es. ingl. help, art, elf, right.
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- Irma Roberto
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1 Sesta lezione Sonorità, lenizione, fortizione. 1. Denizione di sonorità (1) Scala di sonorità classica occlusive orali < africate < fricative < occlusive nasali < /l/ < /r/ < semiconsonanti < schwa < vocali alte < vocali medie < vocali basse. In una sillaba, la sonorità deve aumentare man mano che ci si avvicina al nucleo e diminuire man mano che ce ne si allontana. (2) [tr-], [dr-] [)-], [pj-] OK es. it. treno, dreno, )auto, piano. *[rt-], [rd-], [lf-], [jp-] NO [-lp], [-rt], [-lf], [-jt] OK *[-pl], [-tr], [-)], [-tj] NO es. ingl. help, art, elf, right. /-pl/ si realizza come [-pəɫ] o [-pɫ ], es. people. La scala di sonorità da sola non basta. Ci vuole anche un altro principio, chiamato Distanza Minima di Sonorità. Questo valore è linguo-specico e sta a indicare qual è la distanza minima di sonorità richiesta tra due segmenti. Per es., se assegniamo 3 alle ostruenti, 2 alle nasali, 1 alle approssimanti, in italiano la distanza minima dovrà essere = 2: (3) treno /t/ = 3, /r/ = 1, 3 1 = 2. OK piano /p/ = 3, /j/ = 1, 3 1 = 2. OK *[tn], [tm], [pn], ecc. 3 2 = 1. NO. Eccezioni: pneumatico, tmesi (prestiti dotti). Bisogna ammettere che molte lingue indeuropee ammettono plateau di sonorità, ovvero sequenze di due ostruenti a inizio di parola: sequenze /s/c e sequenze di occlusive in molte parole di origine greca: pt, kt, bd, ecc. Lingue slave ammettono anche tk-. Plateau con due nasali in greco antico: mnemosyne, la lingua tsou (Taiwan) ammette sia [mn-] sia [nm-]. Plateau con due fricative: sfera, 1
2 sphere, sphère. Pochissime lingue ammettono plateau con due liquide: il khasi, una lingua cambogiana, il tibetano e il mitla zapotec (Messico) permettono [rl-]. 2. Circolarità La sonorità nella fonologia tradizionale è un concetto circolare. Le sonoranti sono denite dal tratto [+son] che non fa altro che indicare il loro comportamento fonologico: le sonoranti hanno il tratto [+son] perché sono più sonore delle ostruenti e le ostruenti hanno il tratto [-son] perché sono meno sonore delle sonoranti. Questa non è una spiegazione, è una semplice osservazione. Proposta di Harris 1990: la sonorità si denisce in base alla complessità di un segmento, più è complesso, meno è sonoro. Complessità: numero di elementi che deniscono un segmento. Pro: primo tentativo di far uscire la sonorità dalla circolarità della sua denizione. Contro: Harris, nel conteggio degli elementi, considera anche gli elementi di modo. In questa maniera, le ostruenti 'sconggono' sempre le sonoranti. Proposta di Scheer (1996, 2004): bisogna considerare solo gli elementi melodici. Le sonoranti sono sempre più complesse delle ostruenti. Sono le sonoranti, quindi, a essere le più complesse e questa loro maggiore complessità permette loro di governare le ostruenti. Es., distinzione tra gruppi consonantici tautosillabici ed eterosillabici: It. estate [es.ta.te] vs. otre [o.tre] vs. entrate [en.tra.te] vs. arte [ar.te]. Ingl. actor [æk.tə] vs. apron [æ.prn ]. Qual è la diferenza tra [st], [nt], [rt], [kt] da una parte e [tr], [pr] dall'altra? La capacità del secondo segmento di governare il precedente. 2
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7 (12) /ħault-tn/ ONSET HNUC a) -.wl.- l b) -.ul.- * u (13) /txznt/ ONSET HNUC a) tx.znt. n x b) tx.znt. n t! c) txz.nt. x! t d) txz.nt. *! z n e) t.x.z.n.t. *!**** n z x t t La lingua Tashlhyit è dunque un esempio di come, una volta soddisfatto ONSET, il nucleo venga scelto in base alla scala di sonorità classica: occlusiva sorda > occlusiva sonora > fricativa sorda > fricativa sonora >nasale > liquida > vocale. Nel caso di [tx.znt], in CVCV dovremmo supporre che [x] contenga U, in quanto velare e A in quanto fricativa (sia Scheer che Backley concordano sul fatto che le fricative velari contengano A). [x] quindi sarebbe più ricca melodicamente di [t] e quindi un miglior nucleo. (14) C V A v [t] A U [x] Nel caso di [znt], [z] e [n] sono identiche melodicamente: A,I, ma [z] contiene elementi di modo, che la rendono inadatta a occupare una posizione C: 7
8 (15) C V C V A A A ø I I v h L h? [z] [n] [t] Pro di TO: il criterio con cui la sillabicazione avviene è espresso chiaramente: in base alla sonorità relativa dei segmenti. Contro: mantiene la denizione circolare di sonorità: un segmento è sonoro perché si comporta come tale. Pro di CVCV: la sonorità consiste nella complessità melodica. Contro: dato che la sillabicazione è già presente a livello soggiacente, si perdono importanti generalizzazioni sui rapporti di sonorità relativa tra segmenti. In altre parole, in TO /txznt/ si sillabica in un certo modo a causa dei rapporti di sonorità, in CVCV gli elementi sono già collegati alle posizioni C e V e la loro distribuzione è lessicale, quindi arbitraria. (16) Ceco /rt-ɪ/ FAITH (MAX, DEP) LINEARITY *INITIALSYLLABIC SONORITY SONORANT a) [rtɪ] * b) [r.tɪ] *! c) [trɪ] *! d) [ɪr.tɪ] *! (DEP) e) [tɪ] *! (MAX) In ceco, per giusticare l'esistenza di parole come rty dobbiamo supporre che i vincoli di fedeltà 8
9 rilevanti dominino i vincoli di marcatezza riguardanti la scala di sonorità. Dovremmo inoltre supporre l'esistenza di un vincolo come *INITIALSYLLABICSONORANT che militi contro l'esistenza di liquide sillabiche a inizio di parola (il ceco permette alle liquide di fare da nucleo di sillaba in parole come vlk 'lupo', krk 'collo'). Un vincolo del genere sembra difcoltoso da spiegare sia volendolo fondare nella fonetica sia considerandolo arbitrario (cioè come parte della Grammatica Universale). Invece in CVCV la rappresentazione spiega come mai in lingue come il ceco è possibile avere strutture come rty e in lingue come il romanzo e il germanico no. La diferenza sta nel dialogo con la morfologia. In ceco, l'informazione morfologica # non viene tradotta come CV dalla fonologia, nelle lingue romanze e germaniche sì. 4. Lenizione: OT vs CVCV Visione di TO (es. Kirchner): la lenizione si basa sull'articolazione, es. tra due vocali è più semplice produrre una fricativa piuttosto che un'occlusiva, o un'ostruente sonora piuttosto che un'ostruente sorda (efort-based approach). Il con)itto è quindi tra tre forze: la famiglia di vincoli LAZY, che vuole ridurre lo sforzo articolatorio; la famiglia di vincoli di FEDELTÀ e la famiglia di vincoli FORTITION, che vuole invece facilitare la percezione dei segmenti aumentandone la contrastività e la distintività. (17a) /d/ LAZY PRESERVE[CONTINUANT] a) [d] *! b) [ð] * (17b) /d/ PRESERVE[CONTINUANT] LAZY a) [d] * b) [ð] *! Come spiega TO lo statuto speciale dell'inizio di parola? Vincolo: PRES[CONT]/#_ 9
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11 (20) Spagnolo (Europa) /mes/ FAITH (MAX, DEP) PRESERVEPLACE *PLACECODA a) [mes] b) [mese] *! DEP (CORONAL) *! coronal c) [me] *! MAX d) [meh] *! (21) Spagnolo (America) /mes/ FAITH (MAX, DEP) *PLACECODA PRESERVEPLACE a) [mes] *! coronal (CORONAL) b) [mese] *! DEP c) [me] *! MAX d) [meh] * Nota che perché quest'analisi funzioni, dobbiamo presupporre che [glottal] = [placeless], ovvero che la fricative glottale [h] non abbia un luogo di articolazione (fonologicamente parlando). Il vincolo *PLACECODA non vuole che vi siano tratti di luogo in coda di sillaba e può essere fondato sulla P-map (à la Steriade) o comunque su informazioni di carattere percettivo. CVCV: la lenizione vocalica differisce da quella consonantica perché, nel primo caso, quello in (19), la vocale, governando la consonante, le trasmette caratteristiche proprie (tendenza a una maggiore apertura articolatoria), mentre in (22b) la mancanza di autorizzazione non permette alla posizione C di mantenere elementi melodici nella sua struttura. Nel caso dello spagnolo europeo, (22a), la morfologia manda un'informazione alla fonologia: FEN (final empty nucleus) può autorizzare. Così facendo, si evita la perdita di melodia e la pronuncia è [mes]. In (22b) invece, la morfologia non manda questo segnale e [s] perde A,I [h]. 11
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13 dove: Tʰ = occlusive aspirate, T = occlusive sorde non aspirate, D = occlusive sonore, S = fricative sorde, Z = fricative sonore, N = nasali, L= liquide, G = glide, V = vocali. (24) scala di forza: G < L < N < Z < S < D < T < Tʰ. Il vincolo *ONSET/X è complementare a HNUC e funziona in maniera simile. Gaelico scozzese: /vɛravɛɲ/ [pɛravɛɲ], /wala/ [palˠə], latino fundus [pounˠ] (la trascrizione fonetica non è dettagliata, quello che importa per la nostra analisi è il trattamento della consonante iniziale). (25) /vɛ.../ PRESPLACE *ONSET/Z *ONSET/S *ONSET/D *ONSET/T ID[VOICE] ID[MANNER] [LAB] a. [vɛ...] *! b. [fɛ...] *! * c. [bɛ...] *! * d. [pɛ...] * * * (26) /wa.../ PRESPLACE *ONSET/G *ONSET/Z *ONSET/D *ONSET/T ID[VOICE] ID[MANNER] [LAB] a. [wa...] *! b. [va...] *! * c. [ba...] *! * d. [pa...] * * * (27) /fo.../ PRESPLACE *ONSET/S *ONSET/T ID[MANNER] [LAB] a. [fo...] *! b. [po...] * * 13
14 Fortizione in CVCV: problematica. Lenizione può essere descritta elegantemente come perdita di elementi, ma CVCV non prevede che gli elementi possano sorgere dal nulla. (28) a) C b) C c) C d) C U U U U h h h (L) (H)? [w] [v] [f] [p] [w] per diventare [p] dovrebbe acquisire h e?. [v, f] dovrebbero acquisire?. Soluzioni possibili: Interpretazione fonetica: dato che ci sono lingue in cui posizioni C vuote vengono automaticamente interpretate come [ʔ], allora potrebbe essere che il fatto di trovarsi in una posizione C non governata e autorizzata faccia interpretare automaticamente il segmento come occlusivo. Obiezione possibile: troppo spazio alla fonetica e alla specicità linguistica. Interfaccia morfologia/fonologia: la morfologia dice alla fonologia di interpretare la posizione forte come occlusiva. Obiezione possibile: la morfologia interagisce con la struttura, non con la melodia. Interpretazione rappresentazionale: la fortizione non è lo specchio della lenizione. La lenizione è perdita di elementi, la fortizione è una congurazione strutturale. Per es., tra i vari esiti di un processo di fortizione ci può essere la geminazione. La geminazione non è data da elementi melodici ma da una precisa congurazione strutturale, in cui a un elemento melodico corrispondono due unità temporali X (e/o due C). Brandão de Carvalho (2008) vede lenizione, fortizione e geminazione come il risultato dell'interazione a livello di struttura tra posizioni O 14
15 e N (Onset e Nucleo). Parallelo con VOT= Voice Onset Time. Nelle occlusive aspirate il gesto glottidale implicato nella produzione del nucleo (vibrazione delle corde vocali) inizia molto dopo (relativamente) al gesto orale (produzione della consonante), mentre nelle occlusive sonore i due gesti si sovrappongono. Così in [tʰa] c'è propagazione di O in N, e in [da] propagazione di N in O. La fortizione può essere descritta come un tipo di O-spreading (propagazione dell'attacco consonantico) nel nucleo. Nel modello di Brandão de Carvalho, O e N vanno visti come elementi, intrinsecamente legati rispettivamente a C e V. Possibile obiezione: rimane un margine di interpretazione fonetica linguo-specica, per es., se in una varietà A di spagnolo /j/ [ɟ] e in una varietà B /j/ [ʒ], come spiegare questa diferenza? 15
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