SENSI DELLE NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE SIM

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1 INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DELLE NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE SIM (Provvedimento Banca d Italia del 24 ottobre 2007 e successive modificazioni e integrazioni) Approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 30 aprile 2013 JULIUS BAER SIM S.P.A Corso di Porta Nuova, Milano Tel Fax Capitale Sociale Eur i.v. N. iscriz. al Registro Imprese di Milano, C.F. e P.I R.E.A Società di Intermediazione Mobiliare, iscritta all Albo delle SIM con delibera Consob n del 18 maggio 1999 Società soggetta a Direzione e Coordinamento della Julius Baer Group Ltd

2 Premessa Il presente documento risponde alle esigenze della SIM di adempiere agli obblighi di trasparenza informativa nei confronti del pubblico in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari, esposizione ai rischi e caratteristiche generali dei sistemi di gestione e controllo degli stessi, così come previsto dal cosiddetto Terzo pilastro della disciplina di vigilanza prudenziale per le SIM. La nuova struttura della regolamentazione prudenziale, definita dalla Banca d Italia con il Provvedimento del 24 ottobre 2007 Regolamento della Banca d Italia in materia di vigilanza prudenziale per le SIM e successive modificazioni e integrazioni, si basa su tre Pilastri. La disciplina è ispirata al principio di proporzionalità, secondo cui gli adempimenti richiesti agli intermediari sono per l appunto proporzionati alle dimensioni degli stessi, alle caratteristiche operative e alla rilevanza dei rischi che vanno ad assumere,. Il Primo Pilastro prevede requisiti patrimoniali specifici per fronteggiare i rischi tipici dell attività finanziaria (di credito, di controparte, di cambio e operativi), per i quali sono previste metodologie alternative di calcolo caratterizzate da diversi livelli di complessità di misurazione e di controllo. Il Secondo Pilastro richiede agli intermediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica (ICAAP Internal Capital Adequacy Assessement Process), di formalizzarli in un apposito documento, il Resoconto ICAAP, nonché di effettuare in autonomia un accurata identificazione dei rischi ai quali sono esposti gli intermediari in relazione alla propria operatività e ai mercati di riferimento, considerando altresì rischi ulteriori rispetto a quelli del Primo Pilastro e precisamente: rischio strategico rischio di reputazione rischio di concentrazione rischio di liquidità rischio residuo rischi derivanti da cartolarizzazioni rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione. E rimesso all Autorità di Vigilanza il compito di verificare l affidabilità e la coerenza dei relativi risultati e di adottare, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive. Il Terzo Pilastro introduce gli obblighi di informativa sopra citati. Sono previste informazioni, di carattere qualitativo e quantitativo, fornite attraverso apposite schede standardizzate, da mettere a disposizione del pubblico attraverso la loro pubblicazione sul sito internet dell intermediario. In tal modo si favorisce non solo la trasparenza, ma anche la comparabilità dei dati. Il presente documento è redatto a livello individuale. 2/28

3 I dati esposti nelle sezioni dedicate all informativa quantitativa sono espressi in euro. Contenuti dell informativa Tavola 1 Requisito informativo generale Per ciascuna categoria di rischio (comprese quelle considerate nelle tavole seguenti), descrive obiettivi e politiche di gestione del rischio soffermandosi, in particolare: a) sulle strategie e sui processi per la gestione di tali rischi; b) sulla struttura e sull organizzazione della pertinente funzione di gestione del rischio o di altri sistemi a tal fine rilevanti; c) sull ambito di applicazione e sulla natura dei sistemi di misurazione e di reporting del rischio; d) sulle politiche di copertura e di attenuazione del rischio, sulle strategie e sui processi per la verifica continuativa della loro efficacia. Tavola 2 Ambito di applicazione Indica la denominazione dell intermediario o descrive la composizione del gruppo cui si applicano gli obblighi di informativa, esplicitando le differenze nelle aree di consolidamento rilevanti per fini prudenziali e di bilancio. Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informa sulle principali caratteristiche degli elementi patrimoniali e rende noto l ammontare del patrimonio di base, del patrimonio supplementare e di terzo livello, del patrimonio di vigilanza e degli elementi negativi di quest ultimo. Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Illustra sinteticamente il metodo applicato per la valutazione dell adeguatezza patrimoniale, fornendo inoltre l ammontare dei requisiti patrimoniali minimi richiesti a copertura dei singoli rischi previsti dalla normativa prudenziale. Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali Fornisce ulteriori informazioni sul rischio di credito, oltre a dati quantitativi inerenti: le esposizioni creditizie lorde totali distinte per tipologia di esposizione e di controparte; la distribuzione delle esposizioni per aree geografiche e per settore economico o tipo di controparte; la distribuzione dell intero portafoglio per vita residua; le esposizioni deteriorate e le rettifiche di valore, la dinamica di queste ultime. 3/28

4 Non vengono redatte le seguenti tavole, in quanto non rilevanti per la SIM: - Tavola 6 Tecniche di attenuazione del rischio - Tavola 7 Rischio di controparte - Tavola 8 Rischi di mercato - Tavola 9 Rischio operativo. - Tavola 10 Operazioni di cartolarizzazione. 4/28

5 TAVOLA 1 - Requisito informativo generale Informativa qualitativa Premessa Julius Baer SIM, nel perseguire la propria strategia, si caratterizza per un assunzione dei rischi improntata alla prudenza e alla consapevole gestione degli stessi. Nei processi decisionali di natura strategica e gestionale importanza fondamentale riveste il livello di patrimonializzazione; ciò nella consapevolezza che una dotazione patrimoniale adeguata permette di espandere l operatività, di essere flessibili rispetto alle contingenze di mercato, di guardare con sufficiente tranquillità alle sfide future e di fronteggiare le fasi di stasi economica. La dotazione patrimoniale viene mantenuta, rispetto al profilo dei rischi assunti e assumibili, su dimensioni congrue e comunque poste al di sopra dei requisiti regolamentari tempo per tempo previsti. L elevata qualità del patrimonio di vigilanza, costituito esclusivamente da strumenti riconducibili al patrimonio di base (capitale, riserve, utili accantonati e di periodo), è riconosciuta oggettivamente eccellente dal mercato. L attività di individuazione e valutazione dell esposizione di Julius Baer SIM ai rischi elencati del Primo e del Secondo Pilastro è effettuata dall Alta Direzione, con il supporto delle Funzioni aziendali di controllo. Allo scopo di formalizzare tale processo si è provveduto a predisporre - per ciascuno dei rischi ritenuti rilevanti - una scheda di dettaglio in cui risulta contenuta: la definizione del rischio in oggetto; la valutazione qualitativa in merito alla fonte di generazione del rischio e alla rilevanza dell esposizione allo stesso per la SIM; l indicazione delle metodologie di misurazione applicate; l analisi dei presidi organizzativi e di controllo in essere. Con riferimento all individuazione dei rischi da sottoporre a valutazione sono considerati rilevanti per Julius Baer SIM, in relazione alle proprie caratteristiche operative ed organizzative, i seguenti rischi: di credito operativo di concentrazione di tasso di interesse di liquidità stategico reputazionale L esposizione al rischio di cambio risulta marginale per la Società; tale rischio interessa in maniera preminente esposizioni di natura commerciale prevalentemente con società del gruppo espresse in Franchi 5/28

6 Svizzeri. Tali posizioni ponderate originano una posizione netta aperta in cambi ampiamente contenuta entro il limite del 2% del patrimonio di vigilanza. Inoltre non vengono considerati rilevanti sulla base dell operatività di Julius Baer SIM: il rischio di controparte, atteso che la SIM non pone in essere transazioni su operazioni SFT o con regolamento a lungo termine, né detiene posizioni in derivati; il rischio residuo, definito come il rischio che le tecniche riconosciute per l attenuazione del rischio di credito risultino meno efficaci del previsto, in relazione alla natura delle controparti e allo scarso ammontare delle posizioni creditizie vantate dalla SIM; il rischio derivante dalle operazioni di cartolarizzazione, definito come il rischio che la sostanza economica dell operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio, atteso che SIM non ha posto in essere alcuna operazione di cartolarizzazione. 6/28

7 Rischio di credito Definizione Il rischio di credito esprime il rischio di perdita per inadempimento dei debitori relativo alle attività di rischio diverse da quelle che attengono al portafoglio di negoziazione di vigilanza. Valutazione esposizione Gestione individuale di patrimoni/ Ricezione e trasmissione di ordini/consulenza/collocamento. L esposizione al rischio di credito, in considerazione del fatto che la SIM non svolge alcuna attività creditizia nei confronti di clientela privata, interessa: il deposito della liquidità e gli investimenti di portafoglio relativi ai mezzi propri della SIM; il deposito della liquidità su conti bancari omnibus; le commissioni di gestione da addebitare trimestralmente ai clienti; le commissioni di ricezione e trasmissione di ordini da addebitare mensilmente alle banche depositarie; le commissioni di consulenza da ricevere dai clienti; le commissioni di collocamento da ricevere alle società prodotto. Metodologia di misurazione La SIM, in considerazione dell appartenenza alla Classe 3 e della specifica struttura organizzativa, applica la metodologia Standardizzata semplificata nell ambito della quale è prevista nel Provvedimento una specifica griglia per l attribuzione delle ponderazioni in funzione della tipologia delle esposizioni al rischio. Presidi organizzativi e di controllo A presidio del rischio identificato, la SIM effettua un attività di valutazione ex ante, finalizzata all individuazione delle controparti presso cui depositare la liquidità relativa ai mezzi propri e di terzi. A presidio degli investimenti relativi ai mezzi propri, la SIM ha predisposto una specifica procedura con la quale vengono definiti precisi limiti quali-quantitativi agli strumenti finanziari detenibili in portafoglio. Il Risk Management verifica nel continuo il rispetto di tali limiti. Il monitoraggio continuo delle disponibilità della clientela presso la banca depositaria permette di evitare situazioni di insoluto con riferimento alle commissioni che la SIM deve incassare dai propri clienti in relazione al servizio di gestione di patrimoni. Per il servizio di ricezione e trasmissione di ordini, l accordo contrattuale con le banche depositarie prevede che vengano immediatamente addebitate ai clienti le commissioni per l attività svolta. 7/28

8 Rischio operativo Definizione Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti dall inadeguatezza o dalla inefficienza di procedure, risorse umane e sistemi interni o da eventi esogeni. Tale definizione ricomprende il rischio legale e di compliance, definito come il rischio di subire perdite (es. sanzioni, ammende, etc.) per la mancata osservazione di disposizioni normative. Valutazione esposizione Pur non essendo la SIM soggetta al calcolo della copertura per il rischio operativo, si è scelto di procedere ad una mappatura delle attività della SIM esposte a tale rischio. La gestione dei rischi operativi è ripartita tra le funzioni aziendali mentre il monitoraggio della rilevanza di tali rischi è attribuita alle funzioni di risk management e revisione interna. Con riferimento a tale monitoraggio, i presidi aziendali di controllo provvedono alla: identificazione dei rischi tramite l analisi delle procedure interne; valutazione della frequenza probabile di accadimento; valutazione dell impatto economico; identificazione dei controlli esistenti; registrazione degli incidenti occorsi; definizione delle aree di intervento finalizzate a rafforzare il controllo dei rischi operativi. La fase di rilevazione dei rischi dalle procedure interne prevede le seguenti attività: analisi delle procedure: questa attività permette di conoscere preventivamente le possibili aree di esposizione al rischio presenti nei processi aziendali. Tali esposizioni possono quindi essere oggetto di analisi ed approfondimenti ulteriori; intervista con i proprietari dei processi: è prevista in prima battuta l intervista con il responsabile di Funzione, al quale viene chiesto di fornire anche il suo parere in merito al grado di esposizione al rischio dei singoli processi. Si potrebbero rilevare, in questa fase, aree critiche sfuggite alla mera lettura delle procedure interne; analisi degli eventi occorsi: gli eventi occorsi sono il punto di partenza per approfondire l analisi di un processo e per la ricerca del miglior presidio per la mitigazione dell esposizione al rischio. La fase successiva consiste nell attribuzione ad ogni rischio operativo evidenziato di uno specifico livello di probabile frequenza di accadimento e del relativo impatto economico. Una ulteriore fase di analisi è quella in cui si identificano i controlli di qualsiasi livello esistenti nel processo oggetto di esposizione al rischio operativo. In caso di processi poco automatizzati è auspicabile che siano presenti più controlli posti in essere da persone diverse. In questo senso, la cultura del rischio deve portare a migliorare la collaborazione tra gli addetti ai processi più sensibili. E altrettanto evidente che si dovrà cercare di automatizzare il maggior 8/28

9 numero possibile di processi, tenendo sempre conto dell analisi costi/benefici. La misurazione dei rischi operativi viene attuata mediante un sistema che attribuisce a ciascun rischio un valore numerico (da 0 a 4 ) basato sulla rilevanza dello stesso e parimenti un valore numerico (da 0 a 4) basato sulla probabilità di frequenza di accadimento del rischio stesso. La combinazione dei due parametri determina una mappa di distribuzione dei rischi per criticità. Impatto economico - scala di valutazione Valore Giudizio Significato 0 Nessuno Nessun effetto economico 1 Basso Impatto economico trascurabile 2 Medio - basso Impatto economico ridotto 3 Medio - alto Impatto economico significativo 4 Alto Impatto economico elevato Probabilità - scala di valutazione Valore Giudizio Significato 0 Nessuna Nessuna probabilità di accadimento stimabile a priori 1 Bassa Eventi rari (una volta all'anno) 2 Medio - bassa Eventi che si manifestano con frequenza ridotta (una volta ogni sei mesi) 3 Medio - alta Eventi che si manifestano abbastanza frequentemente (una volta ogni due mesi) 4 Alta Eventi che si manifestano con frequenza elevata (una ogni due settimane) 9/28

10 Le premesse di partenza di tale attività con le risultanze emerse trovano spiegazione nella nota metodologica relativa alla rilevazione e valutazione dei rischi operativi parte integrane del manuale delle procedure interne aziendali. Dal lavoro così effettuato, in riferimento alla valutazione dei rischi, emerge come la SIM è esposta ai rischi in oggetto secondo un livello di criticità basso. Metodologia di misurazione La SIM non è soggetta al calcolo della copertura patrimoniale per il rischio operativo. In ambito ICAAP si è provveduto a calcolare la copertura patrimoniale utilizzando la metodologia dei costi operativi fissi a copertura del requisito per altri rischi. Presidi organizzativi e di controllo Relativamente ai rischi derivanti dal rapporto di lavoro si sono individuati, per ciascun evento di rischio rilevato, i seguenti presidi: la SIM, con riferimento alla determinazione della retribuzione ed al calcolo dei relativi contributi si avvale del supporto di uno studio specializzato esterno che avvalora la correttezza degli importi; relativamente a comportamenti lesivi dell immagine della SIM da parte dei dipendenti e collaboratori il presidio organizzativo è costituito dalla presa visione e dichiarazione di rispetto del Codice di Autoregolamentazione della SIM da parte degli stessi. Per quanto attiene gli eventi di rischio riconducibili alle categorie compliance e altri rischi operativi, i presidi organizzativi sono costituiti, in via generale, da: elevata professionalità e competenza dei dipendenti e collaboratori ottenuta tramite un accurato processo di selezione e di aggiornamento professionale anche attraverso l assistenza/consulenza contrattualizzata con primari studi legali e con le competenti funzioni del Gruppo; previsioni procedurali - nella forma di Procedure Interne, Codice di Autoregolamentazione 10/28

11 - chiare, complete ed aggiornate. Tali disposizioni disciplinano in modo esplicito la totalità dei processi e sono costantemente aggiornate allo scopo di riflettere tempestivamente ogni variazione dell operatività; un processo di rilevazione degli errori e loro analisi. I presidi organizzativi e di controllo attivati dalla società costituiscono validi strumenti per il contenimento di tutte le fattispecie di evento riconducibili ai rischi operativi. Il complessivo sistema dei controlli interni, un appropriata struttura delle deleghe e idonei flussi informativi verso gli organi di vertice rappresentano gli elementi attraverso i quali la SIM presidia i rischi operativi. 11/28

12 Rischio di Concentrazione Definizione Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica ovvero dalla composizione della base della clientela. Valutazione esposizione L esposizione al rischio di concentrazione, così come definito nel primo pilastro, non supera i criteri fissati nel Provvedimento in tema di grandi rischi e interessa: - i rapporti di conto corrente a vista che raccolgono la liquidità; - gli strumenti finanziari disponibili per la vendita; - l ammontare delle commissioni da incassare per i servizi d investimento prestati alla clientela. Per quanto riguarda la composizione della clientela si specifica che al 31 dicembre 2012: i primi quaranta clienti che formano il 11% del totale del numero dei clienti gestiti, rappresentano il 63% delle masse gestite e hanno generato nell ultimo trimestre 2012 il 37,5 % delle commissioni di gestione. i primi trenta clienti che formano il 12% del totale del numero dei clienti amministrati, rappresentano il 55% delle masse amministrate e hanno generato nell ultimo trimestre 2012 il 47% delle commissioni di RTO, Amministrazione e Consulenza. Metodologia di misurazione Come sopra illustrato l esposizione della SIM al rischio di concentrazione è costituita per la quasi totalità da rapporti intrattenuti verso istituzioni bancarie. Viene utilizzato come metodo di valutazione quanto previsto nel Provvedimento, ovvero si considera grande rischio l attività ponderata che supera il valore del 10% del patrimonio di vigilanza. Tali posizioni non possono eccedere singolarmente il limite del 25% del patrimonio di vigilanza. L esame della composizione della clientela non prevede come output, al momento, alcun tipo di misurazione della copertura. Presidi organizzativi e di controllo A presidio del rischio identificato, la SIM effettua un attività di valutazione ex ante, finalizzata all individuazione della controparti depositarie. Vengono inoltre costantemente monitorate le posizioni dei clienti, cercando, per quanto possibile, di diversificare la provenienza delle masse gestite/amministrate. 12/28

13 Rischio di tasso di interesse Definizione Il rischio di tasso di interesse è definito come la variazione del valore economico delle poste attive e passive generate da variazioni inattese dei tassi di interesse sulle attività diverse da quelle classificate nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza. Valutazione esposizione Attualmente le disponibilità della società sono quasi integralmente costituite da liquidità depositata su primarie banche. E adottata un apposita procedura di gestione della tesoreria aziendale che disciplina la materia. Metodologia di misurazione Al fine di gestire il rischio di tasso di interesse, la SIM adotta la metodologia semplificata della Duration Gap, attraverso la quale le poste sensibili ai tassi di interesse sono suddivise in differenti fasce temporali, tenendo conto della loro scadenza (tassi fissi) o della data di negoziazione del tasso (tassi variabili). Presidi organizzativi e di controllo L esposizione della SIM al rischio di tasso di interesse risulta trascurabile atteso che la quasi totalità del patrimonio della SIM è depositata a breve presso primarie banche italiane. A presidio del rischio identificato sono previsti controlli periodici da parte della funzione di risk management. 13/28

14 Rischio di liquidità Definizione Il rischio di liquidità è il rischio che la SIM non sia in grado di adempiere alle proprie obbligazioni alla loro scadenza. Il rischio di liquidità si manifesta in genere sotto forma di inadempimento ai propri impegni di pagamento, che può essere causato da incapacità di reperire fondi (funding liquidity risk) ovvero dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk). Nell ambito dei rischi di liquidità si ricomprende anche il rischio di fronteggiare i propri impegni di pagamento a costi non di mercato, ossia sostenendo un elevato costo della provvista ovvero (e talora in modo concomitante) incorrendo in perdite in conto capitale in caso di smobilizzo di attività. Valutazione esposizione L esposizione al rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento si manifesta: con riferimento ai rapporti con i soggetti creditori relativi alla gestione ordinaria (fornitori, dipendenti e collaboratori, erario, collocatori, promotori finanziari, enti previdenziali). E adottata un apposita procedura Gestione della Tesoreria che disciplina l attività. Metodologia di misurazione Al fine di misurare il Capitale Interno per fronteggiare il funding risk la SIM utilizza la metodologia del Cash Capital Position, che richiede la riclassificazione del bilancio della SIM (ivi incluse garanzie e impegni) per individuare il contributo di ciascuna posta al conseguimento dell equilibrio finanziario. Attraverso tale metodologia la SIM è in grado di misurare la propria capacità di far fronte con le proprie riserve ovvero con strumenti finanziari prontamente liquidabili ad esigenze improvvise di liquidità che si dovessero manifestare nell arco di 30 giorni. Presidi organizzativi e di controllo L esposizione al rischio identificato risulta irrilevante atteso che la quasi totalità del patrimonio della SIM è costituita da liquidità depositata su primarie banche e strumenti di mercato monetario di pronta liquidabilità. A presidio del rischio identificato, è prevista un apposita procedura di gestione della tesoreria aziendale che disciplina la materia e prevede controlli periodici da parte della funzione di risk management. E comunque monitorata costantemente dal Risk Manager la percentuale di portafoglio di proprietà prontamente liquidabile. 14/28

15 Rischio strategico Definizione Il rischio strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Valutazione esposizione Ai fini della valutazione dell esposizione al rischio strategico si evidenzia come la SIM è esposta ad un rischio di concentrazione dei propri ricavi derivanti principalmente dall attività di Gestione di Patrimoni. La rischiosità della concentrazione su un attività mono - business è mitigata dalla possibilità di incrementare la propria attività su altri settori di business, quali la Consulenza in materia di investimenti, il Collocamento e la Ricezione e Trasmissione di ordini. Il piano strategico di recente approvazione punta infatti sulla diversificazione delle fonti di ricavo e sull ampliamento dei servizi offerti. Inoltre, la SIM può trarre vantaggio da alcuni elementi legati alle sue peculiarità: appartenenza a gruppo bancario internazionale adeguatamente strutturato e di elevato standing; presenza di specifiche policy di Gruppo attinenti lo sviluppo strategico aziendale; basso utilizzo di prodotti emessi o gestiti dal Gruppo con conseguente contenimento del livello dei relativi conflitti di interesse; elevato grado di semplicità e trasparenza dei prodotti di investimento. Ai fini della valutazione dell esposizione al rischio strategico, il cui impatto sulla capacità reddituale della Società interessa prevalentemente la componente dei ricavi, si è proceduto ad individuare le cause che possono incidere in maniera rilevante sulla diminuzione di tale componente. 1. Variazione in diminuzione delle masse causata da due principali fattori: A. eventi esogeni, quali necessità specifiche di alcuni clienti o l evoluzione particolarmente negativa dei mercati finanziari B. eventi endogeni, quali l insoddisfazione della clientela per i risultati conseguiti o l inadeguatezza dei prodotti offerti rispetto alla domanda della clientela. Con riferimento agli eventi esogeni si ritiene che la SIM abbia dimostrato anche in questo periodo congiunturalmente complesso di saper far fronte a tali eventi, mantenendo un sostanziale controllo sui riflessi a conto economico della dinamica delle masse, in virtù di una costante attenzione all evoluzione dei prodotti e ad una politica di gestione dei patrimoni improntata alla prudenza. Relativamente agli eventi endogeni si ritiene che la SIM non sia esposta in misura rilevante alla luce dei seguenti elementi: sostanziale assenza di reclami ricevuti da parte della clientela nel corso dell attività; politica di gestione dei patrimoni della clientela improntata alla prudenza che ha consentito di generare periodicamente, commissioni di performance, sia pur con forti variazioni negli 15/28

16 anni, anche in fasi critiche di mercato; una parte consistente dei clienti è caratterizzata da un rapporto di conoscenza diretta e conseguentemente di forte fidelizzazione. 2. Diminuzione dei margini causata dai fattori di seguito illustrati: A. andamento dei mercati finanziari particolarmente negativo che rende difficile la percezione del valore aggiunto da parte dei clienti; B. concorrenza nel suo complesso e in particolare politiche di prezzo aggressive applicate da intermediari che fanno leva su tale aspetto unicamente per catturare nuove quote di mercato. L esposizione a tali fattori di rischio è mitigata: dalla capacità di produrre buone performance nella prestazione dei servizi, dimostrata nel corso degli anni; dalla trasparenza e semplicità dei prodotti/servizi offerti dalla presenza di un marchio apprezzato al quale viene associato un livello qualitativo molto elevato dei servizi offerti. Essendo il rischio strategico di difficile quantificazione, gli strumenti e le metodologie di misurazione qualitativa dello stesso consistono nell analisi dei piani strategici pluriennali e del loro confronto con budget annuali di previsione, nel monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi prefissati e nell analisi della dinamica dei mercati. In particolare, la Sim presidia il rischio strategico attraverso le modalità di seguito descritte: mediante un definito processo di pianificazione strategica e operativa volto a definire obiettivi sostanzialmente coerenti valutandone attentamente la sostenibilità patrimoniale; effettua un monitoraggio continuativo e tempestivo dei risultati conseguiti, rilevando eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi definiti. Tale presidio permette di analizzare le cause che hanno generato le differenze e di individuare le idonee azioni correttive che possono comportare una ridefinizione degli obiettivi strategici ovvero impattare esclusivamente sugli interventi attuativi di breve periodo. 16/28

17 Rischio Reputazionale Definizione Il rischio reputazionale è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell immagine della SIM da parte di clienti, controparti, investitori o Autorità di Vigilanza. Valutazione esposizione I tratti distintivi del rischio in oggetto sono: la presenza di un carattere strutturale permanente; la derivazione da rischi appartenenti ad altre categorie, in prevalenza ai rischi operativi, che si trasformano in rischio reputazionale. Ai fini della valutazione dell esposizione della SIM a tale rischio si è provveduto, in primo luogo, ad individuare i punti di forza della SIM: l attività gestoria ispirata, a partire dalla asset allocation, ad un principio di prudenza finalizzato alla conservazione dei patrimoni della clientela; la professionalità derivante dalle approfondite esperienze personali in tutti i settori di attività della SIM; l attenzione al cliente che si sostanzia nel porre al centro dell attività il rapporto con la clientela e nella capacità di mantenere con continuità i rapporti personali con i clienti al fine di assicurare la qualità del servizio; l appartenenza ad un gruppo bancario internazionale adeguatamente strutturato e di elevato standing il quale non essendo emittente diretto di propri prodotti garantisce quell autonomia necessaria per gestire al meglio potenziali situazioni di conflitto di interesse; la presenza di chiare policy di Gruppo volte a regolare tutti gli aspetti dell operatività aziendale; l attenzione riservata alla cura delle relazioni con i mezzi di informazione e nello svolgimento dell attività di marketing. L esposizione a tale fattispecie di rischio è determinata, in via generale, dagli eventi di rischio che possono inficiare i punti di forza sopra individuati ovvero trasformare gli stessi in punti di debolezza. Presidi organizzativi e di controllo Per la mitigazione del rischio reputazionale sono state intraprese azioni che consentono di ridurre la probabilità di accadimenti che possono riflettersi negativamente sulla reputazione aziendale. Tale minimizzazione dei fattori di rischio viene raggiunta attraverso le seguenti misure: monitoraggio e controllo dei fattori di rischio operativo; attento processo di selezione e formazione delle risorse umane; adozione di Codici etici e/o di comportamento; stretta interazione tra le funzioni deputate al controllo e quelle di gestione e di supervisione strategica; implementazione di specifiche policy di Gruppo; approfondita e tempestiva analisi dei reclami pervenuti; attenzione nel processo di comunicazione ai vari stakeholders. 17/28

18 Struttura organizzativa Il sistema di governo, gestione e controllo dei rischi è costituito da un insieme di regole, procedure e strutture organizzative che mirano ad assicurare, nel rispetto delle strategie aziendali e delle normative primarie e secondarie, la piena consapevolezza, e l adeguatezza dei presidi di tale sistema nonché l efficace mitigazione del rischio. Detto sistema trova esplicita e dettagliata formalizzazione nella specifica regolamentazione interna volta a definire, per ciascuna fattispecie di rischio, i ruoli e le responsabilità degli Organi e delle Funzioni Aziendali. Le procedure in oggetto si riferiscono al processo di autovalutazione dell adeguatezza patrimoniale della SIM e alla gestione delle fattispecie di rischio ritenute rilevanti e, in quanto tali, oggetto della presente trattazione. All interno di esse vengono esposti i ruoli e le responsabilità di pertinenza dei diversi attori coinvolti, ciò nel rispetto della separazione fra le funzioni deputate alla supervisione strategica, alla gestione e quelle che svolgono attività di controllo. Il Consiglio di amministrazione, in quanto Organo di supervisione, è responsabile della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle politiche di gestione dei rischi nonché degli indirizzi per la loro applicazione. In particolare, il CdA: delega alla funzione di Risk Management l identificazione e la classificazione dei rischi aziendali cui è sottoposta la struttura organizzativa nello svolgimento dei servizi di investimento; definisce il profilo di rischio della SIM in funzione degli obiettivi che ci si è posti in fase di approvazione del piano strategico. identifica e quantifica le soglie limite degli indicatori rilevanti utili per il monitoraggio nel continuo del rispetto del profilo di rischio. Per tale processo dovrà tener conto di un analisi compiuta sulle coperture patrimoniali richieste dal primo pilastro e calcolate in un determinato periodo di riferimento. Per i rischi non misurabili quantitativamente si dovranno prevedere procedure di monitoraggio, gestione ed attenuazione del rischio. valuta la coerenza del profilo di rischio in caso di revisione del piano strategico, e in caso si rilevassero discrepanze, decide se provvedere ad un aggiornamento del piano strategico o del profilo di rischio. determina il livello prospettico del capitale interno complessivo e del capitale complessivo con riferimento alla fine dell esercizio in corso al momento dell approvazione del resoconto ICAAP. La stima dovrà tener conto della prevedibile evoluzione dei rischi e dell operatività e dovrà, inoltre, essere coerente con il piano strategico pluriennale; monitora l adeguatezza del processo di Risk Management; valuta il resoconto ICAAP, identificando eventuali aree di miglioramento, sia sotto l aspetto metodologico che organizzativo, individuando specificamente le eventuali carenze del processo, le azioni correttive da porre in essere, la pianificazione temporale delle medesime; approva il resoconto ICAAP da inviare alla Banca d Italia entro il 31 marzo di ogni anno. 18/28

19 L Alta Direzione, in quanto organo con funzioni di coordinamento e indirizzo, per il tramite degli amministratori con poteri delegati, cura la realizzazione ed il mantenimento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi, in linea con gli indirizzi strategici fissati dal Consiglio di amministrazione. In particolare: recepisce le direttive del Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo dei rischi; riceve la definizione/revisione della struttura dei limiti operativi approvata dal Consiglio di Amministrazione e la comunica alla struttura interna; valuta il grado di esposizione al rischio ed i presidi adottati per mitigare l esposizione sulla base dell informativa ricevuta dalla Funzione di Risk Management; valuta le proposte di introduzione di nuovi presidi per le aree maggiormente a rischio o per le aree per le quali si è individuato un margine di miglioramento e le sottopone all approvazione degli Amministratori Delegati. La Funzione di Risk Management, coadiuvata dalle Funzione di Compliance e di Revisione Interna, concorre alla: identificazione, monitoraggio e gestione dei rischi aziendali; verifica del rispetto delle regole in materia di vigilanza prudenziale, in relazione a determinati elementi quali: o il capitale minimo richiesto, o l adeguatezza patrimoniale, o la gestione dei rischi; mappatura dei rischi operativi: o monitoraggio dei rischi, o rilevazione dei rischi dalle procedure, o identificazione dei rischi, o identificazione dei controlli esistenti, o analisi dei possibili presidi aggiuntivi proposti dai referenti di processo, o identificazione delle aree operative, predisposizione di report periodici per o il Consiglio di Amministrazione, o l Alta Direzione; o determinazione, su indicazione del CdA, del capitale interno complessivo e del capitale complessivo calcolato con riferimento alla fine dell ultimo esercizio chiuso. I vari referenti delle altre aree della SIM svolgono le seguenti attività: recepiscono le direttive del Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo dei rischi; ricevono comunicazione dal Consiglio di Amministrazione degli interventi di mitigazione definiti a fronte dei rischi operativi rilevanti e pongono in atto le misure per l applicazione 19/28

20 del piano di intervento definito dal Consiglio di Amministrazione a seguito di particolari evidenze emerse dalla ricognizione del livello di esposizione alle diverse fattispecie di rischi operativi; partecipano alla valutazione del livello di esposizione generale ai rischi operativi riferiti a tutta la Società, al lancio di nuove tipologie di prodotti o quando risulta necessario un aggiornamento; in tale sede propongono eventuali correttivi migliorativi dei presidi già in essere o nuovi presidi per processi già avviati/da avviare. 20/28

21 TAVOLA 2 Ambito di applicazione Informativa qualitativa La presente informativa al pubblico è riferita ad Julius Baer Società di Intermediazione Mobiliare S.p.A (la SIM ), con sede legale in Milano, Corso di Porta Nuova, 3, iscritta all albo delle SIM con delibera n del 18/05/1999, ai sensi del D. LGS. N. 58/98 è autorizzata alla prestazione dei seguenti servizi di investimento: 1. Collocamento senza assunzione a fermo né assunzione di garanzia nei confronti dell'emittente (delibera n del 18/05/1999) 2. Gestione di portafogli (delibera n del 18/05/1999) 3. Ricezione e trasmissione di ordini (delibera n del 29/10/2003) 4. Consulenza in materia di investimenti (D.lgs. 164 del 17/09/2007) 21/28

22 TAVOLA 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Il patrimonio di vigilanza costituisce il principale punto di riferimento nelle valutazioni dell Organo di Vigilanza in ordine alla solidità degli intermediari. Su di esso si basano i più importanti strumenti di controllo prudenziale, quali i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi e le regole sulla concentrazione di questi ultimi. Esso è costituito dalla somma del patrimonio di base, ammesso nel calcolo senza alcuna limitazione, del patrimonio supplementare, che viene ammesso nel limite massimo del patrimonio di base, e del patrimonio di terzo livello. Da tali aggregati vengono dedotti, qualora presenti, le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate, detenuti in altre banche e società finanziarie. Vengono altresì dedotte le partecipazioni in società di assicurazione e le passività subordinate emesse dalle medesime, nonché ulteriori elementi connessi col calcolo dei requisiti patrimoniali. Alla data di riferimento, le poste incluse nel patrimonio di vigilanza sono costituite, dal Capitale Sociale, dalle Riserve e da utili accantonati. Non concorrono strumenti ibridi di patrimonializzazione, passività subordinate e strumenti innovativi di capitale. 22/28

23 Informativa quantitativa Di seguito viene rappresentata la composizione del patrimonio di vigilanza, con il dettaglio dei singoli elementi che lo costituiscono. 23/28

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