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1 8 forum Ossigeno alle imprese grazie ai Confidi Ermes Ferrari [Nel 2008 sono stati poco meno di 400 i milioni di euro in finanziamenti a cui hanno avuto accesso le imprese grazie ai Confidi Aumenta la richiesta di liquidità e i Consorzi Fidi sono attrezzati per affrontare una stagione difficile. Vediamone l operatività e le prospettive in questa rassegna dei consorzi che operano in provincia di Modena per agevolare il ricorso al credito da parte delle imprese. Diciamoci la verità. Fino a qualche mese fa i Consorzi Fidi, gli strumenti che le associazioni d impresa ormai da anni si sono date per facilitare il ricorso al credito, sembravano realtà un po in ribasso, retaggi di un passato messo in soffitta da una finanza sempre più aggressiva. Oggi, invece, con i finanziamenti che cominciano a scarseggiare, con gli spread i differenziali applicati dalle banche a parametri come l Euribor e che corrispondono ai guadagni degli istituti di credito che lievitano in controtendenza ai tassi ufficiali, con la fame di garanzie che attanaglia il mercato del credito, consorzi e cooperative Fidi stanno conoscendo un nuovo successo. Tanto che enti e istituzioni (a cominciare dalla Camera di commercio per continuare con Regione e Comuni) hanno ritenuto opportuno investire su di essi. Per dare un idea delle operazioni movimentate da queste realtà, nel 2008 sono stati poco meno di 400 i milioni di euro in finanziamenti a cui hanno avuto accesso le imprese grazie ai Confidi. Sei realtà (erano sette, prima che le cooperative di CNA e Confartigianato Lapam si unissero, nello scorso mese di ottobre, dando vita alla cooperativa regionale UNIFidi) tra le più dinamiche sull intero panorama nazionale. È il caso appunto di UNIFidi, per dimensioni il primo consorzio di garanzia in Italia: oltre imprese socie, un operatività che nel 2008 ha superato in regione gli 850 milioni di euro, un capitale sociale di 30 milioni di euro. «La ragione di questa fusione? spie-

2 MEforum 9 ga il presidente Sergio Capatti La necessità di fare massa critica per rappresentare un valido punto di riferimento nel settore del credito, sia per le imprese sia per le banche del territorio. La dimostrazione sta nel forte radicamento delle nostre cooperative sul territorio, garantito dalla presenza capillare delle associazioni, e nel ruolo attivo svolto dalle imprese socie». I rapporti con le banche? «La congiuntura economica negativa e la Sergio Capatti, presidente di UNIFidi Ottavio Righini, presidente di COFITER L operatività dei Confidi L attività dei confidi operanti sul territorio della provincia di Modena nel 2008 ha consentito operazioni di finanziamento per 370 milioni di euro, il 19% in più rispetto all anno precedente. Operazioni che per il 31% hanno coinvolto il gruppo BPER, per il 20% Unicredit, per il 15% il gruppo BPV-BSGSP e gli altri istituti bancari per il rimanente 44%, percentuali che si discostano poco tra i diversi confidi. Sicuramente più variegata in relazione ai vari settori di attività, risulta, invece, l utilizzazione degli investimenti. Se, infatti, nell industria la stragrande maggioranza delle operazioni va ad agevolare gli investimenti (l ammontare delle operazioni finalizzate alla gestione finanziaria delle imprese si ferma al 23%), nel commercio, questi ultimi scendono al 31% delle operazioni finanziate, la gestione finanziaria sale al 43%, mentre gli interventi a favore delle nuove imprese assorbono il 16%. Il mondo dell artigianato si colloca un po a metà strada tra queste realtà industriali e commerciali, mentre per ciò che riguarda il settore agricolo gli interventi per la gestione finanziaria del impresa e quelli per investimenti (acquisto attrezzature, terreni, miglioramento delle strutture) si dividono equamente. Nel settore cooperativo, invece, la parte del leone la fanno i finanziamenti per gli investimenti (33%), con le operazioni a sostegno dell acquisto di immobili e di terreni che si ripartiscono una fetta consistente di operatività (14% ciascuna). In crescita gli interventi finalizzati alla gestione finanziaria dell impresa (liquidità e consolidamento debiti), a fine anno attestati a quota 13%, così come gli anticipi su fatture (8%), a testimonianza delle difficoltà oggi esistenti sul mercato del credito. crisi finanziaria hanno modificato il rapporto banca-impresa, in particolare nei settori più colpiti dalla crisi. È un dato di fatto che le banche in generale ora abbiano un atteggiamento più restrittivo nella concessione del credito facendo mancare a diverse imprese il normale sostegno finanziario. Lo testimonia la nostra attività». In che senso? «La congiuntura economica ha determinato un rallentamento della richiesta di finanziamenti per investimenti e un contestuale aumento della domanda di interventi a sostegno della liquidità aziendale. Anche le operazioni di consolidamento delle passività stanno incontrando l interesse delle imprese». In questo contesto che cosa è necessario fare per riattivare il circuito virtuoso di fiducia reciproca tra imprese e banche? «È necessario che queste ultime acquisiscano la consapevolezza del fatto che il tessuto della piccola e media impresa è fondamentalmente sano e quindi in grado di sostenere la sfida economica. Da questo punto di vista è sicuramente errata una politica di restrizione generalizzata del credito, che è oggi invece evidente, soprattutto per le garanzie sempre più consistenti richieste dal sistema. Anche da parte delle imprese, però, è importante che si stabilisca un rapporto di trasparenza, cioè la disponibilità a comunicare all istituto di credito l andamento aziendale, le previsioni e i risultati ottenuti». Che l unione dei Confidi rappresenti un punto di forza lo riconosce anche Ottavio Righini, presidente di COFITER (Confidi regionale del terziario). «A Modena, a differenza del resto della regione, nel nostro settore operano ben quattro Confidi. Questo non è certo un vantaggio per le imprese e sicuramente crea qualche difficoltà al sistema bancario e agli stessi enti che finanziano il sistema. Una corretta razionalizzazione sarebbe un bel vantaggio per il sistema imprenditoriale di commercio, turismo e servizi della provincia». Un settore dove la crisi dei consumi si era già fatta sentire a inizio anno, e che si è tradotta in un considerevole aumento delle domande di finanziamento, soprattutto da ottobre in poi. «La visibilità, la conoscenza di COFITER, diffusa soprattutto tra gli addetti ai lavori e tra le associazioni come Confesercenti continua Righini è aumentata nell ultimo periodo grazie anche alla pubblicità di enti e istituzioni. L impressione, però, è che il grado di conoscenza delle imprese e quelle a cui si rivolge COFITER sono tra le più piccole non sia alto». Partner principale dell attività di COFITER, le banche, «con le quali vantiamo un rapporto di collaborazione che nel corso degli anni ha permesso alle aziende socie di avere un percorso privilegiato nell accesso al credito. Un percorso che sarà ulteriormente facilitato dalla nostra iscrizione all elenco speciale previsto dal Testo unico bancario che dovrebbe concretizzarsi entro l anno in corso». Certezza del credito, velocità di risposta, l applicazione di spread congrui sono le esigenze manifestate oggi dalle imprese che si rivolgono a COFI- TER, esigenze alle quali le banche secondo Righini cercano di dare una risposta positiva malgrado la difficoltà di reperimento del credito «che negli ultimi mesi è testimoniata da un aumento sensibile di richieste di liquidità da parte delle imprese». Di terziario si occupa anche ASCOM FIDI, che ha assunto una dimensione regionale dopo la fusione dei Confidi di Ferrara-Cesena, Forlì e Modena. «In effetti le domande sono aumentate, anche se in modo contenuto

3 10 La sede di Agrofidi, Cofim e Cofiter in via Ganaceto a Modena osserva il presidente Corrado Augusto Patrignani, spesso per il consolidamento di debiti bancari a breve e per la liquidità, che attualmente riguarda il 60% delle nostre operazioni. Comunque, la conoscenza dei Confidi non è ancora abbastanza diffusa tra le imprese e, soprattutto, queste finiscono per rivolgersi a noi in ritardo, quando i margini di intervento sono ristretti». Ciò rende necessario potenziare l azione di sensibilizzazione verso i Confidi: oggi capita spesso che siano le banche a indirizzare le aziende verso questi ultimi per rafforzare le garanzie. Questo fa pensare all esistenza di buoni rapporti con le banche. «È così, anche se nell ultimo periodo dobbiamo registrare una maggiore selettività nel credito che si manifesta nella richiesta di garanzie talvolta sproporzionate rispetto alle effettive capacità di rimborso delle aziende. E si sono allungati anche i tempi dell ottenimento della delibera delle diverse pratiche». È su questi ultimi aspetti che, del resto, si concentrano le difficoltà operative di ASCOM FIDI con gli istituti di credito. «Le aziende si vedono ridurre gli affidamenti proprio quando avrebbero invece bisogno di una maggiore elasticità. È venuta meno la fiducia, una fiducia da ripristinare attivando un percorso che veda la massima efficienza di comunicazione fra impresa, Confidi e banca, con l obiettivo di raccogliere e analizzare il maggior numero di dati utili a valutare opportunamente il rischio d impresa». La tendenza all aumento dell attività è evidenziata anche da Giuseppe Gelati, presidente del COFIM, il Confidi per le PMI industriali modenesi, promosso da APMI e Confindustria Modena, con la partecipazione di Confindustria Ceramica. Il COFIM associa oltre 1500 imprese appartenenti a tutti i settori più tipici dell economia modenese. «Con l approfondirsi della crisi fa notare Gelati l operatività del nostro Confidi ha evidenziato un incremento rispetto alla prima fase dell anno scorso, ma non solo per rispondere alle esigenze di liquidità. Il flusso dei mutui per investimenti, infatti, ha mantenuto un buon andamento, a sostegno della volontà delle imprese di credere nelle prospettive del ciclo economico». La conoscenza delle potenzialità dei Confidi sembra crescere parallelamente alle dimensioni dell impresa. «Ci pare che oggi buona parte delle imprese metta i Confidi fra le prime opportunità da valutare quando si profilano esigenze creditizie, sia nelle fasi di crescita che in situazioni di tensione come quella che stiamo vivendo, anche se c è ancora ampio spazio per la loro diffusione. Del resto, i Confidi più dimensionati stanno vivendo la Corrado Augusto Patrignani, presidente di ASCOM FIDI Giuseppe Gelati, presidente di COFIM

4 ME forum 11 fase conclusiva di una trasformazione che li sta portando ad essere intermediari finanziari vigilati dalla Banca d Italia, quando non vere e proprie banche di garanzia. Ciò consentirà loro di sviluppare e professionalizzare ulteriormente il loro ruolo di garanti nei confronti degli istituti di credito». Con i quali anche il COFIM vanta uno stretto rapporto di collaborazione, della quale Gelati cita un dato concreto: «In questa prima fase del 2009, nonostante gli acuti problemi di liquidità del sistema, stiamo registrando un sensibile aumento di operatività rispetto al 2008, segno che le banche non ci stanno facendo mancare il loro supporto. Sono già oltre 10 milioni i finanziamenti garantiti dall inizio dell anno, dei quali hanno beneficiato 72 imprese. Alle banche chiediamo comunque di essere vicine e sensibili alle esigenze del territorio, condividendo il localismo positivo e il modello operativo proposto da COFIM». «Certo è nota sempre Gelati che la nuova prassi delle banche di valutare i finanziamenti sulla base del rating aziendale sta mettendo in discussione i tradizionali modelli di negoziazione con le imprese e gli stessi Confidi. Rispetto ai temi della trasparenza necessari in questo senso, stiamo svolgendo un importante lavoro di cultura e aggiornamento». Più critico Claudio Losi, presidente di Agrofidi Modena, Confidi partecipato dalle associazioni professionali agricole del territorio. «Le bolle speculative hanno creato un clima di sfiducia nei confronti di regole che, anziché essere garanzia di comportamenti corretti, compromettono l efficacia degli strumenti di agevolazione e della stessa operatività delle imprese. Occorrono, quindi, un nuova fiducia e chiarezza per fornire alle imprese agricole gli idonei strumenti finanziari, partendo dagli investimenti, facendo attenzione alla liquidità e, dove Claudio Losi, presidente di Agrofidi necessario, al ripianamento delle passività onerose». Uno sforzo che compete alle banche, ma anche alle imprese «che sottolinea Losi da parte loro devono dotarsi di strumenti di autovalutazione per meglio definire rischi e opportunità. Mentre a loro volta gli istituti di credito devono sforzarsi di riconoscere che la marginalità, raramente a due cifre Il parere del Credito Sono nell occhio del ciclone, ma il sistema economico non può prescindere da loro. Stiamo parlando delle banche, i compagni di viaggio dei Consorzi Fidi. Abbiamo sentito in proposito Luigi Odorici, vicedirettore generale della Banca Popolare dell Emilia Romagna e rappresentante del settore credito e assicurazioni nella Giunta della Camera di commercio. Odorici, qual è la situazione del mondo bancario? A livello nazionale, il sistema è solido e generalmente poco esposto alle problematiche che hanno alimentato la crisi finanziaria. Ciò grazie a politiche di gestione orientate a conseguire solidità, efficienza e prudente assunzione dei rischi. La crisi economica si rifletterà, inevitabilmente, sui conti degli istituti di credito quale conseguenza fisiologica del deterioramento generale nel quadro congiunturale, occupazionale, di fiducia. La crisi ha determinato, anche da parte degli istituti di credito, una riscoperta dei Consorzi Fidi. Si tratta di un successo temporaneo? Quale potrà essere in futuro il loro ruolo e la loro importanza? Al contrario. I Consorzi Fidi hanno rappresentato un fattore rilevante nello sviluppo recente delle economie locali, e nella nostra regione tale esperienza rappresenta sicuramente un caso di eccellenza. Oggi, tale ruolo viene ulteriormente valorizzato dalla normativa, per il contributo al contenimento dei rischi che le garanzie dei Confidi possono determinare. Ne è conseguito un positivo processo di consolidamento fra gli operatori che sta conducendo alla nascita di realtà solide, dimensionate e ad elevata capacità di assistenza alle imprese. La nostra banca prosegue nel consolidato rapporto di partnership attiva con i Confidi di tutti i settori. Alla luce di quanto sta accadendo ritiene migliorabili i meccanismi che stanno alla base di Basilea 2? Se sì, in che modo? I benefici sulle metodologie di presidio dei rischi da parte degli intermediari, introdotte da Basilea 2, devono ancora, in buona parte, palesarsi, e pertanto non vi è correlazione fra l attuale situazione economica e il nuovo quadro normativo. A livello internazionale, comunque, sono già stati individuati alcuni ambiti su cui intervenire per evolvere e migliorare le regole di Basilea 2. Tra questi, cito l effetto pro-ciclico che le norme in atto paiono determinare. Sempre rispetto a Basilea 2, pensa che la rigidità connessa ai calcoli di rating abbia determinato una certa perdita di relazioni con il territorio? La capacità di mantenersi prossimi al territorio non è minimamente influenzata dalla normativa. Essa si alimenta, innanzitutto, grazie alla sintonia sui valori, alla capacità del nostro personale di intrattenere relazioni con famiglie, imprese, istituzioni mutualmente basate sulla fiducia e il rispetto. Tra l altro, ci tengo a sottolineare che il rating rappresenta soltanto l evidenza sintetica e numerica di processi di analisi e misurazione del rischio ben più articolati, e nei nostri processi operativi il rating concorre, ma non supplisce, alla valutazione del merito di credito. Come valuta le operazioni messe in campo dalle istituzioni Regione, Provincia, Camera di commercio a sostegno del credito? In una fase di difficoltà senza precedenti, data la trasversalità a tutti i principali settori economici e della società, lo sforzo delle istituzioni assume un valore rilevante, poiché teso a salvaguardare la capacità competitiva dell economia per il futuro. Tra l altro, in occasione di tali interventi le istituzioni hanno unanimemente riconosciuto proprio ai Confidi un ruolo centrale di cerniera fra sistema bancario e imprese. Come si può ripristinare un clima di fiducia tra banche ed imprese? La fiducia si alimenta attraverso la reputazione, l etica, la trasparenza. L appoggio del sistema del credito, e del nostro Gruppo nello specifico, che fa di questi valori la propria mission, rimane intenso, convinto e orientato a valorizzare le capacità d impresa del nostro territorio.

5 12 La sede di ASCOM FIDI in via Begarelli a Modena nel settore agricolo, è compensata dal patrimonio fondiario e dalle professionalità imprenditoriali. Senza dimenticare il contributo in termini di miglioramento della qualità del territorio fornito dall agricoltura. Peraltro, la conoscenza delle rispettive responsabilità di banche e imprese è alla base di un rapporto costruttivo che, in effetti, si sta concretizzando in una serie di incontri finalizzati a comprendere le rispettive problematiche». Il tutto grazie alla partecipazione costruttiva data all attività di Agrofidi dalle associazioni di categoria in esso coinvolte. «Anche se rivela Losi dobbiamo migliorare l approccio consulenziale, come stiamo peraltro cercando di fare con la promozione di seminari informativi e formativi». Insomma, l attività di Agrofidi non si ferma certo alla crisi, «anche perché la nostra operatività non ha subito modifiche particolari, se si fa eccezione all ultimo mese, dove abbiamo registrato un incremento di operazioni del 30%. Garanzia e abbattimento dei tassi sono gli interventi su cui si concentra l attenzione delle imprese socie, anche se stiamo arricchendo la nostra offerta con prodotti finanziari aggiornati per l innovazione e l avvio di nuove imprese». E verso nuovi prodotti si sta rivolgendo l attenzione anche delle imprese associate a Coop.E.R.Fidi, Confidi di riferimento per il settore cooperativo. «Prodotti sottolinea il presidente Daniele Passini finalizzati al consolidamento dei debiti e alla liquidità, che è anche il settore dove maggiormente vanno indirizzandosi le richieste di finanziamento delle cooperative. Finanziamenti che però richiedono una forte esposizione della nostra cooperativa». Una difficoltà in più, per i Confidi «È vero, anche perché l attività oggi è un po frenata dalle banche. I rapporti con gli istituti di credito rimangono buoni, soprattutto con le banche di credito cooperativo che nel 2008 hanno Daniele Passini, presidente di Coop.E.R.Fidi aumentato del 15% le erogazioni rispetto al Considerazione che ribadisce la centralità dei Confidi nel settore del credito alle imprese, che affiancano con la propria garanzia». «Una situazione osserva Passini tanto più grave per alcuni settori come quello delle cooperative di abitazione, che rappresenta un importante volano per l intera economia». Tant è vero che il settore abitazione sotto forma di acquisto terreni e costruzione abitazioni nel 2008 ha assorbito per il 34% l operatività di Coop.E.R.Fidi, contro il 33% destinato agli investimenti e il 13% finalizzato alla gestione finanziaria, attività, quest ultima, comunque in crescita. Ma come devono comportarsi banche e istituzioni nei confronti del sostegno al credito? «Credo conclude Passini che debbano essere preferiti i contributi per la patrimonializzazione dei Confidi, che più degli interventi a pioggia possono a loro volta facilitare il credito. Per quanto riguarda le banche, invece, è necessario che queste maturino la capacità di valutare il reale rischio delle imprese, ad oggi esaminate sulla base di parametri più quantitativi che qualitativi. Ma i numeri non sempre dicono tutto».

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