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1 Bagnasco-Stemma.png pixel 25/10/ Pagina 1 di 1 Comune di Bagnasco Istanza di Concessione di Derivazione d acqua Ad Uso Energetico dal Fiume Tanaro nel Comune di Bagnasco Centrale Idroelettrica Relazione geologica Committente: E.T.A. Research s.r.l. Sede e uffici: C.so Santorre di Santarosa 59, Cuneo Tel / Fax: eta@eta- research.net Web: research.net Progettisti: Dott.ssa Jessica Chicco

2 Indice 1. Premessa pag Inquadramento territoriale: aspetti geografici, geomorfologici e idrogeologici pag Rischi idrogeologici e geomorfologici locali..pag Inquadramento geologico..pag Riferimenti normativi pag Conclusioni..pag Bibliografia pag. 21 2

3 1. Premessa Il presente elaborato elenca le principali caratteristiche geologiche, idrogeologiche, geomorfologiche e geotecniche dei litotipi affioranti nell area interessata dalla costruzione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente, in sponda sinistra del Fiume Tanaro nel territorio comunale di Bagnasco. La realizzazione dell impianto è prevista all interno di una traversa fluviale già esistente: esso sarà inoltre privo di canale di derivazione, con presa e restituzione inserite sia a monte che a valle del corso d acqua interessato. La centrale sarà costruita in modo da non avere nessun tratto di fiume sotteso da tubazioni, permettendo così una restituzione a valle della traversa e adeguandosi alla Programmazione Provinciale e Regionale in materia. Al fine di redigere il presente lavoro si è svolta una dettagliata attività di terreno attraverso sopralluoghi in situ, unitamente ad uno studio approfondito della documentazione bibliografica disponibile. Fig. 1 Estratto della CTR in scala 1:8000 con suddivisione in quadri d unione, comprendente l area d interesse (riquadro rosso). (Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo). 3

4 2. Inquadramento territoriale: aspetti geografici, geomorfologici e idrogeologici L area oggetto di studio è localizzata nel comune di Bagnasco (CN) nel tratto compreso tra le località C. Capatto e S.Bernardo (Fig. 1), ad una quota compresa tra I 470 e i 480 m s.l.m. e ricadente nel quadro d unione n della CTR (Carta Tecnica Regionale, in scala 1:10000), all estremità orientale della provincia di Cuneo ai confini con la Liguria (Fig. 1). La zona d interesse è inoltre ubicata all interno di una delle numerose zone omogenee riconosciute in Piemonte ai sensi del DCR del 3/11/08 e, in particolare, è compresa all interno della zona denominata Alta Valle Tanaro, Valli Mongia e Cevetta, Langa Cebana e Valli Monregalesi definita, secondo recenti classificazioni, come Alto Tanaro Cebano Monregalese (Fig. 2). Essa è considerata tra le più vaste della Regione Piemonte, consistente di 41 comuni tra cui 37 montani (compreso il comune di Bagnasco) e 4 di fondovalle. Fig. 2 A sinistra: mappa rappresentante le zone omogenee ai sensi del DCR del 3/11/08 e in particolare l ambito Alta Valle Tanaro, valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana e valli Monregalesi contrassegnato dal numero 11 nel cerchio rosso (IRES Piemonte); a destra: mappa rappresentante in dettaglio l ambito Alta Valle Tanaro,valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana e valli Monregalesi (CSI Regione Piemonte). Nel riquadro rosso è indicato l abitato di Bagnasco. 4

5 Sulla base della classificazione SIOUSA del 2005, l area ricade sul confine tra le Prealpi Liguri e le Alpi del Marguareis che sono comprese al interno delle Alpi Liguri e che a loro volta rappresentano una sezione delle Alpi Sud- occidentali (Fig.3). Fig. 3 Classificazione orografica unificata del sistema alpino (SOIUSA) Sulla base dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale del Piemonte n del , entrata in vigore con la D.G.R. n del , il territorio in esame ricade in zona sismica 3: Zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti. Inoltre, il sito d interesse del presente elaborato, è compreso nell area idrografica AI19 Alto Tanaro (Fig. 4) caratterizzata principalmente da solchi vallivi, determinati dall azione di fenomeni di origine glaciale e fluviale e da diffusi fenomeni gravitativi di versante in particolare frane per scivolamento planare. Sono frequenti settori di conoide riattivati in seguito a violenta attività torrentizia, zone in cui sono presenti forme di circo rilevanti nel settore di testata e aree carsiche presenti anche nel settore pedemontano 5

6 unitamente a vasti settori di fondovalle soggetti ad inondazione, terrazzi alluvionali e corsi d acqua con tipica conformazione meandrica, che incidono I depositi del Bacino Terziario Piemontese. Fig. 4 Classificazione aree idrografiche secondo il PTA. La zona colorata in arancione corrisponde all AI19 Alto Tanaro in cui ricade l area oggetto di studio del presente elaborato. Dal punto di vista idrogeologico e morfologico, l area di Bagnasco oggetto di studio del presente elaborato, è caratterizzata da una morfologia accentuata e da numerosi fenomeni di terrazzamento diffuso non sempre in continuità ma presenti sottoforma di lembi di terrazzo identificabili come Fluviale antico, medio e recente i quali condizionano la morfologia della superficie piezometrica facendo sì che i fiumi svolgano un azione drenante su di essa. Dal punto di vista geologico s.s., i litotipi presenti consistono principalmente di depositi appartenenti alla Serie dei Depositi Fluviali pliocenico- olocenici (Fig. 6

7 5), ossia depositi conglomeratico- arenacei ricchi in elementi ghiaioso- ciottolosi immersi in un abbondante matrice sabbiosa, spesso mostranti patine di alterazione giallo ocra- rossastre e profondamente incisi dal Fiume Tanaro, indice della presenza di acquiferi a superficie libera di discreto spessore. Per quanto riguarda la dinamica fluviale, il Tanaro nasce in corrispondenza del confine tra Piemonte e Liguria con il nome dapprima di Tanarello e successivamente, scorrendo in direzione NE e ricevendo apporti di tributari minori, diventa Tanaro. A valle, In prossimità dell abitato di Bagnasco scorre in un estesa zona pianeggiante circondata dai rilievi delle Alpi Liguri per poi proseguire il suo corso in una valle ristretta e con un andamento differente, verso NW. Fig. 5 Carta dei litotipi presenti nell area piemontese con particolare riferimento alla zona d interesse (riquadro rosso) e ai depositi in essa presenti, indicati dalla freccia rossa in legenda (Arpa). 7

8 2.1 Rischi idrogeologici e geomorfologici locali L areale d interesse, compreso all interno del Bacino del Tanaro, è caratterizzato da intensi e diffusi fenomeni di erosione spondale e da fenomeni di sovralluvionamento che possono comportare una modifica dell assetto morfologico ed idrogeologico locale: cambiamenti che sono però contenuti da interventi quali realizzazione di opere spondali sull asta del Tanaro, come delineato dalle linee guida del PAI regionale. A tal riguardo, avvalendosi delle mappe rappresentanti in modo particolare I vincoli idrogeologici, le fasce protette secondo i PAI vigenti e le classi d uso dei suoli del Sistema Cartografico della Provincia di Cuneo, unitamente alla mappa dei fenomeni franosi (IFFI/SIFRAP e RERCOMF) del Sistema Informativo Geografico Online dell Arpa, si evince che il sito in esame è: localizzato in un area di esondazione a pericolosità molto elevata (Fig. 9); ubicato nella fascia di rispetto delle acque pubbliche (Fig. 7); inserito in classe d uso dei suoli IV (Fig. 8); compreso all interno di un'area di valanga a pericolosità da elevata a molto elevata(fig. 9). Come si può notare in Fig. 6, Il vincolo idrogeologico (LR 45/89) nella zona di rifermimento (riquadro rosso) non sussiste, ma riguarda solamente le zone a contorno. L areale oggetto di studio (riquadro rosso, in Fig. 7) si trova in fascia di rispetto delle acque pubbbliche, ossia una zona attigua al corso d acqua accessibile solamente per manutenzione, riqualificazione ambientale e per mantenimento della sua integrità strutturale e morfologica (D.Lgs 490/99 Art. 146, comma c). La normativa relativa alla tutela di "fiumi, torrenti e corsi d'acqua pubblici e relative sponde" (D.Lgs. 42/04) inoltre, tutela non solo le sponde o il piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, ma anche l'intero corso d'acqua. Nel caso oggetto del presente elaborato, la realizzazione dell impianto rispetto al regime e alla portata media del Torrente interessato, non comporta modifiche al regime delle acque così 8

9 come vietato dall art.11, comma 3, lettera c, della L. 394/91. Fig. 6 Carta tecnica CTR rappresentante: vincolo idrogeologico e caratteristiche territoriali in scala 1:8000. (Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo). 9

10 Fig. 7 Carta tecnica CTR rappresentante: fasce di rispetto delle acque pubbliche in scala con particolare riferimento all area d interesse (riquadro rosso). (Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo). L areale indagato è inoltre inserito in Classe d uso dei Suoli IV (Fig. 8; All. 1) in cui rientrano suoli con Limitazioni molto evidenti che restringono la scelta delle colture e richiedono una gestione molto attenta per contenere la degradazione. Tali limitazioni sono perlopiù riferibili a zone ad alto tasso di inondazione o a elevata suscettibilità all erosione idrica e, gli accorgimenti richiesti, vanno presi in modo da prevenire il ristagno idrico e aumentare la permeabilità del terreno. Un ulteriore elemento di distinzione dei suoli, si ricava dalla Carta della capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee (All. 2) della Regione Piemonte, che permette di identificare I suoli in varie classi a seconda della loro capacità protettiva compresa tra: 1) alta: Suoli con scheletro assente o comunque presente in percentuale poco rilevante, a tessitura da franco- argillosa ad argillosa o limosa, privi di 10

11 crepacciature reversibili o irreversibili, senza orizzonti idromorfi entro 150 cm di profondità ; Fig. 8 Carta tecnica CTR rappresentante: le classi d uso dei suoli con particolare riferimento all area in esame (riquadro rosso) in scala 1:8000. (Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo). 2) moderatamente bassa: Suoli con una o più delle seguenti caratteristiche: presenza di scheletro in percentuali comprese tra 66 e 60%, tessitura franco- sabbiosa, presenza di crepacciature reversibili nel topsoil, orizzonti permanentemente ridotti tra 50 e 100 cm di profondità. I suoli del sito esaminato si possono noltre definire come inceptisuoli (All.3) ossia suoli poco evoluti con orizzonte diagnostico in formazione, tipici dei primi stadi dell evoluzione pedologica e subordinati alfisuoli, suoli al contrario molto evoluti, antichi e profondi, che hanno un orizzonte argillico ben sviluppato e alterazione ridotta. 11

12 Fig. 9 Mappa in scala 1:8000 dell area d interesse (riquadro rosso) con indicazione dei dissesti PAI vigenti. (Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo). Dalla carta rappresentante i dissesti PAI vigenti (Fig.9), l area è infatti considerata come un sito a pericolosità di esondazione da elevata a molto elevata secondo il D.G.R. n del 28/07/2009: con Tr compreso tra 100 e 200 anni, presenza di modesti fenomeni di erosione/deposito e alluvioni poco frequenti (media probabilità), secondo quanto riportato dal D.Lgs 49/2010 per la parte definita ad esondazione elevata ; con Tr tra 20 e 50 anni, presenza di rilevanti fenomeni di erosione/deposito, inondazioni con acque ad elevata energia e tiranti ingenti, nel caso della parte classificata come area ad esondazione molto elevata. Anche per quanto riguarda i dissesti gravitativi, appare molto elevato il rischio di fenomeni di natura valanghiva, come si osserva in Fg

13 3. Inquadramento geologico A seguito di un accurata ricerca e di un dettagliato esame della documentazione bibliografica a disposizione, si è potuto redigere un inquadramento geologico dell area interessata dalla costruzione dell opera di derivazione definendone, in particolare, le caratteristiche morfo- strutturali, idrogeologiche e geologiche in s.s.. Nel complesso, dal punto di vista geomorfologico, si possono distinguere due zone dominanti di cui una settentrionale ampia, con morfologia accidentata e complessa e l altra meridionale, depressa e omogenea. Tali zone sono inoltre interessate da una tettonica eterogenea in quanto si hanno lineamenti strutturali con andamento E- W, Pertanto, l areale indagato ricade nel Foglio n della carta Geologica d Italia denominato Albenga- Savona in scala 1: (Ispra) e nel Foglio n. 228 denominato Cairo Montenotte della Carta Geologica d Italia in scala 1:50000 (Fig. 10) (Ispra). Prendendo ad esame due affioramenti di cui uno in sponda sinistra (Fig. 11) e l altro in sponda destra del Fiume Tanaro (Fig. 12), si sono rilevate caratteristiche riconducibili a due litotipi predominanti che in Letteratura, nel Foglio Albenga Savona, corrispondono alla Formazione di Molare e nel Foglio Cairo Montenotte, ai Membri conglomeratico- arenaceo e marnoso- arenaceo della Formazione di Bagnasco, appartenenti entrambi alla successione del Bacino Terziario Ligure- Piemontese e precisamente alla sua base trasgressiva Oligo- Miocenica localizzata nel Bacino di Bagnasco. 13

14 Fig. 10 Estratti della Carta Geologica d Italia in scala 1:50000 (Foglio n. 228 Cairo Montenotte ) in cui è indicata l area d interesse del presente elaborato (riquadro rosso) I litotipi predominanti dell area interessata dalla costruzione dell opera di derivazione sono quindi ascrivibili a una formazione conglomeratica, rilevata in sponda sinistra del Fiume Tanaro (Fig. 11) e a una fomazione marnoso- arenacea ubicata in sponda destra del corso d acqua stesso (Fig. 12). Il membro conglomeratico è caratterizzato da popolazioni di clasti fortemente eterogenei, di taglia variabile da millimetrica a decimetrica, di dimensioni anche fino ad 1 metro con forma da sub- angolosa ad arrotondata e notevolmente variopinti, con colori dal marrone scuro- rossastro al grigio- biancastro. Si tratta quindi di conglomerati poligenici a clasti calcareo- dolomitici, gneissici e quarzitici disposti in maniera casuale senza un orientazione preferenziale, talvolta organizzati in banchi lateralmente discontinui, con potenze fino a 3-4 metri e con base spesso erosionale. Nei livelli basali sono presenti brecce poligeniche di aspetto massivo mentre nella parte sommitale, arenarie e arenarie conglomeratiche rosso- brune. 14

15 Fig. 11 Deposito in sponda sinistra del fiume Tanaro, rappresentate la facies conglomeratica riportata in Letteratura come appartenente alla Formazione di Molare (Foglio Albenga- Savona ) e alla Formazione di Bagnasco nel Foglio Cairo Montenotte. Nell immagine a sinistra: vista generale dell area interessata dall intervento, con indicazione (freccia rossa) del deposito conglomeratico visibile in dettaglio nell immagine a destra. Il membro conglomeratico presenta inoltre un intensa cementazione di natura calcarea tra i singoli clasti con una bassa percentuale di matrice a composizione sabboso- limosa di colore marroncino- nerastro, perlopiù interstiziale. Intercalata stratigraficamente alla facies conglomeratica si ritrova la facies marnoso- arenacea, di colore grigiastro, suddivisibile in numerose e potenti lastre ricche in vegetali (perlopiù lignite) e in lenti di composizione marnoso- calcarea o calcareo- marnosa. Talvolta si ritrovano alternanze di livelli di colore grigio- giallastro a composizione argilloso- marnosa e livelli arenaceo- conglomeratici con clasti sub- arrotondati di taglia da centimetrica a pluridecimetrica, di prevalente natura quarzitica, gneissica e calcareo- dolomitica, di colore grigio- rossastro disposti all interno di una matrice argillosa e con basso grado di cementazione. 15

16 Fig. 12 Deposito in sponda destra del fiume Tanaro, rappresentate la facies marnoso- arenacea nota in Letteratura come intercalata stratigraficamente alla facies conglomeratica appartenente alla Formazione di Molare (Foglio Albenga- Savona ) e alla Formazione di Bagnasco nel Foglio Cairo Montenotte. Nell immagine a sinistra: la freccia rossa indica il deposito rilevato e visibile in dettaglio nell immagine a destra. In linea generale, i due litotipi principali osservati nel corso del sopralluogo e riscontrabili in Letteratura, sono parte di un complesso clastico grossolano, tutto o in parte di ambiente marino litorale, entro il quale è intercalata una serie essenzialmente marnosa di ambiente continentale lacustre. Lungo il Fiume Tanaro sono inoltre osservabili depositi correlati alla formazione di pianure alluvionali conosciute in Letteratura come alluvioni non terrazzate, ghiaioso- sabbioso- limose, non alterate in superficie e depositi di spiaggia correlati ascrivibili al Subsintema di Piantorre appartenente al Bacino del Fiume Tanaro (Fig. 13). Si tratta perlopiù di depositi fluviali dell alveo attuale e delle superfici terrazzate sospese sull alveo di 8-12 metri, costituiti da elementi ciottolosi di dimensioni variabili da decimetriche a centimetriche, colore bianco- grigiastro, forma 16

17 da sub- arrotondata a ben arrotondata e con superficie ben levigata, indici di un lungo trasporto. Fig. 13 Deposito alluvionale in sponda destra del fiume Tanaro, appartenente al Subsintema di Piantorre in Letteratura. La freccia rossa indica gli elementi ciottolosi costituenti i depositi in esame. 4. Riferimenti Normativi Di seguito si elencano i principali riferimenti normativi, sia nazionali che regionali nonché le della Comunità Europea, da considerarsi nella redazione del progetto: 1) Direttive della Comunità Europea Direttiva 2007/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007 relativa alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni ; 17

18 Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque. 2) Normative nazionali L 394/91 art.11, comma 3, lettera c Legge Quadro Aree Protette ; D.lgs 490/99 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352" OPCM 3274/03 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica (Allegato 1: OPCM 3274/03 Criteri per l'individuazione delle zone sismiche - individuazione, formazione e aggiornamento degli elenchi delle medesime zone ); D.lgs 42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137"; D.lgs 152/06 Norme in materia ambientale D.lgs. 49/2010 Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni. 3) Normative Regionali LR 45/89 Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici - Abrogazione legge regionale 12 agosto 1981, n. 27 ; Circolare P.G.R. n. 7/Lap del , LR 5 dicembre 1977 n. 56 e s.m.i. Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici ; LR 40/98 Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione ; Nota Tecnica Esplicativa del dicembre 1999 Testo coordinato della Circolare del Presidente della Giunta Regionale dell 8 maggio 1996, n.7/lap - L.R , n.56 e successive modifiche e integrazioni - Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto 18

19 degli strumenti urbanistici (BUR n maggio 1996) con la NOTA TECNICA ESPLICATIVA alla Circolare. D.G.R. n del 15/07/2002 Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) Deliberazione del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del fiume Po in data 26 aprile 2001, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 24 maggio Indirizzi per l attuazione del PAI nel settore urbanistico; DPGR 10/R/03 Disciplina dei procedimenti di concessione di derivazione di acqua pubblica, LR 61/00 ; LR 25/03 Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale. (Abrogazione delle leggi regionali 11 aprile 1995, n.58 e 24 luglio 1996, n.49); DCR 217/08 Riordino territoriale delle comunità montane. Individuazione delle zone omogenee della Regione Piemonte ai sensi dell articolo 3 della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 e dell articolo 34 della legge regionale 1 luglio 2008, n. 19.(Proposta di deliberazione n. 409). Punto 3) Proposta di deliberazione n. 409 Riordino territoriale delle comunità montane. Individuazione delle zone omogenee della Regione Piemonte ai sensi dell articolo 3 della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 e dell articolo 34 della legge regionale 1 luglio 2008, n. 19 ; D.G.R. n del 28/07/2009 Allegato B: Criteri tecnici per la valutazione della pericolosita e del rischio lungo il reticolo idrografico. 5. Conclusioni A conclusione delle indagini sin qui prodotte, considerando quanto esposto nei dati bibliografici, mettendo a confronto tali dati con quanto rilevato in fase di sopralluogo e attenendosi inoltre alle normative vigenti, si può osservare quanto segue: 19

20 1) l area è riconosciuta come un sito ricadente in una zona di esondazione del Fiume Tanaro da elevata (Eb) a molto elevata (Ee) e in fascia di rispetto delle acque pubbliche pari a 150 metri. Però, come già ricordato nel Par. 2.1, la realizzazione dell impianto rispetto al regime e alla portata media del Torrente interessato, non comporta modifiche al regime delle acque così come vietato dall art.11, comma 3, lettera c, della L. 394/91. C è da considerare l unico vincolo, assolutamente marginale, legato alla presenza di una falda di subalveo confinata all interno dei terreni alluvionali deposti a fondo alveo, che può comportare una modifica della circolazione idrica localizzata nel punto di prelievo senza però modificare l assetto idrogeologico locale e quindi la dinamica fluviale del Fiume Tanaro (vedere gli aspetti idraulici con studi ed elaborati specifici a supporto del progetto); 2) l area interessata dall intervento non è sottoposta a vincolo idrogeologico. Il vincolo riguarda solamente le zone limitrofe; 3) le aree immediatamente a contorno del sito d interesse, sono interessate da dissesti gravitativi quali valanghe e movimenti franosi di una certa entità. In modo partocolare, è elevato il rischio di fenomeni valanghivi (Fig. 9) per cui si consiglia un monitoraggio costante dell area oggetto d intervento unitamente ad opere di prevenzione e messa in sicurezza dal fenomeno stesso; 4) dal punto di vista prettamente geotecnico è utile conoscere la potenza di depositi alluvionali, attraverso indagini dirette (pozzetti geognostici) e/o indirette (geofisiche), al fine di comprendere la natura del piano di fondazione dell opera in progetto. 5) L effetto del suolo è irrilevante, in quanto non si ha deposito di materiale da scavo nelle vicinanze del letto del fiume e delle sponde. È però necessario che gli operai che procederanno ai lavori, onde evitare sversamenti di oli e/o combustibili, si attengano alle normative prescritte nel Piano di Sicurezza le quali, è opportuno, siano allegate al progetto esecutivo. 20

21 6. Bibliografia Carta dei suoli e carte derivate 1: Agricoltura e Sviluppo Rurale. Regione Piemonte. Linee generali di assetto idrogeologico e quadro degli interventi - Bacino del Tanaro. Autorità di Bacino del Fiume Po (Parma). Mappatura della pericolosità sul reticolo idrografico principale non interessato dalle fasce fluviali e secondario in Regione Piemonte. (Allegato 6.1 alla Relazione tecnica del Progetto esecutivo delle attività per la redazione di mappe della pericolosità e del rischio di alluvione). Piano di gestione del rischio di alluvione. Autorità di Bacino del Fiume Po. Sistema Informativo Cartografico Online della Provincia di Cuneo Sistema web- gis. Geoportale, Arpa Piemonte 21

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