Economia Aziendale. Modelli e misure: il bilancio. Lezione 15 Le analisi di bilancio. La riclassificazione di bilancio
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1 Economia Aziendale Modelli e misure: il bilancio Lezione 15 Le analisi di bilancio Prof. Paolo Di Marco La riclassificazione di bilancio La riclassificazione è certamente la modalità più corretta per poter interpretare un bilancio in chiave di confronto sia storico che competitivo tra aziende dello stesso settore. Dal bilancio possiamo analizzare 3 aspetti della gestione, l aspetto economico (C.E.), l aspetto finanziario (S.P. + C.E.), l aspetto patrimoniale (S.P.) dai quali si può desumere la situazione d equilibrio aziendale equilibrio economico: capacità di produrre reddito e cioè capacità di remunerare tutti i fattori produttivi, compreso il capitale di rischio equilibrio finanziario: capacità di far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni equilibrio patrimoniale: capacità di conservare e migliorare il capitale d azienda Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/2 1
2 La riclassificazione dello SP Lo scopo è quello di illustrare da una parte la struttura degli Investimenti (o Impieghi di risorse) e dall altra la struttura delle Fonti di finanziamento utilizzate a copertura del fabbisogno determinato dagli investimenti effettuati. Gli Impieghi manifestano una richiesta di mezzi finanziari Le Fonti, la capacità di procurare mezzi finanziari Gli elementi dell attivo (impieghi) rendono la capacità di generare flussi monetari (liquidità) Gli elementi del passivo (fonti) si classificano in base alla capacità di procurare flussi monetari (esigibilità) Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/3 La riclassificazione dello SP II Per riclassificare uno stato patrimoniale è necessario, innanzi tutto, procedere ad uno Spostamento delle voci fuori posto : Considerando gli schemi di bilancio gestionale spesso può accadere di avere delle poste rettificative nel passivo dello SP. Il principio è quello di conglobare nel passivo solo le voci che sono fonti di finanziamento e nell attivo solo le voci che sono impieghi. Otteniamo così 2 sezioni dello SP con valori omogenei STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO IMPIEGHI FONTI CAPITALE INVESTITO CAPITALE DI FINANZIAMENTO (FABBISOGNO FINANZIARIO) (COPERTURA DEL FABBISOGNO FIN.) Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/4 2
3 La riclassificazione dello SP III Esempio Attività Passività Immobili 500 Capitale sociale Impianti e macchinari Riserva legale 200 Brevetti industriali 100 Riserva statutaria 400 Mobili 200 Fondi ammortamento Materie prime e prodotti Fondo svalut. crediti 100 Crediti clienti Debiti fornit. 900 Crediti vs banche 600 Debiti medio termine Altri crediti 200 Altri debiti 400 Cassa 100 Fondo TFR 200 Perdita esercizi prec. 100 Utile d esercizio 200 Tot. attività Tot. passività Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/5 La riclassificazione dello SP IV Rettifica Impieghi Fonti Immobili 500 Capitale sociale Impianti e macchinari 3000 Riserva legale 200 Brevetti industriali 100 Riserva statutaria 400 Mobili 200 Utile d esercizio Fondi ammortamento Perdita esercizi prec Immobilizzaz. nette 2600 Patrimonio netto Materie prime e prodotti 1200 Crediti clienti 1600 Debiti fornit Fondo svalut. crediti -100 Debiti medio termine Crediti netti 1500 Altri debiti 400 Crediti vs banche 600 Fondo TFR 200 Altri crediti 200 Cassa 100 Tot. impieghi 6200 Tot. fonti Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/6 3
4 Classificazione degli impieghi e delle fonti L esposizione dei valori dello stato patrimoniale è articolato in relazione al loro grado di liquidità/esigibilità Regole: Il concetto di liquidità è riferito all ipotesi di funzionamento dell impresa Il concetto di esigibilità fa riferimento al momento di estinzione finanziaria Convenzionalmente il breve periodo è da intendersi non superiore a 1 anno Le scorte, in assenza di informazioni più dettagliate, sono da classificare come Attivo Circolante (alta liquidità) L ordine di esposizione delle voci può essere indifferentemente o crescente o decrescente Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/7 Classificazione degli impieghi e delle fonti Gli IMPIEGHI rappresentano il Capitale Investito in azienda e sono classificati in base al criterio della liquidità: Liquidità Immediate (LI) Sono le risorse liquide di cui dispone l azienda (cassa/banca). Liquidità Differite (LD) Rappresentano i crediti aziendali liquidabili entro 12 mesi; sono al netto del fondo svalutazione crediti e comprendono anche le voci di rettifica per costi e ricavi che sono a cavallo di due esercizi (Ratei/Risconti attivi). Disponibilità (D) E il valore che l azienda dispone sotto forma di rimanenze finali di materie prime e prodotti finiti. Immobilizzazioni Nette (IN) Rappresentano i beni durevoli strumentali e non in cui l azienda ha investito parte del proprio capitale; sono iscritte al netto dei relativi fondi di ammortamento. Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/8 4
5 Classificazione degli impieghi e delle fonti Le Fonti si articolano in: Capitale di rischio Capitale di credito La loro classificazione avviene in base al tempo di esigibilità (breve, media-lunga scadenza, senza scadenza) Passività correnti (E) Sono debiti scadenti potenzialmente o certamente entro l anno e vengono perciò chiamati debiti di funzionamento Passività consolidate (R) Sono debiti con scadenze superiori ai 12 mesi, che vengono generalmente rimborsati gradualmente e sono soggetti al pagamento di interessi, perciò chiamati debiti di finanziamento. Capitale netto (Cn) È il cosiddetto capitale di rischio e fornisce la base di garanzia verso terzi. Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/9 Stato patrimoniale: impieghi LI = Liquidità immediate Cassa Banca c/c Titoli di pronto realizzo (al netto del fondo ammortamento titoli) LD = Liquidità differite Crediti commerciali (al netto del F.do svalutazione crediti) Ratei e risconti attivi Altri crediti a breve termine D = Disponibilità Rimanenze Anticipo da fornitori CE = Capitale d esercizio (attività correnti) = Li +Ld +D It = Immobilizzazioni tecniche Terreni, Fabbricati, Impianti, Macchinari, Attrezzature, Mobili, ecc. Ie = Immobilizzazioni Immateriali (economiche) Brevetti, marchi, Avviamento If = Immobilizzazioni finanziarie Partecipazioni, Crediti vs controllate o collegate Titoli (al netto de F.do svalutazione titoli) Crediti commerciali a medio/lungo termine o di difficile realizzo (al netto del F.do svalutazione crediti) Altri crediti finanziari a medio/lungo termine IN = immobilizzazioni nette = (It + Ie + If) CI = CAPITALE INVESTITO = (Ce + In) Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/10 5
6 Stato patrimoniale: fonti E = Passività correnti (Esigibilità debiti <12 mesi) Debiti bancari a breve termine Debiti vs fornitori Ratei e Risconti passivi Rate in scadenza di debiti a medio/lungo termine F.do imposte e tasse (vecchio sistema di bilancio) Debiti tributari (nuovo schema di bilancio) Altri debiti a breve termine R = Passività consolidate (Redimibilità >12 mesi) Mutui Obbligazioni F.do TFR Debiti vs soci Altri debiti con scadenza a medio /lungo termine Cn = Capitale netto (garanzia vs terzi) Capitale sociale Riserve Utili non distribuiti - Perdite d esercizio F.di Rischi generici Cr = CAPITALE DI FINANZIAMENTO = (E + R + Cn) Quando necessitano informazioni più vicine alle dinamiche gestionali, il prospetto Fonti e Impieghi permette una interpretazione depurata dalle anomalie che ha lo schema attivo vs passivo Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/11 Stato patrimoniale a blocchi IMPIEGHI FONTI Capitale d esercizio Liquidità CCN MdS Liquidità Immediate Li Liquidità differite Ld Disponibilità D Immobiliz. In Debiti a breve E Debiti consolidati R Capitale Netto Cn Debiti MdT Passività consolidate Capitale investito Capitale di debito Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/12 6
7 Esercitazione: riclassifica lo SP della Biagetti Spa e costruisci lo SP a blocchi Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/13 Biagetti: stato patrimoniale riclassificato Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/14 7
8 Lettura dello SP a blocchi Attraverso la percentualizzazione dello Stato Patrimoniale, possiamo sviluppare un analisi strutturale. Vengono evidenziati aggregati molto significativi, espressioni dell equilibrio finanziario di breve, medio e lungo periodo. Lo scopo è conoscere come e quanto è indebitata l azienda: infatti Fabbisogni durevoli necessitano di Fonti stabili Fabbisogni variabili necessitano anche di Fonti a breve L equilibrio finanziario dipende dal: livello di indebitamento composizione delle fonti rispetto agli impieghi Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/15 Indicatori di equilibrio finanziario I CCN Capitale Circolante Netto Fornisce indicazioni sul corretto ricorso a forme di finanziamento CCN = (Li + Ld + D) E > 0 Li Ld D E CCN La differenza tra attivo circolante e passivo circolante CCN rappresenta il surplus di risorse monetarie che l azienda ha investito in eccedenza rispetto al passivo corrente. Generalmente più grande è il CCN migliore è la situazione finanziaria dell azienda, a meno che, ad esempio, l azienda non sia in grado di sostenere la sua esposizione esercitando un forte potere contrattuale con i fornitori. In questo caso si può ammettere un CCN anche negativo. Inoltre il CCN può essere temporaneamente negativo in una azienda in cui via sia stato un acquisto di un immobilizzazione attraverso un finanziamento a breve. Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/16 8
9 Indicatori di equilibrio finanziario II MdT Margine di tesoreria Informazioni sulla solvibilità MdT = (Li + Ld) E Indica come l azienda stia finanziando le attività liquide L < E Tale indicatore è cautelativo e indica una buona solvibilità dell azienda quando parte dei debiti sono coperti dalle scorte. MdS Margine di struttura Informazioni sulla solidità patrimoniale MdS = (Cn In) < 0 È legato alla disponibilità e costo dei finanziamenti a medio e lungo termine che possono supplire alla carenza di mezzi propri. Complessivamente una buona situazione si può manifestare quando: In = 0.66 Cn + 0,34 R D = coprono in parte R ed E L < E Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/17 La riclassificazione del CE Per evidenziare la capacità di reddito dell impresa è necessario non limitarsi all analisi del risultato economico, ma evidenziare la formazione progressiva dei risultati intermedi e finali: forma scalare. Esistono diversi modi di impostare la riclassificazione del CE, ed ognuno ha un suo particolare valore informativo. Schema al Costo del Prodotto Venduto Schema al Valore Aggiunto Schema a Costi Fissi e Variabili (Margine di contribuzione) Schema a Valori e Costo della Produzione (adottato dal Bil. Civilistico) In questi modi è possibile: analizzare l efficienza di gestioni particolari analizzare i risultati progressivi (confrontare più esercizi) isolare gli effetti di politiche finanziarie e patrimoniali (politiche di bilancio) sulla redditività aziendale Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/18 9
10 Schema al valore aggiunto I In questo caso perde significato la distinzione fra gestione caratteristica e gestione complementare e accessoria, dato che l obiettivo è di misurare quanto l azienda ha aggiunto, in valore, ai costi dei beni e dei servizi acquisiti all esterno per determinare i ricavi. È importante quindi poter ricavare i costi esterni (costi sostenuti per acquisire da altre imprese beni e servizi destinati alla produzione) + alto valore aggiunto più rilevanti sono le risorse che l azienda può destinare per: Remunerare il personale Recuperare gli investimenti in attività fisse nette (quote di ammortamento) Remunerare i capitali a prestito Remunerare il capitale di rischio + alto è il margine operativo lordo più sono a disposizione risorse monetarie (amm. = posta non monetaria). Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/19 Schema al valore aggiunto II CE al valore aggiunto Voci di CE % + Fatturato 100 Variazione magazzino semilavorati e +/- prodotti finiti + Costruzioni in economia Acquisto prodotti finiti destinati alla - commercializzazione = Produzione dell esercizio - Acquisti +/- Variazione magazzino materie prime - Altri costi di gestione = Valore aggiunto - Costi del personale = Margine operativo lordo - Ammortamenti - Accantonamenti f.rischi e spese = Risultato operativo +/- Saldo gestione finanziaria +/- Saldo gestione patrimoniale Saldo gestione straordinaria +/- (sopravvenienze attive e passive, plusvalenze e minusvalenze) - Tasse / Imposte = Risultato netto d esercizio Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/20 10
11 Esercitazione: riclassifica il CE secondo il criterio del valore aggiunto Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/21 CE al valore aggiunto Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/22 11
12 Confronto tra aziende dello stesso settore Confrontare i CE delle tre aziende proposte e commentare le differenze. Azienda 1: Conto Economico Gestionale Voci del CE % % % % % Ricavi 76,4 100,0 88,5 100,0 88,5 100,0 105,4 100,0 114,5 100,0 Costi diretti 66,8 87.,4 80,1 90,5 78,5 88,7 90,1 85,5 97,7 85,3 Margine Lordo Industriale 9,6 12,6 8,4 9,5 10,0 11,3 15,3 14,5 16,8 14,7 Costi indiretti* generali 6,7 8,8 7,5 8,4 8,6 9,7 8,9 8,4 9,1 7,9 Margine operativo lordo 2,9 3,8 0,9 1,1 1,4 1,6 6,4 6,1 7,7 6,8 Ammortamento 1,5 2,0 1,7 1,9 1,7 1,9 1,8 1,5 2,0 1,8 Reddito Operativo 1,4 1,8-0,8-0,9-0,3-0,3 4,6 4,5 5,7 5,0 Oneri/proventi finanziari 0,2 0,2 0,6 0,7-0,3-0,3 0,1 0,1-0,5-0,4 Oneri/proventi straordinari 3,5 4,7 2,7 3,0 4,3 4,8 5,9 5,5-0,5-0,5 Reddito lordo 5,1 6,7 2,5 2,8 3,7 4,2 10,5 10,1 4,7 4,1 *ASA: Area Spese generali e Amministrative Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/23 Confronto tra aziende dello stesso settore Azienda 2: Conto economico gestionale Voci del CE % % % % % Ricavi 141,7 100,0 207,4 100,0 241,0 100,0 285,6 100,0 300,5 100,0 Costi diretti 123,3 87,0 177,4 85,5 195,1 80,9 226,8 85,3 255,0 84,8 Margine Lordo Industriale 18,4 13,0 30,0 14,5 45,9 19,1 38,8 14,7 45,6 15,2 Costi indiretti* generali 12,5 8,8 14,9 7,2 20,4 8,5 20,5 7,7 23,1 7,7 Margine operativo lordo 5,9 4,2 15,1 7,3 25,5 10,6 18,3 7,0 22,5 7,5 Ammortamento 0,9 0,7 0,8 0,4 1,0 0,4 1,3 0,6 1,0 0,3 Reddito Operativo 5,0 3,5 14,3 6,9 24,5 10,2 17,0 6,4 21,5 7,2 Oneri/proventi finanziari -0,5-0,4-0,8-0,4-7,8-3,2-13,8-5,2-17,2-5,7 Oneri/proventi straordinari 0,1 0,1-5,3-2,6-1,9-0,8-0,9-0,1-3,3-1,1 Reddito lordo 4,5 3,2 8,1 3,9 14,8 8,2 2,3 1,1 1,0 0,4 *ASA: Area Spese generali e Amministrative Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/24 12
13 Confronto tra aziende dello stesso settore Azienda 3: Conto economico gestionale Voci del CE % % % % % Ricavi 177,2 100,0 201,9 100,0 202,1 100,0 226,0 100,0 232,8 100,0 Costi diretti 154,5 87,2 172,2 85,3 155,0 81,7 194,8 86,2 205,7 88,4 Margine Lordo Industriale 22,7 12,8 29,7 14,7 37,1 18,3 31,2 13,8 27,1 11,6 Costi indiretti* generali + amm.ti 17,6 9,9 18,0 8,9 19,8 9,7 18,9 8,4 15,9 6,8 Margine operativo lordo 5,1 2,8 11,7 5,7 17,3 8,5 12,3 5,4 11,3 4,8 Oneri/proventi finanziari -5,4-3,0-5,6-2,7-6,2-3,0-8,7-3,8-8,5-3,6 Oneri/proventi straordinari 1,8 1,0-4,5-2,2-8,4-4,1-2,2-1,0-1,5-0,8 Reddito lordo 1,5 0,8 1,8 0,7 2,6 1,2 1,3 0,6 1,3 0,6 * ASA: Area Spese generali e Amministrative Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/25 Case study: Gruppo Marzotto Leggere la presentazione dell azienda sul sito Leggere attentamente tutto le singole voci dei due schemi CE e SP per gli anni Fare i commenti sulle voci che sono cambiate negli anni. Leggere attentamente la nota integrativa e cercare di trovare spiegazioni alle variazioni che si sono determinate negli anni e che avete evidenziato nei relativi CE e SP Strutturare CE e SP secondo gli schemi di riclassificazione conosciuti Fare un commento sullo stato di salute economica, finanziaria e patrimoniale dell azienda Realizzare un elaborato di 2 pagine A4 Prof. Paolo Di Marco Lezione 15/26 13
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