Università La Sapienza Facoltà di Economia Bilancio e Informazione Esterna di Impresa IAS 36. Roma, novembre 2010 prof.

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1 Università La Sapienza Facoltà di Economia Bilancio e Informazione Esterna di Impresa IAS 36 Roma, novembre 2010 prof. Enrico Laghi 1

2 IAS 36 Riduzione durevole di valore delle attività Lo IAS 36 definisce i principi che un impresa deve seguire per assicurarsi che le proprie attività siano iscritte ad un valore non superiore al valore recuperabile ed individuazione delle informazioni integrative da fornire in merito alle attività che hanno subito una riduzione durevole di valore Per raggiungere tale obiettivo, lo IAS 36: definisce il concetto di valore recuperabile; identifica la circostanza di riduzione (perdita) durevole di valore; specifica quando un impresa deve ripristinare una precedente perdita durevole di valore; prescrive le informazioni integrative da fornire in merito alle attività che hanno subito una perdita durevole di valore. 2

3 IAS 36 Ambito di applicazione Trattamento contabile delle perdite di valori relative ai seguenti beni (IAS 36.2): immobili, impianti e macchinari; investimenti in società controllate, collegate e joint-ventures; attività immateriali; avviamento acquisito a titolo oneroso (derivante da aggregazione di imprese). 3

4 IAS 36 Fattispecie escluse Lo IAS 36 deve essere applicato alla riduzione durevole di valore di tutte le attività, ad eccezione delle seguenti per le quali si fa esplicito riferimento ad altri principi internazionali: rimanenze (trattate dallo IAS 2); attività derivanti da commesse a lungo termine (trattate dallo IAS 11); attività per imposte differite (trattate dallo IAS 12); attività relative ai fondi pensione benefici per i dipendenti (trattate dallo IAS 19); attività relative a strumenti finanziari (trattate dallo IAS 39); investimenti immobiliari valutati al fair value (trattati dallo IAS 40); attività biologiche connesse all attività agricola (trattate dallo IAS 41); costi di acquisizione differiti e attività immateriali derivanti dai diritti contrattuali dell assicuratore (IFRS 4); attività non correnti classificate come possedute per la vendita in conformità all IFRS 5; 4

5 IAS 36 Ambito di applicazione Cash Generating Unit Individuazione delle singole attività non correnti, oppure di raggruppamenti di attività non correnti, quando non sia possibile definire che una singola attività sia di per sé capace di generare autonomi flussi finanziari in entrata: tale situazione si verifica assai frequentemente, poiché, in genere, una singola attività non possiede questa capacità. Tali raggruppamenti sono detti CGU, ossia unità generatrici di flussi finanziari Lo IAS 36, paragrafo 6, definisce unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit, nel seguito CGU ) come: il più piccolo gruppo identificabile di attività che genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività. 5

6 IAS 36 Cash Generating Unit La determinazione delle CGU, le loro dimensioni ed i criteri di allocazione dei valori agli elementi che le costituiscono sono aspetti determinanti ai fini della corretta applicazione dei criteri disciplinati dallo IAS 36 per la determinazione e misurazione delle relative eventuali riduzioni di valore. Due tra i principali aspetti della definizione di CGU sono: la determinazione della minima CGU (o il più basso livello al quale si possa definire una CGU); la separabilità (indipendenza) dei flussi finanziari prodotti da una CGU rispetto ad altre CGU. Le CGU devono essere determinate al livello più basso possibile di aggregazione delle attività (intese come singoli elementi).una ulteriore disposizione dello IAS 36 ha effetto sulla identificazione della minima CGU: il paragrafo 70 dello IAS 36 dispone infatti che: se esiste un mercato attivo per il prodotto di una attività o di un gruppo di attività, tale attività o gruppo di attività deve essere identificato come un unità generatrice di flussi finanziari, anche se alcuni o tutti i suoi prodotti sono usati internamente. 6

7 IAS 36 Cash Generating Unit Un mercato attivo è un mercato in cui esistono tutte le seguenti condizioni: a) gli elementi commercializzati sul mercato risultano omogenei b) compratori e venditori disponibili possono essere normalmente trovati in qualsiasi momento; c) i prezzi sono disponibili al pubblico. L esistenza di un mercato attivo per un certo prodotto indica che già a quel livello sono misurabili sia i flussi finanziari in entrata che il valore d uso dell attività o gruppo di attività che tale prodotto ha generato. 7

8 IAS 36 Cash Generating Unit - La separabilità dei flussi finanziari Quando è impossibile identificare oggettivamente i flussi finanziari in entrata, l impresa deve aggregare in una CGU di livello superiore quelle unità i cui flussi finanziari sono direttamente o indirettamente, parzialmente o totalmente autonomi. Tale processo di aggregazione di unità, in casi particolarmente complessi potrebbe richiedere di essere eseguito più di una volta, ed in ogni volta passando al livello immediatamente superiore, sino al momento in cui i flussi finanziari possano essere identificati in modo ampiamente indipendente dagli altri processi produttivi (IAS 36, par. 68). 8

9 IAS 36 Riduzione durevole di valore delle attività Un attività o unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit - CGU) ha subito una perdita di valore quando il valore contabile è superiore al valore recuperabile Valore d uso superiore a Prezzo netto di vendita Il valore d uso si definisce come l insieme dei flussi finanziari che derivano da una specifica attività. ll prezzo netto di vendita è pari al prezzo di vendita nel corso della gestione ordinaria dell impresa al netto del costo stimato per completare il bene e per effettuare la vendita. L unità generatrice di flussi finanziari è il più piccolo gruppo di attività identificabile in grado di generare flussi finanziari in entrata indipendenti dagli altri flussi finanziari in entrata derivati da altre attività o gruppi di attività 9

10 IAS 36 Riduzione durevole di valore delle attività L impresa deve valutare a ogni data di riferimento del bilancio se esiste qualche indicazione che dimostri che un attività possa aver subito una perdita durevole di valore. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l impresa deve stimare il valore recuperabile dell attività. Nel caso in non esista alcun indicatore di perdita di valore durevole l impresa dovrà comunque: stimare alla fine di ogni anno il valore recuperabile delle attività immateriali con vita utile indeterminata e/o delle attività immateriali capitalizzate ma non ancora disponibili all uso; e verificare annualmente l eventuale perdita di valore dell avviamento. 10

11 IAS 36 Identificazione di un Impairment L impresa deve considerare, al minimo, le seguenti indicazioni. Fonti informative esterne: Il valore di mercato di un attività è diminuito significativamente; Si sono verificate variazioni significative con effetto negativo o nell ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo nel quale l impresa opera; I tassi di interesse di mercato o altri tassi di remunerazione del capitale sugli investimenti sono aumentati nel corso dell esercizio; Il valore contabile netto dell attivo dell impresa che redige il bilancio è superiore alla capitalizzazione di mercato. Fonti informative interne: Risulta evidente l obsolescenza o il deterioramento materiale di un attività; Significativi cambiamenti con effetti negativi sull impresa, nella misura in cui o nel modo in cui un attività viene utilizzata; Risulta evidente dall informativa interna che l andamento di un attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto. 11

12 IAS 36 Identificazione di un Impairment Identificazioni derivanti dall informativa interna in grado di rivelare che un attività può aver subito una perdita di valore comprendono: Flussi finanziari connessi all acquisto di un attività, o disponibilità liquide che in seguito si rendono necessarie per rendere operativa o conservare l attività significativamente superiori a quelli originariamente previsti; Flussi finanziari netti effettivi oppure utili o perdite operative conseguenti all esercizio dell attività che si rivelano significativamente peggiori a quelli originariamente preventivati; Un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o del reddito operativo preventivato, o un significativo aumento della perdita relativa all utilizzo dell attività; oppure Perdite operative o flussi finanziari netti in uscita connessi all attività, quando i risultati del periodo in corso vengono aggregati a quelli preventivati per il futuro 12

13 IAS 36 Valore recuperabile Prezzo netto di vendita La migliore evidenza è il prezzo contenuto in un accordo vincolante di vendita stabilito in una operazione tra controparti indipendenti rettificato dei costi marginali direttamente attribuibili alla dismissione del bene. In assenza di accordo vincolante e se l attività è commercializzata in un mercato attivo, il prezzo netto di vendita è il prezzo di mercato dell attività dedotti i costi di dismissione. Il prezzo di mercato appropriato è solitamente il prezzo corrente d offerta. Quando non sono disponibili i prezzi correnti d offerta, il prezzo dell operazione più recente può fornire un criterio con il quale poter stimare il prezzo netto di vendita, purché non vi siano stati significativi cambiamenti nel contesto economico tra la data dell operazione e la data alla quale la stima è stata effettuata. 13

14 IAS 36 Valore recuperabile Prezzo netto di vendita (segue) Se non esiste alcun accordo vincolante di vendita né alcun mercato attivo per un attività, il prezzo netto di vendita è determinato in base alle migliori informazioni disponibili per riflettere l ammontare che l impresa può ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla dismissione dell attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo che i costi di dismissione siano stati dedotti. Nel determinare questo ammontare, l impresa considera il risultato di recenti transazioni per attività simili effettuate all interno dello stesso settore industriale, il prezzo netto di vendita non riflette una vendita forzata, a meno che la direzione aziendale non si trovi nella necessità di dover vendere il prima possibile. 14

15 IAS 36 Valore recuperabile Valore d uso Il valore d uso si definisce come l insieme dei flussi finanziari che derivano da una specifica attività. La stima del valore d uso di un attività comporta le seguenti operazioni: - Stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che derivano dall uso continuativo dell attività e della sua dimensione finale; e -applicare il tasso di attualizzazione appropriato a questi flussi finanziari futuri. Le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate su presupposti ragionevoli e sostenibili in grado di rappresentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione aziendale di una serie di condizioni economiche che esistono lungo la restante vita utile dell attività. Maggior peso deve essere dato alle evidenze provenienti dall esterno. Le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate sui più recenti budget/previsioni approvati dalla direzione aziendale. Le proiezioni fondate su questi budget/previsioni devono coprire un periodo massimo di cinque anni, a meno che un arco temporale superiore possa essere giustificato. 15

16 IAS 36 Valore d uso - Criteri di stima dei flussi finanziari futuri Le proiezioni di flussi finanziari superiori al periodo coperto dai più recenti budget/previsioni devono essere stimate tramite estrapolazione delle proiezioni fondate su budget/previsioni facendo uso per gli anni successivi di un tasso di crescita stabile o calante, a meno che un tasso crescente possa essere giustificato. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, dei settori industriali, del Paese o dei Paesi in cui l impresa è operativa, o dei mercati nei quali il bene utilizzato è inserito, salvo che un tasso superiore possa essere giustificato. Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere: le proiezioni dei flussi finanziari in entrata derivanti dall uso continuativo dell attività; le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che necessariamente di verificano per generare flussi finanziari in entrata dall uso continuativo dell attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere l attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuibili o ripartiti all attività in base a un criterio ragionevole e coerente; e i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione dell attività alla fine della sua vita utile. 16

17 IAS 36 Valore d uso - Criteri di stima dei flussi finanziari futuri Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono presupposti coerenti in merito agli aumenti dei prezzi dovuti all inflazione generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all inflazione generale, i flussi finanziari sono stimati al loro valore nominale. Se il tasso di attualizzazione esclude l effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all inflazione generale, i flussi finanziari sono stimati al loro valore reale (ma non includono specifici aumenti o diminuzioni del prezzo futuro). I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo riferimento alle condizioni correnti. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in entrata o in uscita che si suppone debbano derivare da: una ristrutturazione futura per la quale l impresa non è ancora impegnata; o un investimento futuro in cespiti che metterà l attività nelle condizioni di fornire un rendimento superiore al livello medio di prestazione originariamente accertato. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere: i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento ; o pagamenti o rimborsi fiscali. 17

18 IAS 36 Valore d uso Il metodo Discount Cash Flow Premessa: in base al metodo dei flussi di cassa attualizzati il valore economico di un'impresa risulta dallo sviluppo delle seguenti formule: dove: W = V - PFN + SA W = valore economico attribuibile alla Società; V= valore attualizzato dei flussi di cassa prodotti (valore dell'azienda o enterprise value); PFN = posizione finanziaria netta alla data di riferimento; SA = surplus asset Nell'impostazione unlevered del metodo dei flussi di cassa attualizzati, il valore dell'azienda è determinabile in base all'attualizzazione, alla data di riferimento e ad un tasso espressivo del costo medio ponderato del capitale (costo medio ponderato del capitale proprio e del capitale di terzi), dei flussi di cassa ante gestione finanziaria (free cash flow) che ci si attende verranno prodotti in futuro. 18

19 IAS 36 Valore d uso Il metodo Discount Cash Flow Il metodo del levered DCF (o FCFE), utilizzando il Ke come costo del capitale, porta alla determinazione dell Equity value Posizione finanziaria netta = Enterprise Value Il metodo dell unlevered DCF (o FCFO), adottando il WACC come costo medio ponderato del capitale, porta alla determinazione dell Enterprise value Equity value 19

20 IAS 36 Valore d uso Il metodo Discount Cash Flow La formula generale in base alla quale si procede alla determinazione del valore dell'azienda (o enterprise value) è cosi rappresentabile : V n i = FCFi (1+ WACC) + i= 1 TV dove: FCF = free cash flow, o flusso di cassa prodotto dalla gestione corrente; WACC = costo medio ponderato del capitale; n = periodo di previsione esplicita. Questo può corrispondere ad un numero intero, nel caso in cui la data di riferimento della valutazione coincida con la fine dell anno, oppure ad n meno una frazione dell anno, nel caso in cui la data di riferimento della valutazione coincida con un momento intermedio (ad esempio, n-0,5 se la data di riferimento è la metà dell anno); TV = valore attuale del valore terminale (Terminal Value), ovvero il valore del business aziendale oltre il periodo di previsione esplicita 20

21 IAS 36 Valore d uso Il metodo Discount Cash Flow I free cash flow (flussi di cassa netti della gestione operativa) esprimono la dimensione finanziaria della gestione corrente e sono determinati trasformando il reddito operativo (EBIT) nei movimenti effettivi delle risorse finanziarie generate dalla gestione caratteristica. I FCFO (Flussi monetari netti della gestione operativa) possono, dunque, essere determinati sulla base del seguente schema: + EBIT (reddito operativo) - imposte figurative gravanti sul reddito operativo = NOPLAT (reddito operativo al netto delle imposte figurative) + ammortamenti ed accantonamenti +/- disinvestimenti/investimenti in capitale fisso +/- variazioni del capitale circolante +/- variazione di fondi = Free Cash Flow Operativo 21

22 IAS 36 Determinazione del WACC Il costo medio ponderato del capitale è determinato come media ponderata del costo del capitale proprio e del costo del capitale di terzi, al netto degli effetti fiscali, secondo l approccio del Capital Asset Pricing Model (CAPM). La formula è la seguente: WACC = Ke * E D + E + Kd*(1 t)* D D + E dove: Ke = costo del capitale proprio; E = valore di mercato dei mezzi propri; Kd = costo del debito; D = valore di mercato dell'indebitamento netto; T = aliquota fiscale. 22

23 IAS 36 Determinazione del WACC Il costo del capitale proprio rappresenta il rendimento che ci si aspetta, in condizioni non influenzate da fenomeni contingenti, dal settore di appartenenza dell'azienda ed è calcolato utilizzando il Capital Asset Pricing Model, attraverso la formula: dove: Ke = Rf + β * (Rm Rf) Rf = tasso privo di rischio, pari al rendimento offerto nel medio - lungo termine da investimenti quali i titoli di stato; β = è un indice del rischio non diversificabile (o sistematico) di un investimento con un profilo di rischiosità simile a quello dell'azienda oggetto di valutazione. 23

24 IAS 36 Determinazione del WACC Il fattore β di un azienda privata viene solitamente determinato analizzando il beta di società simili quotate alla borsa valori, ponendo anche particolare attenzione alla rispettiva struttura finanziaria (levered β rispetto unlevered β). Se un'azienda ha eccessivi debiti onerosi potrebbe anche incorrere in rischi di bancarotta e l'investitore azionario richiederà in questo caso al proprio investimento un ritorno maggiore al fine di poter compensare questi maggiori rischi e costi di natura prettamente finanziaria. Il calcolo per la determinazione del β da utilizzare in sede di valutazione per una specifica società parte quindi dalla fase di de-leverage finanziario del β di mercato, individuando così un β unlevered, come riportato di seguito: β Unlevered = β Levered / 1+ (1 T c ) D E 24

25 IAS 36 Determinazione del WACC Il β unlevered viene poi nuovamente levereggiato sulla base della struttura finanziaria specifica della società oggetto della valutazione, come riportato di seguito: β Levered = β Unlevered 1+ (1 T c ) D E (Rm - Rf) = premio per il rischio, ovvero il rendimento addizionale richiesto da un investitore avverso al rischio rispetto al rendimento delle attività prive di rischio. Tale premio può essere definito come la differenza tra il rendimento medio del mercato azionario e il tasso privo di rischio; Nella determinazione del Ke viene spesso aggiunta anche un altra componete di rischio caratterizzante l azienda, specialmente se questa non è azienda quotata: lo Small cap premium, ovvero il rendimento addizionale richiesto dall investitore razionale che investe in società di piccole dimensioni, che comportano di solito una minore liquidabilità dell investimento. 25

26 IAS 36 Determinazione del WACC Il costo del debito finanziario (Kd) è il tasso di interesse al quale si ipotizza l azienda possa finanziarsi. Il costo del debito deve infine essere considerato al netto dell aliquota d imposta t, al fine di tenere conto del risparmio fiscale generato dalla deducibilità degli oneri finanziari. Per la determinazione del rapporto tra indebitamento e valore dell azienda si deve far riferimento alla struttura di leverage propria dell azienda in esame. Nel caso in cui tale struttura sia considerata non significativa, è consigliabile far riferimento ad un campione di società quotate operanti nello stesso settore (come determinato in sede di calcolo del β) ed identificare una struttura finanziaria rappresentativa dello standard di settore. 26

27 IAS 36 Determinazione del Terminal Value Relativamente alla determinazione del valore terminale, se: le prospettive di crescita oltre il periodo di previsione esplicita sono il linea con quelle del contesto macroeconomico; gli investimenti sono adeguati a sostenere il tasso di crescita assunto per il lungo periodo; gli investimenti in capitale circolante sono adeguati a sostenere il tasso di crescita assunto per il lungo periodo. Allora, il valore terminale può essere calcolato in base al valore della rendita perpetua del flusso di cassa operativo stimato per il periodo successivo a quello di detta previsione (formula di Gordon): TV FCFt + 1 (1 + g) = WACC g 27

28 dove: IAS 36 Determinazione del Terminal Value Il FCF sostenibile nel lungo periodo può andare a coincidere con il NOPLAT se: 1) gli ammortamenti ed accantonamenti sono pari agli investimenti/disinvestimenti in capitale fisso (ovvero seguendo un principio di investimenti di mantenimento); 2) variazioni del capitale circolante e fondi possono essere considerate pari a zero. TV NOPLATn (1 + g) = WACC g NOPLAT = risultato operativo (Ebit) al netto delle imposte figurative WACC = costo medio ponderato del capitale g = tasso di crescita atteso di medio lungo termine 28

29 IAS 36 Determinazione del Terminal Value Se le prospettive di crescita oltre il periodo di previsione esplicita sono caratterizzate da un tasso di crescita maggiore rispetto a quello macroeconomico, il valore terminale può essere calcolato secondo il value driver approach, che tiene in considerazione sia il tasso di crescita sostenibile nel lungo periodo, sia il rendimento del capitale investito: g NOPLAT (1 ) TV = ROIC WACC g dove: NOPAT = risultato operativo (Ebit) al netto delle imposte figurative WACC = costo medio ponderato del capitale g = tasso di crescita atteso di medio lungo termine ROIC = rendimento del capitale investito, definito come rapporto tra NOPAT e il capitale investito; L utilizzo di questa formula presuppone l ipotesi in cui ci si aspetta che la Società riesca a mantenere, anche nel lungo periodo, un certo vantaggio competitivo sui competitors derivante dal proprio nome, brevetti, ecc. 29

30 IAS 36 Determinazione del Terminal Value In questo approccio, se il WACC è uguale al ROIC, ovvero se il rendimento del capitale investito è pari al costo del capitale, significa che l azienda in futuro non è in grado di creare valore e quindi il TV risulta pari al NOPLAT scontato al proprio costo del capitale. Questo approccio è chiamato perpetuity model e riflette l ipotesi in cui ci si aspetta che la competizione nel settore cresca sino a portare il ROIC pari al WACC. TV = NOPLAT WACC Se assumiamo g/roic = K (percentuale del NOPLAT che viene reinvestita nell azienda) = 0, implicitamente assumiamo che la crescita prevista possa essere raggiunta senza ulteriori investimenti. Questo approccio è chiamato aggressive growth model, e il suo utilizzo non risulta mai essere corretto in quanto una crescita non può mai essere raggiunta senza investimenti. Tale valore identifica quindi il valore più alto attribuibile al Terminal value NOPLAT TV = WACC 30

31 IAS 36 - Avviamento Nel verificare se una CGU ha subito una perdita di valore, occorre identificare se l avviamento connesso all unità è rilevato in bilancio. eseguire tale passo anche se nessuna porzione del valore contabile dell avviamento può essere ripartita eseguire verifica impresa NON può attribuire all unità il valore contabile dell avviamento dal basso verso l alto ( bottom-up test) identificare se il valore contabile dell avviamento può essere ripartito in base a un criterio ragionevole e coerente sulla CGU confrontare il valore recuperabile della CGU con il valore contabile e rilevare qualsiasi perdita durevole di valore dall alto verso il basso ( top-down test) identificare la CGU più piccola di cui fa parte l unità in oggetto e alla quale il valore contabile dell avviamento può essere imputato comparare il valore recuperabile della CGU più grande con il valore contabile e rilevare qualsiasi perdita durevole di valore 31

32 IAS 36 Perdita durevole di valore di CGU deve essere imputata a riduzione del valore contabile delle attività che fanno parte dell unità 1 2 all avviamento imputato all unità generatrice dei F F (qualora esista) alle altre attività dell unità in base a un criterio proporzionale basato sul valore contabile di ciascuna attività che fa parte dell unità il valore contabile di un attività deve essere ridotto non al di sotto del più alto tra prezzo netto di vendita (se determinabile) valore d uso (se determinabile) zero l ammontare delle perdita durevole che sarebbe stata altrimenti imputata all attività deve essere imputato alle altre attività dell unità in base a criterio proporzionale 32

33 IAS 36 Ripristini di valore Possibili solo per i beni tangibili ed intangibili soggetti a precedente impairment loss (diversi dall avviamento) in presenza di un Recoverable Amount derivante dalla stima superiore a quello determinato in sede di impairment test. SUI BENI DIVERSI DALL AVVIAMENTO (divieto assoluto per il Goodwill) Incremento del valore del bene per l ammontare del ripristino Limite superiore della rettifica pari al valore di originaria iscrizione o al costo rivalutato precedentemente iscritto Imputazione della contropartita del ripristino (IAS ): 1. beni valutati al costo: a conto economico per l ammontare totale 2. beni valutati al costo rivalutato a conto economico per la quota della precedente svalutazione eccedente la riserva di rivalutazione; a ricostituzione parziale o totale della riserva di rivalutazione per la parte del ripristino eccedente quella imputata a conto economico; 3. Rettifica conseguente del piano di ammortamento 33

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