Decisione N del 26 luglio 2016

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MASSERA (RM) MELI (RM) SCIUTO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) CARATELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MONTESI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore MONTESI ROBERTO Nella seduta del 07/07/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente, titolare di un conto corrente, contesta il mancato pagamento di alcune disposizioni RID per fatti imputabili all intermediario resistente e chiede il risarcimento dei danni subiti per una somma non inferiore ad euro (somma comprensiva delle commissioni e degli interessi passivi illegittimamente applicati dall intermediario). In proposito, riferisce di aver dato disposizioni per periodici pagamenti, tramite RID, in favore di società terze con le quali intratteneva rapporti commerciali. Tuttavia, nonostante il saldo positivo del proprio conto corrente, l intermediario non eseguiva tali pagamenti RID per non meglio specificate problematiche tecniche, cagionando all istante dei danni. In particolare, tali danni vengono ricondotti ad una modifica in peius dei tempi per i pagamenti in favore delle predette società terze e alla conseguente necessità, per ottemperare a quest ultimi, di contrarre debiti e sostenere delle spese nella misura di interessi Pag. 2/6

2 e commissioni. Al riguardo menziona nello specifico il pagamento di euro 190,00 a titolo di CIV e di euro 177,42 a titolo di interessi passivi come da e/c al 30/9/2014. L intermediario, nel resistere, chiede che il ricorso venga dichiarato inammissibile e comunque infondato. In primo luogo eccepisce la propria carenza di legittimazione passiva. In merito rileva, infatti, che con d. l. n. 183/2015 è stata costituita una nuova società, quale ente ponte della società in liquidazione, con la quale era stato instaurato il rapporto in contestazione, estinto nel novembre 2014 in epoca antecedente alla costituzione della attuale resistente. La banca, pertanto, sostiene di essere estranea al medesimo rapporto e di non esservi subentrata. Invoca in proposito il Provvedimento della Banca d Italia del 22 novembre La resistente ritiene, inoltre, che il ricorso sia inammissibile, in quanto le doglianze relative agli addebiti della CIV e degli interessi nonché il risarcimento del danno non sono stati oggetto di preventivo reclamo. Sostiene, infine, che la richiesta di rimborso sia determinata e non sia supportata da alcun documento. A supporto della propria posizione rileva in punto di fatto quanto segue. Nella mattina del 06/06/14 n. 2 RID non venivano pagati per assenza dei fondi necessari sul conto corrente di controparte. Tali fondi venivano costituiti dalla ricorrente, su sollecitazione della filiale dell intermediario che il 10/06/2014 provvedeva al pagamento. In seguito, la banca, dimostrando un atteggiamento collaborativo, consentiva all odierna istante il pagamento dei RID pur in assenza dell intera copertura, dietro l'impegno di effettuare nei giorni successivi il versamento degli incassi giornalieri. Tale situazione perdurava fino al 18/09/2014, giorno in cui la cliente riusciva ad effettuare la completa copertura dell'esposizione debitoria precedentemente creatasi. Peraltro sempre nell ottica di supportare la cliente in difficoltà, evitandole ulteriori problematiche nello svolgimento della propria attività commerciale, l intermediario rilasciava l 08/07/2014 una dichiarazione, con la quale si attestava che il ritardo nel pagamento tramite RID in favore della società terza non era dipeso dalla ricorrente per mancanza di fondi, bensì da un problema tecnico della banca. Con specifico riferimento all addebito di euro 190,00 a titolo di CIV e di euro 177,42 a titolo di interessi passivi, la resistente rileva come tali contestazioni non hanno nulla a che vedere con il ritardato pagamento dei RID del 06/06/2014, in quanto trattasi di questioni non connesse e di periodi temporali differenti. Peraltro sottolinea come l'applicazione di detta commissione è stata regolarmente comunicata dalla banca nelle "proposte di modifica unilaterale delle condizioni riportate in calce all'estratto conto del 30/6/2012 e 30/09/2012 e che la predetta commissione è stata convenuta ed applicata nel caso di specie in perfetta conformità rispetto a quanto disposto dal secondo comma dell' art. 117 bis TUB. Infine, precisa che controparte ha operato frequenti sconfinamenti. Pag. 3/6

3 DIRITTO L analisi della controversia in esame richiede in primo luogo di valutare la legittimazione passiva dell attuale resistente. In proposito, infatti, l intermediario sostiene di non essere legittimato ad assumere nella presente procedura la veste di resistente in forza della normativa che ne ha previsto la costituzione quale ente ponte della banca con la quale la ricorrente aveva intrattenuto rapporti contrattuali. Tale eccezione non può trovare accoglimento. Infatti ai sensi dell art. 43 d.lgs. 180/2015 sono stati ceduti all attuale resistente, nella sua qualità di ente ponte, la generalità dei rapporti passivi e attivi dell intermediario sottoposto a procedura di risoluzione. Nei rapporti così trasmessi vi rientra anche quello oggetto dell attuale procedimento, ancorché estinto prima dell avvio della procedura liquidatoria. Del resto non sembra inconferente ricordare che il Collegio di Coordinamento, con decisione n. 5861/2015, ha precisato che può essere convenuto dinnanzi all Arbitro il cessionario ex art. 58 TUB, non essendo rilevante che l estinzione del rapporto controverso sia avvenuta prima del trasferimento di ramo d azienda. Per quanto riguarda l ulteriore eccezione di rito relativa alla mancata preposizione di un preventivo reclamo avente ad oggetto la richiesta di risarcimento del danno e le doglianze circa gli addebiti della CIV e degli interessi passivi, si rileva che dalla documentazione agli atti la ricorrente chiede nel reclamo del marzo 2015 il ristoro integrale dei danni subiti. In tale prospettiva nel ricorso la ricorrente contesta il quantum addebitato dall intermediario a titolo di CIV e di interessi passivi, quali danni conseguenti alla mancata disposizione dei RID in contestazione. Alla luce di queste considerazioni il Collegio ritiene che vi sia corrispondenza tra il reclamo e il ricorso e che, pertanto, la doglianza di parte resistente non risulta fondata. Scendendo ad esaminare il merito della controversia, risulta pacifico tra le parti che in data 06/06/2014 due disposizioni RID in favore di alcuni partners commerciali della ricorrente non siano andati a buon fine. E, invece, controversa la causa della mancata esecuzione delle operazioni in questione. Infatti mentre il ricorrente sostiene che tale causa sia imputabile alla resistente per un suo malfunzionamento, la banca invoca l indisponibilità della necessaria provvista sul conto della cliente. A ben vedere risulta agli atti una nota dell intermediario con data 08/07/2014, indirizzata alla ricorrente, con la quale viene ammesso che il mancato pagamento delle operazioni in esame è stato determinato da una problematica tecnica e non dalla mancanza di fondi della ricorrente. Dal canto suo parte resistente si difende, sostenendo che tale dichiarazione è stata resa al solo fine di andare incontro alle esigenze della ricorrente che correva il forte rischio di perdere la Pag. 4/6

4 partnership commerciale, ribadendo che il mancato pagamento dei RID del 06/06/2014 è stato determinato dall incapienza del conto corrente della ricorrente. A tal fine produce le contabili interne relative al versamento in contanti fatto dalla ricorrente allo sportello, dietro sollecito dell intermediario data l incapienza del conto, nello stesso giorno 06/06/2014 (nel pomeriggio alle ore 15 circa) dei RID non andati a buon fine, e le distinte di due bonifici che la ricorrente ha effettuato in data in sostituzione dei pagamenti RID non andati a buon fine per mancanza di fondi. Infine allega una dichiarazione della ricorrente, datata 04/09/2014, in cui la stessa afferma che l andamento del proprio conto non è mai stato regolare e per tale motivo si impegnava a sanare la propria situazione debitoria. Il Collegio, tuttavia, rileva che l intermediario non produce l estratto conto al 30/06/2014 e alcuna contabile relativa alla mancata effettuazione dei RID. Non è, quindi possibile accertare che al momento in cui le operazioni di pagamento avrebbero dovuto essere eseguite il conto risultava effettivamente incapiente. In conclusione, non si ritiene che dalla documentazione prodotta dall intermediario possa ritenersi superato il valore probatorio rappresentato dalla dichiarazione resa dal medesimo il 08/07/2014 e in cui la mancata esecuzione dei RID veniva ricondotto a un problema tecnico. Ritenuto, quindi, in forza della documentazione agli atti che vi sia una responsabilità della resistente per la mancata esecuzione dei pagamenti in esame, va esaminata la richiesta di risarcimento del danno formulata dalla ricorrente. Ebbene, nel premettere che secondo un costante orientamento di questo Arbitro alle domande di risarcimento del danno si applica al ricorrente l onere della prova ex art c.c., l istante non fornisce elementi probatori in merito al quantum del danno patito e da lei commisurato in euro 3.000,00, nonché in merito al nesso di causalità tra il mancato pagamento dei RID e lo sconfinamento avvenuto nel III trimestre del 2014 e dal quale è conseguita l applicazione della CIV e degli interessi passivi. Tuttavia appare indubbio che la condotta della banca abbia cagionato un nocumento alla propria cliente, concretizzatosi nella riduzione del periodo contabile per l effettuazione dei pagamenti in favore del partner commerciale come da missiva dell 11/06/2014 prodotta. Si ritiene, pertanto, di liquidare in via equitativa euro 1.500,00 in favore della ricorrente a titolo di risarcimento del danno. P.Q.M. Il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l intermediario corrisponda alla parte ricorrente l importo complessivo di euro 1.500,00. Respinge nel resto. Pag. 5/6

5 Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6