Lo Scaling. Stefano Castelli - Ricercatore ENEA. Workshop L applicazione del Regolamento Reach: il caso dell acetone Roma 10 giugno 2010

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1 Lo Scaling Steano Castelli - Ricercatore ENEA Workshop L applicazione del Regolamento Reach: il caso dell acetone Roma 10 giugno 2010

2 Lo Scaling Guidance on inormation requirements and chemical saety assessment Part G: Extending the SDS Appendix G-1 Methodology on Scaling Lo scopo dello scaling è garantire all utilizzatore a valle () un certo grado di lessibilità nel veriicare la propria conormità all uso descritto nello scenario d esposizione preparato dal ornitore.

3 L utilizzatore a valle () deve, in linea di massima, conormarsi alle condizioni d uso indicate nello scenario d esposizione. L utilizzatore a valle può, tuttavia, avvalersi dello scaling per veriicare se la combinazione di condizioni operative e misure di gestione del rischio da lui usate, gli consentono di dimostrare che il proprio uso è conorme all uso previsto dallo scenario di esposizione del suo ornitore, anche se non tutti i suoi parametri corrispondono alle condizioni d uso di tale scenario.

4 Lo scaling: i compiti del ornitore 1. Comunicare il rapporto di caratterizzazione del rischio (RCR) relativo alle OC ed RMM prescelte 2. Elencare OC ed RMM che saranno probabilmente dierenti nelle situazioni reali dei 3. Controllare che i determinanti non siano mutualmente dipendenti (es. area coperta e quantità usata) 4. Descrivere con un algoritmo (tabella, oglio excel, database, strumento sul web) come ogni determinante inluenza l RCR 5. Determinare per ogni determinante l intervallo per il quale l algoritmo è valido 6. Comunicare l algoritmo e gli intervalli dei determinanti

5 Lo scaling: i compiti del L utilizzatore deve conrontare le inormazioni contenute nello scenario d esposizione con le proprie OC ed RMM L uso dell utilizzatore è contemplato nello scenario d esposizione senza necessità di scaling quando: 1. Dierenze qualitative (es. guanti di materiale diverso) non comportano dierenze quantitative nell esposizione 2. Le dierenze quantitative nelle OC portano tutte ad una esposizione minore (es. l utilizzatore a valle usa metà del quantitativo giornaliero speciicato nello scenario, a parità di tutte le altre condizioni) 3. Le RMM sono altrettanto eicaci, o più eicaci, delle misure previste dallo scenario, a parità di OC

6 Il ricorso allo scaling è vietato se: 1. L adeguamento di un attore d esposizione determinante produce vie di esposizione diverse 2. La durata e la requenza dell esposizione cambiano in maniera signiicativa, dando luogo a un esposizione diversa (per esempio, esposizione acuta rispetto a esposizione cronica). Espos. RCR = Val. Lim.

7 Il ricorso allo scaling è consigliato quando: 1. Le condizioni operative eettive dell utilizzatore a valle determinano valori di emissione maggiori rispetto ai valori indicati nello scenario d esposizione e l utilizzatore può compensare questa dierenza applicando misure di gestione del rischio più eicaci 2. Misure di gestione del rischio meno eicienti possono essere compensate con l introduzione di condizioni operative più rigorose (per esempio, adottando un sistema chiuso anziché un sistema semiaperto, usando soltanto la metà del quantitativo speciicato nello scenario d esposizione o svolgendo le attività in un ambiente di più grandi dimensioni).

8 Lo scaling e i modelli Il ornitore, nel preparare il proprio scenario di esposizione, ricorre ad uno dei modelli consigliati dall ECHA (EUS, ECETOC TRA, Stoenmanager, Riskoderm, ConsExpo). Nel ornire gli strumenti di scaling arà ugualmente rierimento al modello prescelto per lo SE.

9 Lo scaling e i modelli A parte il Consexpo, che utilizza alcune unzioni continue, tutti gli altri modelli suddividono i valori delle variabili, che vanno a determinare l esposizione e quindi il rapporto di caratterizzazione del rischio, in asce. Di atto, ogni possibile valore della variabile, che si può presentare ad un utilizzatore, ricade in una delle asce. Ad ogni ascia viene attribuito un coeiciente.

10 Lo scaling nel modello ECETOC TRA I 4 parametri che inluiscono sul calcolo dell esposizione sono suddivisi in asce. Ad ogni ascia è associato un coeiciente. Nelle condizioni peggiori per l esposizione il coeiciente è 1 e l esposizione dipende sostanzialmente dalle proprietà chimico-isiche della sostanza in oggetto Durata espos. t Conc. Prod. c LEV LEV Prot. Resp. >4h 1 >25% 1 NO 1 NO 1 1h<t<4 h 15 <t<1 h % 0.6 SI % / 0.03 Eic. 90% PPE 0.1 Eic. 95% 0.05 t< <1% 0.1

11 Lo scaling nel modello ECETOC TRA Contrariamente a quanto si potrebbe pensare in una ottica scientiica, per realizzare lo scaling non si devono elaborare particolari equazioni che consentano di estrapolare i risultati in ambiti non previsti ma, semplicemente, si devono applicare i coeicienti relativi alle particolari condizioni del, dato che il produttore negli scenari di esposizione svilupperà solo alcune delle molte combinazioni possibili.

12 Lo scaling nel modello ECETOC TRA Il rapporto di caratterizzazione del rischio mediante scaling si ottiene con alcune di semplici operazioni aritmetiche a partire dai coeicienti che i creatori del modello hanno attribuito ad una determinata ascia di una data variabile. Il può ricavare il suo RCR a partire da quello dello scenario di esposizione con la seguente espressione: RCR = RCR t t C C LEV LEV PPE PPE

13 Esempio base Uno scenario elaborato con il modello ECETOC TRA relativo ad una verniciatura spray riporta, tra gli altri, questi dati: Operazione PROC 11 Operatore proessional Durata >4 hours RMM LEV+protezione respiratoria con eicienza 90% Concentrazione 5-25% RCR = Ipotizziamo un carrozziere () con queste condizioni operative: Operazione PROC 11 Operatore proessional Durata 15-1h RMM LEV Concentrazione 5-25%

14 Esempio base RCR = RCR t t C C LEV LEV PPE PPE RCR = = RCR = =

15 Esempio di scaling in ECETOC TRA Traserimento da a grandi contenitori con linea dedicata 3 RCR totale 2,5 2 1,5 1 0,5 0 no LEV LEV no maschera/no guanti maschera/no guanti no maschera/guanti maschera/guanti

16 Scaling con altri modelli Nel caso di un modello più complesso, come ad esempio lo Stoenmanager, lo sviluppo di uno scaling è più laborioso. Entrando all interno del modello e studiando la letteratura esistente abbiamo evidenziato la presenza di 14 determinanti e ino ad otto asce di valori. I coeicienti relativi ad alcuni determinanti sono inoltre interconnessi, rendendo una eventuale tabella (tipo quella del TRA) poco leggibile. In questo caso il ornitore dovrebbe quindi preparare uno strumento un po più elaborato (noi abbiamo pensato ad un oglio excel), che sia comunque più semplice da usare del modello stesso.

17 Esempio di scaling in Stoenmanager Traserimento da a piccoli contenitori

18 Scaling non lineare Nel modello ConsExpo i determinanti non sono suddivisi in asce, ma possono variare in continuo all interno di un intervallo. Per alcuni parametri l inluenza sull esposizione non è lineare, ma esponenziale A = supericie da coprire m = quantità consumata per unità di supericie V = volume della stanza C = concentrazione nel prodotto t = durata ventilazione q = ventilazione (ricambi/ora) Q = ventilazione (m3/ora) q = Q /V RCR = RCR A A m m C C V V Qt V e Q V t

19 Esempio di scaling in ConsExpo Verniciatura con pennelli (consumatori) RCR A=5m2 A=10m2 A=20m2 Q=40m3/h V=20m3 Q=80m3/h V=40m3 Q=120m3/h V=60m3 Q=90m3/h V=60m3

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