IL POLLO DA CARNE. Le attività di allevamento, in generale, hanno. Gestione delle lettiere ed emissioni di ammoniaca DOSSIER

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1 DOSSIER A cura del Centro Ricerche Produzioni Animali - Reggio Emilia IL POLLO DA CARNE Foto Crpa Gestione delle lettiere ed emissioni di ammoniaca Le attività di allevamento, in generale, hanno un impatto diretto sull ambiente esterno che si traduce in emissioni in aria, principalmente dovute all ammoniaca e agli odori, e nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Le emissioni in aria sono generate dalle trasformazioni della sostanza organica escreta dagli animali durante il ciclo produttivo e dalle operazioni di stoccaggio e distribuzione in campo. Negli allevamenti avicoli, le tecniche di gestione delle deiezioni, che sono considerate MTD (Migliori Tecniche Disponibili) in base alla direttiva IPPC sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, sono basate sul principio che le emissioni si riducono in misura tanto più intensa quanto più bassa è l umidità delle deiezioni deposte. Nel triennio , la Regione Emilia-Romagna ha cofinanziato, in collaborazione con le principali associazioni dei produttori avicoli del territorio di Forlì-Cesena e con la Provincia stessa, un progetto di monitoraggio delle diverse condizioni di gestione dell allevamento e delle lettiere per verificarne l effetto sull ambiente. Obiettivo della ricerca era la predisposizione di linee guida per una progettazione e una gestione ottimali sotto il profilo dell impatto ambientale. Le attività del progetto sono state studiate in modo da affrontare il problema ambientale sotto gli aspetti più rilevanti: condizionamento del microclima interno, consumo di energia, mitigazione degli odori, gestione delle lettiere, smaltimento dei capi morti, impiego agronomico, recupero di energia dalle lettiere esauste e sistemi di gestione per la qualità e per l'ambiente. CLAUDIO FABBRI NICOLA LABARTINO Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia Per ulteriori approfondimenti collegatevi al sito 87

2 AZIENDA Tab.1 Fattori annui di emissione di ammoniaca dei cicli di allevamento monitorati. TIPO DI VENTILAZIONE TIPO DI LETTIERA DENSITÀ DI ACCASAMENTO (capi/m ] CICLI PRODUTTIVI INVERNALI DENSITÀ MASSIMA (kg di peso vivo/m ) EMISSIONI DI AMMONIACA (grammi/capo/anno) Azienda 1 Longitudinale Paglia 17 28,9 179,9 Azienda 2 Trasversale Paglia 14,6 24,1 17,8 Azienda 3 Longitudinale Lolla riso 19,2 27,8 156,3 Azienda 4 Longitudinale Paglia 17,7 29,2 69,1 Azienda 5 Trasversale Paglia 16,3 28,2 89,8 Media periodo invernale 102,6 CICLI PRODUTTIVI ESTIVI Azienda 1 Longitudinale Paglia 17, ,5 Azienda 2 Trasversale Paglia 14 24,27 26,4 Azienda 3 Longitudinale Lolla riso 16,1 25,77 53,1 Azienda 4 Longitudinale Paglia 17 25,8 72,8 Azienda 5 Trasversale Paglia 16,5 26,9 81,6 Media periodo estivo 55,7 Media complessiva 7 9,1 Fonte: Crpa Per il monitoraggio all interno dei ricoveri di avicoli da carne, l obiettivo era la verifica dell effetto delle strutture, dei dispositivi di controllo della ventilazione e di diverse tecniche di gestione degli allevamenti avicoli sulle condizioni delle lettiere, del benessere degli animali e delle performance produttive. Durante questa fase del progetto sono state sottoposte a monitoraggio quattro tipologie di allevamento con lettiera a base di paglia o lolla di riso e ventilazione longitudinale o trasversale. Sono stati condotti due cicli di prove, uno in inverno e l altro durante il periodo estivo. Complessivamente sono stati monitorati 12 cicli produttivi per un totale di soggetti allevati. Per ogni ciclo produttivo sono stati registrati i principali parametri ambientali: temperature interne ed esterne, emissioni di ammoniaca (calcolate come prodotto delle concentrazioni di ammoniaca alle bocche di espulsione per la portata di ventilazione) e qualità delle lettiere prodotte (umidità, contenuto in azoto e ph). La caratterizzazione delle lettiere è stata eseguita al termine del ciclo produttivo. Per il prelievo è stato utilizzato un apposito profilo di acciaio delle dimensioni di 0,6 x 0,6 metri, equivalente ad una superficie di 0,36 m 2, infisso all'interno della lettiera fino al raggiungimento del pavimento sottostante. Tutto il materiale confinato all'interno di questo profilo è stato pesato e ne è stata valutata la massa volumica, misurandone l'altezza rispetto al bordo superiore. Le posizioni scelte per i campionamenti hanno tenuto conto delle diverse zone potenzialmente influenzanti le caratteristiche delle lettiere: distanza dalle linee di abbeveratoio e delle mangiatoie, distanza da muri e/o ventilatori perimetrali, variabilità longitudinale. Complessivamente sono stati prelevati circa 240 campioni. I RISULTATI Per i ricoveri caratterizzati da ventilazione longitudinale i risultati, espressi come media complessiva di tutti i campioni analizzati, sono stati i seguenti: la sostanza secca è risultata mediamente pari al 69% (±14,5%),il contenuto di azoto totale a mg/kg, equivalente al 5,50% della sostanza secca (±19,7%) e il contenuto di azoto ammoniacale pari a mg/kg,equivalente al 13,9% dell azoto totale (±38,1%). Sono state riscontrate masse volumiche medie di 574 kg/m 3 (±22,5%) e produzioni di 30,9 kg/m 2 (±33,5%). Nel caso, invece, dei ricoveri a ventilazione trasversale, la sostanza secca è risultata mediamente pari al 63,1% (±19,9%), mentre il contenuto di azoto totale a mg/kg, equivalente a 6,42% della sostanza secca (±14,1%) e il contenuto di azoto ammoniacale pari a mg/kg, equivalente al 16,7% dell azoto totale (±32,5%). Sono state riscontrate mas- 88 GENNAIO

3 DOSSIER/IL POLLO DA CARNE se volumiche medie di 608 kg/m 3 (±24,2%) e produzioni di 27,7 kg/m 2 (±35,5%). In generale, il confronto fra i valori assoluti e le relative deviazioni standard dei parametri analitici medi determinati per le due tipologie di ricoveri porta a considerare che: ❶ nei ricoveri a ventilazione trasversale la sostanza secca è risultata più disomogenea che nei ricoveri a ventilazione longitudinale: è stata infatti misurata una variabilità del 19,9% contro il 14,5%; ❷ i contenuti di sostanza secca e di sostanza volatile delle lettiere dei ricoveri a ventilazione longitudinale sono risultati rispettivamente il 9% e il 12% più alti di quelli dei ricoveri a ventilazione trasversale; ❸ per effetto del minore contenuto di umidità riscontrato nelle lettiere, i contenuti di azoto totale e di azoto ammoniacale dei ricoveri a ventilazione longitudinale sono stati rispettivamente del 2% e del 22% inferiori rispetto a quelli dei ricoveri a ventilazione trasversale; ❹ la variabilità dell azoto ammoniacale, invece, essendo una frazione dell azoto totale, è risultata del 38,1% nei ricoveri a ventilazione longitudinale contro il 32,5% di quelli a ventilazione trasversale. Per quanto concerne, invece, le emissioni di ammoniaca in ambiente, nella tabella 1 vengono riepilogati i diversi cicli produttivi monitorati e i rispettivi fattori di emissione; quello nel periodo invernale è risultato essere pari a 102 grammi/capo/ anno,mentre nel periodo estivo a 55,7 grammi/capo/ anno. Di conseguenza, in prima approssimazione, il fattore di emissione annuo,calcolato come media dei fattori estivi ed invernali, è risultato essere di 79 grammi/capo/anno. Le differenze all interno delle diverse aziende monitorate sono apparse significative, soprattutto per la tipologia di ventilazione: i ricoveri con ventilazione trasversale, specie nei mesi invernali, hanno dimostrato di avere un efficienza superiore nel contenere le emissioni di ammoniaca. Tali differenze si riducono molto nel corso dei periodi estivi, quando le elevate portate consentono di raggiungere tenori superiori di sostanza secca delle lettiere, indipendentemente dalla modalità di ventilazione.valori di umidità inferiori al 30-35% provocano un arresto pressoché totale delle reazioni di volatilizzazione dell azoto, che annulla praticamente le eventuali differenze causate da diverse modalità di gestione dell allevamento. L emissione di ammoniaca durante il ciclo di accrescimento dei polli può essere assimilata ad una funzione esponenziale (grafico 1): cresce più che proporzionalmente all aumentare del peso vivo allevato per unità di superficie.infatti,nella fase iniziale del ciclo le deiezioni degli animali sono molto ridotte e la lettiera, ancora nuova, ha una elevata capacità di assorbimento. In questo periodo l acqua presente nella pollina viene assorbita rapidamente e le reazioni di idrolisi enzimatica, responsabili della liberazione di ammoniaca, vengono velocemente bloccate. Con l aumentare del peso vivo presente, la cui crescita è tipicamente esponenziale, aumentano le deiezioni e si riduce contemporaneamente la capacità di assorbimento dell acqua da parte della lettiera.a ciò si aggiunge un secondo fenomeno: la formazione di incrostazioni superficiali che impediscono il rimescolamento dei diversi strati di lettiera, peggiorando ulteriormente la capacità di assorbimento. L intensità delle emissioni di ammoniaca, in sostanza, dipende: dall umidità della lettiera: quanto più è bassa tanto minore è la trasformazione dell azoto organico in ammoniaca e quindi la relativa volatilizzazione; dalla quantità di lettiera: altezze molto elevate di lettiera non sempre sono convenienti a causa della difficoltà da parte degli animali di rimescolare lo strato e quindi di sfruttarne tutta la capacità di imbibizione. Valori dell ordine di 2,5-3 kg/m 2,secondo il tipo di ciclo e la densità animale, possono essere considerati sufficienti per i mesi estivi, mentre valori leggermente più elevati sono raccomandati per i mesi invernali; dalla qualità della lettiera: il truciolo di legno, grazie alla sua friabilità garantita anche con umidità elevate, può essere considerato il materiale più idoneo per l assorbimento dell umidità delle deiezioni, mentre le paglie di frumento e di riso tendono ad impaccarsi più rapidamente; dalla densità di peso vivo animale: la presenza di Emissioni di ammoniaca (g/capo/anno) Graf. 1 Andamento tipico delle emissioni di ammoniaca nel corso di un ciclo di allevamento di polli da carne Età animali (giorni) Fonte: Crpa 89

4 animali determina una compattazione delle lettiere più che proporzionale al loro peso e la conseguente riduzione della permeazione dell umidità delle deiezioni negli strati più profondi. Tuttavia, accanto alla riduzione di questa capacità, la compattazione determina anche una occlusione dei pori della lettiera e, quindi, una riduzione degli scambi gassosi fra gli strati più profondi e l ambiente. Di conseguenza, in particolari casi sono state riscontrate emissioni di ammoniaca per unità di superficie di lettiera minori rispetto alle aree con lettiere friabili. In conclusione, generalmente la realizzazione di ricoveri con un buon grado di isolamento e un corretto controllo della ventilazione (omogeneità di distribuzione e dei flussi e della temperatura), oltre a consentire un elevato risparmio energetico, permette di mantenere livelli di umidità della lettiera tali da ridurre al minimo le emissioni di ammoniaca e di odore. Ciò si ripercuote anche sulla qualità dell aria all interno del ricovero e sul benessere dell animale, il che è verificabile, ad esempio, con una minore incidenza delle dermatiti plantari e delle lesioni ai garretti. Sistemi d allevamento: un indagine in Italia ADELE MELUZZI FEDERICO SIRRI Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Università di Bologna 90 Negli ultimi anni è sensibilmente aumentata l attenzione del consumatore nei confronti della salubrità e della qualità degli alimenti, ma anche l interesse verso forme di produzione che tutelino l ambiente ed il benessere degli animali di interesse zootecnico. A livello europeo sono state emanate direttive per la protezione degli animali e proposte linee guida per il loro corretto allevamento e trasporto. Nel settore avicolo è stata inizialmente emanata una direttiva (99/74/Ce) che stabilisce le norme minime per la protezione della gallina ovaiola ed attualmente se ne sta elaborando un altra finalizzata a definire le modalità di gestione del pollo da carne e la qualità dell ambiente di allevamento. Il Dipartimento di Scienze degli alimenti dell Università di Bologna, in collaborazione con il Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia, ha compiuto uno studio finanziato dalla Regione Emilia- Romagna (con i fondi della legge 28/98) per monitorare le condizioni di benessere del pollo da carne allevato in aziende rappresentative della realtà avicola regionale e nazionale e verificare nel contempo se sono in accordo con le indicazioni della proposta di direttiva della Commissione europea (COM, final). Gli aspetti salienti contenuti nel documento europeo riguardano la concentrazione dei polli all interno dei ricoveri, che non deve superare i 30 kg di peso vivo per m 2 in condizioni standard oppure i 38 kg di peso vivo per m 2 in situazioni particolari. In quest ultima situazione, la mortalità non dovrà superare il valore calcolato in base all età della macellazione degli animali (percentuale di mortalità = 1 + 0,06% moltiplicato per il numero dei giorni di allevamento); l incidenza delle lesioni plantari non dovrà superare il valore di 50 punti; la concentrazione nel ricovero di gas nocivi (ammoniaca, anidride carbonica e monossido di carbonio) dovrà essere mantenuta su bassi valori. Foto Crpa

5 DOSSIER/IL POLLO DA CARNE Tab. 1 - Prestazioni produttive di polli allevati in differenti aziende e stagioni. AZIENDA A B C D E CATEGORIA COMMERCIALE Densità (n. polli/m ) Densità (kg peso vivo/m ) INVERNO ,9 36,4 30,2 24,1 26,4 27,8 23,7 29,2 32,1 28,2 30,1 28,7 Mortalità (%) 4,64 9,33 2,90 3,44 4,20 Punteggio mortalità (%) Densità (n. polli/m ) Densità (kg peso vivo/m ) 4,72 4,66 4,18 4,42 4,36 ESTATE ,0 29,5 27,5 24,3 23,9 25,8 26,3 27,8 30,9 26,9 29,0 29,5 Mortalità (%) 4,32 6,75 4,01 2,56 3,07 Punteggio mortalità (%) 4,36 4,54 4,12 4,36 4,72 LA RICERCA Sono stati coinvolti in totale polli da carne provenienti da 5 allevamenti dei principali gruppi integrati che rappresentano il 70% della produzione nazionale. La ricerca è stata condotta nei periodi più critici per l allevamento del pollo, ovvero in inverno ed in estate. In tutti i ricoveri utilizzati, 3 a ventilazione longitudinale e 2 a ventilazione orizzontale, sono stati accasati pulcini maschi e femmine di ceppo Ross o Cobb, alimentati con diete commerciali somministrate a volontà. Gli animali, cresciuti secondo le usuali procedure aziendali, sono stati allevati a terra su lettiera costituita da paglia di frumento sminuzzata o da lolla di riso in quantità variabili secondo la stagione. Durante il periodo di allevamento sono stati registrati i principali parametri zootecnici (accrescimento, consumo di alimento, indice di conversione, mortalità) sia per i polli leggeri (1,6-1,8 kg di peso vivo), che per i medi (2,4-2,7 kg) e i pesanti (3,2-3,6 kg). In fase di macellazione è stata valutata l incidenza di lesioni a carico della carcassa con particolare riguardo all incidenza delle lesioni cutanee e del piede. Nel documento europeo è attribuita una particolare importanza all incidenza delle lesioni a carico del piede come parametro indicativo delle condizioni di benessere durante l allevamento. Infatti, se le condizioni dell ambiente di allevamento, ed in particolare della lettiera, non sono ottimali si possono instaurare fenomeni infiammatori nella cute del piede, che degenerano in vere e proprie lesioni le quali, in base alla loro gravità, limitano il movimento, la possibilità di accedere alla mangiatoia ed agli abbeveratoi e costituiscono motivo di sofferenza per il soggetto colpito. In sostanza, per verificare l adeguatezza delle condizioni di allevamento, il documento europeo fissa un valore limite, ottenuto in base ad una formula che tiene conto del numero di soggetti colpiti e della gravità della lesione, che non deve essere superato quando le densità di animali nel ricovero sono elevate. LE PRESTAZIONI ZOOTECNICHE Dalla ricerca è emerso che, benché le caratteristiche dei pollai siano standardizzate e quindi molto simili tra loro, gli allevatori tengono gli animali a densità differenti in base alle consuetudini ed alle strategie produttive dell azienda. In inverno la densità varia da 15 a 18 animali per m 2 e occasionalmente viene oltrepassato il valore consigliato dal documento europeo (30-32 kg di peso vivo m 2 ). Le densità del periodo estivo sono sostanzialmente simili a quelle adottate in inverno, nonostante le buone pratiche di allevamento consiglino di limitare il carico di animali in presenza di elevate temperature ambientali. Tuttavia, la possibilità di alleviare lo stress da calore mediante efficienti sistemi 91

6 e tecniche di condizionamento ambientale (raffreddamento evaporativo, elevata velocità dell aria) consente di mantenere le medesime densità adottate in inverno, pur salvaguardando le condizioni di salute degli animali. Il tasso di mortalità registrato negli allevamenti italiani è in linea con gli standard europei e solo in una azienda è stato registrata un elevata mortalità sia in estate che in inverno, in corrispondenza peraltro di un basso carico di animali. È tuttavia interessante considerare che sia la Commissione europea, sia i movimenti animalisti sostengono che le condizioni di benessere del pollo da carne sono principalmente influenzate dalla densità di allevamento. In realtà, dalla ricerca e da diversi studi condotti con rigore scientifico emerge che la qualità della lettiera, il tasso di mortalità e le condizioni della cute e del piede, piuttosto che la densità degli animali, rappresentano degli indicatori più efficaci per la valutazione del benessere del pollo. LESIONI PLANTARI E CARATTERISTICHE DELLA LETTIERA La valutazione delle lesioni plantari nel periodo invernale, calcolata secondo la formula proposta nel documento europeo, ha evidenziato una presenza pressoché costante di un valore superiore ai 50 punti considerato, come sopraccennato, la soglia che non deve essere superata per densità comprese tra 30 e 38 kg di peso vivo per m 2.Al contrario, in estate la presenza di lesioni plantari è molto bassa e solo in un azienda si rilevano valori superiori a 50 punti. Anche le lesioni ai garretti (articolazione tibio-tarsica) sono risultate più elevate nei cicli invernali Foto Crpa rispetto a quelli estivi. Sia le lesioni plantari, sia quelle al garretto sono strettamente correlate con il benessere animale, ma anche con gli aspetti economici della produzione. Con il progredire dell età gli animali trascorrono sempre più tempo coricati sulla lettiera a causa del loro maggior peso e diminuisce la loro capacità di muoversi, cosicché il contatto continuo con la lettiera in condizioni non ottimali (bagnata, compatta) porta allo sviluppo di lesioni anche in corrispondenza dei garretti. L umidità della lettiera è risultata molto più elevata nei cicli di allevamento invernali (circa 40%) rispetto a quelli estivi (27%). Il valore di ph della lettiera è oscillato tra 6,9 e 8,4 senza mostrare differenze di rilievo imputabili alla stagione o all azienda. Dalla ricerca è emerso che esiste una correlazione significativa tra il contenuto di umidità della lettiera e l incidenza delle dermatiti a carico del piede e del garretto, ovvero all aumentare del tenore di umidità si osserva una maggior presenza di dermatiti. Diverse ricerche hanno dimostrato che l insorgenza di dermatiti plantari nel pollo da carne è attribui- Tab. 2 - Lesioni plantari ed ai garretti dei polli rilevate in differenti aziende e stagioni. AZIENDA A B C D E CATEGORIA COMMERCIALE Punteggio dermatiti plantari Lesioni ai garretti (%) Punteggio dermatiti plantari Lesioni ai garretti (%) INVERNO ,5 62, ESTATE ,5 5, ,5 48,5 0 6, , ,3 92

7 DOSSIER/IL POLLO DA CARNE bile a numerosi fattori, come la carenza di biotina nella dieta, l elevata concentrazione di proteine nei mangimi, la densità degli animali, le caratteristiche degli abbeveratoi, il sesso e l età degli animali, ma il fattore principale risulta la qualità della lettiera. A sua volta quest ultima dipende da molteplici fattori, come il tipo di materiale impiegato, la quantità per unità di superficie del pollaio, l umidità, le condizioni microclimatiche del ricovero, le caratteristiche delle attrezzature e le modalità di gestione dell allevamento. I FATTORI PIÙ IMPORTANTI PER IL BENESSERE DEGLI ANIMALI Dall indagine è emerso che il sistema di produzione del pollo da carne in Italia rispetta in buona sostanza le indicazioni del documento europeo per la tutela del benessere del pollo da carne nell allevamento intensivo, poiché solo occasionalmente si superano i livelli-soglia di densità. La stagione influenza le condizioni di benessere del pollo in quanto nel periodo invernale l incidenza delle lesioni plantari supera il limite critico indicato nella proposta europea. L insorgenza delle lesioni a carico del piede sembra essere fortemente condizionata anche dalle capacità gestionali degli allevatori, oltre che dalla concentrazione degli animali allevati, dal momento che anche con valori di densità bassi sono state riscontrate elevate percentuali di lesioni plantari e di mortalità. Si può pertanto desumere che la densità di allevamento non è l unico parametro cui fare riferimento per garantire le migliori condizioni di benessere. In definitiva l adozione di adeguate scelte manageriali e il controllo delle condizioni ambientali di allevamento, con particolare riferimento alla gestione della lettiera e del microclima mediante un corretto utilizzo della ventilazione e del condizionamento, risultano essere i fattori che più incidono sulle condizioni di benessere del pollo da carne. Lettiere, densità animale e impatto ambientale La tecnica di allevamento maggiormente seguita per la produzione del pollo da carne prevede che gli animali del peso di qualche decina di grammi (50-60), provenienti dagli incubatoi, vengano portati all interno di ricoveri, normalmente riscaldati e ventilati artificialmente, e qui accresciuti per un periodo compreso fra giorni, tipico della produzione del pollo, e giorni per il pollo. Per mantenere un ambiente confortevole sotto il profilo termico e sanitario, poco prima dell ingresso degli animali viene steso un letto di materiale organico - composto in genere da paglia di frumento o lolla di riso o truciolo di legno - sul pavimento del ricovero, in modo da ricoprire uniformemente tutta la superficie. In genere il letto deve avere uno spessore compreso fra i 3 e i 5 centimetri, a seconda del tipo di materiale e del periodo stagionale: maggiore nei periodi invernali e minore in quelli estivi. La funzione della lettiera è principalmente quella di miscelarsi con le deiezioni prodotte dagli animali durante tutto il ciclo, in modo che la superficie rimanga costantemente asciutta e prevenga lesioni agli arti. Altra funzione fondamentale è di mantenersi sufficientemente friabile, onde consentire all animale le attività comportamentali tipiche, ad esempio il razzolamento. Tuttavia nella normale pratica di allevamento non sempre la lettiera riesce a mantenersi nelle condizioni ideali di umidità e friabilità. Le cause che portano a condizioni non idonee sono le più svariate: inadeguata quantità o qualità di materiale, ventilazione non correttamente distribuita o insufficiente, perdite di acqua dagli abbeveratoi, problemi sanitari dovuti a patologie o diete squilibrate. Tutti questi eventi, oltre a portare conseguenze sul benessere e il comfort dell animale, possono anche avere effetti sull ambiente sia interno che esterno. Le conseguenze dirette che una lettiera di qualità non ideale può avere sull ambiente vengono normalmente valutate misurando le emissioni di azoto sotto forma di ammoniaca. Nelle deiezioni avicole, l azoto non assimilato dall animale per l accrescimento viene eliminato in forma organica (acido urico). Successivamente sulla lettiera han- CLAUDIO FABBRI NICOLA LABARTINO Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia 93

8 Emissioni NH3 (g/posto/anno) Graf. 1 Andamento tipico delle emissioni di ammoniaca nel corso di un ciclo di allevamento di polli da carne. 127,6 35T I 96,1 35T E 126,0 35P I 114,4 35P E 142,0 30T I 64,0 30T E 116,2 86,7 30P I 30P E Fonte: Crpa no inizio subito alcune reazioni di demolizione dell acido urico, che portano alla produzione di ammoniaca. Le diverse condizioni di temperatura, umidità e porosità delle lettiere sono i fattori che maggiormente influenzano queste emissioni. UN CONFRONTO FRA QUATTRO TESI Nel progetto Avicolo da carne è stata impostata una specifica attività di ricerca per valutare l effetto delle variabili più sopra illustrate. All interno di uno stabulario avicolo sono state messe a confronto 4 tesi, differenti per densità di allevamento e tipo/quantità di materiale per la lettiera: 35P = densità massima 35 kg di peso vivo/m 2 e paglia per lettiera; 35T = densità massima 35 kg di peso vivo/m 2 e truciolo per lettiera; 30P = densità massima 30 kg di peso vivo/m 2 e paglia per lettiera; 30T = densità massima 30 kg di peso vivo/m 2 e truciolo per lettiera. Lo stabulario, realizzato all interno di una struttura del gruppo Amadori, era composto da due ricoveri, ciascuno suddiviso in 18 box delle dimensioni di circa 5,8 m 2. Nelle tesi con alta densità sono stati accasati 14 maschi/m 2 e in quelle a bassa densità 11 maschi/m 2. Al fine di non superare le densità di 35 kg/ m 2 e kg/m 2 è stato effettuato un diradamento inter, ovvero parte degli animali è stata macellata al raggiungimento del peso di 2,5 kg (polli medi). Durante la prova sono stati registrati, oltre ai parametri ambientali, tutti i parametri necessari per la definizione del bilancio dell azoto: quantità di deiezioni prodotte con il relativo contenuto di azoto, quantità di azoto somministrato con l alimento e quantità di carne prodotta (capi morti + capi macellati). Per la stima delle quantità di azoto presente nei pulcini ad inizio ciclo e nelle carcasse degli animali morti o venduti sono stati utilizzati i coefficienti determinati nell ambito del progetto Bilancio dell azoto nelle specie di interesse zootecnico, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e coordinato dal Crpa. La differenza fra l azoto entrato in allevamento con i pulcini accasati e quello somministrato con il mangime e l azoto uscito sia con la massa corporea degli animali morti e venduti, sia con la lettiera, ha permesso di calcolare l emissione di azoto ammoniacale in atmosfera. Seguendo la normale pratica degli allevamenti, sono stati utilizzati quantitativi di materiali di lettiera più alti nelle tesi con truciolo e, per tutte le tesi, più elevati nei mesi invernali. Le produzioni di lettiera a fine ciclo sono risultate mediamente pari a 10,6 kg/posto/anno. Questo valore corrisponderebbe, considerando un peso di 1 kg/capo come peso nel ciclo, a 10,6 tonnellate di lettiera/tonnellate di peso vivo/anno, valore sensibilmente superiore (il 32% in più) a quello riportato nelle tabelle allegate alle nuove disposizioni regionali sull utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici. In realtà, considerando che il peso del pollo nei cicli sperimentali effettuati era mediamente di 1,55 kg e che le quantità di lettiera dipendono fortemente dal contenuto di umidità, i valori tabellari della nuova normativa regionale vengono sostanzialmente confermati. RISULTATI Le principali indicazioni emerse dall attività possono essere così riassunte: il tenore di umidità delle lettiere del ciclo invernale è risultato sempre più alto di quello dei cicli estivi, indipendentemente dalla qualità del substrato della lettiera. La lettiera in truciolo ha dimostrato in tutte le tesi una capacità di assorbimento maggiore e conseguenti minori tenori di umidità rispetto a quella pagliosa; l alta densità di allevamento ha portato, con tutti i tipi di lettiera e in entrambe le stagioni, ad un contenuto di umidità maggiore nella lettiera; il contenuto di azoto totale (azoto organico + azoto ammoniacale), calcolato rispetto al contenuto di sostanza secca, è risultato sempre maggiore nelle tesi ad alta densità: 5,1 contro il 4,7% del- 94

9 DOSSIER/IL POLLO DA CARNE la tesi a densità inferiore; nei periodi invernali, la forma volatile dell azoto, quella ammoniacale, è risultata sempre superiore, in tutte le tesi, rispetto a quella rilevata nei mesi estivi. Le differenze sono più marcate nel caso dell allevamento ad alta densità. Nei mesi invernali l emissione dalle tesi con truciolo, sia a densità di allevamento standard che bassa, è risultata sempre superiore alle tesi con paglia. Nei mesi estivi, al contrario, l emissione di ammoniaca dalle tesi con truciolo è risultata, in entrambe le forme di allevamento, inferiore. Ciò, probabilmente, è da ricondurre alla maggiore friabilità e capacità di assorbire acqua da parte del truciolo che determina, da un lato, un maggiore benessere per l animale, mentre dall altro una maggiore superficie di scambio con l atmosfera e, quindi, una emissione più alta. La paglia, al contrario, soprattutto nei mesi invernali, tende a compattarsi in superficie e a determinare una barriera fisica che ha, come conseguenza, una riduzione delle emissioni di ammoniaca. Il grafico 1 permette di visualizzare i fattori di emissione di ammoniaca delle diverse tesi che sono state oggetto della sperimentazione: complessivamente, come media dei cicli invernali ed estivi, l emissione di ammoniaca dall allevamento con densità standard è risultata essere pari a 116 g/posto/a e a 98,7 g/posto/a nell allevamento a densità ridotta. Il valore che ne risulta, pari a 107,4 grammi/posto/anno, potrebbe essere considerato come fattore d emissione di ammoniaca per la realtà territoriale dell Emilia-Romagna. Si tratta di un valore notevolmente più alto di quello pari a 80 grammi/posto/anno adottato nelle Linee guida del ministero dell Ambiente per le lettiere classificabili come MTD (Migliori Tecniche Disponibili) sulla base della direttiva comunitaria IPPC sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Di ciò sarà opportuno tenere conto nella revisione nazionale e comunitaria di tali Linee guida, avendo ovviamente presente l incidenza dell impiego dell uno o dell altro materiale di lettiera e della densità di animali nei distretti avicoli del nostro Paese. Nel grafico 2 viene riportata la correlazione fra le emissioni di ammoniaca e il contenuto di sostanza secca della lettiera: per contenuti di sostanza secca compresi tra il 45 e il 65%, l emissione di ammoniaca non cambia significativamente, mentre sopra il valore-soglia del 65% l emissione scende più che proporzionalmente. Questo comportamento è dovuto alla notevole influenza che l acqua presente nella lettiera esercita sulla decomposizione dell acido urico, reazione responsabile della produzione di azoto ammoniacale e, quindi, della sua volatilizzazione. Al di sotto di un contenuto di sostanza secca del 65% la reazione di idrolisi avviene senza limitazioni. Le differenze di emissione riscontrabili scendendo al di sotto di questo contenuto di sostanza secca dipendono comunque principalmente da altri fattori, quali temperatura, porosità, quantità di lettiera e quantità di azoto escreto. IN SINTESI Con i risultati della ricerca si può dire che: ❶ l emissione è fortemente correlata alla umidità della lettiera; ❷ l utilizzo del truciolo permette di avere una lettiera molto più porosa rispetto a quella ottenibile con la paglia. In quest ultima l effetto del razzolamento consente di rimescolare con più facilità lo strato di materiale posizionato. Sotto l aspetto ambientale ciò porta ad un incremento delle emissioni di gas; ❸ il calpestio della lettiera può portare alla formazione di croste più o meno spinte a seconda del tipo di lettiera e del periodo stagionale: la formazione della crosta è più facile con lettiere come la paglia e nei mesi invernali, quando l umidità della lettiera è più elevata; ❹ l allevamento del pollo da carne con una bassa densità di animali aumenta notevolmente la superficie di scambio fra le deiezioni deposte e l aria e, conseguentemente, l emissione di ammoniaca. Tale fenomeno è tanto più evidente quanto più le condizioni di umidità della lettiera raggiungono il valore critico del 35-40% Emissioni di ammoniaca (g/posto/anno) Graf. 2 - Correlazione fra percentuale di sostanza secca ed emissione di ammoniaca Sostanza secca della lettiera (%) Fonte: Crpa 95

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