Fondi europei per la finanza inclusiva

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1 Fondi europei per la finanza inclusiva 18 dicembre 2014 Profilo dei relatori Riccardo AGUGLIA Senior Microfinance Investment Manager Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) Laureato in Scienze economiche e bancarie, dottore commercialista e revisore dei conti, dopo aver lavorato nella creazione di impresa in Sviluppo Italia, ha sviluppato esperienze in microfinanza a livello internazionale con Fair Finance a Londra dove gestiva il Microcredit Fund e dal 2010 è Senior MF presso il Fondo Europeo di Investimento. Barbara AIOLFI Vicepresidente Mag2, Milano Barbara Aiolfi, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'università L. Bocconi. Dopo aver approfondito gli studi a Buenos Aires, Santiago del Cile e Strasburgo ha vissuto dal 2000 al 2003 a Kongwa, un villaggio della Tanzania, dove ha lavorato in un progetto di microfinanza con cooperative locali di risparmio e credito rurale. Da allora in Africa (Ghana, Uganda, Kenya e Tanzania) è tornata più volte come membro del Comitato Progetti di CTM Altromercato per valutare i produttori partner del commercio equo italiano. Dal 2004 ad oggi è socia, lavoratrice e amministratrice della cooperativa di finanza mutualistica e solidale Mag2. Federico BRIA Segretario Generale BCC Mediocrati Laureato in Storia presso l'unical e con un Master in Management e Responsabilità Sociale presso la LUMSA, il dott. Bria è un giornalista professionista. Ha insegnato giornalismo all'università della Calabria e ha diretto l'agenzia audiovisiva Wesson & Boyle, con cui ha realizzato reportages in diversi Paesi nel sud del mondo e il film lungometraggio "Shero", sul Kurdistan iracheno dopo la prima guerra del golfo. Dal febbraio 2008 è Segretario generale della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati. Marianna CALABRO Direttrice MxIT - Microcredito per l'italia, Padova Da settembre 2013 è direttrice di Microcredito per l Italia SpA, di cui coordinava già da un anno le attività a sostegno dello sviluppo imprenditoriale e commerciale dell Italia centro-settentrionale. Ha contribuito allo sviluppo internazionale strategico di Banca Popolare Etica, dove ha lavorato dal 2004 al 2008 sviluppando partenariati e relazioni con banche estere europee. È stata direttrice di Sefea (Société Européenne Finance Ethique et Alternative) dal 2008 al 2010 occupandosi di amministrazione e management e del monitoraggio degli investimenti nel settore della microfinanza europea. È stata dal 2010 al 2012 responsabile del progetto di cooperazione internazionale ad Haiti per Caritas Italiana. Marianna è laureata in Scienze politiche con una specializzazione in Istituzioni economiche Internazionali. Si interessa di politiche internazionali e di cooperazione, con particolare attenzione all inclusione finanziaria e all economia rurale, disciplina dove si sta specializzando con un Master presso l Università di Londra, Soas College. 1

2 Maria Claudia COSTANTINI Responsabile Progettazione Fondazione Risorsa Donna, Roma Responsabile della progettazione di Fondazione Risorsa Donna, dal 2004 lavora nell ambito del progetto di microcredito sociale della Fondazione svolgendo attività di ricerca, progettazione e studi. Tra le altre, ha collaborato alle seguenti attività: L accesso al credito delle donne. Lo stato dell arte nella Regione Lazio e in Italia ; Studio di fattibilità per un progetto di microcredito nella Provincia di Vibo Valentia ; predisposizione del progetto Dal rifugio al credito; The European Microfinance Network Survey 2006/2007. The Italian Initiative. Ha frequentato il corso di formazione sulla social performance delle istituzioni di microfinanza organizzato da MFC Microfinance Centre, Planet Finance, UTGM Università Guglielmo Marconi Telematica. Andrea LIMONE CEO PerMicro, Torino Dal 2007 Direttore Esecutivo di PerMicro, società specializzata in microcredito che opera a livello nazionale. Prima di tale carica, il Dott. Limone è stato responsabile dei progetti europei della Banca Popolare Etica e direttore di filiale di Mag2 Finance, una cooperativa di finanza etica. Ricercatore presso la Fondazione Giordano Dell Amore, ha contribuito al volume "Microfinanza in Europa" (Giuffrè Editore, 2004) e realizzato pubblicazioni sulla microfinanza e il sistema bancario "Banche e Microfinanza" (Bancaria Editrice, 2006) e "Otto modi di dire microcredito" (Il Mulino, 2006). Alessandro MESSINA Responsabile delle relazioni con le imprese per il Credito Cooperativo Federcasse, Roma Economista, è responsabile delle relazioni con le imprese per il Credito Cooperativo (Federcasse). In passato è stato, tra l'altro, responsabile del settore crediti presso l'abi, presidente dell'associazione finanza etica, direttore di Lunaria. Da molti anni svolge attività di ricerca e di insegnamento in diverse università e centri studi. Ha pubblica numerosi libri tra cui Denaro senza lucro (2003) e La finanza utile (2007). Aldo MOAURO Direttore Esecutivo Microfinanza Rating, Milano Aldo Moauro è un membro fondatore e direttore esecutivo di Microfinanza Rating Srl, leader mondiale tra le agenzie di rating internazionali specializzate in microfinanza. Ha realizzato più di 100 missioni di rating e valutazioni in tutto il mondo ed è stato diretto l'evoluzione tecnica dei servizi e strumenti di Microfinanza Rating. Il dott. Moauro partecipa ai principali eventi del settore (gruppi di lavoro, conferenze e summit) ed è docente in alcuni dei principali programmi internazionali di formazione in microfinanza quali il Boulder. Prima di Microfinanza Rating, il dott. Moauro ha lavorato per quasi 4 anni presso ETIMOS, un consorzio finanziario internazionale, responsabile del portafoglio investimenti di microfinanza. Laureato in Economia, il dott. Moauro ha diretto la propria preparazione professionale verso il settore delle PMI e della microfinanza. Si è specializzato presso l'università del Colorado frequentando il Boulder Microfinance Training Program, e presso l'università Goethe di Francoforte su Innovazioni teoriche e tecniche di microfinanza e finanza rurale. 2

3 Stefano OSTI Collaboratore Caritas Diocesana Vicentina, Vicenza Collabora con Caritas Vicentina nel servizio "Microcredito Etico-Sociale" fin dalla fase progettuale (2004) e con alcune realtà del terzo settore nella realizzazione di Bilanci Sociali. Laureato in Economia e Commercio, Master in Responsabilità Sociale d'impresa, Corso avanzato di microfinanza, dal 2004 lavora sui temi della Finanza Etica e della Responsabilità Sociale d'impresa. Adriano PALLARO Area Innovazione Banca Popolare Etica, Padova Lavora nell'area innovazione di Banca Etica, area che si occupa dello sviluppo e coordinamento dei progetti per la messa a punto di servizi e prodotti, della progettazione e avvio di iniziative di microcredito, nonché della progettazione e gestione di soluzioni innovative nell'utilizzo di strumenti e risorse europee. Esperienza diretta nella progettazione e gestione di strumenti di ingegneria finanziaria riconducibili all iniziativa europea JEREMIE. Giampietro PIZZO Presidente Rete Italiana di Microfinanza - RITMI, Milano Giampietro Pizzo è presidente della Rete Italiana di Microfinanza RITMI dal Inoltre ha assunto dal 2007 l'incarico di Presidente di Microfinanza Srl, una società di consulenza, leader in Italia, specializzata in microfinanza e dal 2010 è vice-presidente dell Associazione Microfinanza e Sviluppo Onlus. Dal 2009 al 2013 ha ricoperto il ruolo di vice-presidente dello European Microfinance Network (EMN). Laureato in economia, è uno specialista della microfinanza ed ha maturato 25 anni di esperienza internazionale nel settore. Le sue competenze riguardano diverse aree ed in particolare: finanza rurale, finanza per lo sviluppo, sviluppo di progetti, valutazione di programmi internazionali, assistenza tecnica e consulenza, gestione e coordinamento di progetti in Africa, America Latina ed Europa. Ha oltre venti anni di esperienza nell'ambito dell'assistenza tecnica alle istituzioni di microfinanza, alle istituzioni finanziarie, alle PMI, alla gestione di programmi e progetti di cooperazione internazionale e cooperazione territoriale. Fabrizio SPADA Capo della Rappresentanza regionale Commissione Europea, Milano Fabrizio Spada, laureato in Economia aziendale presso l'università Bocconi e in Giurisprudenza presso l'università statale di Milano, dopo varie esperienze di lavoro in Italia, ha vinto il concorso ed è entrato alla Commissione europea nel gennaio Ha lavorato alla Direzione generale per l'occupazione, gli Affari sociali e l'inclusione e alla Direzione generale per l'agricoltura e lo Sviluppo rurale. In questo periodo si è occupato delle operazioni del Fondo sociale europeo e del monitoraggio dei piani nazionali d'azione per l'occupazione e l'inclusione sociale. Ha lavorato inoltre a questioni legislative riguardanti i programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale negli Stati membri. Addetto stampa della Rappresentanza della Commissione a Milano europea da fine novembre 2011, è stato nominato capo della stessa nell'aprile

4 Lista dei partecipanti: Nome Cognome Istituzione Francesca Agnello ACRA-CCS Riccardo Aguglia FEI Barbara Aiolfi MAG 2 -Milano Andrea Ansevini BNL BNP Paribas Group Elsa Arras Federazione Banche di Credito Cooperativo E.R. Pier Carlo Barioli CreSud Bruna Bellini Fondazione Cariplo servizi alla persona Andrea Berrini CreSud Gianluca Bozzia Innovazione Sociale Internazionale (ISI) Federico Bria BCC Mediocrati Marianna Calabrò Microcredito per l'italia Paolo Carrara Fondazione Un Raggio di Luce Onlus Aldo Cavadini Fondazione Sodalitas Valentina Cazzaniga Consulente Simonetta Chiodi Fondazione Welfare Ambrosiano Stefania Colmelet MAG Verona Gianfranco Commodaro Comune di Milano - Relazioni internazionali Laura Cosa PlaNet Finance Italia Maria Claudia Costantini Fondazione Risorsa Donna Emanuele Cusa Università Milano Bicocca Diego Dagradi FGDA Laura De Matteis FGDA Elena De Riva Consulente Giovanna Di Bella BCC Sassano Lorenzo Di Cataldo The European House - Ambrosetti Geyser Division Luisa Di Matteo Comune di Vergiate Monica D'Imperio Aps Ricrediti Parma Corrado Ferretti PerMicro Stefania Fiorentino SPF Studio Progetti Finanziari srl Nello Fiorentino SPF Studio Progetti Finanziari srl Amelie Franchin Independent consultant Fabio Gerosa Associazione Consulta Diocesana per le attività in favore dei minori e delle Famiglie ONLUS Riccardo Grazioli Centro studi di politica economica e monetaria (CESPEM) Università Cattolica Eriprando Guerritore Studio Legale Jones Day Bruno Lago SPF Studio Progetti Finanziari srl Simona Lanzoni Pangea onlus Andrea Limone PerMicro Stefano Longhini Human Foundation Ezio Margelli Consulente Marco Mazziotti Relazioni Internazionali - Gabinetto del Sindaco - Comune di Milano Alessandro Messina Federcasse Aldo Moauro Microfinanza Rating 4

5 Nome Cognome Istituzione Luigi Moramarco BNL BNP Paribas Group Elio Morino CSI Piemonte Augustin Mujyarugamba ISEC Maria Cristina Negro FGDA Stefano Osti Caritas Diocesana Vicentina Annibale Osti Consulente Adriano Pallaro Banca Popolare Etica Alessandro Pastres BNL BNP Paribas Group Susanna Piccioni Fondazione Don Mario Operti Giampietro Pizzo RITMI Paola Pizzoli Banca Popolare di Milano Clemente Poccianti Consulente Aurora Prospero SEFEA Patricia Pulido ACAF Italia Jorge Ramirez EMN Emiliano Recupero BNL BNP Paribas Group Paola Restano Banca Popolare di Milano Elisa Rimotti Opera don Guanella Congregazione Servi della Carità Gabriele Ruggiero Consorzio Emmanuel e Fondazione di Comunità del Salento Edoardo Scalco Microfinanza Srl Fabrizio Spada Commissione Europea Maria Antonietta Tattoli ACRI Gaspare Tocci Regione Molise Nello Tuorto Finetica onlus Carlo Veneziale FinMolise srl Luca Viada ACAF Italia Giacomo Villa A Aventura de Construir Consultoria LTDA Alessandro Zoni Aps Ricrediti Parma 5

6 Documento di sintesi del workshop La nuova programmazione dell Unione Europea per il periodo prevede una serie di misure di finanza inclusiva dedicate all accesso al credito, quali Programme for Employment and Social Innovation, EaSI, dedicato alla Microfinanza e alle Imprese Sociali e il EIB Group Risk Enhancement Mandate for SMEs through smaller co-operative banks, EREM, dedicato alle Piccole e Medie Imprese. La Banca Europea degli Investimenti (BEI) e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) sono le istituzioni finanziarie delegate. Il workshop organizzato il 18 dicembre 2014 dalla Fondazione Giordano Dell Amore ha offerto agli operatori italiani specializzati l opportunità di approfondire, insieme al rappresentante del FEI, Dott. Riccardo Aguglia, le linee di finanziamento previste ed in particolare le caratteristiche dei nuovi bandi in via di pubblicazione. La giornata prevedeva inoltre una serie di tavole rotonde con rappresentanti delle varie realtà italiane al fine di analizzare insieme le potenzialità delle nuove linee in funzione della tipologia di istituzione. PANORAMICA SUGLI STRUMENTI FINANZIARI DELL UNIONE EUROPEA FABRIZIO SPADA Per comprendere la programmazione europea si deve fare una prima fondamentale distinzione tra fondi diretti, per i quali i bandi sono pubblicati direttamente dall UE, che ne gestisce l istruttoria, e fondi indiretti, che sono finanziati anch essi dall UE ma l iter amministrativo è gestito da autorità nazionali e regionali (ad esempio la regione Lombardia). I fondi indiretti sono ripartiti già alla fonte su base nazionale, mentre con i fondi diretti può succedere che ci sia una concentrazione in un certo Stato o regione se le domande di finanziamento sono particolarmente interessanti. I fondi indiretti sono di solito rivolti ad azioni per la coesione territoriale (ossia per ridurre il ritardo di sviluppo di certe regioni rispetto ad altre), mentre fondi diretti sono rivolti all innovazione e a politiche settoriali come energia, mobilità, ecc. I beneficiari possono essere piccole e medie imprese, associazioni e ONG, studenti e neolaureati, ricercatori, agricoltori, enti pubblici. I fondi comunitari indiretti rientrano nella politica di coesione, cioè sono volti a ridurre il ritardo di sviluppo tra regioni; all interno di questa politica si distingue tra regioni meno sviluppate, il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria (raffigurate in viola nella figura sottostante), regioni in transizione (raffigurate in giallo), il cui PIL pro-capite è compreso tra il 75% e il 90% della media Ue, e regioni più sviluppate (raffigurate in verde), il cui PIL pro-capite è superiore al 90% della media comunitaria. Le regioni meno sviluppate (che comprendono alcune regioni di Spagna e Portogallo, alcune regioni del Regno Unito molto de-industrializzate, le regioni del Sud Italia e i paesi dell Est entrati nell UE dal 2004 in poi) ricevono il 68,7% dei fondi che coprono una popolazione di 119,2 milioni di persone. L ingresso nell Unione di questi paesi dell est Europa ha spostato il baricentro della politica di coesione dal sud Europa all est Europa; alcune regioni che facevano parte dell obiettivo convergenza sono infatti uscite dal programma, come Sardegna, Abruzzo, Molise che sono oggi regioni in transizione, mentre nella programmazione permangono regioni come la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania, la Basilicata. 6

7 Le decisioni sui finanziamenti indiretti sono prese a partire da un regolamento del Consiglio Europeo e del Parlamento Europeo (organi legislativi UE) che poi viene resa esecutiva dalle Linee Guida della Commissione Europea che negozia il Quadro Strategico Nazionale con lo Stato Membro, per poi elaborare i Programmi Operativi Regionali ed emettere i bandi. Per quanto riguarda i finanziamenti indiretti, i tre principali fondi strutturali, che rientrano nella strategia di crescita dell UE Europa 2020, sono il Fondo europeo di Sviluppo Regionale (FESR), il Fondo Sociale Europeo e il Fondo per la Cooperazione territoriale. Sebbene ci siano delle regole comuni a tutti gli Stati membri, i bandi si differenziano poi in base alle esigenze del singolo Stato; ci saranno per esempio Paesi che hanno bisogno di sviluppare le infrastrutture, altri che devono prendere misure contro l inquinamento o sviluppare la politica industriale. Il Fondo Sociale Europeo mira a sviluppare il capitale umano attraverso azioni di formazione e a sostegno dei lavoratori. Il Fondo per la Cooperazione Territoriale finanzia azioni congiunte tra Stati che confinano (cooperazione transfrontaliera) o che appartengono a due parti diverse dell Europa (cooperazione transnazionale) oppure tra regioni che confinano tra loro (cooperazione interregionale). L Italia negli scorsi anni ha avuto dei problemi a spendere tutti i fondi che ha ricevuto, perché spesso le regioni, soprattutto al sud, hanno un livello di amministrazione poco efficiente, lento e farraginoso (i soldi dei fondi strutturali devono essere spesi entro 2 anni da quando sono stati impegnati a bilancio); inoltre, quando si insedia una nuova giunta regionale, spesso le politiche della giunta precedente vengono azzerate e bisogna ricominciare daccapo; ad esempio, attualmente l Italia rischia di perdere circa 20 miliardi della programmazione che non sono stati spesi. Per quanto riguarda invece i finanziamenti diretti, il programma più interessante è Horizon 2020, avviato nella primavera 2014, che stanzia 80 miliardi per la ricerca innovativa. I tre ambiti d azione sono: eccellenza scientifica (rivolto ad università e centri di ricerca con budget di quasi 25 miliardi), leadership industriale (con un budget di 17 miliardi; per la prima volta ci si occupa anche della ricerca nelle piccole e medie imprese finalizzata ad innovare i prodotti e i processi industriali), e sfide sociali (salute, sicurezza alimentare, cambiamento demografico, agricoltura sostenibile con un budget di quasi 30 miliardi). PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DEL PROGRAMMA EUROPEAN PROGRESS MICROFINANCE FACILITY RICCARDO AGUGLIA Il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) è nato per sostenere l imprenditorialità all interno dell Unione Europea (UE). Fa parte del gruppo Banca Europea degli Investimenti (BEI), nata con il Trattato di Roma del 1957, che fu creata per sostenere e sviluppare i territori meno sviluppati dell Unione. Nell evolversi di questa istituzione si è poi cercato di creare una struttura che potesse rivolgersi alle Piccole e Medie Imprese (PMI), sostenendole nella copertura del rischio ed incentivando gli investimenti e l imprenditorialità. Gli obiettivi del Fondo sono di due tipi: si intende mettere in atto le politiche di sviluppo dell UE attraverso lo sviluppo delle PMI, mantenendo la sostenibilità finanziaria; oggi infatti è scomparso dalle politiche comunitarie il concetto di contributo a fondo perduto, sostituito dal concetto di revolving funds, cioè fondi che vengono investiti e che poi devono essere restituiti per essere investiti nuovamente, avendo un effetto leva molto più ampio. Ciò si avvicina molto al concetto di microcredito, che cerca di aiutare i soggetti con difficoltà d accesso al credito, senza però dare loro del denaro che poi non debba essere restituito, ma al contrario responsabilizzandoli e rendendoli in grado di poter restituire quelle somme per poterne finanziare altre; oggi questo è un concetto base di tutta la politica finanziaria europea. Il Fondo, operativo in tutti i paesi membri dell Unione e anche in quelli candidati a farne parte (come i paesi balcanici, l Islanda e la Turchia), è stato creato nel 1994 (nel 2014 se ne è celebrato il ventennale); dal 1997 ha iniziato ad investire in capitale di rischio e dal 2000 la BEI ne è diventata l azionista di maggioranza. Nel 2014 vi è stato un considerevole aumento di capitale, pari al 50%; gli azionisti del Fondo sono: la BEI per il 60% (da notare che il capitale della Banca è detenuto in totale dagli Stati membri), la Commissione Europea per il 30%, e il restante 10% è detenuto da 26 istituzioni finanziarie pubbliche e private tra cui rientrano le Banche di Sviluppo 7

8 nazionali (dal 2014 anche la Cassa Depositi e Prestiti italiana). Ciò permette di combinare l approccio di mercato con le politiche europee. Il FEI ha mantenuto un rating AAA anche durante la crisi, così come la BEI, e ciò dà a queste istituzioni una stabilità che è fondamentale in questo periodo, anche perché tale rating permette alla Banca di emettere dei bond sul mercato attraverso autofinanziarsi ed investire risorse in infrastrutture, nelle PMI, nell economia green. La solidità di queste istituzioni permette quindi di raccogliere denaro privato e reinvestirlo per l interesse pubblico. Gli obiettivi per il periodo , in linea con quelli dell UE, si diramano su tre assi principali: promuovere una crescita che sia intelligente, quindi rivolta anche all innovazione, che sia sostenibile, quindi rivolta alle attività della green economy e che sia inclusiva, ambito in cui rientrano la microfinanza e il microcredito. Il Fondo riceve dei mandati da alcuni soggetti istituzionali, prima fra tutti la BEI ma anche la Commissione Europea, gli Stati membri, le regioni, e così via; con questi mandati molto spesso il Fondo riceve delle risorse, che deve gestire. Quindi il Fondo individua degli intermediari finanziari quali banche, istituzioni di garanzia, istituzioni di microfinanza (IMF), Banche di Credito Cooperativo, e così via, che poi a loro volta dovranno raggiungere gli utilizzatori finali (le micro, piccole e medie imprese). Tali intermediari sono quindi fondamentali all esistenza stessa del Fondo. Obiettivi fondamentali della politica economica europea sono la creazione di lavoro, l imprenditorialità e l inclusione sociale; il Fondo ha pensato di promuovere questi temi ricorrendo alla microfinanza per sostenere le micro-imprese. Per migliorare la disponibilità di credito per i micro-imprenditori, i lavoratori autonomi e i gruppi sociali vulnerabili, che spesso hanno problemi di accesso al credito convenzionale, il FEI fornisce strumenti finanziari, come prestiti, garanzie, partecipazioni, e strumenti non finanziari come assistenza tecnica (è il caso ad esempio del progetto Jasmine). L assistenza tecnica ha avuto un ruolo fondamentale sia per aiutare le IMF a rafforzare le proprie capacità nello svolgere attività di microcredito, ma anche per avvicinare le Banche di Credito Cooperativo al mondo del microcredito e della microfinanza, ampliando le tipologie di operatori attivi nel settore. D altra parte, è naturale che il FEI, nato per sostenere le imprese europee, si occupi di microcredito, se consideriamo che il 92% delle imprese UE sono microimprese, il 99% delle start-up sono avviate da micro e piccole imprese e il 33% di queste start-up è creato da soggetti disoccupati; quindi microcredito e microfinanza svolgono un ruolo fondamentale per la lotta alla disoccupazione. Progress Microfinanza è uno dei primi strumenti che il FEI e l UE in generale hanno dedicato al settore della microfinanza. L UE ha messo a disposizione una dotazione di risorse pari a 105 milioni e la BEI ha assegnato altri 100 milioni; questi 205 milioni totali, sono stati divisi in due comparti, uno dedicato esclusivamente alle garanzie (per un ammontare di 25 milioni) e un altro di 180 milioni dedicato a strumenti di liquidità da fornire agli intermediari per l attività di microcredito. L obiettivo è quello di raggiungere 500 milioni di nuovi microcrediti entro il 2020, attraverso l effetto leva creato dall apporto dei soggetti con cui il Fondo collabora, per esempio chiedendo agli intermediari di contribuire con risorse proprie oppure fornendo parte della garanzia dei microcrediti da erogare. La figura sottostante mostra che in circa 4 anni di attività (il programma è stato avviato nel 2010, i primi investimenti sono stati fatti ad inizio 2011) Progress Microfinanza ha coperto 20 dei 28 Paesi membri dell UE; la maggior parte dei Paesi in cui non sono stati firmati accordi sono Paesi più piccoli o in cui il microcredito ha meno rilevanza (come il Lussemburgo). Viene però subito all attenzione che la Germania non è ancora stata coperta dal Programma, in parte perché vi è un altro fondo nazionale che finanzia la microfinanza, e in parte perché la Germania ha una situazione legislativa simile a quella italiana (prima della pubblicazione del decreto 176/2014 che disciplina il microcredito) per cui le IMF non possono direttamente erogare microcrediti a meno che non siano costituite seguendo determinate normative, come l articolo 106 o 107 del Testo Unico Bancario. 8

9 Il fondo è in linea con i suoi obiettivi ( 500 milioni di nuovi microcrediti e beneficiari finali), se pensiamo che, alla fine del terzo trimestre 2014, più di microimprese con un complesso di dipendenti sono state sostenute attraverso l iniziativa. Il programma ha anche avuto un outreach sociale: delle microimprese finanziate il 37% sono gestite da donne, il 58% da disoccupati e inattivi, ma ancora solo il 16% da giovani; più del 50% sono start-up, e tra i primi 5 intermediari circa 44% dei clienti appartengono a minoranze etniche o sono immigrati. A settembre 2014 si prevedeva di erogare circa 250 milioni e in realtà si è riusciti ad erogarne addirittura 274 milioni. La tabella sottostante mostra gli intermediari coinvolti in Italia. Se escludiamo PerMicro (che ha ricevuto un investimento in equity) e Cofiter (a cui è stata fornita una garanzia) vediamo che in Italia sono stati erogati 18 milioni in strumenti di liquidità, pari al massimo erogabile perché ogni Paese poteva ricevere al massimo il 10% dei 180 milioni stanziati per questi strumenti; l Italia è l unico paese in Europa occidentale in cui sono state impegnate tutte le risorse a disposizione. Bisogna poi notare che la maggior parte dei fondi è destinata a banche, ci sono poche IMF perché, come ricordato poco sopra, queste non possono erogare direttamente a meno che non siano organizzate in forma particolare (è il caso di PerMicro, a cui il Fondo ha fornito un investimento in equity pari a circa 1,25 milioni). Infine, rispetto ai volumi da raggiungere entro 2020 nel settembre 2014 il Fondo ha già erogato il 45%. 9

10 Lezioni apprese: Il concetto base funziona (oltre 50 intermediari attivi, c è domanda a livello di microimprenditori, soddisfacente outreach sociale). Più del 90% delle transazioni attraverso due prodotti: garanzie o senior loan; gli altri prodotti non hanno funzionato molto bene, quindi vi è necessità di un offerta di prodotti più focalizzata (in Italia è stato erogato un risk sharing loan alla Banca Popolare di Milano però è l unico esempio in Europa). Alcuni intermediari hanno bisogno di investimenti in capacity building cioè volti a rafforzare le capacità dell istituzione ad esempio aprendo nuove filiali, assumendo personale e formandolo, dotandosi di infrastrutture IT. Questo tipo di investimento è stato fatto inizialmente attraverso uno strumento chiamato EPPA, come quello erogato a PerMicro (una dotazione molto limitata pari a 4 milioni erogata dal Parlamento Europeo a titolo di campione); probabilmente con la nuova programmazione ci saranno anche investimenti per questo tipo di strumenti. Il budget per le garanzie ( 25 milioni) si è rivelato troppo limitato in rapporto alla domanda di mercato, infatti è già stato interamente utilizzato. Il budget per gli strumenti di finanziamento ( 180 milioni) è stato difficile da impegnare in pieno in parte per situazioni di alcuni Paesi come Grecia e Cipro, in parte perché alcune operazioni erano troppo rischiose (limiti di portafoglio, problemi di asset tra le banche e una base di capitale limitato delle istituzioni non bancarie) CARATTERISTICHE VINCENTI E OSTACOLI ALLA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA, TAVOLA ROTONDA CON FEDERICO BRIA - BCC MEDIOCRATI; MARIA CLAUDIA COSTANTINI - FONDAZIONE RISORSA DONNA; ANDREA LIMONE - PERMICRO; ALDO MOAURO - MICROFINANZA RATING. Giampietro Pizzo (moderatore): Chiedo ai diversi attori che interverranno di spiegare l esperienza concreta avuta con gli strumenti finanziari comunitari. Maria Claudia Costantini: Il modello organizzativo secondo cui opera Fondazione Risorsa Donna è uno dei più utilizzati in Italia per l erogazione di microcredito, e consiste in una partnership tra un organizzazione no profit che gestisce un progetto di microcredito e opera come fondo di garanzia ma, non potendo erogare direttamente (fino all attuazione dell art.111 TUB), fa ricorso ad una banca. Fondazione Risorsa Donna ha iniziato a lavorare su progetti di microcredito nel 2003, prima in partnership con Compagnia di San Paolo e Banca Intesa e poi dal 2011 con Banca Carivit; la Fondazione si occupa di gestire il fondo di garanzia e i servizi non finanziari. Il tentativo di accedere allo strumento di garanzia del programma Progress Microfinanza tra il 2010 e il 2011 non è andato a buon fine (non erogando direttamente la Fondazione non poteva accedere a prodotti di liquidità); le difficoltà incontrate e le ragioni per il rifiuto della richiesta sono state la mancanza di un portafoglio clienti minimo pari a 100 clienti all anno e il costo della garanzia. Anche se all epoca la Fondazione operava su tutta la Regione Lazio, avendo come target le donne (italiane e straniere), non riusciva a raggiungere un numero di microcrediti erogati così elevato. Inoltre Compagnia di San Paolo ente promotore dal 2003, ha deciso nel 2010 di sospendere il progetto di microcredito nelle città di Torino, Genova, Roma e Napoli, per cui sono venuti meno i finanziamenti. Federico Bria: BCC Mediocrati è una Banca di Credito Cooperativo localizzata in provincia di Cosenza che conta oggi 21 filiali, e copre il 75% dell offerta di microcredito in Calabria. Accedendo a Progress, la BCC ha riscontrato problemi di pricing e legati alla tipologia dei beneficiari; relativamente a quest ultimo, si incontrano degli impedimenti nell offrire microcredito a persone iscritte nelle centrali dei rischi dal momento che la BCC è un soggetto bancario vigilato. Perciò più che offrire microcredito sociale, quasi tutta l offerta si rivolge al microcredito imprenditoriale. Il problema di pricing invece sorge dal momento che la BCC gestisce sia fondi indiretti per tramite della regione Calabria, che finanziano l erogazione di microcrediti senza interesse (perché se ne 10

11 fa carico la regione), sia fondi diretti attraverso i quali il microcredito è erogato a tassi del 7,8%. Risulta quindi ovvio che non ci sia competizione tra i due strumenti. La BCC ha acceduto anche al programma Jasmine di assistenza tecnica, formazione tecnica e assessment fornito da Microfinanza Rating, attraverso il quale sono state rilevate difficoltà nel gestire il monitoraggio dei microcrediti per via degli importi molto ridotti da cui sono caratterizzati, problema che non si riscontra con crediti di importo maggiore. Il piano strategico elaborato di conseguenza prevede quindi il potenziamento del controllo interno e del funding. Aldo Moauro: Microfinanza Rating è un agenzia di rating che è stata coinvolta a livello europeo, assieme a Planet Rating, nella valutazione propedeutica delle istituzioni che poi accedevano ai finanziamenti. Ha poi svolto una valutazione propedeutica all assistenza tecnica prevista dal programma Jasmine (che ha avuto una fase pilota nel periodo e avrà una seconda fase dal 2015), per orientare le tipologie di assistenza tecnica, comprendendo i gap e le priorità più evidenti in ciascuna istituzione. Microfinanza Rating ha valutato anche le entità italiane, tra le quali ha riscontrato una gran varietà (BCC, MAG, IMF, fondazioni), cercando di offrire una valutazione che fosse utile prima di tutto all istituzione stessa al fine di comprendere e correggere le problematiche emerse, trasmettendo poi le valutazioni ai formatori del programma Jasmine. Microfinanza Rating ha inoltre indicato quale fosse lo strumento più corretto da erogare a livello di equity o debt e valutato il livello di rischio, per permettere alle istituzioni erogatrici di prendere decisioni appropriate sia in termini di ammontare che di condizioni quali il tasso di interesse. Altro aspetto fondamentale su cui si fonda il rating di microfinanza, e che lo differenzia da altre agenzie di credit rating (come Moody s e Standard & Poor s) che si concentrano sul rischio di default, è la valutazione della performance sociale, cioè quanto l istituzione di microfinanza sia attrezzata per avere un impatto effettivo in termini ad esempio di creazione di posti di lavoro; per tale valutazione Microfinanza Rating ricorre ad alcuni indicatori testati in 7 anni di attività e riconosciuti da iniziative internazionali come Social Performance Task Force o Smart Campaign. Andrea Limone: PerMicro è un istituzione di microfinanza organizzata secondo quanto previsto dall articolo 106 del T.U.B. che ha erogato circa 52 milioni attraverso circa 8200 microcrediti in 14 città italiane. È stata la prima istituzione in Italia ad accedere allo strumento del FEI per l investimento nel capitale di rischio (European Parliament Preparatory Action, EPPA); avere il Fondo come socio ha avuto un importanza strategica, perché ha permesso a PerMicro di lavorare guardando ad un orizzonte temporale futuro e ad un panorama oltre quello italiano, aprendosi a dinamiche ed orizzonti europei. Il FEI inoltre, avendo un approccio anglosassone, condivide l esigenza di applicare, come fa PerMicro, un tasso d interesse coerente al servizio offerto, contrariamente all immagine diffusa in Italia di dover prestare denaro senza interessi alle persone in difficoltà economiche. PerMicro ha poi partecipato al programma Jasmine, durante il quale ha ricevuto due assessment e un rating e in seguito un training. È stato un modo per guardarsi allo specchio ed imparare di conseguenza, confrontandosi con qualcuno che ha una visione internazionale del mondo della microfinanza. Ancora, PerMicro ha ricevuto un finanziamento indiretto attraverso Progress Microfinanza da SEFEA (Società Europea di Finanza Etica ed Alternativa), che ha erogato circa 500mila all istituzione; il procedimento è stato complicato ma ha permesso di capire quali dinamiche si mettono in atto per ricevere finanziamenti dal sistema Europa. Infine, la Banca di sviluppo del Consiglio d'europa (CEB) ha stanziato per PerMicro 6 milioni ad un tasso molto agevolato, dei quali la prima parte (pari al 50% del totale) è già stata erogata, la seconda seguirà ad una visita di due diligence. Giampietro Pizzo (moderatore): Dagli interventi è emerso che è importante costruire un dialogo con gli strumenti europei per dichiarare come dal nostro punto di vista non corrispondono ai bisogni e quindi come sia possibile integrarli con altri programmi, cercando al tempo stesso di usare questi strumenti per capire come dobbiamo cambiare. Speriamo che le istituzioni europee possano aiutare il settore della microfinanza italiana a diventare massa critica sufficiente a rispondere a bisogni drammatici della popolazione, per non essere relegati ad un ruolo marginale rispetto al dibattito sugli strumenti finanziari inclusivi, indispensabili per far ripartire l economia, per lavorare sull inclusione sociale e sulla coesione territoriale. 11

12 Chiedo ora ai partecipanti alla tavola rotonda se pensano di continuare su questa linea di lavoro o di cambiare strategia, e come si posizionano rispetto a questi strumenti alla luce degli ostacoli riscontrati. Federico Bria: Il FEI si è dimostrato un ente molto attento a capire la realtà a cui si rivolge, e grazie al percorso di finanziamenti, assessment e training, in questi anni la BCC è maturata molto a livello organizzativo ed operativo. BCC Mediocrati, quando ha iniziato il proprio percorso con il FEI era una piccola banca con 12 filiali che nel tempo è riuscita a raddoppiare il numero di filiali e a rilevare 2 BCC in stato di liquidazione. Per il futuro l interesse si focalizza sull accesso allo strumento delle garanzie e la prospettiva è quella di far crescere molto il settore microcredito all interno della banca. Maria Claudia Costantini: Le difficoltà riscontrate da Fondazione Risorsa Donna sono probabilmente derivate dal fatto che, all epoca della candidatura per il programma Progress Microfinanza, non sussistevano a livello legislativo condizioni sufficienti per accedere a questi strumenti, e il panorama del microcredito italiano non corrispondeva alla visione del FEI. Condividiamo l interesse all accesso allo strumento di garanzia. Giampietro Pizzo (moderatore): Vorrei chiedere ad Andrea Limone un commento sul fatto che lo strumento EPPA, che aveva la funzione di accompagnare il green field della microfinanza attraverso l investimento di capitale, sia rimasto praticamente inutilizzato. Sarebbe forse necessario che il FEI sviluppasse strumenti anche più coerenti ai bisogni degli stakeholder. Andrea Limone: Il ruolo del capitale è fondamentale per permettere ad un business di crescere; il social business di PerMicro ha tratto vantaggio dal capitale ricevuto attraverso l EPPA che è stato rilevante per aprire nuovi progetti di investimento, per raggiungere nuovi territori e perché ha minori costi rispetto al funding. Sarebbe importante che il FEI accelerasse l avvio dei finanziamenti, fissando delle date certe al riguardo, anche se è comprensibile che debba attendere le tempistiche delle istituzioni europee; inoltre i finanziamenti, soprattutto il funding, dovrebbero avere costi inferiori. Ancora, il ruolo del FEI è fondamentale per far comprendere che il microcredito è un social business, per cui la pratica delle regioni italiane di erogare senza interesse non solo non appartiene a nessuna logica di mercato, ma inoltre si rivela molto dannosa per gli altri operatori. Infine, servirebbe una copertura anche per i Business Development Services (BDS) che rientrano nell ambito della formazione, che è diversa dal training e dal capacity building, e consistono nel fornire assistenza indipendentemente dall erogazione del credito; interessante l opportunità di avere anche dei finanziamenti per la promozione dell auto-impiego, che PerMicro ad oggi fa attraverso i fondi privati di PerMicroLab Onlus. Aldo Moauro: Microfinanza Rating interagisce con diversi tipi di attori: innanzitutto con investitori privati interessati a tre bottom line cioè alla performance finanziaria ma anche sociale e ambientale, fondamentali per una valutazione a tutto campo. Gli investitori sociali sono molto pazienti, allineati ad obiettivi di lungo termine e all impatto reale dei propri investimenti. Un altro attore con cui collaboriamo in molti paesi è il regolatore, che nel 90% dei casi conosce molto poco la microfinanza e si serve della nostra expertise per interpretare le norme al fine di supportare la microfinanza. Infine, come visto prima, produciamo dei rating per finanziatori ed entità di assistenza tecnica come il FEI; tuttavia ci sarebbe bisogno di più sistematicità nel rating per strumenti come Progress Microfinanza, che solitamente si basa sulle due diligence effettuate dal Fondo stesso. Il rating dovrebbe andare ad integrare la due diligence in quanto valutazione indipendente e al tempo stesso utile per l uso interno del report di rating che l istituzione valutata può fare, servendosi degli strumenti forniti nel report quali una checklist, esempi di buone pratiche ed indicazioni su come ridurre le problematiche riscontrate. È auspicabile un maggiore coordinamento tra entità di finanziamento, di assistenza tecnica e finanziatori nazionali, attraverso il ruolo di facilitatore che MicroFinanza Rating intende continuare a svolgere. Riccardo Aguglia: È interessante notare come, nell arco di cinque anni sia molto cambiato il panorama della microfinanza; allora in Europa si credeva che gli unici attori del settore fossero le 12

13 Istituzioni di Microfinanza (IMF), molto poche ancora oggi. Nel corso degli anni si sono affacciati al fenomeno molti altri attori, come ad esempio banche ed istituzioni pubbliche, ed il dialogo e la collaborazione tra essi è diventata fondamentale. Rispondendo alle problematiche emerse finora, il fatto che per le garanzie il FEI richieda generalmente un minimo di 100 prestiti all anno si deve ad una ragione tecnica: nel caso in cui il numero di prestiti sia troppo ridotto, un solo prestito incide troppo sul portafoglio e diventa difficile andare a calcolare il tasso di default. Riguardo alla complementarietà e al problema di prezzi emerso dal confronto tra i progetti europei (che presentano un tasso di mercato) e quelli nazionali o regionali (con tassi agevolati o addirittura zero), sta per essere avviato un programma di assistenza tecnica rivolto anche ad autorità di gestione, quali le regioni e gli Stati membri, all interno del quale il FEI ha proposto alla Commissione Europea di inserire uno specifico asse relativo alla microfinanza, perché non si confonda il microcredito con la politica sociale e se ne comprenda realmente la funzione e l utilità. Riguardo ai servizi non finanziari, con il nuovo programma EaSI Employment and Social Innovation la Commissione Europea chiede che i soggetti che ricevono fondi attraverso questo strumento siano almeno in grado di offrire servizi non finanziari. Per concludere, la collaborazione tra il FEI ed altri attori come la Rete Italiana di Microfinanza RITMI può essere importante per far comprendere come alcuni strumenti finanziari siano più utili rispetto ad altri e quando sia più opportuno ricorrere alla garanzia, piuttosto che all investimento in equity o al prestito; inoltre RITMI può affiancare gli operatori e metterli in grado di sfruttare al meglio le opportunità che sono offerte non solo dal FEI ma anche da altri soggetti. LE LINEE DI FINANZIAMENTO PER LA MICROFINANZA E L IMPRESA SOCIALE , EASI, E IL NUOVO STRUMENTO RIVOLTO ALLE PMI RICCARDO AGUGLIA Il grafico sottostante mostra l evoluzione dall inizio degli anni 2000 ad oggi dei programmi avviati dal Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), che negli anni ha spostato l attenzione dalla microfinanza alla finanza inclusiva. La programmazione prevede l avvio di due nuovi programmi che appartengono all ambito dei fondi diretti del FEI: EaSI (Employment and Social Innovation) e EREM (EIB Group Risk Enhancement Mandate). Tra i beneficiari di questi programmi, oltre alle microimprese, ci saranno le imprese sociali e le piccole e medie imprese. Il programma EaSI (Employment and Social Innovation), cofinanziato dalla Commissione Europea e dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), è il successore di Progress Microfinanza, ha un focus sui gruppi vulnerabili (microimprese) e sulle imprese sociali e uno scopo geografico che si estende oltre i 28 paesi membri dell UE: l Islanda ha già aderito e molto probabilmente 13

14 aderiranno anche Albania, Macedonia, Montenegro e Turchia; aumentano quindi i paesi che contribuiranno al budget e potranno essere beneficiari del programma. Il criterio di eleggibilità principale sarà la dimensione delle imprese beneficiarie, pari ad un massimo di 2 milioni di volume d affari per le microimprese e di 30 milioni di volume d affari per le imprese sociali. Gli Intermediari finanziari, come le IMF, potranno accedere a tre tipologie di prodotti: le garanzie, i finanziamenti e i sub-loans (prestiti per il capacity building, ossia per aiutare le istituzioni a rafforzare le proprie capacità, quindi non necessariamente destinati alla costituzione di un portafoglio di microcrediti); mentre gli Intermediari Finanziari attivi nei prestiti alle imprese sociali accederanno alle garanzie e probabilmente ai finanziamenti (non ai sub-loans). Il massimo ammontare dei prestiti ai beneficiari sarà di per le microimprese e di per le imprese sociali. Tuttavia le norme per prestiti e strumenti di liquidità non sono state ancora decise nel dettaglio perché il FEI ha in programma di avviare tali strumenti nel terzo trimestre I bandi relativi alle garanzie invece saranno attivi probabilmente già dal primo trimestre 2015, e per esse la Commissione Europea ha stanziato un budget di quasi 100 milioni; le garanzie sono completamente finanziate dall Unione Europea e quindi sono gratuite per l intermediario finanziario, con l intento di creare un effetto leva cioè di fare in modo che gli intermediari finanzino di più perché parte del loro rischio è coperto. Lo strumento di garanzia del FEI prevede che l intermediario vada a costruire un portafoglio di microcrediti (ad esempio pari a 1 milione nell arco di due anni erogando prestiti) per poi coprire con la garanzia fino all 80% per ogni prestito in default (tasso di garanzia), fino al raggiungimento del 30% del portafoglio microcrediti accordato (tasso di copertura delle perdite); la garanzia quindi copre la prima perdita di portafoglio, che è la più rischiosa perché collegata all indicatore NPL (non-performing loans) degli intermediari finanziari. Questo metodo è adottato anche per lasciare un margine di rischio all intermediario affinché operi in maniera responsabile. Per quanto riguarda invece gli strumenti di finanziamento, quindi il comparto relativo ai prestiti, il budget iniziale è ridotto, ma vi è possibilità di incremento in vista dei rimborsi attesi dai prestiti erogati con il programma Progress Microfinanza che il FEI, nella logica del revolving fund, vorrebbe reinserire nel nuovo fondo (risorse però non reinvestibili in Italia perché già raggiunto l ammontare massimo degli investimenti di Progress Microfinanza). Lo strumento di assistenza tecnica, successore del programma Jasmine, verrà gestito dalla BEI e non più dal FEI. Il Programma EREM (EIB Group Risk Enhancement Mandate) è finanziato totalmente dal gruppo BEI (BEI+FEI) e non dalla Commissione Europea. Questo strumento e stato disegnato appositamente per avere un profilo di rischio superiore rispetto agli standard target del gruppo BEI, in modo da poter raggiungere soggetti che con le normali attività e profilo di rischio del gruppo non si riesce a raggiungere, in particolare gli intermediari finanziari di piccola portata cioè le piccole istituzioni finanziarie o le piccole banche (come ad esempio le Banche di Credito Cooperativo), nonché le istituzioni di microfinanza che stanno crescendo (come ad esempio Qredits in Olanda che non finanzia più solo microimprese ma anche piccole imprese). Il programma si rivolge solo ai paesi membri dell UE e prevede l avvio di finanziamenti (sotto forma principalmente di prestiti senior) nel terzo trimestre del Il budget previsto ammonta a 280 milioni per i primi 3 anni, con l obiettivo di stanziare fino a 600 milioni. Dimensione media dei prestiti agli intermediari sarà di milioni, mentre per gli utilizzatori finali, ossia le piccole e medie imprese (PMI), l ammontare indicativo dei prestiti sarà fino a

15 La tabella sottostante riporta le tempistiche previste per i programmi sopra descritti. LE POTENZIALITÀ DELLE LINEE DI FINANZIAMENTO PER LA MICROFINANZA E L IMPRESA SOCIALE: TAVOLA ROTONDA CON ADRIANO PALLARO - BANCA POPOLARE ETICA; BARBARA AIOLFI - MAG2; MARIANNA CALABRÒ - MICROCREDITO PER L ITALIA; ALESSANDRO MESSINA - FEDERAZIONE ITALIANA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO; STEFANO OSTI - CARITAS DIOCESANA VICENTINA. Barbara Aiolfi: Le MAG (Mutue Auto Gestite) sono 6 realtà oggi in Italia; lavorano come intermediari finanziari ex art. 106 e raccolgono solo sottoscrizioni di capitale sociale da parte di singoli e organizzazioni che partecipano al rischio; con questo denaro finanziano realtà che sono legate all economia sociale e solidale. Negli ultimi anni l osservatorio sull imprenditoria ha rilevato un fenomeno di depressione della microimpresa; ad esempio il FEI, tramite il Comune di Milano, ha assegnato un fondo alla Banca Popolare di Milano (che fa parte dei 9,5 milioni di risk sharing loan di cui si parlava prima), che a sua volta si affida all intermediazione di Fondazione Welfare Ambrosiano, la quale dà accompagnamento gratuito per persone sotto i 35 anni e copre con una garanzia del 50% i microcrediti che eroga Banca Popolare di Milano. Questo progetto è attivo da circa 6 mesi su città di Milano, i richiedenti sono stati poco più di dieci e i finanziati quattro (dei quali uno ha già ripagato). Questa è un esempio di come, al di là dei fondi messi a disposizione, si debba agire su questa depressione microimprenditoriale. MAG nasce perché ritiene fondamentale l auto-gestione comunitaria del denaro; pertanto si ritiene che la comunità possa aiutare ad uscire da questa fase di stagnazione, e che sia fondamentale fare un lavoro di rete territoriale perché lo spirito del microimprenditore sia rafforzato. Le MAG sono state riconosciute nel sottoarticolo 16 dell articolo 111 relativo alla finanza mutualistica e solidale, però all interno del 111 ci sono una serie di vincoli come ad esempio l esclusione dai finanziamenti di una serie di categorie con cui le MAG lavorano abitualmente: lavoratori autonomi e imprese titolari di partita iva da più di 5 anni, lavoratori autonomi e imprese individuali con più di 5 dipendenti, società di persone, s.r.l. e società cooperative con un numero di dipendenti non soci superiore a 10 unità e poi altri requisiti tra cui un indebitamento non superiore ai È importante tenere presente che queste condizioni avranno ripercussioni anche sulla progettazione e sull utilizzo dei fondi per la microfinanza che provengono dal FEI. Stefano Osti: La Caritas Diocesana Vicentina è un operatore di microcredito che eroga, attraverso le BCC partner, microcredito sociale dal 2006 e in seguito anche quello imprenditoriale; dal momento che non è erogatore diretto, la Caritas non può fare domanda per strumenti di liquidità. Il microcredito non può da solo risolvere i problemi che l economia europea ed italiana affrontano dalla crisi del 2008 (disoccupazione molto elevata, fasce di popolazione che sono uscite dal settore occupazionale), ma serve un mix di strumenti per risolvere un mix di problematiche legate al lavoro ma anche alla famiglia, ad aspetti psicologici e relazionali. Strumenti come l impresa sociale possono essere decisivi nell ottica della coesione e dell innovazione sociale, passando da un welfare state a una welfare community, perché le politiche sociali non possono essere separate dalle politiche economiche dato che i servizi incidono direttamente sull economia. 15

16 L impresa sociale ha bisogno di fondi anche a fondo perduto inizialmente, soprattutto se si parla d impresa sociale che lavora con soggetti fragili. Caritas può svolgere il ruolo di mettere insieme diversi soggetti istituzionali pubblici e privati, facendo rete perché questi strumenti funzionino e siano tarati ai bisogni della comunità; un esperienza concreta è già stata fatta ad esempio con il Patto sociale per il lavoro alla quale hanno partecipato, tra gli altri, tutti i comuni della provincia di Vicenza, la provincia stessa e le organizzazioni sindacali; in altre occasioni la Caritas ha collaborato con le BCC ed associazioni ed enti che operano sul territorio. Alessandro Messina: La Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo (Federcasse) ha erogato complessivamente 22 miliardi a medio-lungo termine nel 2013, mentre il resto del sistema bancario ritirava 54 miliardi di liquidità dall economia reale. Le BCC sono nate per dare accesso al credito alle categorie escluse (modello poi adottato anche dalle MAG e da Banca Etica). Oggi il finanziamento all economia reale è ancora il core business delle BCC, ed è chiaro che strumenti come quelli del FEI o della BEI, ma anche quelli nazionali come la Cassa Depositi e Prestiti o il Fondo Centrale di Garanzia, sono molto graditi perché possono aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Negli ultimi anni, con l accrescersi dell attenzione pubblica verso il microcredito, le BCC hanno reinterpretato la propria missione ed hanno iniziato ad utilizzare lo strumento el microcredito, quasi sempre con partner di territorio come le Caritas o associazioni ed enti locali. Da alcuni anni è iniziata anche una collaborazione con il FEI (di cui è un esempio l esperienza raccontata prima da Federico Bria di BCC Mediocrati) grazie alla quale alcune BCC si sono sottoposte anche al rating, importante per banche piccole con in media 5, 10, 15 sportelli (esistono anche BCC più grandi). In merito agli strumenti presentati da Riccardo Aguglia: la liquidità nel breve periodo non serve all interno del mercato bancario ma comunque è bene che esistano strumenti utilizzabili anche in un secondo momento (qui ci può essere una grande differenza tra banche e altri intermediari come le MAG e PerMicro). Tuttavia si dovrebbe tenere conto di questo fatto, perché oggi viene immessa tanta liquidità nel sistema, non solo dalla BCE ma anche a livello nazionale da Cassa Depositi e Prestiti, tanto che diventa costoso collocarne altra. Per cui il FEI dovrebbe puntare sull offerta di liquidità a termine più lungo rispetto ai 5 anni oggi previsti per EaSI ed EREM, oppure sul pricing, offrendo liquidità a costi più vantaggiosi. Molto interessante è il processo utilizzato dal FEI di valutare il portafoglio, perché lascia più libertà all intermediario senza dover valutare le pratiche singolarmente; tuttavia gli strumenti legati alla BEI sono almeno in parte ibridi quindi riflettono logiche di mercato, per questo sembra difficile che possano soddisfare una domanda che il mercato non sa soddisfare (da cui nasce l esclusione finanziaria). La grande novità è che in queste istituzioni europee si sta consolidando un approccio sperimentale alla microfinanza, cosa che fino a qualche anno fa sembrava utopica; non solo, si sta iniziando a capire che c è un esigenza specifica di rivolgersi ai piccoli intermediari. Per quanto riguarda i tanti fondi regionali: le regioni dovrebbero evitare (come peraltro ha recentemente suggerito loro l ABI) di duplicare gli strumenti finanziari esistenti, ma semmai usare quelli che già ci sono aggiungendovi risorse proprie. Altra questione sono le imprese sociali, alle quali non serve liquidità ma patrimonializzazione, cioè equity. Arrivare ad un alto coordinamento tra le misure offerte dall UE sarebbe fondamentale per evitare di sprecare risorse come già successo in passato. Sempre legata al tema dell impresa sociale, vi è la possibilità di finanziare persone che possano apportare capitali ad un impresa che nasce, di cui in Italia si ritrova una lunga tradizione ad esempio nel movimento cooperativo, con fabbriche che chiudono e che vengono rilevate dagli stessi lavoratori (il cosiddetto workers buyout). Il problema è che tali prestiti hanno una rischiosità ibrida, tra credito personale e produttivo, e non esistono strumenti di garanzia adeguati. Però potrebbero esserci degli operatori disposti a finanziare tali operazioni, dietro copertura a livello del costo dell interesse o a livello della garanzia; potrebbe essere interessante inserire uno strumento del genere all interno di EaSI. Marianna Calabrò: Microcredito per l Italia (MxIT) è un intermediario finanziario ex art 106 che finora non ha avuto accesso agli strumenti europei. È importante innanzitutto porre l attenzione sulla concezione di microcredito, che non è solo un finanziamento di importo ridotto; per un operatore di microcredito come MxIT, fare microcredito è il punto finale di un processo 16

17 d inclusione rivolto ad una fascia di popolazione che altrimenti non riuscirebbe ad entrare nel sistema economico-finanziario, senza dimenticare la sostenibilità (questione difficile visto che facciamo tanti crediti di piccolo importo). Il core business di MxIT consiste nel mettere al centro del sistema economico la persona. Per far questo c è bisogno di strumenti finanziari, ma non solo; perciò è positivo il fatto che a partire da questa programmazione europea si sia fatto un grande passo avanti, inserendo gli strumenti di finanza inclusiva all interno di una programmazione più ampia che sceglie lo strumento del microcredito come utile a correggere una disfunzione del mercato del lavoro e del mercato finanziario. Come operatore di microcredito MxIT intende candidarsi per usufruire di questi fondi, coniugandoli con altre forme di sviluppo progettuale che compensino quei bisogni delle persone come accompagnamento e servizi alla persona e al microimprenditore, attraverso la collaborazione con Caritas, banche e BCC. Adriano Pallaro: Banca Popolare Etica ha partecipato ad alcune call promosse dal FEI nell ambito dell Iniziativa Jeremie (condivisione del rischio tra risorse pubbliche e private); tale iniziativa mette insieme risorse pubbliche che le Regioni hanno deciso di stanziare nella loro programmazione, affidandone poi la gestione alla propria finanziaria regionale o al FEI; le strutture tecniche a loro volta, hanno individuato intermediari finanziari disposti ad aggiungere altre risorse per creare portafogli di credito dedicati generalmente a Piccole e Medie Imprese (PMI) del territorio. Le Regioni Campania e Sicilia hanno destinato parte delle risorse dei Fondi Strutturali (FESR per Campania e FSE per Sicilia) a strumenti di Ingegneria Finanziaria; hanno poi delegato al FEI la gestione dell apertura del bando e della selezione degli intermediari. Banca Popolare Etica ha partecipato ed è stata selezionata, stipulando un accordo con il FEI in entrambe le regioni; l esperienza in Campania e Sicilia ci vede attori di una parte di intervento dedicato alla finanza sociale, cioè il sostegno creditizio ad iniziative imprenditoriali nell ambito delle PMI con finalità sociale. Banca Popolare Etica ritiene che questi strumenti abbiano una potenzialità e una ricaduta notevole in termini di efficacia e di risultato; inoltre vediamo con favore le ipotesi di lavoro, in termini di strumenti finanziari messe in campo dalla Commissione per la prossima programmazione, a partire proprio dagli strumenti pensati per le garanzie. Abbiamo inoltre gestito una terza esperienza in Lombardia, gestendo parte dell iniziativa attraverso cui la Regione, utilizzando in questo caso la finanziaria regionale, ha utilizzato risorse dell FSE, integrate da risorse private, per favorire percorsi di capitalizzazione delle cooperative sociali attraverso microfinanziamenti ai soci delle cooperative. Importante la stretta collaborazione con le cooperative che hanno fatto un lavoro importante di pre-selezione e di garanzia (la cooperativa è in grado di ripagare il microcredito trattenendolo dal salario del lavoratore), e ciò ha aiutato a velocizzare il processo e rafforzarne l impatto. Prendendo ad esempio l esperienza in Sicilia, un riscontro positivo è che, da una analisi del portafoglio crediti generato fino ad oggi (poco meno di 2,5 milioni), circa l 80% sono state erogazioni a start-up, imprese che fino a 1-2 anni fa erano sostanzialmente inattive e che grazie ad uno strumento agevolato come Jeremie riescono a ad avviare o riavviare la propria attività, generando reddito e creando auto-impiego o assumendo personale. Inoltre, l esperienza maturata con la gestione del Jeremie, ci ha consentito di combinare anche l utilizzo di altre risorse private in forma di garanzia; questo ulteriore impulso ha permesso di sostenere un intensa attività promozionale, raccogliendo circa 4000 segnalazioni, evidenza di una forte manifestazione d interesse. Ovviamente ha seguito un lavoro di scrematura per capire quali fossero realmente le domande che potevano tradursi in progetti potenzialmente finanziabili. Il risultato evidenzia che almeno altre iniziative potrebbero vedere l avvio di un percorso d istruttoria, con possibile utilizzo anche di strumenti finanziari come Jeremie. Altro elemento interessante è l importanza del lavoro di accompagnamento delle micro e piccole imprese nello sviluppo dell idea di impresa e nella costruzione di un progetto finanziabile; a tale proposito emerge con forza la necessità che attività di questo genere trovino sostegno anche grazie a risorse diverse ed ulteriori da quelle destinati a Jeremie. In questo senso particolare attenzione dovrà essere posta nel sollecitare le amministrazioni locali (Regioni in primis), al fine di individuare e destinare risorse con tale finalità. 17

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