Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Scienze dell Educazione Dottorato di ricerca in Innovazione e valutazione dei sistemi d istruzione

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1 Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Scienze dell Educazione Dottorato di ricerca in Innovazione e valutazione dei sistemi d istruzione data Lezione attività Prof. B. Vertecchi docente resoconto n. 02 argomento: Introduzione alla ricerca educativa. Parte II: Trasformazioni sociali e culturali dopo il 1861 Il prof. Vertecchi illustra alle dottorande alcuni fenomeni che hanno attraversato il nostro Paese negli ultimi secoli. Un primo fenomeno posto sotto analisi è la trasformazione che si riscontra nella popolazione italiana, in parte per effetto dell educazione e in parte per effetto delle variazioni economiche e di contesto. Un aspetto interessante è rilevare che le popolazioni non sono statiche, ma si modificano rapidamente. L Italia nel 1861 (anno dell unità) contava circa di abitanti, nel 1981 questo numero era salito a circa (pari, più o meno, alla popolazione attuale). L analisi del fenomeno parte dall Ottocento perché, prima di questa data, non ci sono dati veri e propri, ma solo delle stime. Le stime sono molto importanti per capire come è cambiato il panorama italiano ed anche europeo. Le stime di fine Quattrocento, inizi Cinquecento mostrano una popolazione italiana pari a di abitanti, calcolo effettuato a confini costanti (ossia vengono eliminate le variazioni dovute alle differenze di confine). Come mai queste variazioni nella popolazione? Le ragioni dell aumento demografico sono innanzitutto legate all estrema precarietà dell infanzia. Dal Cinquecento all Ottocento e dall Ottocento ad oggi, la condizione dell infanzia è cambiata notevolmente. L esistenza del bambino da scommessa è diventata quasi certezza. Nella famiglia storica, diversa da quella attuale, la sopravvivenza del bambino era incerta, come quella delle madri: la quantità delle donne che moriva per parto era enorme. La bassa sopravvivenza era legata in gran parte alle pratiche legate al parto, come la falsa credenza di tenere le donne al caldo e per superare questa idea così radicata ci sono voluti secoli. Altre ragioni possono essere sintetizzate nei seguenti punti: 1. Dagli ultimi decenni dell Ottocento fino agli anni Cinquanta l Italia è stata interessata da un grande flusso migratorio, così forte, che si stima che le persone che sono emigrate siano molto di più di quelle che sono in Italia; 2. La seconda guerra mondiale è stata elemento di freno alla crescita demografica; 1

2 3. Le grandi epidemie hanno influito sulla popolazione come cause moderatrici del suo incremento. Dal 1971 c è stata una contrazione dei tassi di natalità: Al momento i tassi italiani sono tra i più bassi nel mondo e se fossero l unica forma di alimentazione della popolazione, il saldo sarebbe negativo. Occorre, però, considerare anche altri fattori di variazione come: l aumento della speranza di vita, gli esodi, gli ingressi e gli accessi. È un calcolo a molti fattori quello che porta ad analizzare il mutamento della popolazione. Un secondo fenomeno da analizzare è la natalità. Il 1964 è l anno in cui ci sono stati più nati in Italia ( bambini), poi c è stato un andamento decrescente. Attualmente ci sono diverse tendenze in corso: 1. mini boom che riguarda le donne di 40 anni, come effetto dei secondi matrimoni; 2. diminuzione della propensione a sposarsi non sufficientemente esplorate, tendenze che possono avere un incidenza sullo sviluppo ulteriore della popolazione. Occorre aggiungere anche un altro aspetto poco conosciuto: l immigrazione. Gli immigrati hanno tassi di natalità molto alti e questo fenomeno è probabile che inciderà sui mutamenti della popolazione. Un dato che si è osservato è che tutto l incremento di popolazione negli ultimi anni è legato all immigrazione, ma ancora non ci sono condizioni per fare delle analisi che portino a risultati certi, occorre tener presente che sono degli aspetti aperti. Non è facile prevedere come sarà la popolazione italiana tra 10 anni, forse l unico aspetto non eccessivamente dubbio è che l apporto di popolazione straniera sarà una componente stabile dell aumento demografico. Un terzo fenomeno analizzato è l incremento della durata media della vita I dati presi in considerazioni vanno dal 1930 al Nel 1930 c era poca differenza tra uomini e donne: le donne vivevano fino a 55 anni e gli uomini fino a 53, nel 1950 la speranza di vita passa mediamente i 65 anni e nel 1988 le donne arrivano a 80 anni e gli uomini a 73. Gli ultimi dati danno le donne a 84 e gli uomini a 80. La durata media della vita nel corso del Novecento è raddoppiata. Occorre introdurre la differenza tra speranza di vita e vita media. La speranza di vita è un modello statistico in base al quale alla nascita si calcola la speranza di arrivare, ad esempio, a 84 anni. La vita media è il risultato di un operazione statistica che si effettua sommando le età dei morti di un anno e dividendo il risultato per il numero di morti dell anno stesso. Il segno che c è una trasformazione importante nella popolazione sta nel fatto che la speranza di vita alla nascita e la speranza di vita a 20 o 30 anni non sono poi tanto diverse e cominciano a differenziarsi soltanto abbastanza avanti (dopo qualche decennio). Il che vuol dire che la vita è più sicura nelle condizioni attuali di quanto non lo fosse nell evoluzione storica precedente. 2

3 Quarto dato preso in considerazione: statura dei chiamati alla leva. Dati dal 1931 al Nel 1931 la statura media era di 1, 67 metri, nel 1967 era di 1,73 metri. Gli ultimi dati sono di 1,76 metri. La differenza è notevole ed indica che sono migliorate le condizioni di vita, ma ancora più importante è stata la generalizzazione dell assistenza sanitaria. Quinto dato: alunni iscritti alle scuole elementari: Nel gli alunni sono pari a , poi calano rapidamente, attualmente sono meno di Si possono individuare due blocchi: il primo con valori sopra e il secondo sotto i Questi dati devono essere interpretati con attenzione e bisogna imparare a distinguere, innanzitutto i dati di stock dai dati di flusso. Lo stock è ciò che risponde ad una definizione nominale (ad esempio: iscritti alla quarta classe della scuola elementare). Ma non si sa come è composta questa quantità, risponde all obiettivo di contare il dato. Concettualmente è un taglio trasversale. Il flusso fornisce più informazione, perché, permette, da una corte iniziale, di conoscere i movimenti possibili al suo interno. Esso è un interpretazione longitudinale dinamica di un evento misurabile. Nella nostra tradizione l attenzione al flusso è stata abbastanza modesta, mentre ha prevalso l attenzione allo stock. Sesto dato: alunni iscritti alla scuola media. Gli iscritti nel 1955/1956 erano , ma i tassi di irregolarità erano altissimi. L incremento vero e proprio si è verificato negli anni 60 a causa della riforma della scuola media (1962). Negli anni 80 inizia una diminuzione, ma fiacca rispetto a quella della leva demografica. Questo fenomeno si spiega con il fatto che la regolarità è aumentata, i bambini che completano sono molti di più e ci sono delle sacche di richiesta sociale che vengono recuperate. Gli iscritti attuali sono Settimo dato: alunni iscritti alle scuole superiori. Nel 1955 gli iscritti erano (15% della popolazione) con irregolarità fortissime. Negli ultimi anni, ad esempio nel 1990/91, gli iscritti risultano C è l effetto della depressione demografica ma la curva aumenta ugualmente: l assorbimento di altre quote di popolazione compensa la diminuzione della leva demografica. Ottavo dato: distribuzione per sesso iscritti alla scuola elementare. Nel 1955/56 c è uno svantaggio per le femmine, nel 1975/76 la leggera prevalenza dei maschi rispecchia la proporzione fra i sessi alla nascita. Nono dato: distribuzione per sesso iscritti alla scuola media. Nel 1954/55 molti più maschi rispetto alle femmine, fenomeno dovuto all atteggiamento sociale tradizionale che tendeva a privilegiare l istruzione dei maschi rispetto a quello delle femmine. Nel 1975/76 c è ancora prevalenza dei maschi, ma in maniera meno vistosa rispetto ad anni prima. La scuola media, fino agli inizi degli anni 70 ha avuto caratteristiche di élite in Italia, il passaggio da una prevalente istruzione media è stata estremamente lenta, è cominciata dopo il Decimo dato: distribuzione per sesso iscritti alla scuola superiore. Nell istruzione secondaria diminuisce lo svantaggio per le femmine. Tutti questi aspetti inducono a riflettere, è importante riferire i dati a condizioni di contorno, altrimenti si corre il rischio di fare interpretazioni improprie. 3

4 La seconda parte della lezione verte su quegli aspetti legati all educazione che hanno come effetto di non far capire cosa succede nell educazione. L educazione, come molte delle scienze sociali, è soggetta a condizionamenti ideologici forti. Noi vediamo quello che siamo disposti a vedere. Non vediamo i fenomeni, ma l arrangiamento dei fenomeni che ci è più gradito. Ci sono alcuni aspetti del pregiudizio costruito intorno all educazione (pregiudizio inteso in senso letterale, ossia giudizio che c è prima) che sono particolarmente forti e che servono a giustificare quello che vediamo nel modo in cui lo vediamo. Probabilmente, tra i pregiudizi possibili quello del richiamo alla natura è uno dei più forti. La natura, in quanto natura non esiste. Essa esiste in quanto rapporto con gli esseri viventi. Quello che finisce col creare ideologia è il senso comune costruito su posizioni ideologiche. Ci sono delle affermazioni di senso comune: rispettare la natura degli allievi assecondare il naturale sviluppo del bambino individuare interessi e attitudini naturali l insegnamento deve seguire la natura Chi direbbe il contrario? Se si hanno a disposizione un certo numero di eventi (A, B, C N) tutti qualificati come naturali si dovrebbero poter stabilire delle relazioni di uguaglianza: A=B, B=C ecc. Ma il più delle volte A è diverso da B, da C o da N. Allora cosa significa naturale? La questione è che non essendoci la contraddizione è difficile capire il significato principale. Un significato si capisce in presenza di contraddizione. Se noi chiamiamo un intera gamma di comportamenti con uno stesso nome, è difficile che riusciamo ad identificare questi comportamenti. La natura di cui si parla nell educazione non è ciò che si presenta, ma ciò che si suppone sia retrostante. Bontà, semplicità, spontaneità, felicità sono attribuzioni di valore, ossia categorie di valore che nel complesso sono ideologie. Ciò vuol dire che non si parla di natura, bensì di naturalismo. La storia è storia di trasgressione, perché ogni passaggio evolutivo è un allontanamento dallo stato primigenio. L ideologia su questo ha costruito l idea che il bene sia lo stato primigenio e il male il suo allontanamento. Se l ideologia è di tipo religioso, lo stato primigenio è come la grazia e quindi il travaglio degli uomini è quello che li porta a riconquistare la grazia. Se l ideologia è laica il problema è l uguaglianza originaria che è stata persa. Il conflitto è tra forza e ragione in cui la ragione ci riporta all uguaglianza originaria, e la forza alla proprietà privata che ci distacca da questa semplicità. L organizzazione sociale è un frutto della storia, ma anche divisione tra gli uomini e allontanamento dallo stato primigenio. Per cui sotto il naturalismo troviamo unite componenti di pensiero religioso, sia componenti di pensiero laico. La forza dell ideologia della natura sta nel fatto che possiamo riferirla sia alla tradizione religiosa, sia alla tradizione laica. Quindi, è una delle forme ideologiche più forti. Il naturalismo è anche una chiave logica, ossia un modo di interpretare, fornisce il nesso che giustifica le conclusioni. Se prendiamo una serie di cause e una serie di effetti: 4

5 se un allievo è intelligente è naturale che vada bene a scuola se un allievo ha attitudine per la matematica è naturale che riesca bene in matematica ecc. Secondo il senso comune queste affermazioni sono valide, ma il fatto è che tra queste frasi non c è relazione di causa-effetto. Sono affermazioni tautologiche, non spiegano niente. La tautologia in logica è un giudizio assolutamente vero per il fatto che non dice nulla. A=A, il principio di identità è il più vero tra i giudizi, ma è anche un giudizio che non reca conoscenza. Le precedenti affermazioni sono identità nascoste da variazioni verbali che creano senso comune, ci spiegano il modo in cui il riferimento alla natura entra nell uso perché si ripropone un certo numero di volte con le stesse caratteristiche. Noi siamo propensi ad attribuire valore di necessità a ciò che verifichiamo un certo numero di volte, perché ci aspettiamo che per il seguito la stessa cosa si presenti con la stessa forma. Ossia se un evento si ripropone con regolarità, con le medesime caratteristiche, ci si attende che continui a manifestarsi nello stesso modo. Ha così origine il senso comune. Nella teoria educativa il senso comune corrisponde a una scorciatoia interpretativa di tipo associativo, ma tautologico. Ossia si associano due pezzi, ma non sono due pezzi diversi, sono lo stesso pezzo. Nella ricerca educativa prevale l educazione come forma artificiale, al naturalismo si contrappone l artificialismo. Il padre della conoscenza scientifica in educazione, Comenio, inizia la sua opera fondamentale, Didactica Magna con queste parole: Didactica docendi artificium sonat, ossia la didattica è la soluzione artificiale dell insegnante. È una costruzione, non esiste per natura. L educazione è una costruzione artificiale. Si può anche parlare di educazione naturale, ma perché abbiamo preventivamente creato una natura, ossia una interpretazione razionale della natura, che è cosa diversa dai miti dell origine. Il senso comune tende a fermare l evoluzione, è un elemento di immobilismo, ritarda la possibilità di vedere che ci può essere una differenza. Il senso comune trasmette sapienza, l educazione trasmette conoscenza. La sapienza è una conoscenza senza causa. 5

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