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1 ANATOMIA DEL CAPELLO Il follicolo pilo / sebaceo è costituito dalla ghiandola sebacea (1), dal bulge (2), dalla membrana epiteliale (3), dalla guaina connettivale (4), dal bulbo e fusto (5) ed infine dalla papilla dermica (6). Qui di seguito viene proposta un immagine della struttura dell annesso pilifero. Il muscolo erettore del pelo è connesso con il follicolo in corrispondenza del bulge, che in pratica è un rigonfiamento della membrana epiteliale.

2 2 L area del bulge è importante in quanto si ritiene che questa zona sia la responsabile della creazione delle cellule staminali che sono all' origine della produzione e del rinnovarsi del capello. Nella parte più profonda del follicolo si trova il bulbo, alla base del quale sussiste il nucleo di cellule adibite alla formazione di un nuovo capello. Questo si sviluppa attorno alla papilla dermica che ha invece la funzione di regolare il ciclo di crescita dei capelli. Il capello, così come più in generale il pelo, è definibile quale annesso cutaneo. Esso ha una forma cilindrica, con un diametro che generalmente è di circa micron e presenta 2 segmenti: quello visibile o libero è detto fusto, mentre quello che si situa nel derma viene detto radice, come si vede nella figura sottostante.

3 3 La radice è la parte interna o nascosta del pelo. Essa è situata in una invaginazione epidermica detta follicolo del pelo, la quale forma col piano cutaneo un angolo di circa 75. Il follicolo del pelo è imbutiforme nella sua porzione superficiale o infundibolo, presentando a seguire un calibro minore nel tratto dove riceve lo sbocco della ghiandola sebacea, detto collo o istmo del follicolo. Diviene poi cilindrico, per terminare in seguito, dopo un nuovo restringimento detto colletto del follicolo, con un rigonfiamento che costituisce appunto il bulbo del pelo. Il bulbo è una struttura importante, funzionalmente invaso dalla papilla dermica, la quale è ricca di ricca di vasi sanguigni che nutrono la matrice. Questa è formata da uno strato di cellule dette trico-cheratinociti, che sono in attiva proliferazione, per cui moltiplicandosi e cheratinizzandosi si spingono verso l alto, dando origine al pelo vero e proprio. A livello del cuoio capelluto, il numero di follicoli per centimetro quadrato di superficie varia con l'età: in media, sono presenti 1135 alla nascita, 635 a 30 anni, 415 a 60 anni. Ovviamente, nelle persone calve o che tendono alla calvizie, questi valori generalmente sono inferiori, anche di molto.

4 4 I capelli veri e propri, cioè quelli che si esprimono visibilmente come tali, sono in media per ogni centimetro quadrato di capillizio. In pratica, solo un follicolo su tre è incorpora un vero capello. Negli altri due è presente solo un piccolo pelo detto pilus vellus. Il numero complessivo dei capelli in un giovane adulto varia da 90mila a 150mila e tende comunemente a scendere con l età, attestandosi su valori che vanno dai 60mila a 100mila in totale. Il tasso di crescita normale varia da 0,30 a 0,35 millimetri al giorno. Nel follicolo si alternano fisiologicamente cicli di crescita e cicli di riposo. Raramente, la stessa papilla dà origine a più di un pelo. Normalmente, ogni volta che un capello in fase telogen, se ne forma una nuova che dà il via a un nuovo capello in fase anagen. Descriviamo ora nei particolari la struttura costitutiva del capello, che come ben si vede è alquanto complessa. La radice, cioè la parte nascosta, appare rivestita da una formazione epiteliale, detta guaina della radice, costituita da guaina epiteliale interna, da una guaina epiteliale esterna oltre che da una guaina connettivale. I melanociti, cioè le cellule che producono melanina, sono situati al di sopra delle cellule germinative della matrice. Essi cedono cedono il

5 5 pigmento melanico alle cellule in via di cheratinizzazione, donando al capello o al pelo il colore caratteristico. Il fusto del pelo risulta costituito da 3 strati concentrici: la cuticola, la corticale ed il midollare. La cuticola è lo strato più esterno del fusto, costituito da un unico strato di cellule poligonali che formano un tipico disegno a tegola. Lo strato corticale è formato invece da cellule fusiformi (fusi), ricche di alfa-cheratina. Tra un fuso e l altro si trovano granuli di melanina e bollicine d aria, la cui concentrazione determina il colore del pelo. Lo strato midollare, è abbastanza evidente a livello del bulbo ma si fa esile nel fusto distale. Esso è rappresentato da due/ tre file ordinate di cellule cubiche contenenti granuli di melanina, bollicine d aria e filamenti di cheratina. Ricordiamo che a livello della porzione superiore del follicolo si annette la ghiandola sebacea che produce un secreto oleoso (sebo) che lubrifica il pelo e gli dona lucentezza. Ricordiamo anche che tra la porzione inferiore del follicolo e il limite inferiore del derma papillare è presente una piccola formazione muscolare, detta muscolo erettore del pelo. Questo muscolo, sotto stimolo adrenergico è responsabile

6 6 del fenomeno dell orripilazione (pelle anserina) nonchè della compressione della ghiandola sebacea tra il follicolo e il connettivo circostante, ciò che ne facilita lo svuotamento. Il follicolo pilifero appare dotato di un ricco plesso nervoso che sembra rivestire un ruolo importante nella capacità percettiva fine della cute. Esistono peraltro due tipi di peli: una fine lanugine non pigmentata, detta pelo vello ed il normale pelo terminale pigmentato. Il numero medio di follicoli piliferi presenti sul cuoio capelluto di un uomo adulto medio è pari a circa , ma solo follicoli danno origine a peli terminali cioè a capelli. FISIOLOGIA DEL CAPELLO Il ciclo vitale del capello viene suddiviso in tre fasi: La prima fase è quella di crescita ed è detta fase ànagen. Questa fase viene suddivisa a su volta in 6 sottofasi che iniziano con: l'avvio dell'attività mitotica delle cellule della matrice; la discesa della parte inferiore del follicolo che

7 7 va a raggiungere la papilla; la comparsa della guaina epiteliale interna; la comparsa del pelo la crescita del pelo, che man mano si allunga fino a raggiungere e superare l'ostio follicolare. Il periodo in fase anagen dura in media 2-4 anni nell'uomo e 3-7 anni nella donna. Dato che il capello si allunga in media circa 1 cm al mese ma può, nella donna, arrivare ad 1,5 cm, ben si comprende come le lunghezze massime raggiungibili dai capelli possano essere così differenti nei due sessi. Il capello in fase anagen, se in buona salute e quindi ben ancorato con le sue guaine alla cute, può essere asportato solo esercitando su di esso una forte trazione e il trauma conseguente evoca sicuramente dolore. La seconda fase è quella che si denota per il progressivo arresto delle varie funzioni vitali ed è detta fase càtagen. Essa ha inizio con l'arrestarsi dell'attività mitotica delle cellule della matrice e dell'attività metabolica dei melanociti. Fa seguito prima la scomparsa della guaina epiteliale interna e poi della guaina epiteliale esterna, che forma un "sacco" che circonda le ultime cellule prodotte dalla matrice. A

8 8 questo punto, il bulbo rimane collegato alla papilla tramite una colonna di cellule, le ultime prodotte dalla matrice. Queste vanno incontro al caratteristico processo di "apoptosi", molo simile, sia funzionalmente che istologicamente, a quello che accade ad una ghiandola endocrina a secrezione paracrina. Durante la fase catagen, gli enzimi come la 5-alfa riduttasi e la fosforilasi sono bloccati e le cellule del sacco, agendo da precursori steroidi, producono estrose, cortisone dal cortisolo e glicogeno dal glucosio. Questi tre elementi sono indispensabili per la qualità della prossima fase anagen. La fase catagen è suddivisibile funzionalmente sottofasi: catagen I, II, III. in tre La fase catagen dura il tempo necessario al bulbo per risalire fino al colletto e termina con la perdita della guaina, il che dovrebbe teoricamente corrispondere con l'inizio di una nuova fase anagen. Le prime fasi del rinnovarsi del capello in fase anagen sono contemporanee alla sottofase catagen III. E infatti il capello in catagen III che attiva il bulge, per dare l'avvio alla nuova fase anagen. L'attivazione del bulge dà il via alle mitosi delle cellule staminali che, con una discesa mitotica riguadagnano la papilla, riformano la matrice e danno il via al nuovo anagen.

9 9 In questo momento, possono subentrare dei deficit funzionali che sono poi all origine di un indebolimento progressivo del capello. In pratica: una carenza di estrone comporta una attivazione insufficiente del bulge ; una carenza di cortisone conduce ad una attivazione insufficiente della adenilciclasi con un difettoso utilizzo del glicogeno, una carenza di glicogeno nella guaina connettivale, unica fonte di energia metabolica per le cellule in sottofase anagen II durante la discesa mitotica verso l'ipoderma, conduce ad una fase anagen meno profonda, cioè involuta, con risalita della papilla dermica. Il grado di alterazione di ogni capello in fase anagen appare pertanto in larga parte determinato dalla qualità metabolica della fase catagen che lo ha preceduto. La terza fase è quella denotata per il subentrare di un riposo funzionale e viene detta fase tèlogen. Questa fase consiste nel periodo terminale durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma le attività vitali sono completamente cessate. Questo capello, pur

10 10 essendo privo di vitalità, prima di cadere rimane ancora sul cuoio capelluto per un po' di tempo. I capelli in telogen vengono via, senza alcun dolore!, se si esercita una trazione anche modesta sul capillizio. Il bulbo, ormai atrofico e cheratinizzato, ha un aspetto translucido ed appare come una capocchia di spillo alla base del capello facendo preoccupare spesso il paziente che crede, a torto, di aver perduto la parte vivente del capello, cioè quella germinativa. In realtà, questa è rimasta alloggiata in profondità nel cuoio capelluto per dare il via, in via fisiologica, ad una nuova fase anagen e quindi ad un nuovo ciclo di crescita del capello. Va sottolineato il fatto che mentre le fasi anagen e catagen sono fasi del follicolo, la fase telogen è semplicemente una fase del capello, che cade alla fine in via del tutto fisiologica. Va anche detto che nella specie umana, il ricambio dei capelli si verifica per così dire a mosaico, ciò vale a dire che ogni follicolo funziona e produce il proprio capello in via del tutto indipendente dai follicoli a lui vicini. Quindi, nell essere umano non sussiste alcuna sincronizzazione nei cicli di crescita e caduta. Questi periodi non si alternano quindi, come invece avviene in molti altri mammiferi, in cui esiste il fenomeno della muta,

11 11 Nell uomo, esiste tuttavia una certa accelerazione del ricambio, perlomeno per la stragrande maggioranza degli individui, che si verifica in primavera ed in autunno, che dà luogo ad un effluvium stagionale fisiologico. Il capello in fase telogen può cadere da solo ma anche essere sospinto fuori da quello nuovo in crescita. LA CADUTA DEI CAPELLI E opportuno inquadrare il tipo di caduta per poter pervenire ad una diagnosi quanto più possibile corretta, il che naturalmente orienta la eventuale terapia. In pratica, possiamo avere: 1. Telogen effluvium: in un individuo normale ed in buona salute fino al 90% dei follicoli capilliferi si trova in una fase di crescita (anagen) e solo il 10% nella fase telogen, cioè di cessazione della fase attiva di vita del capello. Qualora la percentuale dei follicoli in fase telogen dovesse aumenta significativamente, è chiaro che ciò che si verifica è un aumento della caduta dei capelli. Di conseguenza si svilupperà un diradamento diffuso sul cuoio capelluto o anche dei peli corporei. Questa circostanza, per cui si ha una perdita di capelli maggiore del normale, può essere dovuta a

12 12 diverse particolari condizioni che vanno dallo stress psicologico a varie malattie internistiche o alterazioni metaboliche acute subentranti. Anche l assunzione di farmaci psicotropi, particolari psicosi o altre condizioni come tiroiditi, possono dar luogo a questo fenomeno. 2. Anagen effluvium: questo tipo di caduta è dovuta in genera a serie malattie che causano la perdita dei capelli in fase di crescita (anagen). In genere, i farmaci antiblastici causa questo tipo di fenomeno. 3. Defluvium cronico: tipico del sesso femminile, è simile al telogen effluvium, comportando una minore ma costante perdita di capelli maturi. 4. Alopecia areata: è causato da una malattia autoimmunitaria che determina un attacco di tipo linfocitario, che tuttavia non causa la scomparsa del follicolo. Pertanto, i capelli possono ricrescere nella zona colpita una volta che termina lo stato di aggressione da parte dei linfociti, senza residui cicatriziali. In passato, questo genere di alterazione veniva anche chiamata Area Celsi, manifestandosi a chiazze più o meno grandi e diffuse. 5. alopecia areata cicatriziale totale: è una malattia simile alla precedente, che però conduce all'obliterazione e quindi alla scomparsa del follicolo a carico del solo cuoio capelluto. Ne consegue che il capello non potrà più ricrescere se la

13 13 malattia avrà modo di decorrere in maniera completa. Esiste una variante, detta Alopecia areata cicatriziale universale, in cui il processo interessa non solo i capelli ma anche tutti i peli del corpo. Questi tipi di caduta appena descritti sono quelli di più comune riscontro nella pratica clinica. Altri tipi di caduta tuttavia esistono e sono legati a malattie particolari, come ad esempio il lupus eritematoso o il lichen planus. Anamnesi ed esame obiettivo in tricologia L esame obiettivo in tricologia è volto a valutare in generale lo stato di salute del capello ed in particolare a comprendere se il diradamento dei capelli è diffuso o circoscritto. All osservazione diretta del cuoio capelluto si possono evidenziare segni causali specifici all origine dell alterazione come cicatrici, infezioni, ustioni o processi neoplastici della cute. E chiaro che se la percentuale dei follicoli in fase telogen aumenta, ecco che allora ci sarà anche un aumento nella caduta dei capelli, manifestandosi come un diradamento diffuso sul cuoio capelluto. All ispezione con le dita, è possibile valutare lo stato dei capelli, valutando la loro

14 14 consistenza e verificando il rapporto esistente fra capelli normali e quelli sottili o corti. Un segno indicativo di calvizie androgenetica consisterà nell eccesso di capelli sottili o corti su quelli normali, quale indice di defluvio in fase anagen. La stessa cosa vale per il riscontro di un maggior diradamento sul vertice del capo. Un difetto di presenza sulle tempie, con una linea di attaccatura a forma di M, depone sicuramente per un alopecia fronto-parietale tipica del genere maschile. Una pseudo-alopecia, che può dipendere da trattamenti traumatizzanti oppure da patologie quali tigna o tricollomania, si denota invece per la presenza di capelli fratturati oppure di chiazze alopeciche con aspetto pulverulento. La presenza di capelli sottili, eventualmente associati ad unghie distrofiche e cute secca e sottile con facilità alla fissurazione, può far supporre una sindrome carenziale, la quale a sua volta può dipendere da varie cause. L esame obiettivo e l anamnesi sono essenziali ed in genere sufficienti per porre una diagnosi, anche se possiamo ricorrere ad esami più approfonditi, come il :

15 15 Tricogramma Questo esame si pratica prelevando un campione di capelli in diverse aree del cuoio capelluto. Questi vengono poi osservati con un microscopio ottico a piccolo ingrandimento (20-30x) o anche con una buona lente (10x). Nel tricogramma normale, circa l 85% dei capelli è in fase anagen, il 15% in fase telogen, mentre la percentuale di capelli in fase catagen è trascurabile. Pertanto, il rapporto anagen/telogen risulta pari a 5.5. Il tricogramma serve a stabilire se la caduta di capelli riferita dal paziente è obiettivabile, cioè significativa e se si verifica in anagen o in telogen. Nel defluvio androgenetico o calvizie comune, si osserverà un tricogramma in telogen, quindi un rapporto anagen/telogen < 5.5. Si considera tuttavia francamente patologico un rapporto con una quota di capelli in anagen inferiori all 80% e in telogen superiore al 20-25%. Nell alopecia areata o dovuta ai chemioterapici, il rapporto anagen/telogen è invece superiore a 5.5. Un altra importante funzione del tricogramma è quella per cui si riesce a determinare il diametro del fusto del capello, che deve essere compreso tra i micron.

16 16 E possibile eseguire anche un Esame istologico per sezioni verticali e sezioni trasversali dei capelli per verificare più esattamente il loro stato. Il Wash test consiste invece nella conta e nell osservazione microscopica dei capelli caduti in seguito ad un lavaggio eseguito dopo almeno una settimana di astensione. Questo esame al microscopio ci consente di valutare il tipo di caduta. Test del conteggio giornaliero : è un test semplice, consistendo nella conta giornaliera, effettuata per almeno 2 settimane di seguito, di tutti i capelli che si ritrovano sul cuscino, nella spazzola o pettine, sulle spalle, sui vestiti e quelli che cadono durante il lavaggio. In pratica, si contano tutti i capelli che si distaccano dal cuoio capelluto. Il limite del test è legato alla correttezza dell esame che presenta in pratica qualche difficoltà e non può essere preciso al 100%. Mineralogramma : è un esame che consiste nell'esaminare circa un grammo di capelli prelevati nella zona della nuca, di lunghezza inferiore ai 3 cm, di cui viene valutata la composizione minerale, la quale varia a seconda del colore e del sesso. Oltre alla possibilità di rilevare la presenza di minerali tossici (piombo, mercurio, cadmio, arsenico, alluminio), il mineralogramma consente lo studio di diverse funzioni dell'organismo e quindi può fornire indicazioni per

17 17 la correzione della dieta del paziente. E evidente che questo esame è soprattutto utile se la perdita di capelli è associata a una qualche forma di tossicosi o di carenza nutrizionale. Gli Esami di laboratorio utili si avvalgono degli Esami ematochimici, del Dosaggio ormonale plasmatico e del Dosaggio ormonale sulle urine delle 24 ore L Esame del fusto del capello consiste nel tagliare i capelli a livello del punto di emergenza dall ostio follicolare, per poterli osservare al microscopio ottico dotato di luce polarizzata. La Videodermatoscopia computerizzata dei capelli e del cuoio capelluto è una tecnica di recente introduzione. Essa ci consente di valutare ad un forte ingrandimento (70x - 150x) lo stato del cuoio capelluto e alcuni aspetti morfologici del fusto dei capelli. La Biopsia del cuoio capelluto è utile in specie per effettuare una diagnosi accurata sulla presenza o meno di bulbi attivi e per la diagnosi differenziale soprattutto nelle alopecia areate. La biopsia viene effettuata in anestesia locale, si preleva una piccola porzione di cuoio capelluto, utilizzando in genere dei bisturi circolari, con un taglio di di 5-6 mm di diametro. Sul prelievo si effettua poi l esame istologico o altre indagini specifiche.

18 18 ELEMENTI DI TERAPIA Un eccessiva caduta dei capelli viene definita genericamente come ALOPECIA. Occorre naturalmente distinguere: un alopecia sine causa, detta primitiva e determinata per lo più da una predisposizione per via genetica; un alopecia secondaria ad una patologia o ad uno squilibrio, di solito di natura ormonale o a terapie concomitanti che causano l indebolimento e la caduta dei capelli. EFFLUVIO e DEFLUVIO La caduta giornaliera di notevoli quantità di capelli definisce il fenomeno di effluvio, che in genere è auto-limitato e reversibile. L effluvio è un fenomeno comune che quasi tutti sperimentano almeno una volta nella vita. Va distinto un effluvio in fase telogen (fase di riposo) ed un effluvio in fase anagen (fase di crescita).

19 19 L effluvio in telogen è caratterizzato dalla caduta di centinaia di capelli al giorno. Generalmente, a causare questo tipo di effluvio è un evento stressante che colpisce i capelli nella sottofase anagen 6 costringendoli a passare in fase telogen. La sottofase 6 dell anagen corrisponde al pelo terminale: è importante che dopo ogni telogen, il follicolo sia in grado di produrre un capello nuovo. L evento può colpire anche tutti gli anagen 6 che costituiscono l 80-85% dei capelli, causandone la caduta massiva che inizia dopo settimane per protrarsi per un centinaio di giorni. In seguito la caduta si autolimita spontaneamente e i capelli tendono a ricrescere. La terapia principale consiste nell individuare ed allontanare l elemento stressante. Tuttavia, dal momento che il paziente si presenta al medico in stato di ansia e fortemente preoccupato, è utile prescrivere una terapia di sostegno che lo rassicuri nell arco di tempo necessario per la risoluzione spontanea dell effluvio. Spesso, si ottengono dei buoni risultati con i cortisonici locali (idrocortisone butirrato) o sistemici (metilprednisolone).

20 20 Le Cause principali di telogen effluvium possono essere indicate in: malattie febbrili (influenza, malaria, tifo, polmonite etc.), malattie sistemiche croniche (neoplasie, cirrosi epatica, insufficienza renale, lue, lupus eritematoso etc.), stress fisici (traumi, interventi chirurgici maggiori), stress psicologici, parto, anemia, diabete mellito, diete dimagranti, emodialisi, ipoparatiroidismo, iper-ipotiroidismo, pancreatite, farmaci, radiazioni ultraviolette.

21 21 Finora abbiamo definito l effluvio in telogen. Tuttavia, se l affezione ( noxa patogena ) che colpisce il capello in anagen 6 è così intensa da non consentire il passaggio in telogen, questo cade in anagen e ciò definisce il fenomeno dell anagen effluvium. In tale circostanza, la caduta dei capelli si verifica in tempi molto rapidi. Le Cause principali di anagen effluvium possono consistere in: chemioterapia antitumorale, radiazioni ionizzanti, ipertemia, denutrizione, farmaci (colchicina, betabloccanti etc.). Esistono poi delle forme miste, intermedie cioè tra l effluvio in telogen e l effluvio in anagen. Ciò si verifica quando la noxa patogena non è così intensa da far cadere tutti gli anagen per cui una parte di questi passa in telogen. Anche in questo circostanza, siamo comunque di fronte ad un fenomeno ad evoluzione benigna, per cui è sufficiente per avviare una ricrescita allontanare la causa scatenante.

22 22 Il defluvio è una caduta di capelli, in genere di entità modesta ma permanente e quindi ad andamento cronico a causa di una progressiva involuzione del capello. In questo caso, i capelli che cadono sono in gran parte perduti. Anche in questo caso, è possibile distinguere un defluvium telogen e un defluvium anagen. Il defluvio in telogen é una caduta dei capelli in fase telogen. La caduta risulta per lo più di moderata entità ma continua e con le caratteristiche tipiche del capello in involuzione. Con questo termine si identifica in pratica la calvizie androgenetica, tipica di molti maschi. Le Cause principali di telogen defluvium sono: Nel maschio: predisposizione genetica (alopecia androgenetica, alopecia frontoparietale), Nella donna: (alopecia androgenetica post-menopausale, da tumore secernente androgeni, da ovaio policistico, da iperprolattinemia, da anoressia nervosa, da deficit enzimatico surrenalico, ereditaria).

23 23 Per defluvio in anagen s intende una caduta di capelli in fase anagen dovuta alla progressiva degenerazione follicolare, come conseguenza di vari processi patologici. Le Cause principali di anagen defluvium: lichen planus, lupus eritematoso discoide e sistemico, sclerodermia, follicolite decalcante, pseudoarea di Brocq, radiazioni ionizzanti, tricomalacia. La condizione di telogen effluvium fu per la prima volta definita nel 1961, ma il sintomo che essa descrive, il diradamento diffuso, compariva già nella letteratura medica fin dagli inizi del secolo. Il nome telogen effluvium esplica benissimo la natura di questo tipo di caduta. Tutti i follicoli negli esseri umani vanno incontro a cicli di attività, quando producono la fibra del capello e di riposo, quando non la producono.

24 24 Quindi il termine telogen effluvium descrive l entrata dei capelli nella fase di riposo e la caduta della fibra dei capelli. In un individuo normale in buona salute fino al 90% dei follicoli capilliferi si trova in una fase di crescita cioè in anagen e solo il 10% nella fase telogen. Se la percentuale dei follicoli in fase telogen aumenta in maniera significativa allora ci sarà anche un aumento nella caduta dei capelli e si svilupperà un diradamento diffuso sul cuoio capelluto o dei peli corporei. In casi estremamente rari, il telogen effluvium degenera in uno stadio in cui quasi il 100% dei follicoli capilliferi entra in una fase di riposo. Quando ciò accade, un individuo può ritrovarsi con una calvizie estesa su quasi tutto il cuoio capelluto. La diagnosi telogen effluvium viene generalmente utilizzata per una grande varietà di tipologie di caduta e per diversi fattori scatenanti. In moltissimi casi, la caduta può essere definita come telogen effluvium se il numero di follicoli entrati in fase telogen risulta significativamente aumentato rispetto a quanto dovrebbe accadere normalmente. Non a caso, le prime fasi dell alopecia androgenetica implicano proprio un aumento del numero di follicoli in fase telogen, anche se questo fenomeno può avvenire in altre patologie che colpiscono i capelli.

25 25 Alcuni fattori scatenanti possono favorire l anagen effluvium e il telogen effluvium, anche nello stesso individuo. Quando si tenta di identificare una causa di telogen effluvium si deve considerare che l individuo potrebbe essere stato preda di un fattore scatenante molto prima che la caduta dei capelli abbia avuto visibilmente inizio. Può dunque risultare alquanto difficile identificare con certezza il fattore scatenante dell instaurarsi del telogen effluvium. Del resto abbiamo visto come le eventuali cause del fenomeno siano veramente molteplici, dalle semplici carenze per diete incongrue a fattori ormonali fino a malattie vere e proprie. Va detto che quando la caduta dei capelli è dovuta a fattori genetici, le eventuali cure oggi realisticamente disponibili possono rallentare ma non fermare del tutto la caduta dei capelli. Esistono terapie per uso topico e per via sistemica. Le prime sono particolarmente efficaci in quanto il cuoio capelluto facilita l'assorbimento dei principi attivi. Si tratta soprattutto di sostanze che stimolano l'afflusso di sangue a livello del bulbo.

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