Riforma pensionistica rebus sulle date di pensionamento!
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- Vito Festa
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1 Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti Segreteria Generale Riforma pensionistica rebus sulle date di pensionamento! Definiti i tagli, il Ministro Fornero non piange più; adesso le lacrime le versano gli Italiani ad eccezione dei Parlamentari ed altre caste simili! Incertezze sulle date di accesso alla pensione per le nuove generazioni.. Dopo innumerevoli riforme pensionistiche, susseguitesi alla riforma Amato, definite spesso dopo trattative estenuanti con le parti sociali, che avevano già modificato congruamente le regole d accesso al diritto a pensione e di determinazione degli assegni pensionistici, il governo Monti, con il decreto salva Italia, in meno di dieci giorni, senza alcun confronto vero, né con le organizzazioni sindacali e tantomeno con il Parlamento, ha mutato completamente il volto al sistema pensionistico italiano. Nella manovra Monti, in tema previdenziale, sono stati infatti previsti effetti immediati pesantissimi a carico dei lavoratori, ma anche mutamenti profondi altrettanto negativi sulle regole di lungo periodo, al punto da far pensare/sperare che dopo quasi venti anni di riforme, spesso definite impropriamente epocali, il cantiere delle riforme previdenziali potrebbe davvero essere chiuso per sempre. Queste in breve le modifiche più rilevanti apportate: soppressione della pensione di anzianità e previsione in sua sostituzione di una più restrittiva quanto provvisoria pensione anticipata, età del pensionamento di vecchiaia repentinamente innalzata per le lavoratrici private, calcolo con il sistema contributivo, il cosiddetto pro rata a partire dal 2012, anche per le lavoratrici/ i lavoratori che avevano maturato diciotto anni di contributi al 31/12/1995, pensionamento flessibile per i lavoratori più giovani, oltre, incentivi a lavorare, dopo la maturazione del diritto a pensione, fino ai 70 anni e nessuna previsione di adeguamento all inflazione, la cosiddetta perequazione, per gli assegni da euro mensili lordi a salire. Via Prenestina n Roma Tel: 06. Tel Fax sg@sindacatofast.it
2 Esaminiamo adesso le novità, più nel dettaglio Abolizione delle finestre d uscita: è un primo cambiamento di natura tecnica, la cui tempistica ovviamente condiziona le altre novità; il Governo ha deciso di cancellare questo meccanismo per il quale, dopo la maturazione del diritto a pensione, l accesso effettivo agli assegni pensionistici avveniva un anno dopo, un anno e mezzo per i lavoratori autonomi, il raggiungimento dei relativi requisiti, di anzianità/vecchiaia. Per le pensioni maturate dopo il 2011 le finestre quindi non saranno più previste, ma ovviamente la loro durata temporale sarà assorbita dentro i nuovi requisiti per l accesso al diritto a pensione, pertanto la liquidazione degli assegni pensionistici seguirà immediatamente il conseguimento dei requisiti stessi. Addio alle pensioni d anzianità: il metodo ordinario per l accesso alla pensione diventa quindi solo il trattamento della pensione di vecchiaia. Il pensionamento di anzianità viene quindi cancellato ed in via provvisoria viene sostituito dalla cosiddetta pensione anticipata, alla quale sarà possibile accedere solo con 41 anni e 1 mesi di anzianità per le donne e 42 e 1 mese per gli uomini. Queste misure non saranno però stabili per il futuro, ma in analogia a come avverrà con i requisiti dell età, saranno incrementate ogni due anni, prevedibilmente di uno/due mesi per volta, per uniformarsi all aumento della speranza di vita, per come sarà certificato dall ISTAT. L accesso alla pensione anticipata sarà però condizionato al possesso dei 62 anni di età, in caso contrario si potrà lo stesso accedere al trattamento pensionistico, ma la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo subirà una decurtazione pari all 1 per cento per ogni anno mancante fino a 60 anni, del 2 per cento per gli anni ulteriori. (Questa penalizzazione si vocifera che potrebbe essere eliminata o ulteriormente ridotta nella stesura del Decreto mille proroghe) lavoratrici del privato impiego: per le donne che lavorano nelle aziende private, il percorso di parificazione per l accesso a pensione, con i requisiti di vecchiaia previsti per gli uomini sarà molto più accelerato di quanto previsto finora, infatti già dal prossimo anno ci sarà una prima variazione con la previsione dei 62 anni di età per le dipendenti e di 63 e mezzo per le lavoratrici autonome. Tale processo di adeguamento si concluderà nel 2018, quando 66 anni e 7 mesi diventerà il limite del pensionamento di vecchiaia indipendentemente dal genere. Viene fatta una eccezione per le lavoratrici che nel 2012 avrebbero conseguito la pensione di vecchia a 60 anni e per i lavoratori che conseguivano la vecchia quota 96 dell anzianità. Per attutire l effetto negativo delle novità della riforma su lavoratori e lavoratrici, che si sarebbero visti spostare in avanti il traguardo anche di 5-6 anni, il Governo ha infatti previsto per essi la possibilità di uscire dal lavoro al compimento dei 64 anni di età. metodo di calcolo contributivo: a partire dal primo gennaio del prossimo anno l importo di tutte le nuove pensioni sarà calcolato solo con il metodo contributivo, anche per coloro
3 quindi che avevano già maturato al 31/12/1995 i canonici diciotto anni di contributi previdenziali. La novità di calcolo si applicherà ovviamente solo ai versamenti dei contributi post 2011, mentre la quota precedente di pensione continuerà ad essere calcolata con il metodo retributivo. In linea di massima il sistema di calcolo contributivo dei trattamenti pensionistici, come tutti possono immaginare, è meno vantaggioso per il pensionando, quindi questa variazione diventerà un implicito incentivo a lavorare di più, anche se evidentemente il mutamento del sistema di calcolo avrà un effetto molto graduale sulla misura del trattamento pensionistico, che crescerà man mano che, con il passare degli anni, aumenterà l incidenza percentuale della quota di pensione calcolata con il metodo contributivo. pensionamento flessibile: per coloro che invece hanno iniziato l attività lavorativa dal 1 gennaio 1996 a seguire e che quindi ricadono nel sistema contributivo intero, è stata prevista la possibilità di lasciare il lavoro in una fascia di età compresa tra i 63 e i 70 anni, valori di età che però sono destinati a crescere in rapporto con gli andamenti demografici, o per meglio dire con l aumento delle aspettative di vita. 70 anni e oltre quindi per la quiescenza: come sopra già specificato, sarà incentivata la prosecuzione dell attività lavorativa oltre i limiti della vecchiaia, fino a 70 anni e oltre, con la prospettiva che gli anni lavorati in questa fase incideranno positivamente sul valore dell assegno pensionistico. sospensione della perequazione annua dei trattamenti previdenziali: è la normativa che nell immediato comporterà più risparmi agli istituti previdenziali, in quanto si è stabilito che, per gli anni 2012/2013 le pensioni adeguate all inflazione saranno solo quelle comprese entro il limite di tre volte il valore del trattamento minimo Inps, detta soglia corrisponde a poco più di 1400 euro lorde al mese. Questa regola per come previsto si applicherà per gli anni 2012/ 2013, quindi presumibilmente dall anno successivo dovrebbe tornare l adeguamento per tutti. contributi di solidarietà: sono previsti anche contributi a carico dei lavoratori iscritti ai fondi speciali che, almeno sul piano teorico in passato avrebbero goduto di un trattamento più favorevole; per tutti i pensionati invece la cui misura di pensione è al di sopra dei euro sarà applicata una decurtazione del 15 per cento. Nuove regole e ricadute sul Fondo Bilaterale Anche le lavoratrici/lavoratori in mobilità, che maturano i requisiti per l accesso a pensione entro il periodo della fruizione della mobilità e coloro che sono coinvolti in piani di esubero, come i Ferrovieri interessati dalle prestazioni straordinarie del Fondo Bilaterale e degli altri fondi di solidarietà di settore di cui all art. 2 della legge 662/96, conservano le previgenti norme previdenziali, sia pur chiosa il Decreto Monti modificato rispetto alla prima ipotesi, nel numero massimo di unità, prevedendo come limite di applicazione alle immissione nei Fondi Bilaterali gli accordi sindacali definiti entro il 5 dicembre Armonizzazione delle regole previdenziali dei Fondi Speciali Il decreto cosiddetto salva Italia, interviene anche sui regimi pensionistici e sulle gestioni pensionistiche in genere che prevedono requisiti di accesso alla pensione diversi da come invece sono regolamentate nell AGO (assicurazione generale obbligatoria), per stabilire che sono adottate le relative misure di armonizzazione dei requisiti al
4 sistema pensionistico, specificando che tali disposizioni si applicano anche ai lavoratori iscritti al Fondo Speciale dei Ferrovieri istituito presso l INPS con l art.43 della legge 488/99. Si tratta però di un capito ancora da definire, in quanto dovranno essere emanati i Decreti ed i Regolamenti di applicazione nei quali riteniamo, in tal senso la FAST CONFSAL ha attivato specifiche iniziative sindacali, debbano essere previste le necessarie gradualità ed le indispensabili eccezioni in ragione delle tipologie di lavoro disciplinate dai vari Fondi. Decreto mille proroghe In particolare riteniamo che con il del Decreto Mille proroghe potrebbero essere abolite/ridotte le penalizzazioni per coloro che usufruiranno del trattamento di pensionamento anticipato con una età inferiore a 62 anni. Parimenti dovrebbero essere individuate anche soluzioni per quei lavoratori, si ipotizza che siano diverse migliaia, che si sono licenziati o che siano stati licenziati al di fuori di accordi sindacali, magari a seguito di incentivi aziendali e che in molti casi hanno visto spostata in avanti anche di 5/6 anni la data di accesso ai trattamenti pensionistici. Roma dicembre 2011 La Segreteria Nazionale FAST CONFSAL
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