PROVA PRATICA RILEVAZIONE PARAMETRI ASSISTENZA AL MEDICO

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1 PROVA PRATICA RILEVAZIONE PARAMETRI ASSISTENZA AL MEDICO

2 Misurazione pressione arteriosa

3 Pressione arteriosa Paziente Pressione sistolica (mm/hg) Pressione diastolica (mm/hg) Adulto tra 180 e 90 tra 110 e 60 Bambino 1-5 anni tra 120 e 70 tra 75 e 50 Bambino 5-12 anni tra 150 e 90 tra 85 e 60

4 Frequenza cardiaca E il numero di battiti che noi percepiamo in un minuto, è provocato dalla dilatazione dell arteria al passaggio del sangue nel punto in cui l arteria l stessa viene compressa su una superficie ossea.

5 Valutazione del polso Frequenza: Tachicardia: con FC > 100 battiti/minuto; Bradicardia: con FC < 50 battiti/minuto. Ritmo: Irregolare: quando gli intervalli tra più battiti non sono uguali. Forza: Debole: quando alla palpazione il polso si presenta piccolo, filiforme.

6 Valutazione del polso Polso Rapido, regolare e pieno Rapido, regolare e sottile Lento Possibili cause di alterazione Sforzo dopo esercizio fisico o lavoro impegnativo, stato emozionale, iperpiressia (febbre). E uno dei segni predominanti dello stato di shock. Intossicazione da barbiturici, trauma cranico, patologie cardiache

7 Valutazione del polso Adulto > 100 < 50 Neonato > 150 < 120 Bambino (1 5 anni) >150 < 80 Bambino (5 anni in su) > 120 < 60 Normale Tachicardia Bradicardia Normale Tachicardia Bradicardia Normale Tachicardia Bradicardia Normale Tachicardia Bradicardia

8 Saturimetro

9 Saturimetro Limiti di utilizzo meccanici: Cute fredda da vasocostrizione; Smalto sulle unghie; Batterie scariche.

10 Saturimetro Valore > 97% paziente normale; Valore compreso tra 90% e 97%, paziente con lieve insufficienza respiratoria; Valore < 90% paziente con importante insufficienza respiratoria.

11 Saturimetro Limiti di utilizzo clinici: Presenza di anemia grave, con una diminuzione marcata di emoglobina, quindi lo strumento legge una percentuale minore di O2 nell emoglobina, emoglobina, ma questo non è dovuto da un ipossia ipossia,, ma dallo stato patologico; Presenza di carbossiemoglobina (paziente intossicato da monossido di carbonio) che prende il posto dell ossigeno nella saturazione dell emoglobina. emoglobina.

12 Saturimetro Per valutare l attendibilità l del valore fornito dallo strumento, verificare che la Frequenza Cardiaca indicata dal saturimetro corrisponda al polso del paziente.

13 RILEVAZIONE DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA Rappresenta il numero di ventilazioni che una persona effettua in un minuto. Si misura guardando l espansione l toracica del paziente in un minuto. Ci si può aiutare ponendo una mano sull addome o le due mani sul torace del paziente stesso. La rilevazione della respirazione contempla la: Frequenza respiratoria Carattere del respiro

14 VALUTAZIONE DEL RESPIRO La frequenza respiratoria si può classificare in: Normale: atti respiratori al minuto (a riposo) Rapida: superiore a 28 atti al minuto (Tachipnea); Lenta: inferiore a 10 atti al minuto (Bradipnea)

15 VALUTAZIONE DEL RESPIRO Il carattere della respirazione comprende: Ritmo: è il modo in cui la persona respira (viene detto regolare quando l intervallo l tra gli atti respiratori è costante e irregolare quando varia) Profondità: è in relazione alla quantità d ariad inspirata ed espirata. Per notare la differenza tra respirazione profonda e superficiale è di fondamentale importanza osservare persone che respirano a riposo. Facilità respiratoria: si divide in affannoso, difficoltoso e doloroso. Rumori respiratori: comprendo i casi di respiro russante, sibilante, rantolante, gorgogliante.

16 Cannula Orofaringea E un dispositivo ricurvo che può essere inserito nella bocca, la sua funzione è quella di impedire l ostruzione l delle vie aeree da parte della lingua. Si utilizza in tutti i pazienti in stato di incoscienza, che non presentino riflessi faringei. Le vie aeree devono ovviamente essere pervie, quindi prima si devono aprire manualmente ed ispezionare.

17 Apertura delle vie aeree Apertura della bocca, ispezione e svuotamento

18 Cannula Orofaringea Non inserire se i riflessi sono presenti!!

19 Cannula Orofaringea Esistono diverse misure di cannule orofaringee,, che si adattano all anatomia anatomia del paziente; Si identificano per un codice numerico e un codice colore; Per scegliere la misura idonea, è necessario porre la cannula dall angolo angolo della bocca fino alla punta del lobo dell orecchio sullo stesso lato del viso.

20 Cannula Orofaringea

21 Ossigenoterapia La somministrazione di ossigeno deve essere effettuata attraverso dispositivi atti a migliorare, o meglio, a non modificare negativamente l attività l respiratoria del paziente. L ossigeno dovrebbe essere considerato come un farmaco, pertanto può avere degli effetti collaterali o arrivare addirittura ad avere un effetto paradosso. La somministrazione d ossigeno d deve avvenire dopo un adeguata anamnesi. Una volta iniziata la terapia con O2, il paziente va costantemente seguito e monitorizzato.

22 Circuito di Erogazione Il circuito di erogazione dell O2 è così costituito: Bombole; Riduttore di pressione; Manometro; Flussometro o regolatore di flusso, Umidificatore; Presidio di somministrazione (mascherina, occhialini).

23 Bombole Sono di capacità variabile: portatili (1-2 lt.) fisse (7-10 lt.). Di solito di colore bianco, hanno riportato sulla stessa il numero di serie e la capacità in litri dell O2. L ossigeno contenuto all interno delle bombole è sotto pressione (misurata in atmosfere) indicata dal manometro.

24 Bombole Una semplice formula ci indica l autonomial della bombola, sapendo il consumo in Lt/min che ne dobbiamo fare. (Capacità della bombola * pressione dell O2 contenuto) / Lt/min da erogare Per esempio in una bombola da 7 litri con 200 atmosfere lette al manometro e una somministrazione di 10 Lt/min 7 * 200 / 10 = 140 min. (di autonomia)

25 Bombole Nel calcolare l autonomia l della bombola si deve tener conto di un errore che può essere causato dal manometro tarato in modo irregolare, da perdite di O2 nel circuito, ecc. Quindi è meglio togliere 50 atm dal conteggio totale, il calcolo sarà così eseguito: ((7 * 200) 50) / 10 = 135 min (di autonomia)

26 ELEMENTI DEL CIRCUITO DI EROGAZIONE Riduttore di pressione: : il nome stesso indica il compito dello strumento; Flussometro: : ha il compito di regolare il flusso di O2 erogato da somministrare al paziente; Umidificatore: : è un recipiente contenente acqua per umidificare l O2 l che passa al suo interno. E E da utilizzarsi nei casi di somministrazione di O2 O per più di 30 min. o in presenza di neonati o bambini. Per gli altri pazienti può essere omesso l uso. l L acqual contenuta nell umidificatore è veicolo di batteri e microrganismi..

27 Mezzi per la somministrazione Mezzi di somministrazione Portata Lt/min % di O2 Impieghi Occhialini Mascherina semplice Mascherina con reservoir % % % Patologie mediche, con pazienti collaboranti Patologie traumatiche senza segni di shock Patologie traumatiche con segni di shock, ipossia severa

28 Utilizzo del ventilatore polmonare da trasporto IMPOSTAZIONE VENTILATORE 2 taglie di riferimento: Pz.. Medio adulto: Volume minuto: 10 l/min; FR 12/min Pz. Pediatrico: Volume minuto: 8 l/min; ; FR 15/min

29 Utilizzo del ventilatore polmonare da trasporto FiO2 (Concentrazione O2) O In emergenza impostare 100% (o no air mix), è importante durante il trasporto di pazienti traumatizzati garantire un iper-ossigenazione iper-ossigenazione.

30 Ventilatore polmonare Nel valutare quanto ossigeno abbiamo a disposizione è importante sottrarre alle atmosfere che indica il manometro 50 atm.. e poi fare il calcolo dell autonomia della bombola. Le rimanenti 50 atm.. saranno poi disponibili per la ventilazione manuale del paziente.

31 L aspiratore Utilizzato per aspirare secreti (vomito, sangue) dalle vie aeree. Il personale non sanitario può aspirare solo le prime vie aeree.

32 INTUBAZIONE

33 Intubazione Ha lo scopo di realizzare una diretta connessione tra le vie aeree e l aria l ambiente, oppure con miscele di gas. 1. Consentire un assoluta PERVIETA DELLE VIE AEREE. 2. Impedire la penetrazione nelle vie aeree di materiale ristagnante in faringe; 3. Creare le condizioni ottimali per una corretta ventilazione, sia spontanea sia artificiale; 4. Permettere un accurata aspirazione delle secrezioni tracheo-bronchiali.

34 Intubazione Manovre preventive che il personale medico deve attuare prima dell intubazione orotracheale. Iper-ossigenazione. Eventuale sedazione e/o analgesia in presenza di riflessi. Eventuale posizionamento di un SNG per prevenire l inalazione l di materiale gastrico.

35 Intubazione Materiale da preparare per l intubazione orotracheale. Laringoscopio con relativa lama; Tubo tracheale; Pinza di Magill; Guida flessibile per il tubo (mandrino); Lubrificante; Cannula di Guedel; Sondini d aspirazione; d

36 Intubazione Materiale da preparare per l intubazione orotracheale. Catetere Mount (tubo corrugato); Filtro antibatterico; Pallone autoespansibile di Ambu; Siringa da 10 cc. (per cuffiare il tubo); Cerotto; Fonendoscopio.

37 Intubazione Materiale da preparare per l intubazione orotracheale.

38 Materiale per accesso venoso Materiale per disinfezione; Ago cannula; Deflussore; Flebo (in vetro o sacca); Laccio emostatico; Cerotto.

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40 AUTOPROTEZIONE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

41 Obiettivi della lezione: Saper operare in sicurezza riconoscendo i pericoli sulla scena; Riconoscere le principali forme di rischio biologico e saper riconoscere ed utilizzare i mezzi di protezione; Riconoscere le principali norme riguardanti i dispositivi di protezione individuali (DPI): che devono essere conformi alle norme di cui al decreto 4 dicembre 1992, n 475. Divisa; Calzature; Guanti; Occhiali o visiera; Maschera protettiva; Camice monouso; Guanti antiacido, Salviette detergenti; Guanti di cuoio; Elmetti;

42 AUTOPROTEZIONE L insieme dei comportamenti finalizzati a ridurre al minimo i rischi per la sicurezza e la salute dell operatore, di qualsiasi natura essi siano. Il comportamento corretto riduce la possibilità di trasformare i soccorritori in infortunati.

43 AUTOPROTEZIONE La garanzia di sicurezza sulla scena è data da: 1. Riconoscere le situazioni di pericolo. 2. Garantire la sicurezza ambientale. 3. Allertare correttamente le strutture di soccorso non sanitario. 4. Avvicinare il ferito solo al momento opportuno. 5. Utilizzare i D.P.I.

44 AUTOPROTEZIONE Approccio all utente Fattori che possono influenzare in modo negativo la sicurezza Coinvolgimento emotivo. Condizioni meteorologiche avverse. Numero d utenti d coinvolti a fronte dei soccorritori disponibili. Complessità dell intervento. Mancanza di autoprotezione. Complessità dello scenario. Distanza della scena dal punto d arrivo. d

45 3 1 2 e l AUTOPROTEZIONE???? Minimo 3 PERSONE AD ALTO RISCHIO!!!

46 Team Leader E la persona che coordina e dirige tutto l intervento l di soccorso. E il direttore d orchestra. d

47 Come identificare il Team Leader Non è una figura professionale specifica. E un ruolo attribuito ad personam. E individuato all interno dei Team Members.

48 Come identificare il Team Leader Caratteristiche del Team Leader: Competenza ed esperienza posseduta riguardo l intervento l che andiamo ad attuare. L autorevolezza, l affidabilità, l le competenze operative, l abilità l di regia. La capacità di non farsi sopraffare dagli eventi e di gestire lo scenario.

49 RISCHIO BIOLOGICO

50 Malattie infettive Forme di trasmissone Diretta: passaggio dell agente infettivo (da un soggetto all altro). altro). Indiretta: l agente infettivo è trasmesso da soggetti inanimati.

51 Principali veicoli d infezioned Aria: trasporta un elevata quantità e diversità di germi che possono penetrare nelle prime vie aeree. Mani del soccorritore: se non si utilizzano guanti monouso e se non sono disinfettate dopo ogni intervento. Liquidi organici: sangue, urine, vomito, feci, espettorato, secrezioni.

52 Principali veicoli d infezioned Effetti personali dell utente: indumenti, lenzuola, oggetti personali. Indumenti del soccorritore: devono essere sempre lavati al termine del turno di servizio, andrebbero protetti con l utilizzo l di un camice monouso.

53 Principali patologie Via Cutanea Parassiti della cute; Herpes cutaneo; Congiuntiviti; Infezioni cutanee.

54 Principali patologie Via Ematica Epatite B Epatite C H. I. V.

55 Via Enterica Epatite A; Salmonellosi; Tifo; Enterocoliti; Colera. Principali patologie

56 Principali patologie Trasmissione aerea Malattie esantematiche; Meningiti; T.B.C.; Influenza.

57 Precauzioni personali che un soccorritore può attuare Vaccinazioni Antitetanica; Anitepatite B; Antitubercolare;

58 Misure d emergenza d in caso di contagio Chemioprofilassi: somministrazione di farmaci specifici (profilassi meningite); Sieroprofilassi: somministrazione d immunoglobuline entro le 24 ore dal contagio (epatite B, tetano, rabbia, malattie esantematiche).

59 Prevenzione delle malattie infettive Utilizzo sempre dei guanti monouso; Utilizzo della mascherina di protezione; Utilizzo degli occhiali protettivi.

60 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

61 Dispositivi di Protezione Individuale Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi presenti nell'attività lavorativa, suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonchè ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. I DPI devono essere prescritti solo quando non sia possibile attuare misure di prevenzione dei rischi (riduzione dei rischi alla fonte, sostituzione di agenti pericolosi con altri meno pericolosi, utilizzo limitato degli stessi), adottare mezzi di protezione collettiva, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. Il lavoratore è obbligato a utilizzare correttamente tali dispositivi, ad averne cura e a non apportarvi modifiche, segnalando difetti o inconvenienti specifici. Per alcuni DPI è fatto obbligo di sottoporsi a programmi di formazione e d addestramento. d

62 Dispositivi di Protezione Individuale L'art. 42 del D.Lgs Lgs.. n. 626/94 indica le caratteristiche che deve avere un DPI per poter essere utilizzato: Devono essere adeguati ai rischi da prevenire e alla loro entità senza comportare di per sé un rischio aggiuntivo; devono essere rispondenti alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; devono essere adattabili all'utilizzatore secondo le sue necessità; devono essere in possesso dei requisiti essenziali intrinseci di sicurezza, cioè essere conformi alle norme di cui al D. Lgs.. 4 dicembre 1992, n. 475 (marcatura CE).

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