COLLEGIO DI NAPOLI. Membro designato dalla Banca d'italia. (NA) ROTONDO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) QUADRI (NA) CARRIERO (NA) MAIMERI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) ROTONDO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) BARTOLOMUCCI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore MAIMERI FABRIZIO Nella seduta del 22/07/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso presentato il 5 marzo 2014, il ricorrente, assistito da un legale di fiducia, lamenta l illegittima segnalazione in CAI del proprio nominativo ad opera dell intermediario convenuto, in relazione ad assegno emesso in mancanza di autorizzazione a valere su conto corrente intestato ad una società di cui era stato in passato amministratore e rappresentante legale. Secondo quanto si riferisce in parte narrativa, l errore sarebbe stato cagionato dal mancato aggiornamento - nei sistemi interni dell intermediario - delle evidenze anagrafiche relative alla società che, già per effetto di deliberazione assembleare del 30 giugno 2009, aveva modificato il proprio assetto societario con la nomina di un nuovo amministratore unico in sostituzione dell odierno ricorrente. Quest ultimo poi, con atto del 1 ottobre 2009, ha ceduto all altro socio, nuovo amministratore unico, le proprie quote sociali pari all 85% del capitale. Infine, in data 13 luglio 2010, la società è stata sciolta e posta in liquidazione con la nomina di apposito liquidatore in persona di un terzo, estraneo alla compagine sociale. Pag. 2/6

2 Tutto ciò premesso, l intermediario, in relazione ad assegno emesso dall altro socio a suo tempo delegato alla traenza ma ormai non abilitato ad operare sul conto a motivo dell intervenuta procedura di liquidazione, ha ritenuto di segnalare in Centrale di Allarme Interbancario, in data 9 gennaio 2014, il nominativo dell odierno ricorrente, benché ormai da tempo assolutamente estraneo alla società titolare del conto corrente. L illegittima segnalazione è stata mantenuta fino a rettifica intervenuta il successivo giorno 21, per totali 12 giorni, determinando danni non patrimoniali al ricorrente. In sede di controdeduzioni, la capogruppo, per conto del controllato convenuto, ha premesso una accurata ricostruzione dei fatti, nell ambito della quale ha sottolineato anzitutto di non avere mai ricevuto notizia delle vicende societarie che hanno interessato il correntista, né in relazione alla nomina del nuovo amministratore unico e al nuovo assetto della compagine sociale, né tantomeno in ordine allo scioglimento e alla messa in liquidazione della società. Pur essendo contrattualmente previsto l obbligo del correntista di informare la banca delle revoche e modifiche che riguardano le persone autorizzate a operare, l odierno ricorrente, a suo tempo rappresentante legale del titolare del conto, ha solo in data 9 gennaio 2014, avendo appreso della segnalazione in CAI a suo carico, reso edotto il convenuto delle variazioni intervenute in riferimento alla società. Inconsapevole delle cennate vicende societarie, la parte convenuta, a seguito di irregolarità nella gestione del conto corrente, recante un saldo debitore di oltre benché non affidato, aveva già con comunicazione del 20 luglio pervenuta il successivo giorno 23, lo stesso nel quale la società veniva sciolta e posta in liquidazione - revocato al correntista la convenzione assegni. Successivamente (in data 13 giugno 2011), si precisa pure nelle controdeduzioni, perdurando l esposizione debitoria, il conto corrente è stato estinto e la relativa posizione trasferita a sofferenza per l importo di Tanto premesso, la parte resistente si è poi soffermata sui fatti all origine della segnalazione in CAI. In proposito, ha puntualizzato che l assegno emesso a valere sul conto corrente della società in data 30 novembre 2013 è pervenuto alla banca trattaria il 2 dicembre 2013, tramite check-truncation, dopo negoziazione presso altro istituto. Il titolo recava la sottoscrizione dell ex socio del ricorrente, poi amministratore e socio unico del correntista, il quale, nelle evidenze anagrafiche dell intermediario, risultava delegato alla traenza avendo pure depositato il proprio specimen di firma all atto dell apertura del conto corrente. Pur non avendo speso il nome della società, né apposto la dicitura per delega, il firmatario, che al momento della sottoscrizione non era più né delegato né amministratore unico, ha di fatto agito quale falsus procurator del correntista. In particolare, nell assenza di comunicazioni in ordine alle variazioni intervenute nei soggetti autorizzati ad operare sul conto, il firmatario apponendo la propria sottoscrizione sul titolo ha ingenerato nella banca trattaria l erroneo convincimento che lo stesso fosse ancora delegato dalla traenza, come dalle risultanze del proprio archivio anagrafico. A monte ribadisce ancora l intermediario vi era stato altresì un comportamento colpevole del falso rappresentato [il ricorrente], che a sua volta non avendo revocato la delega al [firmatario], né tanto meno si era premurato di informare [l intermediario] degli avvicendamenti societari [ ], aveva ingenerato un affidamento incolpevole nell [intermediario] (terzo contraente) che riteneva erroneamente che il delegante fosse ancora il [ricorrente] e il delegato ancora il [firmatario]. Pertanto, al momento in cui l assegno è pervenuto all incasso benché il giorno successivo richiamato dalla banca negoziatrice, la parte convenuta, riscontrando la mancanza di autorizzazione all emissione, ha proceduto - in applicazione della normativa vigente - alla segnalazione presso la Centrale di Allarme interbancario a nome del ricorrente in quanto Pag. 3/6

3 (ritenuto) ancora amministratore unico della società e (ritenuto) ancora delegante del firmatario. L iscrizione in archivio è stata perfezionata il 7 gennaio 2014, con decorrenza dal successivo giorno 10. Solo in data 9 gennaio, il ricorrente ha dato notizia degli avvicendamenti societari; la parte convenuta, preso atto della cessazione dalla carica di amministratore in tempo antecedente all emissione dell assegno, ha quindi provveduto alla rettifica della segnalazione in CAI con la cancellazione del nominativo del ricorrente e l iscrizione del firmatario falsus procurator. L operazione, a causa di tempi tecnici incomprimibili, è stata registrata in archivio il 21 gennaio 2014, con ostensione dei dati del ricorrente per complessivi soli 11 giorni. Pur ammettendo a tutto concedere - un errore segnaletico, in verità dovuto esclusivamente al comportamento negligente e colposo del correntista, si tratterebbe quindi di un leggero disservizio da parte dell intermediario, al quale avrebbe fatto seguito un danno sostanzialmente insignificante : danno, secondo la giurisprudenza dell ABF, evidentemente non risarcibile. In relazione a quanto rispettivamente sostenuto, il ricorrente ha chiesto all Arbitro Bancario Finanziario il risarcimento dei danni non patrimoniali cagionati dall illegittima segnalazione in CAI, da quantificare equitativamente ad opera del Collegio giudicante; l intermediario di rigettare la richiesta di risarcimento, in quanto infondata e carente di ogni prova in ordine all an e al quantum del danno lamentato. DIRITTO La difesa dell intermediario si basa sull onere informativo, che il correntista assume contrattualmente, di comunicare qualunque variazione circa i poteri connessi alla gestione del conto, onere cui il ricorrente non ha adempiuto. Di qui, afferma l intermediario, il deficit conoscitivo che ha prodotto un mancato adeguamento della banca dati e, quindi la segnalazione in CAI secondo evidenze non aggiornate. Acquisto questo aspetto, occorre però anche aver presente che il conto intestato alla società è andato in rosso, ne è stato richiesto il ripianamento e, in mancanza di ciò, è stata revocata la convenzione di assegno, con nota ricevuta dalla società il 13 luglio 2010 (peraltro a quella data la società era già stata posta in liquidazione). Infine, va parimenti tenuto presente che, in data 13 giugno 2011, il conto in parola venne estinto dalla filiale dell intermediario, la posizione trasferita a sofferenza (per 2.500,00 euro), se ne è tentato il recupero attraverso una società esterna, ma, nel settembre 2012, la posizione venne chiusa con una rinuncia al credito stante l esiguità della somma. Il travagliato iter delineato non può non essere stato accompagnato da verifiche e controlli sulla situazione effettiva della società creditrice: a tacer d altro, la necessità legislativamente prescritta di rendere attuale nel continuo l obbligo di adeguata verifica, di cui alla normativa antiriciclaggio (art. 19 del d.lgs. n. 231/2007), avrebbe dovuto spingere l intermediario a indagare su quanto a suo tempo il correntista aveva prodotto come documentazione, riguardante (anche) i poteri di traenza, attraverso visure e accertamenti. Accertato quindi che, se il correntista non ha adempiuto all obbligo contrattuale, l intermediario non risulta comunque essere stato diligente nell aggiornare i dati dell adeguata verifica a suo tempo compiuta (come è noto l adeguata verifica deve essere effettuata anche per i rapporti in essere e sorti quando tale obbligo non era ancora previsto), la questione decisiva sembra essere costituita proprio dalla esattezza della segnalazione. Pag. 4/6

4 L assegno risulta emesso (in data 30 novembre 2013), senza spendita del nome delle società, da un soggetto che appariva all intermediario delegato alla traenza dal ricorrente, legale rappresentante della società correntista (questo almeno a quanto risultava dai data base non aggiornati dell intermediario medesimo). Di fronte a questa situazione, la parte resistente non approfondisce adeguatamente il profilo della correttezza della segnalazione e si limita ad affermare che il firmatario dell assegno ha agito quale falsus procurator, creando una situazione di apparenza tale da indurre [incolpevolmente] la banca a segnalare in CAI il suo delegante (in seguito il delegato era divenuto amministratore della società, ma essendo questa venuta meno per liquidazione, sempre di falsus procurator si sarebbe trattato). Soggiunge poi che nel caso di delega sul conto, le disposizioni prevedono la segnalazione non in capo al delegato, ma al delegante identificato appunto nel ricorrente. La norma richiamata è l art. 5 del d.m. n. 458/2001 che, in caso di assegno emesso a seguito di revoca delle autorizzazioni, effettivamente prevede che sia iscritto il nominativo del delegante, nel caso di delega di traenza; però, precisa anche che, in caso di assegno emesso in nome e per conto di un ente, anche privo di personalità giuridica, sia segnalato quest ultimo. Nel caso di specie, il delegante è in verità la società correntista, non il ricorrente, che si è limitato, nella sua qualità di rappresentante legale pro tempore, a sottoscrivere in nome e per conto della medesima società la documentazione contrattuale e le relative autorizzazioni. Il ragionamento dell intermediario, però, non tiene conto che le sue argomentazioni sono travolte dalla circostanza che il venir meno del rapporto aveva azzerato ogni titolarità e ogni rappresentanza. Infatti, al tempo della segnalazione in CAI, la parte convenuta come indicato nelle controdeduzioni aveva esercitato la chiusura del contratto di conto corrente: in conseguenza di tanto, anche i poteri di firma riconosciuti in relazione a tale conto avrebbero dovuto ritenersi revocati e, in tale mancanza, il firmatario (e non il ricorrente) avrebbe dovuto essere segnalato per emissione di assegno in carenza di rappresentanza. La banca convenuta, invece, ha ritenuto di riconoscere ancora validità alla delega di traenza; ha inoltre ritenuto di dovere imputare gli effetti pregiudizievoli dell emissione di assegno, a seguito di revoca della convenzione, non alla società delegante, ma al ricorrente in quanto ritenuto rappresentante legale. La circolare n. 3512/2001 del Ministero dell Industria prescrive che, in caso di titolo emesso in data posteriore a quella da cui ha effetto la comunicazione di recesso (causale 10), sia sanzionato il correntista ; quest ultimo, in caso di assegni emessi per rappresentanza, è individuato nel titolare del conto in caso di rappresentanza espressa, nella persona del rappresentante in caso di rappresentanza non espressa. Il delegato firmatario, come infatti precisato nelle controdeduzioni, non ha speso il nome della società correntista: in tale mancanza e ritenendo che il delegato alla traenza avesse comunque agito nei limiti della sua delega, la banca ha effettuato la segnalazione a nome del (ritenuto) rappresentante legale. Sennonché, essendo venuto meno il rapporto di conto e quindi ogni precedente delega, la segnalazione avrebbe dovuto avere ad oggetto il firmatario del titolo quale soggetto privo di autorizzazione da parte dell intestatario del conto, cioè la società. La segnalazione effettuata non risulta conforme quindi alle regole che la disciplinano. Se quindi deve ritenersi essere stata erronea la segnalazione, il Collegio osserva che essa, prima della correzione, ha avuto vita assai breve (10-11 giorni lavorativi), un tempo già di per sé troppo breve per produrre un effettivo danno all immagine di chiunque. Oltre a ciò, il ricorrente non adduce alcun elemento di prova a documentare questo preteso danno, non risultando quindi provato né il nesso eziologico, né il danno realizzatosi. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio non accoglie il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6