Per alcuni leggere è fonte di grande Per alcuni leggere è fonte di grande. interiore. Mentre leggiamo un buon
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- Raimondo Cappelletti
- 8 anni fa
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1 Per alcuni leggere è fonte di grande Per alcuni leggere è fonte di grande ricchezza, ricchezza, per per altri altri una una perdita perdita inutile inutile di di tempo. tempo. Ma Ma leggere leggere è soprattutto è soprattutto che le azioni, pensare, anima cioè può assimilare. Che importa quindi pensare, le emozioni è collegare è collegare di idee quegli idee esseri di nuova natura ci appaiono come vere, dacché le abbiamo fatte nostre, e si producono in noi; dacché tengono con sotto con immagini, immagini, la propria emozioni, emozioni, dipendenza, sensazioni, sensazioni, mentre voltiamo febbrilmente le pagine del libro, la rapidità del nostro respiro e l intensità del nostro sguardo? E una volta parole... che parole... lo scrittore ed ed è compiere è compiere ci ha messi un un percorso in percorso questo stato, in cui, come in tutti gli stati puramente interiori, ogni emozione è aumentata del decuplo, in cui saremo turbati interiore. dal suo Mentre libro come leggiamo da un un sogno, buon ma un sogno più chiaro di quelli che facciamo dormendo, e che avrà più interiore. Mentre leggiamo un buon duraturo ricordo, allora eccolo scatenare in noi romanzo, per un ora inaftti, tutti generiamo i beni e tutti invariabilmente lentezza del i mali possibili; nella vita impiegheremmo anni a conoscerne alcuni, e i più intensi non ci sarebbero mai rivelati, perchè la romanzo, inaftti, un identificazione loro generiamo determinarsi invariabilmente con ce ne toglie la percezione (così il nostro cuore muta, nella vita, ed è questo il più grande dolore; ma noi non lo conosciamo un che personaggio nella lettura, un identificazione della in storia. fantasia; Quella nella con realtà muta, come certi fenomeni della natura, con lentezza sufficiente perchè, se possiamo constatare successivamente un identificazione ciascuno personaggio dei fa sommare suoi della stati storia. differenti, Quella la mia per contro la sensazione stessa del mutamento ci sia risparmiata). Già meno interiore al mio corpo di quella vita dei storia personaggi, identificazione alla sua, veniva fa sommare le sue poi, emozioni semiproiettato la mia alle dinanzi a me, il paesaggio dove si svolgeva l azione, e che esercitava sul mio pensiero un influsso ben più grande dell altro, storia alla quello sua, che le sue avevo emozioni sotto gli alle occhi quando li levavo dal libro. Così, per due estati, nel calore del giardino mie, in un turbine emotivo nel quale di Combray, ebbi, a causa del libro che allora mie, leggevo, in un nostalgia turbine emotivo d un paese nel quale montuoso e fluviale, dove avrei potuto vedere molte segherie, e dove, nel il lettore è parte attiva. Il termine fondo dell acqua chiara, dei pezzi di legno marcivano il lettore sotto è parte ciuffi attiva. di crescione; Il termine non lontano s arrampocavano, lungo dei muri bassi, grappoli di fiori viola e rossastri. E come il sogno d una donna che m avrebbe biblioterapia, biblioterapia, amato coniato era coniato anima da da pochi cioè pochi può assimilare. Che importa quindi che le azioni, le emozioni di quegli esseri di nuova natura ci appaiono come vere, dacché anni, le anni, abbiamo viene viene sempre fatte sempre nostre, più più usato usato e si con producono vari vari in noi; dacché tengono sotto la propria dipendenza, mentre voltiamo febbrilmente le pagine del libro, la rapidità del significati. nostro significati. respiro Tra Tra i e tanti i l intensità tanti indica indica l utilizzo del l utilizzo nostro sguardo? E una volta che lo scrittore ci ha messi in questo stato, in cui, come in tutti gli stati puramente interiori, ogni della emozione della lettura lettura è come aumentata come strumento strumento del decuplo, di di in cui saremo turbati dal suo libro come da un sogno, ma un sogno più chiaro di quelli che facciamo dormendo, e che avrà più duraturo ricordo, allora eccolo scatenare in noi per un ora tutti i beni e tutti i mali possibili; nella vita impiegheremmo anni a conoscerne alcuni, e i più intensi non ci sarebbero mai rivelati, perchè la lentezza del loro determinarsi ce ne toglie la percezione (così il nostro cuore muta, nella vita, ed è questo il più grande dolore; ma noi non lo conosciamo che nella lettura, in fantasia; nella realtà muta, come certi fenomeni della natura, con lentezza sufficiente perchè, se possiamo constatare successivamente ciascuno dei suoi stati differenti, per contro la sensazione stessa del mutamento ci sia risparmiata). Già meno interiore al mio corpo di quella vita dei personaggi, veniva poi, semiproiettato dinanzi a me, il paesaggio dove si svolgeva l azione, e che esercitava sul mio pensiero un influsso ben più grande dell altro, quello che avevo sotto gli occhi quando li levavo dal libro. Così, per due estati, nel calore del giardino di Combray, ebbi, a causa del libro che allora leggevo, nostalgia d un paese montuoso e fluviale, dove avrei
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3 La Biblioteca è anche i libri che leggiamo Per Per alcuni alcuni leggere leggere è fonte è fonte di di grande grande ricchezza, ricchezza, per per altri altri una una perdita perdita inutile inutile di di tempo. tempo. Ma Ma leggere leggere è soprattutto è soprattutto che le azioni, pensare, anima cioè può assimilare. Che importa quindi pensare, le emozioni è collegare è collegare di idee quegli idee esseri di nuova natura ci appaiono come vere, dacché le abbiamo fatte nostre, e si producono in noi; dacché tengono con sotto con immagini, immagini, la propria emozioni, emozioni, dipendenza, sensazioni, sensazioni, mentre voltiamo febbrilmente le pagine del libro, la rapidità del nostro respiro e l intensità del nostro sguardo? E una volta parole... che parole... lo scrittore ed ed è compiere è compiere ci ha messi un un percorso in percorso questo stato, in cui, come in tutti gli stati puramente interiori, ogni emozione è aumentata del decuplo, in cui saremo turbati interiore. dal suo Mentre libro come leggiamo da un un sogno, buon ma un sogno più chiaro di quelli che facciamo dormendo, e che avrà più interiore. Mentre leggiamo un buon duraturo ricordo, allora eccolo scatenare in noi romanzo, per un ora inaftti, tutti generiamo i beni e tutti invariabilmente lentezza del i mali possibili; nella vita impiegheremmo anni a conoscerne alcuni, e i più intensi non ci sarebbero mai rivelati, perchè la romanzo, inaftti, un identificazione loro generiamo determinarsi invariabilmente con ce ne toglie la percezione (così il nostro cuore muta, nella vita, ed è questo il più grande dolore; ma noi non lo conosciamo un che personaggio nella lettura, un identificazione della in storia. fantasia; Quella nella con realtà muta, come certi fenomeni della natura, con lentezza sufficiente perchè, se possiamo constatare successivamente un identificazione ciascuno personaggio dei fa sommare suoi della stati storia. differenti, Quella la mia per contro la sensazione stessa del mutamento ci sia risparmiata). Già meno interiore al mio corpo di quella vita dei storia personaggi, identificazione alla sua, veniva fa sommare le sue poi, emozioni semiproiettato la mia alle dinanzi a me, il paesaggio dove si svolgeva l azione, e che esercitava sul mio pensiero un influsso ben più grande dell altro, storia alla quello sua, che le sue avevo emozioni sotto gli alle occhi quando li levavo dal libro. Così, per due estati, nel calore del giardino mie, in un turbine emotivo nel quale di Combray, ebbi, a causa del libro che allora mie, leggevo, in un nostalgia turbine emotivo d un paese nel quale montuoso e fluviale, dove avrei potuto vedere molte segherie, e dove, nel il lettore è parte attiva. Il termine fondo dell acqua chiara, dei pezzi di legno marcivano il lettore sotto è parte ciuffi attiva. di crescione; Il termine non lontano s arrampocavano, lungo dei muri bassi, grappoli di fiori viola e rossastri. E come il sogno d una donna che m avrebbe biblioterapia, biblioterapia, amato coniato era coniato anima da da pochi cioè pochi può assimilare. Che importa quindi che le azioni, le emozioni di quegli esseri di nuova natura ci appaiono come vere, dacché anni, le anni, abbiamo viene viene sempre fatte sempre nostre, più più usato usato e si con producono vari vari in noi; dacché tengono sotto la propria dipendenza, mentre voltiamo febbrilmente le pagine del libro, la rapidità del significati. nostro significati. respiro Tra Tra i e tanti i l intensità tanti indica indica l utilizzo del l utilizzo nostro sguardo? E una volta che lo scrittore ci ha messi in questo stato, in cui, come in tutti gli stati puramente interiori, ogni della emozione della lettura lettura è come aumentata come strumento strumento del decuplo, di di in cui saremo turbati dal suo libro come da un sogno, ma un sogno più chiaro di quelli che facciamo dormendo, e che avrà più duraturo ricordo, allora eccolo scatenare in noi per un ora tutti i beni e tutti i mali possibili; nella vita impiegheremmo anni a conoscerne alcuni, e i più intensi non ci sarebbero mai rivelati, perchè la lentezza del loro determinarsi ce ne toglie la percezione (così il nostro cuore muta, nella vita, ed è questo il più grande dolore; ma noi non lo conosciamo che nella lettura, in fantasia; nella realtà muta, come certi fenomeni della natura, con lentezza sufficiente perchè, se possiamo constatare successivamente ciascuno dei suoi stati differenti, per contro la sensazione stessa del mutamento ci sia risparmiata). Già meno interiore al mio corpo di quella vita dei personaggi, veniva poi, semiproiettato dinanzi a me, il paesaggio dove si svolgeva l azione, e che esercitava sul mio pensiero un influsso ben più grande dell altro, quello che avevo sotto gli occhi quando li levavo dal libro. Così, per due estati, nel calore del giardino di Combray, ebbi, a causa del libro che allora leggevo, nostalgia d un paese montuoso e fluviale, dove avrei Biblioteca Civica Gambalunga 2011
4 Testi Oriana Maroni Voci dalla Biblioteca pag. 3 Lorella Barlaam Erotica ed etica della lettura 5 Giuliana Merlini Il gruppo di lettura come luogo di incontro, di dialogo, di relazioni, di cultura 15 Isa Valbonesi Coltivare il pensiero. La lettura come esercizio dianoetico 28 Taccuino pubblicato in occasione di Biblioterapia. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri, 2011 Le figure del male Sala del Giudizio - Museo della Città 15 ottobre - 10 dicembre 2011 A cura di Oriana Maroni Comunicazione Lorella Barlaam Ufficio stampa Emilio Salvatori Segreteria Patrizia Bebi, Anna Mazzavillani, Grazia Tonni Amministrazione Cesare Novara, Anna Morri Redazione web Cesare Banducci, Silvia Renzini Assistenza grafica Nadia Bizzocchi Assistenza tecnica Maurizio Fantini Contributi Patrocinio Progetto grafico e impaginazione Colpo d occhio Stampa Cooperativa Cento Fiori Finito di stampare dicembre 2011
5 Voci dalla Biblioteca > Oriana Maroni Ha quattro secoli la Biblioteca Gambalunga, e molte storie da raccontare che qui vivono dentro le sue carte e i suoi libri, che come in un gabinetto magico di spiriti stregati, si svegliano quando noi li chiamiamo. Fantasmi che tornano a vivere solo in quanto un essere vivo dà loro voce e vita. La suggestione viene dalle parole di Ezio Raimondi, il grande italianista amico delle biblioteche, frequentatore immaginifico dei labirinti piranesiani delle sue biblioteche interiori. Con l austera sapienza della sua vita secolare, la Biblioteca lega memorie e immaginazioni, crea ogni giorno sinfonie di voci fra i viventi e gli uomini del passato, tesse legami sottili ma tenaci fra parole e esseri, fra scrittori e lettori, fra lettori e lettori. I libri legano e conducono verso gli altri. Sono una porta d ingresso su altri secoli, su altri Paesi, ha scritto Marguerite Yourcenar. Nelle sue sale batte il cuore della città, ma nei suoi libri si spalancano anche gli affacci sulla civiltà del mondo. È per questo che la Biblioteca è parte della polis, anima della città, ma anche luogo custode del rapporto tra identità e differenza, un ponte fra i saperi e le persone. I lettori sono viaggiatori a cui la Biblioteca apre ogni giorno le sue porte, per offrire la sua ospitalità e per dar loro mappe che permettono di leggere più a fondo i testi, aprire strade verso altri libri, o varchi inediti in quelli noti, per aiutarli a coltivare il loro talento di lettori, che è la capacità di leggere con una lanterna propria e il saper coltivare la passione per i grandi dubbi, come suggerisce lo scrittore spagnolo Enrique Vila-Matas. Ma «leggere bene» è anche «uno dei grandi piaceri che la solitudine può condurci» ed anche «il più terapeutico dei piaceri». L osservazione è del grande critico letterario americano Harold Bloom. Da un libero conversare su lettura e scrittura, in una sala della Biblioteca, sorvegliata dallo sguardo di Santa Cecilia protettrice dei musicisti, in verità pittoricamente poco riuscita, è nata l idea della Biblioterapia, il ciclo di conversazioni dedicate ai libri e alla lettura, che da tre anni la Biblioteca Gambalunga organizza. Il titolo fu idea di Marcello Di Bella, allora direttore della Gambalunga; il sottotitolo: come curarsi (o ammalarsi) coi libri di Piero Meldini, scrittore e direttore della Biblioteca prima di lui. La lettura, si pensò, è un pharmakon, e ripropone l ambiguità del termine greco: medicina e insieme veleno, a seconda di come viene praticata, prima ancora che per effetto dei testi che ne sono oggetto. Può produrre conoscenza, piacere, trasformazione, o essere un mero esercizio di consumo, di assoggettamento al testo. Il critico letterario Alfonso Berardinelli 3
6 voci dalla biblioteca ha ben chiarito che di per sé il libro non è un valore. «Lo è solo se vale. E nel caso presente di sovrapproduzione libraria i peggiori nemici dei libri che vale leggere sono i troppi libri che li sommergono e da cui cerchiamo a fatica di difenderci». Dopo avere attraversato memorie intellettuali, storie di letture e biblioteche interiori, ascoltato conversazioni che ci hanno parlato di scrittura e generi letterari, nel 2011 si è approdati a un idea di lettura come passione per i grandi dubbi, confronto aperto con i diversi registri umani attraverso cui si compie la riflessione e la battaglia per trovare un senso e una direzione alla propria vita. In realtà questo ci appare solo un punto d arrivo, per prepararsi ad altre partenze. Al nostro viator lasciamo dunque la possibilità di riascoltare il giornale di bordo scritto insieme ai nostri ospiti ( bibliotecagambalunga.it), ma anche l opportunità di sintonizzarsi sull ascolto delle voci dalla biblioteca, vale a dire dei due gruppi di lettura, formati da persone che leggono nello stesso tempo un libro che si incontrano in Gambalunga, per scambiarsi la loro esperienza di lettura, ed insieme avventurarsi alla scoperta di nuovi libri e autori. La lettura lega, ma la lettura è anche ribelle e vagabonda, esige libertà; è una straordinaria forma di piacere, conoscenza e dunque un occasione di trasformazione e cura. Assonanze, affinità elettive che legano per lasciarsi liberi, dunque. Ne parlano le due conduttrici Lorella Barlaam e Giuliana Merlini. C è infine un terzo gruppo di persone che ha casa in Biblioteca. Ed è il gruppo ideato e condotto da Isa Valbonesi, che sperimenta il tentativo di accostarsi al pensiero filosofico per imparare l esercizio del pensiero e della parola anche nella vita quotidiana. La filosofia come un osare a sentire, un esercizio per cuori pensanti, per usare le splendide definizioni di Maria Zambrano. Ci sono giorni in cui in Biblioteca pare cogliersi una percezione leggera di felicità, l han lasciata quei lettori che han trovato «un po d aria respirabile dentro i libri, la felicità di sentire che c è ancora la possibilità di uno spazio in cui far andare l immaginazione, per trafficare con l insensato, lo stravagante, e quello che è messo ai margini delle nostre vite fatte di preoccupazioni, conti e disastri» (Rossana Campo). Quel brusio che ci giunge, forse significa che ne è nato un contagio.
7 Etica ed erotica del lettore Verso un Gruppo di Lectura activa > Lorella Barlaam Hypocrite lecteur, mon semblable, mon frère! Charles Baudelaire, I fiori del male Jean-Baptiste Siméon Chardin, Le Philosophe lisant (1734) 1 Il venire al mondo del lettore «Il libro è un dialogo [ ] un indirizzamento o un appello. Sotto la linea melodica del suo canto corre, ininterrottamente, il basso continuo del suo invito, della sua domanda, della sua ingiunzione o della sua preghiera: Leggimi! Leggetemi!» Così Jean Luc Nancy 1 rivela quel richiamo struggente che, una volta ascoltato, mette al mondo di nuovo noi, Genti del Libro. Non si nasce lettori, infatti, ma alla lettura si nasce ed è in senso pieno una seconda nascita, che ci permette di agire nel mondo e contro il mondo. Ma sempre per amore del mondo. Il primo significato del lemma lettura sul vocabolario Treccani è l azione di leggere. Un agire, eticamente orientato, che accoglie la responsabilità dell incontro con l altro da sé prendendosi cura delle sue parole, ri-costruendone il senso. Ma e noi lettrici lo sappiamo bene! la lettura è anche una passio che nasce dal desiderio e dalla mancanza, nel grembo delle prime storie che ci sono state lette e che diventa il rannicchiarsi smemorato nelle pagine di un romanzo divorato per sapere come va a finire. Imparare a leggere non è perciò, mai, soltanto un apprendimento. Certo: ogni lettura parte da una tecnica di decodificazione di segni dati secondo un certo codice e dall operazione di decifrazione dei segni si arriva all attività della decifrazione dei testi. E leggere bene diventa per antonomasia leggere un libro. E leggere libri (molti libri, tutti i libri che la Legge, la Moda o il Canone prescrivono) la via regia alla costituzione di una Cultura. Come se crearsi una Biblioteca nello spazio o nell interiorità fosse un accumulare capitale, e non costruirsi una cassetta degli attrezzi per leggere (e 1 J. L. Nancy, Del libro e della libreria, Cortina,
8 voci dalla biblioteca vivere) sempre meglio. In comune con la nascita, riflette Luca Ferrieri 2, la lettura forse ha anche altri due elementi. La singolarità: come ogni nuovo nato, ogni lettura è irripetibile, un evento originario. E la fragilità, perché anche il venire al mondo di un lettore è sempre esposto al rischio d un fallimento. Se non trova l ambiente adatto, pieno di libri e intriso del loro valore, o magari di libri del tutto sguarnito, dove anzi tocca leggere di nascosto un invito a fare esperienza della lettura come di un mondo opposto, come scrive Bichsel oppure se non incontra l iniziatore adatto, è destinata a non riuscire. E, come per ogni nascita, il seme della lettura viene da fuori, ma la gestazione «è interna alla mente e al corpo che legge». È per questo valore inaugurale che la passione della lettura non può essere oggetto di insegnamento: alla lettura si viene iniziati, da un aiutante che ci presenta questo strumento magico, che può essere anche un Gruppo, grembo di condivisione di letture singolari in cui il discorso si fa plurale e polifonico, e si diffonde per contagio. Un Gruppo di lettura, infatti, come la scuola di lettura creativa auspicata da George Steiner, può diventare l iniziatore di quella lettura ben fatta che per Peguy è una «cooperazione letterale, una collaborazione intima, interiore» con il testo, ma anche «una suprema, eccelsa, sconcertante responsabilità». Perché al testo restituisce vita e ne costituisce il coronamento. Non è un caso, se il nodo ricorrente nell attività del Gruppo sia la scelta del libro da condividere, al bivio tra testi complessi e percorsi strutturati in nome di un etica della lettura come formazione di sé e incontro con l altro e pagine più agevoli, per abbandonarsi alla passione, al piacere della lettura. E non è un caso che la scelta passi attraverso prese di posizione appassionate e conflittuali, che danno peso e valore a questa pratica che era al centro del farsi del sapere nel mondo occidentale, capace di aggregare metafore e farsi metafora dell intero universo, e che sembra arrivata oggi alla fine delle sue funzioni. È il secondo anno che il gruppo di lettura che coordino presso la Biblioteca Gambalunga è attivo, e se le mie perplessità di lettore al singolare erano tante il mondo è già abbastanza pieno «di vicini indiscreti» scrive Roland Barthes, «con i quali mi tocca condividere l altro» mi sono dovuta ricredere. Ferrieri afferma che «la solitudine del lettore è la premessa a una socialità che sgorga come atto necessario e libero a un tempo» e nel Gruppo ho sperimentato questa solitudine non troppo rumorosa ma risonante di voci diverse, resa possibile dalla condivisione proprio del libro che amo. Quello che avviene nell apertura all altro della «stanza tutta per sé» non è una lettura in gruppo, che enfatizza la fruizione corale, dionisiaca, ma un leggere singolare 2 L. Ferrieri, La lettura spiegata a chi non legge, Editrice Bibliografica,
9 condiviso. «Un gruppo di lettura» asserisce Blanca Calvo, «è un gruppo di persone che leggono nello stesso tempo un libro». E si ritrovano per parlarne e per ascoltarne, lasciando segni (la lettura è dispersiva, leggendo «si dimentica e ci si dimentica») e tracciando sentieri da un libro a un altro. Una modalità anfibia, che contagia il virus della lettura ma fornisce il contravveleno del passaparola, potente strumento per scegliere e valutare autonomamente i libri continuamente sfornati dall industria editoriale. Una strada per l ecologia della lettura, dunque. Guardando al nostro percorso, di libro in libro si disegna una mappa, a partire dal patto fondativo del Gruppo: affrontare testi più complessi di quelli che si sarebbero scelti da soli, e dar finalmente la scalata ai fondamentali sempre rimandati, facendosi forza del leggere insieme. Così abbiamo indagato in più direzioni, dalla strutturazione dei personaggi alla traduzione alle letture tematizzate al senso della lettura dei classici oggi, aizzati da Italo Calvino. Partiti da La valigia di mio padre di Orhan Pahmuk, in cui la scrittura è definita lo «scavare un pozzo con un ago» come anche l acuminata paziente lettura dovrebbe fare abbiamo percorso La strada di Cormac McCarthy, che ha rivelato nella sagace lettura di alcuni le parole bibliche sottese. Questo andare di un padre e di un figlio fino in fondo all apocalisse ci ha portato a La storia di Elsa Morante, via crucis di una madre, Ida, e del suo caprettino Useppe. Con la sorpresa delle diverse risonanze che un testo così amato od odiato quando uscì, nel 1974, può avere per il lettore di adesso, e persino per chi come me ne è ri-ri-lettore. Davvero nel tempo si compie un gioco segreto di prospettive. In Olive Kitteridge di Elizabeth Strout, filtrata dal saggio Gradazioni di vitalità di Antonia Byatt, abbiamo letto la costruzione dei personaggi, e poi la Trilogia della città di K., di Agota Kristof favola nera e scabra ha suscitato letture diversissime, senza lasciare nessuno indifferente. A La trilogia del ritorno di Fred Uhlman, che con Lettera a uno sconosciuto di Kressman Taylor ha sfiorato il tema della letteratura sulla Shoah, è seguito il Grande Romanzo Americano, dalla ri-scoperta di Revolutionary road di Richard Yates a Le correzioni di Jonathan Franzen a Pastorale Americana di Philip Roth ma su Underworld di Don De Lillo c è stata una levata di scudi collettiva, e Madri & figlie, esercizio bibliografico a tema, è sembrata la soluzione. I successivi Se consideri le colpe e di Ogni promessa di Andrea Bajani risentivano un po del senso di colpa dell aver trascurato la letteratura italiana contemporanea; Auto da fè di Elias Canetti, Altre inquisizioni di Jorge Luis Borges e La casa di carta di Carlos Maria Dominguez hanno chiuso il cerchio parlando di libri, e del rapporto che si instaura con loro. Biblioteche. Che forse hanno appesantito il nostro andare. Mentre il Gruppo si assestava su una decina di presenze stabili cominciava ad avvertirsi un certo malessere sul significato del nostro viaggio, e la sensazione che quel desiderio che è «la cuna e la cruna» del leggere stesse un po smarrendo la direzione del piacere della lettura 7
10 voci dalla biblioteca Ma le discussioni accese degli incontri ultimi, la leggerezza calviniana rivendicata sulla pesanteur avvertita ogni volta che la lettura chiedeva uno spaesamento forse hanno bisogno di una riflessione più articolata che indaghi i confini e le interazioni di quelle che chiamerò l Erotica e l Etica del lettore. «Donde» scrive Roland Barthes, «due regimi di lettura: una che va direttamente alle articolazioni del testo, per ritrovare al più presto i luoghi scottanti dell aneddoto, quanto fa avanzare lo svelamento dell enigma o il destino. L altra che non fa passare niente; pesa, aderisce al testo, legge, se così si può dire, con applicazione e trasporto, coglie in ogni punto del testo l asindeto che taglia i linguaggi e non l aneddoto». 3 Intanto: si fa presto, a dire piacere della lettura 2 Io Sotto il segno di Eros Del piacere della lettura Barthes traccia tre vie, «quella che si arresta di fronte al piacere del testo» sintetizza Michel De Certeau, «quella che corre verso il finale e non riesce ad aspettare, quella che nutre il desiderio di scrivere. Lettura erotica, cacciatrice o iniziatica. Ma, oltre a queste, ce ne sono altre, di tipo onirico, antagonistico e autodidattico». Qui si tocca un cuore del discorso, e tocca mettersi sotto la protezione di un dàimon, Eros, il desiderio. Demone filosofo, astuto e indicibile. Ma figlio della Povertà e del Bisogno. «Ciascuno di noi» ha scritto Remo Bodei 5, «vive nell immaginazione altre vite. Per sfuggire agli orizzonti ristretti entro cui sarebbe confinata la nostra dobbiamo intrecciarla e ricombinarla con quella di altri, vicini e lontani nel tempo, servendoci del desiderio e dell immaginazione quale antidoto alla povertà di ogni esperienza singola. Grazie alla grande letteratura vivo per procura altre vite parallele, mi immedesimo in più biografie: sono Odisseo, Antigone, Socrate, Cesare, Amleto, l Innominato, Madame Bovary, Anna Karenina, Hans Castorp». Ma il desiderio non si esaurisce in un catalogo di esistenze accessibili all immaginazione. «È evidente» nota Barthes «che esiste un erotismo della lettura (nella lettura il desiderio è presente con il suo oggetto, il che corrisponde alla definizione dell erotismo)». A guardia della lettura desiderante sta l immagine di Sant Ambrogio che legge a fior di labbra, come lo sorprende Sant Agostino nelle Confessioni. L icona di quella lettura silenziosa e appartata che consente un rapporto con lo scritto segreto e interiore. Fino alla «stanzettina odorosa d iris» che, confessa Marcel Proust, «per lungo tempo mi servì di rifugio, senza dubbio perché era la sola che mi fosse permesso 3 R. Barthes, Il piacere del testo, Einaudi, 1975 M. De Certeau, L invenzione del quotidiano, Edizioni Lavoro, R. Bodei, dal ciclo di lezioni sulle Vite Immaginate, Scuola di Studi Umanistici di Bologna (dic. 2011) 8
11 di chiudere a chiave, in tutte le occupazioni che invocano un inviolabile solitudine: la lettura, le fantasticherie, le lagrime e la voluttà». Le righe in cui Barthes rintraccia i tratti della lettura desiderante: uno stato assolutamente separato, clandestino, nel quale il mondo intero è abolito e il lettore, come l innamorato o il mistico, disinveste la realtà, interamente trasportato nel registro dell immaginario. In rapporto fusionale con il libro, come chi ama pende dal viso amato. Durante questo tipo di lettura, «nel corpo si mescolano e si intrecciano tanti moti diversi: il fascino, la vacanza, il dolore, la voluttà». 6 L atto del leggere è sentito come una pratica di godimento solitario, quasi onanistico. Non è, questo, un agire bensì un patire: l assoggettarsi al volere del testo. «Il testo è un oggetto feticcio» chiosa Barthes. «E questo feticcio mi desidera. Il testo mi sceglie». È nel Settecento che la lettura diviene passio. Specie quella femminile, a giudicare dall iconografia sull argomento, come mostra Le donne che leggono sono pericolose, di S. Bollmann ed E. Heidenreich. Estremizzando, Francesca Serra 8 afferma che siamo tutte pornolettrici, possedute da una lettura che è proprio quella voluta e strutturata subliminarmente dalla forma-romanzo, sin dal suo sorgere: lettura passiva, fisicamente e mentalmente rilassata, in cui l io non valuta e non filtra ma accoglie, che favorisce l immedesimazione coi personaggi e tende a consumare velocemente i suoi oggetti. «L opera narrativa è il rovescio esatto, l alveolo in cui si deposita docilmente la lettura» ammonisce Emanuele Trevi. «Quando la storia ci ha catturati nel suo intrigo, noi aderiamo perfettamente all idea di lettura che essa implica. Questa collaborazione narrativa è il motore segreto della fabbrica dei best seller». 9 Michel de Certeau ribatte: «Ciò che va rimesso in discussione è l assimilazione della lettura alla passività» perché la ricostituzione di ogni testo avviene «attraverso un gioco di implicazioni e di astuzie tra due tipi di aspettative combinate: quella che organizza uno spazio leggibile (una letteralità) e quello che organizza un percorso necessario all effettuazione dell opera (una lettura). Lungi dall essere degli scrittori, che fondano un luogo proprio, scavatori di pozzi o costruttori di case, i lettori sono dei viaggiatori: circolano su terreni altrui, come nomadi che praticano il bracconaggio attraverso pagine che non hanno scritto». Un operazione che consente al lettore/bracconiere di sfuggire alla Legge che regola il suo rapporto col testo (che sia quella della Chiesa, della Scuola o della Biblioteca), ma che rischia di generare un paradosso: «Per comune ammissione» avverte Barthes, che 6 R. Barthes, Il brusio della lingua, Einaudi, R. Loretelli, L invenzione del romanzo, Laterza, F. Serra, Le brave ragazze non leggono romanzi, Bollati Boringhieri,
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