ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N. 9 ) Delibera N.821 del

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1 REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N. 9 ) Delibera N.821 del Proponente TITO BARBINI DIPARTIMENTO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Pubblicita /Pubblicazione: Atto soggetto a pubblicazione integrale Dirigente Responsabile:Enrico Favi Estensore: Lorenzo Drosera Oggetto: Iniziative comunitaria Leader Plus. Approvazione programma di Azione Locale del GAL Leader Arcipelago Toscano - Costa degli etruschi - Colline pisane S.C.R.L.. Presidente della seduta: Segretario della seduta: ANGELO PASSALEVA CARLA GUIDI Presenti: TITO BARBINI CHIARA BONI SUSANNA CENNI RICCARDO CONTI TOMMASO FRANCI MARCO MONTEMAGNI ENRICO ROSSI MARIA CONCETTA ZOPPI Assenti: CLAUDIO MARTINI PAOLO BENESPERI AMBROGIO BRENNA ALLEGATI N : 1 ALLEGATI: Denominazione Pubblicazione Tipo di trasmissione Riferimento A Si Cartaceo+Digitale Iniziativa comunitaria Note:

2 LA GIUNTA REGIONALE Vista la Comunicazione della Commissione Europea agli stati membri n. (2000/C 139/05), Recante orientamenti per l iniziativa comunitaria in materia di sviluppo rurale ; Vista la decisione della Commissione europea n. C(2001) 4012 del Relativa alla concessione di un contributo del FEOGA, sezione orientamento a favore di un programma d iniziativa comunitaria LEADER PLUS nella regione Toscana ; Vista la propria deliberazione n del Iniziativa comunitaria LEADER PLUS. Presa d atto della stesura del DocUP approvata dalla Commissione europea ; Vista la propria deliberazione n. 901/2001 Iniziativa comunitaria LEADER PLUS Modalità per la predisposizione, valutazione e selezione dei programmi di azione locale, modificata dalla successiva deliberazione n del 1/10/01, che stabilisce le modalità di selezione dei Gruppi di Azione Locale (GAL) e di ripartizione fra i territori della Regione Toscana delle risorse previste dal Docup Leader Plus ; Visto il decreto n. 988 del del Coordinatore del Dipartimento dello Sviluppo Economico con cui si nomina la Commissione Regionale cui, come stabilito dal punto 2 dell allegato A della citata deliberazione n. 901/2001, spetta la selezione dei GAL e la valutazione dei Programmi di Azione Locale (PAL); Visto il decreto n del del responsabile del Servizio Programmi comunitari ed intersettoriali in materia agricola, con cui si approva la graduatoria che individua i GAL selezionati e riconoscibili dalla Regione Toscana per l attuazione dell I.C. Leader Plus, come previsto dal punto 9 dell allegato A della D.G.R. n. 901/01; Preso atto del verbale della Commissione per la selezione dei GAL, istituita ai sensi della citata deliberazione n. 901/01 nel quale risulta che in data 10/5/2002 è stata rilevata la conformità al Docup regionale per l iniziativa comunitaria LEADER PLUS del programma di azione locale (PAL) presentato dal Comitato Promotore del Gal Arcipelago Toscano, Costa degli Etruschi, Colline Pisane, poi formalmente costituitosi secondo le disposizioni normative vigenti nel GAL ARCIPELAGO TOSCANO, COSTA DEGLI ETRUSCHI, COLLINE PISANE S.c.r.l., società consortile a responsabilità limitata con sede in Via XXV Aprile n. 7, Loc. La Pila a Campo nell Elba (LI); Considerato che la selezione dei GAL, effettuata dalla commissione regionale come sopra descritto è condizione necessaria per il riconoscimento dei GAL stessi da parte della Regione Toscana e per l approvazione definitiva dei rispettivi PAL, compreso il piano finanziario delle risorse necessarie per l attuazione dell I.C. Leader Plus, come stabilito dal punto 9 della citata D.G.R. n. 901/01; Ritenuto pertanto di dover procedere all approvazione del PAL della società consortile a r. l. GAL ARCIPELAGO TOSCANO, COSTA DEGLI ETRUSCHI, COLLINE PISANE S.c.r.l, riconoscendo la stessa quale soggetto attuatore ed assegnando le relative risorse finanziarie; Viste le L.R. n. 9/95 L.R. n. 18/96 recanti disposizioni in materia di pubblicità e pubblicazione dei provvedimenti amministrativi;

3 A VOTI UNANIMI DELIBERA 1. di approvare il Programma di azione locale del GAL ARCIPELAGO TOSCANO, COSTA DEGLI ETRUSCHI, COLLINE PISANE S.c.r.l., il cui programma è allegato al presente atto (Allegato A) quale parte integrante e sostanziale dello stesso; 2. di riconoscere il GAL ARCIPELAGO TOSCANO, COSTA DEGLI ETRUSCHI, COLLINE PISANE S.c.r.l. quale soggetto attuatore di tale programma, assegnando ad esso risorse finanziarie pubbliche per complessivi ,00 euro, a valere sui capitoli del bilancio di previsione 2002 e degli esercizi successivi nn (Sviluppo aree rurali I.C. Leader Plus Toscana Quota UE FEOGA), (Sviluppo aree rurali I.C. Leader Plus Toscana Quota Stato) e (Sviluppo aree rurali I.C. Leader Plus Toscana Quota Regione) della UPB 522; 3. Il presente provvedimento è soggetto a pubblicità ai sensi della L.R. n. 18/96 in quanto conclusivo del procedimento amministrativo regionale. In ragione del particolare rilievo del provvedimento, che per il suo contenuto deve essere portato alla piena conoscenza della generalità dei cittadini, se ne dispone la pubblicazione per intero, compreso l allegato, sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana ai sensi dell art. 2 comma 3 della L.R. 9/95. LD/pp SEGRETERIA DELLA GIUNTA IL COORDINATORE VALERIO PELINI Il Dirigente Responsabile ENRICO FAVI Il Coordinatore MARCO GIANLUCA ROMAGNOLI

4 INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER PLUS PIANO DI AZIONE LOCALE

5 LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DELL AREA D INTERVENTO 2

6 1. INDICAZIONI SINTETICHE DI RIFERIMENTO 1.1. Zona d intervento Provincia di Livorno area dell isola d Elba e dell isola di Capraia (area insulare) comuni di Bibbona, Castagneto Carducci, Sassetta, Suvereto (area continentale livorno) Provincia di Pisa Comuni di Casale Marittimo, Casciana Terme, Castellina Marittima, Castelnuovo di Val Cecina, Chianni, Fauglia, Guardistallo, Lajatico, Lorenzana, Montecatini Val Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano, Palaia, Peccioli, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Terricciola, Volterra (area continentale Pisa) 1.2. Denominazione GAL GAL Arcipelago Toscano, Costa Etrusca e Colline Pisane 2.1. Descrizione dell area di riferimento del GAL 2. ZONA D INTERVENTO LIMITI AMMINISTRATIVI SUPERFICIE PER COMUNE E TOTALE POPOLAZIONE PER COMUNE E TOTALE (SUDDIVISA IN MASCHI E FEMMINE) Si specifica che: - per quanto riguarda l area insulare tutto il territorio è compreso nell area d interesse della Comunità Montana dell Elba e Capraia (9 comuni); - l area continentale livornese eligibile al LEADER plus comprende 4 comuni - i comuni della provincia di Pisa sono in tutto 20, 5 dei quali ricadenti nella Comunità Montana della Val di Cecina; il numero di abitanti è pari a unità, ossia quasi i due terzi del territorio provinciale Tabella 1 Limiti amministrativi; superficie comune e totale; popolazione per comune e totale (Fonte: ISTAT 1999) COMUNI SUPERFICIE (al 1997 in Ha) POPOLAZIONE MASCHILE (1999) POPOLAZIONE FEMMINILE (1999) POPOLAZIONE TOTALE Campo nell'elba Capoliveri Capraia Isola Marciana Marciana Marina Porto Azzurro Portoferraio Rio Marina Rio nell'elba Subtotale Arcipelago Bibbona Castagneto Carducci Sassetta Suvereto Subtot. Contin. Liv Totale prov. Livorno

7 Casale Marittimo Casciana Terme Castellina Marittima Castelnuovo di V Cecina Chianni Fauglia Guardistallo Lajatico Lorenzana Montecatini Val Cecina Montescudaio Monteverdi Marittimo Orciano Pisano Palaia Peccioli Pomarance Riparbella Santa Luce Terricciola Volterra Totale Provincia Pisa TOTALE AREA LEADER PLUS DESCRIZIONE QUALITATIVA Il territorio oggetto della programmazione LEADER presenta un evidente ed oggettiva complessità a partire dalla condizione geografica: si distinguono in esso un area insulare (Isola d Elba e Capraia) un area continentale livornese (Comuni di Sassetta, Suvereto, Bibbona e Castagneto Carducci costa etrusca) ed un area continentale pisana rappresentata dalla compagine delle comunità residenti nelle colline dell entroterra pisano. Pertanto la descrizione qualitativa del territorio di riferimento è stata opportunamente suddivisa al fine di mettere in risalto per ogni area le proprie qualità strutturali. AREA INSULARE L Isola d Elba si estende per ha con uno sviluppo costiero di 147 KM ed è situata nel settore settentrionale del mar Tirreno, circa alla stessa latitudine di Grosseto; poco più di 10 Km è la distanza tra l estremità più prossima della costa Toscana (promontorio di Piombino) e l estremità più orientale dell Isola. Rispetto alla Corsica (Bastia) la distanza è di 45 Km. A 55 Km da Livorno e a nord-ovest rispetto all Elba, dalla quale dista poco più di 33 Km, è situata invece l isola di Capraia con un estensione di ha. Dal punto di vista geografico anche l isola di Montecristo (riserva naturalistica integrale) e l isola di Pianosa sono territori interessati dalla presente programmazione in quanto parte integrante dei territori dei comuni elbani rispettivamente di Portoferraio e Campo nell Elba. Caratteri orografici L isola d Elba è costituita da quattro sistemi montuosi, separati da linee vallive; a partire da ovest: 1. sistema del Monte Capanne e cime minori: tale complesso di natura granodioritica culmina con il Monte Capanne che rappresenta la cima più alta di tutta l isola (1.019 m. slm). 2. sistema centrale separato dal primo dalla sella fra Procchio e Marina di Campo (Monte S.Martino, M. Tambone, Colle Reciso, M. Ponza, M.Poppe) con altezza massima di m. 365 slm (M. S.Martino) 4

8 3. sistema della punta meridionale (M. Calamita 413 m. slm) zona mineraria di rilievo 4. sistema settentrionale (M.Castello, Cima del Monte, M. Serra, M. Grosso) con massima altezza raggiunta con Cima del Monte (516 m. slm) Le aree di pianura si estendono per poco più dell 8% della superficie dell Elba; tali pianure di natura alluvionale separano i sistemi montuosi: la pianura di Marina di Campo (la più estesa con i suoi 4 Kmq di superficie) separa il sistema del Capanne dal sistema centrale; la pianura che si diparte da Portoferraio e si biforca verso sud per il Golfo di Porto Azzurro e il Golfo Stella, divide il Sistema Settentrionale dal sistema meridionale e i due sistemi dal sistema centrale. Da questi dati si evince che l'incidenza dell'area di collina è nettemente superiore all'area di montagna - circoscritta alla vetta del monte Capanne ed alle creste delle Calanche-. Le coste sono generalmente alte e frastagliate, interrotte da spiagge di sabbia o di ghiaia. L isola di Capraia è costituita da un unico massiccio di rocce vulcaniche con rilievi che si estendono in direzione nord-sud con pendenze più accentuate sul versante Occidente che sul quello orientale. Le coste si presentano quasi ovunque rocciose ed inaccessibili. Idrografia Data la conformazione dell Isola, i corsi d acqua sono brevissimi, di portata scarsa (fossi) e di regime accentuatamente torrentizio con lunghi periodi asciutti. I corsi d acqua maggiori discendono dal Monte Capanne (Rio di Pomonte, e Rio di Bovalico con foce presso Marina di Campo). Caratteristiche dei terreni All isola d Elba affiorano formazioni sedimentarie, interessate in alcune zone da fenomeni di metamorfismo più o meno intenso, estese dal carbonifero all Eocene; ammassi di ofioliti o pietre verdi; rocce acide intrusive accompagnate, su vaste estensioni, da un corteggio di filoni e di mineralizzazioni. All isola d Elba mancano sedimenti marini quaternari ed i terrazzamenti legati ai fenomeni di trasgressione e regressione marina e questo indica un lento movimento di subsidenza dell Isola nella sua storia geologica recente. La Capraia è formata interamente da vulcaniti appartenenti a due distinti edifici vulcanici di età rispettivamente terziaria e quaternaria. Incidenza delle aree agricole I dati del censimento in agricoltura del 1990 rivelano che la superficie occupata dalle aziende agricole corrisponde a ha (17% della superficie totale del territorio di riferimento) mentre la SAU interessa 1.153,6 (5% della superficie totale). Sicuramente la coltivazione della vite rappresenta sia in termini di numero di aziende sia in termini di superficie la coltura più presente su tutti i versanti dell isola, mentre la coltura dell olivo si concentra nei comuni di Portoferraio, Porto Azzurro e Capoliveri. USO DEL SUOLO E PAESAGGIO. Con una superficie di ha ricoperta di boschi l Elba ha un coefficiente di boscosità del 49,9%; sono i territori comunali del sistema montuoso occidentale a registrare i coefficienti di boscosità più elevati (Campo nell Elba 71,6%, Marciana 68,67%, Marciana Marina 78,9%) mentre nel settore centrale ed orientale tale coefficiente si abbassa al 33,2 % di Portoferraio fino ad arrivare al 15,2% di Porto Azzurro. La maggior parte della superficie forestale è costituita da macchia mediterranea (6.720 ha) seguita da cedui di latifoglie (circa ha), fustaie di conifere (circa ha) e da fustaie da formazioni varie tra cui castagneti (100 ha). La tabella che segue mette in evidenza l uso del suolo nel sottosistema di paesaggio IP1 dell isola d Elba così come definito nella pubblicazione della Giunta Regionale Toscana I sistemi di paesaggio della Toscana (confronto fra la situazione al 1978 e al 1991). Tabella 2 - Uso del suolo sottosistema di paesaggio IP1 Isola d'elba 1978 % 1991 % URBANIZZAZIONE 4,6 URBANIZZAZIONE 11,8 COLTURE ERBACEE 9 COLTURE ERBACEE 8,7 COLTURE ARBOREE 2,5 COLTURE ARBOREE 2,7 Frutteti 2,1 vigneti 1,8 Vigneti 0,1 oliveti 0,3 Oliveti 0,5 altre 0,4 FORMAZIONI FORESTALI 54,9 FORMAZIONI FORESTALI 68 5

9 boschi 28,2 Boschi 19,9 macchia 26,7 Macchia 48,1 PASCOLI 19,3 PASCOLI 2,3 AREE NUDE 8,3 AREE NUDE 4,3 AREE ESTRATTIVE 1,1 AREE ESTRATTIVE 2,1 ACQUE 0,1 ACQUE 0,3 PER ALTRO 0,4 PER ALTRO 0,1 TOTALE 100,2 TOTALE 100,3 Fonte: I sistemi di Paesaggio della Toscana pubb. Giunta Regionale Toscana i dati si riferiscono alle elaborazioni effettuate sui dati dell inventario forestale della Toscana del 1990). Nel complesso l isola d Elba e l isola di Capraia presentano un sistema rurale con rilevante funzione ambientale. Il particolare pregio dei patrimoni naturalistici (terrestri e marini) e storico culturali dell Arcipelago Toscano e l esigenza di tutela degli stessi hanno condotto all Istituzione del Parco Nazionale dell Arcipelago (PNAT) con DPR del 22 luglio La superficie a terra del Parco interessa 127,318 Kmq dell Elba (48% della superficie) mentre l isola di Capraia è interessata dall area protetta per l 82% della sua superficie totale; le isole di Pianosa e Montecristo sono aree protette al 100% anche nella parte marina fino ad un miglio dalla costa. Il PNAT comprende l area marina protetta più estesa d Europa. I caratteri fondamentali del paesaggio, inteso come prodotto della natura e dell intervento dell uomo, sono di natura fisiognomica, strutturale, ecologica e storica. La tutela dei caratteri del paesaggio, così intesi come introdotti dalla Legge 431/95 corrispondono anche agli obiettivi di pianificazione del P.T.C.P. di Livorno con la specifica che per le aree ricadenti nella perimetrazione del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano le norme in vigore saranno quelle introdotte dal Piano del Parco che al momento è in fase di in elaborazione. La recente istituzione del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano ha rafforzato in Italia e all estero la stessa immagine dell isola e si sta dimostrando sempre di più un elemento d attrazione di un segmento turistico collegato alla natura ed all ambiente che per l isola d Elba è sempre più decisivo. L istituzione del Parco promuove un nuovo settore d attività connesse con la conoscenza e la diffusione delle risorse naturali e culturali dell Elba e segnatamente una didattica applicata all ecologia. Di recente Istituzione è anche il Parco Minerario dell Isola d Elba, una società a prevalenza pubblica (Organismo di Diritto pubblico di cui al Decreto Lgs n. 358/1992) che si propone di realizzare e gestire un Parco minerario e mineralogico nelle aree dismesse dell Area orientale dell Isola con lo scopo della promozione e dello sviluppo socio-economico delle comunità locali penalizzate dalla chiusura delle miniere di ferro. AREA CONTINENTALE LIVORNO Caratteristiche del territorio Il territorio compreso nella zona della parte continentale, dal punto di vista paesaggistico è rappresentato in massima parte da una pianura alluvionale delimitata a nord dalle colline costiere e a sud, sud-est da quelle metallifere. La prevalente copertura dei loro versanti è costituita da formazioni boscose prevalentemente costituite da macchia mediterranea sia sotto forma arbustiva sia in forma di estese macchie governate a ceduo e più raramente a fustaia, interrotte talvolta da zone a vite e olivo, da seminativi in abbandono e prati-pascolo nelle zone più impervie. Da un punto di vista morfologico il territorio è rappresentato da aree di pianura e di collina, la cui punta massima è rappresentata dal monte Calvi (632 mt) e l area di Bibbona con terreni collinari e di pianura. Tabella 3 Superficie e altitudine dei Comuni (fra parentesi l altitudine del centro abitato) COMUNI SUPERFICIE TERRITORIALE Kmq ALTITUDINE mt. Bibbona 65,56 0/575 (80) Castagneto 142,28 0/585 (194) Sassetta 26,59 68/525 (337) Suvereto 92,95 21/585 (90) Fonte: Censimento generale della popolazione del ISTAT I terreni dell area sono nel complesso classificabili a reazione neutra-alcalina, mediamente ben dotati di sostanza organica, oscillando questa, tra l 1,3% ed il 3,8%. Sono terreni a tessitura variabile, franco sabbiosi nelle zone più vicine alle colline e maggiormente argillosi nelle aree costiere, anche se il quantitativo di argilla non supera mai il 6

10 30%; sono piuttosto ben strutturati con una capacità di scambio cationico media di 16 meq/100gr. Per quanto riguarda il drenaggio si dimostrano senza particolari problemi, anzi sono tutti ben drenati e profondi, costituiti da una quantità di ghiaia che laddove è presente risulta irrisoria. Risultano tutti terreni saturi e senza problemi di eccessiva salinità fino a pochi anni orsono; negli ultimi anni, purtroppo, il problema della salinità delle acque ad uso irriguo (per l agricoltura) si è manifestato lungo le pianure costiere. Tale problema è determinato da una scarsa ricarica della falda acquifera dolce per l eccessivo emungimento e aggravato da un regime pluviale tendenzialmente siccitoso. In tal modo il cuneo salino delle acque marine tende anno dopo anno a penetrare lungo la fascia costiera. Al momento una significativa conducibilità dell estratto si ritrova al di sotto dei 50 cm di suolo, perciò al di sotto del franco di coltivazione e soltanto nelle aree vicine alla costa; tale situazione potrebbe nel tempo evolversi negativamente e portare ad un peggioramento qualitativo dei suoli. I suoli del comprensorio sono soggetti, in caso di ordinamenti colturali che prevedono la presenza di terreni nudi o lavorati nel periodo autunnale, quindi non ricoperti da vegetazione, a pericolo di erosione in caso si verifichino precipitazioni ad alta intensità. Inoltre, là dove il terreno presenta una pendenza superiore all 1% possono essere soggetti alla formazione di croste che determinano un certo numero di fallanze nella crescita delle colture ortive, le quali vengono a soffrire di asfissia I dati relativi ai principali parametri climatici presentati nella tabella successiva, mettono in evidenza che a fronte di una relativa stabilità delle temperature e dell umidità media nel corso degli ultimi 5 anni, si assiste ad una certa diminuzione del quantitativo di pioggia caduta ; il dato che comunque risulta alquanto basso se confrontato con altre zone, assume un significato notevole se lo colleghiamo al problema idrico caratteristico del territorio, in quanto sicuramente concorre al progressivo inaridimento della zona. Il problema si rivela di non poca importanza se teniamo di conto la vocazione colturale dell area che è costituita per gran parte dalla coltivazione di orticole che notoriamente necessitano di terreni freschi e ben irrigati e che richiedono apporti di acqua costante durante tutto il periodo colturale. Tabella 4 Andamento negli ultimi anni dei principali parametri climatici medi della zona Valori medi annuali PIOGGIA mm UMIDITA MEDIA % TEMPERATURA MASSIMA 20,4 20,1 21,1 20,7 20,8 TEMPERATURA MINIMA 9,0 9,3 9,8 9,3 9,6 TEMPERATURA MEDIA 14,7 14,6 15,5 15,0 15,2 Fonte:ARSIA Idrografia L area è interessata da un corso principale, il Cornia che con i suoi depositi alluvionali ha formato negli anni gran parte della pianura. Il fiume ha un proprio bacino idrografico ed una certa risorsa sotterranea alquanto significativa, tanto da rifornire da sola mediante la condotta sottomarina, l isola d Elba. La notevole entità dei prelievi ha determinato, però, negli ultimi anni una diminuzione imponente della risorsa idrica con un conseguente stato di crisi della falda acquifera. AREA CONTINENTALE PISA Tabella : altimetria comuni rientranti nella zona Leader Plus Alt.centro Comuni m.1996 Alt.minima m.1996 Alt.massima m.1996 Superfice Kmq.1996 Casale Marittimo ,32 Casciana Terme ,42 Castellina Marittima ,72 Chianni ,09 Fauglia ,44 Guardistallo ,79 Lajatico ,50 Lorenzana ,42 7

11 Montescudaio ,91 Orciano Pisano ,64 Palaia ,81 Peccioli ,63 Riparbella ,83 Santa Luce ,72 Terricciola ,43 Castelnuovo Val di Cecina ,78 Montecatini val di cecina ,38 Monteverdi Marittimo ,35 Pomarance ,54 Volterra ,85 TOTALE Fonte: Ancitel,1996. La maggior parte dei comuni interessati all I.C.Leader+ ricade nella zona altimetrica di collina, fascia medio-bassa. I valori di altitudine maggiore si riscontrano, esclusi i comuni facenti parte della comunità montana, a Castellina Marittima, Chianni, Lajatico e Riparbella sebbene quest ultimo presenti un territorio piuttosto eterogeneo. L altimetria prevalente media è collocabile al di sotto dei 350 metri s.l.m.. Volendo fare una distinzione geografica si può dire che i comuni di Fauglia e Lorenzana si trovano sulle colline Pisane e hanno una altimetria media inferiore ai 100 metri s.l.m.; i comuni di Cascina Terme, Chianni, Lajatico, Palaia, Peccioli e Terricciola ricadono nell area delle colline della Valdera e di Sterza con una altimetria attorno ai 200 metri s.l.m. I comuni di Castellina Marittima, Orciano Pisano e S.Luce occupano la zona delle colline della Val Fine con altimetrie superiori ai 250 metri s.l.m. I rimanenti comuni che non ricadono nella zona della comunità montana risiedono nella zona del medio Cecina. Nei comuni posti sulle colline pisane la giacitura e l altitudine modesta consentono una differenziazione nell uso del suolo tra seminativi e coltivazioni legnose a carattere intensivo. Nell area dell alto Cecina, dove l altimetria è sensibilmente maggiore e attestata attorno ai 300 metri s.l.m.,la boscosità è rilevante e sottrae superficie agricola utilizzabile che ha comunque carattere di estensività. Tabella 1:Incidenza delle aree agricole sul totale della superficie comunale Az. agric. Superf. Sup. agric. SAU SAU (coltiv. Comuni totali totale utilizz. (seminat.) permanenti) N Ha. Ha. Ha. Ha Casale Marittimo Casciana Terme Castellina Marittima Chianni Fauglia Guardistallo Lajatico Lorenzana Montescudaio Orciano Pisano Palaia Peccioli Riparbella Santa Luce Terricciola

12 Castelnuovo Val di Cecina Montecatini Val di Cecina Monteverdi Marittimo Pomarance Volterra Totale Area Leader Fonte: Ancitel,1996. L incidenza delle aree agricole raggiunge i valori più alti nei comuni di Orciano Pisano, dove sono presenti aziende con una SAU media di 25 ettari; Terricciola, dove la superficie totale è suddivisa in un numero considerevole di piccole aziende; Lorenzana, Casale Marittimo e Fauglia. I comuni con minore superficie agricola utilizzata, in relazione all estensione del territorio, sono Riparbella, Palaia e Chianni. Nei comuni della comunità montana è Volterra ad avere una superficie agricola utilizzata considerevole, Monteverdi Marittimo possiede una SAU molto inferiore alla media. Tabella :Utilizzazioni del suolo:principali destinazioni della SAT. Fonte: Censimento dell Agricoltura 1991 comuni SAT(ha) SAU(ha) SAU/SAT % Boschi ha boschi/sau (%) PIOPPETE ha PIOPP/SAU % ALTRA SUP. ha. ALTRA SUP./SAU % Casale M.m , , ,54 Casciana Terme , ,73 3 0, ,4 Castellina M.ma , , ,98 Chianni , ,41 1 0, ,93 Fauglia , ,9 70 2, ,86 Guardistallo , , , ,53 Lajatico , ,11 3 0, ,7 Lorenzana , , , ,65 Montescudaio , ,6 1 0, ,35 Orciano Pisano , , ,95 Palaia , , , ,18 Peccioli , , , ,41 Riparbella , , ,26 Santa Luce , , ,92 Terricciola , , , ,82 Castelnuovo di V.Cecina , , ,55 Montecatini Val Cecina , , , ,54 Monteverdi Marittimo , , ,39 Pomarance , , ,15 Volterra , , , ,61 totale zona LEADER , , , ,95 Il bosco(con ha) copre quasi i due terzi della superficie aziendale( ha),la SAU poco più della metà. Nei comuni della comunità montana la zona coperta dal bosco sale al 60%, soprattutto nei comuni di Pomarance e Monteverdi Marittimo.Nei comuni di Orciano M. e Lorenzana invece la SAU copre rispettivamente il 95,89%, e 9

13 l 80,64 % di tutta la superficie gestita. La prevalenza di pioppete è osservabile a Palaia con ben 417 ha,quasi un quinto di tutti i boschi presenti nel comune, seguito da Peccioli con 237 ha. Tabella :utilizzazioni del suolo: principali destinazioni della SAU comuni SAU ha Seminativi ha sem./sau % prati-pascoli ha pr.pasc./sau % coltiv.perm. ha colt.perm. /SAU % Casale Marittimo , , ,9 Casciana Terme , , ,4 Castellina Marittima , , ,5 Chianni , ,9 Fauglia , , Guardistallo , ,8 Lajatico , , ,6 Lorenzana , ,5 Montescudaio , , ,2 Orciano Pisano ,2 11 0,5 27 1,3 Palaia , , ,2 Peccioli , , Riparbella , , Santa Luce ,1 19 0, ,4 Terricciola , ,6 Castelnuovo di V.Cecina , ,7 Montecatini Val Cecina , , ,3 Monteverdi Marittimo , , ,6 Pomarance , , ,6 Volterra , ,3 totale zona LEADER , , ,42 Fonte: Censimento dell Agricoltura 1991 I seminativi occupano nella media il 71% della SAU con un totale ha, fra i comuni al di sopra della media troviamo Orciano Pisano con il 98 % della SAU, seguito da Santa Luce (con il 90%) e Lajatico con l 88% ma in termini di estensione è Pomarance il comune con più ettari adibiti a seminativi: 5615 cioè il 76,5 della propria SAU. La produzione dei cereali è la principale destinazione dei seminativi, questo in tutti i comuni interessati senza differenze rilevanti. Ai seminativi fanno seguito per estensione i Prati pascolo con una superficie interessata di ha che è il 16% della SAU totale, tale produzione è ovviamente associata alle produzioni zootecniche e supera la media nei comuni di Monteverdi Marittimo (47,6%) e Montecatini Val Cecina (36,2%) con una tendenza all aumento. Alle coltivazioni permanenti è destinato il 12 % della SAU e un estensione di 8969 ettari. In questa categoria rientrano le coltivazioni di vite, soprattutto a Terricciola, e la coltivazione degli olivi, primo fra tutti i comuni leader è Peccioli. Al censimento del 1991, nella zona Leader, la consistenza delle aziende zootecniche è pari a 2541 la maggior parte delle quali risulta essere di suini (786), ad un analisi più attenta si evidenzia un numero di capi per azienda molto basso con l eccezione del comune di Peccioli che conta 4655 capi in totale, 16 aziende, con una presenza media per azienda di 291 capi. Il più alto numero di aziende suine si trova a Volterra (163), Pomarance (128) e Montecatini Val di Cecina (120) ma insieme raccolgono solo il 10% del totale contro il 24% di Peccioli, con una presenza media di 5 suini per azienda., questo mi porta a ritenere la presenza suina in azienda finalizzata all autoconsumo Per l allevamento bovino il numero maggiore di aziende si ritrova nel comune di Volterra: 61 aziende (17,33% del totale comuni Leader), un numero di capi che si aggira attorno al migliaio e una consistenza media di 16 capi per azienda. Il secondo comune nel comparto bovino è Montecatini Val di Cecina con 40 aziende detiene circa il 12% del totale. Fra i comuni non appartenenti alla comunità montana vocati all allevamento bovino troviamo Riparbella con 28 aziende, quasi l 8 % del totale, per un numero complessivo di 1378 capi. La tendenza generale è rivolta alla produzione di carne piuttosto che di latte forse in risposta alla relativa carenza del sistema di trasformazione lattierocasearia. In ambito zootecnico è il comparto ovino quello maggiormente rappresentativo con ben capi ripartiti per 361 allevamenti concentrati soprattutto nei comuni della comunità montana e specificatamente a Volterra (83 10

14 allevamenti e capi circa), Pomarance (71 all. e capi), Montecatini V.C. e Castelnuovo V.C. con circa 30 allevamenti ognuno. Nei comuni non appartenenti alla comunità montana troviamo Lajatico,Peccioli e Guardistallo per numero di capi (2549 il primo,1932 e1400 gli ultimi due) e Riparbella per numero di allevamenti (19 contro i 17 di Lajatico e gli 11 di Guardistallo). Da segnalare che nel territorio di riferimento l agriturismo e le produzioni biologiche ed integrate costituiscono una attività in piena fase espansiva. Tale tendenza è dimostrata dai numeri delle aziende iscritte (circa 500) e delle aziende autorizzate a svolgere tale attività. L agriturismo interessa aziende di diversa tipologia e dimensione e trova spazio, accanto ad aziende storiche, anche in realtà aziendali di dimensioni modeste. Dati tecnico-strutturali Pisa n ,6 0,8 37,1 7,5 29,8 5, ,9 5,8 Toscana n ,6 0,8 45,2 13, , ,9 3 Pisa/Toscana % 9,04 10,58 12,32 15,46 Autorizzazioni Posti letto Aziende con ristorazione Aziende con attività ricreativa Posti letto per azienda Posti letto per Kmq Aziende var 1996/99 Aziende var 1998/99 Posti letto var 1996/99 Posti letto var 1998/99 Presenze negli agriturismi nel 1998 Peso stranieri Presenze in agriturismi su totale presenze 12,47 Fonte: dati IRPET 2000 In relazione ai metodi di produzione biologica la provincia di Pisa, rispetto alla situazione regionale, mostra una vivacità non indifferente, non solo nelle fasi della produzione primaria quanto anche in quelle poste più a valle nelle fasi di commercializzazione. Aree inserite nella rete Natura 2000 Area insulare e area continentale Livorno e Pisa Tab. 5 - SIC DENOMINAZIONE SITO CODICE SITO NATURA 2000 SUPERFICIE SITO IN Kmq Monte Capanne e Promontorio dell Enfola SIC 58 - IT COMUNI LEADER INTERESSATI 70,544 Campo nell Elba, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio Isole di Cerboli e Palmaiola SIC 57 - IT ,24 Rio Elba e Rio Marina Isola di Pianosa SIC 59 - IT ,2 Campo nell Elba Isola di Montecristo SIC 60 - IT ,4 Portoferraio Isola di Capraia SIC 52 - IT ,3 Capraia Isola Boschi di Bolgheri Bibbona e Castiglioncello SIC 51 IT Monte Calvi di Campiglia SIC 54 IT ,53 Suvereto Montenero SIC 65 IT ,048 Volterra Macchia di Tatti-Berignone SIC 66 IT ,201 Volterra Fiume Cecina da Berignone a Ponteginori SIC 67 IT ,37 Bibbona, Casale Marittimo, Monteverdi Marittimo 15,941 Pomarance, Volterra, Montecatini V.C Complesso di Monterufoli SIC 68 IT ,598 Pomarance Valle del Pavone e Rocca SIR B11 IT Castelnuovo Val di Cecina, 5,325 Sillana Pomarance 11

15 Campi di alterazione SIR B12 IT geotermica di M.Rotondo e 1,026 Castelnuovo Val di Cecina Sasso Pisano Caselli SIR B13 IT ,225 Monteverdi Marittimo Balze di Volterra e crete SIR B14 IT circostanti 0,896 Volterra TOTALE 227,844 La superficie totale occupata dai Siti della Rete Natura 2000 è pari a 227,844 Kmq pari al 10,85% della superficie totale del territorio di riferimento (Kmq. 2099,43) DIAGNOSI INIZIALE a STRUTTURA ECONOMICA AREA INSULARE E AREE CONTINENTALI Se per le ragioni già esposte al punto anche per l analisi della struttura economica del territorio di riferimento, considerato il maggiore livello di diversità delle compagini socio-economiche, si è ritenuto opportuno riproporre la suddivisone per aree. Le diversità interne al territorio, ravvisabili anche nel fatto che ogni area con la propria analisi si propone di mettere in luce gli aspetti per essa maggiormente rappresentativi di una determinata condizione, non devono però essere viste quali vincoli ad uno sviluppo integrato di un area così complessa, anzi esse rappresentano un patrimonio in termini di opportunità di sviluppo: il PAL si presenta come una proposta programmatica unica considerata la piena condivisione di obiettivi, strategie e azioni metodologiche seppure a partire da differenti realtà geografiche e da diversi sistemi economici locali. La vera sfida di LEADER che il territorio di riferimento coglie con l attuazione del suo PAL, è proprio la creazione e la gestione integrata di un laboratorio della programmazione tutto nuovo per le aree interessate che, a partire dalla opportunità di integrare e valorizzare i rispettivi capitali territoriali, consenta di giungere, attraverso la piena e democratica condivisione delle tematiche individuate e delle relative strategie, alla costruzione di un'unica attraente e competitiva offerta locale. AREA INSULARE L analisi che segue è strutturata in modo da mettere in risalto gli aspetti legati alla storia economica degli ultimi anni, alla condizione attuale dei settori economici (agricoltura, industria,servizi-turismo), ai lineamenti demografici ed alla condizione socio-culturale; tali aspetti rappresentano gli elementi fondamentali e determinanti relativamente alla scelta degli obiettivi e delle strategie che il territorio eligibile della Provincia di Livorno intende perseguire nella programmazione dell IC LEADER PLUS. Cenni di storia economica locale i principali percorsi della storia economica locale L Arcipelago Toscano e, al suo interno, le comunità locali appartenenti all Isola d Elba hanno subito nel corso degli ultimi decenni grandi mutamenti. La configurazione socio-economica odierna è molto diversa da quella esistente nell immediato dopoguerra, dal momento che attività produttive una volta importanti (estrazione di ferro e granito, agricoltura) sono di fatto quasi azzerate ed altre (terziario) si estendono fino a costituire l ambito di occupazione prevalente; dal secondo dopoguerra la crisi dell industria estrattiva e metallurgica e lo sviluppo del turismo di massa hanno operato una progressiva terziarizzazione della base economica locale. Nell ultimo quarantennio il micro-universo locale è passato da un assetto tripolare ad una configurazione più distribuita sul territorio e molto meno in grado di determinare una precisa identità, ancorata a precise funzioni economico-produttive: alla fine della seconda guerra mondiale tre erano gli elementi basilari dell economia dell Arcipelago: 1)industria estrattiva, 2) agricoltura, 3) turismo. E opportuno mettere in risalto un aspetto molto significativo: le attività considerate costituivano il fondamento di una identità collettiva, perché la loro presenza e il loro svolgimento erano per così dire la base per il consolidamento di un senso di appartenenza alla comunità, in stretta connessione con l esercizio di ruoli e funzioni produttive ben identificate. In altri termini, la configurazione spaziale, la localizzazione delle attività, l'addensamento abitativo funzionale allo svolgimento dei processi di lavoro componevano una rete ben definita di soggetti sociali, funzioni ed identità collettive. In questa visione risultano abbastanza precisati anche gli orizzonti decisionali ed operativi delle singole persone e degli operatori in genere, dal momento che il più delle volte il raggio di azione e l ambito prospettico non superavano una dimensione limitata all ambiente circostante. 12

16 Una conseguenza immediata di questa situazione era la tendenza ad una certa staticità dei ruoli, nel senso che per la maggioranza della popolazione era altamente improbabile un mutamento sostanziale della propria condizione lavorativa e socio-economica, almeno nel breve periodo. Una ulteriore implicazione era la prevalenza nell universo locale di comportamenti stereotipati sul piano dei consumi, delle modalità di fruizione del tempo libero e del reddito (limitato) acquisito. Nel corso dei tre decenni intercensuari ( ) la configurazione produttiva e socio-economica dell Arcipelago è profondamente cambiata. Dall assetto tripolare si è passati ad un apparato distribuito. Nel settore industriale è praticamente annullata l industria estrattiva in termini di Unità locali (UL) e addetti, mentre sono rimaste praticamente invariate l industria manifatturiera e le costruzioni, almeno per quanto riguarda l occupazione. Nello stesso periodo sono invero aumentate le unità produttive delle costruzioni e sono diminuite quelle manifatturiere. I fenomeni più significativi, oltre a quello concernente l industria estrattiva, sono però costituiti dal forte decremento dell agricoltura (quasi due terzi in meno relativamente ad addetti e UL) e soprattutto l espansione del terziario (quasi raddoppiato in termini di UL e addetti). All interno di quest ultimo comparto sono soprattutto il commercio e la componente legata al turismo (alberghi e ristoranti) a mostrare i tassi di incremento di maggiore rilievo. Un dato molto interessante è il leggero aumento, rilevato dal Censimento del 1991, degli addetti in agricoltura e nel terziario, con un numero di unità terziarie praticamente pari al doppio di quelle agricole; ma è opportuno ricordare a questo punto che nel ventennio si è registrata una lieve contrazione della struttura alberghiera, in presenza di un aumento dei posti di letto. Dall'analisi dei dati ISTAT relativi al Censimento Intermedio dell Industria e dei Servizi del 1996 (tabella 6) emergono alcune interessanti conferme: alla sostanziale stabilità del comparto manifatturiero fa da pendant il forte balzo in avanti delle attività di trasporto e comunicazioni, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio etc., intermediari finanziari. Sembra dunque confermata la elevata dipendenza dell'economia insulare dall'industria turistica. Tabella 6 - Confronto tra i dati censuari dell Isola d Elba Sezione Variazioni (v.a.) Variazioni (%) U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti U.L Addetti Estrazione di minerali ,0-75,5 Attività manifatturiere ,1 4,3 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua ,0-10,6 Costruzioni ,5 6,4 Commercio ingrosso e dettaglio; riparazione di auto, moto e beni personali ,7-0,8 Alberghi e ristoranti ,9 41,1 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Attivita' immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, professionali ed imprenditoriali ,0 86, ,1 14, ,0 50,0 Sanita' e altri servizi sociali ,0-100,0 Altri servizi pubblici, sociali e personali ,2 15,5 Totale ,5 19,6 Con l espansione del turismo ed il declino degli altri due poli (industria ed agricoltura) è andato affermandosi un assetto economico-produttivo caratterizzato dallo svolgimento simultaneo di molteplici attività. Questo fenomeno ha indotto mutamenti di enorme rilievo sia sul piano economico-sociale, sia su quello dei comportamenti e dei modelli di vita in genere. Lo svolgimento durante il corso dell anno di attività lavorative diversificate è infatti spesso necessario per garantire ai nuclei familiari un livello di reddito adeguato. L universo locale si è così popolato di una serie multiforme di funzioni il cui sviluppo è avvenuto su basi peculiari: pullulare di 13

17 piccole iniziative, diffusione repentina di micro-imprenditorialità ed esercizio familiare di attività di servizi. Tale processo si è realizzato con una dinamica spontanea e livelli di specializzazione e professionalità carenti. La frammentazione e l adattamento ai flussi turistici non potevano che indurre un impiego intensivo del territorio e dell ambiente in genere, come risultato della prevalenza di un comportamento diffuso di tipo adattativo rispetto a shock esogeni quali la chiusura di imprese, il declino delle produzioni tradizionali, l arrivo del turismo e di richieste di soddisfazione di nuovi bisogni. Da un lato le esigenze di difesa rispetto a spinte involutive e dall altro la non esistenza nell ambiente locale di fattori innovativi, hanno fatto sì che non potesse affermarsi una elevata propensione a prevedere il raggiungimento di limiti nell uso delle risorse e quindi la necessità di elaborare preventivamente strategie di razionalizzazione, incentrate sulla capacità di cogliere nuove possibilità di sviluppo. E pertanto comprensibile come nell Arcipelago si sia consolidato un modello di valorizzazione deformata, in quanto è prevalsa la riduzione del turismo ad attività estiva e balneare che è incapace di produrre ulteriore sviluppo: l impatto ambientale non consente una dilatazione ulteriore della presenza turistica estiva. Occorre però riconoscere che l evoluzione verso un economia frammentata è riuscita comunque a compensare un involuzione, che altrimenti avrebbe portato alla stagnazione e al degrado; al tempo stesso, però, le forme in cui la trasformazione è avvenuta non hanno consentito di consolidare un potenziale endogeno capace di sprigionare forza propulsiva. In altri termini, l apertura al turismo ha evitato un profilo involutivo ed ha alimentato nel sistema locale un economia da adattamento, ovvero incentrata sulle risposte a bisogni ed esigenze via via espresse dai flussi di persone in entrata. E logico ritenere che in questo modo abbia prevalso, sempre più rafforzandosi, la tendenza dei micro-universi locali a reagire a quanto accadeva, più che ad anticipare i fenomeni prefigurando scenari dei mutamenti. Possiamo pertanto affermare che l economia dell Arcipelago ha perso identità economico-territoriale, ma la dinamica innescata sul loro superamento non ha prodotto una configurazione ben definita, imperniata su nuovi elementi caratterizzanti. Quadro sintetico del sistema economico esistente Dalle statistiche regionali relative alle analisi del SEL 17 Arcipelago toscano, nel 1998 risulta che l area ha realizzato poco più di 900 miliardi di lire di VAC (Valore aggiunto al costo dei fattori), proveniente per l 87,2% dai servizi, per il 10,5% dall industria e per il 2,3% dall agricoltura e e foreste (Toscana 67,4%, 30,4% e 2,2%). Le cesure settoriali sono largamente artificiose, poiché l intero apparato produttivo dell Isola, ormai, può considerarsi incardinato sul ricettivo-turistico e su un para-ricettivo più ampio possibile, che, sostanzialmente, coinvolge anche gran parte dell agricoltura, dell artigianato manifatturiero, dell impiantistica, dell edilizia, della meccanica, ecc. L evoluzione recente ( ), sempre valutata sul VAC, è stata di poco migliore di quella regionale (+45,1%, contro un + 41,8%), grazie ad un chiaro vantaggio del terziario (+53%, +47%) e ad uno più lieve del primario (+36,6%, +32,8%) che hanno più che compensato un evidente cedimento del secondario (+2,4%, +32%). L analisi della banca dati CERVED delle Camere di Commercio conferma di dati sopra esposti, mettendo in risalto che a fine 1998 il commercio all ingrosso e al dettaglio, gli alberghi e ristoranti, l industria delle costruzioni -in ordine decrescente di estensione- comprendono oltre il 62% delle unità locali attive (UL) e più del 64% degli addetti totali (tabella 7). Seguono le attività manifatturiere con 6,7% e 9,7% (rispettivamente per UL e addetti) e poi le altre attività con pesi percentuali molto distribuiti. La media generale degli addetti è molto bassa (1,4 addetti per UL), ad indicare una estrema frammentazione delle attività economiche, che di rado assumono l aspetto di micro-imprese strutturate. Tabella 7. Unità locali attive e addetti all'isola d'elba al 31/12/98 per sezione di attività economica ISTAT Sezione di attività ISTAT Numero UL % UL Numero addetti % addetti Media addetti Agricoltura, caccia, silvicoltura 288 7, ,1 0,4 Pesca, piscicultura 50 1,2 66 1,1 1,3 Estrazione di minerali 9 0,2 81 1,4 9,0 Attività manifatturiere 274 6, ,7 2,1 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, acqua 4 0,1 4 0,1 1,0 Costruzioni , ,7 1,4 Commercio all'ingrosso e dettaglio , ,5 1,5 Alberghi e ristoranti , ,5 1,5 14

18 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 139 3, ,0 1,7 Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre att. prof , ,0 1,0 Intermediazione monetaria e finanziaria 69 1, ,3 1,9 Istruzione 17 0,4 16 0,3 0,9 Sanità e altri servizi sociali 2 0,0 1 0,0 0,5 Altri servizi pubblici, sociali e personali 207 5, ,8 1,1 Prive di codice di attività 111 2, ,6 2,5 Totale complessivo , ,0 1,4 L esame di ciascuno dei comparti sopra indicati porta alla luce elementi di grande interesse. Nell industria manifatturiera (274 UL per 568 addetti) le presenze più consistenti sono dell industria alimentare, di quella del legno e della fabbricazione dei mezzi di trasporto. Nella sezione di attività relativa al commercio all ingrosso e al dettaglio vi è una notevole dispersione di UL e addetti, salvo un relativo addensamento di UL nella commercializzazione al dettaglio di abbigliamento e di oggettistica varia (orologi, giochi, materiale sportivo, ecc.). Le stesse caratteristiche presenta la sezione ISTAT che corrisponde ad attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, etc. Dall esame delle UL attive in base alla classe dimensionale risulta come le unità al di sopra di 20n addetti siano lo 0,3% del totale, quelle con occupati lo 0,8%, mentre quelle con 1-3 addetti arrivino quasi al 60%; è molto elevata, infine, la componente che dichiara nessun addetto (35%). I fenomeni indicati devono essere ritenuti espressioni proprio dello scenario di economia frammentata: prevalgono attività raggruppate in tutta evidenza attorno ai flussi turistici e non in grado di determinare spinte autonome verso la produzione di ricchezza e l accumulo locale di particolari specializzazioni e professionalità, dal momento che il suo peculiare processo genetico induce comportamenti socio-economici di non elevato dinamismo. In altri termini: prevale una scarsa propensione a percepire l esistenza di vincoli e quindi a tentare di proiettarsi oltre essi, cogliendo nuove opportunità. SETTORE AGRICOLO Dal catasto agrario risulta che fino al 1950 la superficie interessata dalle coltivazioni era di circa ettari, le aree boschive si estendevano per ettari mentre la restante superficie era destinata ad altre utilizzazioni (aree edificate e fabbricabili, strade, canali etc.). Nel passaggio dal 1970 al 1982 al 1991 (ultimi tre censimenti dell'agricoltura), le attività agricole hanno subito un calo di quasi 2/3 del loro potenziale produttivo Tab % 1982 % 1991 % Aziende agricole Superficie utilizzata (ha) Superficie agricola e forestale (ha) Elaborazione su fonte ISTAT La tabella 9 mette in evidenza la diminuzione registrata dal 1982 al 1990, del numero di aziende agricole e della superficie agricola (elaborazione dei dati relativi al censimento dell agricoltura del 1990). Tab. 9 Valori assoluti e percentuali 1990 Variazioni assolute e percentuali n. aziende Superficie totale ha n. aziende Superficie totale ha valore % valore % valore % valore % A conduzione diretta , , , ,42 Con salariati 14 1, , , ,6-42,07 Con mezzadria 5 0,

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