BRESCIA RICERCHE. N. 62/63 - anno XVIII marzo-giugno 2008

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1 BRESCIA RICERCHE N. 62/63 - anno XVIII marzo-giugno 2008 spedizione in abbonamento postale, 70% filiale di Brescia autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 17/1990

2 BRESCIA RICERCHE Rivista trimestrale edita a cura del consorzio Inn.Tec. Srl con sede in Brescia, Piazza Paolo VI, 16 p.iva e c.f Direzione amministrativa e redazione via Branze, 45 - Brescia info@inntec.it Direttore responsabile Romano Miglietti Direttore editoriale Romano Miglietti Comitato di redazione Alberto Albertini Max Bontempi Angelo Borgese Maurizio Covri Alessandro Marini Silvio Zucchi Coordinamento redazione Federica Zaccaria Concessionaria della pubblicità Emmedigi pubblicità via Malta, 6/b Brescia tel fax Stampa Arti Grafiche Apollonio Prezzi Italia fascicolo Euro 4,00 abbonamento annuo Euro 12,00 Prezzi Estero fascicolo Euro 6,00 abbonamento annuo Euro 18,00 spedizione in abbonamento postale, 70% filiale di Brescia SOMMARIO Momenti Inn.Tec. Romano Miglietti Editoriale Alberto Albertini Borgy Corner Angelo Borgese Innovazione e P.A. Alberto Cavalli, Francesco Bettoni Brescia-Milano: 52 minuti Alessandro Marini Csmt: Il nuovo volto della ricerca bresciana Federica Zaccaria Il Csmt? Diventerà un piccolo Fraunhöfer Diecasting Day: l aggiornamento per antonomasia sulla pressocolata Federica Zaccaria Thixocasting e trattamento delle leghe ad ultrasuoni Annalisa Pola, Roberto Roberti Metodi e software innovativi per il dimensionamento di uno stampo Andrea Panvini, Massimo Antonini, Nicola Pedrocchi Lo stato di salute del sistema informativo aziendale Alberto Turano Innovazione: da ragioniere a manager, il direttore finanziario cambia pelle Marco Dirani Sistemi automatici di riabilitazione Roberto Faglia, Davide Fausti, Andrea Tomasoni, Andrea Tononi, Giovanni Taveggia, Chiara Mulè Ricerca, l incentivo è automatico Marco Tabladini La virtualizzazione dei Sistemi Operativi nella didattica (e non solo) Federico Cerutti

3 4 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 BRESCIA RICERCHE Momenti Inn.Tec. Gentile lettore, dopo 18 anni per la nostra rivista si apre una nuova fase, anche in relazione ai cambiamenti impressi negli ultimi mesi alla missione di Inn.Tec., in seguito all avvio del Csmt Brescia Ricerche diventa infatti il principale strumento di promozione e diffusione della cultura dell innovazione allo scopo di supportare il perseguimento delle nuove finalità del Consorzio Inn.Tec., basate sull animazione tecnologica e sulla sollecitazione al cambiamento nei confronti della propria community di associati e, più in generale, verso il sistema Brescia. La rivista, grazie al lavoro e alla passione del comitato di redazione coordinato da Alessandro Marini (presidente del nostro Consorzio dallo scorso novembre e imprenditore attivo nell Information e Comunication Technology), si è data, oltre ad una veste grafica rinnovata, una struttura articolata in rubriche fisse per dare continuità logica alle riflessioni dei nostri redattori, presentando ora un mix bilanciato di contributi provenienti dall accademia, dall industria e dalle istituzioni. Ecco, quindi, che da questo numero, il 62, Brescia Ricerche si presenta con un look moderno che però, nelle nostre intenzioni, non vuole staccarsi troppo nettamente da quello passato e con una linea editoriale che prevede un argomento dominante per ogni uscita (il Diecasting Day e le applicazioni dell alluminio nell automotive caratterizzano il presente numero), cui si affiancano altri interventi di interesse generale e le succitate rubriche fisse, a cui è affidato il compito di proporre angolature diverse rispetto al tema portante della nostra iniziativa: l innovazione. Romano Miglietti

4 EDITORIALE 5 Editoriale Anche dieci anni fa il settore della pressocolata a Brescia aveva grandi numeri e aziende, ma pochi in Italia e nel mondo percepivano realmente il distretto, l importanza della città e del suo ricco tessuto industriale specializzato. di Alberto Albertini Oggi quelle aziende ci sono ancora, anzi sono aumentate, di numero e di livello, ma hanno il vantaggio di essere maggiormente conosciute, di essersi accreditate anche a livello di immagine, di brand awarness e di posizionamento, come direbbero gli esperti di marketing. La svolta è stata una decisione che a quel tempo forse apparve circoscritta, e invece fu capace di generare un processo virtuoso ancora attivo: alla fine degli anni Novanta l Università fondò un laboratorio di pressocolata nonché un nuovo corso di laurea in ingegneria dei materiali. Le aziende locali risposero all appello mettendo a disposizione macchine e attrezzature, e progressivamente il riscontro fu sempre più ampio. Nacquero varie iniziative che avevano l Università come punto di riferimento o coordinamento: la fiera Metef-Foundeq, il seminario internazionale Diecasting Day, la rivista specializzata Pressocolata&Tecnologia e la Guida internazionale alla pressocolata ; aluplanet.com, il portale dedicato all alluminio; vari corsi di formazione presso la sede dell Università o quella dei committenti; la pubblicazione di letteratura tecnica. E naturalmente uno scambio quotidiano tra l Università di Brescia e le Università e i laboratori all estero e, soprattutto, le aziende: per progetti di spin-off, ricerca, prototipazione, test e sviluppo. L Università ha trovato terreni di dialogo e collaborazione, ha raccolto adesioni e commesse molto velocemente, perché si è rivolta ad aziende già abituate all innovazione, internazionali e addirittura leader. Nella pagina economica dei quotidiani locali leggo spesso profili di aziende bresciane che battono le multinazionali anglosassoni o giapponesi, che sono fornitrici di riferimento dei marchi più prestigiosi, che sviluppano, ingegnerizzano e industrializzano invenzioni sorprendenti, soddisfacendo i requisiti più esigenti. Il seminario Diecasting Day, giunto alla quarta edizione, ha dato la parola ai più importanti protagonisti contemporanei del settore. Non so se Brescia ha compreso la portata dell evento. Nemak, Honsel, GM Strasburgo e BMW Landshut, con i loro getti ad alta tecnologia e sempre più larga diffusione (in primis le scatole cambio e i blocchi motore), sono fornitori chiave dell automotive. Da soli possono indicare lo stato dell arte e gli orientamenti futuri dei trasporti e di alcuni metalli elettivi, come appunto l alluminio, che sembra avere le caratteristiche ideali per affrontare le nuove sfide globali: riciclabile, leggero, flessibile. La storia di questo seminario, insieme a quella delle altre iniziative citate in precedenza, potrebbe costituire un esempio per altri settori, ad esempio quello della plastica (altra eccellenza locale), addirittura per la nostra intera provincia imprenditoriale.

5 6 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Nel corso di un recente consiglio d'amministrazione, un imprenditore ultrasettantenne, informandosi sul software aziendale, si è lasciato sfuggire l'aggettivo "meccanografico" ed ha così suscitato l'ilarità dei consiglieri più giovani che, abituati a pensare in termini di "office automation", non avevano mai sentito un vocabolo tanto desueto. Il mondo sta cambiando, cambia il modo di lavorare, ma soprattutto cambia il nostro linguaggio di tutti i giorni, spesso succube di neologismi anglofoni che, di per sé, non trovano giustificazioni plausibili nell'ambito professionale e produttivo che siamo abituati a frequentare. Mio nonno vendeva "confezioni" nel suo bel negozio del centro e, con ogni probabilità, se, quarant'anni fa, si fosse presentato dicendo che operava nel "fashion business", l'avrebbero scambiato per un marziano; sua moglie ogni venerdì mattina andava dalla "pettinatrice" senza nemmeno immaginare che si trattasse di una "hair stylist"! Così a Brescia, città dove la "new economy", il "merchant banking" e l'"insider trading" hanno sbigottito un'intera generazione imprenditoriale, si celebra oggi il "Diecasting Day", ovvero la giornata dedicata alla pressocolata, mestiere tradizionale ed innovativo al tempo stesso, nel quale si coniugano nuove tecnologie e logiche industriali focalizzate su qualità, produttività ed economie di scala degne d'altri tempi. Per nostra fortuna, il successo della manifestazione non è legato alla ridondanza del titolo del convegno, ma al pragmatismo dei suoi partecipanti, imprenditori e professionisti che si giocano il cambiamento da protagonisti, senza subire l'innovazione fine a se stessa, ma partecipandovi nel giorno per giorno. Uomini che inventano e sperimentano materiali e processi modernissimi all'interno delle nostre aziende, nelle quali il CEO si chiama ancora "capo" ed il "networking" è fatto di relazioni personali nelle quali, grazie a Dio, non manca mai qualche frase in dialetto bresciano stretto stretto. L Impertinente È infatti un tentativo riuscito di aumentare la consapevolezza locale, risvegliare l orgoglio che oggi si scolora in un diffuso senso di frustrazione e impotenza, e contemporaneamente è la dimostrazione che si può creare una sorta di marchio, un made in Brescia, che tra l altro esiste da tempo e di fatto, ma è nascosto nel nostro genetico understatement, nel nostro carattere diretto ma aspro - riprendo provocatoriamente la definizione di Alessandro Marini nel suo articolo Brescia-Milano: 54 minuti. Un eccellenza non sempre adeguatamente comunicata e che dunque rischia di rimanere sottointesa. Anche Brescia Ricerche può diventare un ulteriore strumento di comunicazione, identità e consapevolezza. Con una nuova veste editoriale e grafica sarà la voce della ricerca a Brescia: dinamica, vivace e spesso latente ( L innovazione latente fu il titolo di una libro profetico, riassunto di un inchiesta e studio promossi nel 2001 dall allora presidente della Piccola Industria di AIB). Una ricerca che naturalmente passerà spesso dall Università, il suo luogo elettivo, ma anche attraverso l analisi di alcuni casi di successo e le best practices di aziende che si sono particolarmente distinte.

6 BORGY CORNER 7 Borgy Corner Dalle pagine di questa rivista spesso e giustamente si è parlato di ricerca e innovazione, ma oggi, agli albori di una nuova era, riteniamo opportuno ritornare sul tema che, nonostante tutto, rimane legato a concetti raramente dotati, nel linguaggio comune, di un significato univoco. di Angelo Borgese In un dibattito che dovrebbe coinvolgere non solo e non tanto gli addetti ai lavori quanto la società civile nel suo complesso, politici, imprenditori, intellettuali e semplici cittadini, è importante sapere che cosa sia la ricerca di base e cosa la distingua da quella applicata, quali siano i criteri che separano una teoria scientifica da un insieme di ipotesi, quali principi e quali meccanismi guidino o dovrebbero guidare il trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. Ricerca e innovazione sono, insieme all istruzione, due dei tre vertici del cosiddetto triangolo della conoscenza. I lati di questo triangolo devono essere strettamente collegati per poter garantire sviluppo economico, dinamismo e qualità della vita. Il legame della ricerca e dell istruzione con l innovazione, intesa come sede di trasformazione della conoscenza e delle idee in prodotti o servizi, nel nostro Paese, pare ancora piuttosto labile. In questa occasione ci riferiremo soltanto alle relazioni tra ricerca e innovazione con l intenzione di dedicare all istruzione futuri spazi. In effetti, escludendo alcune realtà particolarmente evolute, il tessuto imprenditoriale locale è formato da un numero rilevante di piccole o medie imprese di origine artigianale, ad organizzazione quasi familiare, che hanno spesso visto nell idea pratica, pragmatica e spontanea dell imprenditore stesso, l unica via per l innovazione. Nell innovarsi, queste imprese si collegano ancora con poca fluidità al mondo della ricerca e dell innovazione e, per prudenza o diffidenza, possono trovare difficoltà nei processi di maturazione delle idee, nel finanziamento alla ricerca e nello sviluppo di prototipi e brevetti. Per la piccola e media impresa, i programmi di sviluppo tecnologico europei sono stati e restano una occasione favorevole per sostenere economicamente programmi di ricerca e sviluppo: pare ancora difficile, però, da parte delle piccole e medie imprese italiane e bresciane in particolare, il coinvolgere e il farsi coinvolgere all interno di questi programmi. Il ponte tra ricerca, innovazione e imprenditoria può essere oggi realizzato efficacemente mediante forme di collaborazione tra il pubblico e il privato come i centri servizi multitecnologici, le agenzie di sviluppo, la costituzione di spin-off universitari, e lo spostamento della ricerca su quei settori di estrema avanguardia tecnologica che possono attrarre nuove forme imprenditoriali di investimento sul territorio. Nonostante le critiche all attuale modello di sviluppo basato sull evoluzione del mercato globale, è fuori dubbio che, attraverso l introduzio-

7 8 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 ne di nuove tecnologie, è stato possibile, nel corso degli anni, aumentare costantemente la produttività e di conseguenza elevare il livello di vita delle popolazioni, almeno nei paesi industrializzati. La disponibilità, sul mercato, di nuovi prodotti, ha trasformato le abitudini di vita delle popolazioni, contribuendo in larghissima parte all aumento del benessere; inoltre sempre più nel corso del tempo, la capacità di innovare da parte delle aziende è divenuta condizione fondamentale per avere successo nella competizione internazionale. Ricerca e sviluppo Storicamente l evoluzione dei paesi industriali è andata di pari passo con l investimento di una significativa parte del loro reddito e della loro forza lavoro, in attività formalizzate di ricerca pura (o di base) e di ricerca applicata allo sviluppo tecnologico. Tutto ciò è avvenuto sia all interno di organizzazioni come le università e i laboratori pubblici, sia all interno delle industrie private. Il ruolo dei ricercatori individuali, generalmente denominati inventori, è andato progressivamente riducendosi per varie ragioni, non ultima il costo della ricerca e la sua complessità metodologica e delle attrezzature scientifiche necessarie, che ha richiesto l e- Processo innovativo secondo il modello chain-linked

8 BORGY CORNER 9 volversi nelle imprese di importanti strutture e laboratori di ricerca e sviluppo. E correntemente utilizzata una distinzione concettuale tra ricerca di base, ricerca applicata e sviluppo, basata sulle seguenti definizioni: Ricerca di base: si tratta di un attività di ricerca che ha come obiettivo l aumento della conoscenza senza diretti fini applicativi, basata sulla pura curiosità intellettuale e sulla volontà di scoprire le leggi fondamentali che permettono di interpretare i fenomeni della natura. La ricerca di base esplora ciò che è sconosciuto, ampliando il campo del possibile e producendo conoscenza teorica. Ricerca applicata: si intende l attività di ricerca volta ad ottenere determinati risultati applicativi e ad esplorare strade e metodi alternativi per realizzare fini pratici. Produce modelli, metodi, processi e prototipi. Sviluppo: è l attività volta a passare dalla fase prototipale alla vera e propria fase di produzione. Questa fase implica una ricerca sui dettagli che in genere finisce con l assorbire una grande quantità di risorse economiche. Lo sviluppo viene condotto prevalentemente dalle imprese sulla base anche di una finalità commerciale, cioè con l obiettivo di realizzare un nuovo prodotto da mettere sul mercato o una nuova tecnologia da applicare in un processo produttivo. Il modello lineare e il suo superamento Sulla base delle definizioni enunciate si può ipotizzare un attività di tipo sequenziale tra ricerca di base, ricerca applicata e sviluppo. La ricerca di base mette a disposizione l insieme delle conoscenze necessarie per individuare una eventuale applicazione pratica che una successiva ricerca applicata permette di evidenziare. La ricerca applicata elabora e applica ciò che è conosciuto in teoria, mirando a ottenere un effettivo risultato, mentre lo sviluppo trasforma i risultati della ricerca in nuovi materiali, dispositivi, sistemi e processi. Se si aggiunge la produzione come stadio finale della conversione della ricerca di base in nuovi prodotti/processi e infine la commercializzazione del nuovo prodotto/processo, si ottiene una sequenza di stati che contraddistingue una evoluzione a modello lineare che parte dalla scienza e termina con la realizzazione concreta dell innovazione Secondo questo modello lineare, le università, in quanto produttrici di conoscenza scientifica di base e sedi di laboratori e di attività di ricerca applicata, si situano al vertice del processo innovativo, fornendo conoscenze che vengono via via elaborate e trasformate in prodotti dalle imprese. Nel corso di questa evoluzione muta la natura della conoscenza (da scienza a tecnologia, da pubblica a privata) e mutano le motivazioni degli agenti coinvolti (dalla ricerca disinteressata della comprensione della realtà alla ricerca del profitto ). Questo modello, detto tech-

9 10 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 nology push prevalse fino agli inizi degli anni sessanta del secolo appena trascorso. Un osservazione più attenta ed accurata dei processi di innovazione ha portato, proprio in quegli anni, a studi che cominciarono a contrapporre al modello lineare di technology push un nuovo modello denominato market pull, il quale tendeva a far risaltare il ruolo importante del mercato. Secondo questo punto di vista, l innovazione nasce quando le imprese sono in grado di capire e di soddisfare i bisogni dei clienti evidenziati dal mercato. La R&S delle imprese, quindi, è vista come dotata di una funzione reattiva e si focalizza sulla produzione di nuovi processi e prodotti ivi emergenti. Negli anni settanta anche il modello market pull ha cominciato ad essere considerato troppo semplicistico e, soprattutto negli anni ottanta, diversi contributi di attenti studiosi hanno notevolmente affinato la comprensione dei processi innovativi sottolineando l interattività delle varie fasi attraverso le quali si svolge il processo innovativo. Kline e Rosemberg (1986), soprattutto, hanno chiarito come i modelli esistenti non cogliessero adeguatamente né la complessità delle relazioni tra i diversi tipi di conoscenza né la natura del processo innovativo. Infatti non sempre le attività scientifiche e tecnologiche sono facilmente distinguibili e in molti casi è stata la tecnologia sviluppata dalle imprese a ispirare la scienza e a condurre alla nascita di nuovi campi di ricerca scientifica all interno delle università stesse. Inoltre molti miglioramenti della tecnologia si sono realizzati senza aspettare avanzamenti della scienza. Tali autori hanno sviluppato e proposto un modello integrativo (chain-linked model), secondo il quale il processo di innovazione coinvolge sia la scienza, sia la tecnologia, sia il mercato in modo molto articolato e certamente non lineare. Questo modello evidenzia efficacemente l importanza del collegamento interattivo tra la fase della ricerca di base, quella della ricerca applicata e la percezione dei bisogni espressi dal mercato. L intero processo innovativo, quindi, non è più visto in modo sequenziale, ma come un processo parallelo in cui tutti gli stati evolutivi (la ricerca, lo sviluppo, le risorse, l organizzazione, ecc.) operano in modo integrato ed interattivo. Il concetto di fondo è quello di una nuova filosofia di sviluppo e di collaborazione che evidenzi le mutue relazioni tra scienza, tecnologia, che si influenzano reciprocamente e che attraverso numerosi feedback si collegano con il mercato e con il mondo dei consumi, i cui bisogni sono una spinta alla produzione di nuovi prodotti e servizi.

10 12 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Innovazione e P.A. di Alberto Cavalli 1 soprattutto la piccola e media, deve trovare al proprio fianco la pubblica amministrazione e l università. Sempre, ma L impresa, particolarmente oggi perché le aziende sono impegnate in una titanica sfida dagli esiti incerti, in un autentica rivoluzione dei rapporti economici e sociali a livello globale. Fin dal 2000, le istituzioni hanno fatto proprio questo impegno e realizzato - con l accordo di programma tra Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Camera di Commercio ed Eulo - la sede del nuovo Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, ricca di aule e laboratori, con un investimento di 8 milioni di euro. Abbiamo, quindi, costituito la società di gestione dotandola di 5,6 milioni di euro, risorse per crescere anche nei primi anni che saranno i più difficili, proponendo con successo la partecipazione a partner privati d eccellenza. Inn.Tec., il consorzio bresciano per l innovazione tecnologica, rappresenta il valore aggiunto, la garanzia di successo dell iniziativa, apportando il suo singolare contributo di competenze ed esperienza. Il Csmt non solo implementerà la ricerca pre-competitiva e applicata in settori di interesse territoriale, ma parteciperà a network di ricerca, garantirà il trasferimento tecnologico, formerà tecnici e ricercatori. Non sempre dunque il settore pubblico è un freno per il mondo dell impresa e del lavoro. In molti casi ha dimostrato di saper guardare avanti mettendo in campo iniziative di qualità, come il cosiddetto «Bando Innova», nato proprio per volontà dell ente Provincia con il sostegno della Regione Lombardia. La dotazione finanziaria è di un milione di euro (18 le aziende bresciane già ammesse al contributo), destinato allo sviluppo di prodotti e processi con caratteristiche di elevata innovatività e alla registrazione di brevetti nazionali ed internazionali. L innovazione è entrata prepotentemente nell attività dell ente, attraverso una serie di programmi mirati proprio alle piccole e medie imprese hi-tech del territorio bresciano e non solo. La Provincia ha sviluppato e valorizzato l innovazione telematica avviando una delle reti wireless più estese d Europa: 140 Comuni. Il risultato è un unicum a livello nazionale nell ambito della banda larga, basato sulla gestione privata di un infrastruttura di proprietà pubblica. Un sistema, insomma, che consente di navigare gratuitamente sui siti della pubblica amministrazione e di garantire l accesso ad Internet per le aziende poste in aree periferiche che ne erano prive. Con un investimento iniziale di 2 milioni di euro, messi a disposizione da Regione e Provincia, si calcola un ritorno economico sul territorio di 139 milioni di euro in sei anni. E, sempre in tema di nuove tecnologie Ict, abbiamo inaugurato la prima Light House italiana, terza in Europa, che offre la dimostrazione dei progetti e dei servizi ai privati e alle istituzioni e ne verifica i benefici sul territorio. Nel solco della specialità bresciana, si afferma così la centralità dell impresa fatta di persone dotate di creatività e disposizione al lavoro, animate da una forte volontà di costruire il futuro e disponibili ad assumere i rischi del cambiamento. 1 Presidente della Provincia di Brescia

11 INNOVAZIONE E P.A. 13 Innovazione e P.A. di Francesco Bettoni 2 sui mercati internazionali di nuovi paesi emergenti, nel breve volgere di pochi anni, ha determinato profondi mutamenti sugli scenari dei mercati globalizzati e nelle dinamiche L affacciarsi che fino a ieri ne hanno regolato l'andamento. Le economie di molti paesi occidentali si sono trovate a dover prendere atto di una nuova realtà che impone una inconfutabile constatazione: l'unica possibilità per rimanere competitivi sui mercati internazionali consiste nel saper offrire prodotti quanto più innovativi e dotati di altissimi standard qualitativi e tecnologici. In questo contesto, il mondo imprenditoriale bresciano ha saputo, fin da subito, maturare piena consapevolezza di quanto si andava prospettando, rendendosi conto dell'assoluta urgenza di focalizzare i propri obiettivi strategici sul tema dell'innovazione, di processo e di prodotto, quale unica strada per continuare ad affermare nel mondo il marchio del made in Brescia che fino ad ora, nonostante tutto, continua ad occupare un posto di primissimo piano sui mercati internazionali. Di certo, non si poteva rimanere fermi sui successi e sulle posizioni di rendita acquisite e consolidate. Da qui la forte esigenza riscontrata anche da Enti pubblici e privati, unanimemente espressa nel corso degli Stati generali dell'economia e della società bresciane e fortemente sostenuta dalla Camera di Commercio di Brescia, di volere dotare una realtà economica dinamica e di primaria importanza di una struttura di altissimo livello scientifico e tecnologico, in grado di operare a supporto delle imprese proprio riguardo ai temi dell'innovazione. Nasce così l'idea, che in seguito trova anche una relativa facile attuazione grazie alla grande condivisione che attorno ad essa matura, di realizzare un centro di ricerca, il Csmt, che potesse offrire alle imprese bresciane un'assistenza ai massimi livelli di professionalità. Il Csmt, oggi, è già una realtà in cerca di un rapido consolidamento, potendosi giovare del know-how e delle esperienze maturate da Inn.Tec. nel corso degli anni passati. L'auspicio è quello di vedere crescere il Csmt fino a vederlo assurgere ad una delle più importanti strutture di riferimento per la ricerca e l'innovazione tecnologica, in grado di dare un fondamentale contributo al consolidamento e al rafforzamento dell'economia bresciana nel mondo. 2 Presidente della Camera di Commercio di Brescia

12 14 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Brescia-Milano: 52 minuti di Alessandro Marini Vivo a Milano, ma abito a Brescia: questa è una situazione che mi accomuna a tante persone che tutte le mattine prendono il treno o l automobile e si avventurano verso la grande metropoli della nostra regione. Spesso questa posizione è vissuta come un privilegio (lavorare dove le cose succedono e contano, con tutto il contorno che questo comporta, ma continuare a vivere in un territorio tutto sommato più a misura d uomo) oppure come una condanna (la rigidità degli orari, il tempo perso a viaggiare, la riduzione della qualità della vita lavorativa). Nella nuova veste editoriale di Brescia Ricerche questa sarà una rubrica fissa nella quale cercheremo di indagare il rapporto tra Brescia e Milano, due realtà così vicine eppure così lontane, un sistema nel quale Brescia non ha ancora deciso se essere stella di un sistema binario o un pianeta che gira intorno al sole. Una decisione che spetta a Brescia ed ai bresciani, perché Milano stella è e stella rimane. Anche questa un ora o poco meno che serve per coprire la distanza tra le due città può essere tanto o poco. Bergamo, che sta a meno di 30 minuti da Milano, la sua dimensione l ha trovata: ha deciso di essere periferia di Milano e questo ha chiarito i rapporti, permettendo di consolidare le posizioni; addirittura è diventata il terzo aeroporto di Milano, con enormi ricadute sull economia del territorio. Anzi, come ricordava pochi giorni fa Marco Vitale durante un affollatissimo incontro sulla Brescia di oggi, Bergamo ha fatto di più, difendendo l industria, proponendosi come polo industriale in qualche modo legato alla Milano dei servizi, con il risultato finale che le sue imprese maggiori sono oggi posizionate nei primi posti della graduatoria mondiale del loro settore. Brescia, dunque, ha molto da fare, perché sulle risposte ai quesiti che sono sul terreno si gioca il futuro del suo territorio ed in definitiva il benessere delle famiglie bresciane nelle prossime due generazioni. La verità è che chi accetta il pendolarismo accetta una condizione di vita, facendo una scelta consapevole per cercare situazioni professionali che altrimenti non potrebbe vivere restando ancorato al territorio bresciano. Spesso mi trovo a condividere con alcuni concittadini che, come me, lavorano su Milano che l eccellenza non abita più a Brescia. E una riflessione amara, ma i migliori se ne sono già andati e continueranno ad andarsene via, anche molto più lontano di Milano, se la città non saprà offrire quello che i giovani pieni di mezzi, di motivazioni e di speranze cercano per la loro vita lavorativa: crescita in un ambiente manageriale, contesto internazionale, sviluppo professionale di altissimo livello, possibilità di crescere in fretta basandosi sul proprio talento e la propria volontà. La sfida che abbiamo di fronte è quindi prima di tutto legata all attrattività del territorio per le giovani generazioni. Se falliamo questo obiettivo il declino sarà inevitabile ed accelerato. Se non sappiamo trattenere con noi i giovani più talentuosi, non potremo continuare a raccontarci di essere una grande realtà industriale ed economica. Richard Florida, sociologo americano, ha recentemente puntato l attenzione sul valore strategico della conservazione e attrazione dei talenti: Talento, Tecnologia e Tolleranza sono gli elementi distintivi dei territori che sono maggiormente cresciuti in questo ultimo decennio. Sul tema della tolleranza sicuramente Brescia ha ben operato gestendo al meglio il flusso di immigrazione e realizzando apprezzabili risultati dal punto di vista della integrazione.

13 BRESCIA-MILANO: 52 MINUTI 15 Brescia-Milano: 52 minuti E sulle altre due T che bisogna ancora fare molto. Soprattutto ci deve essere la consapevolezza del fatto che il nostro territorio per crescere e diventare attrattivo ha bisogno di non essere ripiegato su se stesso e sulle sue risorse, ha bisogno di attirare capitali e imprese multinazionali che, mantenendo i talenti e portando la tecnologia, contribuiscano insieme alle risorse locali che ci sono, ma da sole non bastano, a stimolare il circolo virtuoso della creatività, della crescita, dello sviluppo. Dobbiamo essere in grado di garantire alle imprese creative e tecnologiche la possibilità di installarsi sul nostro territorio. Ed è un obiettivo tutt altro che difficile da raggiungere. Abbiamo lo spazio ed anche le infrastrutture, anche se queste possono avere ampi spazi di miglioramento. Qualcuno si è mai chiesto il motivo per cui le filiali italiane di alcune grandi multinazionali dei servizi tecnologici americani si sono installate nell hinterland milanese? Probabilmente nessuno perché oggi Brescia è sicuramente meglio collegata a Milano di Agrate o Segrate o Vimercate, che dal punto di vista logistico sono, per dirla all americana, in the middle of nowhere. Non c è ferrovia, non c è metropolitana, le strade sono perennemente congestionate da un traffico continuo ad ogni ora della giornata. Da Brescia si arriva nel centro di Milano in meno di un ora prendendo il treno, dimenticando code, congestioni e stress. Le nuove aree di espansione immobiliare per gli uffici sono tutte in posizioni logisticamente favorevoli e soprattutto Brescia sta investendo in infrastrutture: metropolitana, nuova tangenziale, nuovi percorsi autostradali, magari in futuro la tangenziale est sotto la Maddalena e, perché no, un aeroporto che sono quarant anni che ha un grande avvenire. Pensiamo solo alle ricadute che un paio di multinazionali delle tecnologie potrebbero portare installandosi sul nostro territorio: sulle Università (due Università nella nostra città, ricordiamolo!), sulle libere professioni, sulla finanza, sulle imprese, sul comparto immobiliare, sull economia in generale, sulle famiglie. In un mondo nel quale le produzioni si sono spostate verso Paesi con bassi costi della manodopera, la nostra tradizionale cultura del saper fare non è sufficiente a mantenere il livello di benessere al quale ci siamo abituati. L industria si deve focalizzare sulle produzioni ad elevato valore aggiunto ed il territorio deve aprire a terziario e servizi. In questo i nostri avversari non sono soltanto Milano o Bergamo o Verona, ma magari Sidney, Mumbay o Kuala Lumpur: una competizione sull attrattività dei territori e delle città che lascerà sul campo pochi vincitori e tanti sconfitti. Alcuni anni fa mi era stato chiesto di assumere un importante ruolo rappresentativo in una associazione milanese: io declinai cortesemente ricordando che io lavoro a Milano e non per Milano. Io credo in Brescia e nei bresciani, nella cultura del lavoro e della fatica, nel fare molto e parlare poco, nell attenzione al valore dei soldi guadagnati onestamente, nel carattere aspro ma diretto della sua gente. Credo che questo spirito sia presente in molte persone delle imprese, delle associazioni, dell università, della pubblica amministrazione che in questi mesi si stanno impegnando in molti modi per fare dell innovazione e del trasferimento tecnologico un occasione per costruire un nuovo sviluppo territoriale, alla ricerca di quello spirito che animando i nostri nonni e in nostri padri ha permesso di costruire il capitale sociale che ha fatto grande Brescia. Brescia Ricerche vuole essere la voce di questo sistema, comunicando le scoperte dei ricercatori, i successi degli imprenditori innovativi, raccontando le loro storie, proponendo argomenti e riflessioni da raccogliere per il momento delle scelte: il nostro piccolo granello di sabbia per la costruzione del futuro del nostro territorio.

14 16 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Il presidente Franceschetti: Siamo nodo di scambio fra università e impresa Csmt: il nuovo volto della ricerca bresciana Federica Zaccaria Acronimo di Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, Csmt è un consorzio pubblico/privato impegnato in attività di ricerca applicata, trasferimento tecnologico e formazione, favorendo la collaborazione tra il mondo accademico e le imprese. Il centro nasce forte dell esperienza ventennale del consorzio di imprese Inn.Tec., che è entrato fin da subito e a livello operativo nella nuova struttura, ubicata all interno della Facoltà di Ingegneria, luogo elettivo ideale per incentivare lo sviluppo tecnologico, l innovazione, la ricerca, lo studio di nuovi prodotti e metodologie. Insieme ad Inn.Tec. nel nuovo centro sono confluite le più importanti istituzioni locali: la Provincia di Brescia, la Camera di Commercio, il Comune, Eulo, AIB, APIndustria, oltre a importanti imprese e banche di riferimento e, naturalmente, all Università di Brescia. Abbiamo parlato di questa nuova e promettente realtà con il presidente del consorzio, Ennio Franceschetti, nelle cui parole si legge l entusiasmo e la voglia di fare tipiche di una imprenditoria sana, propositiva, fortemente radicata alla tradizione, ma con lo sguardo rivolto alle possibilità offerte dalle tecnologie moderne e dall innovazione. Non a caso Franceschetti è anche presidente di Gefran, azienda specializzata nel settore dei componenti per l automazione e dei sistemi per il controllo dei processi industriali che ha rappresentato il punto di partenza per una maggiore e più consapevole industrializzazione di molti prodotti grazie alla ricerca. Dopo una decina d anni durante i quali acquistavamo prodotti dalla Germania o dagli Stati Uniti - spiega Franceschetti - abbiamo deciso di fare da noi ciò che serviva per l automazione. E l unico modo per poterlo fare era con la ricerca. Il vero salto di qualità è dunque avvenuto lavorando con l università, con il Politecnico di Milano prima e con la Facoltà di Ingegneria di Brescia poi. La crescita della nostra società è iniziata proprio grazie alla stretta collaborazione con l ambiente accademico, che col tempo ha tra l altro portato all assunzione di laureati che adesso sono funzionari, tecnici, direttori di reparto. Ed è esattamente da qui, da questa mia esperienza positiva col mondo universitario, che è nata l idea di permettere anche ad altre imprese di godere della stessa opportunità di crescita e miglioramento, creando una sorta di interfaccia fra loro e l università. Abbiamo, in sostanza, cercato di aprire l università alle imprese, sforzandoci di far capire che senza un centro di cultura non si va da nessuna parte, che il mondo accademico può offrire molto alle aziende, perché non è estraneo alla realtà imprenditoriale ma al contrario contribuisce alla sua crescita interagendo in modo propositivo e concreto. Un ponte ideale tra ricerca accademica e realtà produttiva Franceschetti ha le idee molto chiare a riguardo: l università, così come è cresciuta e si è modificata negli anni, è una ricchezza infinita per la nostra città e il suo tessuto industriale. Ma il rapporto università-impresa non è mai stato sciolto, perché l imprenditore non è ancora entrato nell ottica che l università è aperta, che si può fare, che è attrezzata e preparata. La mia azienda - continua il presidente - si è legata a diverse università (Trento, Pisa, Berlino, tanto per citarne alcu-

15 CSMT: IL NUOVO VOLTO DELLA RICERCA BRESCIANA 17 ne ) e l idea, il nucleo principale, i primi progetti e successi sulle tecnologie innovative sono nati proprio da questo rapporto. Non è facile trovare aziende che abbiano voglia di seguire il nostro esempio, un po per diffidenza, un po perché Brescia è ricca di imprese a gestione familiare, molto polverizzate, piccole, poco inclini a vedere l università come un ente aperto. E pensare che tali aziende facciano ricerca è veramente difficile. E pertanto necessario dare loro gli strumenti adatti, un aiuto concreto per convincerle che la ricerca va fatta insieme agli altri, perché se non si centralizzano le idee, non si fanno le cose insieme, non è possibile portare avanti l innovazione e la competitività. Il mio chiodo fisso è quindi diventato quello di fare in modo che nella nostra provincia potesse esserci qualcosa in grado di aiutare il collegamento, lo scambio fra università ed imprese, fra il fare e il saper fare. Ecco perché si è sentito da più parti - dal mondo imprenditoriale, ma anche da quello istituzionale - il bisogno di un centro tecnologico capace di diventare il punto di riferimento più importante per tutte le imprese, di qualsiasi settore, per operazioni di ricerca applicata, trasferimento tecnologico, formazione, studio, sviluppo e prototipazione di nuove soluzioni, prodotti, processi e metodologie. Del resto, dati dell Istat e della Camera di Commercio di Milano alla mano, è l innovazione, fattore imprescindibile per la crescita e la competitività, a spingere l export in Lombardia, con una esportazione di prodotti ad elevata tecnologia che tocca i 2,5 miliardi di euro e con un incremento del 7,2% nel primo trimestre 2007 per quanto riguarda la nostra provincia. Inn.Tec. è stato il seme - conclude con orgoglio Franceschetti - che ora con il Csmt è diventato una pianta, una realtà che vuole essere un investimento per il futuro, che deve crescere e rafforzarsi. C è ancora moltissimo da fare e sicuramente ci impegneremo a farlo, perché non possiamo perdere il passo, la ricerca deve andare avanti. Uno sguardo all interno del Csmt La vocazione imprenditoriale del Centro traduce concretamente le richieste dell'industria ottimizzando i tempi e contenendo l'impegno economico, con risultati che le singole imprese con difficoltà riescono a raggiungere individualmente. All'interno della sede sono in fase di realizzazione e completamento numerosi laboratori pesanti e leggeri. L'edificio già accoglie sale di formazione e spazi per l'insediamento di spin-off di ricerca o start-up tecnologiche. Uno staff tecnico è attivo a tempo pieno e viene di volta in volta affiancato dai ricercatori universitari coinvolti nelle varie attività di progetto e di laboratorio. Csmt accoglie inoltre, in spazi ora adeguati, i laboratori permanenti che furono di Inn.Tec. e cioè quelli della Pressocolata, delle Materie Plastiche, dei Processi Gestionali, dell'automazione Industriale, della Trigenerazione di Energia e della Geomatica. Nel frattempo sono in fase di attivazione laboratori riguardanti nuovi filoni tecnologici dove, grazie alla disponibilità di competenze tecnico-scientifiche dell'università, sarà possibile rispondere ai bisogni delle imprese. Csmt offre una serie di pacchetti formativi già collaudati e perfezionati attraverso la collaborazione quotidiana e diretta con aziende leader nel settore. Sono interventi dalla durata flessibile e personalizzabili, che riguardano varie applicazioni (ad esempio pressocolata, termoplastica, processi gestionali e informatici, normative, sicurezza, simulazioni, ecc.). Ma può, attingendo ad un numero rilevante di docenti, offrire qualsiasi tipo di formazione, in qualsiasi area e ambito, sia presso la propria sede che presso il committente. I docenti sono professori universitari, consulenti, dirigenti che lavorano con le aziende fin dall'inizio della carriera professionale, e che dunque privilegiano il taglio pratico, una comunicazione diretta e un metodo didattico facilmente comprensibile. Perché qualsiasi formazione deve essere accessibile, per aiutare le aziende a crescere e aggiornarsi tenendo conto delle peculiari esigenze delle rispettive risorse umane.

16 18 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Intervista al direttore generale Tamburini Il Csmt? Diventerà un piccolo Fraunhöfer Francesco Tamburini è un uomo di azienda, uno di quegli ingegneri elettronici usciti dal Politecnico di Torino abituati a mangiare pane e concretezza. La sua carriera si è snodata fra ruoli importanti nella progettazione elettrica ed elettronica, come in quella di prodotto e di processo. Ha curato la produzione di serie e lo scouting tecnologico. Si è dedicato al marketing, alla formazione, alla sicurezza, alla qualità ed alla ricerca in aziende di diversa estrazione come Fidia (produzione e commercializzazione di controlli numerici, azionamenti e sistemi di fresatura per il settore degli stampi e per quello aerospaziale), Carello (apparecchi di illuminazione per l industria automobilistica), Indesit (elettrodomestici) e Fata (progettazione e realizzazione di impianti industriali). Outsider del mondo imprenditoriale bresciano, anche se fatalmente omonimo del presidente dell Associazione industriale bresciana, Tamburini è un manager pragmatico e dalle idee chiare. La persona giusta per gestire la complessità di uno start-up e guidare, da direttore generale, i primi passi del Csmt, avrà pensato il presidente Ennio Franceschetti quando lo ha nominato, circa tre mesi fa. Lo abbiamo intervistato nel suo ufficio all interno del campus della facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Brescia. Ingegner Tamburini, che cosa l ha spinta ad accettare l incarico di direttore generale del Csmt? Lo spirito della sfida, che considero una delle più belle della mia vita. Non capita spesso di poter animare una start-up che si occupa di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e di formazione per le imprese in un territorio complesso, ma pieno di risorse e di intelligenze, come quello bresciano. Posso contare sul mandato di tutto il tessuto istituzionale ed imprenditoriale locali, sulla sincera disponibilità del mondo accademico, che si coagula intorno all Università degli Studi di Brescia, sul grande interesse dei soci a sostenermi in questa fase di avvio. Ci sono tutti gli ingredienti perché sia una splendida avventura professionale, con risultati eccellenti. Che fotografia si è fatto della Brescia imprenditoriale in questi primi tre mesi? Ho incontrato persone intuitive, ideative e che sanno parlare chiaro. I bresciani hanno una grande capacità di fare impresa ma a volte non colgono il potenziale di un lavoro comune con il mondo della ricerca. Quando invece accade sono formidabili, come dimostra il nostro presidente Ennio Franceschetti con la sua Gefran. Il Csmt promette alle imprese un punto di riferimento per tutti i bisogni di innovazione, ciò che gli inglesi chiamerebbero one-stop shop. L imprenditore ottiene risposte concrete per la sua azienda, con tempi e costi certi. Il lavoro complesso nelle università e nei centri di ricerca, per trovare le risposte migliori, e la mediazione culturale, è compito nostro. Mediazione culturale? Il Csmt deve essere un aggregatore di bisogni e di risposte concrete, dunque capace di mediare tra il mondo delle imprese e l università, che sono sovente allontanati da cultura, modi di procedere e linguaggi diversi. Agevoliamo il dialogo, anzi lo costruiamo e lo stimoliamo. Il Csmt è nel campus di Ingegneria. Come funzionano i rapporti con l Università? Molto bene: sia con le strutture dipartimentali, sia con i singoli professori. La grande ricchezza di talenti e competenze che ho trovato nell Università degli Studi di Brescia è un patrimonio che il Csmt sta mappando e che intende mettere a frutto quanto prima perché diventi un occasione straordinaria di sviluppo. Stiamo anche cercando di avvicinare fra loro le diverse facoltà, in genere poco abituate a parlarsi, perché crediamo che

17 IL CSMT? DIVENTERÀ UN PICCOLO FRAUNHÖFER 19 questa trasversalità di saperi e di approcci possa esprime un potenziale davvero notevole. Spesso le PMI non hanno risorse per la ricerca. Come possono accedere al Csmt? Fare ricerca è senza dubbio costoso ma esistono risorse pubbliche regionali, nazionali e dell Unione Europea che hanno la funzione di stimolare o accelerare gli investimenti degli imprenditori. Sono un opportunità che va colta con serietà e competenza e qui abbiamo un esperienza significativa di progetti di ricerca finanziata. Il problema più serio, a mio avviso, è che talora le PMI ignorano del tutto strutture come la nostra. E l Università, che vantaggi ha nel collaborare con il Csmt? Fare utili, trarre nuovi stimoli ed accrescere il valore delle proprie relazioni con le imprese e con gli altri centri di ricerca. Ovvero essere sul mercato, senza nessuna preoccupazione di project management e di gestione della commessa. Cosa consiglierebbe a un impresa bresciana che volesse innovare ed essere competitiva? Di mettersi in contatto con noi: troverà risposte concrete e gli stimoli per un cambiamento della cultura aziendale, cioè del modo di affrontare il mercato e le sue sfide: non solo produrre ma anche pensare, progettare, organizzare. E ai giovani bresciani che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro? Cogliete le opportunità, di studio e di ricerca, che l università vi offre e fertilizzate il territorio bresciano con idee fresche e coraggiose! Abbiamo bisogno di persone capaci e formate, che sappiano portare innovazione nei settori industriali consolidati e maturi, ma anche creatività per avviare nuove aziende ad elevato tasso di conoscenza. Il Csmt vuole contribuire ad un ecosistema nel quale i migliori talenti decidano di stabilirsi qui. Quali sono i modelli cui il Csmt tende? Sarei felice se il Csmt diventasse un piccolo Istituto Fraunhofer. Credo che la Germania sia un riferimento per il collegamento tra università ed impresa. In circa 30 anni, la rete nazionale degli Istituti Fraunhofer ha raccolto successi spettacolari. Questa rete ha il compito di progettare la formazione e indirizzare lo sviluppo delle tecnologie pensando ai potenziali utilizzatori. Allo stesso tempo, però, guardo ai Paesi Baschi, che sono una realtà confrontabile con quella bresciana. Esiste un tessuto di piccole e medie aziende con una forte prevalenza nel settore della meccanica di qualità. I Baschi fanno un attività sorprendente a livello europeo e possono essere partner ideali nelle attività di ricerca finanziata all interno dell Unione. Può tracciare un primo bilancio della sua azione al Csmt? Siamo appena partiti anche se stiamo lavorando per portare a casa i primi importanti risultati positivi. In questo tempo abbiamo organizzato i processi interni, costruito strette relazioni con il mondo universitario bresciano, individuato fonti di finanziamento non mi stancherò mai di dirlo, la ricerca costa e preso contatti con varie imprese.

18 20 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Successo per l edizione 2008 di un appuntamento ormai imprescindibile per gli operatori del settore Diecasting Day: l aggiornamento per antonomasia sulla pressocolata Federica Zaccaria Svoltosi lo scorso 23 febbraio presso l Università di Ingegneria di Brescia, l incontro tecnico-applicativo è stato organizzato con la consueta efficienza da Csmt, il Centro servizi multisettoriale e tecnologico di Brescia nel quale è di recente confluita la lunga esperienza di Inn.Tec. L occasione - sempre ottima nello stimolare confronto e riflessione sul tema della competitività del comparto pressocolata, con particolare riferimento al ruolo che ricerca, innovazione e strategia possono giocare per lo sviluppo del settore - costituisce un significativo elemento di promozione del collegamento tra imprese e ricerca e ha degnamente aperto la stagione degli incontri dedicati al mondo della fonderia. Ecco dunque che per un intera, intensa ma mai pesante, mattinata al tavolo dei relatori si sono ritrovati produttori di presse, sistemi di colata e automazione che, grazie a interventi stimolanti e memorie di carattere tecnico-divulgatico, hanno fornito al folto pubblico presente in sala (composto dai più prestigiosi nomi della fonderia nazionale, della quale l area bresciana è indiscussa portabandiera) una serie di aggiornamenti circa le soluzioni più attuali adottate nel settore, affiancati in questo da esperti appartenenti all eccellenza della fonderia internazionale. A condire il tutto la supervisione dell Università di Brescia, come di consueto eccellente ospite della manifestazione, che ha nella Facoltà di Ingegneria la sede probabilmente più adatta per un simile evento, dove la ricerca universitaria risulta legata a doppio filo al mondo dell industria. La forza del convegno sta infatti proprio nella sua capacità di non dimenticare la concretezza tipica della provincia di Brescia, proponendo interventi dal risvolto applicativo e riportando esempi pratici di industrializzazione. L incontro, inoltre, ha fornito l occasione ideale per la presentazione da parte di Mario Conserva (A.d. Edimet) della prossima edizione di Metef, l expo internazionale di riferimento dell alluminio e dei metalli tecnologici che si svolgerà in parallelo a Foundeq Europe, la rassegna internazionale di impianti, attrezzature e prodotti per la fonderia dei metalli, dal 9 al 12 aprile presso il Centro Fiera del Garda di Montichiari (Bs). Parola d ordine: innovare per competere Le relazioni susseguitesi al Diecasting Day hanno dimostrato in primis la grande vitalità del settore bresciano della pressocolata, che continua a mantenere la sua leadership sul mercato internazionale dando prova di grande versatilità e capacità di rispondere alle esigenze del comparto con soluzioni innovative sempre di alto livello. Dunque, nuove tecnologie esposte in interventi che, come detto, hanno saputo coniugare aspetti meramente tecnico-produttivi con quelli più strategici, volti a riflettere sulla strada che la nostra imprenditoria sta prendendo per poter competere su un mercato inesorabilmente sempre più allargato. Dopo l apertura dei lavori da parte di Ennio Franceschetti del Csmt e di Pier Luigi Magnani dell Università degli Studi di Brescia, si è entrati nel vivo con la relazione di Annalisa Pola (Università degli Studi di Brescia, dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale) sul thixocasting e il trattamento delle leghe a ultrasuoni (presentata per esteso nelle pagine seguenti). Negli ultimi anni, infatti, l Università è fortemente impegnata in una ricerca avanzata su due tematiche, UST (Ultra Sound Treatment) e SSP (Semi Solid Processing), quest ultima portata avanti in stretto contatto con le Università di Leicester e di Sheffield. Andrea Panvini del Csmt ha poi anticipato il Monkeycast, un innovativo software di perfezionamento per stampi già esistenti o in fase di progettazione, adatto per gli stampisti come ausilio alla progettazione e ai fonditori come strumento di ottimizzazione della produzione. Uno strumento che, nelle intenzioni degli ideatori (il Csmt insieme a poli-

19 DIECASTING DAY: L AGGIORNAMENTO PER ANTONOMASIA SULLA PRESSOCOLATA 21 Brixia), vuole applicare teorie avanzate parlando il linguaggio della fonderia. Alessandro Benini di Italpresse ha invece illustrato il brevetto della pressa senza ginocchiera, che consente maggiore efficienza e più alta produttività nelle performance delle macchine, con conseguenti risparmi sui consumi energetici. E stata poi la volta di Giorgio Pagnotta della Agrati, che ha presentato osservazioni relative al passaggio dal calcolo alla verifica dei corretti parametri di stampaggio in funzione di uno stampo di riferimento, sottolineando il carattere fortemente scientifico sotteso agli studi e alle sperimentazioni relative ai processi di pressocolata. Ancora un esperienza aziendale grazie all intervento di Roberto Boni di Idra, che ha parlato di SLS e SSR, ovvero tecnologie avanzate per la riduzione dei costi che rispondono in maniera puntuale alle necessità della moderna pressocolata (e che verranno presentate sui mercati esteri in occasione della prossima edizione di Euroguss). Accanto ai noti operatori locali del comparto che hanno preso parte all incontro - e che hanno testimoniato di essere assolutamente in grado di reggere il passo con gli sviluppi tecnologici richiesti - realtà internazionali quali ABB Automation, BMW, Nemak, Honsel, General Motors. La mattinata è infatti proseguita con l interessante intervento di Mathys Pirk di ABB, il quale, attraverso una serie di video di simulazione ripresi in una fonderia svedese, ha spiegato il processo di lavorazione effettuato attraverso robot di ultima generazione. Una sorta di focus sull automotive ha concluso l incontro, evidenziando come lo sviluppo della produzione di automobili stia richiamando inevitabilmente ingenti flussi di getti di alluminio sempre più qualificati. Assunto confermato da Dariusz Kazmierczak e Andrzej Grajek di Nemak, che hanno sottolineato come l industria dell auto stia via via indirizzando il proprio interesse verso blocchi motore in alluminio in sostituzione di quelli in ghisa: da qui l importanza e la necessità dell innovazione tecnologica nel campo della fonderia ad alta pressione. La produzione a ritroso dei getti pressocolati era il titolo dell intervento di Andreas Gattinger e Rolf Christoph di BMW, che hanno presentato il sistema di controllo qualitativo della produzione di blocchi motore. Che l industria automobilistica sia la forza trainante il settore per il prossimo futuro risulta chiaro anche dalle parole di Joannes Messer di Honsel, secondo cui nei prossimi anni la crescita coinvolgerà in maniera evidente Paesi quali Asia, Europa dell Est e Sud America. A completare gli interventi relativi all automotive Remy Walter di General Motors, il quale, forte della solida esperienza di un gruppo operante dal 1908, ha parlato dei vantaggi legati alla fonderia integrata per la produzione della scatola del cambio automatico. Successo, quindi, e soddisfazione da parte sia degli organizzatori che dei partecipanti per questa edizione 2008 del Diecasting Day, che rinnova l appuntamento per il 2010.

20 22 BRESCIA RICERCHE 62-63/08 Thixocasting e trattamento delle leghe ad ultrasuoni Annalisa Pola, Roberto Roberti Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale Università degli Studi di Brescia Da ormai dieci anni l Università di Brescia, ed in particolar modo il gruppo di Metallurgia, si occupa di ricerche nell ambito della fonderia. Tali studi coinvolgono i diversi aspetti dei processi fusori, quali: la simulazione del riempimento dello stampo e della solidificazione del getto; il trattamento e la qualità delle leghe allo stato liquido; lo studio e la caratterizzazione delle leghe da fonderia (ferrose ma soprattutto non ferrose, come le leghe di alluminio, di zinco, di rame ed anche di magnesio); lo studio degli stampi; lo studio e la caratterizzazione degli acciai per stampi (valutazione del loro stato inclusionale, analisi delle prestazioni, ecc..); le indagini sui materiali refrattari usati per la costruzione di forni; ed anche lo studio e la caratterizzazione dei getti, in termini di proprietà meccaniche, resistenza a corrosione, rivestimenti superficiali, ecc.., ma anche in termini di analisi di danneggiamenti su pezzi in esercizio ed indagine difettologica. Negli ultimi anni la ricerca si è poi concentrata, in particolare, su due tematiche innovative note come: UST (Ultra Sound Treatment) ovvero trattamento ad ultrasuoni del metallo liquido e SSP (Sem-Solid Processing) ovvero colata in semi-solido. UST - Ultra Sound Treatment Gli ultrasuoni sono onde di tipo meccanico che si trasmettono nei materiali mediante oscillazioni elastiche di atomi e di molecole attorno all originaria posizione di equilibrio. Sono onde di tipo sinusoidale caratterizzate da una propria lunghezza d onda, una determinata frequenza (superiore ai 16-20KHz) e da una velocità di propagazione, in funzione delle caratteristiche del mezzo in cui si propagano (es.: densità, modulo elastico). L introduzione nel bagno di vibrazioni indotte di questo tipo determina flussi acustici e cavitativi. La cavitazione comporta la formazione, crescita e successivo collasso di piccole bolle, con conseguente generazione di onde d urto idrauliche che frammentano i cristalli primari in fase di accrescimento, producendo così nuovi nuclei di solidificazione, mentre i flussi acustici determinano anche un vigoroso mescolamento e quindi un omogeneizzazione del bagno. Le leghe liquide contengono sempre inclusioni non-metalliche fini e disperse nel bagno che, in genere, non sono bagnabili dalla lega fusa e quindi non partecipano al processo di solidificazione. Il trattamento ad ultrasuoni del bagno crea condizioni tali da aumentare la bagnabilità delle suddette inclusioni, rendendole nuclei attivi per la solidificazione, senza bisogno dell aggiunta d inoculanti. Un ulteriore effetto dell applicazione dell UST è il degasaggio a seguito della rapida nucleazione e diffusione di bolle di gas che alternativamente si espandono e comprimono per effetto del campo di pressioni imposto; le bolle di grossa dimensione possono quindi facilmente flottare verso la superficie a seguito di forze idrodinamiche, allontanando l idrogeno dal bagno. L attrezzatura necessaria per l applicazione al bagno di onde ultrasonore non è attualmente in commercio, pertanto è stato necessario realizzare un apposita apparecchiatura caratterizzata da un generatore e da un sonicatore o sonotrodo, ovvero una sorta di punta da inserire nel crogiolo contenente il metallo liquido ed in grado di trasmettere l onda al bagno. In collaborazione con il gruppo di Fisica Tecnica della Facoltà sono in corso una serie di indagini acustiche atte alla individuazione del materiale più adatto alla trasmissione dell onda e contemporaneamente in grado di resistere a contatto con del metallo liquido. I test ad oggi condotti hanno interessato due tipologie di leghe: la A356, classica lega di alluminio da fonderia, e la ZA27, lega di zinco, oggetto di studio congiunto con la Nyrstar (Belgio). I parametri di colata indagati sono stati: il tempo di applicazione degli ultrasuoni (parametro risultato di fondamentale importanza); la temperatura di partenza della lega;

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