Filiera nocciolo: aspetti agronomici e tecnologici per il miglioramento delle produzioni piemontesi (CORIFIL)

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1 Filiera nocciolo: aspetti agronomici e tecnologici per il miglioramento delle produzioni piemontesi (CORIFIL) SINTESI INTERNET PRIMO ANNO (1 febbraio gennaio 2009) Il Coordinatore del progetto (Prof. Roberto Botta) 1

2 Filiera nocciolo: aspetti agronomici e tecnologici per il miglioramento delle produzioni piemontesi (CORIFIL) GRUPPO DI LAVORO Roberto Botta, Giovanna Giacalone, Mauro Caviglione, Nadia Valentini, Cecilia Contessa, Federico Calizzano, Chiara Beltramo, Valentina Chiabrando Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Torino, Via L. Da Vinci Grugliasco (TO) (Italy) Giuseppe Zeppa, Luca Rolle, Daniela Ghirardello Di.Va.P.R.A.- Settore di Tecnologie alimentari, Università degli Studi di Torino, Via L. Da Vinci Grugliasco (TO) (Italy) Luciana Tavella, Silvia Moraglio Di.Va.P.R.A. Entomologia e Zoologia applicate all Ambiente Carlo Vidano, Università degli Studi di Torino, Via L. Da Vinci Grugliasco (TO) (Italy) Federico Spanna, Mattia Sanna Regione Piemonte Servizio Fitosanitario, settore agrometeorologico, Via Livorno Torino (Italy) Maria Corte, Vincenzo Patrone Consorzio di Ricerca Sperimentazione e Divulgazione per l Ortofrutticoltura piemontese, C.so Nizza Cuneo (Italy) Gianluca Griseri Ascopiemonte Organizzazione Produttori Frutta a Guscio, Via delle Rocche S. Stefano Belbo (CN) (Italy) Valter Valle Valoragri, Via Nino Costa Asti (Italy) OBIETTIVI Le specie da frutta secca sono economicamente molto importanti in Europa e, in alcuni casi, rivestono anche il ruolo di risorsa ambientale e paesaggistica. Alcune di queste, come il nocciolo, si trovano diffuse nell area mediterranea e rappresentano elementi della cultura e delle tradizioni locali. A livello comunitario, l Italia è il principale produttore di nocciole dell Unione Europea, mentre nel contesto mondiale si attesta al secondo posto, dopo la Turchia. Tra le Regioni corilicole italiane, il Piemonte fornisce circa l 11,5% della produzione nazionale. Negli ultimi anni si è osservata una forte espansione della corilicoltura nella zona collinare piemontese (+40% di superficie coltivata tra il 2002 ed il 2007, pari a circa 3500 ettari). Questo incremento di interesse verso il nocciolo si inserisce in un contesto caratterizzato dalla diffusione della coltura in nuove aree del mondo, con potenziali effetti competitivi che rendono più che mai urgenti misure tecniche a supporto della rapida evoluzione della coltivazione in Piemonte. Il progetto CORIFIL, di durata triennale, vuole contribuire al miglioramento delle tecniche di coltivazione e di conservazione delle nocciole perseguendo i seguenti obiettivi: 1 ottimizzare le tecniche di propagazione attraverso la messa a punto di metodi di taleaggio e di coltura in vitro; 2

3 2 - valutare l efficacia e gli effetti di diversi apporti idrici sulla produttività del corileto e sulla qualità delle nocciole, che permettano ai corilicoltori, nelle aree in cui vi è disponibilità, di valutare l opportunità tecnico economica di predisporre sistemi irrigui; 3 ottenere informazioni preliminari su forme di allevamento innovative utili per l insediamento di nuovi impianti; 4 produrre dati sulla sensibilità ai principali insetti fitofagi di cultivar e selezioni di nocciolo in fase di introduzione commerciale; 5 ottenere informazioni sulle caratteristiche compositive, sensoriali, strutturali nonchè sulle attitudini alle trasformazione di alcune selezioni di nocciolo; 6 valutare tecniche di conservazione atte a migliorare e prolungare il mantenimento della qualità del seme sgusciato; 7 definire l effetto del cimiciato sulla qualità del prodotto. Il lavoro di ricerca è articolato in 3 sottoprogetti. Di seguito si riportano i risultati ottenuti durante il primo anno di studio: 1. TECNICHE DI PROPAGAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA MODERNO DI PRODUZIONE VIVAISTICA. La prova di moltiplicazione per talea è stata condotta utilizzando germogli erbacei e semilegnosi da chioma, provenienti da cloni di Tonda Gentile delle Langhe (PD6, MT5) e Daria, nei mesi di giugno, luglio e settembre, e sottoposti a diversi dosaggi ormonali (IBA 1000 ppm, IBA 1500 ppm + putrescina 1600 ppm, IBA 1500 ppm, NAA 1000 ppm + putrescina 1600 ppm, NAA 1000 ppm + IBA 1000 ppm + putrescina 1600 ppm, testimone non trattato). Le talee sono state poste sotto mist per 45 giorni e, dopo radicazione, trasferite in vaso. Riguardo alla micropropagazione, sono state allestite tre prove nei mesi di giugno, luglio e settembre che hanno previsto l espianto di gemme apicali ed ascellari, provenienti da chioma e da polloni di Tonda Gentile delle Langhe, posti su mezzo DKW con l aggiunta di ormoni. Nel 2008 la risposta delle talee ai diversi trattamenti non ha dato % di radicazione molto alte (max 25%), probabilmente anche a causa delle particolari condizioni climatiche dell annata. Non si è avuta radicazione nelle talee prelevate a settembre. È possibile comunque affermare che in queste prime prove le migliori risposte sono state ottenute con l utilizzo di IBA 1000 ppm. e IBA 1500 ppm. Per quanto concerne la micropropagazione, la sterilizzazione è risultata essere il problema principale per la riuscita della prova. I migliori risultati (0% di inquinamento) sono stati ottenuti utilizzando apici di polloni prelevati nel mese di luglio, da cui si è ottenuto il 75% di germogliamento. 2. GESTIONE E DIFESA DEL CORILETO Uno dei problemi della nostra corilicoltura è l alternanza di produzione e la qualità variabile delle nocciole della Tonda Gentile delle Langhe. Nonostante questo aspetto abbia una base genetica e sia influenzato dall andamento climatico, si ritiene che sia possibile migliorare la produttività media e soprattutto la qualità delle produzioni studiando e applicando una ottimale gestione del corileto. Per questo sono state condotte prove che hanno riguardato l irrigazione, la sperimentazione di nuove forme di allevamento (doppio asse) e la difesa del noccioleto. 3

4 2.1 Irrigazione del noccioleto In questa parte della ricerca è stata studiata la risposta fisiologica e produttivo-qualitativa di noccioli sottoposti a differenti apporti idrici. La prova di irrigazione è stata allestita in un corileto di Tonda Gentile delle Langhe in piena produzione reso disponibile dall Ascopiemonte a Cravanzana (CN). Nel mese di aprile 2008 è stato realizzato un impianto di sub-irrigazione con posizionamento delle manichette irrigue lungo l interfila. Lo stato idrico della pianta è stato misurato tramite camera a pressione e analizzatore di scambi gassosi e i dati climatici sono stati registrati per mezzo di una stazione di rilevamento meteo della Rete Agrometeorologica piemontese (RAM), posizionata a breve distanza dal noccioleto. Per quanto riguarda la stima dei consumi idrici, l approccio che si è scelto di seguire è quello dell applicazione dei coefficienti colturali all evapotraspirazione di riferimento, calcolata per mezzo dell equazione di Penman-Monteith, secondo quanto indicato in Allen et al. (1998). Tramite analisi granulometrica, sono state definite le caratteristiche idrologiche del suolo adottando il metodo di stima proposto da Saxton et al. (2006.). Nella prima parcella il terreno non è mai stato irrigato (testimone asciutto), mentre nella seconda e nella terza, quando il contenuto idrico del suolo si approssimava al punto di appassimento, esso veniva ricondotto tramite irrigazione rispettivamente al 50% e al 100% della capacità di campo, somministrando 55mm d acqua nella parcella intermedia e 110mm nell ultima. Il momento dell irrigazione e la quantità d acqua da fornire sono stati stabiliti sulla base dell andamento del bilancio idrico giornaliero. Sono stati applicati due interventi irrigui: il primo il luglio ed il secondo il 3-4 settembre. Le valutazioni di status della pianta sono state misurate prima e dopo gli input idrici. All inizio di settembre è stata effettuata la raccolta delle nocciole ed è stata determinata la quantità di nocciole prodotta dalle tre tesi. Le analisi qualitative delle nocciole sono state effettuate alla raccolta e verranno successivamente ripetute dopo 8 mesi di conservazione in cella industriale (4 C, 55% di umidità). I rilie vi riguardano: caratteri carpomerceologici, umidità, contenuto lipidico, acidi grassi, numero di perossidi, acidità dell olio, antiossidanti, polifenoli totali, struttura, valutazioni sensoriali. L elevata piovosità della stagione appena trascorsa non ha consentito una netta separazione tra le tre tesi allestite, in quanto il terreno per lungo tempo ha avuto una buona se non ottimale dotazione idrica e solo a ridosso della raccolta è stato possibile riscontrare differenze significative nello stato idrico delle piante monitorate tra le tesi. Anche in conseguenza di ciò gli interventi irrigui sono stati esigui e concentrati solo a partire dal mese di luglio, come appare evidente dal grafico sottostante (fig. 1). La simulazione dell andamento dell evapotraspirazione è stato condotto dal 1 gennaio al 15 settembre 2008 ed ha comunque fornito valori che possono considerarsi corretti ed in linea con l andamento meteorologico dell annata. Si tratta ad ogni buon conto di dati relativi solo al primo anno di lavoro, la cui attendibilità andrà verificata nel corso della prossima stagione, soprattutto se questa presenterà caratteristiche meno anomale e con valori termici e distribuzione delle piogge più vicini alla norma. Le misurazioni del potenziale idrico (PI) hanno evidenziato differenze significative tra lo stato fisiologico della pianta prima e dopo l irrigazione nelle tre diverse tesi. Prima dell intervento di inizio settembre le piante raggiungevano il valore più basso di PI nella tesi non irrigato (-8,3 Mpa) ma non mostravano evidenti sintomi di stress. Non si sono osservate differenze di rilievo tra le tre tesi per quanto riguarda l entità della produzione e i parametri carpologici, strutturali e compositivi, se non per il calibro della nocciola, più elevato nell irrigato 100%. L esame sensoriale è stato effettuato mediante dei duo-trio test in cui sono state confrontate le nocciole delle tre tesi. In nessuno dei confronti si è però avuta una significatività dei dati e quindi il riconoscimento delle tre tipologie di prodotto. 4

5 Bilancio Idrico - Cravanzana (CN) - 1 gennaio 15 settembre 2008 mm /01/08 15/01/08 29/01/08 12/02/08 26/02/08 11/03/08 25/03/08 08/04/08 22/04/08 06/05/08 data 20/05/08 03/06/08 17/06/08 01/07/08 15/07/08 29/07/08 12/08/08 26/08/08 09/09/08 Pioggia Capacità di campo (mm/m) Metà irrigato Punto di appassimento (mm/m) Irrigato Non irrigato Figura 1. Andamento giornaliero stimato del contenuto idrico nelle tre parcelle del corileto di Cravanzana (CN 2.2 Forme di allevamento Il progetto prevede il confronto tra una forma di allevamento tradizionale, il vaso cespugliato, ed una ancora poco conosciuta e utilizzata, il doppio asse (forma a Y). La sperimentazione, iniziata nel 2008, è condotta presso l azienda agricola Gaia, situata a Castelletto Merli (AL), specializzata nella coltivazione del melo e della vite secondo le norme dell agricoltura biologica e biodinamica. Nel mese di marzo, nell appezzamento destinato ad ospitare la prova (precedentemente coltivato a melo) sono state messe a dimora barbatelle di nocciolo della cultivar Tonda Gentile delle Langhe con un sesto di impianto a rettangolo e distanze di piantagione di 4 m tra le file e di 5 m sulla fila. La paleria, i fili di ferro e l impianto di irrigazione impiegati per il melo non sono stati smantellati ma riadattati per agevolare l allevamento dei noccioli. Dopo la messa a dimora, le piante sono state tutte cimate alla stessa altezza (circa 40 cm) al fine di stimolare l emissione di tre o quattro germogli vigorosi. Nel 2008 non sono stati condotti rilievi sull accrescimento vegetativo in quanto tutte le piante si trovano nelle medesime condizioni, determinate dalla cimatura degli astoni. Nel 2009, prima del germogliamento, si eseguirà l analisi del suolo e la potatura di formazione per la scelta delle branche principali; verranno poi identificati, per ciascuna tesi, quattro blocchi randomizzati costituiti ognuno da quattro piante, su cui saranno condotti i rilievi. 2.3 Valutazione della suscettibilità varietale ai principali fitofagi Nel primo anno è stata indagata la sensibilità agli attacchi dei principali fitofagi, in particolare balanino e cimici, su 20 diverse cultivar di nocciolo (Alcover, Camponica, Casina, Cosford, 5

6 Closca molla, Culplà, Daria, Ghirara, Gunslebert, Jann s, Lunga di Spagna, Meraviglia di Bollwiller, Mortarella, Negret, Nocchione, Pauetet, Riccia di Talanico Tombul Tonda Gentile delle Langhe Tonda di Giffoni). La prova è stata condotta nel campo varietale dell Azienda Nasio a Cravanzana (CN). Accanto al rilevamento delle popolazioni di fitofagi in campo e dei danni alle nocciole alla raccolta, è stato monitorato anche lo sviluppo fenologico delle diverse cultivar. I campionamenti delle popolazioni di balanino e cimici presenti nel corileto sono stati effettuati con cadenza quindicinale a partire dal 3 giugno, cioè prima del periodo in cui le femmine di balanino cominciano a ovideporre e in cui le punture di nutrizione delle cimici causano danni sui semi, indicativamente in Piemonte intorno alla metà di giugno (Guidone et al., 2007; Tavella et al., 2003). I campionamenti avvenivano mediante scuotimento su un telo bianco di 70 70cm di tre branche per ciascuna delle 20 piante indagate. Gli individui che cadevano sul telo venivano conteggiati e le femmine di balanino erano trasferite nei laboratori del Di.Va.P.R.A. Entomologia, dove venivano dissezionate per verificare la presenza di uova mature all interno degli ovarioli. Appena i frutti hanno raggiunto una dimensione di circa 5mm, 10 nocciole sono state prelevate con cadenza decadale per ciascuna cultivar e selezione. I campioni sono stati trasferiti al laboratorio del Dipartimento di Colture Arboree dove si è proceduto alle successive analisi. Di frutti e semi è stata calcolato il volume con la formula dell ellissoide. Prima della sgusciatura per procedere alla misurazione sui semi, su tutte le nocciole è stata rilevata la durezza del pericarpo durante lo sviluppo utilizzando un analizzatore di struttura. Da fine agosto a metà di ottobre si è proceduto in tre passaggi alla raccolta della produzione totale delle piante alla caduta a terra. Dopo essiccazione, le nocciole di ciascun campione sono state conteggiate e sgusciate per valutare l incidenza del danno causato da balanino e cimici, separandole nei seguenti gruppi: vuote, attaccate da balanino (con guscio forato dalla larva durante la fuoriuscita o con larva ancora all interno), con seme integro, con seme con evidenti segni di attacco da cimici (dopo sezione in quattro parti dei semi integri). Su tre campioni di 10 nocciole con seme integro per ciascuna cultivar e selezione è stato misurato mediante calibro lo spessore del guscio nella zona mediana. La misurazione del volume dei frutti e dei semi durante lo sviluppo ha mostrato differenze nell andamento di crescita tra le cultivar, in relazione con la precocità di maturazione. Le misurazioni della durezza del pericarpo sono in fase di elaborazione ma i risultati evidenziano notevoli differenze fra le cultivar sia nella rapidità di indurimento che nella durezza raggiunta a maturità. Le femmine di balanino raccolte all inizio di giugno non presentavano uova mature, mentre quelle raccolte il 23 giugno mostravano in media 10 uova mature all interno degli ovarioli. Confrontando questo dato con le temperature medie giornaliere si può confermare che le femmine iniziano l ovideposizione quando la temperatura media giornaliera raggiunge i 18 C, fenomeno che a Cravanzana nel 2008 si è verif icato nella seconda decade di giugno. Alla raccolta la percentuale media di frutti danneggiati da balanino è risultata molto variabile tra le cultivar indagate, che hanno così mostrato una differente suscettibilità agli attacchi del fitofago. Non sono stati invece rilevati danni causati dalle cimici, ciò può essere dovuto sia ad un trattamento insetticida effettuato a fine giugno, sia all esiguità delle popolazioni di cimici osservata negli ultimi anni nei corileti piemontesi. Il trattamento insetticida ha avuto sicuramente effetto anche sulle popolazioni di balanino, e le percentuali di danno rilevate sono da considerarsi pertanto inferiori a quelle naturali. 3. QUALITÀ, POST-RACCOLTA E ATTITUDINI TECNOLOGICHE DEL PRODOTTO. Le caratteristiche carpologiche, tecnologiche e compositive della nocciola sono di primaria importanza per l ottenimento di prodotti trasformati di alto pregio qualitativo. Normalmente le nocciole possono sopportare periodi di stoccaggio di diversi mesi, tuttavia la loro qualità non 6

7 si mantiene su standard elevati per tutto il periodo. La tenuta in conservazione dipende da diversi fattori: cultivar, composizione della nocciola, condizioni di conservazione, presenza di difetti come il cimiciato Valutazione di cloni e selezioni L obiettivo è quello di valutare la qualità, le caratteristiche tecnologiche e l attitudine alla conservazione di cultivar e cloni in fase di introduzione commerciale. Nocciole di Tonda Gentile delle Langhe cloni MT5 e PD6, Daria (come cultivar da industria), L35 ed Ennis (come cultivar da tavola), provenienti dal campo collezione di Cravanzana, sono state raccolte nel mese di settembre. Il progetto prevede analisi sul materiale alla raccolta e dopo un periodo di conservazione di 8 mesi in cella industriale a 4 C e 55% UR presso l Ascopiemonte in S. Stefano Belbo. Nel 2008 sono state eseguiti rilievi carpologici sul materiale alla raccolta e si sono messe in conservazione le nocciole delle diverse cultivar. I rilievi carpologici hanno evidenziato le buone caratteristiche dei due cloni di TGL: MT5 presentava una nucula ed un seme leggermente più grandi di PD6 ed entrambi mostravano valori di resa elevati (>47%). Ancora più elevata la resa della selezione Daria (53%), con una nucula ed un seme paragonabili a quelli di TGL ma con uno spessore del guscio inferiore. Ennis si dimostra una cultivar interessante per il consumo fresco, grazie alla pezzatura, ma ha una resa alla sgusciatura non eccellente (41,8%). Sotto questo profilo la sel. L35 ha fornito una prestazione inferiore, con un valore (36,8%) insolitamente basso e probabilmente dovuto a fattori ambientali occorsi nell annata. La forma del seme e della nucula di L35 è più sferoidale di quella di Ennis mentre il peso del seme (1,56 g) è di poco inferiore. 3.2 Valutazione di tecniche di conservazione L obiettivo è di valutare l efficacia della conservazione in atmosfera controllata sulla qualità del seme sgusciato. Nocciole della cultivar Tonda Gentile delle Langhe, campionate dalla partita proveniente dalla tesi 0% della prova di irrigazione precedentemente descritta, sono state sottoposte alle analisi alla raccolta e messe in conservazione sgusciate in cella con atmosfera controllata (1% ossigeno, 99% azoto) e in cella a 4 C e 55% UR per un periodo tra 6-12 mesi. Le analisi eseguite riguardano: caratteri carpomerceologici, umidità, contenuto lipidico, acidi grassi, acidità, numero di perossidi, antiossidanti, polifenoli totali, struttura. Le nocciole messe in conservazione avevano le caratteristiche tipiche della TGL, quali: contenuto lipidico del 65% (SS), bassa acidità dell olio (0,3%), prevalenza di acido oleico (85%) e quantità di acido linoleico contenute (6,7%). Sarà interessante vedere come varieranno i diversi parametri durante la conservazione. 3.3 Analisi delle nocciole cimiciate L obiettivo è di ottenere informazioni sulle alterazioni causate dalle punture di nutrizione delle cimici e sugli effetti di queste sulla qualità del prodotto per comprendere il rilievo economico degli attacchi di questi fitofagi e i possibili usi del prodotto colpito. 7

8 Allo scopo di ottenere nocciole cimiciate e nocciole sicuramente sane confrontabili tra loro, branche di nocciolo sono state isolate all interno di 250 maniche di rete alla comparsa delle infruttescenze femminili. La prova è stata allestita nel noccioleto a conduzione biologica presso la Scuola Teorico Pratica Malva-Arnaldi di Bibiana (TO). A partire dalla metà di giugno, momento in cui le punture di nutrizione provocano i danni maggiori ai semi (Tavella et al., 2003), sono stati introdotti all interno di 200 isolatori individui di Gonocerus acuteangulatus. Le cimici sono rimaste all interno degli isolatori fino al momento della raccolta. Nei restanti 50 isolatori non sono stati introdotti insetti durante tutta la stagione produttiva al fine di ottenere semi sicuramente sani. In data 15 settembre tutti gli isolatori sono stati rimossi e le nocciole sono state raccolte e trasferite nei laboratori del Di.Va.P.R.A. Quelle maturate all interno degli isolatori in cui erano state introdotte le cimici sono state inoltre sezionate in quattro parti per verificare la presenza di sintomi causati dalle punture di nutrizione. I semi sono stati quindi conservati in sacchetti sottovuoto in frigorifero a temperatura 4 C, suddivisi in tre gruppi: - semi sani (nocciole maturate nei 50 isolatori senza insetti, testimone) - semi con evidenti sintomi di cimiciato (nocciole maturate nei 200 isolatori con cimici) - semi senza sintomi evidenti di cimiciato (nocciole maturate nei 200 isolatori con cimici ma senza alcun danno visibile). Su questi campioni sono state eseguite da un gruppo di circa 10 assaggiatori prove di tipo discriminante qualitativo. Campioni più consistenti, necessari per effettuare le analisi chimiche, sono stati ottenuti da una partita, proveniente da un unico appezzamento, fornita dall Ascopiemonte. All interno della partita sono state separate le nocciole cimiciate (tesi cimiciato) da quelle sane (tesi sano). I campioni sono stati suddivisi in tre ripetizioni e sottoposti ad analisi alla raccolta. Parte delle nocciole di entrambe le tesi sono state messe in conservazione in cella con atmosfera controllata (1% ossigeno, 99% azoto) per un periodo di 6-8 mesi e in cella a 4 C e 55% UR per un periodo di 6-8 mesi, da confrontare con il materiale conservato in atmosfera controllata per 6-12 mesi. Le analisi svolte riguardano: umidità, contenuto lipidico, acidi grassi, acidità dell olio, numero di perossidi, struttura, caratteristiche sensoriali. Dalla prova condotta nell appezzamento di Bibiana sono state ottenute in media 8 nocciole per isolatore, per un totale, escludendo i frutti vuoti, di 395 semi (383g) per la tesi testimone senza insetti e 1278 semi (1009g) per la tesi con insetti. Di questi ultimi, 323 semi (249g) presentavano con sintomi mentre i restanti 955 semi (860g) non mostravano apparentemente alcun sintomo. Pertanto pur avendo confinato individui di G. acuteangulatus per un periodo prolungato il cimiciato entro gli isolatori è risultato pari a 25%. L analisi della forza di rottura, effettuata presso il Di.Va.P.R.A., delle nocciole provenienti dal campo di Bibiana non evidenzia differenze statisticamente significative fra le due tesi benché i prodotti cimiciati richiedano una forza leggermente maggiore. Il lavoro di rottura molto più elevato conferma però che dette nocciole sono più elastiche e deformabili di quelle sane. Dalle analisi di lipidi, acidità, N. di perossidi e acidi grassi effettuate sulle tesi cimiciato e sano della partita fornita dall Ascopiemonte sono state rilevate differenze significative tra le due tesi solo per le variabili acidità dell olio e contenuto lipidico, con valori più alti nei campioni di nocciole cimiciate (1,49% per l acidità e 71,35% per il contenuto lipidico). L esame sensoriale è stato eseguito inizialmente con una serie di duo-trio test in cui sono state confrontate le nocciole sane con quelle cimiciate fornite da Ascopiemonte. In totale sono stati effettuati 36 test di cui 23 hanno dato esito positivo e 13 esito negativo. Il test del χ 2 non evidenzia significatività dei dati e quindi non vi è il riconoscimento delle due tipologie di prodotto. Nella seconda serie di test è stato utilizzato un test di appaiamento per confrontare tre tipologie di campioni [nocciole dagli isolatori senza insetti (sano) o dagli isolatori con insetti con sintomi (cimiciato con sintomi) e senza sintomi (cimiciato senza sintomi)] provenienti dalle prove condotte nell appezzamento di Bibiana. Il campione sano è stato identificato 8 volte su 12 (χ 2 = 6, p<0.05): il campione cimiciato con sintomi è stato identificato 10 volte su 8

9 12 (χ 2 = 12, p<0.001) ed infine il campione cimiciato senza sintomi è stato identificato 7 volte su 12 (χ 2 = 3.3, ns). Passando a considerare gli aspetti strutturali si può evidenziare come, nonostante la elevata variabilità che contraddistingue i dati, si abbia una differenza altamente significativa fra le nocciole sane e quelle cimiciate relativamente al Modulo di Young. Questo indicherebbe una maggiore resistenza meccanica del prodotto sano ed una sua maggiore croccantezza confermata peraltro anche dalla forza di rottura e dal lavoro di spacco, seppure senza raggiungere una significatività statistica. Il prodotto cimiciato è invece più elastico e quindi si deforma maggiormente durante il test (gradiente minore e lavoro maggiore) per poi rompersi ad una intensità di forza minore. 4. DIVULGAZIONE Il progetto è stato presentato al 7 convegno inter nazionale sul nocciolo Hazelnut2008 tenutosi a Viterbo il giugno Il lavoro è stato esposto sotto forma di poster ed è in pubblicazione sugli atti del convegno. Bibliografia Allen R.G., Pereira L.S., Raes D., Smith M. (1998) Crop evapotranspiration: guidelines for computing crop water requirements - FAO Irrigation and Drainage paper No Food and Agriculture Organization of the United Nations, Rome. Guidone L., Valentini N., Rolle L., Me G., Tavella L. (2007) Early nut development as a resistance factor to the attacks of Curculio nucum (Coleoptera: Curculionidae). Annals of Applied Biology 150, Saxton K.E., Rawls W.J. (2006) Soil Water Characteristic Estimates by Texture and Organic Matter for Hydrologic Solutions. Soil Science Society of America Journal (70), Tavella L., Migliardi M., Sonnati C., Arzone A. (2003) Effetti dell attività trofica delle cimici sulle nocciole in relazione al periodo di attacco. Informatore Fitopatologico 53 (11),

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