L Italia settentrionale: Il Neolitico medio
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- Francesco Barone
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1 L Italia settentrionale: Il Neolitico medio LA CULTURA dei VASI a BOCCA QUADRATA All inizio del V millennio il mosaico di culture che aveva caratterizzato il primo Neolitico padano-alpino viene sostituito (quasi ovunque) da un vaso insieme culturale unitario (diffuso dalla Liguria al Veneto), durante il quale scompaiono del tutto gli ultimi elementi di tradizione mesolitica. Questo gruppo culturale fortemente omogeneo prende nome dai tipici recipienti a imboccatura quadrata che lo caratterizzano e la sua posizione cronologica è stata compresa già nel 1946 dal Bernabò Brea che, scavando alle Arene Candide, osservò come i livelli del Vaso a Bocca Quadrata fossero interposti Vaso a bocca quadrata dal Pescale (MO). Dal sito : arc/archeo/ tra quelli della Ceramica Impressa e quelli della cultura della Lagozza (Neolitico recente). Come si è detto, si tratta di una cultura caratterizzata da una forte omogeneità stilistica, ma anche da una estrema versatilità: essa si afferma in un areale molto vasto (e dunque anche molto variegato dal punto di vista degli ecosistemi) sviluppando notevoli doti di adattamento e si protrae per un lungo lasso di tempo, che copre circa un millennio (dalla fine del VI millennio a.c. alla fine del V). Nel 1969, basandosi sui suoi scavi a Rivoli Veronese e su un generale riesame di tutti i dati allora disponibili per l Italia settentrionale, Lawrence Barfield ha per la prima volta proposto una scansione interna in tre fasi, che prendono nome da alcuni siti ben conosciuti (Finale Ligure, Quinzano, Rivoli e Castelnuovo in Veneto, Chiozza in Emilia) 1) fase arcaica o di Finale-Quinzano 2) fase intermedia o di Rivoli-Chiozza 3) fase recente o di Rivoli-Castelnuovo Dieci anni dopo (1979), Bagolini, Barbacovi e Biagi hanno preferito adottare una differente suddivisione, basata sui caratteri stilistici delle decorazioni ceramiche: 1) stile geometrico-linare 2) stile meandro-spiralico 3) stile a incisioni e impressioni 127
2 Queste diverse suddivisioni sono in realtà parallele tra loro e in letteratura spesso convivono o si alternano, a volte semplificate con le sigle VBQ 1, VBQ 2 e VBQ 3. Uno dei problemi più dibattuti è quello relativo alle origini di questa cultura. In virtù dei suoi innegabili contatti con ambiti culturali europei, la Laviosa Zambotti, di orientamento diffusionista, ipotizzava una sua derivazione dall area danubiana della cultura di Tisza. Nel 1980 B. Bagolini notava come in area padano-alpina non si potesse osservare un significativo apporto da parte delle precedenti tradizioni culturali del Neolitico antico 1. La cultura dei VBQ sembrava infatti sovrapporsi alle facies precedenti in modo brusco e la frequente ricorrenza di armi nei corredi funerari lasciava pensare che la colonizzazione non fosse stata del tutto pacifica. In anni più recenti lo stesso Autore ha peraltro mostrato di propendere per un autoctonia di questa cultura e, basandosi anche sui nuovi dati dell Emilia Romagna (Rivaltella 2, Fornace Cappuccini) e del Trentino (Moletta Patone), ha ipotizzato che la sua formazione sia avvenuta proprio in Italia settentrionale, con diversi apporti da parte delle tradizioni neolitiche locali 3. Il cambiamento non sarebbe dunque frutto di invasioni ma, piuttosto, risulterebbe correlabile, anche cronologicamente, a una serie di trasformazioni che si verificano in tutta l Europa sudorientale. Gli elementi formativi di questa cultura sono riconoscibili solo in Liguria, dove i primi Vasi a Bocca Quadrata sono decorati con motivi graffiti già presenti nelle tarde manifestazioni locali della Ceramica Impressa. Da quest area i VBQ si sarebbero poi diffusi a tutta l area padano-alpina, sino al Veneto e al Trentino e, in un momento successivo, alla Romagna e al Friuli. Si può osservare come in queste regioni i primi aspetti VBQ si vadano a sovrapporre, anche fisicamente, alle precedenti culture del primo Neolitico, riutilizzandone alcune sedi in prossimità di corsi d acqua, laghi e paludi. VBQ 1: stile geometrico-lineare = facies di Finale-Quinzano Come si è detto, la fase di formazione (riconoscibile solo in Liguria) è caratterizzata da ceramiche con decorazioni graffite in stile geometrico-lineare, che riprendono motivi già presenti nel primo Neolitico locale. Anche le industrie litiche risultano fortemente conservative e mantengono le predilezione per il ritocco erto, tipica del Neolitico antico. 1 BAGOLINI 1980, pp A Rivaltella lo stile geometrico-lineare dei VBQ è documentato in una fase piuttosto precoce, che si colloca intorno a a.c. cal. 3 BAGOLINI 1998, p
3 Lo stile geometrico-lineare (o facies di Finale-Quinzano) appare verso la fine del VI millennio e continua sino alla metà del V. Si tratta di una fase ben documentata nelle grotte liguri, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto occidentale, Trentino ed Emilia, con una estrema varietà di soluzioni insediative: dalle occupazioni di grotte e ripari sottoroccia, a villaggi all aperto in pianura, su terrazzi di media altitudine o in zone di bassura, prossime a laghi o paludi. Nel sito vicentino di Fimon-Molino Casarotto il villaggio era costituito da capanne di forma ovale, impiantate sulla sponda di un piccolo bacino lacustre oggi prosciugato. L area era stata preparata con una bonifica costituita da una serie di pali conficcati nel limo lacustre e da una pavimentazione ad assito ligneo regolare. Carta di distribuzione dei principali siti del VBQ 1 e VBQ 2 (stile geometrico-lineare e stile meandro-spiralico): 1. Arene Candide (SV) 2. Arma dell Aquila (SV) 3. Castelgrande (CH) 4. Ca de Grii (BS) 5. Casatico di Marcarla (MN) 6. Chiazza (RE) 7.Ello (LC) 8. Fimon-Molino Casarotto 9. Fiorano (MO) 10. Fornace Cappuccini 11. Garniga Nuova (TN) 12. Isolino di Varese (VA) 13. Johannes Kofel (BZ) 14. Mezzavia di Sassuolo (MO) 15. Moletta Patone (TN) 16. Montano Lucino (CO) 17. Caverna dei Parmorari (SV) 18. Pescale (MO) 19. Grotta Pollera (SV) 20. Quinzano (VR) 21. Razza di Campegine (RE) 22. Reggio Emilia (RE) 23. Rivaltella 24. Rivoli Veronese 25. Roccolino Schiave (BS) 26. Romagnano Loc (TN) 27. S. Ambrogio di Valpolicella (VR) 28. Grotta S. Lucia di Toirano (SV) 29. S. Maria Canavese (TO) 30. S. Martino di Ivrea (TO) 31. S. Valeriano (TO) 32. Stufels (BZ) 33. Tanzgasse-Velturno (BZ) 34. Vecchiazzano (FO) 35. La Vela (TN) 36. Villa del Ferro (VI) (da Bagolini & Pedrotti) 129
4 Le ceramiche di questo periodo sono prevalentemente decorate a graffito (ma persistono anche incisioni e impressioni), con motivi geometrico-lineari organizzati in bande di scalette, reticoli, triangoli, losanghe etc Tra i recipienti di impasto fine si annoverano coppe svasate a peduccio, vasi a bocca quadrata con lungo collo, scodelle a lobi sopraelevati, fiaschi biansati; tra quelli grossolani sono documentati vasi a bocca quadrata situliformi. Sono presenti anche vari manufatti in terracotta, tra cui pipette, pintaderas e figurine muliebri con testa cilindrica. Tipologia delle ceramiche del VBQ 1 stile geometrico-lineare (da Banchieri et al.) 130
5 Tipologia delle ceramiche dei VBQ 1 stile geometrico-lineare (da Banchieri et al.) L industria litica sfrutta generalmente la selce alpina (di provenienza atesina o lessinica), ma sono docuementati, sia pur raramente, anche il cristallo di rocca e l ossidiana ed è abbondante anche lo strumentario in pietra levigata. Nella fase arcaica sopravvivono elementi litotecnici della tradizione precedente, come l uso del ritocco erto e della tecnica del microbulino, ma si affermano poi caratteri tipici della cultura dei VBQ, come la forte presenza di strumenti fogliacei a ritocco 131
6 piatto: punte fogliacee, punte di freccia peduncolate a ritocco invadente, punte di freccia a base semplice. VBQ 2: stile meandro-spiralico = facies di Rivoli-Chiozza Verso la metà del V millennio si colloca il periodo di massima fioritura della cultura dei VBQ, ben documentata in Liguria, nell Emilia centrale e in Romagna, nella Lombardia orientale, nel Veronese e in Trentino. Sono ancora attestate le occupazioni in grotta o in ripari rocciosi, villaggi all aperto in pianura, su conoidi di deiezione, terrazzi fluviali o rialzi morfologici in posizione difensiva (es. Rocca di Rivoli, Pescale etc ). Lo stile decorativo delle ceramiche è caratterizzato ora da motivi Tipologia delle ceramiche dei VBQ 2 stile meandro-spiralico. (da Banchieri et al.) 132
7 dinamici, meandro-spiralici, di probabile derivazione orientale, che si affermano solo più tardi nelle zone più occidentali (per esempio in Liguria). Tra i motivi più diffusi si possono citare serpentine, meandri, spirali, festoni etc., inizialmente realizzati con la tecnica del graffito, che viene però progressivamente sostituita da quella a incisioni ed excisioni 4. I recipienti ceramici comprendono ora anche forme aperte, come gli scodelloni a bocca quadrata con decorazioni a filo spinato. Sono presenti anche coperchi con motivi triangolari excisi, ollette con motivi meandriformi risparmiati in barre excise, scodelle emisferiche, vasi profondi, boccali a profilo ovoide, grandi vasi a profilo convesso. Le anse sono per lo più del tipo a nastro, talora canaliculate e sempre impostate sul ventre. Persistono le figure femminili in terracotta con testa cilindrica e compaiono le pintaderas a rullo. Per quanto riguarda l industria litica, continuano i tipi che si erano affermati nella fase precedente, ma diminuiscono le punte a base semplice, a favore di quelle bifacciali amigdalari (talora a base leggermente concava) e di quelle ogivali fogliacee. Nell ambito perialpino si delinea un area fortemente conservativa, tra Varese e il Canton Ticino, nella quale la sopravvivenza della tradizione locale del primo Neolitico (gruppo dell Isolino) aveva inibito la diffusione dei primi aspetti dei VBQ. Intorno alla metà del V millennio, tuttavia, si può osservare come su questo persistente substrato locale si innestino elementi della cultura VBQ (pintaderas, scodelle a bocca quadrata etc.), che danno vita a una facies locale autonoma, definita da Bagolini facies VBQ dell Isolino. In questo ambito persistono le decorazioni incise organizzate in motivi tipici del precedente gruppo dell Isolino e anche nella litotecnica si può osservare la predilezione per il ritocco erto e la scarsa diffusione di quello piatto. Nell area prealpina della Lombardia occidentale, dunque, l adozione dei Vasi a Bocca Quadrata avviene per lenta acculturazione dei substrati indigeni dell Isolino e proprio in quest area, successivamente, si affermerà la cultura della Lagozza, la cui diffusione coinciderà con la riduzione dell areale della cultura dei VBQ. La fase Rivoli-Chiozza vede fiorire numerose connessioni interculturali: i motivi meandro-spiralici sono infatti correlabili a quelli delle culture transadriatiche di Danilo e di Hvar e, in generale, si può osservare una circolazione di beni su lunghe distanze. Nella necropoli de La Vela di Trento è infatti presente un vasetto della 4 La tecnica del graffito sopravvive peraltro in aree periferiche, come quella del Trentino, dove è ben documentata nel sito de La Vela. 133
8 cultura meridionale di Serra d Alto 5 e, a loro volta, elementi VBQ sono presenti in contesti meridionali (per esempio al Castellaro Vecchio di Lipari). Anche le pintaderas di questo periodo mostrano contatti con la sfera di Serra d Alto, oltre che con l area egeoanatolica. Dall area adriatica e danubiana provengono conchiglie di Spondylus (destinate alla confezione di ornamenti) e dall area transalpina provengono le asce in pietra levigata tipo Schuhleistenkeil. Elementi meandro-spiralici sono documentati, oltre che nei Balcani, anche in Germania meridionale, Svizzera, Austria, Francia, Sardegna, a Lipari e nella Penisola Iberica. VBQ 3: stile a incisioni e impressioni = facies di Rivoli-Castelnuovo Tra la fine del V millennio e l inizio del IV nell area occidentale (Liguria, Pianura Padana occidentale, Emilia) inizia ad affermarsi il gruppo Chassey-Lagozza, che, nella sua espansione, sospinge verso oriente la cultura dei VBQ; quest ultima entrerà progressivamente in crisi, anche per la pressione dei gruppi adriatico-peninsulari di Diana e del tardo Ripoli (che penetreranno nelle regioni costiere orientali) e per le infiltrazioni capillari di quelli transalpini. Carta di distribuzione dei principali siti del VBQ 3 (stile a incisioni e impressioni): 37. Le Basse di Valcalaona (VI) 38. Belforte di Mazzuolo (MN) 39. Breno (BS) 40. Bocca Lorenza (VI) 4. Ca de Grii (BS) 5. Casatico di Marcaria (MN) 41. Castelnuovo di Teolo (PD) 42. Colombare di Negrar (VR) 43. Cornuda (TV) 44. Fimon-Fratte (VI) 46. Motton di Asigliano (VI) 47. Nave 48. Palù di Livenza 49. Rivarolo Mantovano 24. Rivoli Veronese (VR) 50. Rogno (BG) 51. Vhò-Campo Donegallo (da Bagolini & Pedrotti) 5 La predilezione per oggetti di provenienza esotica (che evidentemente conferiva un valore aggiunto ai beni di prestigio indicatori del rango) è ben documentata soprattutto nei contesti funerari. 134
9 L ultima fase di questa cultura risulta infatti diffusa solo nella Lombardia orientale (Cremonese e Mantovano), in Veneto, Trentino e Friuli e, a riprova della generale instabilità politica, si può osservare una predilezione per le sedi collinari, più facilmente difendibili. Rispetto a quello meandro-spiralico, questo aspetto risulta molto più provinciale, essendosi tra l altro interrotti i tradizionali rapporti con l area adriatica e balcanica. Le ceramiche sono decorate con motivi geometrico lineari incisi o impressi (raramente excisi o a Furchensctich): zig-zag, triangoli, punti, impressioni a tacche o a chicco di grano, pastiglie, cordoni impressi. Tra i recipienti più caratteristici si possono citare i vasi a quattro beccucci con decorazioni incise a spina di pesce, triangoli contrapposti, punti impressi sotto l orlo. Si hanno ollette e fiaschi con piccole anse sul ventre (a volte subcutanee o a bobina), scodelloni, vasi a profilo sinuoso o ovoide e grandi recipienti in ceramica grossolana, decorati da cordoni plastici digitati. Le figurine fittili femminili hanno ora i capelli sciolti sulle spalle e le braccia raccolte al petto, e le pintaderas possono essere del tipo a faccia rettangolare o a rullo. Compaiono ora oggetti legati alla tessitura,come fusaiole piatte e pesi da telaio reniformi, che mostrano contatti con la sfera Chassey- Lagozza 6. L industria litica vede aumentare le punte fogliacee amigdalari, che talora raggiungono notevoli dimensioni; sono presenti anche punte allungate, grattatoi a ventaglio. Compaiono strumenti a ritocco sommario e si assiste a una ripresa del ritocco erto, caratteristico, per esempio, delle cuspidi a tranciante trasversale (che, insieme alle punte fogliacee bifacciali a losanga, sono probabilmente frutto di rapporti con la cultura di Chassey-Lagozza). Compaiono ora anche i primi elementi in rame (per es. a Rivoli, Bocca Lorenza, Palù di Livenza). 6 I contatti con la sfera culturale di Chassey-Lagozza, sottoforma di manufatti di importazione o di imitazione, costituiscono uno dei motivi conduttori della fase tarda dei VBQ e indicano la rapida espansione di questa cultura, a spese di quella dei Vasi a Bocca Quadrata. 135
10 Tipologie ceramiche dei VBQ 3 (stile a incisioni e impressioni) (da Banchieri et al.) In un momento probabilmente iniziale di questa fase, nell area berico-euganea (e, in particolare, nelle zone umide del Vicentino), si delinea una facies autonoma, nota solo per recuperi di superficie e già riconosciuta nel 1979 da Bagolini, Barbacovi e Biagi come facies de Le Basse di Valcalaona (ora indicata generalmente come facies berico-euganea ). Si tratta di un aspetto locale che, accanto allo stile a incisioni e impressioni, vede affacciarsi motivi decorativi a incisioni fini, che riprendono forme e sintassi decorative della ceramica dipinta tipo Ripoli (per esempio, rettangoli campiti a tratteggi obliqui e delimitati 136
11 da punti impressi). Tra le fogge più significative (a volte realizzate con impasti pseudo-figulini e sulle quali compaiono tracce di colore rosso) si possono citare i fiaschi globosi a collo cilindrico con anse subcutanee, vasi a bocca quadrata con becucci prominenti, varie forme globose e coperchi con ingubbiatura color camoscio. Come si è già osservato in precedenza, la cultura dei Vasi a Bocca Quadrata mostra un forte potenziale di espansione (soprattutto nella fase caratterizzata dallo stile meandro-spiralico) e notevoli capacità di adattamento a territori diversi, caratterizzati da differenti ecosistemi. Questo ampio spettro di habitat occupati ha dato luogo a diverse strategie insediative (occupazioni in grotta, in ripari rocciosi, all aperto, in pianura, in sponde perilacustri, su rilievi morfologici o in aree montane a quote superiori ai 1000 metri), a cui corrispondono anche differenti strategie economiche. Nei siti costieri della Liguria, per esempio, prevalgono attività venatorie, di pesca e di raccolta dei molluschi, nell alta pianura emiliana la caccia è ancora praticata intensamente; ancora più articolate sono le risorse alimentari sfruttate nei siti perilacustri 7, mentre i villaggi del Trentino mostrano un economia pienamente produttiva, basata su agricoltura (cereali e leguminose) e pastorizia 8. Si è visto anche come siano documentati traffici a vasto raggio, che coinvolgono, per esempio, ossidiana delle Eolie, sale della costa dalmata, conchiglie dell area danubiana e ceramiche dall Italia meridionale. Secondo un ipotesi formulata da Bagolini già nel 1980, è molto probabile che nell ambito della cultura dei VBQ si debba collocare la formazione di un patrimonio di greggi e armenti: questo avrebbe da un lato contribuito al successo della cultura, favorendone la mobilità e la capacità di adattamento, dall altro ne avrebbe stimolato la bellicosità e avrebbe indotto l insorgere di gerarchie tribali di allevatori/pastori-guerrieri, indiziato anche dai corredi funerari. Oltre alle tombe delle Arene Candide, i sepolcreti più importanti di questo periodo sono quelli di Chiozza (in Emilia), Quinzano (in Veneto), La Vela (in Trentino). Il rituale funerario appare omogeneo e fortemente codificato: viene infatti costantemente praticata la sepoltura a inumazione, con orientamento NW-SE. Il defunto (a 7 La raccolta di frutti spontanei si orienta prevalentemente su nocciole (probabilmente sfruttate come fonti di grassi vegetali), corniole, viti, castagne d acqua etc. 8 Tra le specie domestiche vi è infatti una prevalenza di ovicaprini. Bagolini ha acutamente osservato come l accentuazione della componente pastorale nell economia dei VBQ 3 possa essere letta come risposta alla situazione di generale instabilità, che avrebbe messo più facilmente a rischio le risorse agricole (BAGOLINI 1980). 137
12 volte cosparso di ocra) è generalmente deposto in posizione fetale o rattratta, con cranio rivolto a nord e sguardo indirizzato a est. Nella necropoli de La Vela si conoscono tre tipologie sepolcrali: 1) tombe a fossa semplice; 2) tombe a fossa delimitata da pietre; 3) tombe a cista litica interrata, costituita da faldoni di roccia calcarea locale. In alcuni casi le tombe presentavano dei segnacoli esterni e a Chiozza si sono riconosciute aree quadrangolari (talora delimitate da pietre), piene di materiali combusti, interpretabili come resti di banchetti funebri o di offerte sacrificali. Con la relativa omogeneità del rituale contrasta la grande varietà dei corredi, che sembrano indicare l esistenza di gerarchie sociali. Sono presenti parure di vario tipo, con pendenti ed elementi di collana o braccialetti di varia tipologia e ricavati da materiali diversi: denti umani, di felini, di volpe, di cane, piccoli cilindretti ossei, metatarsi di lepre forati alle epifisi, conchiglie di gasteropodi forate (Columbella e Cerethium), conchiglie tubolari di Dentalium fossile, valve di lamellibranchi (Cardium) con umbone forato, cilindretti e rondelle di Spondylus o di steatite. Oltre agli oggetti di ornamento sono presenti strumenti in pietra levigata, osso e selce (soprattutto punte di freccia), nonché recipienti ceramici (talora miniaturistici o di importazione e forse specificamente prodotti a scopo funerario). Alla sfera rituale sono riconducibili anche le numerose pintaderas e le già citate figurine femminili in terracotta, di tipologia ben codificata: possono presentare una testa rotonda o cilindrica, con torso a gruccia, in posizione stante o seduta, con le braccia ripiegate sul petto. 138
13 L Italia settentrionale: Il Neolitico recente LA CULTURA di CHASSEY-LAGOZZA Come si è visto, dopo l acme raggiunto con la diffusione dello stile meandro-spiralico, la compagine unitaria della cultura dei VBQ si sfalda in seguito a una serie di pressioni concomitanti, tra cui predominano sicuramente quelle di matrice occidentale, legate alla diffusione della cultura francese di Chassey. Questi influssi, dopo aver attraversato le Alpi e la Liguria, si estenderanno sempre più a oriente, incalzando gli ultimi portatori dei VBQ e dando origine a una serie di aspetti misti. Come si è visto, solo in poche regioni sopravvive il VBQ 3, che si arricchisce di elementi derivanti dal Neolitico recente transalpino. Quella di Chassey è una cultura sviluppatasi nel Midi francese nei primi secoli del V millennio a.c. (cal.), che, verso la metà del millennio, avanza rapidamente verso est soppiantando i VBQ liguri; di qui si estende progressivamente all area padana occidentale (dove entra in contatto con la cultura della Lagozza) e, quindi, penetra in Emilia e in Veneto, emanando i suoi influssi anche nella penisola. Le ceramiche chasseane presentano un impasto fine e superfici lucidate: sono documentate forme globose a imboccatura ristretta o a collo, anse tubolari con perforazione verticale, spesso multiple (e denominate in questo caso a cartucciera o a flauto di Pan ), scodelle a calotta con prese a bugnetta e perforazione orizzontale, tazze a parete distinta o carenate. Le decorazioni sono graffite e si dispongono in sintassi geometriche simili a quelle comparse nelle grotte liguri tra la Ceramica Impressa e i VBQ. Le industrie litiche sono caratterizzate dalla prevalenza del ritocco erto e da strumenti specifici, come i trancianti trasversali e le punte di freccia a losanga con ritocco piatto coprente. Si è soliti distinguere due fasi: nella prima prevalgono gli elementi dello Chassey francese, mentre la seconda vede affermarsi i tratti padani della Lagozza (tranne che in Liguria, che resta caratterizzata in senso chasseano e in Emilia, dove le due facies coesistono). Il termine di cultura della Lagozza (che prende nome dall omonima località nel comune di Besnate, presso Varese, dove è stato portato alla luce un insediamento palafitticolo) è stato introdotto per la prima volta nella letteratura archeologica da P. Laviosa Zambotti nel Nei suoi scavi alle Arene Candide (condotti nel decennio compreso tra il 1946 e il 1956), L. Bernabò Brea individuò un orizzonte stilistico che definì Chassey-Lagozza, 139
14 che si sovrapponeva ai livelli caratterizzati da VBQ con decorazioni meandro-spiraliche. Anche le ceramiche lagozziane (per lo più inornate) sono caratterizzate da impasto fine e superfici lucide, di colore bruno o nerastro. Le forme vascolari hanno per lo più un fondo pianoconvesso o ombelicato e si annoverano vasi globosi con prese a linguetta e perforazione verticale, scodelle a calotta o carenate, recipienti in ceramica grossolana di forma troncoconica con elementi plastici. Anche in questo caso sono presenti vari tipi di prese e bugnette, con perforazioni orizzontali o verticali, talora sottocutanee, e anse tubolari a perforazione verticale singole, appaiate o in serie ( a flauto di Pan ). Tipologie ceramiche della cultura Chassey-Lagozza (da Banchieri et al.) 140
15 Tra i manufatti in terracotta si diffondono i pesi da telaio reniformi e le fusaiole piatte, che documentano la pratica della tessitura. Le rare decorazioni compaiono solo su piatti, coperchi e fusaiole e si dispongono radialmente (talora a ventaglio) in sintassi geometricolineari (bande riempite di punti, reticolati, linee spezzate, impressioni a chicco di grano o a cannuccia, zig-zag etc.) L industria litica è ricavata da selce prealpina e, più raramente, da ossidiana 9 : dominano manufatti a ritocco erto e si segnalano trancianti trasversali, triangoli e trapezi foliati, punte bifacciali a losanga, elementi di falcetto a ritocco piatto. Gli abitati prediligono ora le aree umide, lacustri o perilacustri, che comportano l apprestamento di opere di bonifica (tavolati lignei, acciottolati, fosse di drenaggio etc.). Sono documentati anche villaggi perifluviali (Spilamberto), così come occupazioni di colline, alture o versanti 10. L economia ha un carattere misto e comprende la raccolta di prodotti spontanei (mele, pere, nocciole, corniole), la caccia, l allevamento (bovini, suini, capre) e la coltivazione di cereali (Triticum dicoccum, Triticum monococcum, orzo) e di lenticchie, oltre a quella del lino, finalizzata a ricavare fibre tessili 11. La progressiva avanzata verso oriente (che si colloca nella prima metà del IV millennio) trova riscontro anche nei dati stratigrafici disponibili: mentre in Liguria la cultura di Chassey-Lagozza si afferma precocemente, subito dopo la diffusione dei VBQ meandro-spiralici, nella Lombardia occidentale essa si sovrappone alla facies Protolagozza 12. Avanzando verso oriente si osservano delle facies miste : a Monte Covolo (BS) e a Gazzo Veronese in contesti Chassey-Lagozza persistono elementi VBQ, mentre a Rivoli, 9 Al Monte Covolo (BS) è presente ossidiana del Monte Arci. 10 Solo in Liguria prosegue l occupazione di ripari e di grotte costiere. 11 In alcuni siti (es. Lagozza, Palù di Livenza) insieme al lino è coltivato anche il papavero da oppio (Papaver somnifer). Si tratta di specie documentate generalmente solo nei siti più tardi, con l eccezione del papavero del villaggio de La Marmotta, che risale al Neolitico Antico. Non è un caso che le attestazioni siano tutte in area umida: i semi di lino e papavero sono infatti delicati e di dimensioni molto ridotte e risultano meglio preservati in ambienti umidi (ROTTOLI 2000). 12 Questa facies è stata definita da P. Guerreschi a metà degli anni Settanta in base alla stratigrafia verticale dell Isolino di Varese, nella quale ha identificato tre facies locali: la prima, denominata appunto Protolagozza, mostra un associazione di elementi della facies dei VBQ dell Isolino con elementi chasseani (vasi globosi, tazze e scodelle carenate, scodelloni, piatti con orlo a tesa e coperchi decorati, vasi troncoconici, anse a flauto di Pan ); segue poi una fase denominata Lagozza classica, in cui scompaiono gli elementi del VBQ e si rarefanno anche alcuni di quelli chasseani (per esempio le forme decorate, i piatti a tesa, i coperchi e le anse a flauto di Pan ) e, in chiusura, si ha una facies Sublagozza, ancora poco conosciuta. 141
16 Castelnuovo di Teolo e Cornuda le proporzioni si invertono e vedono una dominanza di tratti VBQ con sporadici elementi Chassey-Lagozza. Sulle ragioni di tale avanzata e del successo di questa cultura rispetto a quella in declino dei VBQ sono ancora aperti molti interrogativi. La spinta al movimento etnico da occidente verso oriente potrebbe essere stata di natura economica, legata alla volontà di affermare un controllo sui traffici di pietra verde delle Alpi occidentali (e, probabilmente, anche su quello dell ossidiana tirrenica), oltre che sulle vie fluviali dell area padana. In effetti, dopo l affermazione dello chasseano, l area emiliana appare tagliata fuori dalla circolazione di selce prealpina, sulla quale poteva contare già dal Neolitico antico. Naturalmente non si può escludere che il controllo delle fonti di approvvigionamento sia stata una conseguenza piuttosto che uno dei motivi che condussero la cultura di Chassey-Lagozza al successo. Il potenziale di espansione di questa cultura si spinge sino alla Romagna, dove essa entra in contatto con facies Diana e tardo Ripoli. Anche in area tirrenica si creano delle facies miste (come quella di San Rossore, presso Pisa), con elementi Lagozza e Diana associati. In generale con la diffusione della cultura di Chassey-Lagozza si interrompe l afflusso di novità da oriente e, in particolare, si estinguono i contatti con l area balcanica, già entrata nell età del Rame, fenomeno questo che contribuisce al ritardo con cui questa nuova tecnologia e il nuovo sistema economico a essa correlato si affermeranno nella penisola italiana. 142
Bernabò Brea alle Arene Candide. Indice
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