CORSO DI METODI E TECNICHE DEL
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- Silvia Alfonsina Beretta
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1 CORSO DI METODI E TECNICHE DEL SERVIZIO SOCIALE 2 Le reti
2 2 1. DEFINIZIONI GENERALI
3 3 TIPOLOGIE DELLE RETI Reti primarie Reti secondarie: Informali Formali
4 LE RETI PRIMARIE Famiglia ( funzioni di educazione dell io; di cura; di transazione dentro/fuori; di protezione) Parentela Vicinato Amicizie ( scelta; bisogni relazionali) Relazioni nei luoghi di lavoro/scuola/ tempo libero 4
5 COSA COSTRUISCE LE RETI PRIMARIE? La storia dei soggetti Gli incontri e gli avvenimenti nel corso della vita I cicli vitali (I luoghi di vita ) 5
6 Le reti primarie si generano nel tempo non possono essere né create, né prodotte. Tuttavia possono essere promosse, movimentate e orientate nella misura in cui sono identificate, riconosciute e valorizzate. 6
7 LE RETI SECONDARIE INFORMALI Sono uno sviluppo delle reti primarie Hanno un basso livello di strutturazione Spesso si sciolgono con il venir meno del bisogno, oppure si evolvono in forme più strutturate di tipo associativo Possono essere reti di mutuo aiuto o aiutanti naturali 7
8 LE RETI SECONDARIE FORMALI Reti istituzionali insieme delle istituzioni che formano il sistema di welfare Reti di mercato sfera economica Reti di terzo settore cooperative sociali, associazioni di volontariato e promozione sociale, fondazioni 8
9 LIVELLI DI STRUTTURAZIONE DELLE RETI FORMALI Livello istituzionale Livello organizzativo Livello progettuale Livello operativo 9
10 10 2. MODELLI TEORICI
11 INDIRIZZI TEORICI SUL LAVORO DI RETE I molteplici approcci al lavoro di rete elaborati in Italia possono essere ricondotti a quattro indirizzi di riferimento: 1. Indirizzo terapeutico 2. Disegno organizzativo a rete delle risorse 3. Community care 4. Intervento di rete 11
12 1. INDIRIZZO TERAPEUTICO Terapia di rete (Speck e Atteneave, anni 70 sorta di terapia familiare allargata); Terapia di sostegno ( funzione di supporto che la rete sociale è in grado di offrire alle persone); Rete curante ( interdisciplinarietà dei saperi per la presa in carico globale). 12
13 Si tratta di modelli elaborati ed utilizzati prevalentemente in ambito psichiatrico; Il ruolo dell operatore/terapeuta è centrale, è un ruolo fortemente attivo, volto a stimolare la rete all assunzione di precise responsabilità; costituisce un elemento catalizzatore di avvenimenti a carattere terapeutico. 13
14 2. DISEGNO ORGANIZZATIVO A RETE DELLE RISORSE Lavoro di territorio (F. Ferrario) a partire dagli anni 70, il territorio come cornice/ contenitore e criterio organizzativo di soggetti e risorse; intervento bifocale, rivolto contemporaneamente alla persona e all ambiente, e postula un collegamento a rete tra servizi e sistema delle risorse presenti nel territorio. 14
15 Il concetto di rete riguarda l insieme delle opportunità sociali così come la singola organizzazione, il sistema dei servizi come l équipe la rete diviene strumento di lettura della realtà; L intervento prevede percorsi multipli (con la persona, nel servizio, con il territorio), con l utilizzo di strategie di rete diverse; L operatore svolge un ruolo centrale, con una funzione di ordinatore/costruttore di reti, e coordinatore/mediatore di risorse e servizi del territorio. 15
16 3. COMMUNITY CARE Social network (L. Maguire insieme dei contatti interpersonali per effetto dei quali l individuo mantiene la sua identità sociale, riceve sostegno, aiuti, servizi e informazioni); Community care (Paesi anglosassoni la comunità diventa soggetto autonomo di cura). 16
17 Pongono l accento sulla comunità, anche se l intervento può avere il proprio focus sia sul livello micro/individuale, sia sul livello macro, nel coordinamento di varie tipologie di reti (familiari, vicinato, comunità, servizi/istituzioni); C. Tilli - Metodi L operatore svolge un ruolo di collegamento tra utente e sistemi di aiuto, mobilizzatore/coordinatore di risorse. Nel community care in particolare tende a valorizzare le reti di solidarietà rispetto alle reti istituzionali. 17 2_Reti - A.A. 2015/16
18 4. INTERVENTO DI RETE Metodo di rete (Folghereiter la dimensione relazionale connota l intervento di aiuto; i problemi sociali vengono letti in chiave relazionale); Case management comunitario (Guay intervento professionale che si rivolge alle persone e alla loro rete sociale); Intervento di rete (Brodeur e Rousseau forma di lavoro che fa incontrare nel loro ambiente di vita utente, familiari, amici, vicini ; autonomia delle reti primarie dalle secondarie). 18
19 Prevalenza del ruolo delle reti primarie e riconoscimento di un ruolo esperto a utenti e familiari ; L operatore svolge un ruolo di orientamento delle reti, promuovendone lo sviluppo e guidandole nella risoluzione del problema. L operatore non si sostituisce alle reti. 19
20 20 3. L ESPLORAZIONE DELLE RETI SOCIALI
21 LA NATURA DELLE RETI Quali reti primarie sono presenti? Quali reti secondarie informali? Quali reti secondarie formali 21
22 LE RETI PRIMARIE ANCORATE AL SOGGETTO Struttura delle reti quali legami sono presenti e come configurano la struttura della rete Funzioni svolte dai singoli membri Relazioni che intercorrono tra i membri delle reti e dinamiche delle reti 22
23 LE RETI SECONDARIE ANCORATE AL SOGGETTO Strutture delle reti ( quali attori sono presenti; se tra gli attori sono presenti legami unicamente operativi oppure connessioni normative o organizzative); Funzioni che le reti svolgono a favore del soggetto; Dinamica (degli operatori delle équipes dei servizi ). 23
24 IL RAPPORTO TRA RETI PRIMARIE E RETI SECONDARIE Integrazione Differenziazione Complementarietà Sinergia Intercambiabilità Bilanciamento Cambiamenti nel tempo 24
25 25 4. LA MOBILITAZIONE DELLE RETI PRIMARIE
26 I MOVIMENTI NELLE RETI PRIMARIE All interno delle reti primarie, nella normalità della vita quotidiana, si verificano continuamente movimenti; Esistono movimenti più importanti, che non riguardano la vita quotidiana, ma eventi critici ( da krino: decidere, giudicare, separare, distinguere), positivi o negativi 26
27 GLI EVENTI CRITICI POSITIVI Sono legati al ciclo di vita delle famiglie e delle reti, passaggi importanti della vita di una persona: Inizio/cambiamento di scuola o lavoro; Pensionamento; Matrimonio/convivenza, separazione/divorzio; Nascita di figli; Uscita dei figli dalla famiglia; Trasferimento di domicilio; 27
28 GLI EVENTI CRITICI NEGATIVI Possono riguardare anche un solo membro della rete, ma provocano movimenti nell intera rete; alcuni membri si avvicinano, altri si allontanano o scompaiono: Malattia, handicap, perdita di autosufficienza; Perdita del lavoro, grave disagio economico; Problema di relazioni nella coppia o famiglia; Devianza 28
29 EVENTI CRITICI E INTERVENTO DELLE RETI SECONDARIE All accadere di eventi critici negativi il coinvolgimento delle reti secondarie avviene sostanzialmente per tre tipi di motivazioni: Le reti primarie non riescono a portare il carico gravoso che l evento critico comporta; Le reti non assumono responsabilità nei confronti dei membri deboli; Le reti secondarie hanno un mandato di protezione nei confronti di un problema o di un membro debole. 29
30 PROBLEMI E STRATEGIE DI INTERVENTO (1) Struttura della rete con pochi legami e poco significativi La rete non svolge le proprie funzioni, non è sufficientemente competente Rinforzamento dei legami esistenti e ricerca di ulteriori possibili legami Tentativo di riattivare le funzioni essenziali, riorganizzando la rete, cercando di attivare i membri più competenti 30
31 PROBLEMI E STRATEGIE DI INTERVENTO (2) Le dinamiche interne della rete manifestano contraddizioni, conflitti, sofferenze di vario genere La cultura della rete è differente da quella della realtà in cui è immersa (stranieri, nomadi ), o trasgressiva (criminalità organizzata) Tentare di mediare e facilitare il processo di cambiamento delle relazioni Nel caso di culture altre cercare di favorire l incontro e lo scambio; nel caso di culture trasgressive cercare alleanze con chi si mostra più vicino alla legalità 31
32 32 5. LO SVILUPPO DELLE RETI SECONDARIE
33 DALL ESPLORAZIONE ALLO SVILUPPO POSSIBILI ANCORAGGI: La propria organizzazione Uno specifico territorio Un area di disagio 33
34 LO SVILUPPO DI RETI ESISTENTI Allargare la rete già esistente Allargare il campo di azione Stabilire comunicazioni e scambi tra reti diverse 34
35 QUALCHE ESEMPIO: Le reti di/tra operatori Le reti di progetto: Bisogni nuovi/di frontiera, o particolarmente complessi Bandi in partenariato 35
36 SVILUPPARE LE RETI SECONDARIE PERCHÉ? incrementare le risorse diversificare gli apporti flessibilità degli interventi ampliamento della copertura geografica nel territorio possibilità di sviluppo delle organizzazioni economia di scala 36
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