I COSTI DELLA NON SICUREZZA

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1 I COSTI DELLA NON SICUREZZA Quando si affronta il tema del costo aziendale legato al fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali occorre innanzitutto chiarire quali motivazioni ci spingono ad analizzare tale complesso problema. Le finalità che ci prefiggiamo condizionano infatti la tipologia di eventi e di fattori da analizzare, le funzioni preposte alla verifica, le metodologie di rilevazione e quantificazione dei costi ed i risultati che si vogliono ottenere. Ne discende che solo dopo aver preliminarmente sciolto tali opzioni si possono pianificare le azioni necessarie per il raggiungimento dell obiettivo proposto. Nella metà degli anni 70, quando iniziai ad approcciarmi a tali aspetti, parlare dei costi legati all insicurezza aveva unicamente lo scopo di individuare elementi atti a promuovere ed incentivare i datori di lavoro ad investire in sicurezza, dimostrando la redditività del fare sicurezza mediante la conversione dei costi improduttivi causati dalle conseguenze del fenomeno infortunistico aziendale in investimenti per il miglioramento aziendale. Allora, come oggi, eravamo nel pieno di una crisi economica, ma già andava delineandosi quel processo di evoluzione etica tecnica e normativa che ha spinto il mondo industriale ad evolversi e che oggi possiamo così misurare: Tipologia eventi Infortuni Oltre (*) di cui Invalidanti Circa (**) di cui Mortali Circa (***) Eventi 2012 stradali (*) 18% (**) 24% (***) 50% Nel 2012 gli eventi non imputabili alle gestioni industria e servizi sono il 20% del totale Non esiste la possibilità di analizzare correttamente l analoga casistica riguardante le malattie professionali per il c.d. effetto trascinamento di fattori causali precedenti rispetto al momento del riconoscimento (es. 348 casi mortali di asbestosi oggi risarciti si sono originati oltre 25 anni or sono). Anche l assetto normativo si è nel frattempo evoluto. Basti pensare che all epoca le norme di maggiore impatto erano il D.P.R. 547/1955 il D.P.R. 303/1956 ed il D.P.R del Oggi ci si misura con un più vasto corpus iuris nazionale e comunitario che disciplina, fra l altro in termini organici, gli aspetti tecnici, sanitari, gestionali e formativi di quella complessa e vasta materia riassunta nel termine sicurezza sul lavoro Tale evoluzione normativa, accompagnata ai progressi della tecnica e della prevenzione, ha contribuito non poco al miglioramento attuale, ma gli effetti che comunque ancora oggi il Sistema Italia sopporta per la non sicurezza sono macroscopici.

2 In base ai dati INAIL 2012 si stima che il fenomeno infortunistico nazionale determini una perdita di più di giornate/anno di inabilità al lavoro, con un incidenza complessiva sul P.I.L. stimata pari al 3,06% ed un incidenza specifica direttamente imputabile alla non sicurezza (dedotti i costi assicurativi e prevenzionali obbligatori ) prossima all 1,21% del P.I.L. Divenuto in parte meno significativo rispetto al passato l aspetto promozionale dell indagine economica sulla non sicurezza gli obiettivi che oggi ci si pongono dinanzi riguardano, nella maggior parte dei casi: il controllo della gestione economica aziendale; il riscontro degli investimenti di sicurezza effettuati; la stima della potenziale redditività degli investimenti in prevenzione allo studio; l individuazione dei costi improduttivi derivanti da carenze di sicurezza che possono consentire il recupero di risorse da destinare all incremento della redditività d impresa ed al miglioramento continuo. Oggi in letteratura c è da perdersi per la quantità di studi e di metodologie di analisi dei costi degli infortuni esistente, frutto di esperienze principalmente comunitarie od anglosassoni, mentre manca invece ancora una condivisa metodologia nazionale che possa orientarci nella determinazione del costo della non sicurezza. Da parte INAIL è stata annunciata fin dal 2011 la realizzazione di un software di cui la Direzione Generale ci ha anticipato la prossima messa a disposizione delle aziende denominato Co&Si (Costi e Sicurezza) che potrà fornire indicazioni di massima sul fenomeno economico del costo degli infortuni dei singoli assicurati. In attesa di valutare tali sviluppi e per contribuire, per quanto possibile, alla comprensione del problema e fornire alcune indicazioni per la quantificazione del fenomeno economico della non sicurezza ritengo che si debbano approfondire; 1) la tipologie di eventi oggetto di analisi 2) la catalogazione dei costi 3) gli strumenti e delle metodologie di calcolo 4) i casi da analizzare analizzati 5) la possibile riduzione degli oneri improduttivi derivanti dalla non sicurezza TIPOLOGIA DI EVENTI Una valutazione esaustiva dei costi della non sicurezza deve affrontare, per essere affidabile e non sterile, i costi derivanti da tutte le disfunzioni del sistema aziendale connesse a: - mancati infortuni (con danni a cose e non a persone) - infortuni in medicazione - infortuni in franchigia - infortuni indennizzati - infortuni con postumi di invalidità permanente - infortuni con esito mortale 2

3 TIPOLOGIA DI CATALOGAZIONE DEI COSTI In uno studio (Aaltonen ed altri, 1996) sono state identificate 128 potenziali conseguenze per un infortunio, di cui 70 (~ 55%) riguardano solamente l azienda. Per ogni evento infortunistico si possono identificare una ventina di conseguenze. Analizzandone brevemente alcune, possiamo adottare diverse ripartizioni, connesse agli obiettivi dell indagine economica che vogliamo realizzare, quali: COSTI DELLA NON SICUREZZA DIRETTI ASSICURATI VISIBILI MISURABILI OBBLIGATORI INDIRETTI NON ASSICURATI OCCULTI STIMABILI IMPRODUTTIVI I costi derivanti da infortuni sul lavoro sono stati individuati e studiati da vari autori (Heinrich 1931; Gosselin, 2004; LaBelle, 2000; Oxenburgh, 1997). La maggior parte dei ricercatori separa i costi degli incidenti nelle categorie dei COSTI DIRETTI e COSTI INDIRETTI I costi diretti, individuabili spesso anche alle categorie dei COSTI VISIBILI e dei COSTI MISURABILI, sono quei costi di cui datori di lavoro sono a conoscenza e che sono facilmente identificabili in quanto strettamente correlati all evento occorso quali: - ore perse dal lavoratore: - ore perse dai colleghi per assistenza all infortunato per prima assistenza; - i costi di pronto soccorso, ospedalizzazione e cure mediche (comprese le riabilitazioni); - retribuzioni dovute integralmente al lavoratore (giorno dell infortunio e tre giorni di carenza); - integrazioni del trattamento retributivo INAIL; - danni materiali ad attrezzature, impianti, prodotti e conseguenti al ripristino del luogo di lavoro; - mancata produzione; - costi amministrativi per denunce infortuni; - sanzioni pecuniarie; - adempimenti prescrizionali per l adeguamento di protezioni individuali e collettive; ed altri ancora I componenti principali di COSTI INDIRETTI si possono per semplicità metodologica raggruppare in quattro macro-categorie - Costi legali ed assicurativi: assistenza legale/ professionale; oneri di causa, perizie, consulenze tecniche gestione azioni di surroga incremento oneri assicurativi obbligatori ed integrativi 3

4 - Costi di indagine ed amministrativi reports sull evento occorso analisi dei casi adeguamento del sistema di sicurezza (ripristino formale e sostanziale, aggiornamento DVR, DUVRI, Procedure di sicurezza, obblighi formativi, ecc.) sviluppo di nuove procedure - Costi legati alla produttività lucro cessante costi per il recupero della produzione a seguito dell evento e dell assenza dell infortunato (es. straordinari, ricorso a somministrazione, ecc.) Riduzione dell impegno e delle motivazioni della forza lavoro (per timore del reiterarsi di eventi ricorrenti, per disaffezione, per eccessivo turnover); trasferimento e formazione di personale penali per ritardata consegna di produzione minore capacità dell infortunato al rientro - Danni per conflittualità e perdita d immagine ore perse per conflittualità sindacale (scioperi); danni all immagine del prodotto o del marchio aziendale sequestro macchine o impianti sanzioni pecuniarie, sospensive e interdittive (D. Lgs. 231/2001) La maggior parte dei costi sintetizzati possono appartenere, in una logica meramente classificativa, anche alle categorie dei costi OCCULTI, NON ASSICURATI ed IMPRODUTTIVI L ANALISI E LA QUANTIFICAZIONE DEI COSTI INDIRETTI La quantificazione dei costi indiretti sostenuti in passato da un azienda è, a dir poco, ardua ed è il fatore sul quale occorre maggiormente soffermarsi. Essa richiede tempo e risorse da dedicarvi e può basarsi spesso se non esclusivamente sul recupero di dati storici per identificare i fattori da considerare ed i relativi oneri. Il fatto che le valutazioni si esprimano a posteriori e su un fenomeno infortunistico consolidato mina sovente di estrapolazione dei risultati per il futuro; da qui la necessità di adottare sistemi di calcolo che consentano di stimarne anche gli effetti a venire. Fra le metodologie analitiche più diffuse si menzionano: - L analisi top-down che utilizza i dati nazionali, le statistiche, o i risultati di altri studi per calcolare un costo indiretto medio dei danni da non sicurezza ; - L analisi bottom-up, basata su dati in genere raccolti attraverso indagini, questionari o interviste su un campione di eventi sul lavoro nello stesso settore. Ciò è indicato quando ci si pone dinanzi a settori caratterizzati da imprese le cui ridotte dimensioni di organici e/o di eventi non consentono l identificazione di campioni statistici numericamente e qualitativamente affidabili; - L analisi specifica, che si basa sullo studio dei dati raccolti nella singola azienda laddove sono catalogati tutti gli eventi e viene redatta una valutazione analitica (molto dispendiosa e di difficile realizzazione) su dati statisticamente significativa, che male si concilia con le dimensioni medie delle aziende italiane. 4

5 In sintesi, una stima dei costi indiretti rapportata al valore dei costi diretti è stata valutata in misura diversa (per gli eventi considerati) ma attendibile: da Heinrich (1931, 1941, 1959) il quale ha riscontrato che i costi indiretti sono quattro volte superiori rispetto ai costi diretti dal National Safety Council che sostiene che i costi diretti vanno da tre a 10 volte i costi diretti degli infortuni (1985) da Head and Harcourt (1997) per i quali i costi indiretti sono in rapporto di 1:2,9 rispetto ai costi diretti Nonostante queste approssimazioni, tutti questi studi dimostrano l'importanza dell incidenza dei costi indiretti e sottolineano quanto sia utile approfondire questo aspetto. Possiamo esemplificare tale andamento immaginando un iceberg del quale la parte emersa (i costi diretti) è considerevolmente inferiore alla parte sommersa (i costi indiretti). Il nostro Iceberg sarà sempre più pronunciato se valuteremo la dinamica dei costi della non sicurezza per: - eventi senza danni alle persone, con infortuni in medicazione o in franchigia; - eventi indennizzati normali - eventi di particolare gravità Troveremo che l incidenza dei costi indiretti è non è direttamente proporzionale alla gravità, anzi in casi di minor spessore è maggiormente influente. Scendendo da un piano teorico ad uno eminentemente pratico possiamo - a titolo puramente esemplificativo - considerare i costi connessi al caso di un infortunio medio (che per fonte INAIL è pari a 19 giorni) occorso in una fonderia ad un operaio di 3 livello con una retribuzione lorda mensile di 1.600,00 Il costo diretto immediatamente misurabile (e qui minimizzato) può stimarsi in: FATTORE VALORE Retribuzione del giorno d infortunio (50%) 30,76 Retribuzione dei primi 3 giorni di carenza (100%) 184,61 Integrazione lordizzata c.to azienda del trattamento INAIL 352,57 Ore perse per assistenza all infortunato (2h x 2 soggetti) 36,99 Primo soccorso: trasporto in ambulanza ed eventuale accompagnamento (3 h) 255,49 Danni materiali ripristino posto di lavoro (stima) 750,00 Oneri amministrativi per denuncia infortunio 60,00 Mancata produzione nei primi 3 giorni 3.560,00 Sostituzione infortunato con altro lavoratore (es. somministrato) 2.197,00 Oneri contributivi INPS su retribuzione soggetti (31,78%) 234,85 TOTALE STIMA DEL COSTO DIRETTO 7.662,27 STIMA DEL COSTO INDIRETTO (1:4) ,08 STIMA DEL COSTO TOTALE DELL EVENTO ,35 STIMA DEL COSTO GIORNALIERO 2.016,38 5

6 Al costo aziendale così valutato dovranno aggiungersi, per una sintesi corretta e maggiormente esaustiva, anche i costi umani (spesso significativi) ed economici sopportati dal lavoratore e dai suoi congiunti, e l onere gravante su ogni cittadino, imprenditore o dipendente che sia, per la gestione sociale del fenomeno infortunistico nazionale (S.S.N., ecc) la cui copertura è tratta dalla tassazione personale gravante sull intera collettività PROCEDURE DI ANALISI DEI COSTI DELLA NON SICUREZZA Fra le procedure di immediata efficacia per l analisi dei costi aziendali palesi e già sostenuti ne privilegio alcune che qui sintetizzo. IL METODO S.H.I.E.L.D. (Safety and Health Indicators for Economic. Labour Decisions) Tale metodo (V. La metodologia S.H.I.E.D del Prof. Luigi Golzio, Centro interdipartimentale di Prevenzione sui rischi negli ambienti di lavoro dell Università di Modena e Reggio Emilia - anno 2011) è un efficace strumento di gestione del bilancio che consiste nell estrarre dalla contabilità generale i costi di prevenzione ed i costi sociali, classificati per natura e riaggregarli / riclassificarli secondo il criterio di destinazione, ad es per la prevenzione dei rischi. S.H.I.E.L.D. è progettato anche per la definizione del budget di sicurezza e tale metodo consente inoltre, a consuntivo, di calcolare agevolmente i costi aziendali effettivamente sostenuti (composti dai costi di prevenzione discrezionali ed obbligatori a consuntivo e dai costi sociali effettivi sostenuti) Il costo della NON SICUREZZA si quantifica con la differenza fra quanto effettivamente speso e quanto rispondente ai soli oneri obbligatori dovuti per la realizzazione e gestione del sistema sicurezza. Tale studio è consultabile al link: Un altro valido supporto è stato realizzato dall Università degli studi di L Aquila ed è consultabile, corredato da fogli excel, all indirizzo: Infine un ulteriore sopporto particolarmente utile ed applicabile per le familiarità fra i sistemi normativi nazionali italiano e spagnolo è costituito dalla Metodología para la evaluación económica de los accidentes de trabajo consultabile al link: ndotextcompl.pdf I COSTI IMPRODUTTIVI Voglio concludere questa mia esposizione con alcune valutazioni sui costi improduttivi della non sicurezza e sulla possibilità di utilizzarli come base per il finanziamento del miglioramento continuo aziendale in materia. Tali costi rappresentano un capitolo di spesa variabile, che comporta spesso il buttare dalla finestra risorse economiche importanti ma riducibili; il più significativo costo improduttivo legato alla non sicurezza è rappresentato dai premi assicurativi INAIL eccedenti il dovuto e gravanti sulle aziende. Io sono un fermo assertore e difensore del sistema di assicurazione obbligatorio contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali gestito dell INAIL, e non solo perché mi occupo professionalmente da decenni di tale tematica ma perché, da consulente del lavoro quale io sono, 6

7 posso tranquillamente affermare che non esiste in Italia alcuna forma di contribuzione obbligatoria più meritocratica del premio INAIL. Innanzitutto la misura del tasso medio di tariffa risulta, per ogni attività imprenditoriale, connessa al rischio nazionale complessivo dei soggetti datoriali che svolgono ogni singola lavorazione (rischio misurato in base alle conseguenze economiche degli eventi e non al loro numero o natura) e varia al variare di esso. Nella materiale applicazione aziendale, il meccanismo di determinazione dei premi INAIL, moltissimi anni prima che entrasse in vigore in materia di RC Auto il sistema Bonus- Malus, ha attuato un valido sistema che premia le aziende il cui andamento infortunistico economico (rapporto costo degli eventi risarciti rispetto ai monti retributivi aziendali) risulta migliore o peggiore rispetto a quello nazionale di riferimento delle lavorazioni. Ne conseguono sconti od aumenti, variabili in relazione anche alle dimensioni aziendali, dal 17% al 35% del tasso medio infortuni, ed fino al 35% per il tasso medio di sovrappremio silicosi. Negli ultimi anni, inoltre, l INAIL ha cercato di valorizzare in gran parte riuscendoci il proprio ruolo in materia prevenzionale, attraverso due meccanismi ulteriormente incentivanti: - gli sconti per adozione di misure di sicurezza aziendali, sia all inizio dell attività (Mod. OT20), sia a regime (Mod. OT24) - i bandi di finanziamento degli interventi di sicurezza ed igiene sul lavoro (ISI). Se si considerano le migliori condizioni cui un datore di lavoro può ambire, OGNI MAGGIOR COSTO ASSICURATIVO E CONFIGURABILE COME SPESA IMPRODUTTIVA, che grava anche in termini massivi sull economia aziendale, senza risolvere alla base il problema della sicurezza e dei costi umani ed economici indotti. Da qui l esigenza di tenere sotto controllo l andamento dei tassi INAIL, adoperandosi per conseguire le migliori condizioni assicurative che le norme di legge vigenti consentono sia riducendo il fenomeno infortunistico, sia correggendo le disfunzioni e gli errori nell applicazione dei premi INAIL che possono comportare un aumento indebito, ingiustificato od economicamente sperequato. Un insufficiente sistema gestionale aziendale del rapporto assicurativo diventa, in questa ottica, un fattore di non sicurezza, assorbendo risorse economiche meglio impiegabili. Non è qui il caso di dilungarsi troppo sulla ricca casistica di fattori che, alla prova dei fatti, si sono qualificati come indebiti aggravi di premi non dovuti, e che da decenni Assofond contrasta con azioni di supporto per gli associati. Per citarne solo alcuni, il mondo fusorio può legittimamente contestare: - la misura dei tassi di premio nazionali, basati sull andamento infortunistico del triennio e 1997, anni in cui i valori numerici del fenomeno infortunistico erano più del doppio rispetto agli odierni; - la piaga delle azioni di rivalsa operate dall INAIL che di fatto non assicura completamente i datori di lavoro chiamandoli spesso a risarcire l istituto per eventi che già hanno causato aumenti dei tassi annuali; - l assimilazione ai fini del calcolo dei premi di attività a rischio infortunistico inferiore a quello fusorio (ad es. modellerie, animisterie, ecc.) che se esternalizzate beneficiano di un tasso modesto ma che, se reincorporate, subiscono aggravamenti di costo non giustificati; - le gravi sperequazioni nell applicazione del sovrappremio silicosi, anche in presenza di Dispositivi di Protezione Individuale altamente evoluti ed efficaci, che escludono ogni reale 7

8 esposizione a rischio (ricordiamo che una presunta rischiosità di silicosi determina un costo assicurativo integrativo annuale pari a circa euro per ogni dipendente esposto); - assimilazione ai fini del costo assicurativo di processi fusori particolari ed a bassa rischiosità, quali le fonderie di microfusione, con quelli delle fonderie tradizionali; - una disomogenea applicazione degli sconti per prevenzione in relazione alle dimensioni aziendali; LE DISFUNZIONI GRAVANTI SULLE AZIENDE Le analisi dei dati aziendali relativi ai premi assicurativi INAL, effettuate anche in collaborazione con Assofond, hanno evidenziato negli ultimi anni disfunzioni ricorrenti, così percentualmente ripartite: 60% 50% 40% 30% 20% 10% Mancate o errate riduzioni per prevenzione Scorretta applicazione dell'assicurazione silicosi Scorretta classificazione delle lavorazioni Scorretta tassazione annuale Rivalse avanzate al di fuori dei casi di legge Richieste di premi e sanzioni non dovute 0% 1 Errori amministrativi di vario tipo N.B. Tali disfunzioni sono spesso risultate concorrenti l una con l altra nel determinare i maggiori costi aziendali Queste sono solo alcune delle problematiche che gravano sulle aziende, impongono oneri non giustificati e rappresentano un gravame improduttivo da eliminare. Molto Assofond sta facendo per la gestione degli aspetti a livello nazionale e per il supporto alle aziende associate, ma non si può non esortare le aziende a considerare il costo assicurativo oltre misura come un fardello da tagliare, sia applicando quelle politiche attive di sicurezza che possono contenere il fenomeno infortunistico, sia gestendo interventi amministrativi e di contenzioso che possono ridurne e recuperarne il costo. Anche tale attività fa parte del SISTEMA DI SICUREZZA che le aziende devono in una prospettiva di crescita valorizzare ed incrementare sempre più per ridurre il costo della non sicurezza ed Assofond è presente, come in altri campi, per supportarle. In conclusione: Gabriele Rizzo Consulente Assofond IL RISCHIO ZERO E UN UTOPIA L INFORTUNIO ZERO LO È MENO L ABBATTIMENTO DEGLI ONERI IMPRODUTTIVI DELLA NON SICUREZZA È ALLA PORTATA DI TUTTI E PUO DARE RISULTATI RILEVANTI 8

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