IL POTERE DI INIZIATIVA NELLE RISTRUTTURAZIONI DI IMPRESE IN CRISI

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1 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO XII FORUM S.A.F.: IL CONCORDATO PREVENTIVO A SETTE ANNI DALLA RIFORMA: CRITICHE E PROPOSTE IL POTERE DI INIZIATIVA NELLE RISTRUTTURAZIONI DI IMPRESE IN CRISI MASSIMO BELCREDI 12 Aprile Sala Volta, Palazzo delle Stelline Milano

2 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Le procedure concorsuali come sistema

3 Il sistema concorsuale Le procedure come «gioco» complesso Esiti analizzabili come equilibrio di strategie Es. Baird-Picker 1991, Bebchuk-Chang 1992, Kordana-Posner 1998 su Ch.11 Usa Implicazioni: Per il debitore (e per i creditori) Strategie valutate per backward induction, tenendo presenti le possibili reazioni degli altri giocatori Per il legislatore Ogni proposta di riforma dovrebbe essere valutata» in base agli impatti sull intero gioco» non solo agli effetti sulla singola procedura 3

4 Il sistema concorsuale Le procedure concorsuali formano un sistema Una vera e propria meta-procedura, con varie porte di entrata/uscita La legge detta ex ante le regole del gioco Es.: può rendere la consecuzione normale o recidere i legami tra procedure In realtà può cambiare il tipo di gioco (più procedure parallele, anziché in sequenza), ma sempre gioco si tratta Il debitore (e i creditori) decide strategicamente, considerando le alternative a disposizione 4

5 Il sistema concorsuale Le procedure come «gioco» ripetuto L equilibrio (e i problemi) cambiano nel tempo «In large Chapter 11 cases, the prototypical creditor is no longer a small player ( ) but rather a distressed debt professional ( ) Secured creditors are more pervasive and enjoy much more control than they had even a decade ago ( ) Financial innovation has dramatically increased the complexity of each investor s position ( ) In combination, these recent changes are toxic. They undermine the coalition formation process that is a foundational assumption of Chapter 11» (Baird-Rasmussen 2010) 5

6 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Le ristrutturazioni nel sistema concorsuale

7 Le ristrutturazioni nel sistema concorsuale Ristrutturazioni = forma tempestiva di soluzione delle crisi Obiettivi: Evitare liquidazione atomistica (aggressione disordinata assets) e mantenere il valore di going concern Evitare perdite di valore legate a prolungarsi stato di crisi (avvitamento gestione, ecc.) Limitare avversa incentivazione del debitore Sottrazione assets, aumento del rischio, rifiuto di fornire capitale, ecc. 7

8 Le ristrutturazioni nel sistema concorsuale Iniziativa spetta al debitore: due ragioni-base La prima non ha nulla a che fare con le tecnicalità del sistema: tutela della proprietà Il debitore è libero di gestire i propri assets Almeno fino a che non viola contratti (default) Il default dimostra che: Il debitore non è più in grado di «fare da sé», ricorrendo al mercato finanziario Quindi gli assets, di fatto, non gli appartengono più» Tecnicamente, gli assets non sono più ritenuti sufficienti a ripagare integralmente e puntualmente i creditori Questo giustifica l intervento esterno 8

9 Le ristrutturazioni nel sistema concorsuale Potere di iniziativa nelle mani del debitore Seconda ragione: asimmetria informativa Su valore assets/prospettive impresa (il debitore sa ) Insolvenza (a maggior ragione, crisi) non osservabile dall esterno (fino al default) Impossibile intervenire dall esterno (iniziativa affidata a terzi) fino all approssimarsi del default Quindi con ritardo Di qui l idea di convincere il debitore ad attivarsi «prima», con adeguate incentivazioni 9

10 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Il sistema post-riforma: quale efficacia?

11 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Varie forme di ristrutturazione Piano attestato ex art. 67 lett. d) Accordo di ristrutturazione ex art. 182-bis Concordato preventivo Concordato fallimentare Perchè? Scarsa chiarezza degli obiettivi scarsa sistematicità 11

12 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Concorrenza = Presentazione di piani di terzi Non consentita nella gestione della «crisi» Soluzioni stragiudiziali, concordato preventivo Possibile solo concorrenza di offerte Su vendita singoli assets Su cessione intera impresa? Consentita invece nella gestione dell insolvenza Concordato fallimentare Perché gli assets non sono più del debitore 12

13 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Un giudizio ex ante (2005) Soluzioni concordate in stato di agonia Drastica riduzione frequenza Aumento tempi e costi Aumento perdite La riforma presenta luci: Ampliamento possibili misure in CP Presupposto oggettivo: Crisi, non insolvenza Più facile raggiungimento maggioranze Più razionali previsioni in caso di consecuzione 13

14 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Ma anche ombre Intangibilità creditori privilegiati Deposito immediato del piano + relazione del professionista Assenza di periodo di osservazione Incertezza su definizione di crisi (poi superata) Dubbi su effettiva prededucibilità Es. fondi concessi ante votazione in caso di esito negativo? 14

15 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Superare agonia soluzioni concordate richiede chiarezza su obiettivi (Max valore): Da obiettivi discendono strumenti (incentivazione) La scelta comporta costi (trade-off) Rischio di abusi; peraltro debitore vigilato dal tribunale La riforma contiene miglioramenti tecnici ma non supera alcuni limiti rilevanti Timidezza aperture su CP Scarsa chiarezza su fase iniziale Rischio di svuotamento CP a monte (piano idoneo) e a valle (c. fallimentare) per scarsa consapevolezza aspetti sistematici 15

16 Il sistema post-riforma: quale efficacia? Giudizio ex post (2012)???? Statistiche???? Dati Istat fermi al 2007; qualche dato ulteriore Cerved Serie storiche piene di buchi Assenza di qualsiasi statistica post 2007 che non sia il semplice numero di procedure 16

17 Il sistema post-riforma: quale efficacia? 12,0% 10,0% Ristrutturazioni aperte (in % sul totale delle procedure) 8,0% 6,0% 4,0% AC CP 2,0% 0,0% Risultati? Molto difficile valutare: Non rilevabili effetti clamorosi. Peraltro: Assenza di dati su altre procedure: AS, LCA, soprattutto ristrutturazioni stragiudiziali Requisito dimensionale per ammissione (post-riforma) Numero «basso» concordati fallimentari 17

18 Il sistema post-riforma: quale efficacia? % di fallimenti chiusi con Concordato Durata media fallimenti chiusi con CF (mesi) 9,0% 8,0% 7,0% 6,0% 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% CF Durata CF Anche altre statistiche (durate altre modalità di chiusura, costi, perdite) mostrano che (al 2007) ben poco era cambiato E poi? 18

19 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Il potere di iniziativa: soluzioni alternative

20 Il potere di iniziativa: soluzioni alternative Aumentare la tempestività aumentando la concorrenza? Ammettere piani «di terzi» nel concordato? Soluzione attraente ma limitata da altri principi dell ordinamento Tutela della proprietà/libera iniziativa Trade-off ineliminabile: necessità di scelte politiche Inoltre, necessario valutare le implicazioni per l intero sistema concorsuale 20

21 Il potere di iniziativa: soluzioni alternative Il modello USA Una sola procedura di ristrutturazione (Ch.11) Exclusivity period 120 gg per presentazione piano 180 gg per approvazione da creditori (ripartiti in classi) In pratica, prolungabile fino a 18 mesi Vigilanza tribunale su comportamento collaborativo Solo dopo, apertura a piani di terzi Comunque rari (costi di informazione/contrattazione) In genere, obiezioni a piano debitore Ove preparato, in genere approccio radicalmente diverso 21

22 Il potere di iniziativa: soluzioni alternative Problemi nel concordato «di terzi» 1) Presupposti per aprire l asta Basta la crisi o è richiesta l insolvenza? Serve accertamento giudiziale? L accertamento giudiziale dell insolvenza può aprire una fase nuova del concordato (o implica revoca e apertura del fallimento)? 22

23 Il potere di iniziativa: soluzioni alternative 2) Tempistica Assunzione (irragionevole) che debitore arrivi con piano già pronto Periodo di osservazione (presente all estero) compresso e recuperato per via di prassi Da quando si può aprire l asta? Solo dopo deposito piano del debitore? Anche prima? Come può il terzo (che «non sa») preparare alternative? Verosimilmente giocherà di rimessa (migliorie a piano debitore) Opportuno prevedere esplicitamente più fasi? 23

24 Il potere di iniziativa: soluzioni alternative 3) Consecuzione procedure Prevedere conseguenze differenziate per il debitore? Es. A seconda:» Di quale piano è approvato (del debitore o di terzi)» Di qual è il presupposto (mera crisi o anche insolvenza) Conseguenze se il piano non è eseguito/eseguibile Conversione automatica in fallimento? Conseguenze per debitore se abortisce piano di terzi? Possibile concordato fallimentare (proposto da stessi soggetti)? 24

25 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Conclusioni

26 Conclusioni Le procedure sono un «gioco» complesso Ristrutturazioni (e iniziativa): ruolo centrale Assetto odierno non particolarmente razionale Migliorie tecniche utili, ma hanno effetti limitati Soluzioni radicalmente alternative implicano: complessi problemi di design e conseguenze politiche Esiste davvero la volontà di affrontare tali problemi? 26

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