Anisakiasi ittica: studio ecoparassitologico in diversi areali di pesca del Mar Adriatico centro-meridionale

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1 Anisakiasi ittica: studio ecoparassitologico in diversi areali di pesca del Mar Adriatico centro-meridionale Anisakis infection in fish: an ecoparasitological study in different fishing grounds of the central-southern Adriatic Sea Costantini Emy 1, Bosco Chiara 2, Gustinelli Andrea 3, Caffara Monica 3, Menconi Vasco 3, Giuseppe Scaturro 3, Quaglio Francesco 4, Stefano Gavaudan 5, Antonella Capozucca 6, Cesare Ciccarelli 7, Domenico Bisceglia 8, Prearo Marino 9, Fioravanti Maria Letizia 3 * 1 Corso di laurea magistrale in Biologia Marina, Università degli Studi di Padova, Chioggia (VE); 2 Corso di laurea magistrale in Sicurezza e Qualità delle Produzioni Animali, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Ozzano Emilia (BO); 3 Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Ozzano Emilia (BO); 4 Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione, Università degli Studi di Padova, Legnaro (PD); 5 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell Umbria e delle Marche, Sez. Territoriale di Ancona; 6 Dirigente Veterinario, ASUR Marche, Area Vasta n 2, Ancona; 7 Dirigente Veterinario, ASUR Marche, Area Vasta n 5, San Benedetto del Tronto (AP); 8 Dirigente Veterinario, ASL Foggia; 9 Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d Aosta, Torino. RIASSUNTO - Scopo primario del presente studio è stato quello di determinare la diffusione di larve di nematodi Anisakidae del genere Anisakis in specie ittiche, in primis alici e sardine, pescate in diversi areali del Mar Adriatico centro-meridionale, comparando i risultati con i dati disponibili per gli areali adriatici settentrionali e valutando le eventuali correlazioni con fattori di tipo ambientale ed ecologico. I risultati ottenuti nel corso di questo studio hanno mostrato, su pesci esaminati in totale e rappresentati da diverse specie ittiche di interesse commerciale provenienti da areali di pesca del mar Adriatico centrale e meridionale (Ancona, S. Benedetto del Tronto, Manfredonia, Molfetta e Lecce), una prevalenza totale di 8,1% per larve di nematodi Anisakidae appartenenti al genere Anisakis, mentre il 27,2% è risultato positivo per larve di Hysterothylacium sp. Le prevalenze riscontrate per Anisakis spp. nelle diverse specie ittiche hanno presentato valori differenti: 1,9% nelle sardine (Sardina pilchardus), 8,6% nelle alici (Engraulis encrasicolus), 17,1% nei naselli (Merluccius merluccius), 44,4% nei suri (Trachurus trachurus), 60,7% nei lanzardi (Scomber colias) e 66,6% negli sgombri (S. scombrus), con rilevanti differenze in relazione all areale di pesca soprattutto quando comparati ai dati esistenti per le popolazioni ittiche provenienti da areali settentrionali del Mar Adriatico. Le differenze rilevate sono state messe in relazione con le caratteristiche idrologiche, morfologiche ed ecologiche che contraddistinguono i diversi areali adriatici e lo suddividono in due diversi ecosistemi, le cui proprietà incidono in larga misura sulla composizione della comunità faunistica, che include i principali ospiti di Anisakis e si riflette anche sulla sua distribuzione nel tempo e nello spazio. Il Mar Adriatico può essere infatti diviso in una porzione settentrionale definita come un'area costiera neritica ed eutrofica per i fondali poco profondi e i numerosi fiumi dell'italia settentrionale che immettono abbondante acqua dolce ricca di nutrimento al suo interno, ed una porzione centro-meridionale identificata come un ecosistema di tipo oceanico ed oligotrofico, in quanto i fondali sono molto profondi e la ridotta presenza dei fiumi rende le acque scarse di nutrimento, ma con concentrazione salina elevata. Queste caratteristiche influenzano fortemente la distribuzione e l'abbondanza di molti degli ospiti coinvolti nel ciclo biologico di Anisakis, in particolare quelli intermedi (crostacei eufasiacei) e definitivi (cetacei), portando ad importanti differenze anche nella diffusione degli stadi larvali del parassita nelle popolazioni ittiche marine. SUMMARY Main aim of this study was to determine the distribution of larvae of Anisakidae nematodes owing to the genus Anisakis in fish, especially sardines and anchovies, caught in different central-southern fishing grounds of the Adriatic Sea, comparing the results with the data available for the northern Adriatic areas and evaluating possible correlations with environmental and ecological factors. The results obtained from this survey showed, out of 2332 fish examined that were composed of several species of commercial interest caught in fishing grounds of the central-southern Adriatic Sea (Ancona, S. Benedetto del Tronto (AP), Manfredonia (FG), Molfetta (BA) and Lecce), an overall prevalence of 8,1% for larvae of Anisakidae nematodes owing to the Anisakis genus, 35

2 while 27,2% was positive for Hysterothylacium sp. larvae. Prevalence values of Anisakis sp. were different in the several fish species examined: 1,9% in sardines (Sardina pilchardus), 8,6% in anchovies (Engraulis encrasicolus), 17,1% in European hakes (Merluccius merluccius), 44,4% in Atlantic horse mackerels (Trachurus trachurus), 60,7% in Atlantic chub mackerels (Scomber colias) and 66,6% in Atlantic mackerels (S. scombrus), with notable differences among fishing grounds in particular when compared to the data available for fish populations from northern Adriatic Sea. The differences have been linked with the hydrological, morphological and ecological features that distinguish the different parts of the Adriatic Sea and divide it into two main ecosystems, whose properties affect at a larger extent on the composition of faunal communities including the main hosts of Anisakis and reflect on its distribution in time and space. In fact, the Adriatic Sea can be divided in a northern portion defined as a coastal neritic and eutrophic area for its shallow waters and for the presence of many Italian rivers that enter freshwater rich in nutrients, and a central-southern portion which is as an ecosystem oceanic and oligotrophic characterized by higher depth and salinity, and reduced nutrient loads from rivers. These features strongly influence the distribution and abundance of many of the hosts involved in the biological cycle of Anisakis, particularly intermediate hosts (euphasiacean crustaceans) and definitive hosts (cetaceans), leading to significant differences also in the distribution of the larval stages of the parasite in marine fish populations. Key words: Anisakis infection; Marine fish; Fishing grounds; Central-southern Adriatic Sea; Italy Corresponding Author: c/o Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Via Tolara di Sopra, 50 - Ozzano Emilia (BO); Tel ; Fax: ; marialeti.fioravanti@unibo.it INTRODUZIONE I nematodi Anisakidi sono parassiti largamente diffusi nell ambiente marino e possono essere ritrovati in una grande varietà di ospiti, sia vertebrati sia invertebrati, che rientrano a vario titolo nel ciclo biologico di questi parassiti eteroxeni. Alcuni di essi, in particolare quelli appartenenti ai generi Anisakis e Pseudoterranova, sono conosciuti come importanti agenti di zoonosi in grado di causare patologie di diverso tipo (invasive e/o allergiche) nell uomo a seguito del consumo di prodotti ittici crudi, poco cotti o sottoposti a processi non sufficienti ad inattivare le larve presenti, come ad esempio la marinatura (Mattiucci et al., 2011). Negli ultimi anni sono stati raccolti in tutto il mondo numerosi dati epidemiologici sulla presenza e sulla diffusione di stadi larvali dei nematodi Anisakidae, con l obiettivo di mappare e definire il rischio Anisakis nei prodotti della pesca destinati al consumo umano. Molte sono state le specie ittiche sottoposte ad indagine ma, recentemente, un notevole interesse è stato rivolto ad alici e sardine che rappresentano in molti paesi del mondo e soprattutto in Italia, un prodotto ittico consumato sotto forma di preparazioni a rischio, quale in primis la marinatura e spesso preparato a livello casalingo senza applicare i trattamenti di bonifica previsti dalla norma, quale il congelamento. Le variabili che possono influenzare la presenza di nematodi anisakidi nei pesci sono numerose, in quanto questi parassiti presentano cicli biologici complessi (Gutiérrez-Galindo et al., 2010). Anisakis spp. coinvolge nel suo ciclo biologico, i mammiferi marini come ospiti definitivi, diversi organismi planctonici (per esempio i 36

3 crostacei eufasiacei) come ospiti intermedi e cefalopodi e pesci teleostei come ospiti paratenici. Questi ospiti presentano una differente distribuzione ed abbondanza all interno del Mar Adriatico, per via delle peculiari caratteristiche ecologiche ed idrologiche che contraddistinguono questo bacino. Al nord, le acque basse e poco saline determinano una limitata ripartizione nello spazio sia di alcune specie di zooplancton, che non possono tollerare bassi livelli di salinità (es. eufasiacei), sia di mammiferi marini, che necessitano di acque moderatamente profonde. Negli areali più meridionali, invece, le condizioni ambientali sembrano essere più favorevoli per la distribuzione e la presenza degli ospiti idonei coinvolti nel ciclo vitale di Anisakis spp., determinando quindi una maggiore diffusione dei parassiti negli organismi acquatici presenti in queste aree. Scopo di questa lavoro è stato quello di definire da un punto di vista qualitativo e quantitativo le infestazioni da larve di nematodi Anisakidi in specie ittiche di interesse commerciale pescate negli areali centro-meridionali del mar Adriatico, con particolare attenzione ad alici e sardine, valutando le eventuali correlazioni con fattori di tipo ambientale ed ecologico. I risultati, messi a confronto anche con dati epidemiologici raccolti nel corso di precedenti ricerche in areali del nord Adriatico, hanno dimostrato l esistenza di differenze rilevanti nella diffusione e nell abbondanza di larve di Anisakis spp. tra le popolazioni di alici e sardine provenienti da areali settentrionali e centro-meridionali del Mar Adriatico. Tali differenze sono state messe in relazione soprattutto alla diversa composizione della dieta di queste specie ittiche in base all areale geografico, alle differenti condizioni idro-ambientali presenti nelle aree settentrionali e centro-meridionali del Mar Adriatico ed alla consistenza delle popolazioni di cetacei, ospiti definitivi determinanti nel garantire un ampio successo riproduttivo dei parassiti del genere Anisakis. MATERIALI E METODI Nel periodo tra marzo e novembre 2014 sono state campionate e sottoposte ad esame parassitologico diverse specie ittiche provenienti dal Mar Adriatico centromeridionale con lo scopo di determinare la diffusione di larve di nematodi Anisakidae in tali prodotti. In totale sono stati esaminati pesci, di cui alici (Engraulis encrasicolus) provenienti dai mercati ittici di Ancona, S. Benedetto del Tronto (AP), Manfredonia (FG), Molfetta (BA) e Lecce, 800 sardine (Sardina pilchardus) da S. Benedetto del Tronto, Manfredonia e Molfetta, 56 lanzardi (Scomber colias) da S. Benedetto del Tronto e Manfredonia, 36 suri (Trachurus trachurus), 15 sgombri (Scomber scombrus), 70 naselli (Merluccius merluccius), 167 alacce (Sardinella aurita) ed 1 alosa (Alosa alosa) da Manfredonia, come riportato in Tabella 1. 37

4 S. Benedetto SPECIE ITTICA Ancona Manfredonia Molfetta Lecce TOTALE del Tronto Alice (Engraulis encrasicolus) Sardina (Sardina pilchardus) Alaccia (Sardinella aurita) Nasello (Merluccius merluccius) Lanzardo (Scomber colias) Suro (Trachurus trachurus) Sgombro (Scomber scombrus) Alosa (Alosa alosa) TOTALE Tabella 1 - Numero di pesci esaminati provenienti da Ancona, S. Benedetto del Tronto, Manfredonia, Molfetta e Lecce. Table 1 - Number of fish examined from Ancona, S. Benedetto del Tronto, Manfredonia, Molfetta and Lecce. Nelle tabelle sottostanti sono riportate le specie ittiche e i periodi di campionamento suddivisi in base alla provenienza con indicazione del numero di esemplari esaminati per ogni campionamento, range di taglia e coordinate geografiche di pesca. Ancona Periodo Giugno Luglio Specie ALICE N. esaminati Lunghezza cm (min-max) 11-13,5 11,5-14 Longitudine N N Latitudine E E Tabella 2 - Campioni provenienti da Ancona esaminati nel corso dell indagine. Table 2 - Samples from Ancona examined during the survey. San Benedetto del Tronto (AP) Periodo Marzo Aprile Luglio Specie ALICE SARDINA LANZARDO ALICE SARDINA N. esaminati Lunghezza cm (min-max) 11-13, , , Longitudine N N N N N Latitudine E E E E E Tabella 3 - Campioni provenienti da San Benedetto del Tronto esaminati nel corso dell indagine. Table 3 - Samples from San Benedetto del Tronto examined during the survey. 38

5 Manfredonia (FG) Periodo Maggio Specie ALICE SARDINA SURO SGOMBRO NASELLO LANZARDO ALACCIA N. esaminati Lunghezza cm (min-max) 10-21, , , ,5-23 Longitudine N N N N N N N Latitudine E E E E E E E Periodo Ottobre Specie ALICE SARDINA SURO SGOMBRO NASELLO LANZARDO ALACCIA N. esaminati Lunghezza cm (min-max) ,5-23 Longitudine N N N Latitudine E E E Tabella 4 - Campioni provenienti da Manfredonia esaminati nel corso dell indagine. Table 4 - Samples from Manfredonia examined during the survey. Molfetta (BA) Periodo Novembre Specie ALICE SARDINA N. esaminati Lunghezza cm (min-max) 8, Longitudine N E Latitudine N E Tabella 5 - Campioni provenienti da Molfetta esaminati nel corso dell indagine. Table 5 - Samples from Molfetta examined during the survey. Lecce Periodo Maggio Specie ALICE N. esaminati 158 Lunghezza cm (min-max) 10,5-14 Longitudine Latitudine N E Tabella 6 - Campioni provenienti da Lecce esaminati nel corso dell indagine. Table 6 - Samples from Lecce examined during the survey. 39

6 I campionamenti sono stati effettuati prelevando il pescato direttamente dalle imbarcazioni all'arrivo o presso i diversi mercati ittici grazie alla collaborazione dei Servizi Veterinari di competenza territoriale. Per ciascun campione venivano rilevate, al momento della pesca, le coordinate geografiche per mezzo del GPS in dotazione all imbarcazione di pesca, la distanza dalla costa e la batimetria. Sono state inoltre esaminate 30 orate (Sparus aurata) e 43 spigole (Dicentrarchus labrax) provenienti da un allevamento in gabbie galleggianti sito lungo le coste garganiche per rilevare l eventuale presenza di larve di nematodi anisakidi in pesci marini allevati. Dopo il prelievo, i campioni sono stati mantenuti all'interno di appositi contenitori termici utili a garantire un'idonea temperatura di conservazione durante il trasporto al Laboratorio di Ittiopatologia del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell'università di Bologna. Una volta giunti a destinazione, i campioni venivano registrati ed ogni esemplare veniva misurato (lunghezza totale dall estremità anteriore al termine della pinna caudale) e successivamente sottoposto ad esame parassitologico per la ricerca di larve di nematodi Anisakidi. Dopo un primo esame visivo della superficie esterna, si passava all'apertura della cavità addominale e ad un esame visivo della stessa prima dell eviscerazione. Successivamente si procedeva all'asportazione del pacchetto viscerale che veniva posto all'interno di capsule Petri contenenti soluzione fisiologica (0,85% NaCl) per circa 15 minuti in modo da permettere la mobilitazione di larve di Anisakidae eventualmente presenti nei visceri e nelle sierose. Ogni pacchetto viscerale veniva poi esaminato attentamente sia macroscopicamente sia mediante l'ausilio dello stereo microscopio. Infine si procedeva con il sezionamento del muscolo in porzioni sottili ed alla loro ispezione diretta e mediante transilluminatore. Ogni larva isolata veniva posta all'interno di provette contenenti alcool etilico 70 per la loro conservazione in attesa delle procedure morfologiche e molecolari volte alla loro identificazione a livello di genere e/o specie. Le informazioni riguardanti i parassiti reperiti comprendevano: il numero totale di larve per pesce, il genere parassitario d appartenenza, la vitalità e la localizzazione nell'ospite (se nei tessuti muscolari o nella cavità viscerale). I valori di Prevalenza (P), Intensità Media (I) ed Abbondanza Media (A) sono stati calcolati secondo Bush et al. (1997). L'identificazione dei parassiti reperiti durante l'indagine è stata condotta a livello di genere su base morfologica utilizzando testi scientifici di riferimento (Möller & Anders, 1986; Moravec, 1994; Hartwich, 2009; Gibbons, 2010). Per determinare l'appartenenza delle larve di Anisakis al morfotipo I o II sono state prese in considerazione le indicazioni riportate da Berland (1961). Su 24 larve scelte random tra quelle reperite ed identificate su base morfologica come Anisakis spp., rappresentative di ciascuna provenienza e specie ittica, è stata condotta l identificazione di specie mediante PCR-RFLP (Zhu et al., 1998; D'Amelio et al., 2000). 40

7 RISULTATI I risultati della presente indagine hanno permesso di individuare 761 (32,6%) pesci positivi per la presenza di larve di nematodi Anisakidae su esemplari esaminati, in particolare 189 (8,1%) parassitati da larve di Anisakis sp. e 634 (27,2%) da larve di Hysterothylacium sp., seppur con rilevanti differenze in relazione alla provenienza come riportato in Tabella 7. Provenienza N. soggetti esaminati N. soggetti positivi P Anisakidae (%) P Anisakis (%) P Hysterothylacium (%) Ancona ,1 2,4 22,9 San Benedetto del Tronto ,5 2,9 32,9 Manfredonia ,8 12,9 22,5 Molfetta ,5 29,8 Lecce ,5 17,7 18,3 Totale ,6 8,1 27,2 Tabella 7 - Valori di prevalenza (P) per larve di nematodi Anisakidae riscontrate nei pesci esaminati in base alla provenienza. Table 7 - Values of prevalence (P) for larvae of anisakid nematodes found in the fish examined with regard to provenience. Vengono qui di seguito presentati nel dettaglio i risultati relativi alla ricerca di larve di nematodi Anisakidae nelle diverse specie ittiche prese in considerazione in questo studio. Alici Per quanto concerne le alici, dei 1187 esemplari esaminati 456 (38,4%) sono risultati positivi per larve di nematodi Anisakidae, in particolare 102 (8,6%) per Anisakis sp. e 393 (33,1%) per Hysterothylacium sp. (Tabella 8). Provenienza N. soggetti esaminati N. soggetti positivi Alici Prevalenza Anisakidae (%) Anisakis (%) Hysterothylacium (%) Ancona ,1 2,4 22,9 San Benedetto ,3 2,8 41 Manfredonia ,1 7,8 42,7 Molfetta , Lecce ,5 17,7 18,3 Totale ,4 8,6 33,1 Tabella 8 - Valori di prevalenza (P) per larve Anisakidae riscontrati in alici in relazione all areale di pesca. Table 8 - Values of prevalence (P) for larvae of anisakid nematodes found in anchovies with regard to provenience. 41

8 In tabella 9 sono riportati in dettaglio i valori di prevalenza, intensità media e abbondanza media osservati nelle alici in relazione agli areali di provenienza ed al periodo di campionamento. Alici Provenienza Ancona S. Benedetto del Tronto Manfredonia Molfetta Lecce Periodo Giugno Luglio Marzo Luglio Maggio Novembre Maggio N. pos./esaminati P 42/175 24% 40/165 24,2% 75/200 37,5% 94/200 47,0% 41/89 46,1% 111/200 55,5% 53/158 33,5% Hysterothylacium P 22,8% 23% 37% 45,0% 42,7% 42,0% 18,3% Intensità Media 1,67 1,34 1,44 1,88 1,144 1,65 1,17 Abbondanza Media 0,38 0,3 0,53 0,85 0,62 0,69 0,21 Anisakis P 1,7% 3% 0,5% 5,0% 7,8% 24,0% 17,7% Intensità Media ,2 1,57 1,31 1,6 Abbondanza Media 0,01 0,03 0,005 0,06 0,12 0,31 0,28 Tabella 9 - Valori di prevalenza (P), intensità media e abbondanza media di larve Anisakidae in alici in base a provenienza e periodo di campionamento. Table 9 - Values of prevalence (P), mean intensity and mean abundance for anisakid larvae in anchovies with regard to provenience and sampling period. Con specifico riferimento alle alici provenienti dagli areali di pesca di Ancona, su 340 alici esaminate la presenza di larve di Anisakis spp. è stata evidenziata in 8 (2,4%) esemplari con intensità media di 1 e abbondanza media di 0,01-0,03. Delle 400 alici provenienti da San Benedetto del Tronto, 11 (2,8%) hanno presentato larve di Anisakis spp. con valori di intensità media di 1-1,2 ed abbondanza media di 0,005-0,6. Per quanto riguarda le 89 alici provenienti da Manfredonia, 7 (7,8%) sono risultate positive per larve del genere Anisakis, con intensità media pari a 1,57 e abbondanza media di 0,12. Per quanto concerne l areale di pesca di Molfetta, su un totale di 200 alici esaminate 48 (24%) erano parassitate da larve di Anisakis spp., con intensità media di 1,31 e abbondanza media di 0,31. Infine, delle 158 alici provenienti da Lecce 28 esemplari (17,7%) sono risultati positivi per larve del genere Anisakis, con intensità media di 1,6 ed abbondanza media di 0,28. I valori di prevalenza per le larve di Hysterothylacium sp. sono risultati superiori rispetto a quelli riscontrati per le larve di Anisakis in tutti gli areali presi in esame, con valori che variavano tra il 18,3% osservato nelle alici di Lecce ed il 45% reperito 42

9 in alici di San Benedetto del Tronto. Sardine Per quanto concerne le sardine, su 800 esemplari totali esaminati 222 (27,3%) sono risultati positivi per la presenza di larve Anisakidae, in particolare 15 (1,9%) per Anisakis sp. e 214 (26,8%) per Hysterothylacium sp. (Tabella 10). Provenienza N. soggetti esaminati Sardine N. soggetti positivi Prevalenza Anisakidae (%) Anisakis (%) Hysterothylacium (%) Ancona San Benedetto ,25 2,5 26 Manfredonia ,0 1,5 37,5 Molfetta ,5 1,0 17,5 Lecce Totale ,25 1,87 26,75 Tabella 10 - Valori di prevalenza (P) per larve Anisakidae riscontrati in sardine in relazione all areale di pesca. Table 10 - Values of prevalence (P) for larvae of anisakid nematodes in sardines with regard to provenience. In tabella 11 sono riportati nel dettaglio i valori di prevalenza, abbondanza e intensità media per le larve Anisakidae riscontrati nelle sardine in relazione alle aree di pesca prese in esame ed al periodo di campionamento. Sardine Provenienza S. Benedetto del Tronto Manfredonia Molfetta Periodo Aprile Luglio Maggio Novembre N. pos./esaminati P 30/200 15% 79/200 39,5% 76/200 38,0% 37/200 18,5% Hysterothylacium P 14,5% 37,5% 37,5% 17,5% Intensità Media 1,45 1,7 1,44 1,28 Abbondanza Media 0,14 0,64 0,6 0,22 Anisakis P 0,5% 4,5% 1,5% 1,0% Intensità Media 1 1,55 1,33 1 Abbondanza Media 0,005 0,07 0,02 0,01 Tabella 11 - Valori di prevalenza (P), intensità media e abbondanza media di larve Anisakidae in sardine in base a provenienza e periodo di campionamento. Table 11 - Values of prevalence (P), mean intensity and mean abundance for anisakid larvae in sardines with regard to provenience and sampling period. 43

10 Con specifico riferimento alle 200 sardine provenienti dagli areali di pesca di Manfredonia, larve di Anisakis spp. sono state reperite in 3 (1,5%) esemplari, con intensità media pari a 1,33 ed abbondanza media di 0,02. Delle 200 sardine pervenute dagli areali di pesca di Molfetta, 2 (1%) sono risultate positive per larve del genere Anisakis, con intensità media di 1 e abbondanza media pari a 0,01. Infine, delle 400 sardine provenienti da San Benedetto del Tronto, in 10 (2,5%) esemplari si sono reperite larve di Anisakis spp., con valori di intensità media compresi di 1-1,55 e valori di l abbondanza media di 0,005-0,07. Anche per le sardine i valori di prevalenza di larve di Hysterothylacium sp. sono risultati maggiori rispetto a quelli riscontrati per Anisakis in tutti gli areali presi in esame, con valori che variavano da un minimo di 14,5% nelle sardine di San Benedetto del Tronto (dato riferito al campionamento di aprile) ad un massimo di 37,5% in sardine provenienti da San Benedetto del Tronto (dato riferito al campionamento di luglio) e da Manfredonia. Lanzardi Per quanto riguarda i lanzardi, dei 56 esemplari esaminati 33 (60,7%) sono risultati positivi per larve del genere Anisakis sp. e 12 (21,47%) per il genere Hysterothylacium sp. (Tabella 12). Provenienza N. soggetti esaminati N. soggetti positivi Lanzardi Prevalenza Anisakidae (%) Anisakis (%) Hysterothylacium (%) San Benedetto Manfredonia ,66 86,1 27,7 Totale ,85 60,71 21,42 Tabella 12 - Valori di prevalenza per larve di Anisakidae in lanzardi negli areali di pesca oggetto di campionamento. Table 12 - Values of prevalence of anisakid larvae in Atlantic chub mackerels with regard to provenience. In tabella 13 sono riportati nel dettaglio i valori di prevalenza, abbondanza e intensità media per le larve Anisakidae riscontrati nei lanzardi in relazione alle aree di pesca prese in esame ed al periodo di campionamento. 44

11 Lanzardi Provenienza San Benedetto del Tronto Manfredonia Periodo Aprile Maggio N. pos./esaminati P 5/20 25% 33/36 91,66% Hysterothylacium P 10% 27,7% Intensità Media 1 1 Abbondanza Media 0,1 0,27 Anisakis P 15% 86,1% Intensità Media 1,33 55,1 Abbondanza Media 0,15 47,4 Tabella 13 - Valori di prevalenza (P), intensità media e abbondanza media di larve Anisakidae in lanzardi in base a provenienza e periodo di campionamento. Table 13 - Values of prevalence (P), mean intensity and mean abundance for anisakid larvae in Atlantic chub mackerels with regard to provenience and sampling period. Dei 20 lanzardi provenienti da San Benedetto del Tronto (AP), 3 (15%) sono risultati positivi per larve del genere Anisakis, con intensità media di 1,33 e abbondanza media di 0,15. Per quanto concerne Manfredonia, dei 36 lanzardi esaminati 31 (86,1%) hanno presentato larve di Anisakis spp., con intensità media di 55,1 e abbondanza media di 47,4. Va evidenziato a tal riguardo come in un unico esemplare siano state riscontrate in totale di larve Anisakidae, di cui appartenenti al genere Anisakis e 10 al genere Hysterothylacium. Per quanto concerne le larve di Hysterothylacium sp., i valori di prevalenza sono risultati minori rispetto a quelli riscontrati per le larve di Anisakis in entrambi gli areali di pesca presi in esame, con valori che variano dal 10% nei lanzardi provenienti da San Benedetto del Tronto al 27,7% nei lanzardi di Manfredonia. Inoltre, come già specificato in Materiali e Metodi, dagli areali di pesca di Manfredonia sono stati campionati 289 esemplari appartenenti a diverse specie ittiche, riscontrando i valori di prevalenza per larve Anisakidae riportati in Tabella 14. Specie N. soggetti esaminati N. soggetti positivi Prevalenza Anisakidae (%) Anisakis (%) Hysterothylacium (%) Alaccia Nasello ,28 17,14 10 Suro ,2 44,4 16,6 Sgombro ,33 66,6 13,3 Alosa Totale ,57 8,26 5,19 Tabella 14 - Valori di prevalenza per larve di Anisakidae in diverse specie ittiche provenienti da Manfredonia. Table 14 - Values of prevalence of Anisakid larvae in several fish species from Manfredonia. 45

12 In tabella 15 vengono riportati i valori di prevalenza, intensità media e abbondanza media osservati in naselli, suri e sgombri provenienti da Manfredonia. Specie ittica Nasello Suro Sgombro Periodo Maggio Ottobre Maggio Ottobre Maggio N. pos./esaminati P 4/30 13,3% 13/40 32,5% 11/15 73,3% 6/21 28,6% 11/15 73,3% Hysterothylacium P 3,3% 15,0% 40,0% 0% 13,3% Intensità Media 1 2 1,16 0 2,25 Abbondanza Media 0,03 0,3 0,46 0 0,33 Anisakis P 13,3% 20,0% 66,6% 28,6% 66,6% Intensità Media 1 4,62 15,1 8 6 Abbondanza Media 0,36 0,92 10,06 2,28 4 Tabella 15 - Valori di prevalenza (P), intensità media e abbondanza media di larve Anisakidae in naselli, suri e sgombri provenienti da Manfredonia. Table 15 - Values of prevalence (P), mean intensity and mean abundance for anisakids larvae in European hakes, Atlantic horse mackerels and Atlantic mackerels from Manfredonia. Dei 70 esemplari di nasello esaminati, 8 (17,14%) sono risultati positivi per larve del genere Anisakis, con valori di intensità compresi tra 1 e 4,62 e abbondanza media tra 0,36 e 0,92. Per quanto concerne i suri, su 36 esemplari 16 (44,4%) hanno presentato infestazioni da larve di Anisakis spp., con intensità media tra 8 e 15,1 e abbondanza media tra 2,28 e 10,06. In un singolo esemplare sono state riscontrate 158 larve anisakidi, di cui 151 Anisakis spp. e 7 Hysterothylacium spp. Per quanto riguarda le altre due specie ittiche esaminate, tutte le 167 alacce e l unica alosa sono risultate negative. Infine, nelle spigole e nelle orate di allevamento non è stata evidenziata la presenza di larve di nematodi Anisakidae. La maggior parte delle larve isolate nel corso dell'indagine sono risultate vitali e localizzate a livello viscerale ad eccezione di 7 larve del genere Anisakis che sono state ritrovate a livello muscolare, in prossimità della cavità addominale, in 2 alici, 2 sardine e 3 lanzardi. Le caratteristiche morfologiche hanno permesso di riferire tutte le larve di Anisakis al morfotipo I sensu Berland Le 24 larve di Anisakis spp. sottoposte a PCR- RFLP hanno fornito un unico pattern di restrizione che ne ha permesso l identificazione come A. pegreffii. 46

13 DISCUSSIONE I risultati ottenuti nel corso di questo studio hanno mostrato, su pesci esaminati in totale e rappresentati da diverse specie ittiche di interesse commerciale provenienti da areali di pesca del mar Adriatico centrale e meridionale, una prevalenza totale dell 8,1% per larve di nematodi Anisakidae appartenenti al genere Anisakis. Le prevalenze riscontrate nelle diverse specie ittiche hanno presentato valori molto diversi: 1,9% nelle sardine (Sardina pilchardus), 8,6% nelle alici (Engraulis encrasicolus), 17,1% nei naselli (Merluccius merluccius), 44,4% nei suri (Trachurus trachurus), 60,7% nei lanzardi (Scomber colias) e 66,6% negli sgombri (S. scombrus), con differenze rilevanti in base all areale di pesca. Poiché alcune specie ittiche, in particolare alici e sardine, vengono sottoposte frequentemente a tipologie di preparazioni culinarie a rischio per la trasmissione di Anisakis all uomo, quale in primis la marinatura, nella presente indagine sono stati effettuati campionamenti di maggiore consistenza numerica per queste due specie rispetto alle altre. In base alle positività riscontrate, i valori di prevalenza per Anisakis spp. nelle alici sono risultati nettamente maggiori rispetto alle sardine, probabilmente in dipendenza di una diversa attitudine trofica che porterebbe le alici, esclusivamente zooplanctofaghe, ad una maggiore selettività nei confronti degli ospiti intermedi di Anisakis, a differenza delle sardine che invece sono considerate meno selettive e quindi in grado di entrare in contatto meno frequentemente con questi e che si alimentano anche di fitoplancton (Cunha et al., 2005). Nel corso dell indagine le alici e le sardine sono risultate comunque in generale le due specie con i valori di prevalenza per Anisakis spp. più bassi, fatta eccezione per le alacce provenienti da areali di pesca prossimi a Manfredonia che sono risultate sempre negative. Il dato si può spiegare sulla base della posizione delle specie ittiche in esame rispetto alla catena trofica, in quanto alici, sardine e alacce sono specie quasi esclusivamente planctofaghe, mentre naselli, suri, lanzardi e sgombri sono specie spiccatamente ittiofaghe e quindi in grado di accumulare un elevato numero di larve Anisakidae nel corso della loro vita. Differenze notevoli sono state evidenziate anche in relazione all areale di pesca. Per quanto concerne le alici, i valori di prevalenza per larve di Anisakis variavano sensibilmente tra un areale e l altro, con un progressivo aumento dagli areali dell Adriatico centrale (1,7-3% ad Ancona e 0,5-5% a San Benedetto del Tronto) a quelli dell Adriatico meridionale (7,8% a Manfredonia, 24% a Molfetta e 17,7% a Lecce), confermando in linea di massima le osservazioni condotte in lavori precedenti. I risultati da noi ottenuti per le alici presentano però alcune differenze con i dati riportati in letteratura. Nelle indagini di Fioravanti et al. (2003) e Ciccarelli et al. (2011), le prevalenze per Anisakis mostravano valori rispettivamente di 4,1% e 4,79%, in alici di areali di pesca dell Adriatico Centrale, sebbene in uno studio del 2006 Fioravanti et al. segnalassero una prevalenza del 7,8% in alici dell areale di Ancona. Nel nostro caso le prevalenze hanno mostrato valori molto più bassi nelle alici di Ancona e simili a quelli riferiti alle alici di San Benedetto del Tronto. Per quanto riguarda invece i dati epidemiologici disponibili per le alici delle zone 47

14 del Mar Adriatico settentrionale, i valori delle prevalenze riscontrati da Scaturro et al. (2013) e Cavallero et al. (2015) sono risultati essere sempre al di sotto dell 1%, quindi molto inferiori rispetto a quelli da noi osservati negli areali presi in considerazione, ad eccezione di un unico campione di alici di San Benedetto del Tronto che ha presentato 0,5% di prevalenza per Anisakis sp. Risulta invece di rilievo il riscontro di prevalenze più elevate nelle alici provenienti da Molfetta (24%) e Lecce (17,7%), confermando questi areali di pesca come zone di ampia diffusione dell infestazione da larve Anisakidae in questa specie ittica. Questi dati supportano inoltre il fatto che proprio nella regione Puglia, unitamente all Abruzzo, sia stata descritta la maggior parte di casi umani di Anisakiasi, peraltro spesso correlati alla consuetudine di consumare alici marinate (Di Rosa, 2011). Per quanto riguarda le 800 sardine esaminate, a fronte di una prevalenza per larve Anisakidae pari al 27,3% la presenza di larve del genere Anisakis è stata riscontrata solo nell 1,9% degli esemplari sottoposti ad indagine. Anche in questo caso i risultati da noi ottenuti presentano alcune differenze rispetto a quanto riportato in letteratura. Infatti in base ai dati riportati da Fioravanti et al. (2006), Scaturro et al. (2013) e Cavallero et al. (2015), le prevalenze per il genere Anisakis riscontrate risultavano sempre < 1% nelle sardine provenienti da areali di pesca dell Adriatico centrosettentrionale. Unici dati relativi a prevalenze più elevate nelle sardine sono quelli di Fioravanti et al. (2003) che riportavano il 3,1% di positività per Anisakis in sardine pescate nell Adriatico Centrale, confermando come la presenza di larve di questo genere zoonotico sarebbe più consistente negli areali adriatici centrali. La nostra indagine ha evidenziato nelle sardine prevalenze per Anisakis tra 0,5 e 4,5%, con il valore massimo osservato a San Benedetto del Tronto nel solo campionamento condotto in estate e con valori sempre inferiori nelle altre zone di pesca. Va però evidenziato come non sia stato possibile effettuare campionamenti di sardine dagli areali di Ancona e Lecce nel periodo d indagine a causa della non disponibilità del prodotto. Per quanto concerne le altre specie ittiche esaminate, vanno messe in evidenza le prevalenze molto elevate per larve di Anisakis osservate in lanzardi e sgombri provenienti da Manfredonia (rispettivamente 86,1 e 66,6%), sebbene per gli sgombri sia stato possibile effettuare un unico campionamento di soli 15 esemplari, in quanto raramente disponibile tra il pescato locale nel periodo d indagine. Al contrario, le prevalenze per larve di Hysterothylacium hanno mostrato valori inferiori, confermando come l attitudine predatoria su pesci e non su crostacei, se non nelle prime fasi di vita, rendano queste specie ittiche idonei ospiti paratenici in grado di accumulare larve di Anisakis, come peraltro dimostrato anche dal reperto di ben larve di Anisakis in un unico esemplare di lanzardo proveniente da Manfredonia. Si nota comunque una notevole differenza tra la prevalenza di larve di Anisakis osservata nella presente indagine in sgombri di Manfredonia e quelle riportate in passato in sgombri pescati in areali dell Adriatico centrale (Fioravanti et al., ,1%), a conferma della più elevata diffusione di questo genere zoonotico nelle zone di pesca pugliesi. Va citato peraltro a questo proposito un caso umano di Anisakiasi descritto in Puglia correlato proprio al consumo di filetti di sgombro marinato (Di Rosa, 2011), consuetudine che in alcune province di questa regione 48

15 sembra essere praticata. Infine, per quanto concerne naselli e suri provenienti da areali di pesca di Manfredonia sono state rilevate prevalenze per larve del genere Anisakis diverse a seconda del periodo di pesca, con valori molto elevati nei suri pescati in maggio (66,6% di prevalenza e 15,1 di intensità media, rispetto a 28,6% e 8 rispettivamente rilevati in ottobre) e con valori inversi nel nasello, più elevati in ottobre (20% di prevalenza e 4,62 di intensità media) rispetto a maggio (13,3 % e 1), ad indicazione di probabili fluttuazioni della parassitosi nei diversi periodi dell anno e nelle diverse zone di pesca. I dati reperibili in letteratura per le infestazioni da Anisakis nel suro nel Mar Adriatico si riferiscono solo ad areali dell Adriatico centrale e riportano valori del 33,7% (Fioravanti et al., 2003). Anche i dati relativi alle prevalenze di Hysterothylacium in queste due specie ittiche mostrano notevoli differenze di prevalenza a seconda del periodo di campionamento, pur con intensità di infestazione sempre molto basse, confermando l intervento di fattori ambientali e trofici nel regolare queste infestazioni. Va infine posta in debita evidenza la completa negatività per larve di Anisakis riscontrata nelle alacce (Sardinella aurita) provenienti da areali di pesca di Manfredonia, a conferma di quanto già riscontrato in indagini condotte su altri clupeiformi provenienti da questa zona (Fioravanti et al., 2006). In termini generali, i risultati di questa indagine hanno evidenziato come l infestazione da larve di Anisakis presenti differenze rilevanti nei dati quantitativi di prevalenza, intensità ed abbondanza media in relazione sia alle specie ittiche sia agli areali di pesca del Mar Adriatico. Nel Mar Adriatico è infatti particolarmente evidente come le proprietà dell habitat possano influenzare in maniera imponente la struttura dell intera comunità faunistica a tutti i livelli, inclusi i parassiti. Questo bacino marino può essere suddiviso in due grandi ecosistemi differenti, uno settentrionale che viene considerato sia un area costiera neritica, per i fondali poco profondi e la preponderanza della piattaforma continentale per tutta la sua estensione, sia una zona fortemente eutrofica ed a natura salmastra, dovuta alla presenza di numerosi fiumi che immettono quote importanti di acqua dolce e ricca di nutrienti al suo interno ed uno centro-meridionale che viene invece ritenuto un area oceanica profonda ed oligotrofica, principalmente a causa della limitata estensione della piattaforma continentale che porta i fondali a superare i metri di profondità, soprattutto in prossimità delle depressioni mesoadriatiche e della ridotta presenza di fonti d acqua dolce, le quali non contribuiscono ad incrementare la produttività della zona in maniera significativa. Le singolari peculiarità manifestate in entrambe le regioni influiscono notevolmente sull ecologia dell intero areale, controllando la composizione e la biodiversità degli organismi marini e, di conseguenza, anche il ciclo biologico del parassita che necessita della presenza nell ambiente di tutti gli ospiti per poter garantire la sua sopravvivenza, la sua diffusione e il suo successo nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda le alici e le sardine, che svolgono il ruolo di ospiti paratenici nel ciclo biologico di Anisakis, la loro struttura di popolazione sembra essere altamente differenziata nel Mar Adriatico. Entrambe le specie mostrano caratteristiche morfologiche e morfometriche distinte tra gli organismi che popolano l areale settentrionale e quello centro-meridionale (Alegrìa-Hernández et al., 1986; 49

16 Bembo et al., 1996), suggerendo l esistenza di stock separati geograficamente (e geneticamente nel caso delle alici), che possono essere posti in relazione con i differenti valori di positività per Anisakis. Il limite che porta i piccoli pesci pelagici ad essere separati in sotto-popolazioni si suppone essere localizzato all altezza della fossa mesoadriatica di Jabuka (Alegrìa-Hernández et al., 1986), in corrispondenza della quale viene identificato il confine che separa l areale settentrionale da quello centro-meridionale sulla base delle caratteristiche idrografiche, batimetriche ed ecologiche che caratterizzano e distinguono le due zone del bacino. Per poter evidenziare una effettiva influenza della disposizione delle popolazioni ittiche sul livello di infestazione parassitaria, sono stati posti a confronto i dati ottenuti durante la nostra ricerca e quelli relativi alle infestazioni di alici e sardine provenienti da zone di pesca dell Adriatico settentrionale, ipotizzando che Anisakis sia maggiormente distribuito negli areali dell Adriatico centro-meridionale piuttosto che in quelli settentrionali. Ciò che ha avvalorato la teoria di una differente distribuzione spaziale dei nematodi zoonotici sono stati i risultati conseguiti negli anni da diversi autori, che hanno effettuato numerosi studi in tutto il bacino, i quali hanno permesso di evidenziare un incremento graduale della presenza di parassiti nelle specie ittiche, da cui consegue un cambiamento significativo nel livello di infestazione generale dell intera regione adriatica a mano a mano che ci si sposta verso regioni sempre più meridionali (Fioravanti et al., 2003; Losito et al., 2003; Mladineo, 2003; Fioravanti et al., 2006; Ciccarelli et al., 2011; Mladineo et al., 2012; Scaturro et al., 2013; Cavallero et al., 2015). Rispetto ai valori ottenuti durante la nostra indagine, le alici e le sardine pescate nelle regioni settentrionali del bacino hanno presentato una positività al genere Anisakis molto bassa e sempre < 1% per entrambe le specie, a dimostrazione ed a conferma del fatto che nell Adriatico settentrionale la circolazione di questi nematodi è tendenzialmente bassa nelle popolazioni ittiche. Negli areali di pesca di Caorle e Cesenatico non sono stati rilevati nematodi del genere Anisakis in nessuna delle due specie durante l intero periodo di campionamento oggetto delle indagini condotte da Scaturro et al. (2013). Al contrario, Molfetta e Lecce, le località più a sud tra quelle indagate nel presente studio, sono risultate le zone in cui sono state osservate nelle alici le prevalenze più elevate e rilevanti rispetto al resto degli areali centromeridionali considerati. Per quanto concerne alici e sardine, è utile tenere in considerazione la possibilità che entrambe le specie possano adottare una dieta zooplanctofaga che include il consumo di Euphasiacea tra le prede principali. Questi crostacei svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo biologico di Anisakis, in quanto vengono considerati gli ospiti intermedi più idonei per il parassita ed i vettori biologici fondamentali per garantire il passaggio delle larve agli ospiti ittici (Smith, 1983; Højgaard, 1999; Klimpel et al., 2004). Tuttavia, la distribuzione dei crostacei eufasiacei nel Mar Adriatico si ritiene legata fortemente alle condizioni idrografiche che separano la porzione settentrionale da quella centro-meridionale del bacino, soprattutto in termini di salinità, produttività, profondità e motilità delle acque. Al nord questi invertebrati sembrano essere completamente assenti (Šipoš, 1977) per via delle acque poco profonde, tendenzialmente eutrofiche e meno saline che caratterizzano la porzione settentrionale del bacino, mentre sono più abbondanti nelle parti centro-meridionali 50

17 grazie alla presenza di acque oligotrofiche, saline e molto profonde. Ciò che rende improbabile la loro propagazione al nord potrebbe essere sia l elevata immissione di acqua dolce e ricca di nutrienti da parte del Po, che impedisce il loro stazionamento a causa della natura strettamente marina che li caratterizza (Mladineo et al., 2012), sia la ridotta estensione del fondale che ne limita le migrazioni verticali giornaliere. Anche l influenza dei venti che colpiscono soprattutto l area settentrionale possono in qualche modo ostacolare la distribuzione di questi crostacei nelle acque soggette a forte moto ondoso. Di fatto, la diversa distribuzione di eufasiacei nell intero Adriatico suggerisce, di conseguenza, anche una differente diffusione del genere Anisakis in alici e sardine, indicando che la bassa prevalenza del parassita al nord possa essere influenzata in parte dalla effettiva ripartizione dei suoi ospiti intermedi. Tuttavia, la mancata presenza dei crostacei eufasiacei nell Adriatico settentrionale potrebbe indurre il parassita ad utilizzare altri invertebrati per raggiungere lo stadio L3 infettante, quali ad esempio i crostacei copepodi che sono molto abbondanti e uniformemente distribuiti in tutto il bacino. I copepodi, sebbene possano essere infestati anche da larve di Anisakis, sono considerati principalmente gli ospiti intermedi idonei per i nematodi anisakidi del genere Hysterothylacium (Køie, 1993), e costituiscono la quota dominante della dieta di alici e sardine. Questo fatto potrebbe spiegare perché queste specie ittiche presentino spesso alti tassi di infestazione da parte di questo parassita non zoonotico, in genere decisamente più elevati rispetto a quelli osservati per Anisakis. Oltre agli ospiti intermedi e paratenici, le caratteristiche del Mar Adriatico influiscono anche sull abbondanza e la ripartizione degli ospiti definitivi di Anisakis. I mammiferi marini svolgono un ruolo fondamentale per la riproduzione del nematode, poiché in essi avviene il raggiungimento della maturità sessuale e la fecondazione delle uova. Perciò, la realizzazione dello stadio adulto del parassita dipende sia dalla ricchezza sia dalla distribuzione dei cetacei all interno dell areale di propagazione. Si ipotizza che il tursiope (T. truncatus) sia l unica specie residente nell Adriatico settentrionale (Bearzi et al., 2008) in quanto, essendo adattato a vivere in acque poco profonde al di sopra della piattaforma continentale, potrebbe trovare nelle regioni del nord gli ambienti ideali al suo stazionamento per periodi prolungati. Pertanto, sebbene siano presenti gli ospiti definitivi di Anisakis anche nella porzione settentrionale del bacino, essi probabilmente non sono sufficienti a garantire un elevato successo di propagazione del parassita come invece accade per l Adriatico centro-meridionale, dove la ricchezza di cetacei è notevolmente superiore rispetto al resto del territorio, soprattutto grazie alla presenza di acque moderatamente profonde che rappresentano l habitat ideale per questi grandi vertebrati. Perciò, così come accade con gli invertebrati e i piccoli pesci pelagici, questa differenza nell abbondanza e nella distribuzione dei cetacei si ripercuoterebbe inevitabilmente anche sulla distribuzione del parassita nel bacino adriatico. La negatività per larve Anisakidae evidenziata in spigole ed orate prelevate da un allevamento in gabbie galleggianti sito lungo la costa garganica rappresenta un risultato rassicurante, sebbene preliminare, sul basso rischio zoonotico da Anisakis nei pesci marini allevati. Sebbene nelle gabbie a mare gli animali vengano allevati a stretto contatto con l ambiente selvatico, con la possibilità di venire a contatto con crostacei e pesci selvatici potenziali ospiti intermedi o paratenici del parassita, la 51

18 somministrazione di mangimi inerti per l intero ciclo d allevamento, unitamente alla provenienza dei giovanili da ambienti chiusi di avannotteria, giocherebbe un ruolo fondamentale nella mancata predazione di questi organismi da parte dei pesci allevati. Sebbene il rischio non possa mai essere considerato nullo, i pesci d allevamento presenterebbero quindi un livello di sicurezza alimentare più elevato rispetto ai pesci selvatici per quanto concerne le infestazioni da larve di Anisakis spp. CONCLUSIONI Le ricerche condotte nel corso di questo studio hanno inteso ampliare le conoscenze sulla presenza e sulla diffusione delle larve di nematodi Anisakidae, in particolare quelle di Anisakis sp., in alcune specie ittiche d interesse commerciale pescate negli areali dell Adriatico centro-meridionale e di valutare gli eventuali rischi zoonotici correlati al loro consumo. Infatti risulta pratica comune, soprattutto nelle zone costiere adriatiche ed in particolare per alici e sardine, il consumo di prodotti marinati che rappresentano un potenziale rischio per il consumatore nel caso non venga applicato il trattamento di congelamento preventivo (-20 C per 24 ore o -35 C per 15 ore) previsto dal Reg. 1276/11 che modifica l allegato III del Reg. 853/04 per i prodotti ittici destinati ad essere consumati crudi o praticamente crudi, marinati, salati e qualunque altro prodotto della pesca trattato, se il trattamento praticato non garantisce l uccisione del parassita vivo. Secondo il report scientifico dell EFSA (2010), inerente la valutazione del rischio associato ai parassiti ittici zoonotici ed in particolar modo per i nematodi del genere Anisakis, nessun areale di pesca può considerarsi indenne dalla presenza di tale parassita, ma si raccomanda di condurre estese indagini epidemiologiche volte a monitorare il possibile rischio e correlarlo con l emergenza dei casi umani, compresi quelli caratterizzati da sindromi allergiche. In base ai risultati di questa indagine la presenza delle larve di Anisakis in alici pescate in areali di pesca dell Adriatico centro-meridionale si riscontra con valori progressivamente più elevati partendo dagli areali centrali verso quelli meridionali, con prevalenze piuttosto alte nelle alici pescate nelle zone di pesca pugliesi. Questi dati confermano inoltre l esistenza di rilevanti differenze delle infestazioni da larve Anisakidae fra le popolazioni di alici dell Adriatico settentrionale e quelle dell Adriatico centro-meridionale. Ciò può essere riferito alla diversa distribuzione degli ospiti intermedi e definitivi di Anisakis all interno del Mar Adriatico, con differenze importanti nella struttura della comunità faunistica tra la porzione settentrionale e quella centro-meridionale del bacino. Per le caratteristiche morfologiche, ecologiche e idrologiche che rendono la zona settentrionale un ecosistema neritico ed a natura salmastra, sia gli ospiti intermedi (crostacei) sia quelli definitivi (mammiferi marini) non incontrano le condizioni ideali per poter permanere in abbondanza in questa zona, mentre le proprietà associate all area centro-meridionale, che la rendono un ecosistema oceanico ed a carattere marino, favoriscono una grande ricchezza di zooplancton (compresi gli eufasiacei) e di cetacei. Per quanto riguarda gli ospiti paratenici, pur essendo presenti in tutto il bacino abbondantemente, sono anch essi influenzati dalle condizioni dell habitat in 52

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