NOTA SULLA RIUNIONE DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA SEZIONE TRASPORTO STRADALE
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1 NOTA SULLA RIUNIONE DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA SEZIONE TRASPORTO STRADALE Bruxelles, 11 marzo 2015 La riunione è iniziata con una relazione, fatta dalla Segretaria dell ETF, Cristina Tilling, sui lavori che la Commissione Europea dei Trasporti intende portare avanti sotto la nuova direzione del Commissario Violeta Bulc. E stata avviata una discussione sull intero pacchetto normativo del Trasporto su Strada, in dettaglio: - il Regolamento Europeo 561/2006 riguardante gli orari di guida e di riposo degli autisti di mezzi commerciali superiori alle 3.5 tonnellate con obbligo a bordo di Tachigrafo digitale; - la Direttiva Europea 2002/15 relativa all orario di lavoro per la stessa tipologia di personale viaggiante; - la Direttiva Eu 2006/22 che definisce e implementa i controlli minimi da effettuarsi su strada e nelle aziende; - il Regolamento Eu 1071/2009 concernente le regole e le condizioni per l ottenimento della licenza di esercizio dell attività internazionale di autotrasporto nel mercato europeo; - il Regolamento Eu 1072/2009 relativo alle regole comuni di accesso al mercato europeo del trasporto su strada e le attività di Cabotaggio consentite. Le intenzioni, manifestate dalla Bulc e dalla Commisione; sono quelle di una rivisitazione completa della normativa con l obbiettivo proclamato di eliminare il dumping sociale, la modalità dichiarata per raggiungere l obbiettivo è un alleggerimento complessivo della normativa. Non sfuggirà a chi legge, come ai membri del Comitato Esecutivo ETF, quale sia il rischio di una simile impostazione e quale il reale disegno. A tal fine la Commissione ha avviato una fase di consultazione delle Parti Sociali europee e dei cosiddetti Stakeholder (letteralmente portatori di interesse ) prima di procedere alla rivisitazione. Un Consorzio, RICARDO-AEA, è stato incaricato dalla Commissione di condurre uno studio sulla disciplina complessiva e lo stato di applicazione. I membri della sezione verranno consultati attraverso la somministrazione di un questionario, che è stato distribuito durante la riunione. Dopo una approfondita lettura e discussione, si è condiviso che parte delle domande inserite in tale questionario sono intenzionalmente tendenziose, altre totalmente sbagliate, pertanto si è assunta la decisione di chiedere alla sezione di deliberare su una compilazione unitaria e identica su alcune domande per lanciare un chiaro messaggio, come ETF e come Federazioni Sindacali nazionali, di dissenso e di impostazione politica unitaria sul tema della rivisitazione della normativa. La linea politica, in risposta alle recenti scelte della Commissione Europea, condivisa all interno dell esecutivo e già sintetizzata nella dichiarazione congiunta del Febbraio 2014
2 con la controparte dell IRU, è quella di non modificare la normativa, in particolar modo del Cabotaggio, ma di renderla esigibile e applicata concretamente attraverso una disciplina più serrata dei controlli e specifiche di attuazione e interpretazione nei punti dove sono più evidenti i deleteri vulnus normativi. Tuttavia nel caso in cui la Commissione, nonostante il parere avverso delle Parti Sociali europee, dovesse procedere con la rivisitazione dell intero pacchetto Autotrasporto, l ETF dovrà trovarsi pronto con proposte dettagliate, che vadano nella direzione di una rigorosa rivisitazione delle norme e di una loro definizione univoca e esigibile. In questo caso, le questioni più importanti sono: 1) Rendere più efficace la disciplina del Cabotaggio attraverso l utilizzo della nuova tecnologia dei cosiddetti Tachigrafi intelligenti (Regolamento Eu 165/2014); a tal fine è stato avviato un gruppo di studio tra alcuni membri della sezione, lo scorso fine febbraio, che si avvale della consulenza dell azienda Continentale (ex Siemens), prima produttrice di tali apparecchi a livello europeo, e della ECR (Euro Controle Route), società di controllo stradale europeo, che lavora su incarico della Commissione Europea e alla quale aderiscono la maggior parte degli Stati Europei (l Italia non più dal 2011 circa); 2) Chiedere l istituzione di un registro europeo delle imprese, che metta in relazione le informazioni dei registri nazionali delle imprese, previsti dal Regolamento 1071/2009, in modo che, in caso di controlli agli ispettori, su strada o nelle aziende, sia subito evidente il livello di virtuosità o meno dell azienda controllata; 3) Creare dei vincoli reali e solidi attraverso la normativa per impedire di fatto la costituzione di Società fittizie all estero, finalizzata all esclusiva elusione della normativa retributiva e sociale del lavoro nel Paese dove l attività di trasporto è invece prevalente; 4) Far specificare meglio nella normativa alcune prescrizioni antidumping fondamentali, prevedendone un più rigoroso controllo e un pesante sanzionamento, in particolare per quello che riguarda il divieto di trascorrere il riposo settimanale a bordo del veicolo e il pagamento a chilometro (alias retribuzione a cottimo del lavoro). Altro tema affrontato e relazionato dal Presidente della Sezione, Roberto Parrillo, riguarda l azienda di Autotrasporto Norbert Dentressangle (in Italia nota maggiormente come ND). Il Governo francese, dopo un controllo degli ispettori di differenti ministeri, effettuato per un periodo di due anni e mezzo, sulle attività di questa azienda, ha intentato una causa legale per pratica di lavoro nero, sfruttamento di manodopera e somministrazione fittizia. Dai conteggi effettuati dal nazionale ente di previdenza-assicurazione sociale risulterebbero ammanchi per circa 25/35 milioni di euro. L ETF ha intenzione di costituirsi parte civile, lo hanno già fatto 303 lavoratori polacchi e rumeni per chiedere risarcimento dei danni subiti. L Azienda ha chiesto l annullamento del processo per mancata chiarezza nelle disposizioni legislative, che avrebbe portato a un mancato versamento in buona fede, il 5 di maggio il tribunale delibererà nel merito. Se il processo proseguirà come è auspicabile l ETF si costituirà parte civile non solo per motivi risarcitori, ma soprattutto per sostenere la mancata applicazione del regolamento cosiddetto Roma I relativo al tema dell applicazione delle condizioni di lavoro e di assistenza sociale del Paese in cui l attività di impresa è prevalente. Il Comitato esecutivo ha chiuso i lavori nella mattinata, per dar modo alla sessione di proseguire in plenaria, così come calendarizzato.
3 RELAZIONE SULLA RIUNIONE DELLA SEZIONE DEL TRASPORTO STRADALE Bruxelles, marzo 2015 La riunione si è aperta con la relazione di un funzionario della CES in merito alle intenzioni della Commissione Europea di creare una normativa specifica e sovrannazionale relativa alle Aziende che esercitano attività in modo transnazionale all interno del mercato europeo. Il motto della Commissione è Crossborder Company for Crossborder Business (Compagnie transfrontaliere per commercio/attività economica transfrontaliero), ma dietro i proclami c e la sostanza e la sostanza è che queste future aziende svolgerebbero la loro attività completamente in deroga alle restrizioni delle singole normative nazionali (fisco, contribuzione sociale, diritto del lavoro per dirne solo alcune). Un primo tentativo di andare in questa direzione fu attuato dalla Commissione nel 2008, con la definizione di Società Primaria Europea. Ovviamente la proposta era ed è intesa ad abbracciare l intero mondo imprenditoriale per questo fu la CES, il nostro sindacato Confederale europeo, che all epoca attuò una dura battaglia, richiedendo tra le altre cose che questa tipologia di aziende avesse una sede legale in un determinato Stato dell Unione e fosse sottoposta comunque alla normativa nazionale di detto Stato. A quel punto la CE ritirò la proposta. La nuova proposta con cui la CE è ripartita alla carica è, pur essendo simile, decisamente peggiore, i capisaldi sarebbero: - registro online dell Impresa - nessuna sede legale stabile, o addirittura nessuna sede fissa Veniamo alle conseguenze immediatamente deducibili: - nessun dovuto fiscale e contributivo - nessun diritto del lavoro di riferimento - forte rischio di evanescenza dell identità giuridica. L obbiettivo è quello di armonizzare a livello europeo la normativa di impresa (per l Italia essenzialmente contenuta nel codice civile) e creare una nuova impresa europea con licenza comunitaria a parte e diritto di impresa, prodotto ex novo per l occasione. Quanto sarebbe facile per un impresa, la Commissione sta al momento pensando solo alla microimprenditoria con il limite di 1000 euro di capitale sociale e massimo 50 dipendenti, spacciarsi per operante sul mercato europeo e farsi riconoscere una licenza di questo tipo al solo scopo di eludere la normativa nazionale dello Stato dove in realtà opera? Eppure la CE sta già pensando alla possibilità legislativa di una direttiva, che vada in tale senso e che, in quanto tale, dovrà essere recepita dai singoli Stati europei, quegli stessi Stati che non avranno alcuna possibilità di controllare l applicazione delle disposizioni normative emesse. Il Comitato Europeo avrà di nuovo una discussione ristretta a luglio sul tema, per questo motivo la CES insieme ad alcune Federazioni Europee, fra cui appunto l ETF ha avviato un progetto contro le società fittizie ( le cosiddette Letter Box Companies ), un progetto della durata di 24 mesi e che avrà tre fasi di sviluppo: Prima fase studio e ricerca comparato sui temi della fiscalità, della contribuzione sociale e dei contratti di lavoro nelle varie imprese nazionali nei differenti Stati europei; Seconda fase analisi della ricerca sui tre pilastri fondamentali;
4 Terza fase discussione e preparazione di una lista di proposte sindacali condivise da portare in discussione in Commissione e al Parlamento europeo. Al termine della relazione della CES è intervenuto il Presidente Parrillo, evidenziando come la nostra battaglia in ETF contro le Letter Box Companies, che nel settore dell Autotrasporto sono strumento fondamentale di dumping sociale, visto che il 99% delle grandi imprese Nordeuropee ha aperto sedi fittizie nell Est europa e ultimamente anche in Portogallo, alla luce delle possibili nuove disposizioni della CE rischia di diventare vana. Il successivo punto all ordine del giorno è riferito sempre dal Presidente Parrillo e riguarda il tema delle intenzioni della CE di rivisitare il pacchetto normativo dell autotrasporto, avendo abbondantemente trattato il tema nella nota precedente relativa alla riunione ristretta del comitato esecutivo, non verrà qui ripetuta. Unica evidenza posta nella plenaria che vale la pena di evidenziare è che l IRU (l associazione europea dell Imprese) ha un impostazione molto conservativa dell statu quo, i motivi non sfuggiranno a chi legge, ma ha anche delle posizioni interne molto difformi, che variano tra le Associazioni dei diversi Stati europei, ma anche tra le differenti tipologie di Impresa (contrasti e divisione che in Italia si manifestano frequentemente nelle plenarie contrattuali di rinnovo). Si ritiene che l azione sindacale all interno del Dialogo Sociale, dovrà tendere a trovare una sintesi con quella parte di Associazioni ed Imprese che scelgono con decisione e concretamente di ostacolare la concorrenza sleale e l illegalità del settore, anche se questo comporterà ridiscutere la normativa e trovare nuove sintesi tra le Parti su alcuni temi, nervi delicati e sensibili di interessi contrapposti. Alcuni Stati nazionali stanno operando una forte opposizione al dumping sociale (Francia, Belgio e ultimamente la Germania), sostiene la Tilling, e, senza entrare nel merito delle singole scelte normative nazionali, bisogna incalzare la Commissione Europea affinché recepisca che un intervento normativo centrale serio può porre fine di fatto alla concorrenza sleale e alla crisi di questo settore. Un responsabile dell ITF ha riferito nel merito della Settimana d Azione Internazionale dei Sindacati dei Trasporti, che quest anno si terrà tra il 5 e il 9 di ottobre e il cui tema principale sarà il dumping sociale. Si è deciso come sezione di iniziare i lavoratori preparatori delle iniziative in tempo utile e in anticipo rispetto agli anni precedenti. Seguiranno comunicazioni dalla Segreteria ETF nei prossimi mesi. Le due giornate sono proseguite relazionando i temi e le decisioni assunte nel Comitato Esecutivo per deliberarle e condividerle con la Sezione. Un tema, in particolare, è stato abbondantemente discusso, quello sul salario minimo. Marlene, la rappresentante dei Ver.Di nella sezione, ha infatti portato il suo contributo, raccontando lo stato dell arte sulla recente normativa tedesca sul salario minimo (si ricorda 8.50 euro l ora) nel settore del trasporto merci, anche in transito transnazionale. L intervento di Marlene ha creato l occasione per un dibattito sulla possibilità di definire un salario minimo europeo, tema tra l altro all ordine del giorno della prossima Plenaria di aprile del Dialogo Sociale. Tuttavia, pur condividendo la necessità della Germania di una definizione per legge di minimo retributivo in un settore, dove era totalmente assente un contratto collettivo nazionale di riferimento, la Filt Cgil ha fatto presente che in Italia il salario minimo esiste già, non solo per Legge ma per la stessa Costituzione, e si chiama Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, che qualsiasi sintesi economico/retributiva tra i vari Paesi europei è al momento poco
5 possibile e auspicabile, viste le evidenti differenze nelle varie zone geopolitiche, e che il problema non è il salario minimo europeo, ma una sana e reale politica dei controlli, in assenza della quale non esiste certezza di applicazione di norma alcuna e il dumping sociale tenderà sempre a regolamentare fuori dalle regole il mercato europeo e nazionale. Nelle Conclusioni Parrillo ha fatto propria la posizione della FIlt Cgil e ha rinviato alla prossima riunione una ulteriore discussione di approfondimento sul tema.
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