PROGETTO CARCERI. Provincia di Roma

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1 PROGETTO CARCERI Provincia di Roma Anno

2 Indice Il problema affrontato Obiettivi attesi Soggetti coinvolti Il contesto Il racconto dell esperienza 2

3 Il problema affrontato Il Progetto Carceri prevede la definizione di un protocollo di intesa tra la Provincia di Roma, il Comune di Roma e il Ministero di Grazia e Giustizia, al fine di dotare gli Istituti di pena della capitale di una postazione informativa e di servizi del Centro per l impiego, allo scopo di creare le premesse per costruire percorsi di formazione e inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro. Le azioni previste nell ambito del Progetto Carceri sono le seguenti: apertura di sportelli integrati con i COL (Centri Orientamento Lavoro) per l'informazione e orientamento all interno degli istituti di pena di Roma (Casal del Marmo, Rebibbia Nuovo Complesso, Rebibbia Penale, Rebibbia Femminile e Regina Coeli); promozione di azioni di ricerca e sperimentazione; realizzazione di un convegno, per la presentazione del modello sperimentale e delle attività di ricerca. Nella Provincia di Roma sono presenti otto Istituti di Pena, così distribuiti: Civitavecchia: una casa di reclusione, e una casa circondariale. Velletri: una casa circondariale. Roma: 4 case circondariali e una casa di reclusione. Gli Istituti detentivi di Roma comprendono un numero elevato di popolazione carceraria, tanto che nel luglio del 2002, durante una seduta straordinaria del Consiglio Comunale, il sindaco di Roma definì simbolicamente le carceri cittadine XXI Municipio di Roma. Il contesto in cui si situano le carceri ha spinto il Comune di Roma a promuovere e organizzare il Piano Carceri, occasione per la Provincia di Roma per apportare anch essa il proprio contributo in termini di energie, saperi, competenze, conoscenze al complesso tema del reinserimento sociale delle persone in esecuzione di pena. L idea di fondo delle strategie messe in essere dall Assessorato alle Politiche del lavoro e Qualità della vita della Provincia di Roma sta nel riconoscere e nell affermare la centralità dell uomo e della sua dignità, che può essere garantita attraverso il reinserimento sociale delle persone detenute. Il reinserimento sociale deve essere incentrato su un adeguato inserimento lavorativo, in quanto il lavoro diventa risorsa fondamentale per la promozione di corretti rapporti con il contesto istituzionale, sociale e familiare di appartenenza. Obiettivi attesi La finalità generale del progetto consiste nel realizzare interventi di inserimento lavorativo per le persone in esecuzione di pena che possono usufruire delle Misure Alternative alla detenzione, o in fine d esecuzione, attivando le strutture e la rete di relazioni dell Assessorato alle Politiche attive del lavoro con le imprese del territorio. 3

4 Obiettivi specifici Obiettivo 1 Promuovere percorsi e iniziative di accompagnamento al lavoro, aggiornamento delle competenze professionali rivolti a persone in fine d esecuzione di pena, che si configurino come progetti individuali professionalizzanti che tengano conto delle competenze residue delle persone, delle effettive capacità di adattamento dei beneficiari e che rispondano ai reali bisogni espressi dalle imprese. Obiettivo 2 Realizzare punti rete dei Centri per l impiego all interno degli Istituti penitenziari, che attraverso colloqui informativi ai sensi dell ex DLgs 181/2000, aggiornino la Scheda Anagrafico Professionale degli utenti, per favorire gli inserimenti lavorativi delle persone sottoposte a Misure Alternative o in fine di esecuzione della pena. Soggetti coinvolti Per la realizzazione delle attività di colloquio all interno degli Istituti di pena e per l animazione territoriale sono coinvolti quarantacinque operatori dei Centri per l impiego che hanno dato la loro disponibilità a partecipare l soggetto. Gli operatori hanno partecipato ad un ciclo di seminari conclusosi a fine marzo del 2006: messa a sistema del lavoro in rete negli Istituti di pena; Istituti di Pena, Case di reclusione, case circondariali, Istituti per minori; l universo carcere; lavoro e formazione; l esperienza negli Istituti di pena degli operatori del COL Carceri del Comune di Roma. La rete integrata Costituita da Sportelli Informativi dei Centri per l impiego presenti su tutto il territorio provinciale e collocati all interno delle strutture del sistema istituzione locale che hanno aderito alla rete: Università, Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, Centri provinciali di Formazione Professionale, Centri di Orientamento al Lavoro del Comune di Roma, Istituti di pena. Ogni punto rete ha accesso al portale Informaservizi del Dipartimento XI della Provincia di Roma, Assessorato alle politiche del lavoro e della qualità della vita, per soddisfare il bisogno di informazioni delle diverse tipologie di utenza, in modo che nessuno resti escluso dalle possibilità offerte dal sistema integrato dei Servizi per l impiego. Ciò favorisce la costruzione di un motore di ricerca unico, in cui convergono le informazioni provenienti da tutti i soggetti della rete e tutte le altre informazioni relative al mondo del lavoro e della formazione. Per sostenere la costruzione della rete integrata e per garantire la funzionalità operativa dei servizi offerti dai Centri per l impiego, sempre tramite il Progetto Ermes sono state potenziate le risorse umane nel servizio di Call Center della Provincia di Roma e in quelli di back office e front office presenti nei Centri per l impiego. 4

5 Il contesto Il mercato del lavoro La nuova rilevazione sulle forze di lavoro condotta dall ISTAT a partire dal 2004 non consente il confronto dettagliato con i dati degli anni precedenti ma si può senz altro affermare che gli indicatori che riguardano la provincia hanno fatto registrare nuovamente risultati di tutto rispetto, perfettamente in linea con l evoluzione degli ultimi anni. Come noto, dal 1999 al 2003, il mercato del lavoro romano è stato interessato da un trend positivo che ha investito tutti gli indicatori realizzando performance costantemente migliori del dato nazionale. Nel 2004, secondo la nuova rilevazione ISTAT, il totale delle forze di lavoro nella provincia ammontava a unità, con occupati ed un tasso di occupazione totale pari al 48,3%. Tale valore del tasso, che supera di quasi tre punti percentuali l omologo italiano (45,4%), è spiegato soprattutto dalla componente femminile che ha raggiunto in provincia di Roma il 38,8% contro il 34,7% nazionale. Una delle determinanti del più elevato tasso di occupazione complessivo potrebbe inoltre ravvisarsi nella notevole presenza di popolazione immigrata e nelle relative regolarizzazioni dei lavoratori che hanno così accresciuto il numero degli occupati. Dal punto di vista settoriale, i servizi con occupati (83,5% del totale) rappresentano ancora il maggior bacino d impiego del mercato romano, con un tasso di occupazione pari al 40% contro un dato nazionale che si attesta al 29,5%. In proposito si può osservare come il terziario, tra l altro, sia un settore in cui è particolarmente significativa la dinamica dei rapporti di lavoro flessibili che negli ultimi anni hanno contribuito notevolmente alla crescita dell occupazione complessiva, trainando in particolare l occupazione femminile che più frequentemente si basa su contratti a termine. Persistono, inoltre, le marcate differenze tra la provincia di Roma e Italia nei settori agricolo ed industriale; questo ultimo, in particolare, conferma la propria debolezza con un tasso di occupazione al 4,9% mentre quello italiano appare superiore al 10%. Con centoventiseimila persone in cerca di occupazione, infine, il tasso di disoccupazione provinciale, pur essendo diminuito nel corso dell anno ad un ritmo minore di quello italiano, si attesta al 7,5% (0,5 punti in meno rispetto a quello nazionale) ed anche in questo caso il differenziale territoriale è prevalentemente imputabile alla componente femminile (9,5% contro 10,6%). La struttura produttiva Consistenza e dinamica Nel 2004 si è confermata la tendenza positiva che caratterizza da tempo le dinamiche imprenditoriali del sistema produttivo romano con tassi di crescita costantemente superiori alla media regionale e nazionale. A fine dicembre del 2004 risultavano essere le imprese presenti nel Registro delle Imprese della CCIAA di Roma, per una variazione percentuale pari all 1,9% rispetto all omologo aggregato del Le imprese della provincia rappresentano il 6,6% della struttura produttiva italiana che ha mostrato, peraltro, una variazione minore, pari all 1,6%. La dinamica provinciale, pur superiore a quella nazionale, risulta comunque rallentata considerato che il divario tra i tassi di variazione era nel 2003 di 1,7 punti percentuali a favore di Roma. Il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, pari a unità nella provincia di Roma appare infatti più contenuto rispetto al 2003 per cui anche il tasso di crescita (1,8%), comunque superiore a quello italiano (1,5%), risulta più basso rispetto a quello dell anno precedente (2,9%). 5

6 Occorre sottolineare a riguardo che alle oltre trentamila nuove iscrizioni ha fatto riscontro un numero di cessazioni pari a (ossia il 40% in più rispetto all anno precedente), influenzato pesantemente dalle procedure di cancellazione d ufficio attivate nel corso del 2004 e relative anche ad anni precedenti. Ciò ha determinato un aumento del quoziente di mortalità che sopravanza di 1,5 punti percentuali quello dell anno precedente mentre il quoziente di natalità si è incrementato di soli 0,4 punti percentuali. La specializzazione merceologica L analisi della struttura per settore di attività economica delle imprese registrate a fine 2004, effettuata al netto delle imprese non classificate per eliminare la distorsione determinata dall altissimo numero delle stesse ( a Roma, il 6,7% in più rispetto all anno precedente), mostra un assetto sostanzialmente invariato nella composizione rispetto al 2003, confermando al primo posto, in termini di numerosità, le imprese del commercio che rappresentano il 35,2% del totale (in leggero aumento rispetto all anno precedente) seguite, nello stesso ordine del 2003, dalle costruzioni con il 14,5% e dai servizi alle imprese (12,8%). Continua a perdere colpi il settore delle attività manifatturiere che, con il 10,5% del totale delle imprese registrate, fa rilevare una diminuzione di ulteriori 0,4 punti percentuali rispetto alla quota detenuta al 2003, confermando così quella che ormai va consolidandosi come tendenza del comparto: progressiva selezione del numero d imprese per una serie di fattori di debolezza competitiva tra i quali, non ultimo, il fattore dimensionale. Merita di essere inoltre segnalata, la sostanziale stabilità dell incidenza percentuale sul totale provinciale fatta registrare nell ultimo triennio da larga parte delle attività terziarie: altri servizi pubblici sociali e personali (6,6%), alberghi e ristoranti (5,6%), trasporti e comunicazioni (5,3%) ed intermediazione monetaria e finanziaria (3,0%). In tema di dinamica delle imprese registrate nei diversi settori di attività economica, si può osservare che tutti i settori tradizionalmente trainanti dell economia della provincia, sono cresciuti a saggi significativi ma inferiori all anno precedente: +1,9% (contro +3,2% del 2003) le costruzioni, +1,2 il commercio, +1,7 i servizi alla persona mentre i servizi alle imprese hanno fatto registrare addirittura una flessione dello 0,6% (+2,1% nel 2003). Le altre variazioni negative riguardano l agricoltura, l estrazione di minerali e, come già accennato, le attività manifatturiere. A livello nazionale, a fronte di una dinamica incrementale complessivamente più contenuta, si riscontrano, tra il 2003 ed il 2004, variazioni positive rilevanti per i servizi alle imprese (+4,1%), le costruzioni (+4,0%), e per gli alberghi e ristoranti (+2,7%). La variazione negativa più significativa riguarda invece l agricoltura e le attività connesse (-1,4%). Può essere interessante sottolineare come i tre settori numericamente più importanti dell apparato produttivo romano, ossia il settore del commercio, quello delle costruzioni e quello dei servizi alle imprese, che rappresentano rispettivamente, il 6,7%, il 5,6% e il 6,6% del corrispondente totale nazionale, presentino incidenze percentuali sul totale delle imprese locali superiori rispetto a quelle riscontrate in ambito nazionale. Il confronto con il livello nazionale evidenzia, infatti, una diversa strutturazione ordinale dei settori di attività ribadendo la preponderanza relativa del settore del commercio (28,4%) ma presentando al secondo ed al terzo posto il settore agricolo e quello delle costruzioni rispettivamente con il 17,7% (contro il 5,2% della provincia di Roma) ed il 13,8% (contro il 14,5% della provincia di Roma). Quest ultimo, rispetto al 2003, si avvicenda, nella terza posizione con il settore industriale che con il 13,5% scende alla quarta posizione seguito dai servizi alle imprese (10,4%). Per mettere in risalto le differenze di struttura in termini di numerosità delle attività produttive tra l ambito provinciale e quello nazionale, sono stati calcolati i quozienti di specializzazione. 6

7 Tali indicatori, costruiti come rapporto tra l incidenza dei diversi settori di attività economica in ambito provinciale e la corrispondente incidenza a livello nazionale, assumono valori maggiori di 1 quando l area di riferimento (provincia di Roma) presenta nell attività i un grado di specializzazione più elevato rispetto all aggregato territoriale con cui viene confrontata (Italia). Valori minori di 1 hanno, ovviamente, il significato opposto. Ai fini della presente analisi i quozienti di specializzazione sono stati raggruppati nelle seguenti cinque classi: I dati consentono di rilevare che la provincia di Roma presenta quozienti di specializzazione piuttosto elevati in tutte le attività terziarie ed in particolare, limitando l analisi ai casi più significativi: nell intermediazione monetaria e finanziaria (1,55; +0,4 rispetto al 2003); negli altri servizi pubblici, sociali e personali (1,53; stabile rispetto al 2003); nella sanità e altri servizi sociali (1,47; -0,6 rispetto al 2003). Specializzazioni basse o molto basse e, in alcuni casi, ulteriormente diminuite rispetto al 2003, si osservano invece per le attività industriali (0,66 l estrazione di ventuno minerali e 0,78 le attività manifatturiere) e per l agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca (0,30). L esame dell andamento dei quozienti nel triennio conferma peraltro la situazione di sostanziale stabilità già segnalata in precedenza. I più significativi elementi dinamici sono dati dai segnali di progressiva saturazione di alcune attività terziarie (servizi alle imprese, sanità ed altri servizi sociali) e dal rafforzamento della specializzazione nelle attività di intermediazione monetaria e finanziaria. Passando ad esaminare in dettaglio i dati di flusso relativi ad iscrizioni e cessazioni, si deve preliminarmente sottolineare l inversione di tendenza rispetto all anno precedente manifestatasi con un aumento di entrambe le variabili. La dinamica incrementale dei dati di flusso risulta, in termini percentuali, più elevata per la provincia di Roma rispetto all Italia: +9,4% contro +9,2% per le iscrizioni e addirittura +39,4% contro +1,0% per le cessazioni ma a tale proposito va ricordato quanto detto in precedenza a proposito delle cancellazioni d ufficio. Tenendo presente che circa la metà delle iscrizioni non risulta classificata in alcuna sezione di attività economica e che tale circostanza incide moltissimo sui singoli saldi settoriali, si può comunque segnalare che nella provincia di Roma, la dinamica recente delle iscrizioni appare trainata dal settore dei trasporti (+44%), da quello delle costruzioni (+27,5%) e da quello dell intermediazione monetaria e finanziaria (+16,6%) che, tra l altro, è l unico a mostrare un saldo positivo. Va menzionata, per l importanza numerica che riveste, la ripresa delle iscrizioni nel settore del commercio (+12,6%) con un aumento superiore a quello omologo registrato a livello nazionale (+8,6%) che, comunque, è più che compensato dall incremento delle cessazioni del 19%. Analoga è la situazione delle attività di servizio alle imprese (sezione K ATECO) per le quali si registra, a fronte di un significativo aumento delle iscrizioni, una rilevante crescita del numero delle cessazioni che determina un consistente saldo negativo (-833 unità). Altrettanto rilievo merita la flessione delle iscrizioni nel settore manifatturiero il cui saldo, aggravato da un forte aumento delle cessazioni, risulta pesantemente negativo ( unità). In Italia, i settori in cui le iscrizioni aumentano di più sono, come per la provincia di Roma, anche se in ordine diverso, i trasporti (+20%), l intermediazione monetaria (+17%) e le costruzioni (+9,2%) ma, a differenza di Roma, si riscontrano diversi saldi positivi: per le costruzioni, i servizi alle imprese, l intermediazione monetaria e finanziaria e l istruzione. Un ulteriore approfondimento dell analisi della composizione settoriale del tessuto produttivo romano, effettuato attraverso l esame della graduatoria delle prime venti attività per numero di imprese registrate, conferma sostanzialmente il dato registrato lo scorso anno: tale aggregato rappresenta, al netto delle imprese non classificate, il 93,4% del totale per la provincia di Roma ed il 92,8% con riferimento all Italia. 7

8 Si tratta di valori esplicativi di una concentrazione lievemente maggiore di tale aggregato di attività nell area romana, alla quale fa però riscontro, a livello nazionale, una particolare polarizzazione produttiva sulle prime quattro attività (agricoltura, commercio al dettaglio, costruzioni e commercio all ingrosso) che raggiungono il 56,2% del totale. Il corrispondente minore valore percentuale per la provincia di Roma, pari al 51,2% (commercio al dettaglio, costruzioni, commercio all ingrosso, alberghi e ristoranti), è indicativo, pertanto, della tradizionale despecializzazione dell economia romana (anche se il divario risulta leggermente ridotto rispetto allo scorso anno). Il racconto dell esperienza L inizio delle attività è previsto per il mese di maggio

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