UNGARETTI. - Successivamente entrambe le raccolte confluiranno nel volume L allegria del 1931.

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1 UNGARETTI - Nasce nel 1888 ad Alessandria d'egitto da genitori lucchesi. - Trascorre in Africa il periodo dell'infanzia e dell'adolescenza e comincia a occuparsi intensamente di letteratura, leggendo i maggiori scrittori moderni e contemporanei, da Leopardi a Nietzsche. - Nel 1912 si trasferisce a Parigi, ove ha modo di approfondire la conoscenza della poesia decadente e simbolista, da Baudelaire a Mallarmé, l autore che più lo suggestiona. - Frequenta gli ambienti dell avanguardia e così conosce alcuni fra i maggiori artisti e scrittori, fra cui Picasso, De Chirico e Modigliani. - Tornato in Italia nel 14, si abilita all'insegnamento del francese e di lì a poco parte per la guerra, come soldato semplice di fanteria: un'esperienza, quella della trincea, destinata a ritornare con forza nei suoi componimenti. - Viene inviato a combattere sul Carso, dove prendono forma le sue liriche, che nel 1917 saranno pubblicate nella sua prima raccolta poetica, Il porto sepolto, con una limitatissima tiratura. - Segue, nel 1919, Allegria di naufragi. - Successivamente entrambe le raccolte confluiranno nel volume L allegria del Nel 1918 è di nuovo a Parigi dove si sposa con Jeanne Dupoix. - Dopo aver lavorato come corrispondente da Parigi del "Popolo d'italia", ritorna a Roma e nel 1933 pubblica Sentimento del tempo, forse l'opera sua più conosciuta. - Data la sua costante collaborazione coi più importanti periodici italiani, diviene uno degli intellettuali più famosi ed apprezzati d Italia: la sua figura costituisce un punto di riferimento per la nuova poesia, che darà vita al definirsi della poetica ermetica. - Nel 1936 si stabilisce in Brasile, rivestendo per alcuni anni il ruolo di docente universitario della cattedra di letteratura italiana, ma alcuni gravi lutti familiari di lì a poco lo feriscono profondamente: nel 1937 perde il fratello Costantino e due anni dopo, a nove anni di età, gli muore il figlio Antonietto. - Da questa dolorosa esperienza e dalle vicende della seconda guerra mondiale matura una nuova e dolorosa consapevolezza, che troverà espressione nelle liriche contenute nella raccolta Il dolore del

2 - Nel 42 è nuovamente in Italia, ove ottiene la cattedra di letteratura contemporanea all'università di Roma. - In seguito, egli licenzia le raccolte de La terra promessa (1950), Un grido e paesaggi (1952), Il taccuino del vecchio (1961). - Nel 1961 appare il volume di prose Il deserto e dopo. - Nel 1969 vede la luce l edizione completa e definitiva di tutti i suoi versi dal titolo Vita d un uomo. Tutte le poesie. - Successivamente alla sua scomparsa, avvenuta a Milano nel 1970, viene data alle stampe la raccolta postuma Vita d un uomo. Saggi e interventi (1974). RACCOLTE POETICHE - Rapporto molto stretto tra letteratura e vita: Ungaretti attribuisce all arte il significato di una esperienza assoluta e totale, unica e irripetibile. - Le prime liriche hanno ancora cadenze discorsive e cronachistiche, mentre quelle de Il porto sepolto (1917) hanno un andamento diverso, che brucia ogni residuo descrittivo o realistico. - Ricollegandosi alla lezione del Simbolismo, Ungaretti porta alle estreme conseguenze il procedimento dell analogia: [ ] il poeta d oggi cercherà dunque di mettere a contatto immagini lontane, senza fili. Dalla memoria all innocenza, quale lontananza da varcare; ma in un baleno. - In questa frase si può notare la natura del suo linguaggio poetico: la memoria è tutto ciò che l uomo porta con sé, e che lo collega alla dimensione contingente della vita, l innocenza rappresenta la ricerca di una purezza edenica, la riconquista dell identità perduta, che metta l uomo a contatto con la dimensione originaria dell essere. La lontananza da varcare deve essere bruciata in un baleno, per liberarsi da ogni impurità. - La poesia assume un valore metafisico e religioso, come afferma ancora il poeta: Oggi il poeta sa e afferma che la poesia è testimonianza d Iddio, anche quando è una bestemmia. Oggi il poeta è ritornato a sapere, ad avere gli occhi per vedere, e, deliberatamente, vede e vuole vedere l invisibile nel visibile. 2

3 - Dal punto di vista tecnico allora l operazione che attua Ungaretti è quella di distruggere il verso tradizionale, che con la sua sintassi ancora naturalistica è distratto dal vero obbiettivo della ricerca poetica. - L innovazione di Ungaretti fu favorita dalla rivoluzione futurista del paroliberismo, di cui però è rifiutato il movimento caotico, con il suo analogismo onomatopeico e naturalistico. - La strada che Ungaretti vuole percorrere è quella additata da Mallarmè in Un colpo di dadi non abolirà mai il caso: la poesia ha un significato magico, e deve essere collocato nella zona di confine con l inconoscibile e l inesprimibile. - Ruolo centrale avrà allora il significato della parola, che assume il valore di una improvvisa illuminazione: essa si identifica con l attimo in cui, attraverso l immediatezza del rapporto analogico, la poesia sfiora la totalità dell essere. - La parola viene inserita in versi brevi o addirittura isolata, fino a farla coincidere con la misura del verso, quasi a collocarla nel vuoto, oltre ogni rapporto contingente con la realtà. - L autobiografismo ungarettiano va inteso in questo senso, anche come riscoperta della dimensione della sua preistoria poetica: dall infanzia trascorsa ad Alessandria, con le impressioni di un paesaggio affidato alle testimonianze della memoria, fino all incontro con l Italia, la terra promessa dei suoi genitori. - Dalle esperienze in queste due terre sono tratti i temi del suo esordio poetico: 1. il deserto, il miraggio, le cantilene arabe, come ricordo degli anni egiziani; 2. il mare, il porto, il viaggio, legati alla vicenda dell emigrante; - Una esperienza decisiva è quella del fronte, che offre al poeta lo spunto per le liriche più crude e più sofferte, spoglie di ogni retorica. - La guerra però gli permette di fa nascente in sé una rinnovata identità, dopo aver stabilito un contatto con la propria gente. - La guerra lo costringe a vivere nel precario confine tra la vita e la morte, dove ogni cosa può scomparire all improvviso: essa traduce così in immagini concrete quella poetica dell attimo che costituisce il fondamento della prima ricerca di Ungaretti. - Nell edizione definitiva, intitolata Allegria, il poeta raccoglie due raccolte pubblicate precedentemente con i titoli di Il porto sepolto (1917) e Allegria di naufragi (1919), e recupera anche alcuni testi precedenti, in cui si delineava lì oscillazione dialettica tra realtà e mistero, gesto ed immobilità. - Il porto sepolto: allude a ciò che segreto rimane in noi, indecifrabile ed ha una fonte precisa in un racconto favoloso di suoi due amici francesi: 3

4 Mi parlavano d un porto, d un porto sommerso, che doveva precedere l epoca tolemaica, provando che Alessandria era un porto già prima d Alessandro, che già prima d Alessandro era una città. Non se ne sa nulla. Quella mia città si consuma e s annienta d attimo in attimo. Come faremo a sapere delle sue origini se non persiste più nulla nemmeno di quanto è successo un attimo fa? Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandatoci d ogni era d Alessandria. - Il porto sepolto equivale al segreto della poesia, nascosto sul fondo del mare, nel quale deve immergersi il poeta. - Allegria di naufragi: lo stesso Ungarettti mette in evidenza, in una nota, il carattere ossimorico del sintagma, e parla dell esultanza d un attimo, di un allegria che, quale fonte, non avrà mai se non il sentimento della presenza della morte da scongiurare. - La lirica omonima dà una ulteriore spiegazione: E subito riprende Il viaggio Come Dopo il naufragio Un superstite Lupo di mare. - In questa poesia si riprende il tema del naufragio, che era stato sviluppato da Mallarmè nell ultima parte di Un colpo di dadi. - Il motivo del viaggio è visto come simbolo di una presenza della morte sempre latente. - Sentimento del tempo: 1933, vi è un sostanziale mutamento delle prospettive, anche per quanto riguarda le soluzioni stilistiche e formali. - Alla poetica dell attimo si sostituisce adesso un tempo che viene inteso come continuità e durata, in modo da attuare il recupero di una dimensione più complessa e problematica dell esistenza. - Questa raccolta lui la definisce come il secondo tempo d esperienza umana. - Recupero delle strutture sintattiche e delle forme metriche tradizionali (in particolare l endecasillabo). - La distruzione del verso compiuta in Allegria non era fine a se stessa, ma aveva lo scopo di rompere le strutture tradizionali per ricomporre il verso e farlo rinascere dall interno, come nuovo. 4

5 - In questo momento rilegge Leopardi e Petrarca: in tutti e due esiste infatti un analoga percezione della rovina, della decadenza: il primo sente la fine di una civiltà giunta al culmine dell evoluzione, il secondo si trova di fronte ad un mondo da ripristinare. - A livello religioso la vita viene intesa come incessante processo di distruzione e creazione, e genera nell uomo il dramma del contrasto tra l infallibilità del creatore e la precarietà della propria condizione. - Nasce ora la poesia del tempo e delle sue metamorfosi, nel perpetuo passare delle stagioni e delle ore: dal mattino alla sera, dalla primavera all autunno. - In questo periodo soggiorna a Roma e ciò suscita in lui immagini mitologiche: le figure del mito diventano voci del vocabolario accorse a evocare i fantasmi, che colmano la sensazione di vuoto che si prova, per esempio, di fronte al Colosseo ( enorme tamburo con orbite senz occhi ). - Nel 1963 in Ungaretti commenta Ungaretti individua tre momenti nel Sentimento del tempo del mio modo di sentire successivamente il tempo : Nel primo mi provavo a sentire il tempo nel paesaggio come profondità storica; nel secondo, una civiltà minacciata di morte mi induceva a meditare sul destino dell uomo e a sentire il tempo, l effimero, in relazione con l eterno; l ultima parte del Sentimento del tempo, ha per titolo L Amore, e in essa mi vado accorgendo dell invecchiamento e del perire della mia carne stessa. - Il dolore: 1947, è la voce del tormento personale (morte del fratello e del figlio) e collettivo (la guerra). - I testi non sono accompagnati da alcuna nota dell autore, che si limita ad osservare: So che cosa significhi la morte, lo sapevo anche prima: ma allora, quando mi è stata strappata la parte migliore di me, la sperimento in me, da quel momento, la morte. Il dolore è il libro che più amo, il libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola. Se ne parlassi mi parrebbe d essere impudico. Quel dolore non finirà più di straziarmi. - In questo senso Il dolore può essere considerato il più petrarchesco dei testi di Ungaretti, quello che rivela la sua struttura di diario patetico, e che si risolve in una immediata confessione biografica. - L assenza della persona fisica è compensata dai segni, cui si attribuisce la possibilità di proseguire un colloquio che, nonostante lo strazio, si vuole mantenere in vita. - La trasfigurazione del figlio, in una luce di purificazione e speranza religiosa, diviene così anche sintomo di innocenza. 5

6 - Le immagini della guerra, invece, danno la dimensione di uno sconvolgimento apocalittico, in cui gli stessi toni biblici del linguaggio ripropongono il valore di una fede religiosa o la richiesta di una umana solidarietà, ora offesa e conculcata, cui affidare le sorti di una intera civiltà minacciata. 6