Teoria ipodermica. Fondamenti della comunicazione
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- Evangelista Piccinini
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1 Teoria ipodermica Modello comunicativo Comportamentismo = S R Postulati impliciti Uniformità della natura umana Ereditarietà dei meccanismi biologici Accento sui processi non-razionali Ordine sociale come società di massa
2 Teoria ipodermica Critica alla società di massa: Isolamento psicologico degli individui Sviluppo di relazioni impersonali Libertà da obblighi sociali informali e vincolanti Divisione del lavoro
3 Comportamentismo Ogni atto individuale viene inteso come un comportamento assimilato ad una reazione complessa alle sollecitazioni provenienti dall ambiente; tale reazione può essere scomposta in risposte semplici (r) ciascuna associata a stimoli semplici (s) in una relazione causale di tipo lineare secondo lo schema S R Ogni atto individuale, dunque, è solo apparentemente libero, essendo in realtà un comportamento direttamente imputabile a determinanti specifiche, esterne al soggetto agente e indipendenti dalla sua volontà, che possono essere variamente manipolate
4 Modello ipodermico Il comportamentismo behaviorismo dal termine inglese Behavior = comportamento è quell approccio che interpreta i fenomeni psicologici in termini di eventi di natura fisica piuttosto che mentale L esempio più classico è quello del riflesso condizionato di Pavlov
5 Modello ipodermico Attraverso un operazione di parallelismo tra animali e uomini, inizialmente si ritenne che la comunicazione, considerata uno stimolo di massa, potesse attivare un medesimo comportamento in ciascun essere umano che si sottoponeva ad essa
6 Modello ipodermico E M R Onnipotenza dei media Masse atomizzate ed indifese Uniformità della risposta Esistenza di un nesso causale Manipolazione
7 Modello S IV R E La sigla I. V. sta per: Intervening Variables ed indica tutte le variabili intervenienti, cioè tutti quei fattori che intervengono nel processo comunicativo favorendo, oppure ostacolando, la risposta al messaggio - stimolo
8 Modello matematico informazionale fonte trasmittente ricevente destinatario segnale Segnale ricevuto Fonte del rumore Elementi fondamentali del modello: Input Output Rumore Entropia Ridondanza
9 Cibernetica 1948 Norbert Wiener pubblica Cybernetics. Control and Communication in the Animal and Machine Nel volume vengono delineate la formulazione teorica della società dell'informazione il concetto di entropia come misura del grado di disorganizzazione di un sistema
10 Cibernetica La cibernetica, nella visione di Wiener, descriveva un nuovo modo di guardare il mondo. Laddove gli scienziati immaginavano l universo come un gigantesco orologio in cui ogni cosa era collocata all interno di uno schema, Wiener postulava che l universo era un posto senza schemi e altamente disorganizzato.
11 Cibernetica Evoluzione epistemologica da un universo armonico concezione naturale classica del mondo caratterizzato dall ordine a un universo organizzabile concezione artificiale basata sul disordine
12 Cibernetica Quadro di base Passiamo quindi da un modello di mondo non più costituito di materia e energia ma di materia energia ed informazione. Tutti i fenomeni che cadono sotto la nostra osservazione hanno in comune una caratteristica: contengono informazione. Con lo sviluppo della cibernetica e della teoria dei sistemi, si comincia a coltivare l idea che tutta la realtà sociale possa essere descritta ed analizzata in termini di processi di informazione e scambio comunicativo.
13 Cibernetica Discipline alla base di sintesi nuove Teoria dell informazione Quadro di base (lanciata come sintesi nel campo delle scienze dure, si estende anche alle molli, all antropologia, alla sociologia, investe il linguaggio e ne fissa modelli di varia natura) Cibernetica (nuova teoria di sintesi tra logica matematica ed elettronica che ripensa il concetto di universo e, insieme, di individuo sotto l indice di uno stato di equilibrio/squilibrio)
14 Cibernetica Secondo Wiener, il divario storicamente sancito che opponeva le scienze matematiche, fisiche e naturali a quelle antropo-sociologiche non ha motivo di esistere. La comunicazione è il cemento della società. La società non è costituita unicamente da una molteplicità di individui, che si incontrano soltanto per dispute personali e per amore della procreazione, ma in un intima interazione nell ambito di organismi più ampi.
15 Cibernetica Qualunque ordine fosse esistito, secondo Wiener, esso proveniva dallo scambio di informazione messaggio, codifica e decodifica fra qualunque cosa, dalla più piccola particella atomica ai grappoli delle galassie. È l informazione a creare ordine in un universo disordinato. Il cervello umano, nella sua essenza, è un message processor.
16 Cibernetica Sociologia e antropologia sono quindi, in primo luogo, scienze della comunicazione e cadono quindi sotto l etichetta più ampia della cibernetica. Wiener postulava, per analogia, che il cervello umano e quello dei computer digitali da poco messi a punto fossero simili. Per lui i calcolatori moderni erano la cosa più vicina a un cervello meccanico che fosse mai stata inventata.
17 Cibernetica Nel 1947 non c era ancora la Guerra fredda (il Blocco di Berlino è del 1948, la prima esplosione atomica sovietica del 1949 e nel libro c è solo qualche accenno ai potenziali pericoli che la cibernetica di Wiener introduceva. Nel 1950, quando Wiener pubblicò The Human Use of Human Beings, la situazione era cambiata e il libro, stavolta senza equazioni matematiche, aveva un tono esplicitamente politico-sociale.
18 Cibernetica 1950 «Il controllo meccanico dell uomo non può avere successo se noi non conosciamo le intenzioni radicate nell uomo, e il motivo per cui vogliamo controllarlo.» Norbert Wiener, The Human Use of Human Beings, 1950
19 Cibernetica Era la paura il concetto messo in luce stavolta. Se l informazione è la circolazione della vita e plasma le cose, non sarebbe possibile emettere messaggi che potrebbero effettivamente controllare il modo in cui le persone percepiscono il mondo?
20 Cibernetica Serpeggiava l idea, rilevata anche dai critici, di una macchina per governare, idea che al momento lo stesso Wiener trovava tutt altro che ridicola, ma che gradatamente si attenuò nelle successive edizioni, lasciando la ribalta alle relazioni con la fisica newtoniana e la teoria dei giochi.
21 Cibernetica Nella 9a edizione del 1967 (Wiener era morto nel 1964) si dice che una tale macchina sarebbe talmente grezza e imperfetta da non raggiungere la millesima parte del comportamento consapevole dell uomo. David S. Bennahum
22 Cibernetica
23 Cibernetica FEED-BACK Ogni evento della comunicazione è inserito in un circuito circolare per cui ogni evento è simultaneamente stimolo, risposta, rinforzo Un processo viene controllato da un apparato che usa l output del processo (il suo risultato) per regolare il suo input (la sua alimentazione) Se il valore della correzione è regolato bene il processo risulta omeostatico.
24 Cibernetica
25 La Teoria dell informazione
26 Claude E. Shannon Matematico americano, nato nel 1916 in Michigan, autore della Teoria dell informazione (The Mathematical theory of Communication) Ha lavorato come ricercatore presso i Bell Telephone Laboratories Claude Ellwood Shannon,
27 Warren Weawer Matematico americano, nato nel 1894, professore di matematica presso la Wisconsin University ha tradotto in un linguaggio più idoneo a scopi divulgativi il lavoro di Shannon, con il quale è diventato coautore della teoria matematica. Warren Weaver,
28 La Teoria dell informazione La teoria venne presentata al mondo sotto forma di due memorie scritte da Claude Shannon, dei laboratori della Bell Telephone, e pubblicate su Bell System Technical Journal nel luglio e nell ottobre del Le memorie erano costituite da un insieme di teoremi che trattavano il problema dell invio di messaggi da un punto a un altro in modo rapido, economico e efficiente. Nella sua forma pura, la teoria dell informazione è stata la scoperta di un ingegnere. I suoi successi pratici più cospicui si sono avuti nelle trasmissioni televisive a colori, nella progettazione dei sistemi radar di avvistamento a grande distanza, nella ricostruzione dei messaggi provenienti da lontani veicoli spaziali. Trattando l informazione in termini definiti chiaramente, ma del tutto astratti, Shannon riuscì a generalizzarla, stabilendo leggi che sono rimaste valide non soltanto per pochi tipi di informazione, ma per ogni tipo e ovunque. Jeremy Campbell (giornalista e scrittore inglese) L uomo grammaticale
29 Modello matematico informazionale fonte segnale trasmittente Segnale ricevuto ricevente destinatario Fonte del rumore
30 Modello comunicativo della teoria dell informazione L attenzione è focalizzata dal punto di vista metodologico, sulla scomposizione del processo comunicativo nei suoi elementi costitutivi dal punto di vista tecnico, sull efficienza del processo comunicativo dal punto di vista dell efficacia comunicativa, sulla capacità diffusiva delle comunicazioni di massa di trasmettere a vasti pubblici gli stessi contenuti
31 Modello comunicativo della teoria dell informazione Si distingue tra informazione come misura della possibilità di scelta nella selezione di un messaggio e significato del messaggio Il significato del messaggio è sostanzialmente irrilevante La codificazione è un problema di misura dell informazione e riguarda il numero di alternative necessarie a definire l evento senza ambiguità e ridurre l incertezza contenuta nel segnale
32 Misura dell informazione Si valuta in termini di bit (binary digit) se le alternative sono 2 il messaggio vale 1 bit se sono 4 vale 2 bit se sono 8 vale 3 bit L informazione va quindi considerata come proprietà statistica della sorgente dei messaggi Il segnale trasmesso è sempre ridondante perché contiene sempre più alternative di quante sarebbero strettamente necessarie per ridurre l incidenza del rumore.
33 Roman Jakobson ( ) Linguista americano di origine russa, fu professore a Mosca ( ) e Brno ( ) prima di emigrare negli Usa nel 1941, dove insegnò alla Columbia University ( ), ad Harvard ( ) e al Mit ( ). Massimo esperto di lingue slave, fu il principale fondatore della scuola di linguistica strutturale e di fonologia di Praga. Sono disponibili in italiano i Saggi di linguistica generale (Fundamentals of Language, 1956) e «Alla ricerca dell'essenza del linguaggio», in Benveniste, Chomsky et al., Problemi di linguistica generale, 1968.
34 Modello di Jakobson fattori costitutivi della comunicazione (1960) Sei fattori costitutivi contrassegnano il modello di struttura funzionale della comunicazione secondo Jakobson
35 Struttura funzionale dei fattori costitutivi di Jakobson (1960) La relazione fra messaggio e Contesto è rappresentativa Emittente è espressiva Destinatario è conativa Contatto (canale) è fàtica Codice è metalinguistica Messaggio è poetica
36 Modello semiotico-informazionale (Eco-Fabbri e altri 1965) canale Fonte emittente Messaggio emesso come significante che veicola un certo significato Messaggio ricevuto come significante Destinatari o Messaggio ricevuto come significato codice codice sottocodici sottocodici
37 Modello semiotico - informazionale Centrali in tale modello sono i fattori relativi a: Codice Significante Sottocodice Significato Decodifica Decodifica aberrante
38 La decodifica aberrante Incomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice (il messaggio è segnale fisico non decodificato o rumore ) Incomprensione per disparità dei codici?? Incomprensione per interferenze circostanziali Rifiuto per delegittimazione dell emittente (guerriglia semiologica)
39 Il modello semiotico-testuale (Eco-Fabbri 1978) I destinatari non ricevono messaggi singoli riconoscibili, ma insiemi testuali I destinatari non commisurano i messaggi a codici riconoscibili come tali ma a insiemi di pratiche testuali. I destinatari ricevono sempre molti messaggi sia in senso sincronico che diacronico
40 Il modello semiotico-testuale (Eco-Fabbri 1978) Si attenua ulteriormente la asimmetria dei ruoli di emittente e ricevente. Si concentra l attenzione sulla natura testualizzata dell universo delle comunicazioni di massa Si ancora la competenza comunicativa al patrimonio di testi sedimentati che orientano il processo di anticipazione della comprensione
41 Primo modello di Schramm (1954) fonte codif. segnale decod. destinatario
42 Secondo modello di Schramm (1954)
43 Terzo modello di Schramm (1954)
44 Modello di Gerbner (1956)
45 Modello di Gerbner (1956) Evento E Il processo comunicativo comincia con un evento E (qualcosa della realtà esterna) Selezione Contesto Disponibilità Concerto percepito da M (un uomo o una macchina)
46 Modello di Gerbner (1956) Evento E Evento E1 percepito = Concerto La percezione, messa in atto da M, di E si chiama E1:il rapporto fra E e E1 è frutto di una selezione operata da M
47 Modello di Gerbner (1956) Evento E1 percepito accesso ai canali controllo dei media Dopo la selezione tra evento e percezione dell evento, si attua un altra selezione che riguarda la scelta dei media attraverso cui trasmettere il messaggio
48 Modello di Gerbner (1956) Evento E1 percepito Backstage Commento S Forma E Contenuto Dopo la selezione e l attribuzione di significato, la percezione viene convertita in un messaggio, cioè in un segnale che ha un contenuto (E) e una forma (S)
49 Modello di Gerbner (1956) Dopo che l evento è stato percepito e ritrasmesso attraverso la scelta dei canali e il controllo dei media con una forma ed un contenuto, si verifica un interazione fra il ricevente M2 ed il messaggio Selezione Contesto Disponibilità L interazione produce il significato SE1, che è uno dei tanti possibili significati portati dal messaggio. M2
50 Modello di Gerbner (1956) Si interpongono, tra fonte e ricevente, una serie di nodi problematici legati alla ricezione e alla decodifica Si pone l accento sulla grande variabilità della percezione rispetto all evento (E), sia da parte degli operatori (E1), sia da parte del ricevente (SE1). George Gerbner
51 Modello di Berlo (196O) S SORGENTE M MESSAGGIO C CANALE R RICEVENTE abilità elementi struttura vista abilità attitudini udito attitudini conoscenza Sist. sociale cultura c o n t e n u t o trattamento c o d i c e tatto odorato gusto riconoscimento sistema sociale cultura D. K. Berlo, The Process of Communication: An Introduction to Theory and Practice, Holt, Rinehart & Winston, London Fondamenti 1960 della comunicazione
52 Modello di Berlo (1960) Prende le mosse dalla teoria matematica dell informazione: la sigla SMCR (Source, Message, Channel, Receiver) riprende gli elementi dello schema Shannon e Weaver. Ma in più sottolinea l importanza della cultura e del sistema sociale in cui la comunicazione si svolge.
53 Modello di Slama-Cazacu (1973) Contesto totale Contesto implicito Contesto esplicito Contesto verbale (linguistico) Contesto extralinguistico (componenti ausiliari, gesti, mimica)
54 Modello di Newcomb (1953)
55 Modello di Westley e MacLean (1957)
56 Modello della comunicazione di massa di Riley & Riley (1959) J.W. Riley Jr., M. White Riley, Mass Communication and the Social System, in R.K. Merton, L. Broom, L.S. Cottrell Jr., Sociologiy Today: Problems and Prospects, Basic Books, New York, 1959
57 Modello di Dance (1967) Nei modelli circolari la comunicazione ritorna al punto da dove è partita F. E. X. Dance, A Helical Model of Communication, in Human Communication Theory, Holt, Rinehart & Winston, London, 1967
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