Coordinamento delle politiche giovanili nella provincia di Bologna

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1 Provincia di Bologna - Gabinetto di Presidenza Coordinamento delle politiche giovanili nella provincia di Bologna FOCUS GIOVANI Casalecchio di Reno Blogos - 23 gennaio 2008

2 Corso di autoformazione Condividere le conoscenze Definire obiettivi e modalità di lavoro Progettare insieme Dal lavoro di gruppo a gruppo di lavoro

3 Condividere le conoscenze Proposta di Legge regionale NORME IN MATERIA DI POLITICHE PER LE GIOVANI GENERAZIONI Oggetto consiliare n Pubblicato nel Supplemento Speciale del Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna. N. 168 del 18 luglio 2007 Scarica i testi dal sito

4 Condividere le conoscenze Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive POGAShttp:// Scarica Il Piano Nazionale Giovani: obiettivi e linee di lavoro Documento a cura del Ministero Politiche giovanili e attività sportive

5 Condividere le conoscenze Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive POGAS- Sottoscrive accordi con : ogni singola Regione Con UPI Nazionale (Unione Province Italiane) per destinare fondi a progetti di province singole o di gruppi regionali di Province Con ANCI Nazionale per destinare i fondi a Comuni di Città Metropolitane e città sedi Universitarie 5

6 Condividere le conoscenze ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI POLITICHE GIOVANILI E ATTIVITA SPORTIVE Giovani Evoluti e Consapevoli (GECO) Valore complessivo ,26 Durata 3 anni Sottoscritto l 11 dicembre 2007 da Ministero Svuluppo Economico Ministero Politiche giovanili e Attività Sportive (POGAS) Regione Emilia Romagna

7 Condividere le conoscenze Protocollo d Intesa tra Il Ministro Politiche giovanili e Attività Sportive (POGAS) e il Presidente dell Unione delle Province Italiane 19 dicembre 2007 Iniziative comuni finalizzate a : promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, migliorare l istruzione e la formazione dei giovani, sviluppare l occupabilità dei giovani favorire il dialogo interculturale e l integrazione die giovani contribuire a garantire la sicurezza dei giovani Azione ProvincEgiovani avviso pubblico di UPI per presentare progetti da parte di Province scadenza 10 marzo Totale fondi Per le 9 Province della Regione E.R. circa

8 Condividere le conoscenze Progetto Forum Giovani 2007 della Presidenza della Provincia di Bologna Finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna per Progetto Forum Giovani 2008 della Presidenza della Provincia di Bologna richiesto finanziamento alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna per

9 Condividere le conoscenze Organizzazione in E.R. Regione-Province-Comuni 3 aree sub regionali Province di Piacenza, Parma e Reggio Province di Bologna e Modena Province di Ferrara, Ravenna, Forli-Cesena, Rimini Tavoli di lavoro tematici permanenti Informagiovani e Centri di Aggregazione Una Cabina di Regia Regionale

10 Definire obiettivi e modalità di lavoro Gli attori in campo per le politiche giovanili PUBBLICITA REGIONE E MINISTERO Agenzie educative Centri di produzione artistica Tele, Radio, Stampa Internet 7 Distretti socio-sanitari Famiglie e giovani scuole CASA E LAVORO Provincia Reti informative Informagiovani, Eurodesk ecc.. 60 Comuni Società sportive Centri di aggregazione Biblioteche 10

11 Il percorso che abbiamo davanti non è difficile, il percorso che abbiamo davanti è la difficoltà. Soren.Aabye. Kierkegaard, filosofo danese considerato il padre dell esistenzialismo ( ) 11

12 Le politiche giovanili non sono complicate Le politiche giovanili sono complesse Passare dal piano dell approccio analiticocomplicato dove si pone il problema al piano sintetico-complesso dove si trova la soluzione, guardando dall alto. 12

13 Definire obiettivi e modalità di lavoro Teoria della complessità A proposito di politiche giovanili Il mondo non è lineare ma è un sistema complesso formato da ecosistemi, organismi, mercati e aziende. Che si tratti di culture, aziende, ecosistemi od organismi viventi, questi studi della complessità mostrano che i sistemi che superano meglio i cambiamenti sono aperti nei confronti dell ambiente, in grado di riconfigurarsi continuamente e di co-evolvere con i fattori che cercano di cambiarli. 13

14 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili La complessità è una cosa ben diversa da un sistema complicato. Un sistema complicato è un meccanismo da affrontare con metodi analitici per scomporlo nei suoi elementi base. Un sistema complesso è un organismo che va compreso nel suo insieme attraverso un approccio sistemico, nel quale anche categorie opposte possono venire integrate e convivere. Da una cultura dell AUT (o questa o quella) a una cultura dell ET (questa e quella e quell altra) 14

15 Definire obiettivi e modalità di lavoro Teoria della complessità A proposito di politiche giovanili Le regole che governano questi sistemi emergono dal basso, senza un ordine precostituito. In una parola sono emergenti. (i giovani sono emergenti dal basso) il tutto è maggiore della somma delle parti. La somma di fili separati non ti dà il tessuto Alberto F. De Toni e Luca Comello Viaggio nella complessità Marsilio editore Guido Romeo, Nòva - ricerca, innovazione creatività - Il Sole 24 ore del 10 gennaio

16 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili Non basta creare una RETE o entrare in rete. La rete classica, quella dei pescatori per intenderci, è una struttura regolare nella quale ogni nodo ha lo stesso numero di legami che si ripetono simmetricamente questa è un oggetto fisico che non rappresenta la rete di interazione sociale tra individui

17 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili già internet, dove i nodi sono i calcolatori o le pagine html e i legami sono rispettivamente i cavi e gli hyperlinks, non rispetta questa struttura. Siamo cioè di fronte a sistemi scalefree, ovvero senza una scala caratteristica, comuni anche alle reti di interazione sociale al cui centro ci sono le persone e i legami possono essere di amicizia, sesso, lavoro, gusti o acquisti ai viaggi dove gli snodi sono invece stazioni ferroviarie e aeroporti. Guido Caldarelli,dell Infm CNR, citato da Guido Romeo 17

18 Definire obiettivi e modalità di lavoro 18

19 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili I sette principi del management della complessità 1.Autorganizzazione. Come stormi di uccelli. Le organizzazioni si autorganizzano sostenendo la nascita delle reti interne ed esterne per fare emergere l intelligenza distribuita. (Focus di autoformazione per autoorganizzarci nel coordinare le politiche giovanili. No a rapporti gerarchici alto basso, o basso alto.nessuno ci dice come fare, imitiamo l atteggiamento dei nostri vicini e facciamo emergere un comportamento coerente del gruppo.) 2.Disorganizzazione creativa. Cambiare per rimanere se stessi. La discontinuità visibile ricercata dalle organizzazioni alimenta il circolo della creazione. (in questo Focus possiamo pensare e creare qualcosa di nuovo) 19

20 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili I sette principi del management della complessità 3.Condivisione. Circolo virtuoso. La continuità visibile tende al miglioramento continuo verso l eccellenza operativa. (condividiamo modalità operative di contatti di rete tra i membri del gruppo) 4.Flessibilità strategica Gestire l inaspettato. La prontezza nel recepire anche i segnali deboli modificando le proprie direzioni può fare la differenza. (Siamo pronti a cambiare ciò che abbiamo programmato..) 5.Network organization. Dal castello alla rete. L apertura verso l esterno ha portato dalla cultura del possesso a quella del presidio. ( ci sono richieste prestazioni nuove che non abbiamo sperimentato ma che nessun altro può fare al posto nostro: progettare, appaltare, verificare, contabilizzare, gestire soggetti esterni all ente..) 20

21 Definire obiettivi e modalità di lavoro A proposito di politiche giovanili I sette principi del management della complessità 6.Circoli virtuosi. Il circolo dei circoli. L innovazione genera sviluppo e lo sviluppo genera risorse per investire in innovazione. (programmando e attuando ci facciamo vedere, ci finanziano e continuiamo a programmare e attuare ) 7.Learning organization. Sbagliando s impara. Instaurando una cultura tollerante all errore e lasciando alle spalle modelli mentali antiquati s incoraggia l azione che è fonte di apprendimento (Gli errori sono una risorsa da condividere, insieme ridiamo di noi e andiamo oltre ) 21

22 Definire obiettivi e modalità di lavoro E possibile coordinare le politiche giovanili in area metropolitana? Ministero EUROPA REGIONE Provincia 7 territori sovracomunali Distretti socio-sanitari 60 Comuni 22

23 Definire obiettivi e modalità di lavoro 7 Tavoli di coordinamento sovracomunali nei territori dei Distretti 1 Tavolo di coordinamento provinciale 1 gruppo di lavoro tecnico della Provincia 1 Cabina di regia Regionale 23

24 Definire obiettivi e modalità di lavoro Interazione con i Piani di Zona e aggregazioni comunali Aggregazione di Comuni per Territori dei Distretti Uffici di Piano, Referente per le politiche giovanili sono il canale per: organizzazione sovracomunale del territorio comunicazione tra gli uffici dei Comuni progettazione coordinata delle azioni monitoraggio dei progetti secondo gli indicatori di valutazione 24

25 Definire obiettivi e modalità di lavoro Interazione con i Piani di Zona e aggregazioni comunali I distretti socio sanitari come dimensione sovracomunale per le politiche giovanili Bologna 1 Comune Casalecchio 9 Comuni Imola 10 Comuni Pianura Est 15 Comuni Pianura Ovest 6 Comuni Porretta 13 Comuni S.Lazzaro di Savena 6 Comuni Totale Provincia 60 Comuni 25

26 Definire obiettivi e modalità di lavoro Provincia di Bologna Giugno 2007 GRUPPO DI LAVORO TECNICO INTERSETTORIALE SULLE POLITICHE GIOVANILI INTERNO ALL ENTE PROVINCIA Responsabile gruppo Stefano Ramazza Specialisti di settore Linda Conti Stefania Sabella Patrizia Paganini Fabrizia Paltrinieri Monica Mascagni Stefano Galletti Monica Manfredi (Capo Gabinetto Presidenza) (Gabinetto Presidenza) (Servizio Scuola e Formazione) (Settore Politiche attive per il lavoro) (Servizi socio educativi) (Servizio Cultura) (Ufficio Sport) (Affari Generali - Ufficio Pace)

27 Progettare insieme Progettare nella complessità Partiamo dal Coordinamento e dallo sviluppo delle politiche giovanili a scala provinciale

28 Progettare insieme Confronto e condivisione su obiettivi integrare l offerta di buone prassi presenti sul territorio diversificare l offerta e progettare a lungo termine Inserire a pieno titolo i percorsi e le esperienze dei Comuni e della Provincia di Bologna in quelli regionali e nazionali Incontro, sviluppo e ottimizzazione delle diverse competenze professionali e istituzionali 28

29 Progettare insieme Condivisione tra Amministratori Comunali e Provinciali e operatori di linee organizzative e criteri progettuali conoscenza condivisa delle azioni dei soggetti del territorio prospettiva di sostenibilità nel tempo delle politiche individuazione di indicatori per la valutazione dei risultati Gruppi di lavoro territoriali a scala di distretto Tavolo di Coordinamento provinciale con i referenti dei distretti

30 I sette principi del management della complessità 1.Autorganizzazione. Come stormi di uccelli 2.Disorganizzazione creativa. Cambiare per rimanere se stessi 3.Condivisione. Circolo virtuoso 4.Flessibilità strategica Gestire l inaspettato 5.Network organization. Dal castello alla rete 6.Circoli virtuosi. Il circolo dei circoli. 7.Learning organization. Sbagliando s impara

31 Progettare insieme Azioni attuate ad oggi Progetto Provinciale Forum Giovani Finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna Prima fase: Ottobre dicembre 2007 analisi dei Piani di Zona e delle buone prassi delle azioni comunali. 7 incontri in tutti i distretti a livello tecnico tra Provincia e Comuni. Dicembre 2007: collaborazione con Regione ER per l attuazione del Quadro Strategico e dell Accordo di Programma Quadro - APQ tra Regione e Ministero POGAS Partecipazione al coordinamento regionale sulle politiche giovanile 31

32 Progettare insieme Prossime azioni Seconda fase: gennaio aprile 2008 Focus di autoformazione coordinato dalla Provincia e rivolto a personale già impegnato in azioni di progettazione, attuazione e monitoraggio. 23 gennaio 23 aprile 4 Moduli in 7 giornate Il gruppo elaborerà dei progetti entro giugno 2008 secondo le modalità discusse (finanziamenti nel corso del 2008) e le abilità acquisite Obiettivo finale: vivere la complessità e proporre ai decisori progetti e processi 32

33 Corso di autoformazione Condividere le conoscenze Definire obiettivi e modalità di lavoro Progettare insieme Dal lavoro di gruppo al gruppo di lavoro

34 Grazie per l attenzione A voi la parola! 34

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