Istituto di Istruzione Superiore Francesco Cucuzza Sezione Istituto Tecnico Agrario Caltagirone- Ct. Prof. Dott. Agr. Michele Iannizzotto

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1 Istituto di Istruzione Superiore Francesco Cucuzza Sezione Istituto Tecnico Agrario Caltagirone- Ct Prof. Dott. Agr. Michele Iannizzotto MALATTIE DELLA VITE ANNO SCOLASTICO 2005/2006

2 FUNGHI Peronospora della vite (487) (Plasmopara viticola) Oidio o mal bianco della vite (494) (Uncinola necator/oidum tuckeri) Muffa grigia- Botritis cinerea(497) Mal dell esca (503) Escoriosi Marciume nero o black rot Marciume radicale fibroso Marciume radicale lanoso Deperimento degli organi legnoso Marciume acido BATTERI Tumore batterico (Agrobacterium tumefacines) VITE VIRUS Malformazioni infettive (arricciamento, mosaico giallo, scolor. perinervale) Accartocciamento Legno riccio FITOPLASMI Flavescenza dorata (509) INSETTI Tignoletta della vite= Lobesia botrana (519) Tignola della vite= Eupoecilia ambiguella (521) Cicaline= Zygina rhamni, Empoasca vitis, Scaphoideus titanus ( ) Tripide della vite(512) Eulia Fillossera della vite (517) Bostrichi della vite Cecidomia della vite Cicadella bufalo Metcalfa Pulvinaria Sigario RICKETTSIE Malattia di Pierce NEMATODI Nematodi galligeni ACARI Ragnetto giallo=(527) Ragno rosso della vite(526) Acariosi della vite Erinosi

3 Le diverse fasi vegetative in riferimento alle quali vengono effettuati gli interventi

4 PRINCIPALI FITOPATIE DELLA VITE Fisiopatie Danni da freddo (gelo) Danni da caldo (colpo di sole o aplopessia) Danni da grandine Clorosi ferrica Malattie virali Accartocciamento fogliare GLRV (Grapevine leafroll virus) Degenerazione infettiva GFLV (Grapevine fan leaf virus) Legno riccio GRWV (Grapevine rugose wood virus) Malattie batteriche Tumore radicale - Agrobacterium tumefaciens; A. viti Marciume acido - diverse specie di lieviti e batteri Fitoplasma : Flavescenza dorata, trasmesso da cicaline; Malattie da oomiceti e fungine Peronospora -Plasmopara viticola Oidio -Uncinula necator f.c. Oidium tuckeri Muffa grigia -Botryotinia fuckeliana f.c. Botrytis cinerea Mal dell'esca -Stereum spp., Fomes spp., Phellinus spp Escoriosi -Phomopsis viticola Antracnosi -Elsinoe ampelina f.c. Sphaceloma ampelinum Marciume nero -Guignardia bidwelli f.c. Phoma uvicola Eutipiosi -Eutypa lata f. c. Libertella blepharis Marciume radicale -Armillaria mellea Imbrunimento interno dei tralci -Botryosphaeria obtusa f. c. Sphaeropsis malorum

5 PERONOSPORA DELLA VITE (Plasmopara viticola) Estratto da: MALATTIE CRITTOGAMICHE DELLE PIANTE DA FRUTTO di Ivan Ponti Franco Laffi - Edizioni L'Informatore Agrario S.p.A., Verona, Febbraio 2003 Divisione Sottodiv. Classe Eumycota Mastigomycotina Oomimycota Caratteristiche manifestazioni peronosporiche sulla pagina superiore (macchia d'olio) Caratteristiche manifestazioni peronosporiche sulla pagina inferiore (muffa bianca)

6 La peronospora rappresenta la più grave malattia crittogamica che colpisce la vite, arrecando a volte danni molto ingenti, fino alla perdita dell'intera produzione. L'infezione interessa tutte le parti verdi della pianta e principalmente le foglie, i germogli ed i grappoli. Le prime possono venire già attaccate quando sono molto piccole, ma la loro sensibilità è massima raggiunto il diametro di circa 3 cm e decresce col progressivo invecchiamento e indurimento. I primi sintomi sulle foglie sono osservabili sulla pagina superiore su cui inizialmente si formano delle zone decolorate, rotondeggianti, sparse sul lembo fogliare o ai bordi, che in breve tempo assumono il tipico aspetto «a macchia d'olio» osservabile in trasparenza. Sulla pagina inferiore, in corrispondenza delle zone alterate, si forma, in presenza di una elevata umidità un'efflorescenza biancastra, costituita dalle fruttificazioni agamiche del patogeno; in condizioni atmosferiche asciutte quest'ultima manifestazione può anche mancare e rimangono evidenti solo le tipiche «macchie d'olio». In ambedue i casi comunque la zona colpita dissecca fino ad arrivare, nei casi più gravi, ad interessare la totalità del lembo fogliare causando una parziale defogliazione, con conseguente deperimento generale della pianta. Nel caso in cui l'attacco avvenga sulle foglie vecchie, le macchie si presentano piccole, di forma poligonale, non localizzate e con una vegetazione fungina scarsa (peronospora a mosaico).

7 I grappoli possono essere attaccati molto precocemente, anche prima o durante la fioritura: in questa fase i giovani peduncoli, i rachidi ed i racimoli appaiono inizialmente allessati, in seguito si ricoprono della caratteristica «muffa biancastra». Gli acini quando sono nelle prime fasi di accrescimento possono venire colpiti direttamente; successivamente, quando raggiungono il diametro di 2,5-3 mm, solo attraverso i rispettivi pedicelli, essendo gli stomi degenerati e non più ricettivi all'insediamento del micete. Nel caso di attacchi tardivi, l'acino non si ricopre più della «muffa bianca», ma va soggetto ad un «marciume bruno» e poi dissecca. Questo stadio della malattia è conosciuto anche con il nome di «peronospora larvata». Sui germogli e sui tralci l'infezione purificarsi fin quando essi sono erbacei, la parte colpita imbrunisce e, a volte, si ricopre della muffa bianca. Una volta lignificati i tralci mostrano gli esiti della malattia sotto forma di desquamazioni e di fessurazioni, più o meno ampie e profonde. Esito di un attacco grave di peronospora larvata

8 Grappolo parzialmente colpito da peronospora prima dell'allegagione; i residui fiorali sono anneriti e disseccati Infezione peronosporica in forma palese facilmente evidenziabile per la presenza della muffa bianca che avvolge il giovane grappolino Caratteristica deformazione ad S assunta dal grappolino colpito da peronospora La muffa biancastra fuoriesce, attraverso le aperture stomatiche, solitamente alla fine del periodo di incubazione

9 Caratteristici rami conidiofori sui quali sono inseriti gli zoosporangi o conidi di forma ovoidale-globosa Macchie di secchereccio dovute a peronospora Oospora di Plasmopara viticola differenziatasi nel mesofillo della foglia

10 Ciclo biologico di plasmopora viticola

11 Ciclo biologico Cardinali termici: min C opt C max C. Alla temperatura ottimale sono necessari: 45 per la germinazione dello sporangio con fuoriuscita delle zoospore; una media di 20 perché le zoospore possano raggiungere uno stoma e per la penetrazione. Sono necessarie, pertanto, almeno 2 ore di bagnatura. Gli stomi, in genere, non sono funzionali e quindi non permettono la penetrazione quando i germogli sono lunghi meno di 10 cm. Dal momento della penetrazione all evasione sono necessari, alla temperatura ottimale, solamente 4 giorni. Per la sporulazione (fase di evasione) sono necessarie un minimo di 4 ore di buio con umidità di circa il 98% e temperatura di almeno 13 C. A 30 C si verifica una rapida perdita della capacità germinativa degli sporangi. Per il calcolo del periodo d incubazione ci si basa su di una tabella che prende in considerazione la temperatura media giornaliera e l umidità relativa atmosferica.

12 SCHEMA DEL CICLO INFETTIVO DI PLASMOPARA VITICOLA

13 Nella situazione pratica è possibile calcolare preventivamente la, durata del periodo d'incubazione, quando sia noto il momento d'inizio dell'infezione (quando cioè una pioggia infettante abbia consentito la germinazione delle zoospore) e si sia in grado di tenere sotto osservazione l'andamento delle componenti climatiche sotto indicate: 1) Temperatura media È facilmente calcolabile considerando la media giornaliera di quattro valori termici e cioè: temperatura minima e massima alle ore 9 e minima e massima alle ore 21 (ore solari). Un elemento di grande importanza pratica è la possibilità di valutare la durata del periodo d'incubazione delle singole infezioni. La durata di questo periodo dipende strettamente dall' andamento stagionale e, in particolare, dai seguenti due fattori: - Temperatura ambiente con un optimum per lo sviluppo del fungo attorno ai C. - Umidità atmosferica relativa, con un optimum in prossimità del 100%. Ogni scostamento da questo valore comporta un progressivo allungamento del periodo d'incubazione. 2) Umidità relativa Può essere, molto semplicemente, considerata alta o bassa a seconda che si verifichino giornate con cielo nuvoloso-piovoso oppure giornate con cielo sereno. Meglio ancora sarebbe ricorrere a un controllo strumentale con igrometro a capello o con psicrometro.

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15 Se il primo giorno di infezione si verifica una temperatura media di 21 C con umidità bassa, si considererà il valore 15,3; il secondo giorno con umidità alta e temperatura media di 21 C, si considererà il valore 22,2, il terzo giorno ed il quarto, sempre con umidità alta e rispettivamente 23 e 24 C, i valori 25,0 e 25,0. La somma di tali valori vale 15,3 + 22,2 + 25,0 + 25,0 = 87,5 valore prossimo a cento. Ciò significa che si è vicini alla fine del periodo d'incubazione ed alla comparsa della vegetazione conidica all' esterno delle foglie.

16 lotta Lotta agronomica : evitare i ristagni d acqua mediante un accurata sistemazione del terreno; eliminare le "femminelle" (giovani tralci che si sviluppano alla base dei fusti); interrare le foglie cadute al suolo con le lavorazioni invernali. Lotta genetica: Nell ambito del genere Vitis abbiamo: Specie suscettibili: V. vinifera, V. californica, V. arizonica. Specie meno suscettibili: V. lambrusca, V. berlandieri. Specie resistenti: V. riparia, V. rupestris, V. cordifolia, V. rotundifolia. Tra le cv. di V. vinifera meno suscettibili abbiamo: Trebbiano ; tra le estremamente suscettibili Sangiovese, Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Pinot, Moscato. Lotta chimica : Per stabilire la data del primo trattamento o giorno X, è necessario conoscere quando iniziano le infezioni e per far ciò ci si basa su di una regola detta dei tre "10". Affinché avvenga l infezione primaria della P. viticola è necessario che si verifichino contemporaneamente le seguenti tre condizioni, che daranno luogo al giorno X : 1) la temperatura minima, rilevata alle 7 del mattino, sia di almeno 10 C; 2) nelle ore precedenti siano caduti almeno 10 mm di pioggia 3) la nuova vegetazione (germogli) abbia raggiunto una lunghezza di almeno 10 cm.

17 PRODOTTI ANTIPERONOSPORICI DI CONTATTO Prodotti a base di rame: Diclofuanide o Euparene Dithianon Ditiocarbammati Ftalimmidici : (Folpet) CITOTROPICI E SISTEMICI Azoxystrobin Cymoxanil Dimetomorf Fenilammidi Famoxate Phosethyl-Al o Alliette

18 VANTAGGI E SVANTAGGI DEI PRODOTTI ANTIPERONOSPORICI Vantaggi dei prodotti a base di rame : economici, di lunga durata, attivi su quasi tutti i parassiti Difetti dei prodotti a base di rame- (In viticoltura : 3Kg/ha/anno) - SULLA PIANTA Fitotossicità, che varia in relazione a: Specie e varietà Stadio fenologico Temperatura Tecniche colturali Ambiente (pieno campo, serra) Formulazione Danni estetici Imbratta (frutti, fiori, foglie) - SUL TERRENO Accumulo irreversibile che causa : Acidificazione mortalità microfauna utile riduzione del processo di umificazione N.B. In alcuni paesi europei (Germania, Svizzera) l uso del rame è limitato anche nelle coltivazioni biologiche.

19 Azoxystrobin (Quadris): Vantaggi : buone proprietà sistemiche e di persistenza, ampio spettro d azione, resiste bene al dilavamento e non interferisce negativamente con la fermentazione. Svantaggi: seleziona ceppi resistenti, anche se con minore rapidità rispetto ai fenilammidici. Cymoxanil: Vantaggi : discreta sistemicità, specie se in miscela con fenilammidici, blocca le infezioni fino a 48 ore dopo la penetrazione: Svantaggi : ha scarsa persistenza ( 4-5 gg ) Diclofuanide: Vantaggi : contiene molto bene altri patogeni (es..botrytis) Svantaggi : non è efficacissimo contro la Plasmopara Dimetomorph: Vantaggi : è un buon citotropico dotato di lunga persistenza d azione (fino a 12 gg) e può bloccare infezioni in atto fino a ore dopo la penetrazione Svantaggi: non è attivo contro altri patogeni

20 Dithianon: Vantaggi : contiene bene altri patogeni specie l escoriosi, Svantaggi : non è efficacissimo contro la Plasmopara Ditiocarbammati Vantaggi: non bloccano la vegetazione e stimolano la fotosintesi, pur avendo una considerevole potenza d urto, sono molto efficaci anche contro altre malattie come il marciume nero e l escoriosi. Svantaggi: scarsa persistenza Fenilammidici: Vantaggi : ottime proprietà sistemiche ed eradicanti Svantaggi: selezionano ceppi resistenti con estrema facilità. Ftalimmidici Vantaggi: buono anche contro altre malattie, specialmente contro la Botrytis Svantaggi: se adoperato a meno di 40 gg. dalla raccolta ostacola la fermentazione Phosetyl-Al: Vantaggi : è l unico prodotto a sistemicità acropeta e basipeta, non seleziona facilmente ceppi resistenti e ha discreta attività curativa. Svantaggi: come eradicante è molto scarso.

21 DIFESA CON MEZZi CHIMICI FUNGICIDI DI COPERTURA Essi comprendono: la poltiglia bordolese, il più classico dei prodotti rameici, ottenuta mescolando solfato di rame e calce. gli ossicloruri di rame e di calcio, gli ossicloruri tetraramici e gli idrossidi di rame, composti con concentrazioni variabili di rame metallico. Questi prodotti, attivi esclusivamente per contatto, sono in grado di inibire la germinazione di conidi e zoospore, impedendone la penetrazione all' interno delle foglie attraverso gli stomi. Sono caratterizzati pertanto da una attività di tipo preventivo. Vengono anche definiti fungicidi di copertura in quanto si localizzano all' esterno della pianta dove agiscono da vera e propria barriera chimica. Non sono pertanto in grado di esplicare alcuna azione fungicida sul parassita quando esso sia già insediato all' interno dei tessuti della pianta. RAMEICI L'attività fungicida di queste sostanze è da ricondurre all' azione tossica dello ione rameico sulle cellule fungine. Esso dapprima altera la permeabilità delle membrane cellulari, denaturandone lo strato proteico, e danneggia la parete chitinosa; successivamente, penetrato all'interno della cellula, inibisce numerosi processi enzimatici legati alla respirazione cellulare e alla produzione di energia. Nei moderni schemi di difesa antiperonosporica i prodotti rameici trovano impiego soprattutto nei trattamenti di chiusura, ove si sfrutta l'azione di contenimento esercitata dal rame sulla vegetazione. Questi prodotti esercitano inoltre una azione secondaria contro l'oidio e la muffa grigia della vite e sono dotati anche di attività batteriostatica. DITIOCARBAMMATI Agli inizi degli anni' 50 fece la sua comparsa il primo gruppo di fungicidi organici di sintesi, gli etilen-bis-ditio-carbammati (EBDC), tra cui si segnalano mancozeb, maneb, zineb, metiram, propineb, ecc.. Anche in questo caso si tratta di prodotti di copertura che hanno trovato largo impiego in viticoltura, sia singolarmente sia in miscela. Dotati di una complessa azione multisito a livello della cellula fungina, esplicano la loro attività alterandone la permeabilità di membrana, nonché i processi respiratori e di produzione di energia. Il Mancozeb, principale ditiocarbammato impiegato in viticoltura, è dotato di uno spettro di azione che comprende, oltre la Peronospora, anche l'escoriosi. Grazie allo zinco contenuto nella molecola svolge anche un ruolo nutrizionale in quanto favorisce lo sviluppo vegetativo della vite. FTALIMMIDI Tra gli anni' 50 e '60 venne introdotto in commercio un altro gruppo di fungicidi organici, le Ftalimmidi, tra le quali in viticoltura trova ancor oggi largo impiego il Folpet. Caratterizzate anch' esse da un' azione preventiva di contatto, alterano la funzionalità cellulare a livello dei processi respiratori.

22 DIFESA CON MEZZICHIMICI FUNGICIDI ENDOTERAPICI LA PERONOSPORA E LA DIFESA DELLA VITE I tradizionali schemi di difesa contro la Peronospora, basati sul concetto di lotta preventiva mediante prodotti di copertura, sono stati largamente rivoluzionati a partire dagli anni '70 in seguito all' introduzione di fungicidi completamente innovativi per meccanismo di azione, livello di efficacia e caratteristiche di impiego. Queste sostanze sono infatti in grado di penetrare ed esplicare la loro azione fungicida dall'interno degli organi delle piante trattate. Una volta assorbite dalla vegetazione, la loro attività non è influenzata dall' azione di dilavamento delle piogge. Questi fungicidi si suddividono in due gruppi: citotropici e sistemici. CITOTROPICI Sono prodotti che penetrano più o meno profondamente all'interno delle parti verdi della pianta. Non vengono traslocati dal sistema linfatico, pertanto non hanno la capacità di distribuirsi all'interno della vegetazione che si sviluppa successivamente al trattamento e di difenderla dalle successive infezioni. I citotropici translaminari (es. Cymoxanil) hanno la proprietà di raggiungere nelle foglie la lamina opposta a quella direttamente irrorata. Per il Cymoxanil viene descritta un' azione di tipo preventivo curativo e bloccante sulle infezioni peronosporiche. SISTEMICI È il gruppo di fungicidi antiperonosporici di più recente introduzione. Sono molecole che, una volta assorbite dai tessuti vegetali, entrano nel circolo linfatico e vengono trasportate sia in senso ascendente sia discendente (SISTEMIA). Esplicano pertanto la loro attività fungicida dall'interno della pianta e consentono la protezione anche della vegetazione neoformata. Ne fanno parte l'etilfosfito di Al e le Fenilammidi. L etilfosfito di Al agisce stimolando nella vite la produzione di sostanze specifiche di difesa (fitoalessine quali fenoli, terpenoidi) che si oppongono allo sviluppo del parassita. Le Fenilammidi sono molecole caratterizzate da una elevata attività nei confronti delle infezioni peronosporiche e da una notevole persistenza di azione. Ne fanno parte: il Metalaxil (Ridomil), il Benalaxil, e L Oxadixil.

23 Evitare le strategie basare in un solo prodotto Evitare o limitare i trattamenti eradicanti Alternare i prodotti A diverso Meccanismo d azione Rispettare i dosaggi riportati in etichetta Trattare solo Quando necessario NO RESISTENZA Limitare il Numero dei trattamenti Evitare l impiego Singolo del prodotto Attenzione a bassi dosaggi dei p.a. nelle Miscele commerciali Rispettare i dosaggi per ettaro Non impostare una strategia che preveda in sequenza l uso di strobilurine e di famoxate

24 OIDIO O MAL BIANCO DELLA VITE Uncinula necator : f. asc. ( forma sessuata) Oidium Tuckeri: f. conidica (forma asessuata) Divisione Sottodiv. Classe Eumycota Ascomycotina SINTOMI SULLE FOGLIE Muffa polverulenta bianco grigiastra, distribuita solitamente a chiazze sulla pagina superiore delle foglie che presentano lembi ripiegati verso l alto Bollosità e increspature del lembo Punteggiature necrotiche, aree decolorate DIAGNOSI SINTOMATICA SINTOMI SUI GERMOGLI E SUI TRALCI SINTOMI SUL GRAPPOLO ACINI Infezioni precoci sui tralci di 4-5 cm si verificano dopo forti attacchi nell anno precedente e determinano uno sviluppo molto contenuto delle giovani foglioline che non si distendono (getti bandiera) Una tipica reticolatura brunastra si evidenzia anche sui tralci lignificati Sugli acini ammalati si può evidenziare la caratteristica efflorescenza biancastra, rappresentata dagli organi di diffusione e moltiplicazione del micete, al di sotto della quale si trovano spesso chiazze necrotiche reticolari che causano la successiva spaccatura degli acini stessi gli acini attaccati rimangono più piccoli e meno zuccherini del normale

25 Sulle foglie le prime manifestazioni di oidio sono solitamente quasi impercettibili. Anche il picciolo fogliare può presentare i segni dell'infezione. Foglia di vite attaccata da oidio con concavità rivolta verso il basso

26 La più tipica e grave manifestazione causata dall'oidio è rappresentata dalla spaccatura degli acini. Caratteristiche reticolature sugli acini

27 Acini: reticolature necrotiche costituite da tanti piccolissimi punti bruno - nerastri 1 trattamento antioidico quando i grappoli sono ancora rivolti verso l alto

28 Cleistoceci in vari stadi di differenziazione su foglie oidiate Cleistoceci maturi di Uncinula necator Cleistotecio, di forma globosa: provvisto di fulcri settati e con apice solitamente ricurvo a spirale Conidi: si formano a catenella alla sommita dei conidiofori

29 Biologia ed epidemiologia L'agente di questa malattia è un ascomicete appartenente alla famiglia delle Erisifacee che, nella forma ascofora, è classificato come Uncinula necator, ed in quella conidica come Oidium tuckeri. Questo microrganismo può conservarsi, da un anno all'altro, allo stato di micelio nelle gemme, ma anche di organi sessuati (cleistoteci) nelle foglie morte, a terra.

30 Ciclo biologico di Uncinola necator 1. Ascospora in germinazione 2. Micelio ectofita, conidiofori e conidi 3. Diffusione dei conidi 4. e 5. ascogonio e anteridio 6. Cellula madre dell asco 7. Cleistotecio 8. Cleistotecio aperto e aschi 9. Aschi e ascospore 10.Ascospore

31 I conidiofori sono semplici, allungati, eretti e portano alla sommità una catenella di 4-5 conidi tendenzialmente ovoidali

32 L oidio è in grado di svernare in due forme Il micelio svernante (forma asessuata) è in grado di iniziare un nuovo ciclo già a temperature di 5-6 C determinando gli attacchi primari di inizio stagione. In condizioni di attacchi precoci, all'apertura delle gemme, i tessuti fogliari sono già colonizzati dal micelio; in queste condizioni una corretta difesa antioidica deve iniziare in chiave curativa eradicante. Corpi fruttiferi o cleistoteci (forma sessuata) Corpi fruttiferi o cleistoteci, che si differenziano in autunno dai miceli sulle foglie o sugli apici immaturi dei tralci,arrivano a maturità solo alla fine dell'inverno; al loro interno si differenziano gli aschi che libereranno le ascospore le quali, trasportate dal vento, daranno origine agli attacchi primari in stagione avanzata. I conidi, organi di riproduzione agamica, si formano dal micelio e danno la tipica apparenza "polverosa" al fungo. Possono germinare già alla temperatura di 6 C e trasportate dal vento diffondono la malattia alle piante vicine dando inizio a infezioni secondarie che si susseguono per tutta la stagione vegetativa.

33 L'oidio è un parassita poco esigente che, a differenza della maggior parte dei funghi che amano condizioni di elevata umidità, si sviluppa bene con clima secco. Le condizioni ottimali di sviluppo sono legate a fattori sia climatici che fisiologici della vite. Clima temperatura: benchè già "in movimento" a 5-6 C (richiedendo però più di 20 giorni di incubazione), l'optimum per lo sviluppo dell'oidio si situa attorno ai 25 C (richiedendo in questo caso solo 5-6 giorni di incubazione con elevata umidità relativa) umidità relativa a partire dal 25-30% assenza di piogge condizioni che determinano repentine variazioni del turgore vegetativo: vento, pioggia e secco, caldo secco, areali di collina e litoranei...

34 Pianta elevato rigoglio vegetativo tessuti in forte accrescimento elevata acidità nell'acino: l'acino rimane recettivo fino a quando il grado zuccherino non supera il 12-15% (invaiatura); secondo alcuni studiosi, già ad un grado zuccherino dell'8% non si hanno più nuove infezioni, mentre si può avere ancora sporulazione fino al 15% di contenuto zuccherino.

35 LOTTA E molto importante controllare gli attacchi sugli acini poiché le spaccature favoriscono altri patogeni (es. Botrytis cinerea ed agenti del marciume acido). Le fasi fenologiche più sensibili sono : formazione dei grappolini, inizio fioritura, allegagione, mignolatura (acini del diametro di qualche millimetro), ingrossamento del grappolo, chiusura del grappolo, ed i trattamenti possono essere effettuati, preventivamente, con prodotti di contatto, o tempestivamente con prodotti citotropici o sistemici. Con questi ultimi vi sono maggiori rischi di selezione di ceppi resistenti.

36 zolfo PRODOTTI DI COPERTURE CON AZIONE PREVENTIVA Nitrofenoli: Dinocap (Karatane) LOTTA CITOTROPICI - TRASLAMINARI Pirimidinici: Fenarimol Nuarimol PRODOTTI ENDOTERAPICI CON ATTIVITA CURATICA ED ERADICANTE SISTEMICI Fosforganici: PIRAZOFOS Triazoli :Esaconazolo, Fenbuconazolo, Penconazolo, Tebuconazolo Trifloxystrobin IBS Inibiotri biosintesi ergosterolo Nuovi prodotti - Pyrifenox - Quinoxifen - Azoxistrobin (anche peronospora) - Ampelomyces quisqualis

37 Difesa La lotta antioidica, che non può essere disgiunta da quella messa in atto contro la peronospora, va condotta fondamentalmente facendo ricorso a preparati chimici. I prodotti classici utilizzati per combattere questa malattia rimangono ancor oggi quelli a base di zolfo. Nell'ambito di essi si ricorre preferibilmente a quelli polverulenti nei trattamenti iniziali, poco dopo l'apertura delle gemme o quando i germogli hanno appena 5-6 cm di lunghezza. Le successive applicazioni antioidiche vanno di norma effettuate al momento della formazione dei grappolini, all'inizio della fioritura, dopo l allegagione e all'invaiatura degli acini. La dose di zolfo in polvere per ettaro varia da 30 a 40 kg, la sua distribuzione deve essere fatta la mattina presto o alla sera, con atmosfera tranquilla, sempre cercando di eseguire una distribuzione uniforme. L'impiego di zolfi idrosospensibili è però, ancor oggi, molto diffuso, soprattuto quando essi vengono associati ai preparati acuprici antiperonosporici. Si ricorda che gli zolfi più fini, in particolare quelli colloidali, vanno impiegati quando la temperatura è più bassa e, viceversa, va preferito l'impiego di quelli a particelle più grosse alle alte temperature.

38 PRODOTTI ANTIOIDICI Zolfi: greggi, sublimati (80 ), ventilati (90 ), attivati (con nerofumo); bagnabili, micronizzati, colloidali, bentonitici. La finezza si misura in gradi Chancel (uno zolfo di buona qualità ne deve avere minimo 60, e si calcola misurando il sedimento che si ottiene dopo un tempo prestabilito agitando in un cilindro graduato, contenente etere etilico, una quantitativo noto di polvere di zolfo). Analoghi delle strobilurine: (pomacee, ornamentali). azoxystrobin (vite), kresoxym metile Benzimidazoli: benomyl, carbendazim. Gruppo degli inibitori della biosintesi dell sottogruppi principali sono due : ergosterolo (EBI) i - A - inibitori della demetilazione in C14 : Triazoli (bitertanolo, cyproconazolo, ecc..); Pirimidine (fenarimol, nuarimol,): Piridine (pyrifenox): Piperazine (triforina) - B - inibitori della riduttasi in Delta 14 dimetomorf) : Morfolinici (fenpropimorf, Nitroderivati: dinocap o karathane. Polisolfuro di calcio: irrorato su piante dormienti prima della ripresa vegetativa devitalizza, tra le forme svernanti dei parassiti animali, anche i cleistoteci di U. necator e ritarda la comparsa e l incidenza dell escoriosi.

39 INTERVENTI BIOLOGICI Ampelomyces quisqualis: fungicida microbiologico (Deuteromicete) I conidi di Ampelomyces germinano e penetrano attivamente nelle ife, nei conidiofori e nei cleistoteci immaturi, sviluppandosi a carico delle strutture infettate. Seguono, dopo alcuni giorni, la differenziazione del picnidio di Ampelomyces e la successiva morte della vittima. Le colonie di oidio parassitizzate perdono la capacità di produrre conidi. Le prime applicazioni pratiche riguardano il mal bianco della vite. Sono commercializzate formulazioni di spore in granuli idrodispersibili, che sono applicate con un olio minerale che garantisce i necessari livelli di umidità) per mezzo delle normali attrezzature di distribuzione degli antiparassitari. Sono stati valutati i livelli di compatibilità del preparato biologico nei confronti dei fitofarmaci comunemente utilizzati nel vigneto; per quelli «non compatibili» cioè che compromettono la germinabilità delle spore di A. quisqualis, tra i quali gli antioidici zolfo e dinocap) si rende necessario distanziare i trattamenti di alcuni giorni.

40 Indicazioni tratte dai disciplinari di produzione integrata della Regione Sicilia AVVERSITÀ CRITERI D INTEVENTO PRINCIPI ATTIVI AUSILIARI E MEZZI BIOTECNICI N T R A T T NOTE E LIMITAZIONI D USO Oidio (Oidium tuckeri) Interventi agronomici Sistemazione e legatura dei tralci. Leggere sfogliature attorno ai grappoli. Concimazioni ed irrigazioni equilibrate. Interventi biologici Impiegare Ampelomyces quisqualis nei periodi di minore pressione della malattia in alternanza con gli altri fungicidi ammessi. Non miscelare il prodotto con zolfo o mancozeb. Quest ultimi non usarli prima di 5 giorni dal trattamento con A. quisqualis. In caso di piogge che superano i 6 mm, si consiglia di ripetere il trattamento. Interventi chimici Nell immediata pre-fioritura intervenire con zolfo; dalla fioritura all invaiatura con s.a. di contatto alternandoli con gli I.B.E.; da post - invaiatura solo con s.a.di contatto. Utilizzare lo zolfo nelle ore più fresche per evitare fenomeni di fitotossicità. Zolfo Ampelomyces quisqualis (isolato M-10) Dinocap Azoxystrobin (1) Esaconazolo (2) Fenarimol (2) Fenbuconazolo (2) Kresoxim metile (1) Miclobutanil (2) Nuarimol (2) Penconazolo (2) Pirifenox (2) Quinoxyfen Tebuconazolo (2) Trifloxystrobin (1) 2 4 Si consiglia d impiegare A. quisqualis in miscela con un olio minerale paraffinico estivo, alla dose di 0,1-0,3% v/v. (1) Azoxystrobin, Kresoxim metile e Trifloxystrobin sono impiegabili, in alternativa fra loro, per non più di tre interventi all anno indipendentemente dall avversità (2) Gli I.B.E. sono ammessi dalla fioritura all invaiatura.

41 Muffa grigia o Botrite Sclerotinia fuckeliana (forma sessuata) Botrytis cinerea (forma asessuata) Divisione Sottodiv. Eumycota Ascomycotina Sui tralci verditacche brune Caratteristico micelio di Botrytis cinerea diffuso sui tralci già completamente lignificati Conidofori e conidi sviluppatisi su tralcio

42 DIAGNOSI SINTOMATICA SINTOMI SUL GRAPPOLO SINTOMI SULLE FOGLIE La botrite colpisce gli acini che sono recettivi dopo l'invaiatura - inizio maturazione; infatti l'accumulo degli zuccheri favoriscono la germinazione e la penetrazione degli elementi vegetativi del fungo; Sugli acini compaiono delle macchie color nocciola che si estendono su tutta la buccia e sugli acini limitrofi, e che si ricoprono di uno spesso manto di muffa grigia, per poi diventare una massa marcescente (marciume molle) Necrosi rossastre localizzate ai bordi fogliari in primavera con clima caldo umido; SINTOMI SUI GERMOGLI E TRALCI Germogli: marciumi molli Tralci erbacei: necrosi e imbrunimenti diffusi con morte della parte distale del tralcio ; Tralci lignificati: sclerozi e micelio grigio-nerastro che si annida nella corteccia o nello spessore del tessuto corticale

43 CICLO BIOLOGICO E' stato sperimentalmente dimostrato che le maggiori probabilità d'infezione sussistono quando gli organi della pianta rimangono bagnati per circa 15 ore e la temperatura è mediamente sui 15 C (regola dei due 15). L'infezione botritica avviene ad opera dei conidi, che una volta giunti sulla superficie del vegetale si fissano mediante un appressorio ed iniziano a germinare producendo un premicelio da cui, in seguito, si dipartono delle ife di penetrazione che, di norma, si insediano entro i tessuti vegetali attraverso lesioni di qualsiasi tipo ma che, in particolari condizioni, sono anche in grado di perforare attivamente la cuticola dell'acino. Ciò avviene mediante la produzione da parte del fungo stesso di enzimi capaci di dissolvere la cuticola. Al termine del periodo di incubazione, la cui durata si aggira in media sui 6-8 giorni, la zona colpita si ricopre della caratteristica efflorescenza grigiastra, costituita dai conidiofori con i relativi conidi pronti a riprodurre la malattia su nuovi organi. La conservazione di questo germe da un anno all'altro avviene prevalentemente ad opera del micelio diffuso lungo i tralci, mentre la forma scleroziale, pur rappresentando il caratteristico mezzo di sopravvivenza del fungo, risulta relativamente poco frequente e comunque non indispensabile. Assai raramente è stata osservata la forma perfetta di questo micete Sclerotinia fuckeliana (=Botryotinia fuckeliana), costituita da apoteci portanti gli aschi con le ascospore. Anche nelle foglie di vite cadute a terra o sui residui della vegetazione spontanea, questo microrganismo è in grado di vivere a lungo in forma latente.

44 FATTORI CHE FAVORISCONO L INSEDIAMENTO E LO SVILUPPO DELLA MUFFA GRIGIA Elevata umidità del terreno e dell'area di coltivazione dovuta a impianto in pianura o a fondovalle, impiego di dosi eccessive di concimi azotati con conseguente eccesso di vegetazione, riduzione della potatura verde (arieggiamento) e difficoltosa bagnatura dei grappoli. Minore resistenza delle bucce alla penetrazione del fungo per concimazioni azotate ed irrigazioni eccessive, prevalente impiego di antiperonosporici acuprici. Ferite provocate da diversi fattori quali: grandine (agevolano l'invasione del grappolo da parte dei funghi); insetti in particolare le tignole. Causano danni indiretti in quanto favoriscono sia la penetrazione di botrite e marciume acido sia la perpetuazione saprofitica della botrite sui nidi creati dalle larve. Risulta quindi importante la difesa sin dalla prima generazione. oidio, anche in caso di attacchi lievi è causa di microferite predisponenti l'attacco di B. cinerea. Evitare inoltre applicazioni tardive di zolfo in concomitanza di temperature elevate (bruciature). E' quindi fondamentale impostare dal germogliamento una difesa adeguata contro il mal bianco per stroncare tutte le infezioni iniziali, evitando, così i problemi che i due funghi possono arrecare; piogge che seguono un periodo asciutto, creano spaccature degli acini e quindi favoriscono la diffusione di B. cinerea.

45 DANNI Da sottolineare che i danni di questa malattia non si limitano alla sola produzione in termini quantitativi ma interessano anche i processi di vinificazione conferendo al vino caratteristiche qualitative indesiderabili ed alcune alterazioni, fra le quali la «cassa ossidasica».

46 PRODOTTI ANTIBOTRITICI Benzimidazoli Chlortalonil Cyprodinil (anilinopirimidinici) ; Dicarbossimidici Diclofluanide Dicloran Ftalimmidici ( folpet, prima della raccolta, interferisce negativamente sulla fermentazione) Ossicloruri di rame Thiram Metodi di intervento : Metodo fenologico, 4 trattamenti: I - fine fioritura; II - imminente chiusura del grappolo; III - invasatura; IV - tre settimane prima della raccolta. Metodo climatico: regola dei due 15, (temperatura media e pioggia caduta), si usa un termo-pluvioumettografo Metodo misto: II e III sempre, I e IV solo se le condizioni climatiche sono favorevoli alla B. cinerea.

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48 LOTTA CONTRO LA BOTRITE

49 Gli sclerozi di botrite, che si formano solitamente in autunno sui tralci ammalati, consentono la conservazione invernale del fungo. Attacco di botrite lungo il raspo Gli acini colpiti da botrite assumono inizialmente un colore brunastro poi si ricoprono totalmente di una muffa grigiasta Oltre al danno quantitativo, la botrite può produrre effetti negativi sotto il profilo enologico

50 In particolari casi di infezione botritica in forma larvata, si può anche ottenere un miglioramento della qualità del vino (muffa nobile) Ramo conidoforo con all'estremità i conidi di Botrytis cinerea

51 Marciume acido Il marciume acido colpisce il grappolo e prende il nome dal caratteristico odore di aceto che emanano gli acini colpiti. Si ritiene sia determinato dall'azione congiunta di vari lieviti e secondariamente da batteri acetici. La sua sintomatologia può essere confusa con la botrite nelle prime fasi dell'attacco; successivamente si distingue per l'abbondante presenza di moscerini (Drosophila spp.) attorno ai grappoli. Questi hanno un ruolo fondamentale nella diffusione del marciume acido come vettori dei diversi agenti responsabili. Inizialmente gli acini mantengono inalterato il loro turgore, poi la buccia si assottiglia e, rompendosi, lascia fuoriuscire il succo che va ad imbrattare l'intero grappolo. Caratteristico è l'odore pungente di aceto

52 La diffusione di questa malattia si deve essenzialmente alla Drosophyla spp. che porta sul suo corpo i lieviti agenti dell infezione, i quali risultano però in grado di penetrare nell acino solo attraverso ferite di qualsiasi tipo. I fattori ambientali e colturali che predispongono a questa alterazione sono rappresentati dalla compattezza dell acino, dal ridotto spessore della buccia, dalle eccessive concimazioni azotate, dall elevata vigoria del portinnesto, da ripetute e prolungate piogge. Fra i vitigni più suscettibili al marciume acido si segnalano Barbera, Pinot, Albana, Merlot, Chardonnay, Riesling, Trebbiano, Moscato, Tocai. l moscerino della frutta (Drosophyla fasciata) svolge un ruolo fondamentae nella diffusione del marciume acido agendo da vettore degli agenti microrganici responsabili della fitopatia. Strategia di difesa E fondamentale la difesa indiretta contro i vari agenti da ferita degli acini: botrite, oidio, tignole e Drosophila.

53 In base alle più recenti ricerche sull eziologia di questa ampelopatia si ritiene che essa sia determinata da una azione congiunta di vari lieviti, fra i quali si segnalano per l elevata frequenza: Kloeckera apiculata, Saccharomycopsis vini (sin. Endomycopsella Boedijn), Hanseniaspora uvarum, Candida spp., Metschnikowia pulcherrima. Di secondaria importanza nel determinare il marciume acido è l azione dei batteri acetici quali Acetobacter spp., Gluconobacter spp. e Bacillus spp. Gli acini colpiti da marciume acido tendono via via ad imbrattarsi ed a ricoprirsi di una sostanza lattiginosa costituita da colonie di microrganismi.

54 MAL DELL ESCA Phellinus ignarus Stereum hirsutum Funghi vari Divisione Sottodiv. Eumycota Basidiomycota La manifestazione della malattia può avvenire secondo due modalità : - Forma cronica: - Forma acuta, il così detto colpo apoplettico Sulle foglie compaiono delle decolorazioni che aumentano fino a confluire e a formare delle ampie variegature nelle zone internervali. Sezionando trasversalmente i tralci colpiti si osservano delle zone di legno cariato. Questo è il sintomo che ci conferma la presenza di questa alterazione.

55 Apoplessia: si noti il disseccamento pressoché totale delle foglie e l arresto di maturazione dei grappoli. Questa alterazione compare quasi improvvisamente da giugno a settembre ed è la conseguenza di gravi squilibri fisiologici causati dalle tossine prodotte dai miceti agenti dell esca Le foglie ammalate cominciano ad ingiallire lungo il bordo e tra le nervature, con il conseguente imbrunimento e necrosi dei tessuti attaccati e successiva filloptosi anticipata

56 Nelle piante colpite da lungo tempo si possono ritrovare con facilità lungo il tronco delle ampie fenditure longitudinali Le punteggiature brune presenti, a volte, sugli acini compaiono verso l inizio dell'invaiatura e sono la conseguenza della necrosi di cellule dei tessuti dell epicarpo più esposte all irradiazione solare Nella microfoto sono visibili alcune caratteristiche ife «con unioni a fibbia» tipiche dei basidiomiceti. Queste strutture fungine si sviluppano e si diffon-dono formando una fitta rete miceliale all interno del legno

57 CRITERI D INTERVENTO Interventi agronomici Alla comparsa dei sintomi tagliare e bruciare gli organi legnosi infetti e le piante morte. La superficie di taglio deve essere liscia ed inclinata. Disinfettare gli attrezzi da taglio e d innesto con poltiglia bordolese concentrata o ipoclorito di sodio ( varechina). Contrassegnare le piante con sintomi e potarle separatamente dalle piante sane. Evitare la forzatura delle giovani piante. Impiegare materiale di propagazione robusto e senza imbrunimenti del legno. In presenza di piante attaccate in parte è consigliabile capitozzare i ceppi a 5-6 cm sopra il punto di innesto ed allevare uno o più germogli per la ricostituzione delle stesse. PRINCIPI ATTIVI Solfato di rame al 5% Mastici a base di cere, resine sintetiche, ecc. addizionati con fungicidi a largo spettro d azione. Interventi chimici Trattare i grossi tagli di potatura con mastici disinfettanticicatrizzanti.

58 ESCORIOSI Phomopsis viticola Divisione Sottodiv. Eumycota Deuteromycotina Macchie necrotiche allungate alla base dei tralci di 1-2 anni, con profonde fessurazioni longitudinali che mettono a nudo la parte di legno sottostante. Sui tralci colpiti si notano i corpi fruttiferi del fungo picnidi - che si formano nei mesi autunnali ed appaiano come piccoli punti scuri. Sui tralci di alcuni vitigni si notano spesso delle aree di colore biancastro. In corrispondenza di tali aree si differenziano con facilità i picnidi

59 CRITERI D INTERVENTO Con la potatura asportare e bruciare i tralci ammalati Intervenire all epoca del pianto con DNOC oppure trattare alla rottura delle gemme e dopo 10 giorni, quando il germoglio presenta 2 foglie libere, impiegando :Mancozeb, Cimoxanil + Mancozeb e/o ossicloruro di rame, Fosetil di Al + Mancozeb. Si possono impiegare prodotti a base di: mancozeb-80 ( irritante ex III classe) alla dose di 350 grammi per 100 litri acqua. metiram -71 ( irritante ex III classe) alla dose di 400 grammi per 100 litri di acqua. I due prodotti sono efficaci anche contro la peronospora

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