Didattica delle lingue moderne 2 (OCI)
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- Marino Fumagalli
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1 Didattica delle lingue moderne 2 (OCI) Elena Nuzzo Lingue e mediazione linguistico-culturale Operatori nella comunicazione interculturale
2 Info pratiche Orario lezioni e ricevimento Calendario Esame e bibliografia
3 Orario lezioni e ricevimento Lezioni Mercoledì ( ) Giovedì 13-15: l , aula 14 l , aula 25 Ricevimento Giovedì 10-12
4 Calendario 7 ottobre 8 ottobre 14 ottobre 15 ottobre 28 ottobre 29 ottobre 4 novembre 5 novembre 11 novembre 18 novembre 19 novembre 25 novembre 26 novembre 2 dicembre 3 dicembre 9 dicembre 10 dicembre (16 dicembre) 12 novembre (convegno)(17 dicembre)
5 Esame e bibliografia Esame scritto NUZZO E., GAUCI P., Insegnare la pragmatica in italiano L2, ROMA, CAROCCI, 2012 Santoro E., Lo sviluppo della competenza pragmatica in italiano L2: un esperimento a partire da un corso online, in Rückl M., Santoro E. & Vedder I. (a cura di), Contesti di apprendimento di italiano L2. Tra teoria e pratica didattica, Firenze, Franco Cesati Editore, 2013: Vedder I., Competenza pragmatica e complessità sintattica in italiano L2: l uso dei modificatori nelle richieste. Linguistica e Filologia 25 (2008):
6 Altre info Esercitazione su articolo Lezione non sempre frontale docente/enuzzo/
7 Didattica delle lingue 2 Nel primo corso avete visto come funziona l apprendimento di una L2. In questo corso approfondiremo l argomento spostando la prospettiva sull utente di L2 (dall apprendimento all uso) e sul rapporto tra lingua e cultura (dalla grammatica alla pragmatica).
8 Questionario anonimo
9 Dopo il questionario (a gruppi) Che cosa avete fatto? Perché? Che risultati abbiamo ottenuto?
10 Dopo il questionario Avete partecipato a una ricerca di pragmatica contrastiva (crossculturale) per farlo, avete completato un Discourse Completion Task (DCT) l obiettivo era capire come gli italiani realizzano l atto linguistico della richiesta
11 L1, L2, bilinguismo L1 > la prima lingua che imparo nella vita L2 > qualsiasi lingua che imparo dopo aver imparato la L1 Bilinguismo > coesistenza di due sistemi linguistici in un individuo
12 Chi è il bilingue? Accezione ampia > è bilingue chi usa (anche solo in certe situazioni) una lingua diversa dalla L1. In Italia il bilinguismo è molto diffuso l aree ufficialmente bilingui (per es. Alto Adige) l famiglie dialettofone l immigrati l studenti
13 Diversi tipi di bilinguismo Siamo più o meno tutti bilingui, ma in modo diverso Le differenze si possono analizzare su varie dimensioni: l Circostanze di apprendimento l Uso l Competenza l Identità l
14 Oddio, ho dimenticato il latte e sono davvero in ritardo! Oddio, ho dimenticato il latte e sono davvero in ritardo! Non ho tempo di fare la fila. Non è che mi potrebbe tenere il posto? Scusi, potrebbe tenermi il posto per favore? Scusi, mi tiene un attimo il posto? Mi tiene il posto? altro Mannaggia, il mio cellulare è praticamente scarico Mannaggia, il mio cellulare è praticamente scarico Sai, oggi non si può stare senza cellulare Avresti un caricabatterie da prestarmi? Così vediamo se funziona? Mi puoi prestare un caricabatterie, per favore? Speriamo che vada bene Prestami un caricabatter ie! altro
15 Che cos è la pragmatica? Confrontatevi a gruppi/coppie e recuperate le vostre conoscenze sull argomento.
16 Pragmatica lingua contesto Il contesto agisce sulla lingua La parola influenza il contesto
17 Il contesto Contesto linguistico Il pezzo di lingua che circonda l enunciato su cui si concentra l attenzione: l Perché apri la porta? l È arrivata Caterina [informazione nuova] l Caterina è arrivata [informazione nuova] l Allora possiamo andare
18 Il contesto Contesto extralinguistico macro l la comunità linguistica > gruppo di parlanti che condividono lingua e norme d uso della lingua l l evento comunicativo > es: acquisto in negozio, telefonata tra amici ecc. micro l la specifica situazione comunicativa l i parlanti, i loro ruoli e la relazione che li lega
19 Atti linguistici Sei in ritardo come al solito Sai che ore sono? È mezz ora che ti aspetto La puntualità non è il tuo forte Eccoti finalmente C era traffico? Ecc. 19
20 La teoria degli atti linguistici Quando parliamo facciamo delle cose, per esempio: Ciao > saluto Ottima questa torta > complimento Sei in ritardo come al solito > protesta Mi spiace > scuse Avrei bisogno del tuo aiuto > richiesta Ecc.
21 Origine e sviluppi della teoria Austin (1962), How to Do Things with Words enunciati constativi (= descrittivi) > il parlante descrive uno stato di cose > rispondono a condizioni di verità; enunciati performativi (= non descrittivi) > il parlante compie un azione > rispondono a condizioni di buona riuscita (felicity) in realtà, tutti gli enunciati fanno qualcosa, hanno una specifica forza
22 Origine e sviluppi della teoria la struttura dell atto linguistico: l locuzione > piano del significato l illocuzione > piano delle intenzioni l perlocuzione > piano degli effetti
23 Origine e sviluppi della teoria Searle > sistematizzazione e irrigidimento del pensiero di Austin esiste un performativo per ogni atto > il numero degli atti è finito tassonomia delle forze illocutive distinzione tra atti diretti e atti indiretti
24 Tassonomia delle forze Assertive: esprimono le credenze del parlante sul mondo (asserire, descrivere, concludere ecc.). Direttive: mirano a indurre l altro a fare o non fare qualcosa (richiedere, ordinare, vietare ecc.). Commissive: esprimono un impegno del parlante in merito al proprio comportamento futuro (promettere, offrire, scommettere ecc.). Espressive: rivelano lo stato psicologico del parlante (scusarsi, protestare, ringraziare ecc.). Dichiarative: modificano lo stato del mondo (sposare, dichiarare guerra, scomunicare ecc.).
25 Atti diretti e indiretti Corrispondenza tra la forza comunicata e la forma linguistica in cui viene espressa. Si può far corrispondere l enunciato all atto sulla base di regole riguardanti da un lato gli elementi linguistici (indicatori di forza), dall altro quelli contestuali (condizioni di buona riuscita). Ciò equivale ad affermare che ogni enunciato è dotato di una propria forza letterale. l l Scrivi! (diretto: indicatore linguistico della richiesta = imperativo) Ti manca la penna? (indiretto: nessun indicatore della richiesta) ma è difficile dire quale sia più diretto tra: l l Prometto che verrò (diretto: verbo performativo) Verrò sicuramente (diretto?: indicatore lessicale)
26 Atti diretti e indiretti Gli atti indiretti e convenzionali: l Puoi darmi un passaggio? (indiretto convenzionale) l Non sono mica sordo (indiretto convenzionale) Dalla dicotomia tra diretti e indiretti al continuum: Più una forza illocutoria è codificata nella lingua, meno necessita del contesto per attualizzarsi; viceversa, minore è il grado di convenzionalità, maggiore la dipendenza dal contesto di enunciazione per la sua attualizzazione
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