli investimenti, interventi di sostegno a favore del carbone, una politica comunitaria di approvvigionamento del combustibile nucleare nonché una maggiore trasparenza del mercato petrolifero della Comunità. Queste risoluzioni restano la base formale della politica comunitaria e hanno ispirato in larga misura la successiva legislazione e azione comunitaria in materia. Dopo il , si sono aggiunti però diversi altri obiettivi. Ai Consiglio europeo di Brema (1978) è stato deciso di ridurre il rapporto tra la crescita della domanda energetica e la crescita del PIL della Comunità a 0,8 entro il 1985 grazie a misure rigorose di risparmio di energia. E' stato ribadito l'obiettivo di una dipendenza energetica da ridurre al 50% per il I1 Consiglio europeo svoltosi nel marzo 1979 a Parigi ha deciso di contenere il consumo di petrolio del 1979 al livello di 500 milioni di t., vale a dire una diminuzione, rispetto alle previsioni precedenti, di poco superiore al 5% convenuto da tutti i paesi dell'aie. A1 ' Consiglio europeo di Strasburgo (giugno 1979), si è deciso di mantenere fino al 1985 le importazioni ad un livello pari o inferiore a quello del 1978, a condizione di un impegno analogo da parte degli altri paesi industrializzati. Al vertice economico di Tokio del giugno scorso vi sono state indicazioni soddisfacenti in questo senso. L'attività della Comunità nel campo energetico si sviluppa in vari settori che ci limitiamo a indicare, non essendovi, obiettivamente, la possibilità di approfondirne i contenuti. Vi è una piattaforma di proposte, analisi ed obiettivi che costituiscono il punto di partenza per stabilire le tendenze energetiche nella Comunità e la direzione e la convergenza dei programmi degli Stati membri. La politica dei prezzi è considerata la chiave di volta del risparmio di energia, oltre a favorire le condizioni propizie agli investimenti (che alcuni strumenti finanziari della Comunità contribuiscono ad incrementare). I1 risparmio di energia è un elemento essenziale della complessa politica energetica: per la sua importanza generale e per lo specifico interesse per gli enti locali, vi dedicheremo il prossimo paragrafo della presente relazione. I1 programma comunitario di ricerca energetica persegue tre obiettivi: migliorare le conoscenze sulla tecnologia nucleare (in particolare le tecniche e le norme di sicurezza), migliorare le tecniche volte a risparmiare energia ed ampliare le conoscenze sulle nuove fonti energetiche. Inoltre, la Commissione comunitaria, ben sapendo che il ritardo con cui un risultato soddisfacente a livello di laboratorio trova la piena applicazione commerciale è spesso riconducibile in parte alla difficoltà di ottenere finanziamenti nel periodo di lancio, ha proposto un sistema di interventi finanziari a favore di progetti dimostrativi. Per singole fonti energetiche (petrolio, carbone, energia elettrica e nucleare) ricordiamo che, a medio termine, gli obiettivi della Comunità possono essere così sintetizzati: Per il petrolio. Migliori relazioni con i paesi produttori; diversificazione degli approvvigionamenti esterni; maggiore esplorazione all'interno della Comunità per impedire una contrazione della produzione dopo il 1990; continuazione delle azioni di risparmio e di sostituzione del petrolio; limitazione del petrolio ad usi speciali; limitazione delle importazioni a 470 milioni di t. fino al Per il carbone. Incremento delle capacità di consumo e di produzione del carbone; commercializzazione delle tecniche di gasificazione e fluidificazione del carbone. Per l'energia elettrica e nucleare. Impedire un ulteriore slittamento dei programmi di costruzione di centrali nucleari in modo da disporre nel 1990 di una capacità quasi uguale alle previsioni nazionali; sfruttamento massimo delle possibilità del carbone e del nucleare nella produzione di energia elettrica; accordo sulla politica comunitaria in materia di ritrattamento, superconvertitori e smaltimento dei rifiuti; accordo sulla politica riguardante il capo VI del trattato Euratom; risultati soddisfacenti nelle trattative con l'australia e il Canada e nelle discussioni con gli USA sull'approwigionamento di combustibili nucleari; riduzione della dipendenza esterna per i combustibili nucleari. Fin qui ci siaino soffermati soprattutto sull'attività del Consiglio e della Commissione delle Comunità europee. I1 Parlamento europeo, prima e dopo la sua elezione a suffragio universale e diretto, ha svolto, anche in questo campo, la sua importante funzione di controllo, di contributo alla definizione delle varie politiche ed azioni della Comunità e di dibattito democratico con la partecipazione delle varie forze politiche e dei rappresentanti eletti dei cittadini europei che ad essi si richiamano. l1 Parlamento europeo ha proseguito, con particolare vigore dopo la sua elezione diretta, la sua funzione di apporto critico alla normativa comunitaria anche nel campo della politica energetica. Senza fare richiami dettagliati ai vari dibattiti parlamentari su questo argomento (il che avrebbe scarso significato senza una corrispondente analisi dei ~roblemi affrontati e delle diverse posizioni emerse) ci sembra tuttavia indispensabile ricordare che il Parlamento europeo si muove su linee ben diverse da quelle del Consiglio dei ministri ancora legato a valutazioni nazionali e, spesso, a defatiganti compromessi intergovernativi sui quali si arenano i tentativi di elaborazione di una vera politica energetica europea. Va pure sottolineato che, a monte di varie politiche (tra cui anche quella energetica) il Parlamento europeo ha condotto e conduce una battaglia politica per una nuova impostazione - in termini di maggiori disponibilità e di diverso equilibrio delle varie voci - del bilancio comunitario tale da condizionare positivamente l'azione futura della Comunità e porla meglio in grado di affrontare i gravi problemi che le stanno dinnanzi. I1 Comitato economico e sociale ha anch'esso svolto il ruolo consultivo che i Trattati comunitari gli attribuiscono, dando il suo apporto di organismo rappresentativo delle categorie professionali. Ricordiamo, in particolare, per le connessioni con l'azione degli enti locali, i suoi ripetuti richiami alla necessità di ottenere ampi consensi da parte dei cittadini della Comunità per favorire uno sviluppo economico che comporti un minore consumo di energia. Alla formazione di questi consensi possono certamente fornire un prezioso contributo proprio gli enti locali: non a caso la Sezione.Sviluppo regionale» del Comitato economico e sociale si è fatto promotore di un parere nettamente favorevole ad una più stretta collaborazione degli enti territoriali locali e regionali - all'uopo consultati - alla formulazione e alla realizzazione della politica comunitaria di sviluppo. 5) I1 rapporto Saint-Geours sulle relazioni tra crescita economica e risparmio energetico Sempre nel campo delle economie di energia, va ricordato un ampio studio dal titolo: «Per una Comunità economa in energia. reso pubblico nel giugno Esso è noto come «Rapporto Saint Geours» dal nome del presidente dell'apposito gruppo di lavoro costituito su iniziativa della Commissione comunitaria, due membri della quale, il vice-presidente Natali e il commissario Brunner, ne hanno seguito più direttamente l'attività per la loro specifica competenza per i problemi dell'ambiente e dell'energia. Pur rimandando alla lettura integrale del testo, desideriamo riassumerne le caratteristiche fondamentali e le linee ispiratrici, con particolare riguardo ai suggerimenti che possono più direttamente riguardare gli enti territoriali, locali e regionali. Per la prima volta, senza dubbio, un'analisi rigorosa del potenziale comunitario e

12 COMUNI D'EUROP'A luglio-agosto 1980 delle tecniche di economia d'energia è inquadrata nel suo contesto globale: economico, istituzionale, sociale e culturale. Conclusione principale del gruppo presieduto da Jean Saint-Geours: le nostre società possono affrontare la sfida energetica senza mettere in pericolo le tradizioni, il benessere, le libertà e i valori ai quali gli europei sono legati. Lo sviluppo di una società sobria in energia non può essere deciso in un ufficio di pianificazione. Esso richiede, al contrario, un alto gado di iniziativa e di responsabilità individuali. Non si tratta di rinunciare alla crescita economica, ma piuttosto di migliorarne profondamente il contenuto e la qualità. Da una parte una crescita troppo debole frenerebbe gli adattamenti necessari ad una maggiore sobrietà economica. D'altra parte, in un mondo nel quale l'aumento del prezzo dellyenergia importata genera la disoccupazione e l'inflazione, una crescita sostenuta può essere duratura solo se si basa su una politica di economie di energia a lungo termine, più completa e più radicale di tutto ciò che è stato fatto nel passato. Una simile politica ha delle possibilità di successo solo se è sostenuta da un largo consenso popolare. In una lettera al presidente della Commissione europea, Roy Jenkins, il presidente del gruppo di esperti rileva che l'adesione dei cittadini sarà tanto più grande quanto più l'azione politica sarà percepita come elemento di una strategia comunitaria tendente a realizzare una crescita economica efficiente in termini di consumo di energia. I1 gruppo raccomanda di mettere in opera questa politica in, tre settori chiave: i prezzi, la ricerca, le condizioni tecniche di utilizzazione dell'energia. a) I Nove dovrebbero adottare delle politiche armonizzate che tendano a far coprire dai prezzi dell'energia i costi di sostituzione delle risorse. Costi e prezzi dovrebbero essere resi pubblici e trasparenti. b) I programmi di ricerca, di sviluppo e di dimostrazione relativi alle tecnologie atte ad economizzare l'energia dovrebbero essere sviluppati attraverso la creazione di strutture europee di ricerca scientifica e lo studio delle questioni economiche e sociali legate alla diffusione e all'utilizzazione effettive di queste tecnologie. C) Delle norme minime comuni di «performance,, tecnica dovrebbero essere messe a punto attraverso accordi volontari o disposizioni legali per le automobili, le istallazioni di riscaldamento e i principali elettrodomestici, che siano importati o prodotti nella Comunità. Il gruppo chiede che una politica completa ed integrata di dissociazione tra la crescita economica e il consumo di energia sia definita dalla Commissione europea e raccomandata ai Nove. Si tratta di creare in ogni paese un clima favorevole agli investimenti e alle innovazioni sobrie in energia. I suggerimenti del gruppo riguardano le norme di efficienza energetica applicabili agli immobili; l'informazione e la pubblicità: l'istituzione di reti di consulenza, che bisogna inoltre appoggiare attraverso un'azione di informazione; la promozione di dispositivi di misura, (di regolazione e di controllo; infine, I'aumc'nto sensibile dei contributi finanziari alle economie di energia (aiuti agli investimenti in particolare). Quest'ultima azione dipende soprattutto dalle autorità nazionali, regionali e locali. I loro acquisti, le loro regolamentazioni e sistelni di tassazione possono esercitare una grossa influenza sull'uso efficiente dell'energia. Dei veri adattamenti in questi settori permetterebbero di aprire delle nuove strade all'iniziativa industriale e di fare dell'economia di energia un «buon affare* e un'occasione di creazione di nuovi posti di lavoro. A medio termine, le economie di energia costituiscono un favoloso giacimento di nuove risorse. Esse sono a portata di mano, se solo si uniscono gli sforzi dei ricercatori, dei produttori, dei consuinatori e dei governanti. Secondo il rapporto Saint-Geours, le economie possibili di qui all'anno 2000 potrebbero raggiungere dal 20 al 35% del consumo nel settore dei trasporti, dal 15 al 35% in quelli dell'industria e dell'agricoltura, fino ai 50% nei servizi e nelle abitazioni. a) Nel settore dei trasporti, le possibilità tecniche sono: - Per i trasporti stradali (due terzi del consumo di questo settore): si delinea un nuovo modello di automobile, più piccola, meno pesante, che offre meno resistenza all'aria, che dispone di pneumatici, carburanti e lubrificanti migliorati, di un motore - Diesel di preferenza - e di un sistema di alimentazione più economico grazie a sistemi di regolazione elettronici. Al volante di queste nuove automobili, un nuovo conduttore forse meno teso, più preoccupato di economizzare che di dare prestazioni spesso ridicole... e pericolose. Va ugualmente ricercato un miglioramento della rete dei trasporti collettivi, soprattutto nelle città, anche se non ci si deve attendere di realizzare importanti economie da una loro ipotetica sostituzione al trasporto individuale. - Per le ferrovie: l'alleggerimento dei materiali, la riduzione della loro resistenza all'aria e il recupero dell'energia che deriva dalla frenatura possono permettere delle sensibili economie. - Per l'aeronautica: ci si possono attendere dei guadagni importanti dalla nuova generazione di motori, da una nuova concezione delle ali e da un alleggerimento delle strutture. b) Nel settore domestico e dei servizi, e in particolare nel settore del riscaldamento (80% del consumo di questi settori), le economie possibili risulteranno: - da una migliore disciplina degli utenti. E' il grado di temperatura supplementare al di là dei 19" o 20" che aumenta più degli altri il consumo. - Da un miglioramento dell'isolamento termico grazie al rinnovo degli immobili esistenti, ad una migliore concezione delle costruzioni nuove, all'impiego di nuovi materiali. - Da un miglioramento dei materiali e delle attrezzature (caldaie, ecc.) e da un ricorso massiccio all'elettronica per assicurare la regolazione e il controllo delle temperature. - Dall'estensione, laddove le condizioni vi si prestano, del riscaldamento urbano collettivo e della messa a punto, a più lungo termine, di nuove tecniche: pompe di calore, riscaldamento solare; ecc. C) Nel settore dell'industria e dellyagricoltura, le economie d'energia verranno soprattutto : - dal declino relativo di alcuni settori ad alto consumo di energia: la siderurgia, che assorbe un quarto del consumo energetico dell'industria in Francia e in Gran Bretagna, ma anche la chimica, la cellulosa, alcune attività legate alla costruzione, ecc. - Dal recupero dell'energia sotto forma di calore e, in alcuni casi, dallo sviluppo della produzione combinata di calore e forza. I1 rendimento energetico, rispetto al combustibile utilizzato, di una centrale termica, non è che del 35% circa. In compenso, a certe condizioni, un'installazione integrata può raggiungere un rendimento del 75%: 25% di elettricità e 50% di calore riutilizzabile in particolare nelle reti collettive di riscaldamento urbano. - Da un maggiore impiego dell'elettronica e dei micro-processori per migliorare la regolazione e il controllo del flusso energetico. - Dalla messa a punto di iluovi prodotti più sobri in energia, e con dei componenti di base riciclabili. - Da un maggiore ricorso alle energie rinnovabili come quella solare. Ma, va sottolineato, lo sviluppo di una società sobria in energia non è soltanto una questione scientifica e tecnica. Si tratta anche di sbloccare numerosi freni economici, culturali ed istituzionali, e, al limite, cambiare i nostri modelli-di produzione e di consumo. Questo significa che non si tratta solo di imporre delle norme o dei controlli. Il rapporto Saint-Geours sostiene la necessità di una maggiore partecipazione dei cittadini. Questi devono essere maggiormente associati alla determinazione delle grandi scelte collettive. Essi devono anche essere incoraggiati, all'interno di una società pluralista, a sperimentare autonomamente delle nuove forme di vita sociale e dei nuovi modelli di comportamento più sobri in energia. A lungo termine si potrebbe immaginare, per esempio, il moltiplicarsi di piccole città o di comunità di media grandezza alimentate in gran parte dall'energia solare. Le aspirazioni attuali ad una migliore qualità della vita, ivi compreso un lavoro che diventi meno impegnativo e competitivo, il rispetto accresciuto dell'ambiente naturale che traspare dal diffondersi dell'ecologia sono altrettanti fattori che favoriscono un minor consumo di energia. Non bisogna tuttavia sottovalutare gli ostacoli: a) alcuni vengono dal prezzo dell'energia. Quando questi prezzi sono mal cono-

13 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA sciuti dall'utente o quando non si tiene Sulla base dei Trattati europei e di diversufficientemente conto dei costi reali a lun- se risoluzioni adottate dai Nove di definire go termine, e in particolare della scarsità di una politica comune dell'energia, la Comualcuni tipi di energia, si premia in effetti lo nità si è sforzata, da pai;te sua, di favorire spreco. gli scambi di informazione tra i Nove e b) ~~~i ostacoli sono legati ad una predi assicurare un certo coordinamento delle occupazione troppo esclusiva della redditi- 10'0 azioni tendenti ad economiuare vità a breve termine. Essi si riscontrano, in ltcnergia. particolare, per quanto riguarda gli investi- a) Le misure prese dai paesi membri - menti nel settore dell'industria e degli allog- norme, aiuti agli investimenti, ecc. - pogi, sòprattuttb se questi ultimi non sono trebbero, in mancanza di un'armonizzaziooccupati dal loro proprietario. A cosa serve ne, creare degli ostacoli alla libera circolarimodernare una caldaia se la nafta viene zione delle merci O falsare la concorrenza pagata dall'inquilino? al1 interno del mercato comune. Le norme e le esigenze legali sono a b) Il carattere sperimentale dei program- volte inadeguare in quei settori ad alto con- mi nazionali rende articolarm mente preziosi sumo di energia che sono l~automobile e il gli scambi di esperienze e di informazioni; riscaldamento degli immobili. produzio- il coordinamento della ricerca permette di ne e l'utilizzazione razionale del calore e portare avanti, in condizioni migliori, degli dell'elettricità sono spesso ostacolati da studi di interesse generale e di evitare dei un'organizzazione troppo rigida che privile- COS~OS~ doppionigia la centralizzazione della ~roduzione pur. La Commissione europea propone oggi dividendo in compartimenti la distribuzione ai Nove di aumentare i loro sforzi e di dei diversi tipi di energia. adottare dei programmi di economia d'enerd) L,informazione e l,edrrcazione dei congia comparabili. La Commissione ha tracrrmn<ori restano spesso insufficienti. Gli cia" lo di un Programma generale. stessi professionisti ignorano a volte i mate- I principali punti di questo schema sono i riali e i procedimenti dei quali potrebbero seguenti: disporre. a) una politica dei prezzi e delle tasse Abbiamo sottolineato, in questa breve sull'energia trasparente e realista, che tenga sintesi, alcuni degli aspetti del rapporto conto della scarsità e dei costi a lungo Saint-Geours che possono anche più diret- termine; tamente chiamare in causa l'attività degli b) una revisione progressiva verso lyalto, enti locali. in funzione dcl progresso tecnico, delle per- Va però precisato che la realizzazione di formance richieste a; nuovi immobili, noncondizioni favorevoli alle economie di ener- ché dei di riscaldamento, la cui magia rientra in generale nelle competenze dei nutenzione dovrebbe inoltre essere meglio governi nazionali. Questi ultimi hanno pre- controllata; dis~os~o dei programmi che hanno PermeS- un codice di costruzione che imponga so, tra il 1974 e il 1977, di ridurre il consu- delle norme per gli uffici ed mo di energia dei Nove di circa 1'8%. Al di altri servizi, e riguarda in particolare i fuori di alcune misure assunte in crisi re- di riscaldamento e di condizionacenti, che limitano per esempio la circola- mento d'aria o di vcntilazior,e; zione automobilistica o il consumo di nafta d) degli aiuti finanziari per il riadattaper il riscaldamento, la gamma delle dispomento degli immobili esistenti, e un prosizioni adottate è molto ampia e si allarga gramma modello per gli alloggi e gli uffici sempre di più. Esse riguardano in particoappartenenti al settore pubblico. lare : e) Uno sforzo di ricerca scientifica e dea) l'isolamento termico degli immobili: gli aiuti finanziari per assicurare la promoobbligo di isolare le nuove abitazioni, ma zione commerciale dei nuovi procedimenti anche rinnovamento degli immobili già esi- ed attrezzature,-he ad economizstenti (si distinguono a questo riguardo, la zare Danimarca, la Germania e l'olanda). f) Degli aiuti finanziari per incoraggiare b) I sistemi di riscaldamento: migliora- gli investimenti industriali che permettono mento O riconversione delle attrezzature, di economizzare lpenergia e per sviluppare norme d'istallazione, controllo della manu- le attività di consulenza presso le piccole e tenzione, limi~azione della temperatura medie imprese, che mancano spesso di permass'imale degli uffici e degli alloggi, ecc. sonale qualificato. C) I trasporti: campagne d'informazione, g) L'incoraggiamento della limitazione della velocità, controllo della combinata e dell'uso razionale del calore e pubblicità che riguarda il consumo di cner- dell'elettricità. gia, accordi volontari con l'industria auto- h) Un grande di informazione, di mobilistica per migliorare progressivamente educazione civica e di sui prezzi le prestazioni dei veicoli. dell'energia, sul consumo delle attrezzature d) alla ricerca, allo sviluppo e e sulle economie possibili: etichettatura dealla dimostrazione di nuovi procedimenti, gli elettrodomestici, calcolo e fatturazione nonché l'aiuto agli investimenti industriali. individuale del riscaldaniento negli immobili Sforzi notevoli sono fatti in questi settori e negli alloggi,mu!tipli, standardizzazione dalla Danimarca, la Germania, l'olanda e la dei metodi di calcolo e di pubblicità relativi Gran Bretagna. al consumo dei veicoli, campagne sull'eco- nomia di energia nei asporti, programmi educativi nelle scuole di ogni livello, aggiornamento e informazione dei professionisti. 6) Interventi finanziari della Comunità a sostegno della politica energetica Alle Regioni, alle Province e ai Comuni interessano certamente non solo il quadro orientativo generale e il complesso normativo comunitario in materia energetica (che abbiamo cercato di schematizzare anche se a grandi linee) ma anche le concrete possibilità di attingere ad aiuti finanziari della Comunità nelle loro iniziative in questo campo. E' appena il caso di sottolineare che l'esistenza di interventi finanziari comunitari nel campo dell'energia, così come in altri campi, non sostituisce le politiche di cui essi dovrebbero essere uno strumento. Così, anche nello specifico ambito energetico di cui qui ci occupiamo, gli aiuti finanziari provenienti dalla Comunità sono certamente opportuni e da utilizzare nel modo migliore, ma lasciano scoperto il problema di fondo che è quello della necessità di una politica energetica comune. La Comunità prevede, come è noto, una serie di strumenti finanziari direttamente finalizzati a favorire lo sviluppo regionale (Fondo europeo di sviluppo regionale, Banca europea per gli investimenti). o comunque su di esso incidenti (Feoga-Sezione orientamento, Fondo sociale europeo, interventi CECA; più recentemente il cosiddetto «Sportello Ortoli» o Nuovo strumento comunitario - NIC). I rapporti tra energia e territorio sono evidenti, ma proprio per questo è importante conoscere quali mezzi specifici offra la Comunità nel settore energetico. Per favorire il risparmio di energia è stato emanato il Regolamento CEE n del che prevede la concessione di sostegni finanziari - per un totale di 55 MUCE (cioè milioni di unità di conto europeee - UCE - per l'intero programma) (1) a progetti dimostrativi che permettono tale risparmio (per una più precisa conoscenza, rimandiamo al testo del provvedimento). Nel marzo 1979 il Consiglio dei ministri della Comunità ha confermato la decisione della Commissione di approvare 53 progetti per un investimento totale di 79 MUCE con un contributo finanziario comunitario di circa 21,s milioni di UCE. Questi progetti riguardano i processi industriali, gli edifici, le pompe di calore ed il riscaldamento urbano, le centrali elettriche, i trasporti, l'orticultura, ecc. Un progetto dimostrativo potrà ricevere un contributo compreso tra il 25 e il 49% del suo costo totale o del sovracosto rispetto ad una instaliazione tradizionale. I1 contributo della Comunità è rimborsabile in caso di sfruttamento commerciale dei risultati del progetto, tranne che per le spese sostenute per il programma di misure chc saranno prese in carico dalla Comunità fino (1) II valore di ogni UCE è variabile: a titolo indicativo ricordiamo che al era pari a Lit

14 (6) XXII COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 a concorrenza massima del 75% del contributo finanziario stesso. Per il nuovo bando i possibili settori di applicazione sono l'edilizia, l'industria in genere, quella energetica in particolare, i trasporti. Per quanto riguarda lo sviluppo di «nuove» energie, il Consiglio della Comunità ha adottato - il 12 giugno un regolamento CEE n concernente la concessione di un sostegno finanziario ai progetti dimostrativi basati sullo sfruttamento delle fonti energetiche alternative (sfrutta- mento dell'energia solare; liquefazione e gassificazione di combustibili solidi; sfruttamento dei giacimenti geo-termici; sfruttamento dell'energia dei fluidi, delle maree e dei venti). Ai progetti dimostrativi nel campo dell'energia alternativa si può concedere un contributo massimo del 40% del costo del progetto, di cui il 50% (e quindi il 20% del costo del progetto) è non rimborsabile. A titolo di esempio citiamo il recente bando di gara (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 31/1/80) per piscine a riscaldamento solare. Alcune comunicazioni della Commissione, in attuazione del nuovo programma quadriennale di ricerca e sviluppo nel settore energetico (Decisione del Consiglio lCEE de11'11/9/79) prevedono dei finanziamenti (contributi a fondo perduto del 50%) a favore di ricerche in materia di conservazione dell'energia; produzione e impiego dell'idrogeno; energia solare; energia geo-termica; analisi di sistemi energetici e studi strategici. Per progetto dimostrativo si intende la realizzazione su scala industriale di nuove apparecchiature, nuovi prodotti o nuovi processi o di una nuova applicazione di apparecchiature, prodotti o processi noti. Un progetto dimostrativo deve perciò essere nuovo (cioè di prima realizzazione a livello europeo), deve presentare dei rischi legati al passaggio dalla scala pilota alla scala reale e avere un buon potenziale di applicabilità su scala europea. Nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale sono previste delle azioni «fuori quota». La Commissione ha già avanzato cinque proposte di impiego, una delle quali (per complessivi 16 milioni di UCE) concerne la diversificazione della fonte di energia nelle zone montane del Mezzogiorno italiano (~iccole centrali idroelettriche, energia eolica, ecc.). I1 Parlamento europeo, il 12 marzo scorso, si è pronunciato favorevolmente - con qualche ulteriore precisazione - sulle proposte della Commissione che ora dovranno essere adottate dal Consiglio. La BEI accorda, senza scopi di lucro, i finanziamenti o garanzie per progetti d'investimento pubblici e privati: - che promuovano uno sviluppo regionale equilibrato (inclusi quelli volti a migliorare I'approwigionamento energetico per favorire l'industrializzazione regionale, ecc.); - che presentino un interesse comune a più paesi membri della Comunità nel suo insieme (principalmente progetti volti a limitare la dipendenza della Comunità dalle importazioni di petrolio); - che ~ontrib~iscano all'ammodernamento o alla riconversione industriale. Negli ultimi tre anni i progetti nel settore energetico, a finalità regionale o d'interesse comune, hanno assorbito quasi il 40% dei finanziamenti della Banca nella Comunità. Dal 1973 alla fine del 1979 la Banca ha effettuato in Italia 50 interventi per un totale di 948 MUC (milioni di unità di conto) pari a 969 miliardi di lire. Oltre all'enel, AGIP, SNAM, ecc. ne è stato beneficiario anche il Comune di Brescia, per il suo progetto di teleriscaldamento, per complessivi 18 miliardi di lire. La BEI ha confermato la sua disponibilità ad operazioni proposte da enti territoriali aventi ad oggetto, oltre al teleriscaldamento, la combustione di rifiuti urbani per ricupero di calore ed energia, impianti idroelettrici, ecc. Quanto al Nuovo strumento comunitario - NSC (Sportello Ortoli) la Commissione delle Comunità europee è stata autorizzata dal Consiglio delle Comunità europee ad emettere prestiti sino a concorrenza di )in miliardo di unità di conto europee a nome della CEE; questi fondi sono versati alla Banca europea per Investimenti, che ha il mandato di accordare finanziamenti per conto della Comunità a favore di progetti dichiarati ammissibili dalla Commissione e conformi agli obiettivi prioritari fissati dal Consiglio; la prima ~tranche* di 500 MUC è stata destinata a progetti nei settori delle infrastrutture e dell'energia. Nel 1979 i mutui su risorse dell'nsc sono stati destinati per più della metà (quasi 150 MUC) al finanziamento di centrali idroelettriche e termiche in Irlanda, in Italia e nel Regno Unito. Si ricorda che con decisione del Consiglio delle Comunità europee, un abbuono d'interesse del 3% a carico del bilancio della Comunità può essere accordato a favore di taluni finanziamenti concessi su risorse proprie della BEI e su quelle del Nuovo strumento comunitario, dal 1979 al 1983, nei paesi membri meno prosperi della Comunità che partecipano a pieno titolo al Sistema monetario europeo (sono così designate l'irlanda e l'italia). Tali mutui a tasso agevolato devono essere concentrati sui progetti d'infrastrutture che contribuiscono a risolvere i principali problemi strutturali nei paesi interessati nonché a ridurre le disparità regionali ed a migliorare la situazione occupazionale; la decisione di ammissibilità dei progetti all'abbuono viene presa dalla Commissione. Taluni progetti energetici in Italia hanno già beneficiato di questa misura. Per la formazione professionale anche in settori connessi con,lo sviluppo energetico, si può fare ricorso (anche d'a parte di enti locali e regionali) al Fondo sociale europeo, che concede contributi a fondo perduto. Alcune iniziative prese da enti locali italiani nel campo specifico dell'energia non solo hanno suscitato l'interesse della Comu- nità e di altri enti analoghi in altri paesi membri, ma sono state studiate e discusse anche in sedi politiche nazionali. Ricordiamo l'.udienza conoscitiva* disposta dall'assemblea nazionale francese tramite la sua Commissione della produzione e degli scambi, il 10 maggio 1978, alla quale è stata invitata la città di Brescia nella persona del suo sindaco, aw. Cesare Trebeschi, e dell'ing. Luciano Silveri, presidente della Azienda servizi municipalizzati di Brescia (per maggiori informazioni si veda il n della rivista.comuni d'europa,,, organo mensile dell'aicce). Va ricordato che la CEE e il Canada hanno deciso di collaborare allo sviluppo dell'energiebus, un metodo nuovo ed originale per risparmiare l'energia che ha già dato buone prove in Canada e che costituisce un esempio pratico di informazione in particolare delle piccole e medie imprese sul potenziale delle economie di energia. - L'Energiebus è munito di strumenti sofisticati capaci di misurare ed analizzare il consumo di energia negli impianti industriali e commerciali e di identificare i risparmi d'energia potenziali. In Canada i governi federale e provinciali ne assicurano il funzionamento; gli industriali lo considerano uno strumento eccellente per migliorare il rendimento energetico e per ridurre così i costi connessi al consumo di combustibile e di elettricità. L'Energiebus è munito di calcolatori, di strumenti per misurare, di apparecchi di dimostrazione, di materiale audio-visivo. Prima di ricevere la visita dell'energiebus, una società deve fornire informazioni sul genere e la quantità di energia che esso consuma, e sulle caratteristiche fisiche dell'impianto. La squadra di controllo si reca in seguito in loco per raccogliere i dati supplementari di cui ha bisogno per fare un'analisi con computer. Alla fine della visita la società riceve suggerimenti per aumentare il rendimento energetico del suo impianto come pure una valutazione dei risparmi finanziari possibili seguendo i suggerimenti pratici dati. L'esperienza canadese mostra che 1'Energiebus può realizzare risparmi di energia potenziali di circa 20-30% a visita. Questo sistema di verifica ha sollevato molto interesse nel mondo. In seguito a una dimostrazione effettuata in Canada davanti ai rappresentanti della CEE nel giugno 1979, sei Stati membri hanno già manifestato l'intenzione di adottare un sistema del genere, prendendo esempio sul programma canadese. Parecchi Stati membri hanno già incominciato ad elaborare i loro programmi e i Paesi Bassi pensano di applicare il loro sistema fin dall'inizio del Nel quadro del programma dell'energiebus della Comunità, l'accento sarà messo sull'assistenza alle piccole e medie imprese. I1 sistema sarà gestito dagli Stati membri individualmente. La Commissione avrà il compito di coordinare i vari sistemi nazionali e di adottare un sistema di scambio di dati e di programmi di ordinatori, al suo centro di ricerca di Ispra in Italia. I1 gover-

15 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA XXiii (7) no canadese ha offerto alla Comunità i pro- I1 Consiglio dei Comuni d'europa - di sburgo, verrà discussa la relazione re digrammi di informatica del suo sistema di cui 1'AICCE è la Sezione italiana - sta sposta dall'on. Linde sulle nuove linee di controllo energetico. Oltre all'energiebus operando per la creazione, in sede comuni- azione della Comunità europea nel settore che ha visitato i vari paesi europei, il Cana- taria, di una Conferenza o Assemblea dei del risparmio di energia: in essa, tra l'altro, da ha anche offerto di formare la prima poteri locali e regionali in analogia con si insiste perché la Comunità fissi obiettivi équipe di esperti dei paesi membri che quanto già esiste nell'ambito del Consiglio inderogabili, non essendo certo sufficienti adotteranno il sistema dellyenergiebus. d'europa, ma con ben altra incidenza, te- gli appelli a produttori e consumatori. nuto conto della diversa natura della Co- Nel settembre 1978, sotto il patrocinio 7) L'ente locale territoriale, la Comunità munità, delle sue piu concrete ripercussioni della CEE, è stata costituita a Lussemburgo europea e i problemi energetici di ordine economico, sociale e finanziario una Conferenza tecnologica permanente dele, soprattutto, delle sue ~otenzialità politi- le autorità locali europee (STCELA: Stan- Non è certo necessario, in un Convegno che. Nell'attesa e in ~re~arazione di questo ding technological conference of european a cui partecipano così numerosi e qualificati risultato ottimale, il Consiglio dei Comuni local authorities) in cui sono rappresentate eletti locali, dilungarsi sul ruolo che gli enti d'europa ha promosso la costituzione di un le due più importanti associazioni di enti territoriali sono chiamati a svolgere nel Comitato consultivo delle Regioni ed enti locali che operano sul piano europeo ed campo energetico e sui rapporti tra energia, locali della Comunità al quale hanno aderi- internazionale: il Consiglio dei Comuni sviluppo economico e sua necessaria proieto anche altri organismi di enti locali. Detto d'europa e la IULA. Alcuni gruppi di stuzione territoriale. Basterà ricordare telegra- Comitato, che ha come obiettivi l.appro- dio sono già al lavoro e la loro attività ficamente che detti enti 'Ono fondimento dei problemi, il confronto delle concerne, oltre alle tecniche relative ai cendi energia' di potere di esperienze tra le autonomie territoriali dei tri d'acquisti per gli enti locali, per la racterritorio' rappresentanti interessi dei nove paesi membri e il dialogo con le istitu- colta ed il trattamento di rifiuti chimici cittadini e portavoci loro zioni comunitarie (Parlamento, Commissio- tossici, per la raccolta dei rifiuti urbani, i gestori di propri impianti di produzione e ne di Bruxelles, Cornitato economico e so- metodi di gestione di parchi di autoveicoli e distribuzione di energia' pubblici ciale) ha fino ad oggi orientato la sua attivi- l'analisi dei fabbisogni, anche il ruolo degli chiamati a concorrere alle iniziative volte tà prevalentemente sui temi di politica re- enti locali nel campo delle economie di alla conservazione e al risparmio energetico, gionale, ma proprio nei mesi il energie. L'Assemblea della «STCELA» ha responsabili della tutela dell'ambiente, pordell'energia e dei suoi rapporti deciso di dar corso allo studio di un progettatori, al tempo stesso, di istanze di raziocon lo sviluppo economico e la pianificazio- t0 comunitario sul ruolo degli enti locali nel nalità tecnica e di partecipazione. Tutto ciò ne territoriale poiarizzeranno la sua atten- campo dei risparmi energetici. Un progetto legittima la pretesa di detti enti, nell'esercizione. di base per visite e scambi di studio e di zio delle competenze specifiche riconosciute Un altro punto di riferimento importante esperienze di funzionari di enti locali della a Regioni e Comuni, di essere soggetti atti- Comunità, con riferimento all'uso delle tecvi a pieno titolo e non solo destinatari della il europeo eletto e le sue politica energetica quale si articola a diversi Commissioni. Tra queste la Commissione nologie più moderne, è attualmente in via di impostazione. livelli, locale, regionale, nazionale ed per la politica regionale e l'assetto del territorio è certamente quella che più diretta- E' certo che l'efficacia del dialogo tra enti europeo. Non entriamo nel merito dei problemi e mente si ricollega ai ~roblemi degli enti locali e regionali e Comunità europea e la delle potenzialità che si pongono agli enti territoriali come soggetti promotori dello loro capacità di tempestiva mente^ territoriali autonomi del nostro paese nel svilu~~o e locale. Ma proprio Per- correttamente e nella misura massima con- sentita, gli strumenti finanziari europei nel settore energetico, alla luce anche del ché a questo e ad una b16 del 1977 e delle altre norme - crescita delle comunità locali concorrono campo energeticoy negli altri che incialtri fattori (l'industria, l'agricoltura, i pro- do"~ sullo sviluppo economico-sociale e già in vigore o auspicate-che concernono i compiti di detti enti in questo campo, sia in gressi sociali, la cultura e, certamente, territoriale, dipendono oltre che da una più l'energia) il consiglio dei comuni d'europa ampia e specifica informazione, anfhe da modo diretto sia tramite gli interventi proha proposto ai gruppi politici de~ pariamen- altre due condizioni: da contatti meno epigrammatori, la connessione tra produzione, gestione del territorio e protezione della t0 europeo, che vi hanno aderito, di dar sodici tra le varie associazioni di enti locali vita ad un N~roupe de liaison,, (o I ~ operanti ~ sul piano ~ nazionale ~ con la ~ Sezione salute e dell'ambiente, il rapporto tra centra- ~ italiana del Consiglio dei Comuni d'europa lizzazione e decentramento del sistema ener- P') da parlamentari meinbri di diverse commissioni ma aventi un (AICCE) e con gli Uffici della Comunità getico: tutti temi di enorme interesse ma che interesse convergente ad affrontare con vi- (Commissione, Parlamento, BEI), nel ririchiederebbero ben altre dimensioni di questa comunicaz~one e che, del resto, coinvol- sione interdisci~linare i vari e complessi spetto delle loro competenze specifiche, e gono direttamente le associazioni di enti problemi delle comunità locali e regionali, dalla creazione - presso le Regioni e gli enti ferme restando, ovviamente, le competenze locali di maggiori dimensioni, città capoluolocali che operano in sede nazionale, prime tra esse I'ANCI e la CISPEL, promotrici del formali delle diverse Commissioni parla- ghi, ecc. - di un apposito «Servizio. o mentari. ~~i confronti del12~ntergruppo il "Ufficio> per i problemi della Comunità, Convegno. consiglio dei comuni d y intende ~ non ~ per complicare ~ ~ ulteriormente ~ le ~ struttu- Desideriamo invece, prima di concludere, I'attenzione sulle implicazioni - Svolgere, Pur suo re burocratiche, ma per consentire un punfunzionamento, unyazione propositiva di te- to di riferimento per l'«imput>> e I'«output» politiche, istituzionali ed operative - della connessione tra azione degli enti regionali e mi e di problemi suggeriti dall'esperienza di e locali e la Comunità europea. Tale connes- degli enti territoriali. L'energia, alla quale Un Promosso dalla sione postula adeguati canali e procedure di proprio nel febbraio scorso, il Parlamento Commissione CEE e dall'aicce, Per europeo ha dedicato un ampio esame sulla funzionari e dirigenti di Uffici Stampa recontatto, di consultazione e di partecipaziobase della relazione dell'on. ~~~l ~~~b~ (su- gionali, ha confermato l'utilità di queste ne degli enti territoriali all'azione della Cogli obiettivi energetici della comunità per il iniziative e della proposta dell'aicce di munità (Parlamento europeo e Commissione) e alle decisioni delle autorità nazionali 1990, sulla convergenza delle politiche degli farsi carico di un'agile Agenzia periodica di Stati membri, sull'energia nucleare e notizie ed informazioni limitata ai problemi preparatorie di quelle che verranno poi politica energetica), offrirà certamente l'oc- europei di interesse locale e I-egi~nale. adottate dagli organi comunitari: naturalmente intendiamo riferirci alle politiche che casione al"intergru~~o di approhanno incidenza sviluppo locale e re- fondimenti collegati con lo sviluppo del tergionale e che riguardano materie di compe- 'ito'io- la politica regionale e la protezione Questa comunicazione che, per la comtenza degli enti predetti. dell'ambiente. plessità dei problemi e la molteplicità delle I1 problema ha rilevanza generale e non Proprio nella sessione ~lenaria del Parla- esperienze e delle informazioni che era opconcerne solo l'energia. mento europeo, attualmente in corso a Stra- portuno far conoscere, si è dilatata oltre il

16 (8) XXIV COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 previsto, non può essere certo considerata come un contributo esauriente, ma solo come uno stimolo ad ulteriori approfondimenti, ad una costante sensibilità al contesto europeo, ad una coerente volontà di coordinare l'azione amministrativa locale e quella legislativa regionale con la politica comunitaria che dovrà però, a sua volta, non calare dall'alto, secondo modelli centralizzati, inaccettabili dalla nostra democrazia «fondata sulle autonemie., ma essere la risultante della collaborazione e del coordinamento - quindi del dialogo - dei vari livelli di decisione politica ed amministrativa. Un'ultima precisazione, ma certo non secondaria. Proprio per quanto sopra esposto, per l'incidenza crescente dell'integrazione europea sulla realtà locale e regionale, le autonomie locali e regionali non possono essere spettatrici passive della Comunità, dei suoi successi e dei suoi scacchi, dei suoi slanci e delle sue timidità, delle sue potenzialità e delle sue lentezze. Le lezioni dirette del Parlamento europeo hanno creato delle possibilità nuove di partecipazione dei cittadini allo sviluppo dell'unificazione europea che vanno coltivate, rafforzate con azione costante di tutte le forze politiche, sociali, economiche e culturali: con l'azione, dunque, capillare e preziosa delle decine e decine di migliaia di eletti rappresentanti della democrazia locale che nei paesi membri sorio i portavoce delle attese dei cittadini e, a] tempo stesso, punti di riferimento essenziali per una crescita civile e reale della società europea possibile solo nella solidarietà istituzionalmente garantita di una federazione europea. Vi è quindi largo spazio per un'azione degli eletti locali e regionali in collegamento con la Comunità, ma vi è ancor più spazio e necessità di un loro impegno per farla progredire verso traguardi politici ed istituzionali ben più adeguati alle sfide che ci stanno dinnanzi. Si 6 parlato più volte dell'esigenza di una politica comune europea (cioè sovranazionale) dell'energia. I1 Consi- -gli0 dei Comuni d'europa ne chiedeva espressamente la creazione nella risoluzione conclusiva dei suoi VII Stati generali (Roma, 1964). Essa non significa la somma delle politiche nazionali dei singoli Stati membri della Comunità o aggiustamenti a posteriori delle stesse per renderle compatibili, né si identifica con un sistema di <<convenzioni. sia pure inserito in un quadro comunitario. Essa vuol dire elaborazione in comune di una politica energetica comune senza che simultaneamente esistano altre politiche comuni (ad es., industriale, monetaria, ecc.). Detta politica energetica comune dovrà essere sostenuta da un adeguato bilancio comunitario, inserita in un disegno coerente, attenta non solo alle esigenze interne, ma al quadro più generale degli scambi economici e commerciali tra paesi produttori di beni strumentali e prodotti finiti e paesi produttori di materie prime (ad esempio, ma non solo, il petrolio). In altre parole i cittadini europei (e i loro rappresentanti eletti negli enti locali e regionali) sono direttamente interessati a che la Comunità europea abbia finalmente un vero - governo, democraticamente responsabile di fronte al Parlamento eletto, in gado di cogliere positivamente anche le implicazioni della crescente interdipendenza tra il rilancio delle nostre economie (cioè del mondo occidentale) e lasoluzione dei problemi dello sviluppo del Terzo e Quarto mondo.

17 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA 9 (CCE) e della sua Sezione italiana (AICCE) - I semestre 1980 VI I B partecipazione di una delegazione di 60 marinesi oltre agli amministratori locali di Marino (8-12 maggio) Nettuno.(I) Traunreut (RFT): visita di una delegazione di amministratori locali di Traunreut a Nettuno, guidata dal Borgomastro (maggio); partecipazione di una delegazione di Nettuno alle feste di Traunreut (27 giugno) Traversetolo (I) Oraison (~j: la cerimonia di gemellaggio a Traversetolo (25 maggio) Partecipazione a convegni, incontri, ecc. Comitato internazionale della Gauehe Européenne (Bruxelles, 19 gennaio) Incontro internazionale su *L'Europa per la pace., promosso dalla Gauche Europeenne (Bruxelles, 29 febbraio 1" marzo) Colloquio europeo su «Lo sviluppo delle istituzioni comunali nell'europa unita», promosso dalla Fondazione Friederich Ebert Stiftung e dalla Lega socialdemocratica tedesca per la politica comunale (Berlino, aprile) Seminario su -Sicurezza e difesa», promosso dalla Fondazione Adenauer (Bruxelles, aprile) Bureau del PPE sulla politica regionale (Bruxelles, 14 maggio) Incontro in preparazione del XVIII Congresso internazionale di scienze amministrative su «Amministrazione e regionalismo, autonomie e federalismo~, promosso dall'istituto internazionale di scienze amministrative (Barcellona, giugno) Attività in collegamento con le altre organizzazioni Federaliste a) Rapporti con il ME (Mouvernent européen) Consiglio federale (Venezia, febbraio) Congresso (Parigi, 9 maggio) Consiglio federale (Parigi, IO maggio) b) Rapporti con I'UEF (Union européenne des Fédéra- Iistes) Congresso (Strasburgo, inarzo) Comitato federale (Lussemburgo, giugno) AICCE Riunioni istituzionali dell'aicce -.. A Riunioni di organi dirigenti a) Direzione nazionale (Torino, 8 febbraio, Roma, 7 inarzo) Esecutivo (Roma, 19 febbraio, 29 aprile) Consiglio nazionale (Roma, 7 inarzo) b) Coinmissione finanziaria (Roma, 6 iiiarzo, 23 aprile) C) Revisori dei conti (Roma, 26 marzo) B Federazioni regionali Comitato direttivo della Federazione lombarda (Brescia, 14 gennaio) Comitato promotore della Federazione trentina (Trento, gennaio) Comitato promotore della Federazione Sudtirolese (Bolzano, gennaio) Comitato promotore della Federazione siciliana (Palerino, 28 gennaio) Giunta esecutiva della Federazione piemontese (Torino, 3 marzo) Comitato promotore della Federazione abruzzese (Roma, 7 marzo) Convegno su MI problemi energetici.e la programmazione locale in Lombardia. promosso dalla Federazione lombarda e dal Comune di Brescia (Brescia, 8 marzo) Comitato promotore della Federazione siciliana (Palermo, 17 rnarzo) C Attività in collaborazione con Regioni, Province, Comuni e Comunità europea. Incontri di una delegazione dell'aicce con i rappresentanti della consulta regionale dell'emigrazione dell'umbria, per la preparazione del convegno di Assisi sull'emigrazione (Roma, 9 e 24 gennaio) Incontro dei membri italiani del comitato consultivo delle Regioni ed enti territoriali dei paesi membri della CEE (Roma 16 gennaio), Incontro di studio su ~Lucca, tra pianificazione e gestione del territorio*, promosso dal Comune di Lucca in collaborazione con la Regione Toscana e I'ANCI (Lucca, 1-2 febbraio) Convegno su -11 piano siderurgico e l'attuazione della legge di riconversione industriale., promosso dal Comune di Terni (Terni, 7-8 febbraio) Convegno su «Riformare i1 Potere locale per realizzare lo stato delle autonomie., promosso dalla Giunta regionale lombarda, in collaborazione con I'ANCI, I'UPI e I'UNCEM (Milano, 8-9 febbraio) X Congresso nazionale dell'unione segretari comunali e provinciali (Roma, febbraio) Convegno nazionale regionale su.dieci anni di Regioni>>, promosso dalla Giunta regionale toscana (Firenze, 4-6 marzo) Convegno europeo su.partecipazione degli emigrati alla vita amministrativa politica e sociale nei paesi di accogli mento^, promosso dalla Regione Uinbria, dal Consiglio regionale umbro per l'emigrazione e dall'aicce (Assisi, 8-9 marzo) Incontro di informazione per responsabili degli Uffici stampa, direttori di pubblicazioni regionali, coordinatori per i problemi comunitari nelle Regioni su.la Comunità europea, le Regioni e l'informazione», promosso dall'uficio per l'italia della CEE e dall'aicce (Roma, marzo) Convegno nazionale su «Il diritto all'inforinazione nelle realtà regionali», promosso dall'istituto di studio e ricerche per lo sviluppo dell'informazione regionale e dalla Regione Campania (Napoli, aprile) Seminario regionale di formazione europea su.le autonomie locali e la Coniunità europea., promosso dall'ufficio ~ el'italia r della CEE in collaborazione con I'AIGE (Castellammare di Stabia, maggio) I1 Partecipazione a Convegni, Incontri, ecc. Convegno internazionale di studi su.i1 ruolo del Parlamento europeo nella costruzione dell'unità politica europea~, proinosso dalla Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con i1 Movimento europeo (Torino, gennaio) XXVII Giornata europea della scuola (Roma, 4 febbraio) Incontro-dibattito su su normativa per gli immigrati in Italia: esigenze e responsabilità», promosso dall'uce1lcaritas (Roiiia, 28 fabbraio) Convegno su <(Le Regioni e la nuova politica agricola comunitaria., promosso dal Centro europeo studi economici e sociali (Perugia, 9-10 maggio) Convegno sul tema «Proposta delllanfe per una legge quadro sulla scolarità dei figli degli emigrati., promosso dall'anfe (Roma, 14 giugno) (segue)

18 10 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 Attività in collegamento con altre organizzazioni A Federaliste a) Rapporti con il CIME (Consiglio Italiano del Movimento Europeo) Corniiiissione per il coordinamento delle iniziative femminili (Roma, 4 gennaio e 14 maggio) Incontro fra il Consiglio italiano e tedesco del Movimento europeo (Roma, 7-8 inarzo) Consiglio di presidenza (Rorna, 23 gennaio, 12 febbraio, 27 tebbraio, 14 aprile, 26 ii-iaggio e 16 giugno) Comitato direttivo(roma, 27 febbraio e 18 giugno) Consiglio nazionale (Ron-ia, 18 giugno) Incontro tra il Consiglio Italiano e Il Consiglio spagnolo del Movimento europeo su -La Spagna nell'europa per rinnovare la Cornunità~ (Rorna, 20 giugno) Convegno su.il fondo monetario europeo e il pi-oblema dell'energia*, (Roma, 21 giugno) b) Rapporti con il MFE (Movin-iento federalista europeo) Congresso (Bari, febbraio) Direzione (Milano, 29 marzo) Comitato centrale (Roma, 31 inaggio) Incontro-dibattito sul tema ~Un'iniziativa europea per la costruzione di uno stato palestinesen, proinosso dal MFE e dall'olp (Roma, 19 giugno) C) Rapporti con il CIFE (Centro italiano formazione europea) Convegno sui problemi linguistici europei e tavola rotonda sul terna -Parlare europeo: coine?. proi-i-iosso dal CIFE e dall'aede (Roma, 19 gennaio) Seminario di intormazione su.la politica regionale europea e i problemi dell'oc~u~azione~~ proinosso dal CIEE, dall'ainininistrazione provinciale di Foggia e dall'aicce (Foggia, marzo) B Convegno su -Energia e sviluppo alternativo in Europa*, (Verona aprile) Convegno su *Il mezzogiorno di fronte all'integrazione europea>>, proinosso dal CIFE in collaborazione con 1'UfLcio per l'italia della CEE e 1'MFE (Alcamo aprile) Tavola rotonda su.i problemi economici della Federazione europea,,, promossa dal CIFE e dalla GFE (Frascati, 4 maggio) Convegno su.prospettive della telematica in Europa., promosso dal CIFE (Roma, 8 maggio) Comitato direttivo (Koma, 12 maggio e 23 giugno) d) Rapporti con I'AGE (Associazione dei giornalisti europei) Direttivo (Roina, 14 febbraio) e) Rapporti con lo IAI (Istituto Affari internazionali) Coii-iitato direttivo (Roma, 24 gennaio) Riunioni varie nel quadro del «Progetto Venezia. su *Lo Stato della Comunità,,, %L'energia., «I prvbleini monetari», *il quadro macroeconomico internazionale*, «il rapporto nord-sud >,.il contesto politico inondiale* (Roma, 11 gennaio, 1 e 22 febbraio, 7 e 21 marzo, 11 aprile) di Poteri locali Congresso della Lega per le autonomie e i Poteri locali (Firenze, gennaio) Consiglio nazionale dell'unione nazionale comuni, Comunità ed Enti Montani (UNCEM) (Roma, 31 gennaio) Seminario di studio su «I servizi pubblici locali nell'economia e nella società),, promosso dalla CISPEL (Firenze marzo) Giornata di studio su *Ruolo dei Comuni e delle loro aziende nella politica dell'energian, promosso dall'an- CI e dalla CISPEL (Roii-ia, 15 aprile) Inc-ontuo tua città gemelle: Lecco-Macon I rapporti fra le città gemelle di Lecco e Macon, hanno ricevuto in questi ultimi anni un particolare impulso; sempre più numerosi sono infatti gli scambi che avvengono ai più diversi livelli: culturali, sportivi e di ospitalità fra i cittadini dei due centri lombardo e borgognone. In particolare dal 6 a11'8 giugno, la città di Lecco ha ricevuto la visita di una delegazione ufficiale dell'amministrazione comunale di Macon, guidata dal Sindaco Michel- Antoine Rognard, da alcuni suoi assessori e consiglieri comunali e da membri del Comitato gemellaggi, e sabato 7, si è avuto I'incontro nel salone corisiliare del Comune fra gli Amministratori delle due città gemelle. I1 sindaco Resinelli, nel suo indirizzo di saluto, ha sottolineato l'importanza dei rapporci di gemellaggio fra le città d'europa:.oggi più che mai., ha detto fra l'altro Resinelli, «in questo momento travagliato della storia d'europa e del mondo, si avverte l'urgenza di una dimensione nuova, si sente che occorre uscire dalle visioni ormai sterili dei nazionalisnii, per costruire col contributo di tutti un'europa dei popoli, dei popoli liberi e democratici che scelgono liberamente la strada del proprio futuro, facendo certamente tesoro del patrimonio inestimabile del proprio passato, ma che nello stesso tempo uniscono i propri sforzi per dare vita insieme, ponendo a vantaggio di tutti i valori storici, culturali e sociali di ciascuno, a un grande disegno di civiltà, per forgiare la nuova idea che sta alla base del progresso comune: l'unità europea.. Ha preso la parola anche il Ministro di Grazia e Giustizia, sen. Tommaso Morlino, presente all'incontro assieme a Ezio Citte- rio, deputato al parlamento. Morlino ha avuto parole di apprezzamento per l'attività intensa e continua fra le due città, sottolineando lo spirito di fratellanza che unisce i popoli d'europa. E' poi intervenuto Aurelio Dozio, co-segretario dell'a.1.c.c.e. che ha portato il saluto dell'associazione. Ha quindi preso la parala Emilio Sangregorio, presidente del Comitato gemellaggi di Lecco, al quale ha risposto il suo collega di Macon, Pierre Joureau. nella foto: (da sinistra in alto) Rognard, sindaco di Micon, Resinelli, sindaco di Lecco, Dozio, membro della Segreteria politica dell'aicce; Citterio, deputato; (in basso) Mauri, assessore al Comune di Lecco, delegato per i rapporti di gemellaggio, Sangregorio, presidente del Comitato per i gemellaggi di Lecco, Joureau, presidente del Comitato per i gemellaggi di Macon; Tommaso Morlino, ministro di grazia e giustizia.

19 luglio-agosto 1980 COMUNI D'EUROPA 11 Pensiero e azione dei federalisti europei A un anno dalla prima elezione popola;e del Parlamento europeo e mentre non accenna ancora a rientrare la crisi comunitaria (la ritrovata intesa finanziaria con la Gran Bretagna fu realizzata solo a patto di un implicito riconoscimento dell'assurda tesi nazionalistica del «giusto ritorno,,; la protezione dei prezzi agricoli continua a mangiare i tre quarti del bilancio senza lasciare adeguato spazio alle pur impellenti iniziative di ristrutturazione del settore; il bilancio '80, approvato dal Parlamento con ben sei mesi di ritardo, riproduce sostanzialmente difetti e lacune di quello precedentemente respinto; salvatasi in corner la Grecia, sono vergognosamente respinti in alto mare Portogallo e Spagna, malgrado le altisonanti promesse con cui si sono per tanto tempo sciacquata la bocca certi grandi personaggi dell'europeismo ufficiale), era naturale che i federalisti rimeditassero le loro tattiche e strategie, distinguendo un piano più immediato d'intervento - che faccia leva sugli appigli a portata di mano per uscir dallo stallo e rimettere le carte in gioco - e un piano a medio o lungo termine, che presuppone la stessa ridefinizione degli scopi e la conseguente ricognizione dei mezzi più atti a raggiungerli. Ha aperto il fuoco (ne tirez pas sur le fédéraliste!) il Comitato dell'uef tenutosi a Lussemburgo a fine giugno, ove si sono proficuamente incontrati, e in qualche misura anche scontrati, più orientamenti scaturiti da difformi valutazioni e esperienze: da quella olandese, appiattita sulla proposta di un'avvilente e rinunciataria identificazione formale col Movimento europeo, a quella tedesca, fedele all'impegno di sempre per un governo europeo che rappresenti il passo successivo a quello già compiuto dell'elezione, e a quella italiana, particolarmente sensibile alle istanze contenutistiche, le quali soltanto sembrerebber0 fornire la necessaria giustificazione e premessa per l'invocato complemento istituzionale. La mozione finale su cui i vari filoni hanno ritenuto di poter convergere, dopo aver constatato che <<la Comunità, con la sua attuale struttura, e incapace non solo di affrontare i compiti che discendono dai Trattati, e in particolare quelli dell'allargamento, ma anche di risolvere i gravi problemi interni e internazionali, i quali richiedono, da un lato, la sollecita costruzione dell'unione economica e monetaria e, dall'altro, iniziative autonome di un'europa che affermi sempre più la sua indipendenza sul terreno monetario e della.politica estera, senza escludere la sicurezza, nella prospettiva di realizzare un reale rapporto di equal partnership con gli Stati Uniti., fa notare che «senza una riforma in profondità delle istituzioni, che giunga sino alla creazione di un vero e proprio governo europeo, con poteri limitati ma reali, responsabile di fronte al Parlamento eletto, non si potrà garantire alla Comunità una volontà politica comune e un'azione efficace» e che «il compito di elaborare questo progetto di a cura di Luciano Bolis riforma dovrà essere affidato al Parlamento eletto dal popolo eu.ropeo*. Il testo così risultante ci appare evidentemente equilibrato e relativamento completo, almeno nel senso che esprime l'essenziale del nostro compito odierno; anche se un pochino ci spiace che il gioco finale delle mani alzate (O piuttosto, in questo caso, non alzate) abbia lasciato cadere nel limbo delle iritenzioni una frasetta che troviamo invece nella proposta iniziale del presidente Albertini, e cioé una garbata stoccatina per i cosiddetti «saggi. di nomina più o meno governativa, i quali farebbero indebita concorrenza ai soli veri rappresentanti del popolo che sono oggi i parlamentari europei. v.>,$ Un contributo originale di pensiero all'elaborazione di un piano strategico, che imprima alla costruzione europea il salto qualitativo di cui ha bisogno per rilanciarsi, è stato COMUNE BI BARWNECCHIA portato da Spinelli nel corso di una relazicae svolta il primo luglio davanti ai federa1,sti romani. Uno Spinelli sempre lucido e battagliero malgrado gli anni (73), il quale ci ha fornito un'analisi puntuale del difficile momento (si far per dire!) che attraversiamo, corredandola d'indicazioni precise sui nuovi equilbri istituzionali da raggiungere (il Consiglio deve cedere una parte dei suoi poteri in direzione della Commissione e del Parlamento) e sui mezzi per potenziare adeguatamente il bilancio (lo sfondamento dell'l YO dell'iva fino a realizzare un'entrata complessiva corrispondente al 2,5% del PILE, secondo MacDougall), al fine di consentire la necessaria apertura verso nuove politiche (specialmente industriale, energetica ed ecologica), senza per questo dover distruggere quella agricola, che andrebbe soltanto convertita da una prevalente difesa dei prezzi in un accresciuto impegno di ristrutturazione di tutto il meccanismo produttivo e distributivo del delicato settore. Fin qui, diciamo pure, niente di nuovo, dal COMMUNE BE MODANE GEMELLAGGIO BARDONECCHIA - MODANE JUMELAGE Città di Bardonecchia - 15 Giugno Per rendere più solenne la prossima apertura al traffico del Traforo Autostradale del Fréjus, le confinanti città di BARDONECCHIA e MODANE hanno deliberato di gemellarsi. Un simbolico rito di amicizia nel solco di una storia comune ed antica, per un futuro sempre crescente di unione e solidarietà. Nato nel segno delle direttive del Consiglio dei Comuni d'europa, il Gemellaggio si propone di considerare idee e interessi comuni. Le finalità di una iniziativa che scopre un modo nuovo di vivere il tempo delle Comunità Economiche Europee, sono diverse ed importanti. Un servizio Autobus-Navetta tra le due Comunità, la possibilità operativa di scambi più rapidi e frequenti di beni e di pubbliche utilità, una interpretazione attiva del movimento di uomini e cose attraverso il Traforo del Fréjus, il desiderio delle due popolazioni di recuperare e consolidare relazioni durevoli e compatibili, sono tra i principali e più immediati traguardi che il Gehellaggio intende conseguire. IL SINDACO Alessandro Gibello Ville de Modane 29 Juin Pour rendre plus solennelle la prochaine ouverture au trafic du Tunnel routier du Frejus les deux villes frontièresde MODANE et BARDONECCHIA ont décidé de se jumeler. Un rite symbolique d'amitié dans le sillage d'une histoire commune et ancienne, pour une union et une solidarité toujours plus importantes dans I'avenir. Né sous le signe des directives du Conseil des Communes d'europe, le jumelage se propose de considérer des idées et des intérets communs. Les finalités d'une initiative qui permet de découvrir une facon tiouvelle de vivre au sein des Communautés Economiques Européennes, sont diverses et importantes. Un service Autobus-Navette entre les deux Communautés, la possibilité de créer des échanges plus rapides et fréquents dans le domaine commercial et public, une interprétation ective du mouvement des hommes et des choses par le Tunnel du Fréjus, le désir des deux populations d'obtenir et de consolider des relations durables et compatibles, sont les objectifs principaux et immediats que le Jumelage entend réaliser. LE MAIRE lean Gauthier il manifesto predisposto per il gemellaggio svoltosi il 15 giugno a Bardonecchia e il successivo 29 giugno a Modane. Alla prima cerimonia ha partecipato, in rappresentanza dellyaicce, Aurelio Dozio.

20 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1980 momento che chi ~arla è un uomo dall'esperienza e dalla capacità critica di S~inelli. Ma ciò, nel suo disegno, non era che la premessa di un impegno cui i federalisti, dall'esterno, dovrebbero concorrere allo stesso titolo dei parlamentari all'interno dell'istituzione, secondo un' elementare divisione dei compiti che appare irrinunciabile condizione per il suo successo finale. Era ben chiaro, infatti, ch'egli intendeva delegare ai più giovani federalisti che lo attorniavano il compito. esterno., mentre riservava per sé quello, non meno arduo, di resistere nella città assediata, la quale però saprà salvarsi solo se tenterà, nei modi e tempi opportuni, le necessarie.uscite.. Di qui l'indispensabile coordinamento tra i due piani che egli si è sforzato d'impostare. Ci è stata così offerta la primizia dell'appello da lui rivolto qualche giorno prima ai colleghi parlamentari europei, in cui si dichiara convinto che il Parlamento deve ~aprire un grande e forte dibattito sulla crisi istituzionale della Comunità; nominare un gruppo di lavoro ad hoc che gli prepari il progetto delle riforme istituzionali necessarie; discutere e votare questo progetto dandogli la forma precisa di un progetto di trattato che modifichi e integri quelli attuali; proporne formalmente l'adozione ai parlamenti nazionali della Comunità*,. Si tratta, in sostanza, del progetto costituente per il quale i federalisti si battono da sempre e in particolare si è battuto proprio Spinelli trent'anni fa quando, in un'analoga situazione di crisi, si è ottenuto la convocazione della famosa.assemblea ad hocn d'infausta memoria. Oggi Spinelli rinuncia al nome, non certo alla sostanza di quel progetto, che t. già per sua natura costituente. Ma questa sua preoccupazione tattica di non usare termini che possono ancora metter paura, potrà anche valere all'interno della cinta comunitaria ov'egli prevalentemente opera, non però al di fuori di essa, dove il compito dei federalisti è piuttosto quello di.spiegare. all'opinione pubblica il significato dell'operazione in corso, ciò che è sempre riuscito meglio facendo appello ad espressioni che già di per sé siano quanto più possibile evocative del risultato che appunto si intende conseguire. Se questa è stata I'impostazione generale del discorso, essa esprime una sostanziale e rassicurante coincidenza di propositi con le già richiamate posizioni dell'uef. Spiacemi soltanto di dover passare sotto silenzio, per i soliti imperativi di spazio e di tempo, le numerose battute di cui, accessoriamente, s'iniesseva l'esposizione: come l'accenno a Pannella, suggerito ai federalisti come modello da non scartare per l'effetto mobilitante delle sue azioni, e la esortazione agli stessi federalisti a non ~erder troppo tempo dietro a problemi la cui soluzione non appare manifestamente ancora matura per il nostro tempo, citando a questo proposito l'esempio della difesa europa. I1 terzo volet di questo trittico di mezza estate fa perno sul Movimento europeo e si svolge fortunatamente secondo linee di con- vergenza sulle posizioni già espresse nei due punti precedenti, realizzando anzi tra esse un coordinamento che, sul piano delle precedenze da attribuire ai singoli momenti e su quello del linguaggio impiegato per esprimerle, non potrebbe essere più appropriato. La circostanza del resto non meraviglia, se si pensa al ruolo preminente che nello stesso Movimento europeo - almeno nella sua proiezione italiana che è il CIME - giocano componenti storiche di antica milizia e indubbio prestigio quali lo stesso MFE e la nostra AICCE, a proposito della quale non posso che riferirmi, per non ripetermi, a quanto già contenuto nell'editoriale -Costituente e fronte democratico europeo» apparso sul numero precedente di questa rivista con la sigla U.S. I1 documento conclusivo dei recenti dibattiti svoltisi nell'ambito del CIME su questi stessi temi inizia con la rievocazione di un passato di lotte - il periodo delle origini - che non dovrebbe cessare d'ispirarci e che ha visto, per la prima volta al Congresso dell'aja del '48, tutti gli europeisti nostrani in posizione esposta sullo scenario del tempo. «I1 Movimento europeo, vi si legge infatti, può ritrovare il suo ruolo di avanguardia morale dell'opinione pubblica europea e di interlocutore efficace dei governi, delle forze politiche e sociali, delle ancor fragili istituzioni europee, solo se saprà tornare alle grandi ispirazioni ideali che ne accompagnarono la nascita e le prime battaglie,,. Proseguendo:.Con le stesse ispirazioni ideali e con la stessa determinazione politica con cui intraprese allora il primo tentativo di costruire una comunità politica democratica ed efficace, oggi il Movimento, sulla base del voto europeo che costituisce il primo passo sulla strada della costruzione dell'europa, deve perseguire l'obiettivo del completamento costituzionale>>. Per concludere: *L'idea-forza, cui deve essere subordinata ogni indicazione tattica, sarà pertanto quella del governo europeo. La parola d'ordine che i nostri militanti hanno levato a Strasburgo il 17 luglio nous avons voté, qui va gouverner? - deve divenire il riferimento costante della nostra lotta». Perché «se si chiede alla Comunità di affrontare le questioni dell'energia, dell'occupazione, dell'inflazione, della riconversione industriale e di una presenza attiva dell'europa sulla scena internazionale, ma non si fa nulla per creare il mezzo indispensabile per questi scopi - un governo - si provoca la sfiducia nell'idea stessa dell'europa,,..ma per battersi efficacemente per un governo europeo» afferma ancora ii documento in questione «bisogna disporre di precisi orientamenti in ordine alle sue competenze e alla sua forma»; orientamenti che lo stesso documento illustra e sviluppa passando in rassegna i campi della politica interna ed estera e postulando in particolare, oltre al controllo politico del Parlamento europeo, anche quello costituzionale del potere giurisdizionale; per arrivare infine a sottolineare [[l'urgenza di un grande dibattito sul nuovo modello politico e sociale, in modo da associare alla costruzione dell'europale forzevive della società e della gioventù europea,,. Torniamo così a un vecchio tema agitato proprio dal CCE nei suoi Stati Generali di Roma del '64 col suo famoso progetto per un.fronte democratico europeo», di cui mai tanto quanto oggi si sono sentiti l'esigenza e il bisogno. Ma saprà questo Movimento europeo' soddisfarli? Ecco l'impegno attuale di tutti i federalisti, comunque organizzati, che il documento opportunamente ci riproprone. Gemellaggio: Lariano -Sausset les Pins I1 25 maggio scorso si è tenuta a Lariano (Roma) la cerimonia di gemellaggio con la città francese di Sausset les Pins i cui ha partecipato il segretario generale dell'aic- CE, Umberto Serafini. L'intera cittadina laziale ha festeggiato l'avvenimento nel corso della settimana del gemellaggio insieme alla delegazione francese guidata dal sindaco Pierre Matraja, che nel suo saluto ha espresso la convinzione che l'unione fra le due città serva la causa europea. «I tempi sono evoluti ed è passata l'epoca - ha continuato Matraja - in cui i popoli vivevano rinchiusi in se stessi. Oggi i confini hanno una utilità relativa di fronte al gran destino dell'umanità. Congiungere i popoli, agire cosicchè gli uomini si conoscano meglio e si capiscano di più alfine di stimarsi maggiormente e di evitare, così, gli scontri che purtroppo abbiamo incontrato nel passato e che tanto spesso trasformarono la nostra Europa in un vero campo di battaglia. Da tanto tempo gli uomini di buona volontà hanno operato per raggiungere questo simbolo di pace che rappresenta l'europa unita. Da voi Alcide De Gasperi, in Germania Konrad Adenauer, nel Belgio Paul Henry Spaak, in Francia Jean Monnet e Robert Schuman hanno per anni e anni gridato la loro volontà comune di creare l'europa che tutti volevamo. Ciò ebbe per risultato il trattato di Roma, la Comunità europea carbone-acciaio e oggi l'assemblea Europea di Strasburgo. Quanta strada percorsa in un mezzo secolo. Chi poteva credere che saremmo oggi riusciti a fondare nove popoli e

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