Narrativa Aracne 243

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1 Narrativa Aracne 243

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3 Luisa Tunesi Stavo scherzando La comicità e l umorismo nelle relazioni sociali

4 Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133/A B Roma (06) isbn I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione:maggio 2012

5 L umorismo non è uno stato d animo, è un modo di guardare il mondo. Ludwig Wittgenstein

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7 Indice 9 Prefazione, di Vanni Codeluppi 11 Premessa 17 Capitolo primo Studiare la comicità 1.1. Il comico e l umorismo nella vita quotidiana, Il riso: oggetto di studio paradossale?, Uno sguardo interdisciplinare sul ridere, Paradigmi teorici per comprendere la comicità e l umorismo, Capitolo secondo Il comico e l umorismo come fenomeni sociali 2.1. Comicità e gioco: i giochi relazionali, La micro-sociologia di Erving Goffman, Comunicare ridendo: barzellette, battute di spirito, ironie, Ridere in famiglia, I nemici del riso, Capitolo Terzo Riso e società 3.1. Eventi comici: alcuni esempi emblematici, Serio e non serio: comico, norme e valori sociali - Parliamo di televisione e di politica: intervista al Sociologo, prof. Giorgio Triani, Come si rideva una volta? Esempi emblematici, La comicità televisiva nell Italia di oggi e il fenomeno dell infotainment, La politica italiana tra derisione e co- 7

8 8 Luisa Tunesi micità involontaria, Ridere nella rete. Comico e nuove tecnologie, Una risata vi seppellirà: ridere (anche) della morte, Bibliografia 215 Sitografia 217 Alcune iniziative culturali sul comico e l umorismo

9 Prefazione La comicità è una componente fondamentale della vita sociale. Gli antichi lo sapevano molto bene e hanno dedicato ad essa una notevole attenzione. Nell epoca contemporanea, invece, solitamente questo argomento desta uno scarso interesse, sia presso gli studiosi che presso le persone comuni. Appare dunque senz altro meritevole lo sforzo di comprensione che è stato sviluppato da Luisa Tunesi in questo libro. La comicità può essere considerata una specie di oggetto trasversale che ha a che fare con l intera dimensione della quotidianità. Infatti la troviamo, per esempio, nelle relazioni interpersonali, nei programmi televisivi, nei film o nei romanzi. E riveste da sempre una particolare importanza nella cultura italiana, una cultura tradizionalmente orientata alle relazioni sociali, dove viene impiegata per scaldare ulteriormente tali relazioni. Si pensi alla storica tradizione della commedia dell arte o a quegli innumerevoli filoni del teatro dialettale regionale che sono ancora oggi molto attivi. Va detto però che in Italia prevale di solito un tipo particolare di comicità: popolare, immediata, rassicurante e basata per lo più sul linguaggio verbale. Come per esempio le barzellette. O le gag verbali tipiche dei film della cosiddetta commedia all italiana. Siamo dunque lontani da quella raffinata comicità di tipo ironico che ha preso vita nella cultura inglese e si è poi diffusa in tutto il mondo. Quella comicità cioè che è basata sull allusione, sulla sorpresa e sulle gag visive. Ma che è anche particolarmente efficace. Perché la comunicazione che funziona meglio non è quella 9

10 10 Luisa Tunesi che vuole esprimere solo quello che comunica esplicitamente, ma quella che opera attraverso modalità indirette, che sembra cioè dire una cosa e invece ne dice un altra. E in questo modo costringe il destinatario a un attivo lavoro di reinterpretazione, di completamento cioè con la propria cultura e la propria esperienza, che porta ad appropriarsi del messaggio, ma anche a un più elevato livello di partecipazione e coinvolgimento. Basti pensare al caso della comunicazione pubblicitaria: in Italia oggi prevalgono di solito dei messaggi che ricordano le gag teatrali tipiche degli elementari Caroselli degli anni Sessanta, mentre nei messaggi prodotti negli altri Paesi avanzati si trovano spesso dei linguaggi decisamente ironici e sofisticati. Anche in Italia, comunque, sebbene prevalga di solito una comicità semplice e popolare, il comico riesce a manifestarsi attraverso varie forme. Il principale merito del libro di Luisa Tunesi è di cercare di analizzare e restituire questa complessità che caratterizza specificamente il funzionamento della comicità e che consente a quest ultima di esprimersi nelle mille pieghe della vita quotidiana.

11 Premessa Come dice il proverbio, Patti chiari, amicizia lunga! : il libro che vi accingete a leggere non fa ridere, ma tratta di tutto ciò che può far ridere e divertire, in genere, le persone. L universo della comicità e dell umorismo è così vasto che ho scelto di trattare solo alcuni aspetti e, in particolare, mi sono occupata della natura sociale del riso umano e delle funzioni che esso può svolgere in alcuni contesti sociali. Il libro si suddivide in tre capitoli; il primo ha un carattere generale: partendo dalla presenza del fenomeno comico nella vita quotidiana, si prende in esame la comicità come peculiare oggetto di studio. Data la complessità dei fenomeni legati al comico, mi sono sforzata di proporre una lettura il più possibile aperta ai contributi provenienti da ambiti disciplinari diversi come: la psicologia, la fisiologia, le neuro-scienze. Alcuni ambiti (per esempio, la letteratura, l arte, la musica) di indubbio interesse culturale, non sono stati affrontati volutamente. Più che delle risposte al mistero del riso, i lettori troveranno delle riflessioni sui tanti aspetti affascinanti di esso. Nel secondo capitolo, la comicità e l umorismo sono descritti in quanto fenomeni sociali strettamente legati all esperienza del gioco: ci possono essere vari tipi di giochi relazionali e, nel caso del comico del linguaggio, le persone possono usare forme comiche diverse come, la barzelletta, la battuta spiritosa o l ironia. Dedico un paragrafo al noto sociologo Erving Goffman ( ) considerato il padre della micro-sociologia; grande studioso delle dinamiche interattive, in alcuni suoi scritti Goffman ci 11

12 12 Luisa Tunesi offre spunti interessanti sul ruolo dell umorismo nelle relazioni sociali. Altro pensatore molto presente nel mio testo è Gregory Bateson che, all interno della sua ampia e originale riflessione sulla comunicazione, ha indagato a lungo il tema del paradosso: chi si occupa di umorismo non può sfuggire alla dimensione paradossale, componente fondamentale del processo comunicativo. Nel secondo capitolo si descrive un contesto specifico, la famiglia e si considerano i cosiddetti nemici del riso. È il terzo capitolo del libro quello che affronta il tema del comico in una prospettiva più ampia. Dal momento che viviamo in una società dominata dai mass-media e in cui la realtà e la sua rappresentazione s intersecano, confondendosi continuamente, mi ha molto incuriosito svolgere un indagine sul ruolo che la dimensione comica può svolgere in alcuni media di massa come la televisione e internet. Per non correre il rischio di essere troppo teorica, nel corso del libro, ricorro spesso a esempi emblematici appartenenti a epoche storiche diverse: il lettore troverà riferimenti alla commedia antica greca, al cinema comico delle origini, alle vignette satiriche dell epoca fascista e di oggi. Senza dubbio, i comici e i programmi televisivi citati nel libro meriterebbero un approfondimento maggiore; se essi vengono solo citati o trattati schematicamente è perché il mio testo non intende descrivere le manifestazioni e i numerosi artisti del genere comico, bensì considerarli espressioni concrete dei meccanismi e delle principali tendenze comiche. Per quanto riguarda l Italia, troverete esempi ricavati dal mondo televisivo di un arco temporale circoscritto: gli ultimi quarant anni. Gli anni 70, per esempio, sono stati il periodo d oro del grande comico Alighiero Noschese che, per primo, ha rappresentato in modo comico attraverso la loro imitazione, importanti personaggi politici e televisivi. Si citano solo alcuni dei tanti programmi televisivi d intrattenimento dei decenni 70, 80, 90 nel tentativo di avere più strumenti per comprendere come si è arrivati ad alcune forme della comicità televisiva contemporanea. Oggi come è risaputo c è una strettissima relazione tra la politica e i mass-media: la politica è sempre più spettacolarizzata, i dibattiti politici si svolgono spesso negli studi televisivi e i politici

13 Stavo scherzando hanno un modo di comunicare molto vicino a quello usato nei programmi d intrattenimento. Per questo, non si può trascurare il complesso fenomeno dell infotainment (termine anglosassone frutto della fusione tra information e entertainment) nel quale s intersecano informazione e divertimento. Mentre nei decenni passati i generi televisivi erano più distinti tra loro (per esempio, il varietà degli anni 70 poi entrato in crisi), oggi, prevale la tendenza a comunicare in modo leggero, divertente, attraverso l ibridazione (spesso di bassa qualità) di generi diversi; ossessionati dall audience e condizionati dalla massiccia presenza degli spot pubblicitari, i personaggi televisivi cercano di divertire il più possibile gli spettatori senza correre il rischio di annoiarli. La comicità, in questo quadro generale, è impiegata molto spesso fino a divenire una sorta di supergenere che pervade programmi e spot pubblicitari. È questa una delle tante interessanti idee espresse dal sociologo e giornalista prof. Giorgio Triani nel corso di un intervista raccolta nel terzo capitolo Riso e società sulla presenza del registro comico in televisione, in pubblicità e in politica. Triani, profondo conoscitore del mondo della comunicazione e della politica, mi ha offerto, con uno sguardo attento e ironico, molti spunti sui quali riflettere. Ci sono programmi televisivi d intrattenimento e satirici come Striscia la notizia che continuano ad avere, nel nostro paese, un certo successo proponendo una lettura alternativa, un po più divertente (ma spesso è un riso amaro) della realtà. A volte, i personaggi e il linguaggio ormai scaduto della politica risultano involontariamente comici tanto che i politici da un po di tempo sembrano voler rubare la scena ai comici di professione. Oggi c è un forte interesse nei confronti dei temi comici nei settori più vari come la letteratura, il cinema, la politica e spesso chi svolge il mestiere di comico si ritrova ad avere un ruolo piuttosto variegato, non a caso comicità e politica sono sempre più sovrapposte. Come ho scritto sopra, i settori indagati sono la televisione che, in Italia, continua ad avere un ruolo dominante, la comunicazione politica del passato e di oggi e, per finire, l ambito delle nuove tecnologie come Internet. È stato interessante e divertente

14 14 Luisa Tunesi navigare alla ricerca dei diversi modi con i quali si esprime la comicità virtuale. La rete è ricchissima di siti per approfondire il tema, di blog di comici famosi come Beppe Grillo e Daniele Luttazzi e di persone comuni appassionate di umorismo e di satira. Oggi le nuove forme di comunicazione stanno contribuendo a cambiare il modo in cui s inventano, si fruiscono e si diffondono sul piano globale i messaggi comici. Si stanno affermando nuovi modi di condividere opinioni e di ridere insieme agli altri le tecnologie e i social network come Facebook possono essere anche interessanti oggetti di derisione. Certo, oggi accanto alla grande libertà di espressione e d informazione, c è il rischio di essere travolti dai troppi messaggi e dalla loro crescente omologazione. Infine, visto che la circolarità è un idea molto presente nel libro, il testo, aprendosi con un riferimento alla vita quotidiana, si chiude con una riflessione sulle relazioni esistenti tra la morte, la comicità e l umorismo. Alla fine del libro, per non perdersi nello zapping virtuale della rete, può essere utile consultare la Sitografia e un elenco delle principali iniziative culturali (festival, associazioni, corsi ecc..) che si occupano del riso e dell umorismo. Una breve parentesi di tipo personale: il mio forte interesse per la comicità risale a parecchi anni fa. Al termine dei miei studi universitari, ho approfondito lo studio del riso nei rapporti interpersonali scrivendo una tesi in sociologia dal titolo Il comico nella dinamica sociale (relatore prof. Angelo Scivoletto). Dopo la laurea, in qualità di cultrice della materia, ho frequentato il Dipartimento di studi politici e sociali dell Università di Parma. Grazie al prof. Domenico Secondulfo, ho avuto l opportunità di tenere all interno del corso di Sociologia dei consumi dei seminari sull impiego dei meccanismi comici nella pubblicità televisiva. La mia passione nei confronti delle dinamiche sociali connesse alla comicità nasce probabilmente anche dall influsso della famiglia in cui sono cresciuta. In famiglia spesso si è utilizzato e si continua a usare l umorismo sia come metodo di osservazione della realtà che come strumento per affrontare e risolvere i problemi quotidiani. Avere uno sguardo umoristico rispetto alle vicende della vita può aiutare nella gestione delle piccole e grandi

15 Stavo scherzando difficoltà. Probabilmente è anche grazie alle mie relazioni familiari che mi è venuta l idea di approfondire il tema del riso nei rapporti con gli altri. Mi piace pensare che lo sguardo umoristico possa essere una sorta di antidoto, di vaccinazione che ci si può autosomministrare, per rafforzare le proprie difese rispetto alle inevitabili delusioni e difficoltà della vita e che possa diventare, nel corso del tempo (l umorismo infatti richiede allenamento), un modo per restare sempre con i piedi per terra e per coltivare una delle cose più importanti che abbiamo: la nostra libertà di pensiero. Tra le tante componenti della comicità e dell umorismo c è, oltre alla creatività, l immediatezza con la quale è possibile trasmettere idee e situazioni non sempre semplici da comunicare in modi diversi: una vignetta satirica, per esempio, riesce a volte più di tante pagine scritte, a sintetizzare e a evidenziare le contraddizioni e le debolezze delle vicende umane, e una battuta ben fatta può creare più calore e complicità fra le persone rispetto a tanti lunghi discorsi. Forse sarebbe il caso di utilizzare più spesso il senso dell umorismo così da vivere in modo non tanto meno serio quanto meno serioso, nel senso di meno retorico, imparando ad accettare con più leggerezza (nel senso buono del termine), e ironia la propria esperienza esistenziale e l inevitabile debolezza umana. Ringrazio i miei genitori per avermi abituato a guardare le cose della vita con uno sguardo non serioso. Ringrazio il prof. Giorgio Triani per la sua disponibilità e per i preziosi consigli che mi ha dato e il prof. Giuseppe Padovani per gli spunti che mi ha dato nella fase iniziale del libro. Ringrazio anche il professore e collega Alberto Toschi e la collega bibliotecaria e poetessa, Enrica Passera Baroni, con i quali spesso condividiamo barzellette e battute. A tutti gli amici e ai parenti grazie per avermi sopportato in tutti quei momenti nei quali parlavo a loro del mio (amato) libro sul comico.

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17 Capitolo primo Studiare la comicità 1. Il comico e l umorismo nella vita quotidiana Mentre scendevo dalla metropolitana ho inciampato. Il piede destro mi si è infilato nel breve spazio fra la vettura e la banchina e sono finita carponi sul marciapiede, in mezzo ai passeggeri che spingevano per salire e mi passavano accanto frettolosi e indifferenti. Mi sono rimessa in piedi a fatica e stavo per perdere di nuovo l equilibrio quando ho visto un uomo accorrere verso di me e malgrado la confusione e l imbarazzo ho notato subito la sua aria autorevole, sicura, decisa. Mi ha afferrata, impedendomi di cadere di nuovo, e per effetto dei nostri sforzi congiunti mi sono ritrovata tra le sue braccia, con la mano che reggeva la borsetta, che avevo sempre tenuta ben salda, sulla sua nuca. Mi è venuto da ridere. Una risatina sommessa e un po impacciata, ma è stato più forte di me. I nostri visi erano vicinissimi, e ho ammirato i suoi bei lineamenti, il suo sguardo vivace, penetrante. Ma in un uomo così sicuro di sé mi sarei attesa un volto meno temo proprio non ci sia altra parola sensibile. Mi ha sorriso incuriosito. «Sono una scrittrice» gli ho detto. «Scrivo romanzi sentimentali». Dopo un attimo di perplessità si è messo a ridere anche lui, divertito, mentre io rassettavo gli abiti e cercavo di ricompormi. Doris Lessing, Se gioventù sapesse, Feltrinelli, Milano

18 18 Luisa Tunesi La scrittrice Doris Lessing descrive in modo efficace una situazione, per tanti versi comica, che fa sì che si conoscano un uomo e una donna. Chi ha letto il romanzo sa già quale evoluzione avrà l incontro trai due personaggi. Il brano è lo spunto per sottolineare alcuni elementi tipici della comicità, intesa, in senso lato, come tutto ciò che può far divertire e ridere la gente. L inciampare di una persona che, perdendo l equilibrio, si ritrova all improvviso per terra, in genere, fa ridere quelli che assistono all accaduto (se ci si accorge da subito che non c è stato un grave danno per il malcapitato). La caduta involontaria di qualcuno è un fatto molto comune nella vita d ogni giorno, il cadere è diventato un classico meccanismo comico sfruttato anche dai clown e dagli attori dei primi film comici ancora senza il sonoro. Cadere per terra è un fatto improvviso e il divertimento spesso scaturisce da ciò che non avevamo previsto, da situazioni percepite come strane, perché lontane dalle nostre abitudini, appunto come la scena di un uomo che anziché in piedi si trova per terra. Chissà a quanti di noi sarà capitato di inciampare o di essere protagonista di qualche altra goffaggine che è riuscita a suscitare una risata nel prossimo e, con un pizzico di auto-ironia, anche in noi stessi. Nei casi di caduta per terra, la regola tacitamente condivisa da tutti sembra essere che non si può ridere quando ci si rende conto che la persona caduta si è fatta male e necessita del nostro aiuto. Godere apertamente delle disgrazie altrui non appartiene alla sfera del comico e, in questi casi, si sconfina nella cattiveria e nel sadismo. Come già aveva fatto notare Platone, si ride di qualcuno quando si avverte il proprio senso di superiorità rispetto a lui. Ridere quando una persona scivola per terra, probabilmente, ci fa sentire più agili, più fortunati e quindi migliori rispetto al nostro prossimo. La componente psicologica e le caratteristiche individuali, nelle vicende comiche, giocano un ruolo basilare; la riflessione sul ruolo dei fattori psicologici verrà sviluppata più avanti considerando i fenomeni del comico e dell umorismo attraverso uno sguardo interdisciplinare. Dal momento che la posizione eretta è propria dell essere umano, il venir meno di tale posizione, fa sì che, per un momen-

19 Stavo scherzando to, venga perso lo status sociale che ci distingue dalla maggior parte degli animali (che camminano a quattro zampe) e questo può risultare ridicolo. Nel corso del libro si metterà in evidenza il fatto che la comicità e l umorismo sono spesso legati sia al senso di superiorità sia all intenzione (più o meno consapevole) di degradare gli altri. Il programma televisivo Paperissima fa leva sul divertimento che proviamo quando assistiamo a piccoli incidenti di percorso (come scivolate per terra, piccoli infortuni, errori vari) di altre persone (inclusi i bambini e gli animali). I protagonisti di Paperissima sono i video realizzati e inviati dalle persone comuni ma, per fare ridere i telespettatori, si ripropongono anche le gaffe e gli errori di personaggi popolari come possono essere un noto attore o un politico. In tal caso, vedere che anche le persone famose possono essere vittime di scherzi o di cadute può creare un effetto ancora più comico. Il programma ha un discreto successo è presumibile, però, che molte persone possano trovare di cattivo gusto ridere delle sventure altrui. Il filosofo francese Henri-Louis Bergson 1 a proposito del riso che può scaturire quando vediamo cadere per terra una persona, magari perché inciampa in un sasso, sostiene che quello che per noi è ridicolo e quindi risibile è l elemento involontario e goffo nel cambiamento del modo di camminare. La comicità può scaturire dall automatismo e dalla rigidità, elementi che ci fanno ridere al pari di un qualunque difetto fisico che può caratterizzare un individuo. La teoria bergsoniana del comico dei gesti e dei movimenti considera le attitudini, i gesti e i movimenti del corpo umano risibili nelle stesse proporzioni in cui il corpo ci fa pensare a un semplice meccanismo. Dal punto di vista sociale, il riso è, per Bergson, una sorta di sanzione nei confronti di quei comportamenti rigidi, meccanici, percepiti come contrari allo slancio vitale con cui s identifica la vita stessa. La vasta gamma dei difetti e dei comportamenti umani contraddittori e bizzarri è da sempre la principale occasione di divertimento. Platone associava il ridicolo alla presenza, nelle persone, di difetti fisici o morali e giustificava il riso come modo per comprendere le cose serie.

20 20 Luisa Tunesi Se vediamo qualcuno vestito in modo molto strano, troppo appariscente rispetto al contesto in cui si trova, questo ci può far sorridere perché vediamo una cosa che non ci saremmo aspettati, infatti, la diversità rispetto alla norma può risultare comica, ma questo argomento verrà approfondito più avanti. La derisione dei difetti e delle debolezze altrui è molto utilizzata, alcune forme comiche incentrate sulla derisione del prossimo sono la caricatura, la satira e la parodia; per prendere in giro qualcuno lo si rappresenta in modo comico e scherzoso accentuandone i punti deboli. Emblematiche, in questo senso, sono le vignette che appaiono sui giornali e che riescono a tratteggiare le caratteristiche dei personaggi e a comunicare i fatti in modo spesso più eloquente di tanti discorsi. Una delle nostre esperienze quotidiane è quella di provare un senso di divertimento nel vedere come sono raffigurati, attraverso le vignette, i protagonisti e le vicende della vita politica e sociale della nostra epoca. L effetto comico è sintesi, è riuscire a colpire perfettamente il bersaglio un po come accade per una ricetta di cucina ben riuscita, ogni ingrediente dev essere nella giusta quantità e in equilibrio con gli altri. Anche il vizio di una persona, come tutto ciò che si stacca dalle nostre abitudini mentali, può risultare comico perché rappresenta una sorta di devianza sociale; come il vizioso è un soggetto che non condivide i canoni morali, così lo stupido è uno incapace di condividere i minimi canoni razionali. Ci sono molte barzellette che hanno come protagonista il classico ingenuo, uno che non riesce a capire e ad accettare i modi di comportarsi ritenuti normali. Anche la figura del cosiddetto pazzo può essere un frequente soggetto comico, proprio perché i modi di ragionare e di comportarsi del folle sono distanti da noi e sembrano appartenere a un altro mondo. Però, ci sono molti casi nei quali gli stupidi o i pazzi ci fanno capire di avere in qualche modo ragione, e questo determina un rovesciamento fra ciò che si ritiene giusto e ciò che si ritiene sbagliato ma questo discorso sarà approfondito più avanti. A proposito dei difetti che possono far ridere, l effetto comico può derivare non solo da un difetto fisico ma dalla particolare correlazione tra corpo e spirito. Ridiamo, per esempio, quando notiamo un dissidio tra i

21 Stavo scherzando due, quando il lato spirituale viene offuscato da quello corporeo. Pensiamo a un oratore che, al culmine del suo discorso, starnutisce in modo così violento da distrarre l attenzione del pubblico dalle sue parole, e quindi dal suo spirito al corpo. Come sostiene Propp 2, quando la natura spirituale dell uomo prevale su quella fisica, il riso non compare e neanche nel caso opposto, ossia, quando la nostra attenzione è presa solo dal profilo fisico, per esempio quando vediamo un uomo obeso in uno studio medico. Il contesto contribuisce a definire la situazione, lo stesso uomo obeso, vestito in modo ridicolo e lungo la strada può darsi che ci faccia sorridere per la sua stranezza e perché non lo associamo subito a problemi di salute. La rigidità dunque può essere non solo fisica, ma anche spirituale e del pensiero: può esserci, in una persona, una sorta di inelasticità tale da non permetterle di avere un rapporto armonico con la realtà. Per esempio, il distratto che cerca nervosamente i suoi occhiali dimenticandosi che li ha appoggiati sulla testa è divertente perché è come se si comportasse stando sempre legato a un fatto passato o pensando a cose sganciate dal fluire della vita. Anche chi si dimentica di un impegno o si presenta nella data sbagliata a un appuntamento può risultare comico perché è vittima della propria distrazione. La nostra vita quotidiana dunque è pervasa dalla comicità in tutte le sue tante forme, ci possiamo imbattere in moltissime situazioni comiche sia nel ruolo di protagonisti che di spettatori. Nei diversi contesti nei quali si svolge la nostra esistenza (famiglia, lavoro, relazioni in genere), possono verificarsi eventi che, per le loro caratteristiche peculiari, possono risultare comici. Pensiamo a una famiglia-tipo: è un giorno lavorativo, tutti si preparano per uscire di casa, il padre, molto in ritardo, sta per uscire distrattamente con le pantofole e questo suscita il riso divertito dei figli che stanno andando a scuola; durante una pausa di lavoro, fra colleghi, si commentano le battute e le barzellette che un comico ha raccontato nel corso di un programma televisivo; a scuola, tra ragazzi, uno studente viene preso bonariamente in giro dai compagni per il taglio di capelli un po ridicolo. Si potrebbe andare avanti a lungo con esempi che dimostrano quanto il ridere e la dimensione comica siano presenti nella vita di tutti noi. Nel

22 22 Luisa Tunesi secondo capitolo, Il comico e l umorismo come fenomeni sociali, si approfondirà il discorso relativo alle manifestazioni comiche e umoristiche, le quali possono avere come scenari la famiglia e i rapporti di amicizia. Fermiamoci un attimo a riflettere: il comico e l umorismo sono realtà correlate, fanno parte del medesimo universo, hanno a che fare con il comportamento umano e attengono alla sfera delle interazioni e della comunicazione. È importante rilevare fin dall inizio la specificità dei due fenomeni del comico e dell umorismo chiarendo i loro diversi significati. Sfogliando un vocabolario della lingua italiana, riguardo all etimologia del termine comico, si legge che la parola ha origine dal greco komicòs, divenuta poi la voce dotta latina comicus, si legge inoltre che è comico: «ciò che provoca divertimento, ilarità» e che il comico è proprio del genere della commedia. Delle origini della commedia greca antica si scriverà più avanti nel paragrafo riguardante i cosiddetti eventi comici. Premetto che nel libro con il termine comico alludo in modo generale a tutto ciò che ha la capacità di suscitare nelle persone reazioni di divertimento e di riso. L origine della comicità è in genere veduta nell avvertimento di una sorta di contrasto, di dislivello che si manifesta fra la cosa e lo spettatore o tra la cosa reale e l idea che se ne possa avere. Nel corso del tempo sono state elaborate numerose teorie su che cosa produca effetti comici; giusto per citarne qualcuna: Schopenhauer trova il comico nell incongruenza avvertita improvvisamente fra un concetto e le immagini che gli corrispondono nella realtà, ossia tra l astratto e il visibile. Kant fa derivare la comicità dall immediato risolversi in nulla di un aspettativa intensa e dal conseguente sollevarsi dell animo dopo il momento di tensione. Spencer ritiene che il riso provenga da un rapido e brusco passaggio da grandi a piccoli oggetti. Farò riferimento ad altre teorie sul comico e sull umorismo, queste però non saranno il cuore della mia riflessione, ma solo esempi di possibili chiavi di lettura fornite dai tanti pensatori nel corso del tempo. Alla voce umorismo sul dizionario si legge: «Modo di osservare il mondo e di rappresentarlo con racconti, osservazioni, opere d arte che ne mettano in risalto gli aspetti incongruenti,

23 Stavo scherzando paradossali, comici, assurdi». Citando Ludwig Wittgenstein: «L umorismo non è uno stato d animo, è un modo di guardare il mondo». Nel saggio di Luigi Pirandello, L umorismo, pubblicato nel 1908, è presente un acuta analisi del meccanismo della creazione umoristica. La distinzione tra il comico inteso come «avvertimento del contrario», e l umorismo visto come «sentimento del contrario», è ben esemplificata dal brano in cui si descrive ciò che suscita in noi il vedere una vecchia signora goffamente imbellettata e vestita con abiti troppo giovanili. L osservatore avverte subito che l anziana signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. La reazione immediata è quella del riso. Se chi osserva si ferma a riflettere e va oltre quel primo avvertimento può scorgere nella donna anche la sofferenza e il tentativo pietoso di auto-ingannarsi, magari per trattenere a sé l amore di un marito più giovane. Dall avvertimento si passa così al «sentimento del contrario». Riassumendo, la comicità ha a che fare con i meccanismi capaci di produrre divertimento e riso, si ferma a un livello più superficiale, mentre l umorismo nasce da un particolare sguardo per poi divenire un sentimento, è frutto di un elaborazione ulteriore da parte del soggetto che lo prova osservando la realtà e che lo può creare a sua volta attraverso un esercizio di tipo anche intellettuale. In questo saggio si tralascerà volutamente tutto il discorso sulla comicità e l umorismo in letteratura essendo un campo così vasto da richiedere un approfondita trattazione a parte. Come ho già scritto, mi limiterò a considerare come comico tutto ciò che può provocare nelle persone reazioni di divertimento e, in genere, il fenomeno istintivo del riso. Ci possono essere diversi tipi di comicità secondo le modalità espressive impiegate e i meccanismi atti a produrre effetti comici. C è il comico dei movimenti legato all espressione gestuale e alla corporeità, il comico del linguaggio che comprende specifiche modalità comunicative come: le battute di spirito, le barzellette, l ironia e altre forme di comicità verbale. Del comico del linguaggio si tratterà in modo specifico nel secondo capitolo dedicato all aspetto relazionale della comicità. Non tutti gli effetti comici sono ottenuti intenzionalmente, spesso ci imbattiamo in

24 24 Luisa Tunesi una comicità involontaria che richiede da parte nostra le capacità di osservare e di cogliere le contraddizioni e i paradossi della realtà che ci circonda. La vasta gamma dei difetti e dei comportamenti umani spesso contraddittori resta, nello scorrere del tempo, la principale occasione di divertimento. Platone associava il ridicolo alla presenza, in una persona, di difetti fisici o morali e giustificava il riso come modo per comprendere le cose serie. La derisione dei difetti e delle debolezze altrui è spesso presente nell ambito della comicità e si può esprimere all interno delle relazioni interpersonali sia attraverso la classica battuta di spirito sia, come accade nella satira, attraverso la rappresentazione scherzosa del nostro interlocutore. Come ho già scritto, la sfera della comicità comprende diversi meccanismi che, se ben impiegati, riescono a raggiungere l obiettivo di provocare il riso. Henri Bergson nel Rire descrive alcuni dei meccanismi comici utilizzati anche in teatro quali: l imitazione, la ripetizione e l esagerazione. Imitare qualcuno consiste nel riprodurre, più o meno fedelmente, su se stessi tratti o difetti tipici di un altra persona e nel ricreare artificialmente determinate situazioni. Se imitiamo i tic di qualcuno, lo rappresentiamo in modo meccanico e questo può far ridere. Quando un attore comico imita il modo di parlare e di muoversi di una persona è come se l elemento meccanico s impossessasse del libero fluire della vita. Nelle imitazioni entra in gioco anche il processo della derisione (che verrà poi approfondito) che si basa sulla presa in giro di qualcuno partendo dalle sue caratteristiche e debolezze. Nel delineare i rapporti fra la comicità e la politica si porteranno alcuni esempi emblematici di imitazioni come quelle che faceva il bravissimo Alighiero Noschese e quelle che oggi fanno molti comici, per esempio, Fiorello. La ripetizione, consistente nella combinazione di circostanze che ritornano tali e quali a più riprese, può avere effetti comici; in base alla visione di Bergson è come se un meccanismo si impossessasse del reale alterandone la spontaneità. La nostra vita è un continuo susseguirsi di momenti e di situazioni che non possono certo ripetersi in modo identico. A teatro e al cinema, in particolare nelle commedie brillanti, si fa ampio

25 Stavo scherzando uso della ripetizione che ha un effetto tanto più comico quanto più la scena ripetuta è complessa e quanto più viene naturalmente condotta. Nel parlare di comico non si può evitare di riferirsi alla corporeità. Il genere comico, soprattutto nella nostra cultura occidentale, è stato ritenuto tradizionalmente basso, inferiore rispetto ad altri generi come la tragedia, anche perché ha spesso a che fare con la componente corporea. Il riso che può scaturire dalla comicità è un fenomeno psicofisico e biologico: più avanti descrivendo i diversi approcci allo studio del comico, si parlerà di tutte le manifestazioni fisiologiche legate alla percezione di motivi divertenti e si approfondirà il discorso sul corpo. Ripensando alla caduta involontaria, un personaggio tragico non potrebbe mai cadere per terra perché questo offuscherebbe la grandezza della sua figura e automaticamente la situazione diventerebbe comica. Non sempre c è armonia tra la componente corporea e quella spirituale, ci sono molti casi di persone quasi infastidite dal proprio corpo. Il timido che arrossisce facilmente si può considerare un individuo il cui corpo gli è di troppo e ciò si nota nel suo modo di muoversi e di rapportarsi agli altri. Helmuth Plessner 3 uno degli esponenti dell antropologia filosofica (ambito che si occupa specificamente dell immagine dell uomo), afferma che l uomo è in una posizione «eccentrica» rispetto a se stesso, al proprio corpo e all ambiente in quanto non è solo «fatto di un corpo» ma al tempo stesso è un essere che «ha un corpo». Altro meccanismo comico che possiamo incontrare nell esperienza quotidiana e che viene utilizzato spesso anche nelle vignette satiriche è l antropomorfizzazione, ossia, la rappresentazione di un oggetto o di un animale come se fosse una persona (e viceversa). Tale meccanismo è efficace e per la sua immediatezza e semplicità fa divertire molto anche i bambini. Se disegno una mela con gli occhi, magari anche con gli occhiali, questo ha un effetto comico. Perché? Perché una mela con gli occhiali è il frutto (nel vero senso del termine!) della mia fantasia, è una cosa assurda, impossibile, non esistono mele con gli occhiali ma, con un pizzico di inventiva, la realtà può essere deformata a nostro

26 26 Luisa Tunesi piacere. Si gioca con la realtà, reinventandola (e questo dà piacere e un piacevole senso di dominio del mondo). Secondo molte teorie sul comico elaborate nel corso del tempo, si ha comicità quando c è l elemento della sorpresa: quando qualcosa succede improvvisamente, quando meno ce lo aspettiamo, spesso reagiamo facendo una risata; nei bambini questo meccanismo è evidente: il semplice scoprire la propria immagine riflessa nello specchio per la prima volta può generare un riso divertito. Aristotele aveva sottolineato che noi ridiamo quando le cose volgono al contrario di quanto ci si era aspettato. La percezione di un incongruenza più o meno forte fra eventi, può dunque risultare comica. Gli ambienti che frequentiamo ogni giorno, primo tra tutti la famiglia, possono essere caratterizzati dalla presenza di occasioni di divertimento. Anche i luoghi nei quali lavoriamo, dietro a un apparente serietà e al rispetto delle convenzioni sociali, possono essere caratterizzate da situazioni comiche. È un classico dell ufficio la presa in giro del capo attraverso la sua imitazione o lo smascheramento delle sue debolezze da parte dei dipendenti. Qui, l elemento gerarchico e la complicità fra persone che condividono la stessa esperienza giocano ruoli importanti. Riguardo alle gerarchie sociali, l umorismo può essere un fattore di superamento delle differenze personali e delle barriere comunicative legate ai ruoli sociali. Il tema delle dinamiche relazionali verrà ripreso nel corso del libro anche facendo riferimento al pensiero di Erving Goffman, padre della microsociologia. Riuscire a ridere o meno di certe situazioni dipende dal nostro sguardo sulla realtà, dalla nostra capacità e volontà di osservare le cose con più distacco, in definitiva, dal nostro senso dell umorismo. L osservazione e la riflessione sono funzioni indispensabili all esercizio umoristico e possono essere sia doti individuali sia abilità che si apprendono attraverso i rapporti sociali e l influsso della cultura di appartenenza. La percezione del comico e il riso che ne segue irrompono nello scorrere regolare e in apparenza prevedibile degli eventi, segnando una cesura, un prima e un dopo.

27 Stavo scherzando Ridere modifica le situazioni e nello stesso tempo può contribuire a cambiare il nostro modo di guardare la realtà. Quando ridiamo di qualcosa, siamo, in un certo senso, più vivi e più partecipi. La risata è il contrario della passività: può essere un modo per affermare se stessi e per contrastare gli imprevisti e gli ostacoli che possiamo sperimentare nella vita di ogni giorno. L elemento comico è uno dei nemici principali del silenzio e della stasi. In un contesto come quello della scuola, per esempio, può verificarsi quando gli studenti in ascolto della lezione dell insegnante, per un qualunque motivo, si mettono a ridere. La tranquillità e il silenzio dell aula vengono turbati e la situazione da quell istante di distrazione non sarà più quella di prima. Analogamente, se durante un importante incontro ufficiale, magari un po noioso, uno degli oratori fa involontariamente una gaffe o, con una battuta di spirito, mette in ridicolo il rigido cerimoniale presente, il clima di solennità seriosa è intaccato e tra i presenti si diffonde, come per magia, un atmosfera diversa, probabilmente più rilassata e amichevole. Ma delle tante e preziose funzioni sociali del comico e dell umorismo e di come questi fenomeni riescano a modificare il clima delle relazioni tra individui si continuerà a scrivere oltre. Note 1 H. Bergson, Il riso. Saggio sul significato del comico, Laterza, Bari V. Propp, Comicità e riso. Letteratura e vita quotidiana, Einaudi, Torino H. Plessner, Il riso e il pianto. Una ricerca sui limiti del comportamento umano, Bompiani, Milano 2007.

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