Il contributo delle regioni e delle città alla politica regionale europea
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- Arnoldo Viviani
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1 Il contributo delle regioni e delle città alla politica regionale europea Mercedes BRESSO, prima vice-presidente del Comitato delle Regioni Seminario sul ruolo delle città e delle regioni nel nuovo periodo di programmazione Firenze, Italia 14 ottobre 2013 Fa fede solo il discorso pronunciato Rue Belliard/Belliardstraat Bruxelles/Brussel BELGIQUE/BELGIË Tel Fax
2 - 2 - Signore e Signori, Sono molto lieta di partecipare a questo seminario - dedicato al ruolo delle città e delle regioni nel nuovo periodo di programmazione a nome del Comitato delle regioni, l'istituzione europea di cui sono attualmente prima vicepresidente. Dal 1994, il Comitato delle regioni è la voce degli enti regionali e locali nell'ambito del processo decisionale dell'ue, fungendo quindi da cinghia di trasmissione tra le istanze locali e i temi europei. I membri del Comitato delle regioni portano al livello UE le competenze specifiche che hanno acquisito a livello locale e regionale e fanno anche in modo che le questioni europee vengano conosciute e discusse nelle rispettive città e regioni. La politica di coesione costituisce uno degli strumenti più importanti per promuovere la crescita e l'occupazione, per contribuire a superare l'attuale crisi e per ridurre le notevoli disparità economiche, sociali e territoriali ancora esistenti tra le regioni d'europa; di conseguenza, il nuovo pacchetto sulla politica di coesione per il prossimo periodo di programmazione riveste senza ombra di dubbio un'enorme rilevanza per le città e le regioni. Negli ultimi quattro anni, il Comitato delle regioni ha adottato diversi pareri sul futuro della politica di coesione post-2013: pareri di IT
3 - 3 - prospettiva richiesti dalla Commissione, un parere sulla Quinta relazione sulla coesione, pareri su ciascuno dei regolamenti sui fondi, e infine una risoluzione sull'intero pacchetto durante i negoziati interistituzionali. Il Comitato delle regioni è stata la prima istituzione ad esprimere un'opinione in proposito, ed è riuscito ad influenzare favorevolmente le posizioni delle altre istituzioni europee, a vantaggio delle città e delle regioni d'europa. Come tutti voi sapete, i negoziati relativi al pacchetto sulla politica di coesione stanno per concludersi. Dopo che la scorsa settimana sono terminate le riunioni informali a tre (tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione), possiamo ora attenderci la votazione del pacchetto legislativo sulla politica di coesione alla prossima sessione plenaria del Parlamento europeo (dal 21 al 24 ottobre 2013), e la successiva pubblicazione del pacchetto tra novembre e l'inizio di dicembre Pur deplorando il fatto che il bilancio per la politica di coesione nel periodo sarà meno consistente di quanto inizialmente proposto dalla Commissione europea, e che il compromesso finale che saremo costretti ad accettare contiene alcune pillole amare ad es. condizionalità macroeconomica, riserva di efficacia ed efficienza (che potrebbero, tra l'altro, provocare gravi effetti collaterali) - possiamo tuttavia complimentarci con noi stessi perché il pacchetto sulla politica di coesione ha tenuto conto di alcuni degli elementi centrali della posizione sostenuta dal Comitato delle regioni. Grazie a ciò, in questa tornata di
4 - 4 - negoziati, il ruolo delle città e delle regioni nella politica regionale europea è stato di fatto rafforzato. Innanzitutto, il Comitato delle regioni ha sempre invocato la piena applicazione del principio di partenariato e della governance multilivello nelle diverse fasi di attuazione dei fondi strutturali dell'ue, e in particolare, un ampio coinvolgimento degli enti locali e regionali, allo scopo di soddisfare il requisito di un approccio integrato e dal basso verso l'alto in materia di strategie di sviluppo regionale. Il sostanziale rafforzamento dei principi di partenariato e della governance multilivello nella nuova politica di coesione e l'inserimento, per la prima volta, del principio della governance multilivello nel regolamento "Disposizioni comuni" (RDC), accanto al principio di partenariato, costituiscono pertanto un grande successo per il Comitato delle regioni. A questo proposito, è motivo di particolare soddisfazione il fatto che sia in corso di elaborazione un codice di condotta europeo in materia di partenariato (CCEP), come atto delegato al regolamento "Disposizioni comuni", malgrado la forte opposizione iniziale del Consiglio. Questo codice di condotta, che sarà adottato successivamente all'entrata in vigore dei regolamenti sui fondi strutturali, guiderà gli Stati membri nell'attuazione dei principi di partenariato e della governance multilivello. Un altro elemento essenziale della nuova politica di coesione è rappresentato dall'introduzione di "contratti di partenariato" nel quadro
5 - 5 - della programmazione strategica per i fondi strutturali. Questi contratti di partenariato, proposti dagli Stati membri e approvati dalla Commissione europea, serviranno da base per i programmi operativi, che vengono elaborati in parallelo da ciascuno Stato membro per ciascun fondo e che presentano le priorità definite dalle autorità nazionali e regionali per il periodo di programmazione. Il CdR accoglie con favore tali contratti di partenariato, che considera come strumenti per rafforzare l'approccio territoriale della politica di coesione. Non dobbiamo tuttavia abbassare la guardia: il lavoro preparatorio sui contratti di partenariato e i programmi operativi è già in corso in molti Stati membri, per assicurare che il nuovo periodo di programmazione possa iniziare in tempo nel gennaio La Commissione europea, potendo adottare formalmente i contratti di partenariato solo dopo l'adozione della base giuridica (ovvero del regolamento "Disposizioni comuni"), sta attualmente lavorando con gli Stati membri all'elaborazione dei contratti di partenariato in modo informale. A questo proposito dobbiamo essere consapevoli che nella temporanea assenza di una base giuridica e del codice di condotta, finché esso non sarà entrato in vigore, è impossibile sapere con certezza se i governi nazionali stiano effettivamente coinvolgendo gli enti locali e regionali nel processo di preparazione in corso, che il Comitato delle regioni continuerà pertanto a monitorare da vicino, lanciando, se necessario, ulteriori iniziative politiche.
6 - 6 - Un altro aspetto di cui siamo particolarmente soddisfatti riguarda la nuova categoria delle regioni in transizione, che consentirà di modulare il sostegno UE in ragione del diverso livello di sviluppo, e di meglio sostenere le regioni uscenti dall'obiettivo Convergenza, come pure le altre regioni con un PIL pro capite compreso tra il 75 % e il 90 % della media dell'ue, attenuando in tal modo gli effetti soglia osservati nel periodo di programmazione attuale. Naturalmente gli sforzi di bilancio saranno mirati alle regioni meno sviluppate, ma il CdR ha messo in guardia contro gli effetti soglia ed ha precisato che anche alle regioni più sviluppate si presentano sfide da raccogliere, soprattutto sotto il profilo della politica sociale. Questa nuova disposizione risulterà vantaggiosa anche per le città che si trovano in queste regioni in transizione. Ultimo punto, ma non per questo meno importante, le città e le regioni beneficeranno anche del fatto che la dimensione territoriale della politica di coesione si è significativamente rafforzata con l'introduzione di nuovi strumenti per la promozione di un approccio più integrato allo sviluppo territoriale - ovvero gli investimenti territoriali integrati (ITI) che permetteranno di elaborare piani di investimento in grado di combinare finanziamenti da diversi assi prioritari e diversi programmi operativi con lo sviluppo locale di tipo partecipativo, consentendo un approccio dal basso alla definizione delle politiche in una determinata regione. Riteniamo in particolare che questi due strumenti, il cui utilizzo dovrebbe essere fortemente incoraggiato, possano rivelarsi indispensabili per favorire il conseguimento degli obiettivi previsti dal quadro strategico comune nonché dall'agenda territoriale 2020.
7 - 7 - A tal proposito, il progetto per lo sviluppo integrato urbano che vede attualmente impegnate decine di comuni toscani, dev'essere assolutamente considerato come un modello da prendere a riferimento, da parte di altre città italiane ed europee, nella fase di implementazione della nuova programmazione per il periodo I nuovi investimenti territoriali integrati dovrebbero risultare particolarmente utili per affrontare le sfide urbane: il 5 % delle risorse del FESR è stato destinato specificamente a queste azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile. Alle città sarà permesso di sviluppare e gestire i propri programmi operativi: l'estensione di una delega alle autorità urbane dovrà essere stabilita dall'autorità di gestione, di concerto con l'autorità urbana. Inoltre, a livello tecnico, verrà messa a punto una rete per sostenere gli scambi e le collaborazioni tra città a proposito di sviluppo urbano. Su questo specifico punto, vale la pena di spendere due parole con riguardo alla natura tecnica (e non politica) di questa piattaforma di dialogo. Noi, come Comitato delle Regioni, ci siamo fortemente battuti affinché questa nuova piattaforma di dialogo non assumesse la forma di un'assemblea politica, ciò che avrebbe determinato un'inutile sovrapposizione con le nostre competenze istituzionali. Signore e signori,
8 - 8 - Per concludere, aggiungerei ancora che il nuovo pacchetto sulla politica di coesione comporterà miglioramenti significativi per le città e le regioni. Il rafforzamento del principio di partenariato e del principio della governance multilivello, il nuovo approccio di programmazione strategica e, in particolare, i nuovi strumenti (come gli investimenti territoriali integrati e lo sviluppo locale di tipo partecipativo), non solo garantiranno che le specificità locali e regionali vengano debitamente prese in considerazione nel processo di programmazione della politica di coesione, ma potranno anche favorire la coesione economica, sociale e territoriale, nonché la competitività e la crescita nelle nostre città e regioni, di cui abbiamo disperatamente bisogno per superare l'attuale crisi economica e sociale. A tal fine, dobbiamo assicurarci che il processo di programmazione sia basato su un approccio territoriale dal basso verso l'alto, solo così infatti potremo garantire che i fondi strutturali rispondano ai bisogni reali di città e regioni, condizione preliminare per il successo della nuova politica di coesione. Grazie per l'attenzione!
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