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1 Agosto Settembre Agosto Settembre 2017

2 Notiziario ARAL Top news Agosto-Settembre 2017 ARAL Associazione regionale Apicoltori Lazio Sede operativa: Via Scido, Roma CF P. IVA C. C. Postale /N contatti Per la corrispondenza: Via di Tor Vergata Roma Fax. 06/ Cell Sito web - Editore ARAL Associazione regionale Apicoltori Lazio

3 L alimentazione delle api di Valerio Piovesan La nutrizione delle api può essere necessaria in qualsiasi periodo dell anno. La più praticata è la nutrizione zuccherina che può essere di supporto o stimolante, sotto forma di sciroppo o di candito, facilmente reperibili sul mercato e con maggior garanzia di qualità secondo la normativa CEE. 1. Nutrizione autunnale di supporto e di soccorso: se le scorte sono scarse per il superamento dell inverno si provvederà a somministrare uno sciroppo composto da una percentuale maggiore di zuccheri rispetto a quello utilizzato in primavera: va dato in quantità abbondante ed in poche somministrazioni. Ciò per evitare l effetto stimolante sulla deposizione di covata in quanto è utile, dove il clima lo permette, ottenerne una normale interruzione per bloccare il ciclo riproduttivo della varroa e consentire la massima efficacia di trattamenti acaricidi autunnali (blocco di covata). Successivamente, le visite in apiario stabiliranno la necessità di un ulteriore supporto che potrebbe essere il candito (ideale nel periodo invernale in aree con clima molto umido). In presenza di famiglie molto deboli od orfane si provvederà invece alla loro riunione. 2. Nutrizione proteica primaverile In primavera, nelle zone con scarse fioriture precoci, si rende necessaria la nutrizione proteica poiché è maggiore la richiesta di polline per la deposizione della covata. L ideale sarebbe di disporre di piante pollinifere a fioritura precoce quali il nocciolo ed il salice anche perché lo sfruttamento agricolo va sempre più verso monocolture e coltivazioni geneticamente modificate poco pollinifere o addirittura inquinanti e avvelenate. Ove tutto ciò non sia possibile si può ricorrere alla nutrizione proteica. Le api accettano di buon grado sostanze proteiche pulverulente di varia origine (per esempio: farina di castagne, soia, lievito di birra. Migliore ancora sarebbe la soluzione di fornire alle api polline congelato, preferibile a quello essiccato). Naturalmente, anche in questo caso, si trovano in commercio prodotti pronti all uso miscelati sotto forma di candito. Per chi dispone di miele può invece prepararsi un impasto che disporrà sui favi o sul coprifavo.

4 Sciame ad agosto di Emiliano Fatello Venerdì mattina mentre io e Albino, eravamo intenti nelle classiche attività di riordino del laboratorio, ci arriva una telefonata di un amico comune che ci chiedeva aiuto per la rimozione di uno sciame. Rimanendo un poco sorpresi della presenza di uno sciame ad agosto, ma trovando giustificazione dalle temperature di un estate infuocata, siamo andati a vedere sul posto e abbiamo trovato infatti sotto un nocciolo un enorme sciame. Ma avvicinandoci e andando a toccarlo poi invece ci siamo resi conto che c erano almeno 5 favi grandi pendenti dai rami e abbiamo capito che questo nostro amico lo teneva sotto osservazione almeno da due mesi. Ci siamo resi subito conto che il lavoro non sarebbe stato semplice, perché si trattava di prelevare non uno sciame semplice, ma di dover aspirare tutte le api, tagliare i favi naturali e ingabbiarli nei telaini per conservare la covata. Così dopo aver preparato tutto il necessario ci siamo recati domenica mattina presto sul posto, in aperta campagna, per prelevare il tutto. Abbiamo portato un tavolino, dove abbiamo preparato i telaini per l ingabbiamento. Su ogni telaio classico da nido, abbiamo cominciato ad inserire nella parte alta del telaio quattro chiodini con la testa larga così da poter contenere il filo attorcigliato su di esso. Poi a scendere verso il basso, due chiodini a metà telaio uno sulla sinistra e uno sulla destra. Infine, sulla base del telaio ci vanno altri tre chiodini. In seguito abbiamo preso lo spago, quello da cucina per legare l arrosto va benissimo, e l abbiamo passato tra i chiodi per costruire una gabbia. Con un martello si batte sui chiodi per infilarli completamente nel legno e bloccare lo spago. Una volta legato lo spago, si gira dall altro lato il telaio e si inseriscono i chiodi come fatto precedentemente e si inserisce il pezzo del favo naturale, grande quanto la dimensione del telaio.

5 Chiaramente si inserisce il favo naturale contenente la covata fresca e opercolata e lasciando anche un poco di celle vuote per dare spazio alla regina. Una volta sistemato il favo si lega lo spago ad un chiodino e si chiude anche questo lato del telaio con una gabbia di spago passandolo per ogni chiodino. Infine si battono i chiodi per bloccare il tutto. Questa procedura l abbiamo ripetuta sino all ingabbiamento di tutti i favi presenti. Abbiamo infine infilato tutti i telai ingabbiati in un arnia con due telai di fogli cerei e abbiamo poi travasato tutte le api dall aspira sciami all arnia. Il giorno dopo le api erano regolarmente sistemate nell arnia con il campo di volo tutto in movimento. Questa tecnica dell ingabbiamento è utile per salvare la covata e sperare che oltre alla regina si recuperino tutte le api che dovranno nascere. L obiettivo è di tentare di ridurre lo shock del cambio irruente della propria casa. Il miele presente nei favi, lo inserisco sopra il copri-favo per consentire alle api di recuperare il più possibile. L arnia l ho deposta a debita distanza dall apiario per dare nutrimento e trattamento e rinforzare la famiglia per poi aggregarla al resto delle arnie.

6 Favo freddo o favo caldo? di Emanuele Longo Ho notato che il posto da loro scelto per iniziare la costruzione dei favi è il più esposto a Sud, questo perché le api sono animali a sangue freddo e regolano la temperatura interna dell alveare sui C. Il calore è generato dalla vibrazione dei muscoli delle ali, quindi tenersi più a Sud in inverno equivale a usurarle meno. Sicuramente, non avendo strumenti tecnologici a disposizione, nel posizionare quest arnia ho deviato erroneamente di qualche grado l angolazione verso Est per questo i favi non sono stati costruiti precisamente seguendo le pareti. Credo che le api abbiano un senso di orientamento estremamente preciso e grazie a questo rispettino esattamente la disposizione del favo naturale da est a ovest in qualunque modo si giri l arnia. Nelle arnie con favo a caldo i telai sono disposti parallelamente alla parete di ingresso e quindi il primo favo fa da barriera all ingresso dell aria diminuendo la ventilazione interna e favorendo il mantenimento di temperature più alte nella stagione fredda, mentre nella stagione calda lo stesso favo fa da barriera contro il sole, aiutando a non esporre la covata al troppo calore. In questo modo invernare le famiglie sarebbe anche più comodo, si tolgono i telai più a nord e il gioco è fatto! Pare che le api non abbiano alcun dubbio, preferiscono il favo a caldo.

7 L apicoltore: mestiere che rende immune dal cancro Top news di Francesco Coarelli Una ricerca svolta dal New York Cancer Research ha accertato che gli apicoltori sono i meno soggetti a contrarre il tumore. il dott. Brandon Hayes della LIVESTRONG Young Adult Alliance conferma che le api, nel momento in cui sterilizzano il polline, usano una secrezione ghiandolare che combatte i tumori. In Francia hanno addirittura analizzato la causa di morte di 1000 apicoltori; nessuno di loro era morto per cause tumorali, mentre gli agricoltori che avevano contratto il cancro erano 100 volte di più rispetto agli apicoltori. Mangiare il miele, il polline, la pappa reale e la propoli oggettivamente fa bene alla salute in senso preventivo. Il miele al posto del solito zucchero permette di non produrre zuccheri in eccesso per le cellule, il polline rinvigorisce come la pappa reale ed aiuta a rinforzare le difese immunitarie, unica vera arma a priori contro il cancro. Coordina inoltre il metabolismo e migliora le funzionalità del cervello.

8 Il favo naturale è sempre costruito in pura cera, secrezione ghiandolare delle api operaie, dello spessore di circa 25 mm e l interspazio è di mm, rimane così per le api un passaggio di circa 10 mm tra un favo e l altro. La cera impiegata, nella costruzione dei favi, è quella appena secreta dalle api, dal colore bianco acqua. A volte viene impiegata cera più scura, ottenuta rosicchiando favi più vecchi. La cera sotto forma di esili scaglie, del peso medio di 0.6 mg con punte fino a 1.2 mg, fuoriesce dalla regione ventrale dell ape operaia tra il quarto e il settimo sternite.le scaglie vengono raccolte dalle operaie con le spazzole delle zampe del terzo paio e successivamente afferrate dalle zampe del primo paio, vengono inumidite con la saliva e lavorate. L attività delle ghiandole è massima tra il 12 e il 18 giorno dopo lo sfarfallamento,in seguito le ghiandole regrediscono, ma in caso di bisogno la capacità di secernere può essere ripristinata; ad esempio quando avviene la sciamatura naturale. La costruzione dei favi da apicolturaonline La composizione chimica della cera è una miscela di oltre trecento sostanze; gli idrocarburi, gli esteri e gli acidi sono prevalenti. Per produrre la cera l ape consuma enormi quantità di zuccheri, fruttosio, glucosio e saccarosio; costituiti da elementi chimici (C,H2,02) che combinati insieme si ritrovano nella cera. La costruzione del favo naturale ha inizio di solito dall alto e si origina in due-tre punti diversi mentre gli angoli inferiori pendono liberamente e si restringono a forma di U. Nella costruzione, le api, formano catene a gruppi compatti,all interno la temperatura si mantiene sui 35 necessaria per modellare la cera.

9 La costruzione comincia a partire da una base a forma di cuspide con tre losanghe inclinate di , su cui le api premendo contemporaneamente ai lati innalzano le pareti cellulari a forma esagonale,con un inclinazione tra i 9 e 13 gradi, sufficiente a impedire il deflusso del miele liquido immagazzinato nelle celle. I favi sono costituiti da due tipi di celle, di grandezza diversa, celle per le api operaie e celle per i fuchi. Le celle costruite, per decimetro quadro, sono variabili a seconda della razza di api. Le razze italiana, carnica e caucasica costruiscono approssimativamente 850 celle per decimetro quadro. Nella costruzione, regolare delle celle, le api percepiscono il campo gravitazionale e il campo magnetico terrestre. La gravità è avvertita da un gruppo di sensilli filiformi che consentono di costruire i favi in modo verticale. In natura le api costruiscono i favi in serie parallele secondo una direzione costante, questo modo di costruire sembra per l influenza del campo magnetico terrestre.

10 Hai trovato uno sciame e non sai come fare per recuperarlo? Chiamaci subito al numero telefonico 331/ provvederemo a smistare l ordine all apicoltore di zona, mettendolo in contatto diretto con te. Considerato che ogni anno nel periodo della sciamatura delle api vengono richiesti continui interventi; visto che non esiste un coordinamento per attivare la raccolta degli sciami, onde evitare la dispersione e distruzione di famiglie di api, insetto protetto per legge, l ARAL - Associazione Regionale Apicoltori del Lazio - al fine di svolgere l attività per la raccolta sciami in tutto il territorio della Provincia di Roma, in collaborazione e su segnalazione di enti pubblici e privati e per attuare tutte le iniziative che possano utilmente contribuire al miglioramento dell apicoltura, alla conservazione e utilizzazione degli sciami raccolti, ha costituito un gruppo denominato IME- SCIAMI al quale hanno aderito apicoltori disponibili ad intervenire in caso di chiamata.pertanto ogni qual volta c è una richiesta d intervento occorre indirizzare le chiamate al numero telefonico 331/ che provvederà a smistare l ordine all apicoltore di zona, mettendolo in contatto diretto con il richiedente.gli apicoltori associati ARAL che desiderano aderire a tale iniziativa devono richiedere e compilare il modulo e inviarlo con una foto, via e mail a imesciami@aralonline.org oppure infoaral@aralonline.orgi responsabili del Gruppo provvederanno a consegnare agli interessati la documentazione per entrare a far parte del gruppo di lavoro "IMESCIAMI".

11 Sede operativa: Via Scido, Roma CF P. IVA C. C. Postale /N Notiziario ARAL Top news Agosto-Settembre contatti Per la corrispondenza: Via di Tor Vergata Roma Fax. 06/ Cell Sito web - E Mail: infoaral@aralonline.org ARAL Associazione regionale Apicoltori Lazio

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