L Actinidia. Actinidia. in Agricoltura Biologica. Scelta del portinnesto. Scelta varietale

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1 L in Agricoltura Biologica L actinidia preferisce terreni sub acidi a ridotto o assente contenuto di calcare attivo. Il problema principale di questa coltura è infatti la clorosi ferrica. In agricoltura biologica questa carenza si risolve con l apporto di sostanza organica e l aumento nel suolo del tenore di humus, chelante naturale del ferro. Per quanto riguarda le temperature è molto sensibile a cali termici nella fase del germogliamento. Impianto di actinidia - foto A. Franceschi Scelta del portinnesto MATERIALE AUTORADICATO: se ne consiglia l impiego in particolare negli ambienti soggetti a ritorni di freddo. Si possono impiegare piante ottenute per talea e conservate in vivaio almeno un anno, oppure piante micropropagate e conservate in vivaio per almeno due anni. D1: adatto in ambienti poco soggetti a danni da freddo, su terreni di medio impasto, più tollerante al calcare attivo (<8%) Scelta varietale HAYWARD ( deliciosa) (25/10-15/11): è la varietà più diffusa, presenta ottima pezzatura, ottima produttività, buon sapore del frutto. Si possono formare frutti deformati, in relazione all andamento climatico. 63

2 Forme di allevamento e sesti di impianto Le forme d allevamento più affermate sono la pergoletta e il GDC. PERGOLETTA: presenta lo svantaggio di un elevato costo di potatura, con sesti di 4,5-5 x 4-4,5 m. GDC: necessita di manodopera molto qualificata per le operazioni di potatura, con sesti di 4,5-5,5 x 3-4m (5x2-2,5m). Per quanto riguarda le indicazioni generali relative alla gestione del suolo e fertilizzazione si rinvia aalle schede Pratiche agronomiche e Fertilizzazione organica. Irrigazione L actinidia presenta una spiccata esigenza idrica: durante la fase di fioritura, allegagione e sviluppo del frutto è opportuno disporre di acqua a sufficienza per evitare stress. Da agosto in poi l apporto di acqua deve essere ridotto per non pregiudicare la qualità e la serbevolezza dei frutti. Impollinazione Un ottima impollinazione è fondamentale per assicurare un buon livello qualitativo della produzione. Il rapporto maschi e femmine deve essere almeno di 1:7 e gli impollinatori devono essere disposti su tutte le file (possibilmente in modo omogeneo). Se gli impollinatori presenti in frutteto non sono in numero sufficiente, il rimedio più rapido consiste nell effettuare una serie di innesti su piante femminili fino a raggiungere la giusta densità degli impollinatori. La presenza di api svolge un azione positiva (almeno 7/8 alveari per ha). Gestione del suolo La tecnica ottimale di conduzione del terreno per l actinidia è rappresentata dall inerbimento permanente, effettuato già dai primi anni di impianto, dopo un buon ammendamento con sostanza organica. L inerbimento permette di conservare una buona struttura del terreno, di apportare sostanza organica e di limitare la compattazione del suolo dai mezzi meccanici. Quando non è possibile effettuare l inerbimento lungo la fila, su questa striscia si consiglia di effettuare una pacciamatura, utilizzando materiali organici disponibili (erba falciata, materiale paglioso, residui di potatura ecc.), o delle lavorazioni meccaniche molto superficiali. La notevole vigoria della pianta e lo sviluppo della chioma riduce inoltre la necessità di controllare le infestanti. Fertilizzazione Difesa fitosanitaria Botrite: Botrytis cinerea la conservazione del patogeno da un anno all altro avviene sotto forma di micelio sui rami, sulle foglie cadute a terra e sui residui della vegetazione spontanea. Le infezioni sui frutti si evidenziano durante il periodo di conservazione, ma la loro contaminazione avviene a partire dalla fase post-fiorale fino alla raccolta. L incidenza della malattia varia di anno in anno e da frutteto a frutteto in relazione all andamento climatico e alle condizioni colturali. Le infezioni più gravi si hanno sui frutti prodotti in zone umide e da piante rigogliose. la suscettibilità dei frutti è minore se le piante sono equilibrate. Vanno evitate le eccessive concimazioni e potature verdi a partire dalla pre fioritura. Durante la potatura asportare per quanto possibile gli organi colpiti. non esistono prodotti da applicare in campo o in post raccolta di origine naturale di comprovata efficacia. Carie del legno: Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium parasiticum, Cadophora malorum e Fomitiporia mediterranea la carie dell actinidia è una malattia ad eziologia complessa e decorso cronico, causata da diversi funghi, tutti in grado di produrre autonomamente deteriora- 64

3 mento del legno attraverso necrosi bruna, per opera di funghi tracheomicotici Phaeoacremonium spp. e Cadophora e, in modo assai esteso, carie (Fomitiporia). I sintomi su foglia compaiono a fine giugno in maniera incostante negli anni e su piante di almeno 9-10 anni di età. Il processo di degradazione del legno si origina da tagli di potatura o da ferite accidentali e si sviluppa in senso basipeto, all interno delle branche e del tronco. Sintomo di carie su foglia - foto S. Di Marco indicazioni utili alla prevenzione della malattia suggeriscono l adozione di pratiche colturali finalizzate ad una riduzione dei rischi d infezione, attraverso una limitazione dei grossi tagli ed una tempestiva protezione con mastici. l adozione di interventi risananti di capitozzatura del tronco con eliminazione delle zone di legno alterate hanno mostrato esiti positivi anche dopo anni dall intervento. CANCRO batterico: Pseudomonas syringae pv. actinidiae. il batterio in autunno ricomincia la sua attività moltiplicativa e va ad insediarsi attraverso le ferite da caduta foglie, raccolta frutti, gelate all interno della pianta e nei cancri per poi riprendere l attività biologica alla ripresa vegetativa delle piante. Il batterio colonizza i tessuti vascolari. In primavera sono visibili gli esiti delle infezioni autunno-invernali con disseccamenti di cordoni e di tronchi talvolta associati a cancri da cui fuoriesce un essudato che assume una colorazione rossastra. In primavera il patogeno penetra nella pianta attraverso stomi, lenticelle e ferite causando maculature fogliari, avvizzimenti di germogli e necrosi dei bottoni fiorali e dei fiori. La diffusione avviene ad opera della pioggia e vento. Psa è attivo nel frutteto con temperature tra 10 e 20 C, in ogni caso non superiori a 25 C. La bagnatura delle piante ne favorisce la sopravvivenza e la moltiplicazione. Vanno tempestivamente asportate le parti colpite, nel caso sia il tronco a manifestare i sintomi va eliminata completamente la pianta, le parti asportate devono essere bruciate. È importante eseguire le operazioni di potatura, in particolare verde, in periodi con condizioni asciutte. I tagli di potatura, almeno quelli più importanti, andrebbero coperti con mastice cicatrizzante. Si consiglia di potare prima gli impianti colpiti eliminando il materiale di risulta. La potatura invernale va realizzata prima dell inizio del pianto. Non eccedere negli apporti azotati. Si consiglia la disinfezione degli attrezzi usati nelle varie operazioni con benzalconio cloruro (1g/l). Si consiglia di intervenire con prodotti rameici nel periodo autunnale ed invernale per proteggere le ferite dall entrata del batterio e negli impianti colpiti mantenere basso l inoculo nei seguenti momenti: dopo la raccolta dei frutti, al 50% di caduta foglie e a fine caduta foglie, subito dopo una gelata e dopo la potatura. Negli impianti colpiti ed in quelli adiacenti gli interventi nel periodo di caduta foglia vanno intensificati con turni settimanali con condizioni di prolungata piovosità altrimenti ogni giorni. In primavera intervenire con rameici a bassi dosaggi (30-50 g di ione Cu/hl) per evitare fenomeni di fitotossicità in previsione di una pioggia, dopo la potatura verde e le altre operazioni che causano ferite nella pianta. 65

4 Cancro con presenza di essudato di colorazione rossastra causato da Pseudomonas syringae pv. actinidiae. La fuoriuscita di essudato non sempre è attribuibile alla presenza del batterio, ferite provocate da danni da gelo o tagli nel periodo del pianto determinano l emissione di essudati, pertanto per una diagnosi certa è opportuno fare una analisi. Foto di L. Antoniacci. MACULATURA BATTERICA E DISSECCAMENTO RAMEALE: Pseudomonas viridiflava, P. syringae pv. syringae si distinguono dal cancro batterico perché non si insediano nei tessuti vascolari e quindi generalmente non determinano la morte della pianta. Si tratta di due batteri criogeni al contrario di P. syringae pv. actinidiae, quindi in grado di favorire i danni da freddo in presenza di abbassamenti termici. P. viridiflava sopravvive durante l inverno nelle gemme per poi nella primavera penetrare attraverso gli stomi e le ferite nei tessuti della pianta. Infezioni sui fiori e foglie avvengono in condizioni ambientali caratterizzate da elevata umidità (pioggia, nebbia, irrigazione) e temperatura mediamente intorno a 16 C. P. syringae pv. syringae sverna all interno delle gemme e dei cancri, la penetrazione avviene attraverso stomi, lenticelle e ferite. È favorito da temperature comprese tra 8-19 C accompagnate da elevata umidità. I sintomi sono in parte simili a quelli provocati dal cancro batterico sottoforma di macchie fogliari necrosi dei bottoni fiorali e fiori e per P. P. syringae pv. syringae presenza di cancri sui rami. sono da evitare concimazioni eccessive ed elevati volumi irrigui. È assolutamente sconsigliata l irrigazione per aspersione. I tralci con i cancri vanno asportati e bruciati. Si consiglia la disinfezione degli attrezzi usati nelle varie operazioni con benzalconio cloruro (1g/l). negli impianti in cui si è diagnostica la presenza di uno dei due batteri per ridurre l inoculo si consiglia di intervenire con prodotti a base di rame nelle fasi di caduta foglie e di ingrossamento gemme e subito dopo una grandinata. Macchie fogliari a contorno poligonale causate da P. syringae pv. actinidiae. Sintomi simili possono tuttavia essere causati dai batteri Pseudomonas viridiflava e P. syringae pv. syringae. Foto di L. Antoniacci. 66

5 Cocciniglia bianca: Pseudaulacaspis pentagona È piuttosto rara e può essere presente in particolare negli impianti vigorosi con eccessivo ombreggiamento. Eulia: Argyrotaenia pulchellana Larva - foto Servizio Fitosanitario Regionale Cocciniglia bianca, colonia - foto Servizio Fitosanitario Regionale sverna come femmina adulta fecondata e, in Emilia- Romagna, compie due - tre generazioni nel corso dell anno. La prima migrazione di neanidi, generate dalle femmine svernanti, avviene nella seconda metà di maggio; la seconda comincia alla fine del mese di luglio e si protrae per il mese successivo. Danni: sottrazione di linfa. In caso di forti attacchi, oltre a colonizzare tronchi e rami, può colonizzare anche i frutti. il contenimento delle popolazioni deve essere effettuato mediante l eliminazione dei rami attaccati durante le fasi di potatura e la spazzolatura per eliminare gli scudetti. Aumentare la luminosità all interno della chioma attraverso potature verdi. generalmente i trattamenti vengono effettuati alla ripresa vegetativa contro le forme svernanti; i prodotti più usati sono il polifosfuro di calcio (verificare i termini relativi allo smaltimento scorte),e l olio bianco minerale, e l olio minerale e zolfo (5 l/hl). Gli oli minerali estivi possono venire impiegati anche nel periodo vegetativo contro le neanidi. Alcuni antagonisti naturali, come Encarsia berlesei, ne limitano efficacemente la diffusione. Gli interventi effettuati per la Cocciniglia grigia hanno parziale efficacia anche per la Cocciniglia bianca. compie tre generazioni all anno e sverna come crisalide riparata nei tronchi e nei rami delle piante. Le larve compaiono a fine maggio, a fine giugno-inizio luglio e alla fine di agosto. Danni: le larve danneggiano le foglie e compiono erosioni sui frutti. Su actinidia sono pericolose le larve di seconda generazione mentre sono più rari i danni causati dalla terza. I frutti colpiti sono spesso attaccati dalla botrite. la difesa si può realizzare con trattamenti a base di Bacillus thuringiensis. È importante effettuare una buona bagnatura della vegetazione e ripetere il trattamento dopo 7-8 giorni. Per individuare il momento di intervento utilizzare le trappole sessuali e fare riferimento ai modelli previsionali elaborati dal Servizio Fitoasnitario Regionale dell E.R. Correggere il ph a 6-6,5 per l impiego del Bacillus. Si ringraziano per i loro contributi: Pierangela Schiatti, Agnese Franceschi, Loredana Antoniacci, Massimo Bariselli, Mauro Boselli, Riccardo Bugiani, Paolo Solmi, Alberto Aldini, Guido Ghermandi, Maria Grazia Tommasini, Moreno Toselli, Stefano Di Marco. Aggiornamento

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