CORSO SICUREZZA PER ASPP_RLS MODULO A2 1
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- Marisa Tonelli
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1 SISTEMA PUBBLICO DELLA PREVENZIONE 1
2 SISTEMA PUBBLICO DELLA PREVENZIONE Enti pubblici con compiti particolari; Vigilanza e Controllo; Il sistema delle prescrizioni e delle sanzioni; Le omologazioni, le verifiche periodiche; Informazione, assistenza e consulenza; Organismi paritetici e Accordi di categoria. 2
3 ENTI PUBBLICI CON COMPITI PARTICOLARI (Art. 9 TUSL) Enti pubblici nazionali (Art.9 c.1): ISPELS INAIL IPSEMA i quali esercitano le proprie attività, anche di consulenza, in una logica di sistema con: Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Regioni e Prov. Auton. Trento e Bolzano 3
4 COSA SI INTENDE PER VIGILANZA E CONTROLLO Per vigilanza si intende la verifica della rispondenza degli ambienti, degli impianti e delle macchine alle norme di sicurezza vigenti; Per controllo si intende la verifica periodica dell efficienza, nel tempo, di macchine ed impianti ritenuti particolarmente a rischio. 4
5 Quali sono gli organi di vigilanza (Art. 13 TUSL) AZIENDA SANITARIA LOCALE CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO (per quanto di specifica competenza) ISPETTORATO DEL LAVORO 5
6 Più in generale, nel procedimento di vigilanza e controllo, con particolare riguardo alle materie di igiene e sicurezza del lavoro, possono intervenire: Soggetti inquadrati nel ruolo di Ufficiali di Polizia Giudiziaria (UPG); Esperti: Appartenenti ai ruoli indicati dalla legge di riforma sanitaria e dipendenti dalle USSL (art. 25 L.833/78); Ispettori del lavoro, concordando preventivamente l intervento con le USSL; Vigili del Fuoco per la verifica degli adempimenti in materia di antincendio; Funzionari dell ISPESL per le autorizzazioni omologative. 6
7 FASI COSTITUTIVE DEL PROCEDIMENTO DI VIGILANZA E CONTROLLO 1) AVVIO 2) ATTIVITA DI SOPRALLUOGO 3) RISULTANZE E PRESCRIZIONI 7
8 1) AVVIO E questa la fase iniziale del procedimento che consiste nella presentazione del Funzionario dell Organo di Vigilanza. Durante tale fase, che dovrà essere preceduta dalla qualificazione formale del Funzionario, il Capo d Istituto potrà richiedere quali sono le ragioni e le finalità del sopralluogo. 8
9 2) ATTIVITA DI SOPRALLUOGO Consistono nella visita sui posti di lavoro al fine di verificare la rispondenza sia degli ambienti sia degli impianti e delle macchine alle norme di sicurezza, nell accesso e verifica della documentazione, nei rilievi ecc 9
10 Questa fase deve rappresentare evento normale e di ordinaria amministrazione le cui risultanza sono influenzate da una adeguata relazione di collaborazione tra le parti. E quindi necessario che il Capo d Istituto predisponga un apposita procedura che consente di individuare i soggetti qualificati che è opportuno coinvolgere nell affiancamento degli organi di vigilanza e controllo 10
11 SOGGETTI COINVOLTI NELLE FASI DEL PROCEDIMENTO: Il Capo d istituto Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione o un addetto al servizio P.P. Il medico competente, se necessario o coinvolto dai fatti; Altro personale dell istituto (responsabile Ufficio tecnico, Direttore dei servizi ecc ) Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza 11
12 3) RISULTANZE E PRESCRIZIONI Esse costituiscono la parte finale del procedimento e consistono nella redazione del verbale, strettamente legata alla verifica degli inadempimenti e quindi alla successiva prescrizione. Per prescrizione si intende una imposizione ad adempiere ad una norma generale o speciale rivolta alla Scuola e si attiva solo in caso di violazione alla norma stessa. 12
13 Nella prassi risulta ipotizzabile che il destinatario della prescrizione possa essere anche un ruolo gerarchico della scuola e non solo il Capo d Istituto. Questa possibilità è giustificata dal fatto che nella scala gerarchica (datore di lavoro. Dirigente, preposto) vi sono destinatari di obblighi e di sanzioni in relazione alle loro specifiche attribuzioni e competenze. 13
14 Si noti che la Prescrizione, istituto innovativo introdotto dal D. LGS. N. 758/94 del 19/12/94 concernente le Modificazioni alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro, ha sostituito, in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, l atto di diffida, previsto e disciplinato dall art. 9 del DPR n. 520 del 19/3/1955. Si precisa che, a differenza della previgente diffida, la prescrizione costituisce un obbligo e non una facoltà dell Organo di Vigilanza. 14
15 Visita ispettiva dell organo di vigilanza Accertamento della contravvenzione Prescrizione con termine per la regolarizzazione Comunicazione al pm della notizia di reato Sospensione procedimento Verifica della regolarizzazione allo scadere del termine Adempimento della prescrizione Pagamento di una somma pari ad ¼ del massimo dell ammenda prevista per la Contravvenzione commessa Mancato adempimento della prescrizione Il procedimento penale Riprende il suo corso Comunicazione al pm dell avvenuta regolarizzazione Provvedimento di archiviazione Il nuovo procedimento 15
16 Documentazione da conservare e da esibire agli organi di vigilanza 1. Documentazione legale ed amministrativa 2. Documentazione autorizzativa 3. Documentazione tecnica 4. Documentazione relativa alla gestione della sicurezza 5. Documentazione sanitaria (eventuale) 16
17 Si riportano di seguito, degli elenchi puramente indicativi e non esaustivi in relazione ai tipi specifici di documentazione 17
18 1. Documentazione legale ed amministrativa Attiene agli aspetti costitutivi dell Istituto, organizzativi e logistici nonché ai soggetti qualificati e dotati di poteri e responsabilità previsti dalle norme: Decreto istitutivo della Scuola Predefinizione della persona fisica individuata come datore di lavoro ai fini del Codice penale e del D.Lgs. 81/08 18
19 Organico della scuola e turnazione del personale Logistica, sede decentrate, succursali Nomine del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, degli Addetti al Servizio di P.P., dei designati al Pronto Soccorso, Emergenza, Antincendio, del Medico competente (ove necessario) 19
20 2. Documentazione autorizzativa Riguarda le autorizzazioni e le modifiche che attengono l esercizio delle attività scolastiche e che comprendono: 2.1 L igiene; 2.2 La sicurezza sul lavoro; 2.3 L antincendio; 2.4 L ecologia 20
21 2.1 L igiene Certificato di agibilità igienico-sanitario Autorizzazione esercizio mensa, luogo di ristoro (se esistenti) 21
22 2.2 La sicurezza sul lavoro Denuncia impianti di messa a terra; Denuncia impianti di protezione scariche atmosferiche; Denuncia impianti antideflagranti (se presenti luoghi con rischio di esplosione e incendi); Denuncia di attività con presenza di radiazioni ionizzanti; Dichiarazione di conformità elettrica (L. 46/90) sia per gli impianti di competenza dell Ente Locale sia per gli impianti di competenza della Scuola; Dichiarazione di conformità di macchinari con relativa marcatura CE e manuale d istruzione, uso e manutenzione (obbligatorio dal 22/9/ 96) 22
23 2.3 Antincendio C.P.I. (Certificato Prevenzione Incendi) 23
24 2.4 Ecologia Documentazione di corredo per lo smaltimento dei rifiuti; Quanto previsto dalla normativa vigente 24
25 3. Documentazione tecnica Ordini di acquisto di macchinari in relazione alla loro rumorosità; Eventuale planimetria della Scuola con evidenziata la destinazione d uso dei locali; Eventuali schemi generali e funzionali della distribuzione dell energia elettrica, gas, acqua ecc..; Eventuale schema impianto antincendio; Licenza di esercizio ascensori; Verbale di collaudo centrale termica (se di potenzialità superiore a 100 mila calorie); Pianta e sezioni dell impianto di riscaldamento. 25
26 4. Documentazione relativa alla gestione della sicurezza Registro infortuni; Documento di valutazione del rischio; Piano sanitario redatto dal medico competente (se previsto); Contratti per la gestione della mensa, dei punti di ristoro; Piano di emergenza e di evacuazione Documentazione sulle attività di formazione ed informazione in materia di sicurezza e igiene del lavoro; 26
27 Verbale della riunione periodica prevista dall art. 35 del D. Lgs. 81/08; Verbale di elezione del RLS; Eventuale verbale di consultazione del RLS; Eventuali precedenti verbali di prescrizione; Documenti relativi ad indagini tecniche strumentali (rumore, fumi, misure di terra ecc..); Verbali delle verifiche periodiche sulle macchine e sugli impianti previsti dalle norme, effettuate direttamente da parte della Scuola o dell Ente proprietario sia da parte degli Organi di Vigilanza. 27
28 5. Documentazione sanitaria Riguarda quella relativa al Piano sanitario ove necessita. 28
29 Come devono essere improntati i rapporti con gli Organi di Vigilanza: Corretta impostazione per assicurare il rispetto delle finalità e modalità del procedimento di vigilanza e controllo; Instaurazione, fin dall inizio, di un rapporto ispirato alla migliore reciproca collaborazione; Relazione di massima collaborazione. 29
30 N.B. Per la trattazione della suddetta tematica è stato utilizzato, in massima parte, il contenuto del Quaderno su: Sicurezza, salute e prevenzione: il rapporto con le USL, realizzato dall Area Ambiente Infrastrutture Sicurezza dell associazione industriale milanese assieme ai funzionari delle USL dell area milanese e pubblicato dall Assolombarda. 30
31 LE OMOLOGAZIONI E LE VERIFICHE PERIODICHE L omologazione è una procedura con la quale un Ente preposto certifica la conformità a particolari requisiti indicati da specifiche norme e leggi in vigore. 31
32 LE OMOLOGAZIONI E LE VERIFICHE PERIODICHE Le verifiche sono un insieme di operazioni mediante le quali si vuole comprovare la rispondenza dell'impianto alle norme di sicurezza e alle leggi. La verifiche non vanno confuse con il collaudo col quale, pur avendo in comune il controllo di un impianto, ci si prefigge invece di accertare la corrispondenza dell'installazione al progetto e al capitolato d'appalto. 32
33 INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA ART. 10 TUSL Svolgono attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: Le regioni e le prov. Aut. Trento e Bolzano (AA.SS.LL. del Serv. San. Naz.) Ministero dell Interno (Vigili del Fuoco) Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (ISPELS) 33
34 INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA ART. 10 TUSL Svolgono attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Ministero dello sviluppo economico per il settore estrattivo 34
35 INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA ART. 10 TUSL Svolgono attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: Istituto nazionale per l assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA) 35
36 INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA ART. 10 TUSL Svolgono attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione, promozione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: Organismi paritetici Enti di patronato 36
37 ORGANISMI PARITETICI ART. 51TUSL Organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per: - la programmazione di attività formative e l elaborazione e la raccolta di buone prassi a fini prevenzionistici; 37
38 ORGANISMI PARITETICI ART. 51TUSL - lo sviluppo di azioni inerenti alla salute e alla sicurezza sul lavoro; - l assistenza alle imprese finalizzata all attuazione degli adempimenti in materia; - ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento (Art. 2 c.1 lett. ee) 38
39 ORGANISMI PARITETICI ART. 51TUSL Sono prima istanza di riferimento in merito a controversie sorte sull applicazione dei diritti di rappresentanza, informazione e formazione, previsti dalle norme vigenti; Possono sopportare le imprese nell individuazione delle soluzioni tecniche e organizzative; Svolgono e promuovono attività di formazione; 39
40 ORGANISMI PARITETICI ART. 51TUSL Istituiscono specifiche commissioni paritetiche, tecnicamente competenti; Possono effettuare nei luoghi di lavoro sopralluoghi purchè dispongano di personale con specifiche competenze tecniche in materia di salute e sicurezza sul lavoro; Trasmettono al Comitato di cui all art.7 una relazione annuale sull attività svolta; 40
41 ORGANISMI PARITETICI ART. 51TUSL Comunicano alle aziende di cui all articolo 48, comma 2, i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale. Analoga comunicazione effettuano nei riguardi degli organi di vigilanza territorialmente competenti; Comunicano all INAIL i nominativi delle imprese che hanno aderito al sistema degli organismi paritetici e il nominativo o i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali. 41
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