6 SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN COACH

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Gustavo Davide Calabrese
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6 SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN COACH FARE COACHING O ESSERE COACH? Sono diventato coach attraverso un passaggio intermedio, passando cioè dalla formazione.

1 6 SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN COACH FARE COACHING O ESSERE COACH? Sono diventato coach attraverso un passaggio intermedio, passando cioè dalla formazione. Non nego che sia questa il mio primo amore, a cui dedico la maggior parte del mio tempo professionale. E un passaggio comune a molti coach. Alcuni sono psicologi, altri (soprattutto nel business coaching) hanno alle spalle una grande esperienza di lavoro in azienda, altri vengono dalla consulenza. Questa esperienza può essergli utile soprattutto nella fase iniziale di approccio con il cliente-coachee, ma in ogni caso il coach deve essere preparato sul processo, saper cioè accompagnare una sessione e utilizzare gli strumenti specifici di questa professione. Sento usare spesso il termine faccio il coach va benissimo: anche io faccio sessioni di coaching; l importante è che prima di farle, io mi senta coach. Sto parlando di un livello molto profondo, della tua identità. Chi sei? Qual è il tuo scopo nella vita? Dove fai la differenza? Non puoi improvvisare. Rischieresti di mettere in fila delle tecniche e degli strumenti quando invece, a mio avviso, il primo strumento del coach è il cuore. Essere coach significa esserlo prima di tutto su se stessi, sviluppare un alto livello di consapevolezza personale, saper riconosce le proprie emozioni, assumersi la responsabilità dei propri risultati, delle proprie azioni, della propria comunicazione e agire per realizzare gli obiettivi stabiliti, saper miscelare riflessione e azione, possedere un forte senso etico. Questo è ciò che è alla base dell essere un ottimo coach, oltre allo sviluppare delle competenze e capacità ed acquisire degli strumenti che avremo modo di individuare ed approfondire in questo percorso di studio e lavoro.

2 SVILUPPARE LA FIDUCIA Considero la Fiducia una delle chiavi per affrontare meglio la vita. La Fiducia è fondamentale anche nel coaching. Essere Coach significa essere coerente e congruente, essere integro. Significa fare quel che dici, rispettare gli impegni e la parola data. Dal punto di vista del coach, la Fiducia è a diversi livelli : 1) fiducia in se stessi: a che livello è la fiducia in te stesso? Quanto credi in te stesso? 2) fiducia del coach nel processo: quanto credi che il coaching sia efficace? 3) fiducia del coach nel coachee, nelle sue risorse e nel suo impegno, nelle sua possibilità di realizzare il suo pieno potenziale e di esprimere a pieno se stesso. a prescindere: ci credi pienamente? LA CHIAMATA AL COACHING Diverse persone mi dicono di voler diventare coach; mi chiedono come fare, cosa fare. La prima cosa che rispondo loro è: Perché? A quale scopo vuoi diventare coach? E una domanda che ora faccio a te Impegnati, cerca di arrivare in fondo non fermarti alla prima risposta Continua con il perché cosa otterrai una volta che sarai coach? E importante scoprire le tue motivazioni. Se lo fai per i soldi, lascia perdere. Non perché non si possa arrivare a guadagnare bene ed essere soddisfatti, ma senza una chiamata interna di sponsorship, non riuscirai a trasmettere al tuo interlocutore tutto il tuo potenziale. I migliori coach sono quelli che sentono dentro la voglia di essere da supporto e sponsor a prescindere, dei propri coachee.

3 IL PRINCIPIO EGOLESS Il principio egoless sottolinea che un coach, nel momento in cui svolge il suo lavoro, deve (provare a) sospendere il suo dialogo interiore ed essere concentrato esclusivamente sul coachee, per ascoltarlo attivamente, per cogliere ogni segnale e ogni congruenza o incongruenza fra i 3 livelli della comunicazione verbale, paraverbale e non verbale - per instaurare un clima aperto e di fiducia in cui il coachee non si senta giudicato e possa sentirsi tranquillo di esprimersi. Questo atteggiamento di piena accoglienza e attenzione nei confronti del coachee presuppone appunto, da parte del coach, un venir meno del suo ego e un costante ascolto attivo. Il coach offre un feedback, è come se fosse uno specchio parlante, è per questo che una delle competenze fondamentali è la capacità di ascoltare attivamente chi hai di fronte. In effetti, pensandoci, non trovate che, mentre gli altri vi parlano, anziché ascoltare per capire davvero, spesso vi preoccupate di preparare la risposta? La vera influenza inizia quando gli altri percepiscono che voi siete influenzati da loro, che avete ascoltato attentamente e sinceramente e che siete aperti alle loro idee. dal libro Le 7 Regole per Avere Successo di Stephen R. Covey Non c è nulla di più apprezzabile che ascoltare veramente o sentirsi veramente ascoltati dal libro Coaching di John Whitmore Attenzione perché dare un feedback non significa giudicare. Il compito del coach non è valutare se ciò che ha detto o fatto il coachee è giusto o sbagliato, bello o brutto, buono o cattivo. Può esserci una completa sospensione del giudizio partendo dal tuo cuore, accogliendo totalmente la persona ed accogliere non significa essere d accordo.

4 ESSERE UN COACH RESPONSABILE La RESPONS-ABILITA è la capacità di scegliere come rispondere (dal latino responso ) a ciò che accade. Puoi scegliere in ogni momento quale risposta dare agli eventi intorno a te. Assumerti la responsabilità come coach significa assumerti la responsabilità del processo. In formazione spesso sento dei trainer dire: è stata un aula difficile oppure quel corsista è proprio difficile o ancora non hanno voglia di starmi a sentire. Facile, comodo. E uno scarico di responsabilità. Questi trainer non lavorano con me. La mia risposta è: E tu cosa hai fatto per? oppure E tu cosa puoi fare per? quale strategia conosci per risolvere questa situazione?. Idem nel Coaching, per assurdo non esistono clienti difficili, ma coach preparati (o meno) a rispondere a ciò che accade. Assumersi la respons-abilità delle proprie azioni, dei propri comportamenti e risultati significa guardarsi allo specchio prima di guardare fuori dalla finestra. Può capitare di renderti conto di non poter offrire un valido supporto alla persona che hai di fronte, la tua respons-abilità è quella di non scaricare su di lei questa cosa, non è lei che non va bene per te, sei tu che non puoi offrirle il supporto più efficace in quel momento e in quella situazione. Sei anche respons-abile del processo. Se dopo 1 o 2 sessioni la persona non ha fatto neanche un passo verso l obiettivo stabilito ed è ancora al punto di partenza significa che il tuo lavoro non sta procedendo come dovrebbe, nel processo o magari nella relazione c è qualcosa da rivalutare, da cambiare, migliorare; oppure è il caso di interrompere la relazione, spiegandone i motivi. A questo proposito voglio sottolineare che uno dei principi fondamentali del coaching è quello di non creare dipendenza: il coachee scoprirà tutte le risorse su cui contare per essere indipendente e fare delle scelte responsabili. La persona al termine di un percorso di coaching ha (dovrebbe avere) nella sua cassetta degli attrezzi anche il processo, dovrebbe quasi essere diventata coach di se stessa. Voglio dire che il coaching è un processo rigenerativo, mentre lavora sull obiettivo la persona acquisisce consapevolezza sul processo e sugli strumenti che può riutilizzare anche per altre situazioni, scelte, aree della sua vita, obiettivi. IL MERCATO DEL COACHING Nel quadro generale del coaching ritengo importante un accenno alla situazione del mercato sia per quanto riguarda il business coaching sia per il life coaching. Negli ultimi anni, le medie e grandi aziende (soprattutto multinazionali, ma non solo) hanno avviato programmi di coaching riconoscendo in questo approccio una valida metodologia per la crescita e lo sviluppo personale e professionale, avvalendosi della collaborazione di coach esterni (liberi professionisti o aziende come la Max Formisano Training ) e formando alcune persone interne (soprattutto manager e responsabili di gruppi di lavoro) che potessero applicare il coaching per far crescere e sviluppare le competenze delle loro persone. Anche una (piccola) parte delle piccole aziende, che sono la stragrande maggioranza del mercato italiano, si interessa al Coaching, seppur con più resistenze (culturali) e meno disponibilità economica per sostenerne l investimento. Contemporaneamente allo sviluppo del business-coaching si sta affermando anche il life-coaching cioè il coaching individuale rivolto alla persona, in cui l argomento, il contenuto della conversazione fra coach e coachee, può toccare varie aree e argomenti. Avremo modo di vedere che può abbracciare sia la sfera lavorativa, sia la sfera privata. Alcune volte il macro-obiettivo potrebbe essere proprio creare un equilibrio fra le due aree. La maggior parte delle richieste che mi arrivano riguardano coaching per migliorare l autostima e la propria forza interiore. Nel life coaching sono convinto che, nei prossimi anni, ci saranno sempre più opportunità e possibilità di lavoro.

5 Ci saranno, ma solo per quei coach che: si atterranno ai principi etici e al codice deontologico della professione; faranno questa professione con il cuore, con la testa e con motivazioni profonde; saranno consapevoli di chi sono, di cosa è importante per loro, delle loro convinzioni e delle loro emozioni, delle loro aree di forza e di debolezza ; continueranno ad aggiornarsi e a sviluppare le loro competenze; ascolteranno attivamente chi hanno di fronte, provando a sospendere il giudizio; si assumeranno la responsabilità del processo.

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