Analisi del fenomeno infortunistico nei settori lavorativi a maggiore presenza di lavoratori immigrati

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1 Analisi del fenomeno infortunistico nei settori lavorativi a maggiore presenza di lavoratori immigrati a cura del Dipartimento di Sanità Pubblica: Staff di Epidemiologia e Comunicazione Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro. Introduzione Il crescente impiego di lavoratori extracomunitari, con le peculiarità che li caratterizzano, pone la necessità di considerare la provenienza del lavoratore una variabile da studiare all interno del fenomeno infortunistico. Il tributo infortunistico pagato da questa mano d opera di provenienza estera è rilevante e, in proporzione, maggiore di quanto non sia quello della mano d opera locale. I lavoratori immigrati si trovano in una condizione di svantaggio e di maggiore vulnerabilità per quanto riguarda l'accesso al lavoro e le condizioni lavorative rispetto alla media della popolazione italiana: problemi di comprensione linguistica; probabile differenza nella percezione del rischio; condizione di maggior fragilità e di conseguente disponibilità ad accettare le mansioni più umili e pericolose; situazioni di vita extralavorativa di maggior precarietà. Secondo il Rapporto Regionale INAIL 2006 "a causa di livelli di formazione più bassa, minor esperienza, precarietà dell'occupazione e scarsa conoscenza della lingua, i lavoratori stranieri si infortunano il 50% in più dei loro colleghi italiani". Il presente studio, di tipo descrittivo, ha lo scopo di valutare in termini quali-quantitativi se, in merito al fenomeno infortunistico, vi siano differenze tra la popolazione lavorativa immigrata e quella lavorativa nazionale impiegata nelle UU.LL collocate nel territorio della provincia di Ravenna; più precisamente, se la condizione di lavoratore immigrato influenza il rischio di infortunio sul lavoro. Metodi I dati correntemente disponibili nel data base INAIL-ISPESL-REGIONI consentono di individuare i casi di infortuni accaduti a lavoratori nati all estero, ma non consentono di calcolare indici infortunistici differenziati, in quanto nella stima dei lavoratori non si fa distinzione fra lavoratori italiani e lavoratori nati all estero. L indagine, perciò, è stata condotta mediante questionario postale e interviste a datori di lavoro e lavoratori ed era finalizzata a: 1. calcolare rapporti di incidenza di infortuni tra lavoratori italiani e lavoratori nati all estero; 2. stimare la correlazione tra accadimento di infortunio e alcune variabili significative; 3. raccogliere informazioni utili per la prevenzione da datori di lavoro e lavoratori nati all estero. E stato individuato un campione di 162 aziende dei comparti costruzioni, trasporti, industria dei metalli mediante estrazione causale dalla Banca dati INAIL ISPESL REGIONI. I comparti sono stati scelti in quanto hanno registrato il più alto numero assoluto di infortuni in lavoratori nati all estero. Alle aziende è stato inviato un questionario postale che chiedeva di dichiarare le ore di lavoro per gli anni dal 2004 al 2007 distinguendo i lavoratori italiani da quelli nati all estero. I dati sugli infortuni accaduti nelle aziende sono stati ricavati dall archivio Flussi (INAIL ISPESL REGIONI). In alcuni casi nell archivio Flussi sono presenti registrazioni di infortuni in anni in cui 1

2 non sono state indicate dalle ditte ore di lavoro. Questi infortuni sono stati esclusi. Sono stati inoltre esclusi gli infortuni non definiti e quelli definiti negativamente. Sono stati esclusi gli infortuni in itinere e conservati quelli stradali non in itinere. I dati disponibili non coprono l intero periodo per tutte le aziende: alcune in qualche anno non hanno indicato ore lavorate da lavoratori stranieri e in altri casi le ditte sono di recente costituzione. Per ogni singolo settore di impiego si sono calcolati gli Indici di Frequenza per di ore lavorate (IF = Indice di Frequenza), distinti per italiani e nati all estero, i rapporti tra questi (RR-IF) con i relativi intervalli di confidenza al 95%. Sono stati, inoltre, calcolati gli Indici di Gravità (IG) per ore lavorate, distinti per nazionalità e singolo settore produttivo, nonché il loro rapporto con gli intervalli di confidenza al 95%. Indice di Frequenza: IF = [NumInfortuni]/[SommaDiOre]* Indice di Gravità: IG = ([GiornatePerse]+([GradiInab]*75)+([Mortali]*7500))/[SommaDiOre]*10000 Al fine di ottenere maggiori informazioni che possano orientare nelle attività di prevenzione, si è analizzato il ruolo di alcune variabili nell influenzare il risultato nel calcolo dei RR riferiti agli Indici di Frequenza. E stata, inoltre, condotta una analisi di correlazione con metodo non parametrico tra Indici infortunistici e le suddette variabili. Le variabili testate sono state: 1. Tasso di tariffa (TassoTariffa) 2. Turnover Istat (TurOverIstat) 3. Turnover corretto (TurnOverBis) 4. Dimensione azienda (Ore lavorate) Le variabili sono state così definite: Dimensione azienda Come indicativo della dimensione dell azienda è stato utilizzato il numero di ore lavorate. Tasso di tariffa (Rischio intrinseco della lavorazione) - Alle aziende è stato richiesto il numero di ore lavorate suddivise anche per tipo di lavorazione identificata mediante la voce di tariffa Inail e il data base INAIL-ISPESL-REGIONI fornisce l informazione sull attività svolta dal lavoratore infortunato sempre mediante voce di tariffa Inail. Alle voci di tariffa sono associati degli indici infortunistici di inabilità permanente pubblicati sulla G.U. n. 192 del 17 agosto 2004 dal Ministero del Welfare relativi alla media dell'ultimo triennio disponibile. La voce di tariffa e il relativo indice infortunistico sono stati utilizzati come indicatori della pericolosità intrinseca della lavorazione. In particolare è stato calcolato un indice di rischio per ciascuna azienda per l intero periodo separatamente per italiani e nati all estero con la seguente formula: sommatoria(n.ore lavorate in tariffa*indice tariffa)/orelavorate Turnover - Sono stati calcolati due indici di turnover per ciascuna azienda per l intero periodo separatamente per italiani e nati all estero. Il primo è stato calcolato secondo i criteri utilizzati dall ISTAT applicando la seguente formula: Turnover Istat: [Assunti]+[Dimessi]/([SommaDiOre]/1700) 2

3 Il secondo è stato calcolato con l intenzione di evidenziare il turnover delle persone al netto di aumenti o riduzioni di organico, ed è stata per ciò utilizzata la seguente formula: Turnover corretto: ([Assunti]+[Dimessi]-Abs([Assunti]-[Dimessi]))/([SommaDiOre]/1700) Per ognuno di questi sono state individuate arbitrariamente due categorie, in funzione del valore della mediana corrispondente: per valori inferiori a questa la variabile è classificata di livello basso, di livello alto per valori superiori alla mediana. Per ciascuna variabile considerata sono stati calcolati gli IF, i RR con i relativi IC al 95%, stratificati per attività produttive e nazionalità. Con le interviste a datori di lavoro e lavoratori, si è cercato di acquisire informazioni sulle eventuali esigenze dei datori di lavoro, sulla competenza linguistica dei lavoratori e sul loro atteggiamento verso la sicurezza. Sono state condotte interviste strutturate con i datori di lavoro (o loro delegati) di 49 aziende e presso le stesse aziende sono stati intervistati 63 lavoratori nati all estero. L intervista ai lavoratori era rivolta soprattutto a verificare la loro competenza linguistica e il loro atteggiamento verso la sicurezza. Il giudizio è stato espresso dall intervistatore al termine del colloqui per ogni lavoratore. Risultati A Tasso di incidenza (I.F. = Indice di Frequenza ) Hanno risposto in modo utile 71 aziende per complessive ore di lavoro in cui sono accaduti 355 infortuni. La tabella seguente riporta il rischio relativo di accadimento di un infortunio per i lavoratori nati all estero rispetto ai lavoratori italiani per ciascun comparto considerando l intero periodo Tab. 1 - Tasso di incidenza di infortunio (I.F. = Indice di Frequenza) x e Indice di Gravità x 10000, per Settore produttivo e nazionalità dei lavoratori; RR, per entrambi gli indici, tra lavoratori stranieri e italiani. Periodo , provincia di Ravenna. Attività produttive n ore lavorate Stranieri n infortuni I.F. x I.G. x n ore lavorate Italiani n infortuni I.F. (1) x I.G.(2) x R.R. I.F. (I.C. 95%) R.R. I.G. (I.C. 95%) Costruzioni ,7 40, ,7 20,4 2,4 (1,5-3,6)* 2,0 (1,9-2,1)* Metalmeccanica ,2 120, ,0 53,7 1,8 (1,2-2,8)* 2,2 (2,1-2,3)* Trasporti ,5 125, ,2 69,8 1,9 (0,8-4,0) 1,8 (1,7-1,9)* Totale ,4 90, ,5 37,1 2,0 (1,5-2,7) 2,4 (2,3-2,5)* (1) IF: [Num Infortuni]/[SommaDiOre]* (2) IG: ([GiornatePerse]+([GradiInab]*75)+([Mortali]*7500))/[SommaDiOre]*10000 * differenza Stranieri e Italiani statisticamente significativa 3

4 Il rischio di infortunio nei lavoratori stranieri si attesta su valori superiori rispetto a quello dei lavoratori italiani in tutti e tre i settori produttivi considerati (RR = Rischio Relativo vicino o superiore a 2, pari ad un rischio di circa due volte o più negli stranieri); il risultato è statisticamente significativo sia per il comparto costruzioni che per l industria dei metalli, mentre il comparto trasporti, pur con un rischio di 1.9, presenta un ampio intervallo di confidenza verosimilmente legato alla bassa numerosità di eventi e di ore lavorate relativamente al personale straniero, che richiede una conferma statistica con un campione più ampio. Gli infortuni tra gli stranieri, oltre ad essere relativamente più frequenti, sono anche più gravi, con valori di RR vicino a 2 e statisticamente significativi nei tre comparti (Tab. 1). L analisi temporale evidenza che tale maggiore frequenza di infortunio è costantemente presente nel periodo considerato, con le uniche eccezioni del 2005 per i Trasporti e del 2006 nella Metalmeccanica, con valori di I.F. quasi sempre doppi o anche più rispetto a quelli dei lavoratori italiani. Graf Andamento temporale degli Indici di Frequenza di infortunio, nei Comparti Costruzioni, Metalmeccanica e Trasporti: confronto lavoratori stranieri e italiani. Periodo , provincia di Ravenna. Graf. 1 - Costruzioni ,2 100,7 109,0 88,1 96,7 I.F. x ,8 43,1 42,4 35,2 40, stranieri italiani Graf. 2 - Metalmeccanica I.F. x ,8 95,8 96,4 84,2 48,1 55,0 56,6 45,3 46,0 28, stranieri italiani 4

5 Graf. 3 - Trasporti ,5 131,7 I.F. x ,4 42,3 63,0 52,3 71,7 46,1 107,5 55, stranieri italiani I lavoratori impiegati in aziende con un alto tasso di tariffa mostrano, in generale, un più alto rischio di infortunio (RR=1,9; IC 95% 1,5-2,4); ciò, tuttavia, è vero solo per i lavoratori italiani (RR=2,3; IC 95% 1,8-2,9), mentre in quelli stranieri un tasso di tariffa elevato è protettivo, con valori di RR statisticamente significativi (RR=0,5; IC 95% 0,3-0,8) (Tab. 2). Tab. 2 - Attività produttive rischio attività alto rischio attività basso R.R. naz. I.F. naz. I.F. Costruzioni Estero ,4 Estero ,3 0,3 (0,1-0,7) * Metalmeccanica Estero ,7 Estero ,4 0,7 (0,3-1,6) Trasporti Estero ,4 Estero ,3 0,1 (0,0-0,7) * totale Estero , ,2 0,5 (0,3-0,8) * Costruzioni Italia ,8 Italia ,4 1,3 (0,9-1,9) Metalmeccanica Italia ,8 Italia ,5 1,9 (1,2-3,2) * Trasporti Italia ,2 Italia ,0 9,8 (5,5-18,6) * totale Italia , ,4 2,3 (1,8-2,9) * Totale , ,9 1,9 (1,5-2,4) * Il turnover, alto o basso, che caratterizza un azienda non influenza in alcun modo il rischio di infortunio nel personale straniero, sia che l indice di turnover venga calcolato con il metodo Istat sia che si adotti il metodo alternativo (rispettivamente, RR=1,0; IC 95% 0,6-1,8 e RR=1,0; IC 95% 0,6-1,6) (Tab. 3 e 4). 5

6 Tab. 3 - Attività produttive Turn over istat alto Turn over istat basso R.R. naz. I.F. naz. I.F. Costruzioni Estero ,0 Estero ,4 1,3 (0,6-2,9) Metalmeccanica Estero ,7 Estero ,1 0,9 (0,4-1,9) Trasporti Estero ,9 Estero ,8 1,3 (0,3-8,6) totale Estero , ,1 1,0 (0,6-1,8) Costruzioni Italia ,6 Italia ,7 0,5 (0,3-0,7) Metalmeccanica Italia ,1 Italia ,2 0,9 (0,5-1,5) Trasporti Italia ,8 Italia ,3 4,6 (1,9-14,8) * totale Italia , ,5 0,8 (0,6-1,1) Totale , ,6 0,8 (0,6-1,0) Tab. 4 - Attività produttive Turn over mb alto Turn over mb basso R.R. naz. I.F. naz. I.F. Costruzioni Estero ,4 Estero ,7 1,1 (0,5-2,6) Metalmeccanica Estero ,8 Estero ,7 0,8 (0,3-1,8) Trasporti Estero ,4 Estero ,8 0,7 (0,1-7,4) totale Estero , ,8 1,0 (0,6-1,6) Costruzioni Italia ,4 Italia ,2 1,3 (0,8-2,0) Metalmeccanica Italia ,6 Italia ,4 0,9 (0,5-1,6) Trasporti Italia ,2 Italia ,1 6,4 (3,7-11,0) * totale Italia , ,6 1,9 (1,4-2,4) * Totale , ,2 1,8 (1,4-2,3) * Quest ultimo fornisce un elevato RR nei lavoratori italiani (RR=1,9; IC 95% 1,4-2,4), da imputare a quanto succede nel settore Trasporti (RR=6,4; IC 95% 3,7-11,0). L analisi di correlazione, tuttavia, evidenzia che Indice di Frequenza e Tasso di turnover, calcolato con il metodo alternativo, cioè al netto dei ridimensionamenti aziendali, sono positivamente correlati (coefficiente di correlazione di Pearson pari a 0,355, statisticamente significativo). I lavoratori impiegati in un azienda avente dimensioni di livello alto presentano un rischio di infortunio significativamente più basso (RR=0,5 IC 95% 0,4-0,6); analizzando per nazionalità, ciò risulta vero solo per i lavoratori italiani (RR=0,6; IC 95% 0,4-0,9), mentre nei lavoratori stranieri non vi sono differenze in rapporto alle dimensioni aziendali (RR=0,6; IC 95% 0,3-1,0) (Tab. 5). 6

7 Tab. 5 - Attività produttive dimensione az. alta dimensione az. bassa R.R. naz. I.F. naz. I.F. Costruzioni Estero ,0 Estero ,4.. Metalmeccanica Estero ,5 Estero ,3 0,9 (0,4-2,0) Trasporti Estero 0 0 Estero ,5.. totale Estero , ,7 0,6 (0,3-1,0) Costruzioni Italia ,2 Italia ,4 0,3 (0,2-0,5) * Metalmeccanica Italia ,9 Italia ,7 1,6 (0,6-5,0) Trasporti Italia ,8 Italia ,0.. totale Italia , ,5 0,6 (0,4-0,9) * Totale , ,9 0,5 (0,4-0,6) * B - Intervista a datori di lavoro e lavoratori Intervista al datore di lavoro In tutte le aziende il datore di lavoro è risultato essere italiano e solamente in una era presente un preposto o dirigente nato all estero. Nella maggioranza dei casi i datori di lavoro hanno dichiarato che i lavoratori nati all estero permangono nella loro azienda in genere per anni (89,8% delle aziende) e solamente nel 10,2% dei casi vi sarebbe una permanenza di mesi o settimane. Il motivo dichiarato del ricorso a lavoratori nati all estero è soprattutto la mancata disponibilità di lavoratori italiani (65,3% dei casi) mentre nel 22,4% dei casi il lavoratore nato all estero è stato assunto per la sua competenza, affidabilità o buona referenza. Nel 10,2% dei casi il datore di lavoro ha dichiarato che non vi sono motivi di differenza per l assunzione. Richiesti di indicare quali fossero gli aiuti che vorrebbero ricevere, il 26,5% ha risposto Nessuno, il 36,7% vorrebbe aiuti per migliorare la conoscenza della lingua italiana, il 10,2% ha espresso il desiderio di aiuti per il miglioramento del comportamento di sicurezza ( in particolare dall esterno, perché abbia maggiore autorevolezza ), il 26,5% ha indicato la necessità di una maggiore cultura (cultura italiana, cultura civica, cultura aziendale), infine il 4,1% ha indicato altri tipi di aiuti (sgravi fiscali, aiuti per gestione della vita quotidiana). Intervista ai lavoratori La maggior parte dei lavoratori proviene da Albania (25,4%), Marocco (17,5%), Romania (12,7%), Moldavia (11,1%) e il 79,4% di loro ha una permanenza in Italia da 1 a 10 anni Il 46% dei lavoratori ha una anzianità lavorativa in azienda non superiore a 2 anni e per quanto riguarda la mansione svolta al momento dell intervista per il 53,8% era muratore, saldatore, addetto alle macchine utensili, idraulico, elettricista, autista. Per quanto riguarda il titolo di studio prevale il diploma (52,4%) seguito dalla scuola dell obbligo (44,4%). Il 60,3% ha dichiarato di non aver seguito alcun corso di lingua italiana. 7

8 Conoscenza della lingua italiana - Al termine del colloquio, l intervistatore ha espresso per ciascuno un giudizio sulla competenza linguistica, sia per quanto riguarda la comprensione che per quanto riguarda l espressione. Le due tabelle seguenti riportano la sintesi dei giudizi espressi. A circa un quarto dei lavoratori è stata attribuita una padronanza molto stentata o difficoltosa della lingua italiana, sia in termini di comprensione che di espressione. Il 60,3% ha una buona oppure ottima comprensione e il 55,6% ha una ottima o buona espressione. Giudizio sulla padronanza della lingua italiana Lingua italiana Molto stentata Difficoltosa Sufficiente Buona Ottima Comprensione 4,8% 15,9% 19,0% 44,4% 15,9% Espressione 3,2% 17,5% 22,2% 41,3% 14,3% Nel corso del colloquio il 95% dei lavoratori ha riferito che durante la propria attività ha necessità di leggere documenti il lingua italiana ma solamente il 38,1% ha riferito di non avere mai difficoltà nella lettura di testi in italiano. Il 14,3% ha dichiarato di avere difficoltà sempre o spesso mentre il 47,7% ha difficoltà raramente o qualche volta. I lavoratori hanno riferito che per loro è più facile parlare (44,4%) che leggere (14,3%) la lingua italiana. Per il 6,3% sono difficili entrambe e per il 34,9% sono facili entrambe. Il basso numero di intervistati non consente un analisi distinta per paese di provenienza, ma emerge ugualmente indicazione che una maggior competenza da parte di chi proviene da Albania, Marocco, Tunisia, Moldavia e Romania e maggiori difficoltà per chi proviene da Polonia, Bangladesh. Alla domanda Dove hai imparato l italiano? hanno risposto: colleghi (60,3%), italiani (52,4%), familiari (39,7%), scuola (30,2%), media (17,5%), corsi specifici (11,1%), libri (6,3%), connazionali (3,2%). Chi ha una buona o ottima padronanza della lingua italiana ha riferito più degli altri di aver imparato parlando con italiani o seguendo un percorso scolastico. Atteggiamento verso la sicurezza - Durante il colloquio la disponibilità dei lavoratori è stata molta (63,5%) o sufficiente (34,9%) e solamente nell 1,6% scarsa. Anche la soddisfazione verso il livello di sicurezza in azienda è stata molta (54,0%) o sufficiente (39,7%). Parimenti la convinzione che la sicurezza sia un valore è parsa per la maggioranza dei lavoratori molta (68,3%) comunque sufficiente (22,2%). Leggermente inferiore è stata valutata la percezione dei rischi che è risultata molta per il 41,3%, sufficiente per il 49,2%, scarsa per il 9,5%. Giudizio sull atteggiamento verso la sicurezza Molta Sufficiente Scarsa Quasi nulla Disponibilità a parlare del tema 63,5% 34,9% 1,6% 0,0% Soddisfazione per il livello di sicurezza in azienda 54,8% 40,3% 4,8% 0,0% Convinzione che la sicurezza sia un valore 68,3% 22,2% 4,8% 1,6% Adeguatezza della sua percezione dei rischi presenti in azienda 41,3% 49,2% 9,5% 0,0% 8

9 Una delle domande riguardava il comportamento da agire in caso di incendio. L 11% non è stato in grado di rispondere, il 23,8% ha indicato un comportamento di sola fuga Scappo!, il 27% ha indicato solo alcune delle azioni da agire e il 36% ha invece risposto in modo sufficientemente completo e articolato. Discussione In questo studio i lavoratori stranieri presentano indici infortunistici, di frequenza e gravità, con valori superiori rispetto a quelli dei lavoratori italiani. Se per i lavoratori italiani il rischio di infortunio sembra sia associato positivamente ad un tasso di tariffa elevato, indicatore del livello di rischio della lavorazione svolta, nei lavoratori stranieri una maggiore frequenza si osserva nelle lavorazioni classificate come a basso rischio. Risultati discordanti si ottengono dallo studio del ruolo del turnover, indicatore proxy della precarietà dei rapporti di lavoro. La correlazione positiva (coefficiente di Pearson 0,355) tra Indice di Frequenza e turnover, calcolato con il metodo alternativo, suggerisce un ruolo di quest ultimo quale fattore di rischio per l insorgenza di infortunio. Il rapporto tra gli IF calcolati stratificando per la variabile turnover (valorizzata con il metodo ISTAT) non evidenzia, tuttavia, differenze significative del rischio infortuni all interno della popolazione di lavoratori stranieri e italiani, così come nei singoli settori produttivi, con la sola eccezione dei trasporti per i lavoratori italiani (Tab. 3). Quando il turnover viene valorizzato con il metodo alternativo, il risultato cambia solo per i lavoratori italiani, per i quali tra le due categorie di turnover vi è una differenza di rischio statisticamente significativo (Tab. 4). Il ruolo del turnover, quindi, come espressione del precario inserimento nella realtà aziendale e nella sua organizzazione, non emerge con chiarezza, rendendo necessari ulteriori approfondimenti. La conoscenza della lingua italiana è il problema emerso con maggiore frequenza tanto nel colloquio con i datori di lavoro che con i lavoratori stessi. Poco più della metà di questi hanno un livello di conoscenza classificato come buono o ottimo, sia nella comprensione (60%) che nella espressione (56%); solamente il 38% non ha difficoltà nel leggere testi in italiano. L apprendimento della lingua italiana non è tanto legato alla frequenza di corsi specifici (poco più del 10%), quanto piuttosto alla frequentazione di altre persone (colleghi, familiari, ecc.). La sicurezza è considerata un valore da una buona percentuale dei lavoratori stranieri intervistati; anche un adeguata percezione dei rischi è presente in un numero sufficientemente alto di casi. Ciò che sembra far difetto, tuttavia, è la conoscenza di procedure e norme di comportamento nel far fronte alle emergenze; in caso di incendio, ad esempio, poco più di una lavoratore su tre ha indicato in modo sufficientemente completo e articolato le azioni da svolgere correttamente. 9

10 Conclusioni Da questa indagine è emerso che la frequenza degli infortuni sul lavoro è maggiore tra i lavoratori stranieri. Livello di rischiosità dell attività svolta e dimensioni dell azienda non sembrano svolgere un ruolo favorente; incerto è il ruolo del turnover, che merita di essere ulteriormente approfondito. Relativamente ad altri fattori che possono determinare un maggior rischio, dall indagine emerge che poco più della metà dei lavoratori stranieri ha un livello almeno buono di conoscenza sia nella comprensione sia nella espressione della lingua italiana e solamente il 38% dichiara di non avere difficoltà nel leggere testi in italiano e che tale lingua è stata per lo più appresa mediante frequentazione di persone nella vita quotidiana o lavorativa. La comunità di pratica presente nell ambiente di lavoro appare quindi il veicolo principale per l acquisizione di competenza (lingua, informazioni, istruzioni, procedure), e l inserimento attivo e adeguato in tale comunità è anche un noto elemento centrale per la gestione dei rischi e la prevenzione degli infortuni. Su tale elemento appaiono pertanto opportuni approfondimenti anche per valutare l influenza delle diverse culture di provenienza nel favorire od ostacolare un utile comportamento preventivo. Bibliografia 1. INAIL, Rapporto Regionale 2006 (Emilia-Romagna). Documento on-line disponibile nel sito 2. Valentino Patussi, Paolo Barbina, Fabio Barbone, et al., Comparison of the incidence rate of occupational injuries among permanent, temporary and immigrant workers in Friuli-Venezia Giulia, Epidemiol. Prev. 32(1): A.M. Colao, V. Pisciottano, C. Giampaoletti, G. Cenci, Il fenomeno infortunistico nei lavoratori extracomunitari della zona territoriale n. 6 di Fabriano. Med. Lav. 2006; 97, 6:

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