I servizi di investimento

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3 I servizi di investimento Si tratta di servizi di: Negoziazione Gestione e consulenza Collocamento per gli emittenti Nella prestazione di tali servizi la banca non diviene giuridicamente debitrice nei confronti della clientela: non emerge un debito rilevato nello Stato Patrimoniale, né maturano Interessi passivi nel Conto Economico, ma sono rilevati ricavi per servizi in forma di commissioni e provvigioni Si tratta della cosiddetta Raccolta indiretta

4 I servizi di investimento Quando andiamo in banca e chiediamo di acquistare un azione, un obbligazione o un qualsiasi altro titolo, l attività che la banca ci presta è un servizio di investimento. I servizi di investimento sono dunque attività, prestate da determinati soggetti, attraverso le quali possiamo impiegare, sotto varie forme, i nostri risparmi in attività finanziarie. Servizi e le attività di investimento(tuf) a) esecuzione di ordini per conto dei clienti; b) negoziazione per conto proprio; c) gestione di sistemi multilaterali di negoziazione; d) ricezione e trasmissione di ordini; e) sottoscrizione e/o collocamento con o senza assunzione a fermo ovvero assunzione di garanzia nei confronti dell emittente; f) gestione di portafogli; g) consulenza in materia di investimenti. Tutti i servizi di investimento hanno ad oggetto strumenti finanziari, termine con il quale ci si riferisce ad azioni, obbligazioni, titoli di Stato, quote di fondi, contratti e strumenti derivati ecc., ossia quegli strumenti attraverso i quali è possibile effettuare investimenti di natura finanziaria.

5 Art. 21 Tub: i soggetti abilitati alla prestazione dei servizi di investimento devono: Comportarsi con diligenza, trasparenza e correttezza nell interesse del cliente e nell integrità del mercato; Acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare affinché essi siano sempre aeguatamente informati; Utilizzare comunicazioni pubblicitarie e promozionali corrette, chiare e non fuorvianti; Disporre di risorse e procedure, anche di controllo interno, idonee ad assicurare l efficiente svolgimento dei servizi e delle attività. Regole di adeguatezzanell offerta dei servizi di gestione patrimoniale e di consulenza; Regole di appropriatezzadel collocamento di strumenti finanziari; regole di best execution per il servizio di negoziaizione

6 I servizi di negoziazione Servizi di brokeraggio (negoziazione per conto terzi), dealing e market making (negoziazione per conto proprio) Gestione dei sistemi multilaterali di negoziazione (mercati organizzati alternativi di valori mobiliari)

7 I servizi agli investitori: gestione, distribuzione, consulenza Execution only: mera esecuzione di ordini per conto del cliente non prevede servizi di consulenza per la quale la banca non deve valutare l appropriatezza. Tale attività è ammissibile solo quando: Il servizio è prestato su iniziativa del cliente; Il cliente è stato chiaramente informato dell assenza di valutazione di appropriatezza; Gli strumenti oggetto dell ordine sono non complessi. Prodotti del risparmio gestito: Fondi comuni di investimento Sicav (società di investimento a capitale variabile) Gestioni individuali di patrimoni mobiliari (GPM) Polizze assicurative Index linked unit linked

8 Principio di adeguatezza (suitability) e appropriatezza (appropriateness) La Direttiva MIFIDprevede l obbligo per l intermediario di effettuare la valutazione di adeguatezza, quando lo stesso prestaconsulenzain materia di investimenti o gestione di portafoglio. Adeguatezza: in ossequio al c.d. Know your customer si devono raccogliere informazioni in merito: Conoscenza ed esperienza nei diversi settori di investimento; La situazione finanziaria; Gli obiettivi di investimento. Sulla base delle info fornite dal cliente e tenuto conto della natura e delle caratteristiche del servizio fornito gli intermediari valutano se la specifica operazione consigliata soddisfi i criteri di adeguatezza: Corrispondenza agli obiettivi di investimento del cliente; Capacità del cliente di sopportare finanziariamente il rischio; Esperienza e conoscenza del cliente per comprendere i rischi dell operazione o della gestione del suo ptf.

9 Principio di adeguatezza (suitability) e appropriatezza (appropriateness) Appropriatezza: verifica che il cliente abbia il livello di esperienza e conoscenza necessario per comprendere i rischi che lo strumento o il servizio di investimento offerto o richiesto comporta quando le banche prestanoservizi di investimento diversi dalla consulenza in materia di investimenti o gestione del portafoglio, chiedono al cliente di fornire informazioni in merito alle conoscenzeeesperienzein materia di investimenti, riguardo al tipo specifico di prodotto o servizio proposto o chiesto, al fine di determinare se il servizio o il prodotto in questione è appropriato al cliente Le imprese di investimento non sono tenute a compiere la valutazione di appropriatezza quando prestano servizi di investimento che consistono unicamente nell esecuzione e/o nella ricezione e trasmissione di ordini del cliente (c.d. execution only ).

10 I Iservizi di collocamento I servizi di collocamento sono l insieme dei servizi resi dagli intermediari alle imprese che emettono valori mobiliari La presenza di asimmetrie informative Per i sottoscrittori potenziali: difficoltà di determinare le prospettive reddituali e di anticipare correttamente i trend di mercato. Per la società: difficoltà a valutare la propensione degli investitori potenziali all acquisto dei titoli offerti

11 La progettazione dell emissione servizio di origination l intermediario deve occuparsi dell ideazione dell emissione, definendo il profilo tecnico del titolo, le condizioni del mercato e le esigenze dell emittente fattori che dipendono dal tipo di operazione: Public Issue oppure Private Placement Le attività richieste sono: attività di consulenza nella ricerca delle migliori opportunità di finanziamento; predisposizione di piani finanziari per lo sviluppo aziendale; assistenza all emissione e al collocamento di valori mobiliari; servizi funzionali all ammissione alla quotazione. Il compito dell originator si esaurisce con la progettazione del collocamento

12 L Organizzazione e la gestione del collocamento Assistenza per l adempimento degli obblighi procedurali preliminari all emissione gestione dei rapporti con l autorità di vigilanza sul mercato; comunicazione alla banca centrale nel caso di emissioni obbligazionarie che superino importi prestabiliti; redazione del prospetto informativo contenente una descrizione dettagliata dell operazione. Predisposizione della struttura organizzativa necessaria per realizzare l operazione di norma un consorzio di collocamento, cui partecipano banche in numero proporzionale alla dimensione dell operazione) L emittente remunera questi servizi al momento del collocamento; il consorzio, infatti, trasferisce i proventi del collocamento all emittente decurtati delle commissioni

13 I consorzi di collocamento Accordi fra più soggetti che offrono un servizio di consulenza e assistenza alle società che intendono ricorrere al mercato dei capitali per finanziare la propria attività. La struttura del consorzio advisor: soggetto che valuta la società emittente Gruppo direttivo leadbank: gestisce e coordina le operazioni del sindacato, oltre ad essere portavoce di questo nei rapporti con la società emittente Comanager: collaborano con la capofila nella determinazione delle condizioni dell operazione. Underwriter: realizzano materialmente il collocamento sellinggroup: banche che partecipano al consorzio con il compito di collocare i titoli presso la clientela privata ed istituzionale

14 La struttura consortile Consente: 1. Ampliare il mercato dei potenziali clienti, ottenendo così un prezzo di collocamento più elevato; 2. Ridurre i tempi per la conclusione dell operazione, restando meno esposti a variazioni inattese del mercato; 3. Rendere visibile l impresa emittente presso altre istituzioni finanziarie; 4. Aumentare la redditività dei servizi di collocamento, riducendo la competizione fra gli intermediari.

15 Tipi di consorzio 1. Consorzi non garantiti o di solo collocamento: il sindacato si occupa di collocare i titoli ma non risponde dell eventuale invenduto 2. Consorzi garantiti 1. Di collocamento e garanzia: i titoli rimasti invenduti vengono sottoscritti dall underwriting group, in questo caso resta a carico dell emittente il rischio che durante la preparazione dell offerta si verifichino variazioni improvvise del mercato tali da danneggiare il buon esito dell emissione. 2. Di assunzione a fermo: i titoli sono completamente sottoscritti dal purchase group prima che inizi il collocamento sul mercato, tutti i rischi sono quindi trasferiti dall emittente all investitore.

16 I rischi per le banche aderenti al consorzio Rischi reputazionali: qualora andassero a proporre ai propri investitori titoli non affidabili o non adeguatamente prezzati Rischio di costo dell operazione: il pricingossia il rendimento reso agli investitori è importante perschè fenomeni di underpricingo di overpricingposso influenzare il processo di collocamento e la reputazione delle banche Rischi di mancato reperimento delle risorse finanziarie Rischi derivanti dal ruolo di garante: conflitti di interesse.

17 Ulteriori ruoli attribuiti ai consorzi di collocamento Per i titoli soggetti a quotazione Sostegno al prezzo nelle fasi successive all emissione, al fine di evitare fenomeni di flipping (rischio che una parte dei sottoscrittori venda subito il titolo sul mercato secondario per realizzare un guadagno, il che potrebbe determinare una tendenza al ribasso del prezzo del titolo) Garantire la liquidità post collocamento riduce la percezione del rischio per gli investitori

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19 La politica dei prestiti Modalità e criteri che ispirano la concessione del credito Insieme delle decisioni assunte dal top management in termini di: Dimensione: fattori interni ed esterni Composizione: diversificazione e frazionamento Qualità: stabilità, elasticità e rischiosità del portafoglio prestiti

20 Il prestito Nell operazione di prestito ci sono almeno 2 aspetti da mettere in evidenza : 1) La separazione nel tempo fra il momento dell erogazione e quello del rimborso del capitale e del pagamento degli interessi, dalla quale dipendono: Le forme tecniche del prestito; Il rischio specifico sopportato dalla banca. 2) L utilizzo da parte dell impresa per il finanziamento della gestione corrente o della spesa per investimenti: I fabbisogni di breve periodo nel primo caso, I fabbisogni di medio-lungo periodo nel secondo caso. Importante valutare: 1) La capacità di rimborso del debitore (rischio associato alla singola operazione; selezione dei prestiti) 2) Realizzare la migliore combinazione possibile di operazioni tenendo conto della relazione rischio rendimento di ciascuna (politica dei prestiti: dimensione del portafoglio, diversificazione, ripartizione e frazionamento dei fidi)

21 I principali fattori esterni che incidono sul volume dei prestiti Si tratta di fattori legati alle variabili che determinano l andamento della domanda di credito: Processo di formazione e distribuzione del prodotto lordo; Struttura e funzionamento del sistema finanziario, che condiziona le forme alternative di copertura del fabbisogno finanziario; Struttura delle attività economiche presenti nell area di intervento della banca: grado di sviluppo economico delle diverse zone geografiche; Struttura del mercato bancario e relazioni concorrenziali che lo qualificano.

22 I principali fattori interni che incidono sul volume dei prestiti Si tratta di fattori di carattere aziendale, riconducibili a: Obiettivi del soggetto economico banca: grado di avversione al rischio, combinazione ottimale rischio/rendimento tramite una adeguata selezione degli investimenti; Caratteristiche quali-quantitative della raccolta delle risorse finanziarie e grado di capitalizzazione della banca; Vincoli pubblici (obiettivi di politica monetaria) e normative di vigilanza.

23 Criteri di composizione del portafoglio prestiti Esigenze di controllo del rischio totale del portafoglio: Diversificazione settoriale e geografica; Frazionamento degli affidamenti: composizione degli impieghi per classi di importo; fissazione di limiti all importo dei prestiti da concedere ai singoli clienti affidati, in relazione ai mezzi patrimoniali della banca, alla sua propensione al rischio, alle regole di vigilanza prudenziale; Composizione dei prestiti per struttura tecnica.

24 I rischi connessi alla politica dei prestiti. Rischi economici: eventualità di perdite inattese, dovute ad insolvenza della controparte o ad una variazione del suo merito creditizio che venga ad influenzarne la capacità di far fronte in tutto o in parte alle obbligazioni assunte. Rischi finanziari: concernono il cash-flow della banca, l equilibrio fra entrate ed uscite, in assenza del quale potrebbero verificarsi crisi di liquidità e costi opportunità. Disciplina della concentrazione dei rischi bancari: Limite globale all ammontare complessivo dei grandi rischi (posizioni di rischio di importo 10% del patrimonio di vigilanza) Deve essere contenuto entro il limite di 8 volte il patrimonio di vigilanza. Limite individuale alla dimensione ciascun rischio ciascun rischio: Deve essere contenuto entro il 25% del patrimonio di vigilanza

25 La valutazione del rischio La stima del rischio sostenuto dalla banca in ogni operazione è alla base della valutazione dei fidi, essa si esplica: 1) Selezione della domanda da soddisfare (screening) 2) Azione di sorveglianza durante la vita del prestito (monitoring) La quantità e la qualità delle informazioni disponibili condizionano il processo valutativo che porta alla definizione del portafoglio ottimale di prestiti e influenzano l efficienza allocativadella banca (migliore combinazione rischio/rendimento) Le informazioni provengono da diverse fonti, interne ed esterne, e la loro qualità dipende da vari fattori di natura istituzionale, ma anche dalle specifiche modalità assunte dal rapporto banca-impresa.

26 La fase preliminare alla stipulazione di un contratto: l Istruttoria di Fido Valutazione dei fidi: apprezzamento della capacità di rimborso dei soggetti richiedenti credito. Criteri di analisi, dipendenti (1)dall avversione al rischio della banca, (2) dalla natura delle informazioni recuperate. Criterio statistico-patrimoniale patrimoniale: mira a stabilire una correlazione Criterio dinamico-reddituale: diretta fra capacità di rimborso e profilo patrimoniale del richiedente. Valuta l attitudine dell impresa a produrre redditi adeguati alle situazioni di rischio

27 Criteri di valutazione dei fidi Criteri Obiettivo Statici Dinamici Tutela del rimborso in caso di insolvenza: tutela del (solo) rischio di perdita Capacità di rimborso legata al profilo patrimoniale del richiedente credito: STATO PATRIMONIALE Indicatori: valore delle attività costituibili in garanzia (crediti, scorte, patrimonio netto) Capacità di rimborso legata alla capacità dell impresa di produrre reddito: BILANCI PROSPETTICI Indicatori: risultato operativo, flussi di cassa reddito netto Tutela della puntualità del rimborso: tutela (anche) del rischio finanziario Capacità di rimborso legata alla situazione della liquidità aziendale: STATO PATRIMONIALE Indicatori: capitale circolante netto, rapporto corrente (attività correnti/passività correnti), prova acida (attività correnti al netto delle scorte /passività correnti), esposizione al rischio di interesse e di cambio Capacità di rimborso legata alla evoluzione della liquidità aziendale: BILANCI PREVENTIVI DI CASSA Indicatori: flusso netto di cassa

28 Istruttoria delle domande di fido Istruttoria di fido: insieme di indagini, analisi ed elaborazioni atte a fornire elementi di valutazione sulla capacità di rimborso della clientela richiedente credito e sui rischi insiti nell operazione. La richiesta di affidamento: è redatta, di norma, su appositi moduli predisposti dalle banche, il cui contenuto mira a fornire una base di informazioni sufficiente per consentire un adeguato apprezzamento del cliente. Raccolte tutte le informazioni la banca dà inizio alla vera e propria istruttoria, articolata, generalmente, in 4 fasi: 1) Accertamento dei dati e raccolta di ulteriori informazioni: fonti interne (anagrafe generale della clientela; matrice dei conti aziendale; segnalazioni Centrale dei rischi; archivio Centrale dei bilanci), fonti esterne (archivi CERVED, tra cui il bollettino dei protesti; informazioni dagli albi professionali; atti presso archivi conservatorie immobiliari; rapporti di previsione degli istituti di ricerca economica) 2) Analisi qualitative; 3) Analisi quantitative; 4) Relazione di fido.

29 L importanza della Centrale dei rischi E un sistema di segnalazioni gestito dalla Banca d Italia che raccoglie le informazioni relative alle caratteristiche delle posizioni debitorie degli affidati nei confronti del sistema creditizio e fornisce alle istituzioni segnalanti un flusso informativo di ritorno sui singoli affidati con cadenza mensile. Le informazioni sono inviate alla Centrale dei rischi dalle banche iscritte all albo e dagli intermediari finanziari iscritti all albo dei gruppi bancari e/o iscritti nell elenco speciale di cui agli art. 64 e 107 del T.U.B.che esercitino in via esclusiva o prevalente l attività di finanziamento. L analista può pertanto attraverso le informazioni fornite dalla Centrale dei rischi visualizzare l esposizione debitoria complessiva del richiedente verso tutto il sistema bancario

30 La centrale dei rischi Gli intermediari assoggettati alle segnalazioni presso la Centrale di rischi devono comunicare le loro esposizioni se sussiste almeno una delle seguenti condizioni: 1. La somma dei fidi accordati o dei fidi utilizzati per cassa e per firma del singolo cliente è pari o superiore a euro; 2. Se esistono posizioni in sofferenza del cliente per qualsiasi importo; 3. Se il valore nominale dei crediti acquisiti dall intermediario in una operazione di factoring è pari o superiore a euro; 4. Una parte o la totalità dei crediti in sofferenza è stata portata a perdita, purché segnalata per almeno un mese a sofferenza. Con l introduzione nel 1999 della Centrale dei Rischi associativa il limite si è di fatto abbassato ulteriormente a euro

31 La Centrale dei rischi I flussi informativi provenienti dalla centrale dei rischi Flusso di ritorno personalizzato: trasmesso con cadenza mensile a tutti gli intermediari segnalanti, contiene dati di riepilogo della posizione assunta da ciascun affidato nei confronti del sistema, nonché dei soggetti coobbligati, dei soggetti prestatori di garanzia; Flusso di ritorno statistico: trasmesso mensilmente contiene informazioni sulla struttura del mercato creditizio, statistiche opportunamente classificate in base ad esempio alla localizzazione geografica del credito; Servizio di prima informazione: è attivato a richiesta dell intermediario segnalante (oneroso) e consiste nella descrizione dettagliata della posizione di rischio di un soggetto che va valutato per la prima volta dall intermediario.

32 Categorie di censimento delle operazioni creditizie sulla base del rischio assunto dagli intermediari segnalanti Criteri di censimento introdotti dalla Banca d Italia Crediti per cassa Rischi autoliquidanti (operazioni di finanziamento che hanno la funzione di garantire la disponibilità di crediti non ancora scaduti. Es.: anticipi salvo buon fine) Rischi a scadenza (operazioni di finanziamento con scadenza fissata contrattualmente e prive di una fonte di rimborso predefinita) Rischi a revoca (Es. aperture di credito in conto corrente) Finanziamenti a procedura concorsuale( finanziamenti concessi a organi di una procedura concorsuale, assistiti da clausola di prelazione) Sofferenze (crediti nei confronti di soggetti in stato di insolvenza)

33 Categorie di censimento delle operazioni creditizie sulla base del rischio assunto dagli intermediari segnalanti Crediti di firma (garanzie prestate dagli intermediari su richiesta della clientela affidata) Garanzie ricevute Sezione informativa (contiene indicazioni di operazioni non creditizie in senso stretto ma a queste collegate) Crediti di firma commerciali Crediti di firma finanziari Garanzie ricevute (garanzie personali che l intermediario ha ricevuto da terzi a fronte delle obbligazioni assunte dai soggetti affidati) Operazioni effettuate per conto terzi Crediti ceduti per operazioni di factoring Crediti passati a perdita (crediti che l intermediario, con specifica delibera, ha ritenuto non più recuperabili)

34 Il rischio di credito e gli strumenti di analisi L istruttoria di fido si conclude con un giudizio qualitativo argomentato e sempre più frequentemente con l assegnazione di un ratingche sintetizza il rischio percepito dalla banca. La relazione finale e il giudizio assegnato costituiscono la base per la decisione di affidamento, la scelta della forma tecnica e le condizioni praticate. La scelta di tutti questi elementi e in particolare il pricingdel prestito, avvengono sulla base di un modello di pricing, che tenga conto del rischio sopportato, e della redditività attesa sul capitale di rischio assorbito dal prestito, nonché dei costi finanziari e operativi connessi all operazione.

35 Il monitoraggio dei crediti Monitoraggio delle modalità di utilizzo dei crediti concessi Importante per quelle forme tecniche di credito a utilizzo non integrale Verificarsi di ritardi nei rimborsi Importante per quelle forme tecniche di credito a utilizzo integrale Ex antela banca opera introducendo nel contratto una serie di clausole che impongono limiti precisi e verificabili al comportamento del debitore, in ordine alla destinazione dei fondi ottenuti, alle modalità di utilizzo del fido accordato, alla disponibilità e libertà di alienazione delle attività acquisite attraverso il prestito.. Ex post la banca controlla periodicamente che tali clausole siano rispettate e se del caso può decidere di revocare l affidamento.

36 La qualità degli impieghi bancari Crediti vivi: sono tali quegli impieghi per i quali non si è in presenza di un rischio ben identificato, che renda dubbio il recupero per intero del capitale prestato; Incagli: esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea difficoltà che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo; Sofferenze: esposizioni per cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche se non accertato giudizialmente); Dubbi esiti: quote di sofferenze e di impieghi vivi (rischio fisiologico) per le quali esistono ragionevoli probabilità di perdita sulla base degli elementi di giudizio acquisiti.

37 Definizione dell affidamento secondo la Banca d Italia L affidamento ricorre, in senso lato, ogni qualvolta sussista in modo espresso, o anche di fatto, la disponibilità delle banche a divenire, nell esercizio della loro funzione tipica, creditrici verso terzi, in via diretta o indiretta, e quindi si concretizzi l assunzione di un rischio. 1) ANNOTAZIONE LIBRO FIDI CONCESSIONE DELL AFFIDAMENTO (ASPETTI FORMALI) 2) ANNOTAZIONE SCHEDARIO DEI RISCHI 3) SEGNALAZIONE ALLA CENTRALE DEI RISCHI

38 Affidamento Bancario La concessione dell affidamento deve avvenire nel rispetto delle competenze e delle deleghe interne alla singola banca in tema di assunzione dei rischi. La concessione dell affidamento deve avvenire nel rispetto delle norme di vigilanza, emanate dall Organo a ciò preposto, al fine di controllare e limitare l assunzione dei rischi di credito. In base a ciò si deve considerare: 1) natura e rapporti partecipativi dei soggetti affidati; 2) regole in tema di concentrazione dei rischi; 3) caratteristiche tecniche e scadenza delle singole operazioni; 4) rispetto del coefficiente di patrimonializzazione in relazione al complesso delle operazioni poste in essere.

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