Università degli Studi di Firenze Facoltà di Ingegneria. Tesina di Sistemi Telematici
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1 Università degli Studi di Firenze Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Informatica Tesina di Sistemi Telematici 19 settembre 2006 Fondamenti giuridici del Copyleft e sue relazioni con interoperabilità e portabilità Relatore: Prof. Dino Giuli Autore: Marco Meoni Tutore: Avv. Marina Da Bormida Anno Accademico
2 i Licenza Quest opera, per volontà dell autore, è rilasciata sotto la disciplina della seguente licenza: Creative Commons Public License Attribuzione - NonCommerciale - CondividiAlloStessoModo 2.5 Italia. Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest opera di modificare quest opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell opera nei modi indicati dall autore o da chi ti ha dato l opera in licenza. Non commerciale. Non puoi usare quest opera per fini commerciali. Condividi allo stesso modo. Se alteri o trasformi quest opera, o se la usi per crearne un altra, puoi distribuire l opera risultante solo con una licenza identica a questa. Ogni volta che usi o distribuisci quest opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col titolare dei diritti d autore utilizzi di quest opera non consentiti da questa licenza. Le utilizzazioni consentite dalla legge sul diritto d autore e gli altri diritti non sono in alcun modo limitati da quanto sopra. Questo è un riassunto in linguaggio accessibile a tutti del Codice Legale (la licenza integrale) che è disponibile alla pagina web:
3 Indice Indice Elenco delle figure Introduzione ii iv v 1 Software libero e software Open Source Il Software Libero Breve storia La filosofia Il software Open Source Breve storia Open Source Definition Differenze tra Software Libero e Open Source Copyleft Introduzione storica Il sistema giuridico delle licenze d uso Diritto d autore e Copyright Fondamenti del Copyleft Implicazioni giuridiche del Copyleft Rapporti tra Copyleft e mondo telematico Interoperabilità e Portabilità Definizione di Interoperabilità
4 INDICE iii 3.2 Definizione di Portabilità Vantaggi del Software Libero I vantaggi nei confronti dell Interoperabilità I vantaggi nei confronti della Portabilità Svantaggi del Software Libero Il linguaggio di programmazione Python Rapporto tra Copyleft, Portabilità e Interoperabilità Altri Esempi Il sistema GNU/Linux Un esempio di interoperabilità: Samba Project Un esempio di portabilità: Mozilla Firefox Bibliografia 38
5 Elenco delle figure 1.1 Il logo del progetto GNU Il logo dell Open Source Initiative Il logo di Copyleft Il logo del linguaggio Python Il logo di Java Il logo del kernel Linux Il logo di Samba Il logo di Mozilla Firefox
6 Introduzione Secondo l Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) per Software si intende l espressione di un insieme organizzato e strutturato di istruzioni, in qualunque forma o su qualunque supporto, capace, direttamente od indirettamente, di far eseguire o di far ottenere una funzione od un compito o un risultato particolare, per mezzo di un sistema di elaborazione elettronica dell informazione. Al momento della sua nascita, nei laboratori informatici americani come l AI Lab del MIT o i Bell Labs, il software prendeva forma e distribuzione come opera di pubblico dominio, in quanto la possibilità di ottenere modifiche e impressioni dagli utenti del software permetteva uno sviluppo più stabile e rapido del programma. Questo accadeva in quanto il software non era ancora un prodotto commerciale bensì un prodotto scientifico, e come tale veniva distribuito e studiato. La crescita rapida della qualità e delle utilità del software interessò in maniera decisa il mondo commerciale, che iniziò a vedere nel software un prodotto da proteggere con diritto assoluto assimilabile a diritto di libertà e, quindi, con licenze d uso. Fu da allora che il software per scopi commerciali non venne più distribuito con annesso il codice sorgente, ma solo in forma eseguibile, dietro compenso verso l azienda titolare del diritto d autore. Questa chiave di lettura chiusa e strettamente lucrativa del software ha scatenato tra i programmatori la nascita di un movimento che punta alla realizzazione di software libero, ovvero di applicazioni comunque di prima qualità, ma che lasciano all utente la libertà di conoscere, eseguire e modificare il codice sorgente del software e di ridistribuirne copie, dietro compenso o gratuitamente. La filosofia di questo movimento si trova in diretta contrapposizione con la
7 vi visione proprietaria e commerciale di software; questo ha creato, in particolare negli ultimi tempi, delle vere e proprie battaglie legali tese da una parte alla ricerca di un riconoscimento del dominio sul mercato, e dall altra ad un riconoscimento della libertà degli utenti nell uso del software. Questo ha portato ad una legiferazione in ambito americano ed europeo su diritto d autore e copyright, e di controparte alla definizione di licenze tese alla tutela della libertà, sino alla definizione di Copyleft. In questa opera verranno analizzate in maniera dettagliata sia la definizione di Software Libero che quella Open Source ripercorrendo la loro storia e la loro evoluzione sino ai giorni nostri, in modo da offrire uno scenario chiaro della trattazione. Saranno poi analizzati i concetti di Copyright e quello di Diritto d autore per riuscire a carpirne le reali differenze e le dipendenze che hanno l uno dall altro, sino ad arrivare al fulcro della trattazione, ovvero alla trattazione del fenomeno Copyleft. Nel fare questo sarà dato particolare rilievo alla trattazione giuridica della questione, in modo da esaurire al meglio la questione. In base a questa analisi sarà poi approfondita la problematica oramai annosa della portabilità ed interoperabilità tra software di licenza non compatibile, cercando di valutare i benefici in questo ambito dati dal rilascio del software sotto una licenza Copyleft o comunque con una licenza libera. Per attualizzare al meglio la questione e renderla al massimo comprensibile saranno inoltre presentati alcuni esempi pratici primo fra tutti il linguaggio di programmazione Python (nella sezione 3.5), che realizza al meglio, in linea con la filosofia libera, i concetti di interoperabilità e portabilità; altri esempi sempre sulla stessa linea saranno il sistema operativo GNU/Linux (nella sezione 3.7.1), il browser Mozilla Firefox (nella sezione 3.7.3) ed il Samba Project (nella sezione 3.7.2). La trattazione del tutto è stata resa possibile grazie all enorme lavoro svolto dal sito copyleft-italia.it, che raccoglie tesi e libri distribuiti con licenza libera che trattano in maniera più che esauriente quanto descritto. In modo particolare desi-
8 vii dero ringraziare per la sua straordinaria opera Simone Aliprandi, che ha raccolto in un bellissimo compendio [1] le idee gravitanti nel mondo dell informatica libera, portando poi l analisi sul fenomeno del copyleft tramite questi saggi ([2], [3]) che mi hanno reso notevolmente più facile durante la stesura l approccio giuridico alla materia. Sempre di spiccato interesse si sono rivelate le raccolte di scritti del padre del software libero, R. M. Stallman [4] [5]. Durante l opera inoltre sono state analizzate ed utilizzate idee tratte anche da altri libri, sempre disponibili liberamente, come quello di Sam Williams [6] o quello di Lawrence Lessig [7], mentre sul fenomeno dell Open Source è stato utilizzato il buon libro di Nicola Bassi [8].
9 Capitolo 1 Software libero e software Open Source La distinzione tra Software Libero e Open Source è oggetto costante di diverse interpretazioni e frequentemente è tralasciata, accomunando i due concetti come fossero sinonimi, o addirittura come concetti del tutto equivalenti. I due fenomeni sono in realtà molto legati tra loro, ma restano decisamente distinti l uno dall altro. Questo capitolo cercherà di mettere chiarezza su questi due tipi di software, cercando di evidenziarne le differenze, in modo da preparare il lettore a capire al meglio il prosieguo di questa relazione. Un altra necessaria precisazione da anteporre alla discussione di questo capitolo è la corretta interpretazione dei termini hacker o hacking, che sono del tutto svincolati dall attuale accezione negativa e piratesca (per la quale sarebbe corretto utilizzare cracking), ma stanno ad intendere la persona o l atteggiamento pieni di passione verso l informatica, l esperienza in questo campo e l esercizio di questa con l esclusivo scopo di scoprire qualcosa di nuovo, senza logiche di profitto, quasi fosse una vocazione. La comunità di hacker ruota infatti attorno ad un etica molto ferrea, che ha alla base una filosofia ben definita.
10 1.1 Il Software Libero Il Software Libero Breve storia Al fine di non appesantire troppo la questione, riguardo alla storia cercherò di dare un idea di massima della situazione fino ai primi anni 80, per poi iniziare da lì la trattazione. La situazione storica dagli anni 50 agli anni 80 aveva visto il passaggio della scienza dell informatica, ed in parallelo dei calcolatori, da materiale universitario-scientifico a mezzo a disposizione di tutti. Sono nate infatti aziende intente a produrre su larga scala Personal Computer e relativi sistemi operativi che presentano alla portata di tutti un bene che era di élite nei laboratori di ricerca. I primi anni 80 vedono infatti l arrivo sul mercato di IBM, Apple e altre, intente nella vendita di PC per la formazione di un mercato dalle proporzioni inaspettate. La collaborazione di IBM con Microsoft (all epoca piccola azienda produttrice di un semplice sistema operativo) si rivelerà lungimirante sul piano economico, sino a favorire l affermazione dell attuale colosso padre di Windows. Portare l informatica nelle case di tutti e su larga scala per un verso tende a svilire il compito proprio del calcolatore, relegato a semplice passatempo, ma consente anche alla comunità degli hacker di allargarsi e passare da una schiera di ricercatori universitari ad un intero mondo di curiosi e appassionati che avevano la possibilità di possedere un PC. La nascita di questo business porta però anche una grave sconfitta per la comunità di hacker: gli sforzi economici prodotti dalle nuove aziende protagoniste del mercato inducono queste a chiudere i propri prodotti con copyright, brevetti e segreti industriali. Senza che nessuno della maggior parte degli utenti riesca a capire a fondo i problemi che possono nascere da questa privatizzazione, si realizza un totale ribaltamento dell etica hacker di libertà di condivisione, libertà di sviluppo e di cooperazione varando verso segretezza del software, divisione e controllo. La ribellione a questo sistema viene guidata da un personaggio appartenente al mondo della ricerca universitaria, abilissimo programmatore e dai principi etici radicatissimi nel mondo hacker: Richard Matthew Stallman.
11 1.1 Il Software Libero 3 Stallman propone un approccio al mondo dell informatica molto semplice ed al tempo stesso rivoluzionario per quello che era diventato lo scenario mondiale; la sua idea di libertà si porta così in contrapposizione con il mondo dell industria dell informatica da ritenere che sia tanto bella quanto utopica, ma che nel tempo porterà alla nascita di un movimento dalle proporzioni inimmaginabili. Il suo più grosso merito è sicuramente quello di essere stato il primo nel mondo a lottare contro il sistema informatico che si stava creando: Stallman cerca di riportare a galla la vecchia etica hacker, nella quale era cresciuto e che di fatto era stata la madre dell informatica. Il suo obiettivo è quello di portare verso l utenza comune la prassi dei laboratori di ricerca, dove il software prodotto è condiviso con gli altri utenti, liberamente distribuibile e modificabile da tutti. Dopo più di dieci anni alle dipendenze del laboratorio di Intelligenza artificiale del MIT, tra i più prestigiosi dell epoca, decide di svincolarsi da qualsiasi struttura, in modo da poter portare avanti la sua crociata in maniera profonda. Nasce così il suo primo programma appartenente all epoca del Software Libero : Emacs, potente editor di testi e non solo, rilasciato in maniera libera presso la comunità. Come precisa Stallman per Libero non si intende necessariamente gratuito; i primi Emacs sono distribuiti da Stallman sotto compenso, per finanziare la nascita della sua ideologia, ma sono rilasciati con codice sorgente, in modo che chiunque potesse modificarlo e ridistribuirlo in forma modificata. Nasce poi sempre dalla sua creatività e dalla sua necessità di distaccarsi dal mondo del software proprietario un nuovo sistema operativo basato su Unix, ma che si vuole distaccare dalla natura proprietaria di quest ultimo; nasce il sistema GNU (Gnu is Not Unix), dal nome fortemente provocatorio in riferimento agli intenti che percorre. Di questo sistema fanno parte anche alcuni software non GNU, ma che si rendono adatti a fare parte, in quanto erano già precedentemente liberi. I programmi realizzati esclusivamente per il sistema GNU andranno invece a formare quello che si chiama Progetto GNU[9]. Il pericolo maggiore riguardo all idea di Stallman nella diffusione del Software Libero riguardava la diffusione del software derivato dall originale. Non avrebbe avuto senso scrivere programmi liberi dando la possibilità a chiunque ne venisse
12 1.1 Il Software Libero 4 Figura 1.1: Il logo del progetto GNU in contatto di renderli proprietari e chiuderli. Si è reso quindi necessario sviluppare termini di distribuzione del software che evitassero che il software GNU fosse trasformato in software proprietario. Il metodo che ideò prese il nome di copyleft. Dalle parole dello stesso Stallman il copyleft usa le leggi sul diritto d autore (copyright), ma le capovolge per ottenere lo scopo opposto: invece che un metodo per privatizzare il software, diventa infatti un mezzo per mantenerlo libero. Questa tecnica sarà analizzata a fondo nella sezione 2.3. E questa la grande rivoluzione del software proposta da Stallman e che riuscirà a tenere in piedi negli anni la filosofia del software libero. Per dare un riferimento alla nascente comunità Stallman fonda la Free Software Foundation (Fondazione del Software Libero) cardine del mondo del Software Libero, che convoglia fondi per il sostentamento di tutti i progetti liberi ad essa afferenti. La FSF grazie allo sviluppo del sistema telematico riuscì a portare nel mondo l etica della fondazione raggiungendo tutti i vecchi hacker che ne furono subito partecipi in maniera decisa e attiva La filosofia Il termine Free Software (il termine free in inglese significa sia gratuito che libero) a volte è mal interpretato 1 : non ha niente a che vedere col prezzo del 1 E utilizzata direttamente una traduzione della linea filosofica tracciata da R. M. Stallman liberamente distribuita
13 1.1 Il Software Libero 5 software; si tratta di libertà. Ecco, dunque, la definizione di software libero: un programma è software libero per un dato utente se: l utente ha la libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo (libertà 0); l utente ha la libertà di modificare il programma secondo i propri bisogni (perché questa libertà abbia qualche effetto in pratica, è necessario avere accesso al codice sorgente del programma, poiché apportare modifiche ad un programma senza disporre del codice sorgente è estremamente difficile)(libertà 1); l utente ha la libertà di distribuire copie del programma, gratuitamente o dietro compenso (libertà 2); l utente ha la libertà di distribuire versioni modificate del programma, così che la comunità possa fruire dei miglioramenti apportati.(libertà 3) Un programma è software libero se l utente ha tutte queste libertà. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso. La libertà di usare un programma significa libertà per qualsiasi tipo di persona od organizzazione di utilizzarlo su qualsiasi tipo di sistema informatico, per qualsiasi tipo di attività e senza dover successivamente comunicare con lo sviluppatore o con qualche altra entità specifica. La libertà di ridistribuire copie deve includere le forme binarie o eseguibili del programma e anche il codice sorgente, sia per le versioni modificate che non modificate. (La distribuzione di programmi in forma eseguibile è necessaria per consentire un agevole installazione dei sistemi operativi liberi). È legittimo anche se non c è alcun modo di produrre una forma binaria o eseguibile, ma l utente deve avere la libertà di ridistribuire tali forme nel caso trovi o sviluppi un modo per farlo. L utente, affinché le libertà di fare modifiche e di pubblicare versioni migliorate abbiano senso, deve avere accesso al codice sorgente del programma. Perciò, l accessibilità al codice sorgente è una condizione necessaria per il software libero.
14 1.2 Il software Open Source 6 Queste libertà per essere realmente effettive devono essere irrevocabili: se lo sviluppatore del software avesse il potere di revocare la licenza anche senza che l utente fosse causa di tale revoca, il software non sarebbe libero in concreto. Tuttavia, certi tipi di regole sul come distribuire il software libero sono accettabili nell etica free quando non entrano in conflitto con le libertà principali. Per esempio, il copyleft, ideato dallo stesso Stallman, è (spiegato in maniera semplicistica, sarà approfondito nella sezione 2.3) la regola per cui, quando il programma è ridistribuito, non è possibile aggiungere restrizioni per negare ad altre persone le libertà principali. Questa regola non entra in conflitto con le libertà principali, anzi le protegge. 1.2 Il software Open Source Breve storia La storia dell Open Source riguarda tempi più vicini ai nostri e si colloca alla fine degli anni 90. La nascita del termine Open Source, e della relativa comunità, è dovuta alla ricerca di alcuni hacker, di sganciarsi dai principi etici fissati dalla FSF e da Stallman, cercando di incontrare maggiormente il panorama imprenditoriale. Protagonista della nascita dell Open Source è Eric Raymond, ottimo programmatore appartenente alla FSF; il suo intento, basato su un idea lungimirante di distribuzione di massa del software, fu quello di basare la sua idea di software su un concetto puramente tecnico, svincolandosi dal pesante fardello ideologico costituito dalla definizione di Software Libero. E del 1998 l inizio della sua battaglia per avvicinare l opinione pubblica al mondo delle libertà informatiche, riuscendo comunque a conquistare gli utenti, dando un taglio meno radicale e rivoluzionario rispetto a quello tenuto da Stallman; il tutto senza dimenticare le origini alla FSF ed ovviamente senza entrare in conflitto con questa. Dentro la definizione di Open Source rientra infatti anche l idea di Software Libero, cosa che non è vera nel viceversa. Insieme ad un altro membro della FSF, Bruce Perens, diede vita alla Open Source Definition ed alla Open Source Initiative, che fissano le idee alla base del
15 1.2 Il software Open Source 7 loro progetto e tutelano con un marchio i prodotti a questa afferenti. In particolare la Open Source Initiative si occupa dell aggiornamento dell elenco delle licenze che si conformano all Open Source Definition, che sarà illustrata nella prossima sezione. Figura 1.2: Il logo dell Open Source Initiative Open Source Definition L Open Source Definition è una carta dei diritti dell utente di computer. Definisce, in particolare, quali diritti una licenza software deve garantire per essere certificata come Open Source. La fissazione di criteri determinati ha un importante seguito economico: i produttori che non rendono open source i loro programmi trovano difficile competere con chi lo fa, giacché gli utenti imparano ad apprezzare quei diritti che avrebbero dovuto essere loro da sempre. L Open Source Definition non è intesa per essere un documento di valore legale. Affronta, tuttavia, una delle questioni più spinose relative alla realtà open source: la licenza. E proprio questa, infatti, che determina il modo in cui la comunità svilupperà e distribuirà il software, e determinerà l evoluzione del progetto riguardante il programma. Il documento Open Source Definition formula i nove criteri che una licenza di distribuzione del software deve seguire, per essere definita open source. I primi tre racchiudono le caratteristiche fondamentali alla base della nuova metodologia di sviluppo del software. Essi, in particolare, riguardano: 1. Il diritto di fare copie del programma e venderle o cederle, senza dover pagare nessuno per questo privilegio.
16 1.2 Il software Open Source 8 2. Il diritto d accesso al codice sorgente, condizione necessaria per apportare correzioni e modifiche: il codice sorgente costituisce, infatti, un preliminare necessario alla riparazione o alla modifica di un programma. Là dove il codice sorgente manchi, l Open Source Definition prevede specificamente che siano disponibili mezzi ben pubblicizzati per scaricarlo, senza costi aggiuntivi, da Internet. 3. Diritto di creare e distribuire prodotti derivanti dalle modifiche effettuate. La manutenzione dei programmi è attività connaturata a quella di programmazione: senza migliorie, riparazione degli errori e porting su nuovi sistemi, il software serve a poco; la modifica si rivela quindi indispensabile per la manutenzione. Deve, inoltre, essere permessa la distribuzione di un opera modificata sotto gli stessi termini di licenza dell opera originale. Ciò non significa, tuttavia, che ciascun produttore di un opera derivata sia costretto ad usare gli stessi termini della licenza, ma solo che possa farlo quando lo voglia. Sul punto, esistono rilevanti differenze fra licenze: mentre la BSD consente di mantenere private le modifiche, la GPL non lo ammette. Quelli affermati dall Open Source Definition sono diritti importanti, poiché consentono di garantire uno stesso livello di tutela a tutti gli individui che collaborano alla creazione di software. I restanti criteri elencati nell Open Source Definition riguardano esigenze secondarie e sono finalizzati a chiudere le eventuali scappatoie che potrebbero crearsi. Essi riguardano: 4. L integrità del codice sorgente dell autore. Si tratta di una clausola che dà agli autori la possibilità d imporre una separazione tra le modifiche e l opera originale, senza naturalmente proibire le prime. L obiettivo è quello di scongiurare l eventualità che certe modifiche siano percepite come opera dell autore originale, gettando discredito su questi. 5. Il divieto di discriminazione contro persone o gruppi.
17 1.3 Differenze tra Software Libero e Open Source 9 6. Il divieto di limitare l uso del programma in uno specifico settore o per uno scopo determinato. 7. La distribuzione della licenza. Tutti coloro ai quali il programma è redistribuito hanno gli stessi diritti, senza necessità d esecuzione di una licenza aggiuntiva. La licenza, non richiedendo alcuna firma, è automatica. 8. La mancanza di una specifica correlazione tra licenza e prodotto. I diritti concernenti un programma non devono dipendere dall essere il programma parte di una particolare distribuzione software. Ciò significa che un particolare prodotto, classificato come open, source non può essere considerato gratuito solo se lo si usi con una determinata marca di distribuzione. Il software deve rimanere gratuito anche nel caso in cui sia separato dalla distribuzione software originaria. 9. La licenza non deve porre restrizioni su altro software che è distribuito insieme al software licenziato. La licenza, infatti, non può imporre restrizioni ad altri prodotti software che siano distribuiti insieme a quello licenziato. Per esempio, la licenza non può pretendere che tutti gli altri programmi distribuiti sullo stesso media siano software open source. Il concetto di derivazione non deve, in questa sede, essere confuso con quello d aggregazione. Si parla di derivazione quando un programma incorpora parti d altri programmi: quest aspetto è trattato alla sezione quattro dell Open Source Definition. 1.3 Differenze tra Software Libero e Open Source Il movimento del Software Libero e il movimento dell Open Source sono due movimenti diversi con diversi punti di vista e obiettivi, anche se possono lavorare, e in effetti lavorano, insieme su alcuni progetti concreti. La differenza fondamentale tra i due movimenti sta nei loro valori: per il movimento Open Source, il fatto che il software debba essere a sorgente aperto o meno
18 1.3 Differenze tra Software Libero e Open Source 10 è un problema pratico, non un problema etico. Appartiene alla comunità Open Source la definizione secondo la quale l Open Source è una metodologia di sviluppo; il Software Libero è un movimento di carattere sociale. Secondo Stallman ad esempio, per il movimento Open Source, il software non libero è una soluzione non ottimale mentre per il movimento del Software Libero, il software non libero è un problema sociale del quale il software libero è la soluzione. La divisione tra i due mondi non riguarda però l aspetto pratico, sul quale sono in pieno accordo ed è per questo che è possibile una convivenza su progetti concreti. Quello da cui si discosta la FSF rispetto al movimento Open Source è la difesa dei principi etici secondo i quali è nata. Sulla base delle due definizioni appena scritte (nella sezione quella di software libero, nella sezione quella di Open Source) possiamo quindi dire che tutto il software libero può tranquillamente rientrare nella sfera del software Open Source, mentre questo non prevedendo restrizioni di utilizzo per licenze non libere, non è detto che sia Software Libero. Un esempio classico in ambito telematico è la licenza Apahce (Apache License[10]), che non è ammissibile come licenza libera ma è perfettamente compatibile con i canoni delle licenze Open Source.
19 Capitolo 2 Copyleft Prima di riuscire a parlare comprensibilmente di copyleft è necessaria un introduzione storica al mondo del diritto d autore e del copyright, cercando di capire qual è stata la strada percorsa per arrivare alla definizione di questi, per ottenere una panoramica realistica del sistema nel quale il copyleft si è inserito e che ha sfruttato per diventare tale. Oltre a questo sarà presentata una piccola sezione di analisi specifica sulle differenze che intercorrono tra Diritto d autore e Copyright, in modo da eliminare tutte le ambiguità della trattazione. 2.1 Introduzione storica Rifacendosi a quanto detto riguardo alla storia del software (in particolare nella sezione 1.1.1) risulta facile capire come la necessità di una tutela giuridica del software non sia nata gradatamente con il crescere dell informatica, ma sia sbocciata come necessità impellente delle imprese informatiche quando si sono affacciate in questo mercato, come tutela degli ingenti sforzi economici profusi. La funzione primaria di tutti gli apparati giuridici di proprietà intellettuale è infatti quella di creare dei diritti esclusivi di sfruttamento in modo da poter da un lato garantire un profitto al titolare di tali diritti, dall altro di incentivare la creatività e l inventiva in generale. Tutelare un frutto dell ingegno e della creati-
20 2.1 Introduzione storica 12 vità, sia esso un invenzione o un opera espressiva, significa soprattutto tutelare ed incoraggiare gli investimenti compiuti per la sua realizzazione. Quando le industrie dell informatica hanno sondato le possibilità utili per la tutela delle proprie opere si sono trovate dinanzi ad una scelta tra due realtà presenti: il diritto d autore ed il brevetto. Il diritto d autore è una pratica utilizzata per le opere proprie dell ingegno di tipo artistico-espressivo, mentre il brevetto nasce per opere di stampo tecnico-industriale. Tra i due sussiste anche una differenza nella tutela giuridica offerta: mentre il diritto d autore offre solamente una tutela della forma espressiva dell opera, cioè la modalità con cui l autore dell opera stessa trasmette un messaggio (sia questo in forma letteraria, musicale o digitale), il brevetto offre la tutela anche del contenuto dell opera, quindi il procedimento che sta alla base dell invenzione tutelata. A livello giuridico è precisato che la protezione del diritto d autore copre le espressioni e non le idee, i procedimenti, i metodi di funzionamento o i concetti matematici in quanto tali. É necessario precisare che a livello giuridico niente è contrario alla coesistenza di una tutela sia tramite brevetto che tramite diritto d autore, sempre che l opera in questione abbia le caratteristiche per esercitare tale tutela. L obiettivo in campo software si è dimostrato essere quello di risolvere la questione se il software sia un opera da tutelare con diritto d autore, con brevetto o con entrambi. Il software fino dalla sua nascita si è rivelato essere perfettamente a cavallo delle due categorie: come sua natura è difatti un opera dell ingegno di carattere espressivo, di fatto anche artistica, soventemente atta a risolvere problematiche di tipo tecnico-industriale. La materialità di cui necessitano però le opere brevettabili è di fatto del tutto assente per consentire di tutelare il codice con brevetto 1. Il primo passo verso la legiferazione di una tutela software fu applicata negli Stati Uniti d America, dove nel 1980 fu pubblicato l atto legislativo Software 1 Va precisato che nonostante la apparente non brevettabilità del software per la mancanza della condizione di materialità, in alcuni paesi si è scelto di perseguire questa strada. In ambito europeo questo è stato lungimirantemente scongiurato, e per questo considereremo il software come un opera tutelabile con diritto d autore e non con brevetto.
21 2.1 Introduzione storica 13 Copyright Act, che stabiliva come il software dovesse essere tutelato; questa procedura fu seguita nei seguenti cinque anni da tutti i paesi europei sviluppati, con un consistente ritardo solo da parte dell Italia, che ha presentato la sua norma in allineamento con la direttiva europea del Il sistema giuridico delle licenze d uso In base ai diritti derivanti dalla legislazione in base alla tutela d autore, è indispensabile che l autore di un prodotto informatico (che sia software o tecnologia informatica assimilabile a questo), stipuli un contratto con l utente del suo prodotto, nel quale siano definite le libertà dalle quali l autore si spoglia e di quali può esserne investito l utente, eventualmente dietro corrispettivo. Idealmente questa sarebbe la pratica perfetta per la stipulazione di un contratto ad-hoc, volta per volta che un programma viene trasferito dall autore ad un particolare cliente; risulta evidentemente utopico procedere attualmente in questa direzione, che risultava accettabile solo nei primordi della scienza informatica, quando il programmatore sviluppava un particolare sistema per un solo particolare utente (solitamente era un centro di ricerca). Dal momento dell ingresso del software nella schiera dei beni di consumo e della sua produzione su larga scala (come descritto nella sezione 1.1.1), gli autori iniziarono a stilare dei contratti di portata generale, destinati non ad un unico utente ma a chiunque entrasse in possesso dell opera, in cui esprimevano i termini della distribuzione e della riproduzione del software che avevano sviluppato, su cui avevano il diritto di vantare diritti esclusivi: fu la nascita del sistema contrattuale delle licenze d uso di software. Con questa strutturazione delle licenze d uso cambia radicalmente la formazione del consenso da parte dell utente: le licenze software attualmente sono inquadrate nel mondo giuridico come licenze per adesione, ovvero contratti che un azienda stipula con un numero molto grande di persone, dove le condizioni (predisposte solo dal licenziante) sono efficaci se chi le ha imposte ha fatto in modo che il contraente è facilmente in grado di conoscerle. Riguardo alle licenze software ci sono alcune ambiguità da chiarire, che hanno
22 2.2 Diritto d autore e Copyright 14 spesso suscitato dibattiti giuridici; la prima riguarda la scelta del termine licenza, che è dovuta alla funzione autorizzativa del contratto, anche se non sarebbe del tutto appropriata. La definizione giuridica di licenza implica un contratto di concessione da parte di un soggetto (licenziante) ad un altro soggetto (licenziatario) non solo della facoltà di godere di una certa idea creativa, ma anche di sfruttarla economicamente, privilegio che nella maggioranza delle licenze software rimane invece dell autore originario. Un altra ambiguità riguarda la proprietà che deriva dall applicazione di una licenza software: soventemente viene infatti confusa la proprietà materiale del software (per esempio di un supporto digitale dove questo è memorizzato) con la proprietà dell opera dell ingegno; per chiarire questo punto si pensi a questo banale esempio: quando un utente si reca da un rivenditore di materiale informatico per comprare un pacchetto software, anche se spesso perfezionati nello stesso momento, vengono eseguiti due contratti separati e di diversa natura: quello tra l utente e il rivenditore (che ha per oggetto la proprietà materiale del supporto su cui il software è venduto) e quello con la compagnia produttrice del software (che ha per oggetto i diritti di proprietà intellettuale dell opera software). La proprietà del supporto dopo l acquisto è dell utente in maniera indiscutibile, mentre per la proprietà intellettuale dobbiamo portare attenzione a quanto è stato accettato nella licenza del software. 2.2 Diritto d autore e Copyright Diritto d autore e Copyright, spesso usati come traduzione l uno dell altro, nascondono in se pericolose e rilevanti differenze. Iniziando dalla semplice traduzione letterale di Copyright possiamo intuire su cosa sia fondamentalmente basata la differenza tra le due forme; Copyright dall inglese è tradotto Diritto di copia quindi è riferito al diritto di riprodurre e distribuire sul mercato copie di un opera. Il copyright è tipico degli ordinamenti giuridici anglosassoni-americani e tutela la distribuzione e la commercializzazione di un opera dell ingegno lasciando in
23 2.3 Fondamenti del Copyleft 15 secondo piano le sue caratteristiche di originalità e creatività. L autore detentore del diritto quindi in linea di massima cede l opera ad un impresa per la commercializzazione di un dato periodo di tempo; da quel momento e per tutta la durata dei diritti trasferiti con il contratto, è il soggetto imprenditoriale a gestire le sorti dell opera in questione. A livello Italiano, e comunque Europeo, parliamo di Diritto d autore, percorrendo un ulteriore passo nella tutela dell opera; l analisi della parola, come nel caso precedente, ci aiuta a spostare l analisi non solo sulla distribuzione dell opera in questione, quanto anche alla paternità dell opera stessa, spostando l attenzione anche su tutta la sfera dei diritti dell autore. La normativa sul diritto d autore prevede infatti che l autore possa, anche dopo un eventuale cessione dei diritti patrimoniali sull opera, conservare un certo controllo sulla stessa; vengono riconosciuti infatti, oltre ai diritti di tipo patrimoniale anche i cosiddetti diritti morali, che tra l altro sono irrinunciabili, incedibili e perpetui. Si tratta di alcuni diritti attinenti alla sfera più personale dell autore, al quale si riconosce che l opera da lui creata porta con sé anche un valore aggiunto rispetto al mero valore commerciale: un valore di tipo morale appunto, legato al rispetto dell onore e della reputazione dell autore, anche al di là della sua morte e al di là della durata dei diritti patrimoniali (70 anni dalla morte dell autore). Con l avvento di internet, e quindi di un mercato estremamente globalizzato, si è evidenziata la tendenza di unificare i due concetti, spostandoli verso l idea americana di copyright, sulla quale si fonda anche il copyleft, oggetto dell analisi di questo capitolo. Data questa particolare ambiguità di definizione è comunque sempre consigliabile utilizzare il massimo della cautela possibile, applicando di volta in volta le attenzioni che i principi fondamentali del diritto ci suggeriscono. 2.3 Fondamenti del Copyleft Il Copyleft non è un sistema giuridico alternativo al Copyright, nè è una forma di tutela priva di fondamento legale. Il Copyleft è semplicemente un espressione alternativa dello stesso Copyright, sul quale si fonda e grazie al quale riesce a
24 2.3 Fondamenti del Copyleft 16 funzionare. Stallman, ideatore del Copyleft, è molto chiaro in questo, precisando che, ad esempio, il concetto di no copyright inteso come totale rifiuto della normativa sul diritto d autore non può convivere con il concetto di Copyleft. Il Copyleft (spesso tradotto in italiano come permesso d autore ) è un metodo generale per realizzare un programma di software libero e richiedere che anche tutte le versioni modificate e ampliate dello stesso rientrino sotto il software libero. La maniera più semplice per rendere libero un programma è quella di farlo diventare di pubblico dominio, senza nessuna tutela del diritto d autore. Ciò consente a chiunque di condividere tale programma e i relativi perfezionamenti, se questa è l intenzione dell autore, anche se così facendo, qualcuno poco incline alla cooperazione potrebbe trasformarlo in software proprietario; potrebbe apportarvi delle modifiche, poche o tante che siano, e distribuirne il risultato come software proprietario. Coloro che lo ricevono in questa versione modificata non hanno la stessa libertà riconosciuta loro dall autore originale in quanto lo sviluppatore intermedio è riuscito a rendere non libero il software. Alla nascita del progetto GNU, Stallman per evitare che accadesse questo con il suo sistema, ideò il concetto di Copyleft, per mantenere intatta la libertà di tutti gli utenti. Il Copyleft infatti specifica che chiunque intenda avvalersi dei canonici livelli di libertà del software libero (si fa riferimento alla sezione 1.1.2) deve lasciare intatta questa possibilità anche per i futuri utilizzatori del software; sparisce così la possibilità che un anello della catena della distribuzione software faccia cessare o fagociti i gradi di libertà dell opera. Per fare questo il Copyleft si basa appunto sul Copyright, ribaltandone di fatto gli intenti, ma mantenendone la solida struttura giuridica; da qui la nascita del nome, ironico ed emblematico, di ribaltamento del concetto di Copyright (anche in italiano si è cercato di rendere questa situazione nel nome tramite permesso d autore in contrapposizione a diritto d autore ). Il termine è in effetti molto significativo poiché racchiude un duplice gioco di parole: left è appunto il participio passato di leave (lasciare, permettere) e comunica l idea di un regime più libero; ma è anche l opposto di right (inteso come destra) e comunica un idea di ribaltamento dei principi. Il suo simbolo è la c di Copyright ribaltata secondo l asse verticale,
25 2.3 Fondamenti del Copyleft 17 com è visibile in figura 2.1. Figura 2.1: Il logo di Copyleft Per creare un programma Copyleft è sufficiente dichiararlo prima sotto Copyright dopodiché aggiungere i termini di distribuzione, strumento legale onde garantire a chiunque il diritto all utilizzo, alla modifica e alla redistribuzione del codice di quel programma o di qualsiasi altro da esso derivato, ma soltanto nel caso in cui i termini della distribuzione rimangano inalterati. Così l opera e le libertà diventano inseparabili a livello legale. Il Copyleft in se è comunque un concetto non concreto, che viene reso tale e quindi applicato tramite alcune licenze libere, la più famosa di queste è la licenza creata dallo stesso Stallman per il progetto GNU: la GNU General Public License (Licenza Pubblica Generica GNU)[11], solitamente sintetizzata come GNU GPL. Fanno riferimento al sistema GNU anche la licenza GNU Lesser General Public License (GNU LGPL)[12], solitamente utilizzata per le librerie, e la GNU Free Documentation License (GNU FDL)[13], per rendere libere anche le documentazioni e i manuali. Per capire quanto sia solida la strutturazione del Copyleft tramite le suddette vicende può essere sufficiente citare un paio di esempi, spesso utilizzati anche da Stallman, che rendono chiaro quale sia il meccanismo di tutela della libertà. Il primo riguarda la nascita del compilatore GNU C++; la sua nascita ha visto il lavoro di un azienda produttrice di software proprietario, la MCC, sulla base del compilatore GNU per il C (il GCC, inizialmente scritto dallo stesso Stallman). Il GCC è coperto da licenza GNU GPL quindi il nuovo software, benchè fosse composto da molti nuovi files ma poichè questi erano stati progettati per essere collegati con GCC, ha avuto la sola possibilità di essere licenziato tramite la stessa GPL, arricchendo così di fatto il panorama del software libero. La scelta di licenziare il software come proprietario sarebbe stata secondo la legge
26 2.3 Fondamenti del Copyleft 18 una violazione del Copyright, e come tale punita. Un esempio di questa situazione riguarda l altro esempio che ho voluto riportare: la controversia che nacque su GNU Objective C tra Steve Jobs (fondatore della Apple) e la Free Software Foundation. Steve Jobs riteneva possibile creare un front end (Objective C appunto) proprietario per NeXT, un suo sistema operativo; propose di distribuirlo come file.o, lasciando agli utenti la possibilità di collegarlo con il resto di GCC, ritenendo così di poter aggirare i requisiti della GPL. Ciò fu legalmente dichiarato illegale e di fatto si aprirono due possibilità: o ritirare il codice e non pubblicarlo o licenziarlo secondo i termini del Copyleft stabiliti dalla GPL. La scelta fu di licenziarlo secondo licenza GPL, in modo da non perdere tutto il lavoro svolto Implicazioni giuridiche del Copyleft A livello strettamente guiridico le licenze che prevedono la clausola di Copyleft sono inquadrate come tipi di contratto appartenenti alla sfera del diritto privato con le seguenti caratteristiche: sinallagmatico, a titolo (solitamente) gratuito, di tipo consensuale, di durata, che ha ad oggetto una serie di obblighi (fare/non fare), stipulato da un soggetto determinato (l autore) e uno indeterminato ma determinabile (l utente). Questa definizione è facilmente esplicabile, nonostante si presenti molto distante dalla comprensione per un non addetto ai lavori, in modo particolare nei riferimenti a sinallagmatico, di durata e consensuale, che fanno riferimento in termini tecnici alla classificazione giuridica dei contratti. Per sinallagmatico si intende infatti un contratto a prestazioni corrispettive, nel quale sia il licenziante che il licenziatario sono obbligati ad erogare delle prestazioni: la prestazione del licenziante consiste nel concedere la possibilità di utilizzare l opera (ed eventualmente di distribuirla, di modificarla ecc.), mentre la prestazione del licenziatario consiste nel fare o non fare ciò che viene espressamente autorizzato dall altro soggetto (come ad esempio le varie clausole delle licenze Creative Commons). Per contratto di durata si intende che lo scambio di prestazioni è destinato a perdurare nel tempo, e non si esaurisce in un solo momento (come ad esempio i
27 2.3 Fondamenti del Copyleft 19 contratti per la compravendita di un immobile); per consensuale si intende invece un contratto che si perfeziona con il consenso, in qualunque modo questo sia manifestato. Come abbiamo anche detto nel paragrafo riguardante le licenze d uso del software, perchè il contratto sia valido l utente deve essere in grado di conoscere facilmente i termini del contratto. Questa particolarità ha portato i fautori del Copyleft all analisi delle sue varie clausole, cercando di capire se queste fossero vessatorie (e quindi capaci di rendere il contratto non valido) oppure no. Il primo di questi problemi era l effettiva difficoltà di apprendere le clausole senza avere di fatto in mano il prodotto; per ovviare a questo in molte opere Copyleft è riportato un disclaimer, preliminare che avverte l utente della presenza di un contratto Copyleft, e lo rimanda per approfondimenti alla pagina relativa al codice legale. Un altro problema riguarda l anima stessa del Copyleft, ovvero la clausola per cui la licenza dei prodotti ridistribuiti o derivati deve essere una trasposizione della licenza originale; questa clausola non è da intendersi vessatoria se l informazione del produttore è chiara. La vessatorietà anche in questo caso è eliminabile con la presenza di un apposito disclaimer di avviso. Un problema che si è presentato spesso è, inoltre, l eventualità che l autore decida di cambiare la licenza dell opera, passando da una licenza Copyleft ad una, ad esempio, proprietaria. Se il prodotto con la licenza Copyleft è in possesso di un licenziatario che decide di ridistribuirlo o di distribuire opere derivate secondo i termini della licenza originaria ciò non costituisce illecito (anche se viola i termini della licenza proprietaria) in quanto si presuppone che il licenziatario abbia agito in buona fede, conoscendo solo la licenza d origine. Questa situazione ha scaturito nel mondo informatico notevoli diatribe. che talvolta hanno dato vita alla nascita di progetti liberi derivati dall originale aperto, ed uno portato avanti sotto regime proprietario. Risulta chiaro dall analisi giuridica come il Copyleft abbia una strutturazione rispetto alla legge molto forte, ma che presenta alcuni problemi che potrebbero rivoltarsi contro l autore stesso; nonostante in questa trattazione siano stati trat-
28 2.4 Rapporti tra Copyleft e mondo telematico 20 tati solo i più famosi abbiamo visto come questi siano evitabili, e, espandendo il discorso anche a quelli non analizzati, per ognuno è applicabile un comportamento corretto del licenziante che risulta inattaccabile e privo di vessatorietà. 2.4 Rapporti tra Copyleft e mondo telematico Come visto anche nella precedente trattazione e come analizzato anche nella trattazione storica, la nascita e lo sviluppo del movimento del Software Libero sono strettamente legate allo sviluppo della comunicazione telematica che si è rivelato in contemporanea. Se è vero che i due fenomeni sono tecnicamente distinti e a se stanti è altrettanto vero che il movmento di Stallman ha fortemente giovato nel suo sviluppo della possibilità di essere un movimento di portata mondiale, grazie alla comunicazione capillare nata con Internet. Grazie alla pubblicizzazione del suo ideale online la Free Software Foundation 2 ha visto l aderire di molti hacker sparsi nel mondo, tutti convinti degli ideali di base della fondazione. Inoltre, dopo la comparsa online del sistema GNU molto materiale appartenente alla sfera dei programmi liberi si è reso costantemente disponibile in forma aggiornata. In modo particolare tutto software coperto da Copyleft mette a disposizione della globalità la possibilità di avere ottimo codice da cui partire nello sviluppare progetti, o la possibilità di aggiornarne in maniera rapida quelli esistenti. Come scritto dallo stesso Stallman [4], il Copyleft tende ad essere estremamente pragmatico, portando gli sviluppatori ad un ricatto-offerta : il software della comunità coperto da Copyleft è software di primissima qualità; se lo sviluppatore (sia questo un azienda, una fondazione, un singolo o un laboratorio di ricerca) desidera contribuire o se ne vuol sviluppare di nuovo basato sul precedente, tutto quello che ne deriverà deve rimanere Software Libero (riassunto informale della clausola Copyleft). É semplice pensare che senza uno sviluppo così capillare della 2 Il sito ufficiale è alla pagina 2 Il sito ufficiale è
29 2.4 Rapporti tra Copyleft e mondo telematico 21 rete telematica lo sviluppo del pensiero libero sarebbe rimasto una pura utopia di pochi puristi, mentre così è riuscito a convogliare a se un numero inimmaginabile di afferenti. Per avere un idea della portata dello sviluppo del Copyleft tramite internet è sufficiente guardare come sia ricca la collezione di saggi e opere raccolte dal portale italiano copyleft-italia.it: le opere presenti sono coperte da clausole Copyleft che potrebbero portare i rivenditori cartacei ad una discriminazione contro queste, ritenute prive di un ritorno economico soddisfacente. La possibilità di essere disponibili sul mezzo telematico è una riprova di quanto questo, combinato con il Copyleft, riesca a rendersi potente e distribuito, più di quanto non riesca qualsiasi altro sistema di tutela d autore verso la propria opera. Un traguardo raggiunto nello sviluppo della filosofia madre del Copyleft è stato proprio questo, ottenuto in perfetta sintonia con lo sviluppo telematico: la presenza e la possibilità di usufruire dell interconnessione (sia questa realizzata tramite un sito di distribuzione, o tramite la distibuzione su richiesta via ) ha concretizzato l intento del Copyleft di focalizzare l attenzione del contratto che copre l opera sui veri protagonisti della transazione, ovvero l autore e l utente, dando la possibilità di scavalcare (ma rendendola comunque possibile) l usuale vendita della concessione dell esercizio di pubblicazione verso un azienda produttrice o un editore. L autore che sceglie il modello Copyleft per la propria opera può così evitare l intermediazione di altri soggetti nella fase di pubblicazione e di distribuzione, cosa che è resa possibile (e consigliabile) grazie al nuovo universo telematico e digitale. Sarebbe errato comunque mantenere il discorso solamente in questo senso unico, in quanto la comunità hacker del software libero ha di fatto contribuito in prima persona ad uno sviluppo così rapido ed efficiente del mondo telematico, progettando piattaforme di sviluppo e di gestione, software di controllo o di utenza ai primi posti di utilizzo e qualità del servizio. Basti pensare alla semplice navigazione web, che ai giorni nostri vede la comunicazione di un computer client, dell utente navigante, con uno server, che eroga il servizio. Il software che da un punto di vista tecnico/ingegneristico riesce a realizzare
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