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1 CAPITOLO 1 INTRODUZIONE Il termine mobbing, dal verbo inglese to mob, significa aggredire, circondare per assalire; esso è mediato dall etologia e si riferisce al comportamento di alcune specie animali, solite circondare minacciosamente un membro del gruppo, al fine di eliminarlo, perché ritenuto diverso, pericoloso, o inadeguato. Nell ambito lavorativo il mobbing implica un processo conflittuale che si sviluppa all interno delle relazioni e delle situazioni dei gruppi di lavoro: il dipendente è oggetto di soprusi da parte dei superiori, essendo poste in essere nei suoi confronti pratiche dirette ad isolarlo dall ambiente di lavoro e, nei casi più gravi, ad espellerlo. Queste pratiche hanno un effetto deleterio sull equilibrio psichico del prestatore di lavoro e ne pregiudicano la capacità lavorativa, provocando depressione e, nelle ipotesi peggiori, persino il suicidio. L aggressione si può sostanziare attraverso molestie morali e psicologiche esercitate da uno o più individui nei riguardi di un altro soggetto; essa si attua tra pari (mobbing orizzontale) o nell ambito della gerarchia aziendale, tra capo e subordinato (mobbing verticale). Il mobbing esclude dal suo campo i conflitti temporanei: da ciò si desume la distinzione fra un semplice conflitto e il fenomeno in esame, il quale s incentra non su ciò che è inflitto alla vittima, ma sulla durata e frequenza. 3

2 In Italia si è da poco cominciato a parlare di questo problema 1. Per lungo tempo infatti la giurisprudenza e la dottrina non hanno dato rilievo al pregiudizio provocato all integrità psico-fisica, se non con l eccezione dei limiti posti dall art c.c., riguardo al danno patrimoniale risarcito solo nei casi determinati dalla legge. Con sentenza n. 184 del 14 luglio 1986, la Corte Costituzionale ha determinato una vera e propria inversione di tendenza; essa ha affermato il principio secondo cui qualsiasi lesione che viola l integrità psico-fisica dell individuo determina il danno cosiddetto biologico o alla salute. L aspetto innovativo, che trova giustificazione nel nostro ordinamento nell art. 32 della Costituzione e nell art c.c., sta nel riconoscimento della sussistenza di un bene giuridico primario da tutelare e risarcire autonomamente rispetto agli altri danni. La ratio di tale pronuncia è in accordo con gli altri principi espressi nella Costituzione, quali la tutela del lavoro in tutte le sue forme e il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. 1 Nel territorio sono presenti due Centri di Cura a Milano, l Associazione PRIMA di Bologna, fondata dal Professor Harald Ege, una Associazione contro il mobbing e lo stress psicosociale a Padova e, infine, il Movimento Italiano Mobbizzati Associati a Roma. 4

3 Il problema principale del mobbing riguarda la rilevanza giuridica di quei casi di persecuzione psicologica che non sfociano in ritorsioni lavorative già oggetto di tutela normativa. Fino a questo momento, infatti, non esistono norme giuridiche regolatrici di tale fattispecie e dunque si tratterà di verificare se in via interpretativa vi siano norme che possono essere estese a questo fenomeno sociale. E opportuno chiarire che il fenomeno delle persecuzioni psicologiche sul luogo di lavoro è sempre esistito, mentre recente è solo la sua trattazione e individuazione. Le iniziative sindacali e giuridiche ne hanno circoscritto la portata, classificando le fattispecie e tutelando soggetto debole nel contratto di lavoro ma non sono riuscite a debellarlo. Al contrario tali persecuzioni e vessazioni sono diventate ancora più insidiose e poste in atto attraverso comportamenti subdoli, al fine di non cadere nella tutela legale e contrattuale. In sostanza è proprio per tale ragione che la giurisprudenza incontra delle difficoltà nell eliminazione del fenomeno e nella sua congrua punizione. 5

4 Secondo ciò che risulta dall ufficio vertenze dei sindacati e dagli altri settori che, all interno di questi, si occupano della tutela dei lavoratori, si desume che, fino a questo momento, la repressione e la sanzione sono state possibili solo quando il comportamento vessatorio si sia tradotto in provvedimenti illegittimi o palesemente persecutori, quali trasferimenti non motivati, retrocessioni della carriera, privazione di mansioni 2. E stato assai più complesso tutelare il lavoratore contro vessazioni indirette, come l isolamento o l attribuzione di mansioni ripetitive o inutili e contro comportamenti messi in atto da colleghi. Questi ultimi, anzi, rimangono, il più delle volte, totalmente impuniti, salvo casi limite. In fase risarcitoria risultati vi sono, per quanto ancora iniziali, nell ipotesi di danno biologico, sebbene sia complesso l onere probatorio, cioè la dimostrazione del nesso causale fra la malattia e la persecuzione. Per quanto concerne la prevenzione, questa si sta rivelando ancora più difficile, per una serie di motivazioni. In Italia non c è una piena consapevolezza del fenomeno, della sua gravità, della sua ampiezza e delle sue caratteristiche, soprattutto da parte delle probabili vittime che ritengono normale subire anche delle offese pesanti nel luogo di lavoro. La coscienza dell esistenza del fenomeno nei suoi complessi aspetti renderebbe di certo più facile la tutela e la difesa delle vittime. 2 Stefano Oriano, Ufficio Legale CGIL Nazionale Il mobbing: alcune linee di intervento al convegno organizzato dalla Camera del Lavoro Territoriale di Roma del 19 aprile

5 In questa fase è indispensabile il ruolo delle Organizzazioni Sindacali le quali, oltre all assistenza individuale e collettiva consueta, possono intervenire positivamente per ostacolare il fenomeno, attrezzando le proprie strutture a tali evenienze e con la formazione di delegati sindacali. I sindacati potrebbero agire inserendo nel contratto collettivo specifiche norme antipersecuzione, ovvero realizzando accordi specifici all interno delle aziende, aventi come contenuto l indicazione generica dei comportamenti ritenuti illegittimi e una completa informazione sia delle misure preventive, sia delle sanzioni disciplinari previste per la loro repressione. E evidente la necessità di un intervento legislativo che definisca, sistematicamente, la fattispecie del mobbing in tutti i suoi molteplici aspetti e risvolti e possa dare una congrua tutela per le vittime. Infatti, sebbene la presa di coscienza sia indispensabile, questa non è di certo sufficiente per l esecrazione del fenomeno. In ogni modo questa malattia sociale sta riscuotendo un interesse sempre crescente nell ultimo decennio. Per quanto concerne la natura della patologia, è evidente il carattere medico-legale. Si tratta di lesione personale all integrità psicofisica con riduzione della capacità lavorativa ed eventuale perdita del posto di lavoro. 7

6 Il risarcimento potrà dunque avvenire qualora si riscontrino i requisiti ex artt. 2 e 3 T.U. 1124/65, concernente l assicurazione obbligatoria sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Infatti, ai sensi dell art. 2, deve sussistere il nesso causale fra il danno patito dal lavoratore e la condotta datoriale, che deve avvenire in occasione di lavoro ; ai sensi dell art. 3 dello stesso T.U., vengono risarcite le malattie tabellate, ma la sentenza della Corte Costituzionale n. 179/88 ha dichiarato l illegittimità dello stesso, nella parte in cui non prevede il risarcimento anche delle malattie non tabellate, ma dipendenti dall ambiente di lavoro. A questo proposito vi è stata sicuramente un evoluzione nella giurisprudenza che, in tema di risarcimento di malattie professionali, ha ribadito nel recente D. Lgs n. 38/2000 l indennizzo del danno biologico per infortunio sul lavoro anche a malattie cosiddette non tabellate. 8

7 CAPITOLO. 2. I REQUISITI Sommario 2.1 Requisiti oggettivi; 2.2 Requisiti soggettivi; 2.3 Tipologie 2.1 Requisiti oggettivi Nella nozione di mobbing rientrano condotte dettate dall intenzionalità, non, invece, quei comportamenti provocati dalle caratteristiche obiettive del posto di lavoro, quali ad esempio l eccessivo silenzio o la ripetitività delle mansioni, che possono provocare penosità nello svolgimento dell attività lavorativa. Il dolo specifico di molestare è, perciò, requisito fondamentale della condotta mobizzante, ribadito in tutte le proposte di legge per la tutela contro atti vessatori nei luoghi di lavoro. La tutela è apprestata a quelle condotte caratterizzate dalla violenza e dall intento discriminatorio e persecutorio, che mirano a danneggiare il lavoratore e che sono svolte con palese predeterminazione 3 ovvero che tendono ad instaurare una forma di terrore psicologico nell ambiente di lavoro 4. Altra caratteristica della condotta mobizzante è la ripetitività, così ove si parla di comportamenti con carattere sistematico e duraturo 5. 3 art. 1 P.d.l. n del art. 1 P.d.l. n del art. 2 P.d.l. n del

8 A questo proposito la medicina legale prevede una durata minima di sottoposizione al fenomeno di almeno sei mesi, tenendo conto, di volta in volta del caso specifico. A questo punto è necessario capire, per una più approfondita analisi del problema, se il singolo atto può costituire mobbing. Poiché la ripetitività è uno dei requisiti fondamentali, si potrebbe affermare con certezza che la singola diffamazione o ingiuria non possono essere definiti come comportamenti mobbizzanti. La sentenza Pret. Milano sottolinea, a questo proposito, come il singolo atto di esercizio del potere del datore di lavoro sia scarsamente contrastato ed è per questo motivo che raramente si è in grado di apprezzarne, in una visione di insieme, la persecutorietà. 6 Dalle proposte di definizione normativa del fenomeno si ricava un altro dato importante: la tutela è riservata a comportamenti che siano idonei a fare impressione sopra una persona sensata, riprendendo quanto si afferma all art c.c. 7 Una delineazione oggettiva del mobbing è indispensabile al fine di definirne obiettivamente i limiti e, quindi, evitare di includervi e punire comportamenti del tutto estranei, dovuti a situazioni di esasperata sensibilità individuale. 6 Il Lavoro nella Giurisprudenza n. 5/1996 pag Mobbing: possibilità e prospettive di intervento giudiziario. Delimitazione del tema: il dolo specifico della condotta di mobbing. Dott. Daniela Verrina. Magistrato. 10

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