COLLABORAZIONE TRA I PROFESSIONISTI DEL SETTORE SANITARIO CARTA

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1 COLLABORAZIONE TRA I PROFESSIONISTI DEL SETTORE SANITARIO CARTA

2 PREAMBOLO È ormai dal 1999 che l Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM) si occupa approfonditamente, nel quadro del progetto «Medicina svizzera di domani», di questioni quali gli obiettivi e i compiti della pratica medica. In tale contesto, un gruppo di lavoro ha pubblicato nel 2007 il rapporto «I futuri profili professionali di medici e infermieri nella pratica clinica e ambulatoriale». Tra le raccomandazioni ivi espresse figura l elaborazione di una «Carta» che inquadri e orienti la collaborazione tra i professionisti del settore sanitario. Vari esperti si sono pronunciati a favore della stesura di un simile documento: è parere comune che esso possa rappresentare un utile strumento per affrontare con successo le sfide poste, oggi come in futuro, agli operatori della sanità. La presente Carta si propone di contribuire a a) ottimizzare il trattamento dei pazienti, b) garantire l assistenza sanitaria a fronte di una crescente penuria di professionisti nel settore e c) supportare il lavoro di chi opera in questo comparto. La Carta trae spunto da iniziative analoghe realizzate in altri Paesi. Ulteriori copie della Carta (in lingua italiana, francese o tedesca) possono essere richieste al seguente indirizzo: Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM) Petersplatz 13, 4051 Basilea Tel. +41 (0) , mail@samw.ch Accademia Svizzera delle Scienze Mediche, 2014 Realizzazione: Howald Fosco, Basilea Stampa: Kreis Druck AG, Basilea Tiratura: D 3000 copie, F 1500 copie, I 500 copie L ASSM è membro delle Accademie Svizzere delle Scienze La Carta dell ASSM è rivolta primariamente ai professionisti, alle associazioni professionali e alle istituzioni operanti in ambito sanitario; il documento vuole essere espressione dello spirito di collaborazione che deve animare il personale sanitario e costituire la base per il cambiamento culturale di cui si auspica la realizzazione nel settore. Allo stesso tempo, la Carta intende supportare le numerose iniziative nell ambito della sanità che presuppongono, per avere successo, una collaborazione tra i diversi operatori (tra le altre, la Strategia in materia di cure palliative, la Strategia sulla demenza, la Strategia contro il cancro). Perché la cooperazione tra le varie professioni sanitarie sia proficua ed efficace, devono tuttavia sussistere condizioni quadro idonee; pertanto, anche gli esponenti del mondo politico, l amministrazione e gli assicuratori sono invitati a tenere conto della Carta. La Carta è uno strumento dinamico: può anzi deve essere sviluppata e modificata. Esortiamo dunque i destinatari a partecipare attivamente a questo processo di evoluzione e adeguamento, interpretandolo come un opportunità da non perdere. 1

3 PRINCIPI ELEMENTI CHIAVE E IMPEGNI Gli operatori delle professioni sanitarie si impegnano per fornire alla popolazione un assistenza sanitaria di qualità, orientata al fabbisogno e alle esigenze. L assistenza sanitaria è totalmente incentrata sul paziente. Ciò significa che le prestazioni attinenti alle sfere dell educazione, della consulenza, della prevenzione, della diagnosi, della terapia, della cura, della riabilitazione e dell assistenza palliativa fornite da tutti i professionisti coinvolti devono essere opportunamente coordinate. La responsabilità viene assunta in funzione delle diverse competenze specialistiche. Il passaggio delle informazioni è garantito in ogni momento e il lavoro si svolge all insegna del rispetto reciproco, sulla base di standard riconosciuti, definiti congiuntamente. Un assistenza sanitaria concepita secondo questi principi si prefigge di garantire alla popolazione parità di diritti nell accesso alle prestazioni, con un buon livello qualitativo, procedure efficienti e un elevato grado di soddisfazione sia per i pazienti che per il personale. Essa si ricollega quindi al concetto della «medicina sostenibile», orientata ai criteri dell evidenza, dell etica e dell economia. 1. Con la collaborazione interprofessionale, il paziente viene coinvolto come istanza attiva. I pazienti informati e i loro familiari vogliono sempre più spesso assumere un ruolo attivo e partecipare alle decisioni riguardanti la terapia e l assistenza. Quali «esperti di se stessi» sono corresponsabili in misura decisiva della qualità del trattamento e del risultato conseguito. 2. I diversi professionisti del settore sanitario chiariscono e fissano, nell ambito di un processo di concertazione, le rispettive competenze e responsabilità in riferimento a concrete situazioni di lavoro; in caso di sovrapposizioni di competenze, le responsabilità vanno indicate in modo esplicito. Per alcuni aspetti, questo processo di chiarimento può risolversi facendo riferimento a definizioni e direttive generalmente condivise all interno del settore; per altri, invece, è opportuno un confronto puntuale all interno delle singole istituzioni o organizzazioni (ad es. ospedale, ambulatorio, centro della salute, studio collettivo, struttura in rete, struttura per l assistenza e la cura a domicilio (Spitex), cure stazionarie di lunga durata). Perché si possano assumere responsabilità supplementari deve sussistere un quadro chiaramente definito (ad es. in caso di ampliamento delle competenze in materia di diagnosi, prescrizione e fatturazione per le professioni sanitarie coinvolte). 3. L assunzione di compiti nell ambito del processo di assistenza avviene in funzione dei bisogni di pazienti e familiari e delle competenze specialistiche richieste. La ripartizione dei compiti non è improntata a criteri di tipo gerarchico né alle tradizionali distinzioni tra profili professionali. I diversi gruppi sono disposti, a seconda della situazione, a cedere ad altri determinate mansioni o ad assumersi nuove responsabilità. Ciò significa che i professionisti del settore sanitario intervengono in base alle proprie competenze e capacità specifiche e, in tale contesto, si assumono anche la responsabilità del proprio operato. 2 3

4 4. Le associazioni professionali e di categoria elaborano direttive interprofes sionali comuni tenendo conto delle raccomandazioni internazionali; a livello istituzionale, i diversi gruppi professionali integrano tali direttive con standard interprofessionali condivisi. Le direttive e gli standard istituzionali hanno una funzione di delimitazione e orientamento; il fatto di rispettarli crea un clima di fiducia reciproca. È sempre possibile derogarvi, purché vi sia un motivo giustificato. 5. Sono previsti moduli comuni sia per la formazione di base che per quella postgraduata. I centri che si occupano di questi due livelli di formazione per le diverse professioni sanitarie sono collegati in rete. In considerazione dell impronta interprofessionale che deve caratterizzare la prassi lavorativa, la formazione di base e postgraduata degli operatori sanitari comprende i necessari elementi trasversali alle diverse professioni e vertenti sull aspetto della collaborazione. La formazione di base prevede moduli comuni alle varie professioni sanitarie, in cui, a integrazione delle rispettive conoscenze specifiche, vengono veicolate nozioni fondamentali identiche per tutti (ad es. conoscenze di base sui concetti di salute e malattia, aspetti relativi a comunicazione, etica, economia e politica sanitaria, nonché i principi della collaborazione interprofessionale). 6. La formazione continua e, di pari passo, la prova delle competenze e capacità acquisite nelle diverse fasi della carriera professionale sono aspetti assodati per tutte le associazioni professionali e di categoria; iniziative in tal senso vengono promosse sia dai datori di lavoro che dalle stesse associazioni di categoria. Alle soglie del pensionamento, un professionista dispone di conoscenze e svolge attività ben diverse rispetto a quando ha iniziato a lavorare. Una formazione continua mirata che si estende sull intero arco della vita, l acquisizione di nuove competenze e la disponibilità a garantire in modo costante la qualità all interno della propria sfera di attività sono presupposti fondamentali per l esercizio di una professione in ambito sanitario. Tutti i gruppi professionali interessati possono accedere a idonee proposte di formazione continua, che se opportuno vengono organizzate congiuntamente da rappresentanti delle diverse professioni. 7. I modelli di lavoro sono concepiti in modo tale da promuovere e sostenere un approccio integrato all assistenza. Le istituzioni sanitarie con funzione di centro che danno lavoro a tutti i gruppi professionali coinvolti in un processo di assistenza e ne coordinano l attività offrono un ambiente idoneo per lo svilupparsi di una collaborazione orientata alle competenze e fungono da perno attorno al quale ruota la sanità a livello regionale; gli ulteriori partner eventualmente presenti nella regione possono essere integrati all interno di una rete. Per garantire il costante scambio reciproco di informazioni, è indispensabile ricorrere alle tecnologie dell informazione e della comunicazione (ehealth). Un infrastruttura adeguata contribuisce a rendere possibili incontri informali tra i diversi gruppi professionali e una comunicazione trasparente. 8. Le strutture direttive sono organizzate in base a obiettivi sostanziali. Le istituzioni sanitarie definiscono le strutture direttive in base ad aspetti oggettivi e non a logiche di casta, supportando così efficacemente un operatività trasversale alle professioni. Per assumere funzioni direttive in team interdisciplinari è necessario disporre della relativa competenza. 9. L assicurazione della qualità e la valutazione dell utilità per il paziente e la società sono parte integrante dell approccio alla professione da parte di tutti gli operatori coinvolti. L introduzione della collaborazione tra le diverse professioni della sanità e il consolidamento di tale prassi devono essere accompagnati da opportune attività di ricercaz in materia di assistenza sanitaria. 4 5

5 ATTUAZIONE BIBLIOGRAFIA Le associazioni professionali e di categoria, le istituzioni sanitarie (ad es. ospedali, strutture in rete, strutture per l assistenza e la cura a domicilio (Spitex), cure stazionarie di lunga durata) e le istituzioni di formazione per il settore sanitario avviano presso i rispettivi organi preposti una discussione approfondita in merito alla Carta e alla sua rilevanza per la propria organizzazione. Le associazioni professionali e di categoria lanciano progetti pilota per la descrizione di competenze e responsabilità in situazioni di lavoro concrete, per l elaborazione di direttive interprofessionali e l organizzazione di sessioni di formazione continua congiunte. Le associazioni professionali fanno fronte comune affinché siano realizzati i necessari adeguamenti di leggi, ordinanze e tariffe. La Carta funge da strumento didattico e spunto di discussione nell ambito della formazione di base, postgraduata e continua, nonché da stimolo per l elaborazione comune di programmi d insegnamento. La Carta costituisce la base per il contatto istituzionalizzato delle associazioni e dei centri che si occupano della formazione. L ASSM accompagna il processo di evoluzione della Carta: verifica la sua applicazione stilando una panoramica delle iniziative e dei progetti ad essa collegati e organizza al più tardi due anni dopo la pubblicazione della Carta un incontro degli stakeholder nell ambito del quale a) si darà vita a uno scambio di esperienze, b) si provvederà eventualmente ad adeguare il documento e c) si premieranno progetti di collaborazione particolarmente riusciti. American College of Physicians (ACP). The Advanced Medical Home: A Patient-Centered, Physician-Guided Model of Health Care; World Health Professions Alliance (WHPA). Joint Health Professions Statement on Task Shifting; World Health Organisation (WHO). Task shifting: rational redistribution of tasks among health workforce teams; American College of Physicians (ACP). Nurse Practitioners in Primary Care; Frenk J et al. Health Professionals for a new century: transforming education to strengthen health systems in an interdependent world. Lancet. Report; WHO. Framework for action on interprofessional education and collaborative practice. Geneva; Robert-Bosch-Stiftung. Memorandum «Kooperation der Gesundheitsberufe»; Schweizerische Akademie der Medizinischen Wissenschaften (SAMW). Die zu künftigen Berufsbilder von Ärztinnen und Pflegenden Bericht und Kommentar; Arbeitsgruppe BAG/GDK. Neue Versorgungsmodelle für die medizinische Grundversorgung; Witte F. Mehr kooperieren statt delegieren. Schweiz Ärztezeitung. 2012; 93(22): American Medical Association. The structure and functioning of Interprofessional health care teams. Joint report of the Council of Medical Education and the Council Medical Service. Chicago; Ono T, Lafortune G, Schoenstein M. Health Workforce Planning in OECD Countries: a Review of 26 Projection Models from 18 Countries. OECD Health Working Paper No. 62; Plattform «Zukunft Ärztliche Bildung». Bericht «Interprofessionalität»; Donelan K. et al. Perspectives of Physicians and Nurse Pratitioners on Primary Care Practice. NEJM. 2013; 368: Iglehart J. Expanding the Role of Advanced Nurse Practitioners Risk and Rewards. NEJM. 2013; 368: APPG. All the Talents. How new roles and better teamwork can release potential and improve health services. London: All-Party Parliamentary; Careum. Neuausrichtung der Ausbildung für Gesundheitsberufe. Zürich; Sottas B et al. Umrisse einer neuen Gesundheitsbildungspolitik. Zürich: Careum Verlag; European Interprofessional Practice and Education Network (EIPEN). Charter für Interprofessional Practice and Education; Robert-Bosch-Stiftung. Gesundheitsberufe neu denken. Stuttgart; Walkenhorst U, Mahler C, et al. Interprofessionelle Ausbildung in den Gesundheitsberufen. Positionspapier der Gesellschaft für medizinische Ausbildung (GMA). Erlangen;

6 INDICAZIONI IN MERITO ALL ELABORAZIONE DELLA CARTA Hanno fatto parte del gruppo di lavoro che ha redatto la presente Carta le seguenti personalità: dr. Werner Bauer (presidente), presidente dell ISFM, Küsnacht ZH dr. Hermann Amstad, segretario generale dell ASSM, Basilea Marie-Anne Becker, Hôpital Neuchâtelois, Neuchâtel dr. Manuela Eicher, Haute Ecole de Santé HES-SO, Friburgo prof. Viola Heinzelmann, Universitäts-Frauenspital, Basilea dr. Isabelle Meier, medix Gruppenpraxis, Zurigo Maja Mylaeus-Renggli, Spitex Verband Schweiz, Berna dr. Hans Neuenschwander, IOSI/EOC, Bellinzona prof. Cornelia Oertle, Berner Fachhochschule Gesundheit, Berna dr Pierre-Yves Rodondi, Spécialiste en Médecine interne génerale, Pully Martine Ruggli, pharmasuisse, Liebefeld prof. Astrid Schämann, ZHAW, Winterthur dr. Beat Sottas, Careum, Zurigo prof. Peter M. Suter, vicepresidente ASSM, Presinge. Da aprile 2013, il gruppo di lavoro si è occupato approfonditamente della tematica in questione, in occasione di diverse sedute. Dopo aver esaminato il materiale bibliografico esistente e aver discusso nel dettaglio i vari aspetti della materia, ha stilato una prima bozza della Carta, che a inizio ottobre 2013 è stata oggetto di un audizione che ha coinvolto alcuni esperti selezionati (dr. François Héritier, presidente SSMG, Courfaivre; Roland Paillex, presidente physioswiss, Losanna; Pierre Théraulax, presidente SBK-ASI, Berna; lic. oec. Rita Ziegler, presidente della direzione dell UniversitätsSpital Zürich, dr. Alan Niederer, giornalista scientifico, Zurigo; lic. rer. pol. Michael Jordi, segretario centrale CDS, Berna). Successivamente, una bozza rielaborata è stata sottoposta a una più ampia procedura di consultazione pubblica. Benché la maggioranza dei pareri espressi abbia salutato con favore l elaborazione di una Carta, è emerso un certo scetticismo da parte delle cerchie dei medici e molte istituzioni hanno espresso rammarico per non essere state coinvolte più intensamente nei lavori di stesura del documento. Anche le proposte per l attuazione sono state accolte piuttosto criticamente. Su tali basi, il gruppo di lavoro si è di nuovo riunito nell agosto 2014 a Berna, con l intento di raccogliere e sintetizzare le richieste degli stakeholder. È stata così stilata una versione finale della Carta, poi discussa e definitivamente approvata dal comitato direttivo dell ASSM nella seduta del 3 novembre

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