ANTOLOGIA CRITICA INERENTE ALLA NARRATIVA DI GERMANA MARINI. Originalità, scioltezza, capacità di sintesi: quanto basta per catturare il lettore.

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1 ANTOLOGIA CRITICA INERENTE ALLA NARRATIVA DI GERMANA MARINI Originalità, scioltezza, capacità di sintesi: quanto basta per catturare il lettore. Mario Miccinesi, Uomini e Libri Largo favore di pubblico e di critica ha raccolto il romanzo Simbiosi, di Germana Marini. E da leggere il modo in cui la scrittrice mette il collarino da Pierrot e i grandi bottoni degli antichi valori alla donna borghese, come ha saputo isolare e penetrare la pena dell uomo moderno, che beve fino in fondo l amaro calice propinatogli dal benessere. Elena Di Felice, Il Giorno La narrazione, spesso in prima persona, rende più efficace il discorso e permette alla Marini di cogliere e rendere anche le minime sfumature dell animo dei suoi personaggi. Gad Louis Girgis. Prefazione al romanzo Simbiosi Una scrittura che imprime all esposizione un ritmo incisivo e diverso. Maria Giacobbe, Letture Questo romanzo dentro la droga è una coraggiosa prova. Marini si esprime con immediatezza e i suoi personaggi sono vivi di una accattivante modernità. Baldassarre Molossi, Gazzetta di Parma. Recensione al romanzo, Sfuggire alla Piovra

2 Un racconto scorrevole, colloquiale e dolorosamente partecipe delle esperienze narrate. Il testo ha una tessitura autentica e diretta, senza i tanti birignao di altra testimonianza del genere. Alcide Paolini. Nota critica al romanzo Sfuggire alla Piovra Di Germana Marini ho tenuto, anni fa, a battesimo una raccolta di poesie. E si può dire che quei folgoranti versi: di ribellione, ma di pietà e di verità senza scampo, fossero già il fondale dei suoi romanzi. Pur nel passo diverso della prosa, in effetti, la poetessa e la romanziera - una romanziera a scrittura veloce, che si sporge di preferenza su di un dialogo a scavo e a scatto - si danno la mano. Giancarlo Vigorelli. Prefazione al romanzo Sfuggire alla Piovra Lei sa raccontare con forza, con intensità, con molta verità umana. Ho letto con viva curiosità e interesse questo libro, al quale auguro un meritato successo! Giorgio Bàrberi Squarotti, (Lettera autografa) Una narrazione che non smette di sorprendere per la rara densità e le inesauribili risorse. Alberico Sala, Lunarionuovo Capire, conoscere, amare: sono le componenti essenziali della nostra coscienza di vita; ciò per cui vale la pena di lottare. E chi combatte quel che distrugge la coscienza umana (insegna l autrice), reca il suo fondamentale contributo al recupero di un umanesimo che non sia fatto solamente di erudizione, ma di effettiva cultura. Marini scrive fratto, spezzato, combatte l angoscia con la forza di una convinzione, denuda il dialogo e non teme le espressioni crude. Ne risulta un racconto dal quale non ci si può staccare se non per tirare, alla fine, il fiato, ma anche per sentirsi impegnati in quella stessa battaglia. Mario Monteverdi, Artecultura. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra

3 Con questo romanzo, protagonista del quale è la droga, Germana Marini, con linguaggio lineare e privo di velleità puramente letterarie, ci fa conoscere il dramma, senza introdurci in fatalismi angosciati. Motore segreto del racconto è la fiducia in una vocazione di servizio verso l uomo. Un incentivo per un impegno meno provvisorio degli uomini rispetto alla vita. Giacinto Di Stefano, Cronache Padane. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra L itinerario percorso dal protagonista del romanzo Sfuggire alla Piovra, è emblematico del malessere di tutta una generazione che trova nella droga l ultima spiaggia dell alienazione individuale e sociale. Le motivazioni non vengono qui mai inalberate con acrimonia, ma sostenute dall interno con intima convinzione e lucida adesione, senza condannare né assolvere, né compiangere; in uno stile il più possibile aderente a quello di un mondo, letterariamente, ancora seminesplorato. Maria Luisa Eguez, Silarus Narrazione sentita, con profondi risvolti d introspezione che mettono in luce la singolare sensibilità e grinta della Marini. Salvatore Guastella, Il Punto Stampa Mai il tema della droga era stato affrontato con tanta sincerità e chiarezza. Un libro che alla validità d impianto unisce l immediatezza di dialogo: disinvolto, rapido e, all occorrenza, brutale e graffiante. Attilio Gregoretti, Uomini e Libri. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra Un autrice che non si impone soltanto per l assoluta coerenza espressiva e creativa, ma per l abilità di coinvolgere il lettore, raccontando senza mai forzare la mano, distaccata e consapevole della presa che le sue parole esercitano all interno di un personalissimo stile. Romano Baccani, Uomini e Libri

4 D impronta personalissima, la scrittura della Marini non ha niente di femminile, nel senso usuale e deteriore del termine. Mai erompente ed effusiva, è spesso contratta, volta a cogliere l essenziale. Il momento. Mirko Zappa, Il Cittadino della Domenica Il difficile argomento della droga viene felicemente risolto, a livello narrativo, da una scrittura densa e partecipe, la cui ferma visione delle cose nulla concede al pietismo e al moralismo. Paolo Cortesi, Quinta Generazione. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra Accuratissima nella documentazione e nella ricerca a livello universitario, in pieno investita dalla responsabilità del tema che si è assunta, nell esposizione Marini svolge opera didattica veramente morale (in senso laico). La droga qui è privata dell aureola di paradiso artificiale, neanche il fascino dell orrore le viene concesso. Il suo stile non attinge dalla letteratura italiana presente e passata, e nemmeno da quella europea, fatta eccezione per quanto si predestina a configurarsi in giornalistica indagine sociologica. E rapportabile invece all esplicitazione di molta narrativa americana. E ancora più esplicita si fa attraverso l animazione continua del dialogo (che ha colpito l illustre prefatore Giancarlo Vigorelli), che non cade mai nella teatralità e nemmeno nelle lungaggini della sceneggiatura scritta, assumendo semmai l immediatezza di una sceneggiatura rappresentata, vuoi filmicamente, vuoi televisivamente. Anna Balsamo, Firme Nostre. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra Vivace, quasi a scatti di fotoreporter, Sfuggire alla piovra è attuale per l argomento, ma anche per la trattazione. C è il clima nella sua interezza e c è l accusa, tra le righe, ad una società che non ha ancora le strutture pubbliche adeguate al problema. Lucio Zaniboni, La Nuova Lecco

5 Uno stile narrativo non facile, frutto di accorto studio, che tiene presenti gli scrittori americani e i loro traduttori italiani dell ultimo dopoguerra, ma che utilizza moduli ed espressioni in uso tra i giovani d oggi senza ipocriti rifiuti. Aroldo Benini, Giornale di Lecco. Recensione al romanzo Sfuggire alla Piovra In questo felice impegno narrativo, Marini si è mossa con rara scioltezza. Ecco uno stile piacevole alla lettura! Mario Ferrario, Il Resegone Narratività mai leziosa, bensì appassionata e sicura. I fondi del sogno e della realtà, in presenza delle figure, dei significati ineluttabili, delle tensioni in causa, si disegnano come conflitto dei sentimenti e delle azioni, suggeriti o imposti dal taglio dei fatti, senza vacillamenti. Gli stessi rappresi alle vibrazioni del mondo visibile, che duttilmente la scrittura della Marini proietta dai filtri di una ferita o verità delusa. Domenico Cara. Prefazione al romanzo La Negazione Ritratti umani palpitanti e nitidissimi, resi da una scrittrice di rara sensibilità e acutezza. Sorprende la straordinaria padronanza della quale la Marini dà prova nel comporre l arco armonioso delle varie narrazioni, l esilarante ironia, non disgiunta da una pietas sempre presente, nel delineare i suoi indimenticabili personaggi. E presenti sono tutti i temi, le emozioni, le fondamentali esperienze che compongono la nostra umana avventura. Monica Ferrario, Il Punto Stampa. Recensione al romanzo La Negazione

6 La scioltezza linguistica di Germana Marini, che ha al suo attivo una vasta produzione letteraria, l estrema vivacità e quel modo del tutto particolare d esprimersi, non possono fare a meno di affascinare il lettore. Vittorio Franchini, Corriere della Sera Germana Marini scrive in modo sobrio. Senza forzature, esasperazione di toni, eccessi di coinvolgimento, esplora sentimenti e situazioni con una compostezza e una vivacità che colpiscono. Evidenziando quel colpo d ala che fa di una scrittrice una vera artista, riesce a mettere il lettore di fronte a vicende che hanno dell imprevedibile. Sovente i suoi personaggi rimangono in ombra rispetto alle cose che parlano per loro, agli eventi che li travolgono: tutto ruota attorno ad un oggetto, che muta l esistenza o la illumina. Sensibile indagatrice dell animo umano, le opere della Marini mi richiamano i veristi, da Verga a Emilio De Marchi, da Tommaseo a Pirandello e i naturalisti francesi come Flaubert. Ina La Rosa Uno dei tanti pregi di Germana Marini è di saper sviscerare quella tipica psicologia femminile, quelle problematiche, emblematicamente insite nel titolo del suo romanzo La Negazione, che è nella storia delle donne. Una storia negata, esclusa da quella con la esse maiuscola. Dalla grande scrittrice che è, Marini ha il merito di indicare la via faticosa di una parità, che ogni donna ha il diritto, e il dovere, di conquistarsi. On. Maria Paola Svevo, nel corso della presentazione del libro al Cappello D oro di Bergamo Una scrittura fluida, colloquiale, amena, di facile impatto. L esperienza esistenziale giocata tra straordinarietà della vicenda e il tessuto scenico immerso nella contingenza del quotidiano, sulla via indicata da Joice dell eroicità rovesciata e del flusso di coscienza come capacità catartica della scrittura di indagare la vera natura dell uomo, trova nel romanzo La Negazione di Germana Marini il riflesso più autentico. In quello intitolato Il dente del giudizio poi, contenuto nello stesso volume, l affermazione positiva dalla quale trae giudizio, avvolge fatti e personaggi in un respiro arioso e dinamico, frutto di un armonico disegno della prosa al servizio del

7 contenuto che deve emergere in sintonia con la forma. Risulta pertanto capace di coinvolgere nella lettura come nelle ardue psicologie umane della sua veloce, quanto intensa scrittura. Giovanni Amodio, Notiziario Artistico e Letterario (Taranto) Lo stile della Marini è agile e sobrio, ma incisivo tanto da delineare con tratto sagace e preciso il carattere e le vicende dei suoi personaggi. Angela D Acunto, Silarus Un successo, La Negazione della scrittrice - poetessa Germana Marini, presentato al ristorante Cappello d oro di Bergamo, con grande affluenza di pubblico. L Eco di Bergamo Con fine sensibilità e sicuro mestiere, la Marini affronta situazioni spesso drammatiche, che tuttavia non soverchiano il suo gusto per l humour. In un taglio moderno e godibile, delinea quadretti esilaranti di vita, alla J.K. Jerome, che stupiscono per lo stile scabro e il raro senso del ritmo. Adriana Castello, Letture. Recensione al romanzo Il dente del giudizio Una donna senza nome, la protagonista del romanzo Il dente del giudizio, di Germana Marini, o meglio, sulla suggestione pirandelliana, con uno, nessuno e centomila nomi, tanti quanti sono i personaggi che costellano la sua vita, tante quante sono le maschere senza volto che gli altri le attribuiscono fin dalla nascita. Il racconto si svolge, agile e realistico, lungo tre principali assi narrativi e temporali: quello del presente, vissuto come momento di bilancio esistenziale, attraverso rapidi flashback, una seconda fase, rappresentata dalla memoria storica del passato, che viene ingegnosamente resa dalla scrittrice in forma diaristica con la costruzione di esilaranti e dissacranti quadretti di vita familiare; fino all ultima, conclusiva parte. Nelle divertentissime pagine di diario, appunto, la registrazione oggettiva dei fatti si converte in una programmatica deformazione parodica e satirica del

8 reale. La scrittura della Marini diventa così luogo di convergenza e di commistione di linguaggi e registri diversi (dal dialetto alla lingua, dal grottesco al sarcastico, dal comico al tragico), accostati e fusi a produrre effetti di disarmante bellezza artistica. Maria Salvoldi Imparato, L Eco di Bergamo. Recensione al romanzo Il dente del giudizio Mi compiaccio d aver scoperto, ancora in bozza, questo libro, che arriva veramente al cuore del male psichico. Intensissime le pagine in cui, pur senza far cenno a luoghi ed epoca, la Pescarenico dell immediato dopoguerra è delineata con tanta perizia! Alda Merini. Nota critica al romanzo Nonostante tutto nata Quanto narrato con straordinaria maestria nell intrigante romanzo di Germana Marini, che segue il percorso esistenziale di una donna, Madlen, all interno e al di fuori dell analisi, può definirsi la rappresentazione dei guasti derivanti dallo scorretto modo di vivere i rapporti interpersonali, in ambito affettivo e amoroso. Quel guardare all altro non come specifica entità, degna di umana considerazione e rispetto, bensì come creta da modellare a piacere, e nella quale imprimere il proprio marchio. Sarà il prendere coscienza d essere stata sempre oggetto di un amore soverchiante e rapace, che indurrà Madlen (all anagrafe Maddalena Grimaldi), a compiere una discesa a spirale, sino alle radici del suo lacerante patire. Nonostante tutto nata non sottende solo la laboriosa venuta al mondo della protagonista, ma la sua ardua rinascita come persona, attraverso la stesura di questo spietato libro-verità, che non potrebbe avere un più appropriato titolo. Roberto Sanesi. Recensione al romanzo Nonostante tutto nata Quest opera di Germana Marini si può definire nella prima parte il racconto del percorso di un analisi psicoanalitica, affrontata da una donna, Madlen, determinata ad orientarsi nel labirinto edipico e narcisistico insieme, creato dal traumatico distacco fisico dalla madre che per lungo tempo ha

9 condizionato la sua crescita, fino a divenire una sorta di specchio nero della propria innocenza. ( ) L impianto narrativo di Nonostante tutto.. nata, che si colloca su diversi piani temporali, è preciso, coerente e godibile tanto da affascinare come, del resto, la protagonista, pur prigioniera delle proprie nostalgie prenatali che la tengono lontana dalla vita: dai piaceri effimeri, ma spesso consolatori che questa offre. ( ) Dal racconto emerge, bellissimo, il ricordo del vecchio borgo e la tenerezza delle dolci donne un po strambe e profondamente umane, forse, vicine alla verità benché ignare del loro male e di analisti. Un libro che si legge di un fiato, coinvolgente e capace di suscitare molti interrogativi. Il che, per un autore è, credo, un gran bel risultato. Adriana Castello, Letture. Recensione al romanzo Nonostante tutto nata Con robusta efficacia per l inquadramento dell opera, inizia e si dipana il racconto, sulle cui tematiche si possono intessere riflessioni d immensa portata e che mi ha ispirato quest interrogativo in versi: Ripeteremo / giorno dopo giorno / e ogni giorno per il tempo che ci resta / la giostra infausta / della prigionia / e lasceremo / soltanto al vento / di sollevare l ala di un gabbiano?. Dal saggio critico di Francesco Di Ciaccia, relativo al romanzo Nonostante tutto nata Caratteristiche di questa scrittura sono la profondità, l essenzialità, l introspezione psicologica e la predilezione di Germana Marini (puntualmente sottolineata dalla critica), a descrivere con grande efficacia le vicende di personaggi che nella vita risultano perdenti. Individui che trascorrono l esistenza in un accoramento che li induce a ripiegarsi su se stessi, ad analizzarsi incessantemente e ad analizzare le situazioni contingenti. Gianfranco Scotti

10 Germana Marini è oggi alla Libreria Internazionale Cavour di Lecco con il suo romanzo Nonostante tutto nata, (Prometheus Edizioni). Il libro sarà presentato da Francesco Solitario dell Università di Siena e dal direttore de Il Punto Stampa Claudio Redaelli. Ma il clou sarà la presenza dell attore Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, che leggerà brani tratti dal testo e alcune liriche della scrittrice-poetessa. La Provincia Più incisiva e smaliziata che mai, Germana Marini in Nonostante tutto nata ; romanzo d analisi, fuso con quello di costume e d ambiente. Prerogativa, questa, che nelle sue opere rappresenta una costante, o, per dirla con Piero Chiara, la formula vincente. Ritroviamo anche qui il rifiuto della maschera impostaci dalla società, che diviene quasi urlato. Alla guisa di quelli pirandelliani, infatti, i personaggi della Marini lottano strenuamente, si ribellano, per piegarsi infine ad una mentalità comune, che non può che renderli schiavi e infelici. L incapacità della rottura, insomma, della fuga salvifica, tratteggiata con partecipazione rivelatrice. La stessa impossibilità che emerge anche nei suoi lapidari versi. Il tutto in un discorrere folgorante per improvvise e sanguigne vibrazioni espressive, e al tempo stesso ordinato, disciplinato, oggettivo, come in un referto. Marisa De Maria. Recensione al romanzo Nonostante tutto nata Attenta e sensibile testimone di quotidiane passioni e miserie, abile cesellatrice di ritratti umani, coinvolgente narratrice di sogni e realtà in romanzi e poesie che raccontano la vita, Germana Marini sublima la sua innegabile capacità di sondare l animo umano attraverso una copiosa produzione artistica. Claudio Redaelli, Il Punto Stampa Nel suo romanzo Nonostante tutto nata, Germana Marini riesce a creare un mondo carico di suggestioni, assai interessante per il lettore che ama l intreccio, la dialettica degli opposti, lo spessore dei sentimenti che vivono nei personaggi privilegiati. La virtù espressiva dell autrice appare senz altro notevole, se padroneggia situazioni e risvolti psicologici con la bravura che

11 le dobbiamo riconoscere. Madlen, personaggio chiave, sul lettino dell analista apre il discorso contemporaneo che riguarda la ben nota scissione dell io. Il gioco dei sentimenti, le repressioni subite, serbate e valutate nel territorio segreto ed intimo dell inconscio, l amore frainteso nei dettagli scoperti, l interpretazione dei sogni, il rapporto con la madre sempre problematico, gli equivoci inenarrabili vissuti nel sociale, fanno parte del vissuto e bene squadernato nelle pagine di questo libro ove la scrittrice si mostra attenta ai sentimenti dei diversi personaggi, fino a liberarne l autentica umanità, con cui molti lettori avranno modo di confrontarsi. Giuseppina Luongo Bartolini, Silarus. Recensione al romanzo Nonostante tutto nata Dalla narratrice perspicace e coraggiosa che è, Germana Marini affronta una tematica complessa come quella del romanzo Il Calvario di Edipo, compiendo in modo magistrale il percorso nell animo del protagonista. Ella testimonia pienezza d intendimenti e capacità di identificarsi con il personaggio, vivendo con lui le fasi del suo delirio. Sembra aver rappresentato la simbologia della mistificazione sentimentale, ma avere oltrepassato tale simbologia, in quanto Marini resta sempre in grado di partecipare, ma ad un tempo di rendere alla verità il tributo della letterata che analizza lucidamente le varie istanze. Una scrittrice che opera con risolutezza nelle tabe del cuore umano, consapevole che l umanità dolente da lei descritta quella dantesca dei sospiri, pianti ed alti lai, è l umanità cui ella appartiene e nella quale incide nella misura e nella circospezione che richiede il cammino alto e silvestre della sua storia. Pasquale Pantaleo. Prefazione al romanzo Il calvario di Edipo Un romanzo tratteggiato assai bene nella definizione dei personaggi, senza inutili descrizioni, bensì attraverso il resoconto dei fatti. Ogni personaggio de Il Calvario di Edipo ha infatti la sua caratteristica che, abbozzata all inizio, si rivela in pieno all apice dell azione. Tutti, chi in un modo chi in un altro, convergono verso il protagonista, Edoardo, prendendo a pretesto un

12 sentimento d amore o di odio, a seconda degli eventi, ma scoprendo in realtà che l amore non è tale e così anche l odio, che sono gli alterni rovesci di una stessa medaglia. Clementina Magliulo Podo. Postfazione al romanzo Il Calvario di Edipo Due Premi Internazionali si è già guadagnato Il Calvario di Edipo, scioccante romanzo di Germana Marini, vero capolavoro nel rappresentare il dramma della dipendenza psicologica del protagonista dall incomparabile, idealizzata, celebrata madre. Egregiamente condotto lo scavo psicologico e centrato l accostamento della contorta personalità del protagonista, Edoardo, a quella di Charles Baudelaire, di cui la Marini cita Lettere alla madre e la toccante lirica Moesta et errabunda, tratte da Les fleurs du mal. Alfio Rangoni, Notiziario Artistico e Letterario (TA) Libri che graffiano e scavano dentro, libri che lasciano il segno : in questi termini si esprime la critica riguardo ai dieci volumi dati alle stampe in poco più di un ventennio da Germana Marini. Una scrittrice che affronta temi estremamente impegnativi, in un lessico però del tutto accessibile e, per quanto concerne i romanzi, con quella consumata tecnica narrativa che fa leva sull immediatezza e l agilità del dialogo. Federica Maria Onganìa, Lecco 2000 Si articola intorno al tema della dipendenza psicologica dalla figura materna, il nuovo lavoro della scrittrice lecchese Germana Marini Il Calvario di Edipo. E la madre - o meglio il suo fantasma - che domina la scena del romanzo, in una vicenda ispirata ad un fatto realmente accaduto. Edoardo, il protagonista, è legato alla madre da un amore morboso e patologico che sopravviverà anche alla prematura scomparsa della donna. La malattia ossessione, della quale non sa liberarsi, condizionerà la sua vita, fino ad esplodere in un dramma finale. Paola Pioppi. Recensione su Internet al romanzo Il Calvario di Edipo (

13 Un romanzo analitico, un dramma annunciato, dove Edoardo, il protagonista, è quasi un Charles Baudelaire moderno. Il tema de Il Calvario di Edipo? Non intendiamo rovinarvi la sorpresa. Riga dopo riga vi lascerete avvolgere, coinvolgere sino alla fine. E non date mai nulla per scontato! Mes jours ne sont pas noirs, Tu es le soleil brillant, la joie de mon coeur : vi bastino questi versi, volutamente in francese, posti in apertura. Paola Sandionigi, La Provincia Il Calvario di Edipo, di Germana Marini, racconta con stile secco la vicenda di un trentenne, tanto legato al ricordo della madre scomparsa, da risultare incapace di apprezzare il padre, il fratello, la moglie (sposata proprio per la sua somiglianza con la genitrice) e il figlioletto. Va così in cerca di avventure con le altre donne, finendo per rimanere invischiato nella banale prosa di un rapporto puramente sessuale, o nella finta poesia di una relazione in apparenza d amore, in realtà di dipendenza. Non a torto numerosi critici e personaggi di spicco dell ambiente letterario hanno elogiato lo stile di questa scrittrice attenta, profonda, capace di comunicare la complessità delle situazioni umane, di descrivere un ambiente, un atmosfera, un epoca, con pochi tratti di penna. Questo, e non è poco, è Germana Marini! Andrea Pedrinelli, La Gazzetta di Lecco Il grande pregio di Germana Marini narratrice è di sondare la vera natura dell uomo attraverso personaggi e vicende alquanto originali, riuscendo mirabilmente a conciliare la straordinarietà delle vicende stesse con il loro svolgersi nella semplicità del quotidiano. Fabio Bonaiti Siamo di fronte ad una romanziera di valore, assolutamente originale per contenuti e forma espressiva, della quale sorprende la vastità e profondità dei temi trattati. Scrittura, la sua, intrisa di una religiosità che impronta ogni sua opera e che fa da contraltare al senso tragico dell esistenza; non originante da pessimismo tout-court, bensì dalla convinzione di Germana Marini che lo scadimento qualitativo della vita sia da imputarsi all umana insipienza, ansia di sopraffazione, egoismo. L importanza del rispetto

14 dell altro da sé, della donna in particolare, soprattutto all interno del rapporto di coppia, da lei analizzato nel dettaglio, i danni indotti a livello della personalità di un individuo dal condizionamento e dal plagio psicologico: per citare solo alcuni fra i tanti messaggi, dei quali la Marini si fa portavoce. Fausta Boldrini Schiavi Pubblicata la decennale inchiesta di Germana Marini sulla Sanità Lecchese, da lei realizzata per il periodico Il Punto Stampa. Il medico del 2000? Un buon dottore deve ascoltare i pazienti, non solo curarli, dice. In Ospedale: dieci anni di salute a Lecco emerge lo spirito giornalistico della scrittrice, che ha approfondito tutti i campi della medicina e afferma: Oggi il problema più diffuso è di tipo psicologico: si fa fatica a reggere agli stress di una vita caotica!. Andrea Pedrinelli, La Gazzetta di Lecco Con una tecnica espressiva personalissima e ormai consolidata nei numerosi romanzi, Germana Marini crea personaggi che emergono dalla pagina con vitalità dirompente. Munita di un inconfondibile tono dissacrante e scanzonato, attacca quei valori borghesi che soffocano i rapporti interpersonali, soprattutto all interno della famiglia, e ci regala un personaggio speciale e unico: una donna conturbante, dalle mille facce e dalle innumerevoli risorse, l incarnazione della femminilità in tutta la sua forza e bellezza, capace di guidare il proprio compagno in una imprevedibile promenade esistenziale. Nato dall inesauribile vena creativa della Marini, Passo a due alterna momenti drammatici ad altri, forse più numerosi, di autentica comicità. Un acuta ironia è parte integrante infatti del linguaggio mariniano, così come la vivacità nella scelta delle parole e delle espressioni. Un opera originale e innovativa, che testimonia come due spiriti liberi, armati di una sana incoscienza e di una avvincente passione, siano in grado di abbattere le barriere convenzionali di una società rigida e chiusa. Alessandra Pelli. Prefazione al romanzo Passo a due

15 Una vicenda godibilissima, l io narrante della quale è un uomo che ripercorre l esistenza trascorsa accanto alla moglie: creatura singolare, che ha saputo dar vita a un ménage dalle connotazioni straordinarie. Così nel romanzo Passo a due di Germana Marini, cocktail in cui sono felicemente dosati l humour, la satira di costume, gli sconcertanti colpi di scena, il sentimento, e il cui titolo (scoperta allusione al cammino parallelo, di coppia), richiama quel genere ben noto di danza, denominato in francese Pas de deux. E seguendo l iter dei due protagonisti, spiriti liberi alla ricerca di un modus amandi intimo e nuovo, che l autrice compie un viaggio a trecentosessanta gradi all interno di un vivacissimo e mai scontato rapporto in un alternanza di allucinanti discese agli inferi e di inebrianti scorribande in Olimpo. Possiamo intuire come la stesura di questo romanzo abbia rappresentato un urticante pretesto per la Marini, grintosa e sagace scrittrice, che qui ha profuso tutta la sua abilità introspettiva, denunciando l ipocrisia insita nel tipico perbenismo borghese. Luca Pratesi Veramente unica nel suo genere, questa toccante storia d amore ambientata tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, che al di là della straordinarietà delle vicende narrate, costituisce la preziosa testimonianza di un epoca. F.P., Cultura & Libri. Recensione al romanzo Passo a due Una prosa estremamente moderna che si rifà al neosperimentalismo che caratterizza le opere di Calvino, di Arbasino, di Volponi. Come loro Germana Marini sa inventarsi una sua particolare lingua e creare quella di ogni singolo personaggio, con una perizia, un immediatezza espositiva che conquistano. Alla base dei suoi intriganti romanzi sta tutta una filosofia legata all esistenzialismo più autentico, filosofia riconducibile per molti versi a Kierkegaard, e dagli stessi trapela la profonda dimestichezza della scrittrice con la psicoanalisi e in particolare con le teorie freudiane. Ricorrente nelle opere mariniane è il passaggio dalla terza alla prima persona, e apprezzabile è l inserimento da parte della Marini di citazioni, flashback, di un linguaggio dialettale o straniero; elementi tutti che concorrono a vivacizzare il discorso. L inconscio, il sogno, l irrealtà dettano a questa ispirata narratrice immagini di rara suggestione e pregnanza. Non dimentichiamo che la Marini è anche una straordinaria poetessa, e il fatto di

16 passare con assoluta disinvoltura dalla poesia alla prosa, va a favore di entrambe le forme espressive, conferendole una completezza, prerogativa dei grandi letterati soltanto, nel novero dei quali Germana Marini può a buon diritto inserirsi. Ferdinando Salvoni Il valore dei romanzi di Germana Marini può compendiarsi nel saper trattare temi piuttosto ardui per la maggioranza dei lettori, con una forma espositiva che, per lo stile assai vivace e nervoso, per la scioltezza estrema del dialogo ed il suo inquadrarsi, con l uso di un lessico appropriato, nel parlato attuale, risulta di una notevole immediatezza e di indubbia presa suggestiva. Denotando un approfondita conoscenza nel campo della psicoanalisi e delle teorie freudiane, la scrittrice delinea dei ritratti umani magistralmente messi a fuoco nelle più salienti componenti caratteriali, con una sorprendente lucidità analitica. Graziella Bernabò ANTOLOGIA CRITICA INERENTE AL SAGGIO Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, L'enigma della sofferenza e del male. Edizioni Cantagalli (Siena). Una malattia inizialmente solo fastidiosa, con manifestazioni cutanee che in qualche modo «anticipano» l arrivo di dolori e di problemi. Poi la scoperta del morbo autoimmune, raro e inguaribile. Ma anche l incomprensione con il coniuge che inizia a rotolare come un piccolo cristallo di neve e poco a poco s ingrandisce diventando una imponente valanga. Un macigno sulla vita di coppia, un macigno ingombrante nei rapporti familiari. «Con la morte nel cuore scrive l autrice stavo per buttarmi alle spalle qualcosa come trentacinque anni di vita coniugale». L origine dei diverbi e delle incomprensioni è il tipo di educazione da dare ai figli in un epoca di permissivismo nella quale ogni genitore spera di poter preservare almeno un po le creature che ha messo al mondo. Sofferenza fisica, sofferenza morale, sofferenza spirituale. È vero, come ricorda l autrice, che Madre Teresa di Calcutta ha definito la sofferenza come «un bacio di Dio», ma è altrettanto vero che tutto del nostro essere grida pienezza di vita e felicità, e dunque non

17 è facile accettare la croce. La sofferenza, ogni tipo di sofferenza (e Germana Marini in queste pagine delicate e intime ma al tempo stesso solide e drammatiche) è una sorpresa che coglie quasi sempre impreparati e bisognosi di essere accompagnati. L uomo, e soprattutto l uomo che soffre, ha bisogno di compagnia. Ha bisogno di scoprire il senso di ciò che sta patendo, cerca un significato, una ragione che gli permetta di trasformare quella sofferenza pur senza poterne diminuire il peso. Ed è qui che il libro, meglio, l esperienza di vita dell autrice, si apre alla domanda, al grido, alla supplica. Quel grido di Gesù sulla croce, nel momento estremo, «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?», è il grido di ogni uomo e di ogni donna che su questa terra sperimentano la sofferenza, l abbandono, la perdita. Eppure la risposta, trasfigurata, che Germana Marini fa trasparire da queste pagine vere e vive va cercata proprio in quel Dio fatto uomo e morto appeso a una croce, nel più vergognoso e orrendo dei supplizi dell epoca. Dio non ha risposto al grido dell uomo togliendo la sofferenza dal mondo. Ha sacrificato suo Figlio, permettendo che morisse in croce. Dio ha sofferto con noi e per noi. Per questo guardando a quella croce e a quell atto di donazione e di amore totale e totalmente gratuito, l uomo è aiutato a vivere come offerta e come partecipazione all azione redentiva di Cristo la propria sofferenza e la propria angoscia. Presentazione di Andrea Tornielli Gentilissima Germana Marini, Le esprimo la mia profonda ammirazione per la saggezza con la quale sa gestire la sua malattia. Per come la valorizza, la colora di poesia e soprattutto la vive unita alla croce del Signore Gesù, per la salvezza dell'umanità. Le sono assai grato per l'offerta preziosa della sua sofferenza, volta ad ottenere da Dio nuove e sante vocazioni alla nostra cara Arcidiocesi. Le chiedo anche una preghiera per me, per la Chiesa tutta, perché noi Pastori sappiamo veramente andare con il coraggio dell'amore, a riseminare il Vangelo sulle orme degli Apostoli. Ricambio assicurando il mio sincero ricordo alla Vergine Consolata, Patrona di Torino, affinché la sostenga nei momenti più critici e invoco dal Signore una benedizione speciale su di lei e sul suo talento poetico, augurandole che il suo modo di accostare il Vangelo alle realtà di ogni giorno con un

18 linguaggio fresco, moderno e particolarmente incisivo, raggiunga il cuore di tante persone e le aiuti ad aprirsi a Dio e ai valori fondamentali della vita! S.E.R. Card. Severino Poletto Arcivescovo di Torino Lettera interna al saggio Scritto sulla propria pelle dall'autrice, è questo un libro d'immancabile presa e dal forte impatto emotivo, non solo per chi sia provato dalla sofferenza; vero com'è che la problematica del dolore è universale e che l'esperienza del Getsemani, prima o poi, la viviamo tutti. L'ardita immersione negli abissi di una malattia cronica, misteriosa e sfibrante, la ricerca clinica riguardo alla quale denuncia imperdonabili carenze, è affrontata da Germana Marini tramite una lucida e appassionata disamina delle profonde implicazioni psicologiche nel meccanismo scatenante del morbo. Sofferenza fisica, sofferenza morale, sofferenza spirituale, scrive nella presentazione Andrea Tornielli, evidenziando come solo il volgersi a Colui che col Suo divino sacrificio rappresenta la paradigmatica icona dell'umano patimento, l'abbia indotta a trasfigurare il patire, anziché lasciarsene travolgere. Vittoria sulla disperazione e sul male, che diviene quasi urlata, per rammentarci che oltre il lutto del Venerdì Santo, ci attende l'alba radiosa della Resurrezione, della Pasqua. Un'edificante testimonianza, suffragata dalle più autorevoli voci, grazie a incisivi contributi sul tema raccolti dall'autrice stessa. Commento in quarta di copertina del saggio Dal Vaticano, 15 gennaio 2009 Riconoscente per il gentile omaggio della Sua pubblicazione Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, il Sommo Pontefice Benedetto XVI auspica per Lei ulteriori doni di grazia per accogliere con fede e speranza gli imperscrutabili disegni di Dio e annunciare in ogni momento il Suo amore, sempre presente ed operante. Con tali voti, Egli invoca la materna protezione di Maria Santissima e di

19 cuore Le invia una speciale Benedizione Apostolica, pegno di ogni desiderato bene. Con sensi di distinto ossequio, Mons. Gabriele Caccia Segreteria di Stato Dal Vaticano, 27 gennaio 2009 Gentile Germana Marini, desidero esprimerle vivo apprezzamento per il significativo volume Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, da Lei curato e pubblicato dalle Edizioni Cantagalli di Siena e, mentre La incoraggio a perseverare nella fede e nell'amore del Signore anche nel momento della sofferenza e della prova, per intercessione di Maria, Salute degli Infermi, invoco eletti favori celesti ed abbondanti benedizioni divine. Con sensi di distinto ossequio, S.E.R. Card. Tarcisio Bertone Segretario di Stato di Sua Santità Camerlengo di Santa Romana Chiesa Auguro a questo libro tanto successo e mi felicito con l'autrice. Principessa Alessandra Borghese Un argomento non facile, in una società portata a negare la realtà del limite, della malattia, della morte, quello affrontato da Germana Marini nel saggio Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò. Libro tutto da leggere, nel quale la Marini non cerca di ingannare se stessa sull'esperienza del dolore: il dolore è dolore in tutti i suoi aspetti paralizzanti e cupi, in cui c'è la sordità di una sofferenza fisica che non può essere rimossa, in cui, per di più, ci si scontra con una medicina, gli espedienti della quale rappresentano dei meri tentativi, che non giungono certo a guarire, ma unicamente a tamponare gli effetti più clamorosi, le manifestazioni più provocatorie e devastanti del

20 morbo. Germana Marini, ripeto, non nasconde nulla di questa sacrosanta verità umana, di questo dolore in tutto il suo irrompere irrazionale nella sua esistenza. Una testimonianza sul patire, stesa da chi ci è dentro, da una che ti prende per mano e ti dimostra che il patimento da lei vissuto non è estraneo al tuo, a quello connesso alla difficoltà quotidiana, per esempio, di rapportarsi ai propri familiari, che si accentua proprio nei momenti in cui uno avrebbe più bisogno di comprensione e di affetto; aggiungendo alla sofferenza fisica, una sofferenza morale che fa morire dentro. E come superare tutto ciò? C'è un solo modo, la Marini ci suggerisce, per farlo: rivolgere lo sguardo, nella fede, a Colui che tutto può! Vi sono pagine bellissime in questo saggio, che ci aiutano a riscoprire la fede come terapia, come atto radicale e supremo che ti dà la vera pace, liberandoti da te stesso. Qualcosa a cui si perviene dopo una strenua lotta, una consegna di sé che fa comprendere ciò che Kierkegaard diceva, citando Giobbe: io grido a Dio, elevo la mia voce, mi lamento, ma Lui grida sempre più di me ed ha sempre ragione. Nel libro di Germana Marini si evidenzia altresì una crescita progressiva nella padronanza della situazione, che viene raggiunta non semplicemente raccogliendosi in se stessa, ma accettando di passare anche attraverso la sofferenza degli altri, condividendola in tutta la sua drammaticità. Ed ecco allora le sue visite agli ammalati, alle Case di Cura, con personaggi che emergono carichi del loro dolore, nel quale sono trincerati e come sottratti alla possibilità di un'autentica relazione con gli altri. Veramente magistrale il ritratto che la scrittrice delinea di una stramba donna che, allucinata, si aggira fra le mura di un Hospice per malati terminali. Dei vividi flash che ci fanno appurare come siamo tutti parte di un corpo, che è poi il corpo di Cristo, il corpo mistico, nel quale ogni creatura aiuta l'altra ad uscire dalla propria disperante chiusura. Un'esperienza di patimento che, come chiaramente traspare, diviene cammino di purificazione, di crescita umana e nella conoscenza di Cristo. Apprezzabili sono, infine, a corredo di quest'avvincente testo, i contributi raccolti dall'autrice sul tema della sofferenza, ad opera di svariate personalità del mondo letterario, religioso e scientifico. Sua Eccellenza Monsignor Franco Buzzi Prefetto Veneranda Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana di Milano Estratto dal suo intervento nel corso della presentazione dell'opera, in Sala Papa Giovanni XXIII, a Lecco

21 Indubbiamente emblematico il titolo Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, relativo al saggio della scrittrice e poetessa Germana Marini, la stupenda dimensione della quale è di vivere il limite nella logica evangelica: come possibilità, cioè, di pienezza di vita, senza lasciarsi imbrigliare, catturare dal dolore in un involutivo ripiegamento. Perché predicare è facile, ma il vivere quello che si addita, è tutt'altra faccenda. E una donna, che di fronte ad una vicenda personale di malattia, malattia rara, di cui si ignora la genesi, apre il cuore alla speranza, non a parole soltanto, ma con un preciso stile di vita che attinge alla fede e alla poesia, questo costituisce un dono magnifico che ella fa al lettore in termini di arricchimento spirituale, di edificazione e di crescita. Monsignor Franco Cecchin, Prevosto di Lecco Estratto dal suo intervento nel corso della presentazione dell'opera, in Sala Papa Giovanni XXIII, a Lecco Anatomia del dolore. Questo potrebbe essere il sottotitolo del nuovo libro di Germana Marini. L'autrice, che indaga sull'enigma della sofferenza e del male, fa ricorso a due versi Dal mio letto di dolore / il Tuo nome annuncerò, di una sua poesia, per dare il titolo e il senso della sua ultima fatica letteraria, edita da Cantagalli, Siena. Un libro che è una dolente testimonianza di un morbo vissuto in prima persona ed anche una dettagliata inchiesta sulla cognizione del dolore, inteso come problematica universale, con contributi di letterati, scienziati, medici, religiosi. In alcuni casi la Marini estrapola brani significativi di autori vari, tra gli altri Francesco Alberoni e Don Antonio Mazzi, per comporre un itinerario sul mistero della sofferenza, in altri intervista personaggi come la poetessa Alda Merini, lo psichiatra Alessandro Meluzzi o Monsignor Gianfranco Ravasi. Secondo Ravasi, la sofferenza non è mai solo fisica, ma coinvolge simbolicamente corporeità e spiritualità, la carcassa e l'anima, Essa può contemporaneamente generare disperazione e speranza, tenebre e luce, può essere distruzione e purificazione. In Germana Marini tutte queste sensazioni si sono alternate tra speranza e sconforto, senza mai arrivare ad una resa. Scrive, infatti: Una grande forza m'invase. Forza positiva, che mi indusse a far leva sulle mie, pur sparute, risorse, per combattere una battaglia che mi rifiutavo di considerare persa. Sarebbe riduttivo considerare il libro la storia della mia malattia tout-court, la Marini precisa. Questa ricerca mi

22 è invece servita da pretesto per affrontare una lucida analisi relativamente al significato del patire: uno scoglio contro il quale l'umana ragione s'incaglia. Germano Campione, La Gazzetta di Lecco Germana Marini è poetessa nota, di riconosciuto talento e di profonda sensibilità. Il volume appena edito dall'editore Cantagalli, Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, è un'opera originale e sorprendente, in cui l'autrice mette a nudo la propria anima e consegna ai lettori una toccante meditazione sul mistero della sofferenza. Originale perché non si tratta di un saggio, e nemmeno di poesia (non soltanto, almeno) o di un esercizio narrativo: è una sorta di diario, di Confessione, nel senso più profondo e letterale del termine, con precedenti che vanno da Sant'Agostino a C.S. Lewis, dove compaiono poesie, considerazioni, episodi autobiografici raccontati con lo stile narrativo tipico dell'autrice. Inoltre Germana Marini ha raccolto nella seconda parte del volume una serie di testimonianze, di riflessioni sul dolore, di artisti, pensatori, teologi, da Vittorio Messori ad Alessandro Meluzzi, da Don Mazzi a padre Cantalamessa, fino a Monsignor Ravasi e al discusso professor Mancuso. Ne esce un quadro complessivo profondo della realtà della sofferenza e della malattia. Germana Marini racconta senza timidezza della propria condizione, della malattia autoimmune misteriosa nelle origini, insidiosa e implacabile nella progressione, e del suo incontrarsi / scontrarsi con essa, le difficoltà nell'accettarla, le crisi, le paure. Un flusso di coscienza intenso e sincero, che prende e commuove il lettore. Sia dall'esperienza personale dell'autrice, sia dal quadro ricco e composito delle testimonianze dei vari personaggi chiamati in causa nel volume, ne esce una vivida descrizione della salute e della malattia. Ne esce la visione dell'autrice, che si affida ad una religiosità profonda e autentica, e alla conseguente concezione dell'uomo, che presuppone una possibilità se non di spiegare l'esistenza del dolore, quanto meno di prendersi cura, di essere accanto alla persona che soffre. Mentre da un' antropologia meccanicista e materialista (oggi purtroppo dominante), non ci si può aspettare altro che una definizione di salute di tipo esclusivamente biologico che si enunci in termini meramente materiali, da cui consegue che il disabile grave, la persona in stato vegetativo, l'anziano gravemente non autosufficiente, non meritano di continuare a vivere, la concezione religiosa della Marini e di quasi tutti gli autori da lei citati prende in considerazione non soltanto le malattie, ma prima di tutto il malato. Da questo punto di vista, dalla consapevolezza che lo stato di perfetto benessere

23 è un'utopia irraggiungibile, è più realistico cercare di arrivare a concepire sé stessi in relazione con la condizione di salute e quella di malattia; il tutto senza finzione, senza non si può parlare a chi soffre di armonia, di gioia e di allegria quando, nella realtà, la persona è schiacciata e turbata dalla malattia. Essendo realisti, l'armonia nella sua totalità non esiste in questo mondo, né nell'ambito individuale fisico o mentale, né a livello sociale. Germana Marini ci testimonia con realismo che è possibile vincere se non la malattia quantomeno la disperazione che spesso l'accompagna. Paolo Gulisano, La Provincia di Lecco Può definirsi un vero e proprio diario di un dolore, quello consegnatoci da Germana Marini, che in questo libro non disquisisce teoricamente sul problema della sofferenza, ma lo fa aprendo il suo cuore e palesando senza reticenze i suoi timori, le sue angosce, i suoi stati d'animo. Un diario intenso e vibrante, trattandosi di un'autrice che scrive esclusivamente con la penna intinta nelle passioni umane e nella fede più autentica. Bisogna, a onor del vero, dire che sono ben rare le testimonianze del genere, così coraggiose e sincere. Confesso che, quando Germana mi ha chiesto di dare anch'io il mio piccolo contributo con uno scritto sul tema del patimento, da includere, nella seconda parte del saggio, in una sorta di collage di interventi stilati dagli autori a lei più cari, ne sono stato gratificato e commosso. In realtà, essendo il sottoscritto, oltre che scrittore, anche medico, ritengo che la richiesta sia stata motivata da una mia familiarità professionale sulla problematica della sofferenza. Ma è stato quando l'autrice mi ha reso partecipe delle lodevoli finalità del volume sul piano umanitario, che non ho potuto non rivelarle un segreto, mai confidato a nessuno: e cioè che anch'io, come lei, sono affetto da patologia autoimmune. Il che ha fatto sì che partecipassi a questa sua pubblicazione, con un pathos e un coinvolgimento, se possibile, anche maggiori. Paolo Gulisano Estratto dal suo intervento nel corso della presentazione dell'opera, in Sala Papa Giovanni XXIII, a Lecco Paolo Gulisano ha trattato diffusamente del libro di Germana Marini anche dai microfoni di Radio Mater, il 09/02/2009.

24 Nel gennaio 2009 Don Antonio Mazzi ha intervistato Germana Marini presso la Tv satellitare Sat Il giorno 11 febbraio 2009, in occasione della Giornata Mondiale del Malato, Germana Marini è stata intervistata a Radio Vaticana dalla Dr. Laura De Luca, nella Rubrica Pagine, Fogli e Parole. Germana Marini lascia la poesia per dedicarsi all'autobiografia, genere che, in questo caso, non celebra trionfi né descrive imprese storiche, ma parla dell'insorgere di una malattia che la inchioda al letto. E, come tutti gli esseri umani, si domanda il senso di tale esperienza, lotta, si dispera e, quando pensa di aver capito, s'avvede di essere entrata nel buio più cupo. Ma il dolore è una realtà universale e contro di essa tutte le ragioni umane s'infrangono. E non basta chiudersi in una fatalistica accettazione, perché la nostra mente continua a porsi domande e la fede ad entrare in crisi. La lettura del testo, che traccia le tappe di un percorso interiore parallelo alla manifestazione dell'infermità tra scoraggiamenti e ripresa, tra consolazioni ed abbandoni, tra debolezze e momenti di forza, necessita di continue pause di riflessione. Quanto descritto costringe il lettore ad uno sforzo di confronto, di giudizio, di giustificazione, di negazione, di rimozione, di consenso, di ampliamento di orizzonti. Nessuna discussione filosofica può mettere in crisi quanto l'esperienza vissuta, dove i modelli intellettuali spuntano le armi e la logica dimostra la propria impotenza. Eppure, nonostante la difficoltà dell'argomento, la Marini ha la capacità di prendere per mano il lettore e condurlo ai piedi del suo letto di dolore, anzi, ai piedi della Croce, da dove Cristo regna in eterno. Dalla recensione di Giuliano Ladolfi su AtelierBlog Città del Vaticano, 15 dicembre 2008 Grazie di cuore, gentile Germana Marini, per il bellissimo libro Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, cui auguro il successo editoriale che merita. Congratulazioni! S.E.R. Card. José Saraiva Martins, Città del Vaticano

25 Parlare della sofferenza e aprirla alla speranza cristiana, credo sia una delle maggiori opere di carità, e penso che questo volume possa fare del bene a molti. Vittorio Messori Firenze, S. Natale 2008 Formulo l'augurio orante che il titolo del libro "Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò" illumini sempre più la vita dell'autrice, sino ad accogliere in pieno nella luce della fede la "traduzione" di Rom.8,28, fatta da un mio carissimo prete: "Dio mi ama e tutto quello che mi capita è la cosa migliore per me!". S.E.R. Card. Silvano Piovanelli Patriarca Emerito di Firenze DALLA SANTA SEDE A MESSORI APPREZZAMENTI PER GERMANA MARINI Riconoscente per il gentile omaggio della Sua pubblicazione Dal mio letto di dolore il Tuo nome annuncerò, il Sommo Pontefice auspica per Lei ulteriori doni di grazia per accogliere con fede e speranza gli imperscrutabili disegni di Dio e annunciare in ogni momento il Suo amore, sempre presente e operante : è questo un estratto della lettera inviata dalla Segreteria di Stato del Vaticano a Germana Marini, autrice del saggio pubblicato dalle Edizioni Cantagalli. Una missiva non formale ma alla persona che ha commosso la Marini nel profondo. Felicitazioni le sono pervenute da molti illustri critici ed ecclesiastici, fra cui i cardinali Tarcisio Bertone, Silvano Piovanelli e José Saraiva Martins, che si sono congratulati per questo significativo, bellissimo libro augurandogli il successo editoriale che merita. Un libro che sta andando letteralmente a ruba, trattando una problematica universale quale è quella del dolore, analizzato nelle più intime implicazioni e aspetti, fornendo in pari tempo le coordinate per affrontarlo con un coraggio che la fede soltanto infonde, come l'autorevole scrittore Vittorio Messori ha osservato: Parlare della sofferenza e aprirla alla speranza cristiana, credo sia una delle maggiori opere di carità, e penso che questo volume possa fare del bene a molti.

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