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1 dalla legge 328 ai Piani sociali di zona

2 modelli di welfare Le politiche per l'assistenza evidenziano le proprie differenze in virtù del modello politico, sociale e culturale che le sottende. Il modello socialdemocratico (Finlandia, Danimarca e Svezia): livelli più alti di protezione sociale, le politiche attive sul lavoro sono molto incisive, i sussidi per la disoccupazione sono interrelati in una dinamica di diritti e doveri dei destinatari, i servizi sono universalistici e finalizzati allo sviluppo di un'uguaglianza sostanziale; Il modello corporativo (Austria, Belgio, Francia, Germania e Lussemburgo): le prestazioni sociali sono strettamente collegate alla posizione lavorativa, si prevedono coperture soprattutto per i rischi d'invalidità, malattia, disoccupazione e vecchiaia. Non ha carattere universale e gli esclusi dal mercato del lavoro hanno forti limitazioni nell accesso ai sistemi di protezione sociale; Il modello liberale (Irlanda e Regno Unito): ha come cardine principale la riduzione della povertà, l ampliamento dell inclusione e il contenimento dei fenomeni di emarginazione sociale, di conseguenza è caratterizzato da rilevanti programmi di assistenza sociale e sussidi, subordinati al meanstesting (sistema di valutazione dei mezzi); Il modello mediterraneo (Grecia, Italia, Spagna e Portogallo): ruolo di ammortizzatore sociale è attribuito alla famiglia, cui spesso è delegata gran parte del lavoro di cura. M. Sibilla (2008), Sistemi comparati di welfare, FrancoAngeli, Milano

3 la legislazione in materia di politiche sociali Nel 1890 la legge Crispi sancisce il carattere pubblico e istituzionale dell assistenza. Agli inizi del 900 si affermò un approccio basato sui grandi Enti d'assistenza nazionali. Il sistema era fondato su un sistema che favoriva l istituzionalizzazione. A partire dal dopo guerra inizia a essere riferimento sostanziale la Costituzione italiana: art. 38 l assistenza diviene un diritto di cittadinanza, un diritto soggettivo del cittadino non in condizione di provvedere a se e alla sua famiglia; artt. 30 e 31 sulla tutela della maternità e sulla tutela giuridica del minore nato fuori del matrimonio; art. 32 per la tutela della salute; art. 34 sull assistenza scolastica. Altri momenti fondamentali furono: Statuto dei lavoratori istituito con la l. 300/70; tutela delle lavoratrici madri con la l. 1204/71; l. 1044/71 sull istituzione degli asili nido pubblici; l. 180//8 sulla riforma della psichiatria e sulla chiusura dei manicomi; l. 833/78 istituzione del Servizio Sanitario. F. Alvaro, M. Rebonato (2007), Farsi caricio prendersi cura,, Armando Editore, Roma

4 legge per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali La L. 328/2000 è finalizzata a garantire alle persone e alla famiglia interventi per il miglioramento della qualità della vita, per lo sviluppo, per i diritti di cittadinanza, di rimozione delle insufficienze reddituali, di contrasto al disagio individuale e familiare,facendo della prospettiva di governance l approccio per la programmazione e la gestione dei servizi alla persona, riconoscendo ai soggetti sociali, al Terzo settore, un ruolo da co-protagonisti,, insieme agli Enti Locali, cui viene riconosciuto un ruolo fondamentale in virtù di un decentramento sempre più forte. l art.4 dispone: Gli enti locali, le regioni e lo Stato, nell'ambito delle rispettive competenze, riconoscono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale operanti nel settore nella programmazione, nella organizzazione e nella gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ; l art 5 dispone: Alla gestione ed all'offerta dei servizi provvedono soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, organismi non lucrativi di utilità sociale,... Il sistema integrato d'interventi e servizi sociali ha tra gli scopi anche la promozione della solidarietà sociale, con la valorizzazione delle iniziative delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di autoaiuto e di reciprocità e della solidarietà organizzata.

5 sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali dalla legge 328 ai Piani sociali di zona CAPO I Disposizioni generali (artt.1-8) Contiene il riferimento ai principi generali ed ai valori. La finalità della legge, gli obiettivi e i criteri organizzativi. Riconoscendo la centralità della persona, quale prima destinataria della dei servizi. CAPO II Politiche del sistema integrato (artt.9-19) Individua i settori di intervento : minori, persone con disabilità, anziani, immigrati, persone vittime vittima di violenza, persone dimesse dagli o.p.g., senza dimora, dipendenze, inserimento lavorativo, diritto all'abitare e rigenerazione urbana. CAPO III Interventi e servizi del sistema integrato ( artt.20-30) Individua i servizi e gli interventi: segretariato sociale. servizio sociale professionale, assistenza domiciliare, le strutture residenziali e semiresidenziali, servi mensa e accoglienza notturna, etc. CAPO IV Soggetti del sistema integrato (artt ) Individua i soggetti istituzionali e le loro competenze CAPO V Organizzazione del sistema integrato locale (artt ) Individua nel distretto socio-sanitario,la dimensione ottimale per l'organizzazione e la gestione unitaria delle funzioni socio-assistenziali e sociosanitarie: costituzione dell'organismo di indirizzo e programmazione di distretto e dell'ufficio di piano

6 sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali dalla legge 328 ai Piani sociali di zona CAPO VI Programmazione regionale e locale (artt ) Individua gli strumenti di programmazione: Piano sociale regionale e Piano sociale di zona CAPO VII Disposizioni per l'integrazione socio-sanitaria ( artt ). Contiene norme per garantire il coordinamento e l'integrazione tra le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale a carico delle ASL e le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria in capo ai comuni. CAPO VIII Strumenti per la qualità del sistema integrato (artt.54-61) Carta dei diritti di cittadinanza, carta dei servizi sociali, formazione e aggiornamento professionale, istituzione ufficio di tutela e garanzia dei diritti degli utenti, Osservatorio povertà. CAPO IX Risorse e finanziamento del sistema integrato ( artt.62-64) Il sistema integrato è finanziato dai comuni con il concorso delle risorse regionali in via sussidiaria e perequativa. CAPO X Disposizioni finali

7 disposizioni generali Preambolo La Regione Lazio, per la definizione e la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, si ispira ai principi ed ai valori contenuti nella Costituzione, nella Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, nella Convenzione ONU sui diritti dell infanzia, nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità nella legge n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e nello Statuto regionale, con particolare riguardo al rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e agli obiettivi della strategia Europa 2020 sull inclusione sociale. La Regione Lazio promuove e garantisce i diritti di cittadinanza sociale, la qualità della vita delle persone e delle comunità, l autonomia individuale, la coesione sociale, l'eliminazione e la riduzione delle condizioni di disagio e di esclusione, richiamandosi ai valori di uguaglianza, solidarietà, fraternità e non discriminazione. Norma finale: criterio attuativo e di interpretazione Il benessere e lo sviluppo della persona, sia come singolo che nelle formazioni sociali in cui si aggrega, in particolare famiglia e comunità sociali, quale unica destinataria degli interventi e dei servizi sociali è non solo la finalità ma anche unico criterio di attuazione e di interpretazione della presente legge e di tutti gli istituti contemplati

8 le finalità della legge La Regione Lazio assume quale punto di riferimento per le proprie politiche sociali, la centralità della persona, sia come singola, sia inserita nella comunità, sia nelle formazioni sociali in cui realizza la propria personalità, al fine di: promuoverne la dignità; favorirne il benessere e lo sviluppo psicofisici; promuoverne la realizzazione dei progetti di vita; tutelarne l inclusione sociale attraverso la soddisfazione dei bisogni e delle necessità; rimuoverne le condizioni di disuguaglianza, discriminazione, di bisogno e di disagio derivanti da limitazioni personali e sociali, da condizioni di non autosufficienza e da difficoltà economiche; garantire e rinforzare il suo inserimento nelle reti sociali e territoriali di appartenenza.

9 gli obiettivi Il sistema integrato persegue i prioritari obiettivi: - rispetto della dignità della persona, della sua riservatezza e del suo diritto di scelta; - riconoscimento della centralità della persona quale prima destinataria degli interventi e dei servizi e del ruolo della famiglia ; - contrasto della povertà e al sostegno del reddito; - mantenimento a domicilio delle persone anziane, delle persone disabili e di quelle con disagio psichico - tutela dei minori in situazioni di disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di origine e l inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare; - promozione dell integrazione sociale nelle politiche; - integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, delle persone con disagio psichico e di tutte le persone in condizione di svantaggio; - contrasto di tutte le forme di dipendenza; - soddisfacimento delle esigenze di tutela residenziale per coloro che non possono più permanere nel proprio domicilio; - informazione e consulenza diffuse per favorire la fruizione delle opportunità di accesso ai servizi per le persone, le famiglie e le formazioni sociali;

10 gli obiettivi - valorizzazione del ruolo della famiglia, quale nucleo fondamentale delle comunità locali; - realizzazione di interventi e servizi orientati ai bisogni ed al benessere psicologico e sociale dei singoli, delle famiglie, dei gruppi sociali e delle comunità volti ad assicurare pari opportunità, inclusione sociale e promozione della differenza di genere; - promozione di interventi volti a sostenere la vita indipendente; - protezione e tutela giuridica dei soggetti incapaci di provvedere a se stessi quando mancano o non intervengono coloro cui la legge attribuisce tale compito; - promozione dei doveri di solidarietà sociale ; promozione della convivenza e della coesione sociale; - prevenzione e rimozione delle situazioni e condizioni di conflitto familiare e di marginalità sociale, specie nei casi di minori sottoposti a procedimento penale minorile, anche a mezzo attività e sensibilizzazione allo sviluppo della mediazione familiare e mediazione penale minorile ed attraverso percorsi formativi di educazione alla legalità ed alla gestione della conflittualità.

11 politiche del sistema integrato Il sistema integrato di interventi e servizi sociali è il complesso di prestazioni sociali in favore della persona. Il sistema integrato ha carattere di universalità, si fonda sui principi di cooperazione e promozione della cittadinanza sociale ed opera per assicurare il pieno rispetto dei diritti ed il sostegno della responsabilità delle persone, delle famiglie e delle formazioni sociali. Il sistema integrato regolamenta le attività relative alla predisposizione ed erogazione di interventi e servizi sociali.

12 politiche in favore della famiglia e delle persone in minore età Le politiche in favore della famiglia sono perseguite attraverso interventi e servizi riguardanti: - il sostegno e l assistenza alla genitorialità; - l educazione alla maternità ed alla paternità responsabili, nonché l assistenza alla maternità nelle sue diverse fasi; - il sostegno alle famiglie in condizioni di disagio socioeconomico; - il sostegno nei casi di abusi e maltrattamenti all interno e al di fuori del nucleo familiare; - la consulenza e la mediazione familiare; - il sostegno ed il sollievo per le famiglie che si fanno carico dei percorsi di cura e di assistenza di persone con disabilità o non autosufficienti, e di minori in affidamento;

13 politiche in favore della famiglia e delle persone in minore età Le politiche in favore dei minori sono perseguite attraverso interventi e servizi riguardanti: - il diritto allo studio, al fine di favorire il superamento delle limitazioni derivanti da condizioni di disagio economico e disabilità, ivi comprese le attività finalizzate alla prevenzione ed al recupero degli abbandoni e della dispersione scolastica dei minori; - la promozione dell affidamento temporaneo a famiglie o a strutture di tipo familiare o comunitario; -i percorsi di adozione nazionale ed internazionale. -il sostegno psicologico per la persona minori di età, vittime di violenza o di maltrattamenti, diretti o indiretti;

14 politiche per le persone con disabilità e disagio psichico Le politiche in favore delle persone disabili sono perseguite prioritariamente attraverso interventi e servizi riguardanti: - percorsi tendenti a rimuovere ogni forma di emarginazione sociale,assistenza personale, sia attraverso organismi accreditati sia mediante finanziamenti diretti ai beneficiari - realizzazione di reti di sostegno e di strutture residenziali di tipo familiare; - laboratori sociali integrati con altre forme di socializzazione disponibili nel territorio, per lo sviluppo dell autonomia e l inclusione sociale della persona; - i percorsi tendenti a promuovere la vita indipendente e ad acquisire la massima autonomia possibile, - costituzione di gruppi di auto-mutuo-aiuto e di reti territoriali per il sostegno e lo sviluppo dell associazionismo familiare.

15 politiche in favore delle persone anziane Le politiche in favore delle persone anziane sono perseguite attraverso interventi e servizi riguardanti: - la socializzazione, l assistenza domiciliare e le dimissioni protette attivando forme di integrazione sociosanitaria, in raccordo con strutture socioassistenziali e sociosanitarie; - il sostegno economico per le persone anziane non autosufficienti e per le loro famiglie per il mantenimento nel loro domicilio e promozione di forme residenziali alternative di tipo familiare; - la protezione e la tutela per le persone anziane sole, attraverso l'affido a singoli o a famiglie ovvero la realizzazione di strutture residenziali; - la promozione delle attività che facilitano l invecchiamento attivo.

16 politiche in favore delle persone vittime di violenza e maltrattamenti Le politiche in favore delle persone vittime di violenza e maltrattamenti sono perseguite attraverso interventi e servizi riguardanti: - il sostegno materiale, psicologico, legale ed abitativo di emergenza, la realizzazione di strutture residenziali e centri servizi a favore delle donne, anche con figli minori, vittime di violenza; - le misure di sostegno alle persone che si sottraggono alla violenza ed ai condizionamenti di soggetti dediti al traffico di persone a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo ed alla riduzione in schiavitù o in servitù; - misure per prevenire e contrastare la violenza contro le donne; - l accoglienza, la cura e la riabilitazione fisica e psicologica degli stranieri immigrati e dei rifugiati che hanno subito tortura e violenza intenzionale durante il loro percorso di migrazione o di fuga.

17 politiche per la prevenzione e trattamento delle dipendenze Il sistema integrato, nell ambito delle politiche per la prevenzione e il recupero delle persone con problemi di dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti o psicotrope promuove: - le attività dirette a rimuovere le cause psicologiche e sociali delle dipendenze; - le forme di sostegno e di accompagnamento ai soggetti dipendenti e alle loro famiglie, favorendo iniziative di auto-mutuo- aiuto, di incontro, socializzazione ed elaborazione delle reciproche esperienze; - le azioni finalizzate all accoglienza, alla riduzione dei rischi e dei danni, al reinserimento sociale, abitativo e lavorativo delle persone dipendenti da alcool, sostanze stupefacenti o psicotrope, anche sottoposte a provvedimenti penali o a misure alternative alla detenzione; - il sostegno e la valorizzazione delle attività residenziali; - la sperimentazione di modalità di intervento innovative

18 politiche per le persone sottoposte a provvedimenti penali e per le persone dimesse dagli ospedali psichiatrici Il sistema integrato sostiene le persone detenute e in regime di semilibertà e promuove servizi ed interventi volti in particolare a: - migliorare le condizioni di vita nelle carceri, con particolare riguardo alle madri con figli minori; - sostenere l accoglienza ed il reinserimento sociale, abitativo e lavorativo delle persone soggette a misure alternative alla detenzione; - sostenere i diritti delle persone detenute.

19 politiche per le persone sottoposte a provvedimenti penali e per le persone dimesse dagli ospedali psichiatrici Il sistema integrato attiva servizi ed interventi in favore delle persone dimesse dagli ospedali psichiatrici giudiziari volti in particolare: - all inserimento sociale, abitativo e lavorativo accompagnato da specifici corsi di formazione o di qualificazione professionale e sostenuto da attività di tutoraggio; - alla tutela dei diritti della persona, con particolare riferimento al diritto alle cure; - al sostegno delle attività di recupero e inclusione sociale, percorsi di formazione e tutoraggio alle famiglie disposte a riaccogliere familiari dimessi dalle strutture.

20 Distretto sociosanitario organizzazione del sistema integrato sociale dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Il distretto sociosanitario costituisce l ambito territoriale ottimale all interno del quale i comuni esercitano in forma associata e le funzioni di indirizzo e programmazione dei servizi e degli interventi gestiti dai comuni in forma associata a livello di distretto sociosanitario sono svolte: - dal comitato composto dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle unioni aderenti alla convenzione, in caso di utilizzazione della forma associativa; - dagli organi dell unione secondo quanto stabilito dallo Statuto dell unione stessa; - dai consorzi. Tali organismi: - stabiliscono gli indirizzi e le direttive per il conseguimento delle finalità connesse con l organizzazione e la gestione locale del sistema integrato; - approvano il piano sociale di zona e ne verificano l attuazione; - coinvolgono, nell ambito dei processi di programmazione le organizzazioni del terzo settore, le organizzazioni sindacali e gli altri soggetti che concorrono alla realizzazione del sistema integrato presenti sul territorio, per la formulazione di pareri e proposte; - istituiscono l ufficio di piano, individuando il personale e le risorse necessarie per il suo finanziamento;

21 Piano sociale regionale programmazione del sistema integrato sociale dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Il piano sociale regionale definisce la programmazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato e individua in particolare: - gli obiettivi di benessere sociale da perseguire in relazione agli stati di bisogno ed ai fattori di rischio sociale da contrastare, in coerenza con la programmazione sanitaria regionale per quanto concerne gli obiettivi da realizzare attraverso prestazioni sociosanitarie integrate; - le tipologie dei servizi e degli interventi che costituiscono i livelli essenziali di prestazioni da assicurare in modo omogeneo sul territorio; - le modalità di verifica dei risultati, di erogazione delle prestazioni sociali,di raccordo fra la programmazione regionale e quella locale e le modalità per la formulazione dei piani sociali di zona;

22 Piano sociale regionale programmazione del sistema integrato sociale dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Il piano sociale regionale definisce la programmazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato e individua in particolare: - l entità e le modalità di finanziamento del sistema integrato; - i criteri per la sperimentazione di servizi e interventi volti a rispondere a nuovi bisogni sociali; - il fabbisogno di strutture residenziali e semiresidenziali ; - le modalità per il coordinamento e l'integrazione dei servizi socio-assistenziali con quelli sanitari ed educativoscolastici; - le esigenze di formazione, riqualificazione ed aggiornamento degli operatori; - le modalità per la programmazione partecipata.

23 programmazione del sistema integrato sociale dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Piano sociale di zona Il piano sociale di zona è lo strumento di programmazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato locale da realizzare nell ambito del distretto sociosanitario,, definisce in particolare: - gli obiettivi strategici e le priorità di intervento; - la programmazione e il coordinamento dei servizi e degli interventi del sistema integrato; - gli indirizzi per l organizzazione e la gestione coordinata e integrata nell ambito del distretto sociosanitario delle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, a carico dei comuni, con le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, a carico della ASL, d intesa con la ASL; - le risorse finanziarie e la relativa ripartizione degli oneri); - le modalità per realizzare il coordinamento con gli enti che gestiscono i servizi territoriali; - le modalità e gli strumenti per il monitoraggio sullo stato dei bisogni e del sistema locale dei servizi; - i criteri per la valutazione di impatto della programmazione effettuata a livello locale; - le forme e le modalità di partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi. Il piano sociale di zona è approvato dagli organismi di indirizzo e programmazione. Le organizzazioni sindacali e le organismi del terzo settore sono obbligatoriamente coinvolti nell elaborazione del piano di zona..

24 il piano sociale dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Il Piano Sociale è lo strumento con cui l amministrazione comunale s'impegna nella programmazione, nella progettazione e nella realizzazione del sistema cittadino dei servizi e degli interventi sociali. Esso rappresenta lo strumento con cui leggere i bisogni, le domande sociali, l'emergere di nuovi diritti sociali ed è uno strumento teso a definire standard d'intervento fondati su processi omogenei nei diversi quartieri della città con un profilo d'integrazione tra le diverse azioni sociali. Il Piano Sociale è uno strumento finalizzato all individuazione di diritti sociali esigibili per la sviluppo dell autonomia personale. Si propone così un modello organizzativo caratterizzato da un approccio locale all intero sistema di welfare urbano, individuando gli attori, le forme del processo di concertazione, i meccanismi dell assetto organizzativo, le fasi processuali e la tempistica. Attivando processi di deliberazione decisionali pubblici. L'affermazione della centralità del cittadino e della comunità sociale, come ruoli attivi nella programmazione e nella partecipazione alla costruzione del sistema dei servizi, è proprio del passaggio da un welfare state a un welfare community. M. Paci (2005),Nuovi lavori, nuovo welfare. Sicurezza e libertà nella società attiva, Il Mulino, Bologna

25 le linee guida dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Gli obiettivi operativi da conseguire nei piani di Zona 2014 sono: - Il consolidamento degli obiettivi adottati per il 2013; - Il Piano di Zona come strumento primario di attuazione della rete dei servizi sociali e di integrazione sociosanitaria; - La trasformazione dei progetti annuali contenuti nei Piani di Zona in servizi sociali essenziali (art. 22 L. n. 328/2000) distrettuali permanenti. Il Piano Sociale di Zona Il Piano Sociale di Zona è lo strumento di programmazione locale degli interventi e dei servizi socio-assistenziali degli ambiti territoriali individuati si tratta di comprendere in un unico documento programmatico: il Piano Sociale di Zona tutte le misure attivate a livello distrettuale a valere sulle risorse trasferite dalla Regione ai distretti socio-sanitari e al contempo di evidenziare le ulteriori risorse di cui beneficiano i distretti e quelle dai singoli Comuni a valere sui propri bilanci. Il nuovo documento si articola in più misure, ciascuna dotata di un proprio autonomo budget, che i distretti programmeranno in maniera coordinata e contemporanea.

26 Piano sociale di zona Budget complessivo del distretto Analisi del bisogno socio assistenziale e socio sanitario MISURA 1 Servizi essenziali (ex PdZ) MISURA 2 Servizi essenziali piccoli comuni MISURA 3 Non auto sufficienza MISURA 4 Famiglia e minori MISURA 5 Contrasto alla dipendenza MISURA 6 Inclusione sociale MISURA 7 Spese sociali a valere sulle spese comunali

27 Misura 1 & Misura 2 MISURA 1 Servizi essenziali (ex PdZ) 1.1 Altri servizi 1.2 Ufficio di Piano 1.3 Insieme dopo di noi MISURA 2 Servizi essenziali piccoli comuni

28 Misura 3 MISURA 3 Non auto sufficienza 3.1 Interventi legge 20/ Interventi a favore di soggetti affetti da SLA 3.3 Interventi a favore di soggetti affetti da Alzheimer 3.4 Interventi per soggetti affetti da patologie degenerative

29 Misura 4 & Misura 5 MISURA 4 Famiglia e minori 4.1 Affidamento familiare 4.2 Sostegno agli oneri relativi ai minori inseriti in strutture 4.3 Interventi per minori MISURA 5 Contrasto alla dipendenza

30 Misura 6 & Misura 7 MISURA 6 Inclusione sociale 6.1 Contrasto alla povertà 6.2 Contrasto al disagio abitativo 6.3 Provvidenze disagiati psichici MISURA 7 Spese sociali a valere sulle spese comunali

31 programmazione e gestione dei piani di zona Per la programmazione e la gestione dei servizi all interno dei bacini distrettuali, gli enti locali devono adottare il metodo della pianificazione di Zona. Il Piano di Zona, è lo strumento fondamentale attraverso cui i Comuni del distretto associati tra di loro e di intesa con la ASL, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, possono disegnare il sistema integrato di interventi e servizi sociali con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti operativi e alle risorse da attivare. Il coordinamento tra i Comuni associati e la ASL competente per territorio è una condizione essenziale per assicurare la corrispondenza del Piano di Zona alle effettive esigenze del territorio. I Comuni devono pertanto prevedere modalità di consultazione e partecipazione attiva dei soggetti sociali esplicitandole con: - Documenti relativi alla nuova programmazione: - Accordo di programma vigente - Verbali Tavoli tecnici - Verbali Tavoli tematici - Verbale concertazione con le OO.SS. - Verbale consultazione con il Terzo Settore - Deliberazione di approvazione del Piano da parte del Comitato Istituzionale - Scheda economico-finanziaria - Presentazione di un unico documento contenente le schede di tutte le misure.

32 Ufficio di piano dalla legge 328 ai Piani sociali di zona organizzazione del sistema integrato locale I comuni del distretto sociosanitario si dotano di un ufficio tecnico-amministrativo, denominato ufficio di piano, con funzioni propositive nei confronti e di organizzazione e gestione dei servizi erogati a livello distrettuale. L ufficio di piano provvede in particolare a: - predisporre, la proposta di piano di zona di cui all articolo 46 e curarne l attuazione; - gestire le risorse finanziarie per l attuazione del piano di zona e l erogazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato locale a livello distrettuale; - curare i rapporti con l ASL territorialmente competente per l integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari; - curare i rapporti con le strutture della Regione competenti in materia di politiche sociali; - curare i rapporti con i soggetti, pubblici e privati, operanti nel distretto in ambito sociale e con gli organismi del terzo settore; - organizzare la raccolta sistematica e l analisi dei dati e delle informazioni, con particolare riferimento ai servizi presenti sul territorio e dei bisogni sociali emergenti, anche al fine dell implementazione del sistema informativo dei servizi sociali.

33 ufficio di piano Ha una funzione propulsiva e di coordinamento indispensabile al funzionamento del sistema. Esso provvede a: - predisporre, la proposta di Piano Sociale di Zona da sottoporre all organo politico della gestione associata sulla base degli indirizzi da esso formulati, e curarne l attuazione; - gestire le risorse finanziarie per l attuazione del Piano Sociale di Zona e l erogazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato locale a livello distrettuale, esercitare le attività di controllo e vigilanza sui servizi; - curare i rapporti con l ASL, curare i rapporti con le strutture della Regione competenti in materia di politiche sociali, curare i rapporti con i soggetti, pubblici e privati, operanti nel distretto in ambito sociale e con gli organismi del terzo settore; - organizzare la raccolta sistematica e l analisi dei dati e delle informazioni, con particolare riferimento ai servizi presenti sul territorio e dei bisogni sociali emergenti, anche al fine dell implementazione del sistema informativo dei servizi sociali; Le funzioni svolte dagli Uffici di Piano rientrano tra quelle fondamentali che gli enti locali debbono garantire per le proprie competenze in forma associata.

34 sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Le Regioni devono varare norme e criteri per il territorio regionale predisponendo i piani regionali, integrandoli con i piani sanitari, della formazione, del lavoro e dell'istruzione. Le regioni, inoltre, devono disciplinare i rapporti tra gli enti e il terzo settore, al quale si riconosce un ruolo fondamentale nella gestione dei servizi alla persona. Un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati operanti nel sociale, più efficiente ed efficacie sotto il profilo programmatorio, organizzativo e gestionale. Un sistema di governance, nel quale accanto alla regolazione pubblica, convive la co-progettazione e condivisione della responsabilità tra soggetti pubblici e del privato sociale. La proposta di legge individua due priorità: Processo di integrazione del sistema dei servizi sociali, individuando gli obiettivi strategici dell'intero sistema locale e di programmare le risorse che il sistema stesso è in grado di mettere di mettere in campo. Processo di integrazione socio-sanitaria, mai decollato sia per la difficoltà dei distretti nell'acquisire un ruolo strategico nel sistema sanitario regionale, sia per la mancata creazione di reti distrettuali.

35 interventi e servizi del sistema integrato Livelli essenziali delle prestazioni sociali Il sistema integrato garantisce l erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali previsti dallo Stato ai sensi dell articolo 117 della Costituzione. La Regione e gli enti locali assicurano alle persone e alle famiglie: - il servizio sociale professionale; - il segretariato sociale per favorire l accesso ai servizi, mediante l'informazione e la consulenza ai cittadini; - il pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza; - il servizio di assistenza domiciliare per soggetti e nuclei familiari con fragilità sociali e, ove necessario, con le prestazioni di cura sociali e sanitarie integrate; - le strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali; - interventi comunitari per accrescere il senso di appartenenza territoriale, per la coesione sociale, per la mediazione dei conflitti, per la cultura della legalità e del dialogo per tutte le categorie sociali.

36 interventi e servizi del sistema integrato dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Servizio di segretariato sociale Il servizio di segretariato sociale è finalizzato a favorire l accesso della persona ai servizi del sistema integrato ed in particolare: - fornisce adeguate informazioni sulle modalità d accesso; - effettua una prima valutazione dei bisogni della persona ai fini della presa in carico; - segnala le situazioni complesse al punto unico di accesso. Servizio sociale professionale Il servizio sociale professionale è finalizzato alla valutazione dei bisogni della persona o ed alla sua effettiva presa in carico. Il servizio sociale professionale, in particolare, garantisce: - la definizione per ogni persona presa in carico del piano personalizzato; - la valutazione multidimensionale dei bisogni della persona, in presenza di bisogni complessi che richiedono l intervento di diversi servizi ed operatori; - il coordinamento e l integrazione delle prestazioni socioassistenziali con le prestazioni sanitarie e con le altre prestazioni erogate a livello territoriale; - la continuità assistenziale e l individuazione di un soggetto responsabile dell attuazione del piano personalizzato.

37 interventi e servizi del sistema integrato dalla legge 328 ai Piani sociali di zona Assistenza economica e assegni di cura Servizio di assistenza domiciliare Servizio di mensa sociale e di accoglienza notturna Centro diurno e centro anziani Servizi per la vacanza Servizio di emergenza e pronto intervento assistenziale Strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale

38 integrazione socio sanitaria Integrazione sociosanitaria Sono prestazioni sociosanitarie tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione. Le prestazioni sociosanitarie si distinguono in: - prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, cioè le attività finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativo invalidanti di patologie congenite e acquisite; - prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, cioè tutte le attività del sistema sociale che hanno l obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute; - prestazioni socio sanitarie ad elevata integrazione sanitaria. caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria e attengono prevalentemente alle aree: materno infantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche, dipendenza da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie in fase terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronicodegenerative.

39 integrazione socio sanitaria Punto unico di accesso alle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie Al fine di favorire la fruizione da parte degli utenti dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari erogati nell ambito del distretto, i comuni e le ASL istituiscono in ogni ambito territoriale ottimale il PUA (punto unico di accesso). Sono funzioni specifiche del PUA: - orientare le persone e le famiglie sui diritti alle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie e sulle modalità per accedere ad esse; - agevolare l accesso unitario alle prestazioni,favorendo l integrazione tra i servizi sociali e quelli sanitari; - avviare la presa in carico, mediante una prevalutazione integrata sociosanitaria funzionale all identificazione dei percorsi sanitari, sociosanitari o sociali appropriati; - segnalare le situazioni connesse con bisogni sociosanitari complessi per l attivazione della valutazione multidimensionale e della presa in carico integrata;

40 integrazione socio sanitaria Presa in carico integrata della persona Il piano personalizzato, in presenza di bisogni complessi della persona che richiedono l intervento di diversi servizi ed operatori sia sociali sia sanitari, è predisposto da apposita unità valutativa multidisciplinare, attivata dal punto unico di accesso in base ad una valutazione multidimensionale della situazione della persona, tenendo conto della natura del bisogno, della complessità, dell intensità e della durata dell intervento assistenziale. Il piano personalizzato individua gli interventi integrati di tipo sociale e sanitario, le figure professionali ad essi preposti, un responsabile del caso preposto al loro coordinamento, le modalità e i tempi di attuazione, nonché i relativi costi e la loro ripartizione tra ASL e comuni.

41 le dinamiche di esclusione sociale della povertà Il modello di protezione sociale: essenzialmente legato alla copertura della disoccupazione, al sostegno dei costi per i figli e del lavoro famigliare, alla modalità di erogazione delle pensioni di vecchiaia; L esistenza o meno di criteri di universalità delle politiche sociali e dall esistenza di categorizzazioni che includono i meritevoli nelle dinamiche assistenziali; Modelli di misurazione della povertà questione questa che trova criteri notevolmente differenti nei vari paesi europei e che rappresenta il nucleo centrale per lo sviluppo delle politiche di welfare. C. Saraceno (2002), Le dinamiche assistenziali in Italia, il Mulino, Bologna

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