LUNEDI 16 GENNAIO 2006

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1 1-001 LUNEDI 16 GENNAIO PRESIDENZA DELL ON. BORRELL FONTELLES Presidente (La seduta inizia alle 17.05) Ripresa della sessione Composizione delle commissioni e delle delegazioni: vedasi processo verbale Presentazione di documenti: vedasi processo verbale Dichiarazioni scritte (articolo 116): vedasi processo verbale Presidente. Dichiaro ripresa la sessione del Parlamento europeo, interrotta giovedì 15 dicembre Seguito dato alle posizioni e risoluzioni del Parlamento: vedasi processo verbale Commemorazione Trasmissione di testi di accordo da parte del Consiglio: vedasi processo verbale Presidente. Onorevoli colleghi, il nuovo anno di solito è foriero di una carica di ottimismo per il futuro, ma quest anno il periodo natalizio è stato funestato dalla tragica e prematura scomparsa, avvenuta la vigilia di capodanno, dell onorevole Phillip Whitehead, saggio e capace presidente della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Phillip godeva di una grandissima stima in quest Assemblea. Fu eletto europarlamentare per la prima volta nel 1994 e ha portato con sé l esperienza di produttore di documentari televisivi e di politico nazionale; egli inoltre era strenuo e incrollabile sostenitore di una partecipazione attiva del suo paese all Unione europea. Oggi, in quest Aula, vi invito a ricordarlo insieme alle sue conquiste: dalle normative sui media a quelle in materia di sicurezza alimentare; lo ricordiamo inoltre per aver sempre e instancabilmente difeso i diritti dei consumatori e per l impegno profuso affinché lo storico allargamento all Europa centroorientale potesse divenire realtà. Mi preme mettere in luce anche la sua saggezza, la sua competenza politica e il buonumore che gli hanno permesso di superare con successo il dibattito sulla controversa e complessa direttiva sui servizi in seno alla sua commissione. Caro Phillip, mancherai molto a noi tutti. Invito tutti i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del collega. (Il Parlamento, in piedi, osserva un minuto di silenzio) Approvazione del processo verbale della seduta precedente: vedasi processo verbale Petizioni: vedasi processo verbale Firma di atti adottati in codecisione: vedasi processo verbale Costituzione di una commissione d inchiesta e di una commissione temporanea: vedasi processo verbale Ordine dei lavori: vedasi processo verbale Interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica Presidente. L ordine del giorno reca gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica Milan Gaľa (PPE-DE). (SK) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema della mobilità dei lavoratori e degli studenti ha una rilevanza particolare per il mio paese, la Slovacchia, come anche per altri nuovi paesi membri dell Unione. In questo particolare frangente non intendo però parlare dei periodi di transizione, usati da alcuni Stati membri per imporre significative restrizioni alla circolazione della forza lavoro. In qualità di membro della commissione per la cultura e l istruzione, desidero cogliere questa opportunità per lanciare un appello all Austria, il paese che attualmente detiene la Presidenza di turno dell Unione, affinché emendi le proprie leggi sull ammissione di studenti stranieri, e quindi anche slovacchi, alle università austriache, abolendo la disposizione sul numero chiuso in virtù del principio delle pari opportunità per tutti. A mio parere, le modifiche da apportare potrebbero esplicarsi con l introduzione di esami di ammissione o con l istituzione di semestri di prova. In questo modo, si compirebbe un

2 6 16/01/2006 passo verso il raggiungimento dell obiettivo paneuropeo di costruire una società basata sulla conoscenza Monika Beňová (PSE). (SK) Signor Presidente, a nome del gruppo PSE, desidero esprimere il nostro profondo dolore e la grande delusione per l assurda morte di 18 civili presso il villaggio pakistano di Damadola in seguito a un bombardamento aereo americano. In questa sede vorrei dichiarare che rispetto pienamente gli sforzi profusi dagli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo mondiale, come pure gli interventi congiunti degli USA e dell Unione europea per individuare i responsabili e gli autori degli attentati terroristici perpetrati contro la popolazione civile. D altro canto, nulla nelle nostre società democratiche ci impedisce di esprimere riserve in merito ad attacchi che causano la morte di civili nel mondo, soprattutto se le vittime sono donne e bambini Danutė Budreikaitė (ALDE). (LT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la crisi tra Russia e Ucraina in materia di energia ha svelato il vero volto della Russia, che in veste di partner economico ricorre alla celata minaccia di utilizzare il settore energetico per fini politici. Quando il mio paese, la Lituania, 15 anni fa decise di rimpossessarsi dell indipendenza e di staccarsi dall Unione Sovietica, fu oggetto di un atteggiamento analogo da parte della Russia e infatti subì un embargo economico ed energetico. Enfatizzando ripetutamente il significato della Russia come partner strategico e l eccezionale posizione che essa occupa rispetto ad altri paesi, l Unione europea offre delle concessioni a questo paese. Il motivo che vi soggiace risiede nella crescente dipendenza del settore energetico comunitario dalle risorse russe. A questo punto però mi chiedo se sia del tutto fuori luogo pensare che la Russia potrebbe usare nei confronti dell Unione europea le stesse tattiche che ha usato con noi nel caso in cui dovessero profilarsi delle difficoltà. Pertanto invito tutti non solo a discutere dello sviluppo di una politica energetica comune, ma anche a prendere provvedimenti affinché tale politica possa vedere la luce quanto prima Hélène Flautre (Verts/ALE). (FR) Signor Presidente, quattro anni fa gli Stati Uniti cominciavano a trasferire i primi prigionieri della guerra contro il terrorismo, ammanettati e incappucciati, nel centro di detenzione di Guantánamo presso la base navale di Cuba. All incirca 500 persone, cittadini di 35 paesi, rimangono tuttora in stato di fermo senza alcuna imputazione o condanna a loro carico e privi dei diritti riconosciuti dal diritto internazionale. Inoltre sono sempre più numerose le fonti che attestano le torture e i maltrattamenti inflitti ai detenuti di questo centro. Di fatto, i prigionieri rimangono in una situazione senza legge. Spesso sono tenuti in isolamento, talvolta per mesi, per aver infranto le rigide norme interne del campo. Molti hanno tentato di togliersi la vita. Se gli Stati Uniti daranno corso al progetto di far giudicare i detenuti da commissioni militari, l ingiustizia si aggraverà ancor più, in quanto siffatte commissioni non sono indipendenti e ammettono le dichiarazioni estorte con la forza o sotto tortura. In presenza di condizioni simili, signor Presidente, non è forse giunto il momento di unire la nostra voce agli appelli che si levano in Europa per la chiusura di questo campo? Othmar Karas (PPE-DE). (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono certo che noi tutti vogliamo conferire nuovo impeto al dibattito sulla politica europea, ma tale desiderio presuppone non solo la volontà politica, ma anche grandi campagne di sensibilizzazione e di comunicazione in tutta Europa, concepite in base ai diversi gruppi di destinatari. La consapevolezza dopotutto dipende dall informazione. Visto che non esiste alcun libro di lettura o testo uniforme per le scuole dell Unione europea, grazie al supporto del ministero austriaco per l Istruzione, la Scienza e la Cultura, i giornalisti austriaci Wolfgang Böhm e Otmar Lahodynsky ne hanno scritto uno che, con poche modifiche, potrebbe essere usato in tutti gli Stati membri dell Unione europea. Signor Presidente, le chiedo di intervenire affinché il testo sia pubblicato e distribuito in tutti gli Infopoint e gli uffici informazioni dell Unione europea. Abbiamo altresì prodotto un gioco tascabile per ragazzi sull UE, che consta di 40 domande e risposte; anche in questo caso sarebbero necessari solo alcuni adattamenti per poterlo distribuire in tutti gli Stati membri. Signor Presidente, le chiedo di intercedere affinché queste due pubblicazioni siano inserite nel piano D; in questo modo, sarà possibile inaugurare l introduzione di un libro di testo europeo e il lancio di una campagna d informazione Henri Weber (PSE). (FR) Signor Presidente, poc anzi abbiamo ricevuto una delegazione dei lavoratori portuali che oggi hanno manifestato in massa in questa città. I rappresentanti sindacali hanno condannato le violenze commesse da qualche elemento isolato proprio qui a Strasburgo e nei confronti del Parlamento, ma hanno richiamato la nostra attenzione sui pericoli che comporta la direttiva sui servizi portuali per lo status dei lavoratori portuali, nonché per la qualità e la sicurezza dei servizi. Essi hanno chiesto ai parlamentari europei di respingere, come già accadde due anni fa, questa direttiva tanto inutile quanto nefasta nella votazione prevista in Parlamento. Il testo è nefasto e inutile, poiché, come ci è stato fatto notare dai lavoratori portuali, i servizi portuali europei sono i più competitivi al mondo e non è affatto necessario esacerbare la concorrenza nei nostri porti Laima Liucija Andrikienė (PPE-DE). (LT) Signor Presidente, quest anno si è aperto con una riunione urgente dei rappresentanti degli Stati membri sull approvvigionamento di gas dalla Russia. La crisi energetica tra Russia e Ucraina ha bruscamente risvegliato l Unione europea. La dipendenza del settore energetico comunitario dalla Russia, da cui provengono le forniture degli Stati membri per quote che vanno dal 50 al 90 per cento, da tempo è fonte di preoccupazione

3 16/01/ per i cittadini dell Unione europea e per tutti i cittadini dell Europa centro-orientale. Non è certo un segreto che il settore energetico comunitario sia tuttora gestito e disciplinato in modo che alcuni paesi membri spesso ottengano vantaggi a scapito di altri paesi e di altri Stati membri, in violazione dei loro interessi nazionali. Non è assolutamente giusto. Pertanto, in vista degli obiettivi della strategia di Lisbona e della crescente domanda di risorse energetiche, la invito, signor Presidente, ad attivarsi affinché sia approntata una politica energetica comunitaria uniforme, che quindi deve rientrare tra le priorità del programma della Commissione e del Parlamento Kyriacos Triantaphyllides (GUE/NGL). (EL) Signor Presidente, la scorsa settimana la Presidenza austriaca ha annunciato la fine del periodo di riflessione sulla Costituzione europea, esprimendo l intenzione di presentare una nuova proposta in occasione del Vertice di giugno. D altro canto, in Francia il ministro degli Interni Sarkozy ha proposto un metodo originale per rivedere il testo proposto: uno studio redatto da un gruppo di esperti che dovrebbero compiere una serie di visite nelle capitali europee per poi riunire le conclusioni in un breve testo da sottoporre ai parlamenti nazionali. Signor Presidente, richiamo la sua attenzione sul fatto che nessuna delle due proposte prevede alcuna consultazione della base, la quale dopotutto ha decretato la revisione del cammino intrapreso dall Unione Europea. A pochi mesi dal no olandese sarebbe opportuno valutare l esperienza acquisita per farne l uso migliore al fine di porre rimedio al deficit democratico che separa le Istituzioni dai cittadini. Le dichiarazioni sediziose e i processi antidemocratici, infatti, non conducono certo alla costruzione dell Unione europea dei cittadini Luis Yáñez-Barnuevo García (PSE). (ES) Signor Presidente, in Spagna un emittente radiofonica controllata dalla leadership cattolica si è lanciata in una campagna apologetica del franchismo e del colpo di Stato. L Unione europea si fonda sui valori della libertà e del pluralismo e in molti paesi è un reato negare l olocausto come anche l apologia del nazifascismo. In Spagna non è un reato difendere i crimini del franchismo, ma coloro che lo fanno meritano una condanna morale. Come ultimo esempio dell atteggiamento folle dell emittente radiofonica, vi dico che uno dei suoi sedicenti giornalisti si è fatto passare per il Presidente Zapatero per assicurarsi con l inganno un intervista con il nuovo Presidente boliviano Evo Morales. Spacciarsi per il Presidente è un reato punibile con dieci anni di reclusione negli Stati Uniti, ma noi non chiediamo sentenze detentive o la chiusura cautelativa dell emittente; chiediamo al Parlamento di pronunciare una condanna morale, magari dando ai responsabili una penitenza di cento Padre Nostro e cinquanta Ave Maria per i loro peccati Urszula Krupa (IND/DEM). (PL) Signor Presidente, in Polonia nel corso di un inchiesta è stato appurato che l autista responsabile dell incidente che ha causato la morte di sei persone, tra cui il nostro collega, onorevole Filip Adwent, aveva tracce di anfetamina nel sangue al momento dei fatti. Tale fattore avrebbe influito sulla sua capacità di controllare l autocarro che stava guidando. Faccio riferimento a questo tragico incidente alla luce della relazione recentemente pubblicata dall Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Dalla relazione emerge infatti che la tossicodipendenza è tra le principali minacce cui saremo chiamati a far fronte e tocca in particolare le giovani generazioni. Come abbiamo avuto modo di constatare, non sono solo i tossicodipendenti a correre rischi, ma l intera società. Quante persone ancora, sia tossicomani che vittime innocenti come il nostro collega, dovranno ancora morire prima che la Commissione europea, il Parlamento e i parlamenti nazionali reagiscano, varando una normativa rigorosa contro gli stupefacenti? Occorre una normativa severa in luogo dei testi promulgati sinora, che tutelano più il libero mercato del valore prezioso della vita umana. La relazione delinea proposte per incrementare l efficacia delle misure di prevenzione della tossicodipendenza, stabilendo anche norme molto rigide; rivolgendomi a tutti i legislatori, chiedo che queste proposte siano integrate sia nel diritto comunitario che negli ordinamenti nazionali Libor Rouček (PSE). (CS) Signor Presidente, la recente controversia tra Russia e Ucraina sulle forniture di gas naturale e l incessante rialzo dei prezzi del petrolio sono i sintomi della vulnerabilità dell Europa in relazione all approvvigionamento di queste risorse indispensabili. L Europa accresce sempre più la propria dipendenza dalle importazioni, che spesso provengono da regioni altamente instabili. Ad esempio, importiamo già il 60 per cento del fabbisogno petrolifero, e questa percentuale è destinata ad aumentare. E ormai evidente che nessuno Stato membro, a prescindere dalle dimensioni, sarà in grado di affrontare problemi di questo genere in futuro. Pertanto mi rivolgo nuovamente alla Commissione e al Consiglio europeo affinché imprimano un accelerazione alla proposta sulla politica energetica comune, che inoltre dovrebbe essere coordinata con la politica estera e di sicurezza comune. Non credo sia possibile continuare con la situazione attuale, visto che dipendiamo dalla buona volontà o

4 8 16/01/2006 meno di alcuni regimi autoritari o totalitari siti nei pressi della nostra regione Carlos José Iturgaiz Angulo (PPE-DE). (ES) Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del gruppo PPE- DE, deploro fortemente il fatto che il prossimo fine settimana l organizzazione terrorista Batasuna, ala politica e culla dei criminali dell ETA, intende tenere il suo congresso nei Paesi baschi. Come saprete, Batasuna è stata dichiarata illegale in Spagna e figura nella lista delle organizzazioni criminali dell Unione europea. Sarebbe quindi scandaloso se questa organizzazione tenesse il proprio congresso, poiché sarebbe un insulto allo Stato di diritto e alle libertà di uno Stato membro dell Unione europea, la Spagna. Sarebbe un atto indegno verso la democrazia in Europa, vorrebbe dire arrendersi alla logica dei terroristi dell ETA-Batasuna e soprattutto sarebbe un tradimento verso le vittime del terrorismo e un offesa alla loro memoria. Onorevoli colleghi, vi immaginate un congresso in Germania o in Austria di un partito illegale come il partito nazista? Vi immaginate se Al-Qaeda volesse tenere un congresso a New York? E impensabile. Ebbene in Spagna i terroristi per l ennesima volta si apprestano ad aggirare la legge. Negli ultimi giorni purtroppo l amministrazione nazionalista basca e il governo socialista spagnolo hanno reso dichiarazioni in cui lasciano intendere che stenderanno un tappeto rosso davanti a questi terroristi perché possano partecipare indisturbati all imminente congresso. Il Parlamento europeo deve condannare il congresso che l ETA-Batasuna vuole tenere e deve intervenire per garantire il pieno rispetto della legge sui partiti politici Richard Corbett (PSE). (EN) Signor Presidente, spero che lei invierà un messaggio di congratulazioni al Consiglio per la decisione di riunirsi pubblicamente da ora in avanti per le discussioni sulle normative in codecisione. Il Consiglio ha infatti accolto una richiesta avanzata ormai da tempo dal Parlamento europeo, e alla Presidenza britannica vanno le nostre congratulazioni per questa straordinaria conquista. La Presidenza britannica è stata una presidenza positiva per il Parlamento europeo anche per altri versi. In primo luogo ha accettato di riaprire le discussioni del Consiglio sulla comitatologia per conferire al Parlamento gli stessi diritti di scrutinio e di rinvio. In secondo luogo ha acconsentito a inserire le proposte sulla conservazione dei dati nella legislazione del primo pilastro, quindi in codecisione, invece di considerarla una soluzione intergovernativa ai sensi del terzo pilastro, come volevano alcuni governi. Infine, ha condotto in maniera esemplare i rapporti con il Parlamento: mai abbiamo avuto così tanti ministri in Aula, mentre il Primo Ministro Blair è intervenuto addirittura quattro volte. Mi auguro che la Presidenza austriaca faccia altrettanto. Non ha però cominciato con il piede giusto sul fronte istituzionale con l inopportuno attacco lanciato dal Cancelliere Schüssel contro la Corte di giustizia Georgios Karatzaferis (IND/DEM). (EL) Signor Presidente, diversi governi nazionali non accettano la funzione istituzionale del Parlamento europeo. Ritengono infatti che il Parlamento europeo si muova su un piano inferiore rispetto ai parlamenti nazionali. Che sia chiara una cosa: la nostra funzione, il nostro ruolo istituzionale è importante tanto quanto quello dei parlamenti nazionali. Il governo greco sta rivedendo la Costituzione. Ha coinvolto i partiti del parlamento nazionale, ma non quelli del Parlamento europeo. E una chiara mancanza di rispetto. Le chiedo pertanto di intervenire affinché i governi nazionali riconoscano il ruolo che si addice al Parlamento europeo, ossia un ruolo analogo a quello dei parlamenti nazionali. E inammissibile che il governo greco non accetti il nostro partito come interlocutore. Ricordo infatti che abbiamo ottenuto una percentuale del 4,5 per cento alle elezioni e il 6 per cento nei sondaggi di opinione. Molto probabilmente si sente minacciato dal nostro ascendente. Pertanto reclamiamo il diritto alla democrazia. Reclamiamo il diritto di coesistenza. La prego di mettersi in contatto con il Presidente del parlamento greco per fargli presente che questo atteggiamento è illecito e incauto Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE). (EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, celebriamo l Anno della mobilità. Per mobilità si intende un cambio di posto e di sede di lavoro. Affinché questo cambiamento possa verificarsi con successo, sono necessari alcuni strumenti, tra cui il più elementare è il plurilinguismo. Non comprendiamo quindi perché non sia tutelata la lingua del paese d origine dei cittadini europei che vivono in altri paesi dell Unione europea attraverso lezioni nella lingua madre sin dall asilo e dall età scolare, in modo che questo acquis possa essere mantenuto e sviluppato sia dal paese ospitante che dal paese d origine in tutta l Unione europea. Confido quindi che la Commissione europea rafforzerà l insegnamento della lingua madre dei lavoratori migranti Sarah Ludford (ALDE). (EN) Signor Presidente, mi unisco alla condanna pronunciata dall onorevole Flautre: è uno scandalo che la prigione di Guantánamo sia in essere ormai da quattro anni. Decine di cittadini comunitari sono ancora in stato di reclusione in tale carcere, tra cui alcuni elettori del mio

5 16/01/ collegio: Bisha al-rawi, Jamil al-banna e Omar Deghayes. L Unione europea deve esercitare pressioni in maniera unitaria e coesa sugli Stati Uniti come mai ha fatto prima. Sono detenuti in questo carcere anche cittadini di futuri Stati membri. Mi riferisco, in particolare, a cinque cittadini bosniaci e a un immigrato regolare che sono stati sequestrati da agenti statunitensi nel gennaio 2002, in violazione di ordinanze emesse da tribunali bosniaci, e sono stati tenuti in isolamento per due anni. Esorto il Primo Ministro bosniaco, Adnan Terzic, a chiederne il rilascio e a chiedere al contempo l incoraggiamento e il sostegno dell Unione europea in questo compito. Sempre nel contesto della cosiddetta guerra al terrore, è una vergogna che il governo britannico per un mese e mezzo abbia impedito l esame da parte del parlamento nazionale di una lettera del Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbours, in cui si esprimeva profonda preoccupazione per l eventuale adozione di alcune delle proposte sulla legislazione antiterrorismo da parte del parlamento britannico, benché fosse stata avanzata la richiesta esplicita che la lettera fosse portata all attenzione della Camera dei Lord. Ricordo in proposito che tutti sono tenuti a rispettare le direttive delle Nazioni Unite Jörg Leichtfried (PSE). (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, per la seconda volta dal 1995, data della sua adesione all Unione europea, tocca all Austria assumere la Presidenza di turno; pertanto le aspettative sono particolarmente elevate, soprattutto sul versante delle iniziative. Ho accolto con grande favore la notizia, giunta poco prima dell avvio della Presidenza austriaca, che finalmente erano stati aboliti alcune restituzioni alle esportazioni di animali vivi. Ora rivolgendomi direttamente alla Presidenza, la esorto con forza ad abolire tutte le sovvenzioni per le esportazioni di animali vivi nel più breve tempo possibile, mentre nel medio termine devono essere introdotte restrizioni sul trasporto di animali vivi in Europa per dimostrare che gli animali sono davvero al centro della tutela legislativa comunitaria. A tutt oggi, anche nei paesi membri dell Unione, animali di ogni tipo vengono trasportati o tenuti in condizioni terrificanti cito ad esempio il caso del rifugio italiano denunciato da un associazione animalista austriaca. Dobbiamo impedire che casi come questi possano ripetersi e dobbiamo attivarci con la massima urgenza María Esther Herranz García (PPE-DE). (ES) Signor Presidente, con grande irritazione da parte di qualcuno, a quanto pare, in Spagna vige la libertà di stampa da lungo tempo ormai. Mentre alcune emittenti radiofoniche s inventano attentati kamikaze, altre si adoperano per erogare un servizio di informazione serio. Grazie a COPE infatti so che il 29 novembre dell anno scorso il Presidente della Comunità autonoma di La Rioja le ha inviato una lettera, signor Presidente, in cui le chiede di impegnarsi per difendere attivamente la lingua spagnola a fronte della decisione della Commissione di ridurre del 33 per cento il numero dei traduttori e degli interpreti dallo spagnolo. La lettera è stata inviata al Presidente Zapatero, nonché al Commissario Almunia, ma nessuno di voi si è attivato per difendere lo spagnolo in questa particolare vicenda. Affinché lo spagnolo non sia discriminato rispetto alle lingue di altri paesi dell Unione, le chiedo di intervenire a favore della lingua che io e lei condividiamo, ricordandole altresì che lei è stato eletto in questo consesso grazie a una lista spagnola Presidente. E naturale che sia stato eletto grazie a una lista spagnola. Come lei sai, avrei potuto presentarmi in qualsiasi lista di qualsiasi paese membro. Ma non credo, onorevole Herranz García, che lo spagnolo sia stato in alcun modo screditato in quest Assemblea. Se lei è a conoscenza di casi specifici per cui si richiede il mio intervento, la prego di indicarmeli; ma non credo che si possa affermare che la lingua spagnola sia stata sottovalutata, insultata o trascurata nel Parlamento europeo Eluned Morgan (PSE). (EN) Signor Presidente, finora il Parlamento ha varato 84 direttive attinenti alla strategia di Lisbona; 63 avrebbero dovuto essere attuate entro il 1 giugno 2005, ma solo 13 hanno trovato piena applicazione in tutti gli Stati membri. La direttiva in materia di biocarburanti avrebbe dovuto essere attuata entro la fine del 2004, ma la Commissione non ha ancora ricevuto alcuna notifica di recepimento dai seguenti Stati membri: Estonia, Grecia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. La strategia di Lisbona si trova in cattive acque proprio a causa degli Stati membri che non recepiscono le normative. Signor Presidente, le chiedo di scrivere alla Commissione, a nome del Parlamento, affinché ci vengano date delucidazioni sulle iniziative che l Esecutivo ha messo in atto per accelerare l attuazione della direttiva sui biocarburanti e sulle azioni avviate contro gli Stati membri che non attuano la strategia di Lisbona e non le conferiscono la dovuta importanza Presidente. La ringrazio molto, onorevole Morgan, riferirò alla Commissione che presenterà le nuove proposte sulla strategia di Lisbona proprio alla prossima Conferenza dei presidenti. Sarà una buona occasione per i gruppi politici che potranno richiamare l attenzione sull argomento che lei ha messo in evidenza con il suo intervento Inés Ayala Sender (PSE). (ES) Signor Presidente, la prego, mi consenta di precisare all Assemblea che la decisione sulla richiesta di tenere la riunione di cui ha parlato prima l onorevole Iturgaiz al momento è nelle mani del sistema giudiziario spagnolo e quindi spetta al pubblico ministero e al giudice deliberare in materia; in linea con le consuetudini di un paese in cui vige

6 10 16/01/2006 pienamente lo Stato di diritto, come la Spagna, il sistema giudiziario è indipendente e seguirà ovviamente la procedura dibattuta e approvata dal parlamento spagnolo; pertanto la decisione è pienamente democratica. Infine, desidero solo evidenziare che il Parlamento tradizionalmente sostiene i processi finalizzati alla pace e all eradicazione della violenza. Speriamo e crediamo che continuerà a seguire tale prassi Jules Maaten (ALDE). (NL) Signor Presidente, i recenti casi di influenza aviaria contratta da esseri umani in Turchia dimostrano che il rischio di pandemia si è accresciuto ed ora il parlamento olandese ha stabilito a maggioranza che sarebbe utile introdurre tappeti disinfettanti negli aeroporti. Benché il Ministro Veerman abbia respinto la proposta, sostenendo che dovrebbe essere una misura a livello europeo, personalmente approvo l iniziativa del parlamento olandese. Il ministro ha giustamente affermato che sarebbe meglio disciplinare questioni simili a livello comunitario. Però nei dibattiti sull influenza aviaria a livello europeo si presenta sempre lo stesso problema: pur essendo tutti animati dalle migliori intenzioni, nel caso in cui venisse il momento di agire, la Commissione non potrà mai essere in grado di intervenire entro 24 ore in caso di crisi. In secondo luogo, sulla stampa belga e britannica è scoppiata una polemica sul grado di preparazione delle imprese in caso di pandemia; aggiungo che a questo punto sarebbe opportuno chiedersi fino a che punto siano preparate le Istituzioni europee, compreso il Parlamento. Non sussiste assolutamente alcuna ragione per farsi prendere dal panico, ma se la pandemia comportasse restrizioni agli spostamenti, potremmo risentirne anche noi, ovviamente, e mi chiedo se questo aspetto sia mai stato considerato Gerard Batten (IND/DEM). (EN) Signor Presidente, la proposta definitiva del Presidente Barroso sulle prospettive finanziarie per il periodo contiene alcuni aspetti contraddittori che mi accingo a illustrare. Nel considerando n. 4 si afferma che: l importo complessivo massimo di spesa... per il periodo è di milioni di euro e che tutti gli importi sono espressi in base ai valori del 2004, ma che saranno apportati aggiustamenti automatici secondo l inflazione. Lo sconto per il Regno Unito, ai sensi del paragrafo 78, è qualificato come segue: Nel periodo il contributo aggiuntivo del Regno Unito non può superare i 10,5 miliardi di euro. Questi due paragrafi sembrano essere in conflitto e innescano il dubbio che i 10,5 miliardi siano soggetti all aggiustamento tecnico annuale automatico in funzione dell inflazione. In tal caso il costo extra sarebbe alquanto sostanziale. I voti del parlamento britannico sono espressi in sterline e non sono soggetti ad aggiustamenti automatici a seconda dell inflazione. Quanto esattamente l Unione europea si aspetta che i contribuenti britannici paghino? Tutto ciò è lecito? Csaba Sándor Tabajdi (PSE). (HU) Signor Presidente, i gruppi politici del Parlamento europeo hanno discusso la decisione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005 e l hanno bocciata. Le critiche espresse sono per molti aspetti giustificate. Nel contempo, però, ammonisco l Assemblea a non gettare via il bambino con l acqua sporca. Sono stati raggiunti numerosissimi accordi sulle norme in materia di uso dei fondi, che hanno avuto un accoglienza positiva nei dieci nuovi Stati membri. I punti su cui non è stato raggiunto un accordo in seno al Parlamento europeo vertono sull IVA non rimborsabile, sull applicazione della norma n+3 per il Fondo di coesione, sull ammissibilità di progetti misti, sull uso di risorse private e sull assistenza per la ristrutturazione delle abitazioni. Sono temi molto importanti per i nuovi Stati membri e vi esorto quindi a non pregiudicare i loro interessi nel corso del dibattito parlamentare Marios Matsakis (ALDE). (EN) Signor Presidente, desidero informare i colleghi in merito a un fatto estremamente spiacevole che mi è successo nel periodo delle scorse festività. La vigilia di capodanno sono stato sequestrato a Nicosia dalle forze di occupazione turche, accusato di aver oltrepassato la linea di demarcazione imposta a Cipro dopo l invasione del 1974 e controllata dall esercito turco. Sono stato fortunato ad essere stato arrestato e non ucciso: le guardie turche hanno infatti l ordine di sparare a chiunque sia avvistato nei pressi di tale linea. Diversi civili hanno già perso la vita in questo modo negli ultimi anni. In seguito sono stato tenuto in carcere per tre giorni nella parte settentrionale di Cipro occupata dalla Turchia in condizioni atroci; alle Nazioni Unite, ai miei familiari e al rappresentante del Parlamento europeo è stato negato il permesso di farmi visita. Sono comparso due volte, ammanettato, dinanzi a un tribunale militare turco e una volta dinanzi a un tribunale civile illegale nel settore di Nicosia sotto l occupazione turca. Alla fine sono stato rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di oltre euro e sono stato convocato dalla magistratura di occupazione per il 20 gennaio; altrimenti sarà emesso un mandato di arresto a mio carico. Qualora dovessi risultare colpevole, rischio una condanna a tre anni di reclusione Presidente. Questa mattina stessa ho firmato una lettera a lei indirizzata in risposta a quanto mi ha riferito sulla vicenda Bogusław Rogalski (IND/DEM). (PL) Signor Presidente, desidero attirare l attenzione dell Assemblea sulle violazioni dei diritti umani perpetrate da funzionari e tribunali tedeschi. Il problema investe i cittadini polacchi che sono stati sposati a cittadini tedeschi, ma

7 16/01/ che ora sono divorziati e vengono trattati come se fossero pedofili. I tribunali invariabilmente assegnano la custodia dei figli al genitore tedesco e danno per scontato che la lingua e la cultura tedesche siano superiori alla lingua e alla cultura polacche. Germanizzazione precoce e figli di discendenza tedesca erano termini utilizzati a Norimberga dai criminali incaricati della germanizzazione dei bambini polacchi. Frasi simili vengono usate oggi dai funzionari del Jugendamt, l Ufficio tedesco per la tutela dell infanzia e della gioventù, per giustificare i divieti imposti ai cittadini polacchi di incontrare i propri figli. Benché tali incontri poi si verifichino in pratica, è severamente proibito usare la lingua polacca e ai bambini viene instillata l idea che qualsiasi cosa associata alla lingua polacca sia inferiore. Il Jugendamt sostiene che la lingua polacca abbia un influenza negativa sull educazione dei bambini; e tali presupposti sono assolutamente razzisti. Nel corso della sua storia la Polonia ha già subito un sistema d istruzione tedesco in cui si proclamava la superiorità della Germania rispetto alle altre nazionalità. E questo il concetto di rispetto dei diritti umani in Germania? Queste prassi violano uno dei principi fondamentali dell Unione europea, ossia la promozione della diversità linguistica e culturale dei suoi cittadini Bogusław Liberadzki (PSE). (PL) Signor Presidente, desidero ritornare sul tema della manifestazione di oggi dei lavoratori portuali contro la proposta di direttiva sull accesso ai servizi portuali. A tale manifestazione partecipano lavoratori portuali sia dei vecchi che dei nuovi Stati membri. In qualità di rappresentante della Pomerania occidentale, una regione polacca in cui vi sono i porti di Stettino e di Świnoujście, e in sintonia con il mio gruppo politico, mi oppongo alla proposta di direttiva di cui l Assemblea discuterà prossimamente. Rilevo inoltre che stanno accadendo fatti assai strani in seno alla Commissione. Benché vi sia uno scarso sostegno pubblico per la proposta, che era già stata bocciata dal Parlamento nella precedente legislatura, e benché non sussistano prove convincenti che un regolamento di questo genere rappresenti la soluzione giusta, la proposta è stata ripresentata all ultimo momento. Spero fermamente che la Commissione in carica e il Commissario Barrot in particolare non ripeteranno lo stesso errore quando sarà la volta di altri comparti economici Glyn Ford (PSE). (EN) Signor Presidente, richiamo l attenzione del Parlamento sulla deplorevole situazione in cui versano i lavoratori migranti nell Unione e sulla condizione d incertezza giuridica in cui spesso si trovano. Non sto parlando degli immigrati clandestini o economici, ma di lavoratori regolari provenienti da Stati membri dell Unione, sia dai vecchi che dai nuovi, che nella mia regione sono prevalentemente portoghesi e polacchi. Prendo ad esempio la situazione nel mio paese, ma è la stessa in tutta l Unione europea. Nel Regno Unito vige un sistema di registrazione dei lavoratori in virtù del quale è possibile registrarsi versando 70 sterline, ossia circa 100 euro, e dopo un anno matura il diritto a ricevere prestazioni sociali. Per registrarsi, queste persone devono richiedere il codice di assicurazione nazionale. Si crea però una situazione senza uscita: per ottenere il codice bisogna prendere appuntamento, ma spesso l ufficio non risponde al telefono; quindi non è possibile prendere appuntamento, non è possibile ottenere il codice e non è possibile registrarsi come lavoratori, non è possibile garantirsi una base giuridica per il proprio lavoro e non è possibile ottenere tutela e prestazioni sociali Panagiotis Beglitis (PSE). (EL) Signor Presidente, martedì 12 gennaio a Creta, precisamente a Rethymnon, si è svolta una grande manifestazione contro il razzismo e la xenofobia a seguito dell omicidio di un giovane lavoratore immigrato albanese. Tra pochi giorni a Barcellona si terrà una manifestazione contro il razzismo nello sport, in particolare negli stadi di calcio, un fenomeno che sta assumendo proporzioni allarmanti. Signor Presidente, le propongo di prendere l iniziativa presso la Presidenza austriaca e presso la Commissione, suggerendo che il Consiglio di primavera, previsto in marzo, discuta di una strategia integrata per contrastare il razzismo e la xenofobia attraverso misure e politiche a breve e a lungo termine. Sarebbe un iniziativa simbolica e al contempo concreta per fondere le politiche sullo sviluppo economico e per la lotta alla disoccupazione e alla povertà con le politiche contro il razzismo e la xenofobia Pedro Guerreiro (GUE/NGL). (PT) Signor Presidente, la ringrazio di avermi dato la possibilità di rendere omaggio in quest Aula ai lavoratori portuali, di cui fanno parte anche un centinaio di lavoratori portoghesi, che oggi stanno manifestando dinanzi al Parlamento e hanno altresì inscenato dimostrazioni in diversi paesi membri. I lavoratori portuali lottano, tra l altro, per la tutela del lavoro, per la sicurezza sul lavoro, per le qualifiche professionali, per i contratti collettivi di lavoro e per i diritti sindacali. Di conseguenza, chiedono che la direttiva sui servizi portuali sia bocciata; il testo era già stato respinto dal Parlamento, eppure è stato inspiegabilmente ripresentato dalla Commissione. Chiedo quindi al Parlamento di adempiere al proprio dovere e di respingerlo nuovamente Ryszard Czarnecki (NI). (PL) Signor Presidente, anch io sottoscrivo le obiezioni sollevate dall onorevole Liberadzki in merito alla direttiva sui servizi portuali,

8 12 16/01/2006 anche se avrei preferito che questa battaglia si combattesse con le parole invece che con le pietre. Oggi infatti sono stati gravemente feriti due poliziotti francesi. Intervengo, però, per parlare di un altra questione. La recente crisi del gas tra Ucraina e Russia ha messo in luce la necessità di varare una politica energetica comune. Sono enormi i rischi insiti in una situazione in cui i singoli Stati membri assumono provvedimenti di propria iniziativa con l unico scopo di accrescere la propria sicurezza energetica, ossia l approvvigionamento di gas, petrolio ed elettricità. Ne discende quindi che occorre una cooperazione autentica e bisogna istituire misure armonizzate in questo settore. Non mi riferisco però a una standardizzazione eccessiva e iperburocratica, vorrei invece che trovasse espressione concreta il concetto di comunità di Stati membri che condividono obiettivi e sfide comuni. Le misure economiche che risultano fondate e opportune a livello nazionale devono essere viste sullo sfondo di un più ampio contesto politico, geopolitico e dal punto di vista della sicurezza energetica. Questo compito investe anche il Parlamento europeo, e quindi mi compiaccio del fatto che il Presidente dell Assemblea abbia deciso di inserire all ordine del giorno le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione Presidente. Onorevole Czarnecki, la sua proposta sarà presa in esame. Stamani ho ricevuto alcuni rappresentanti dei lavoratori e ho chiesto loro di mettere fine alle azioni che stanno inscenando intorno al Parlamento. La delegazione dei lavoratori portuali, in rappresentanza dei dimostranti, ha convenuto come me sulla necessità assoluta di prevenire atti di natura violenta e sono certo che stanno facendo del loro meglio per controllare i loro uomini. Non è mai facile, poiché, lo sappiamo per esperienza, tutte le organizzazioni hanno la propria parte di rivoltosi. La discussione è chiusa Omofobia in Europa Presidente. L ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissione sull omofobia in Europa Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione. (FR) Signor Presidente, la competenza comunitaria sulle misure atte a contrastare le discriminazioni, in particolare le discriminazioni sulla base dell orientamento sessuale, si fonda sull articolo 13 del Trattato. D altro canto, la Commissione tiene a precisare che il divieto contro questo genere di discriminazioni è esplicitamente sancito dall articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali. Su tale base l Esecutivo, nell ambito della propria sfera di competenza, si adopera e continuerà ad adoperarsi strenuamente per contrastare l omofobia. La lotta contro le discriminazioni basate sull orientamento sessuale rappresenta infatti un elemento essenziale per combattere il fenomeno. La direttiva 2000/78/CE, che spiana la strada a un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e che tratta tutti i tipi di discriminazione di cui all articolo 13, costituisce un esempio concreto di intervento e la Commissione veglia e continuerà a vegliare affinché il testo trovi espressione concreta negli Stati membri. La Commissione è altresì consapevole del fatto che l azione legislativa deve essere sorretta da altre iniziative tese a contrastare le discriminazioni di fatto, le consuetudini umilianti, i pregiudizi e gli stereotipi. Consentitemi di rammentarvi due interventi concreti attuati dalla Commissione. Il primo intervento è una campagna d informazione, avviata nel 2003, dal titolo Per la diversità. Contro la discriminazione, che è attualmente in corso e mira a promuovere un immagine positiva della diversità oltre a informare l opinione pubblica in merito alle leggi contro le discriminazioni. Le organizzazioni per la difesa dei diritti degli omosessuali sono state coinvolte nella campagna, e sono quindi sorte molte altre iniziative, come la campagna d informazione e di sensibilizzazione dell opinione pubblica sulle discriminazioni contro gli omosessuali. Il secondo intervento si inserisce nel quadro della recente proposta volta a proclamare il 2007 l Anno europeo delle pari opportunità per tutti. Gli obiettivi saranno quelli di informare la gente in merito ai propri diritti, di promuovere la diversità come punto di forza e come opportunità per l Unione, oltre che a porre enfasi sulla parità di opportunità per tutti nella vita economica, sociale, culturale e politica. Secondo la Commissione, le organizzazioni per la lotta contro le discriminazioni basate sull orientamento sessuale potranno ampiamente attingere a questa iniziativa. Resta tuttavia il fatto che l Unione e la Commissione possono intervenire unicamente nel quadro dei poteri conferiti loro dal Trattato. Ad esempio, la Commissione può avviare una procedura di infrazione contro uno Stato membro, ma solamente se viene ravvisata una violazione dei diritti fondamentali nell ambito della legislazione comunitaria. Al di fuori delle competenze comunitarie, spetta agli Stati membri prendere le misure necessarie per contrastare l omofobia. In ogni caso, a prescindere dall ambito di competenza comunitario o nazionale, la Commissione condanna nella maniera più assoluta tutte le manifestazioni o espressioni riconducibili all omofobia PRESIDENZA DELL ON. MAURO Vicepresidente

9 16/01/ Alexander Stubb, a nome del gruppo PPE-DE. (EN) Signor Presidente, in primo luogo ringrazio tutti i gruppi politici che si sono impegnati nella stesura della risoluzione. Un encomio particolare va agli onorevoli Cashman, in t Veld e Romeva i Rueda per il lavoro che hanno svolto. A titolo personale e a nome del mio gruppo mi preme porre l accento su tre temi in particolare. In primo luogo, la risoluzione non verte tanto sull omosessualità, quanto sull omofobia, un problema che, a nostro avviso, tocca i diritti umani; è infatti inconcepibile che una persona possa essere oggetto di pestaggi a causa del suo orientamento sessuale. Conveniamo tutti sul fatto che resta ancora molto da fare in tutti gli Stati membri e all interno delle Istituzioni. Bisogna infatti esercitare forti pressioni. Il Commissario Frattini ha fatto riferimento all articolo 13 del Trattato e all articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali, sui quali sono d accordo; in questo caso, però, l importante è fare in modo che gli Stati membri mettano in atto i disposti dei suddetti articoli. E infatti proprio questo il vero motivo del dibattito di oggi: fare in modo che gli Stati membri si conformino. La seconda questione tocca i due problemi riscontrati nella lotta contro l omofobia. Il primo verte sulle difformità negli ordinamenti degli Stati membri. Conosciamo tutti, infatti, i problemi legati alla libera circolazione: ad esempio, se una coppia viene riconosciuta nei Paesi Bassi, non è riconosciuta e non gode degli stessi diritti sociali o di altra natura in Italia, ad esempio. Il secondo problema suscita preoccupazione in molti Stati membri non voglio additarne alcuno in particolare. Mi riferisco ai ben noti problemi derivanti dai crimini e dalle discriminazioni innescate dall odio. Va inoltre ricordato che il fenomeno non riguarda solamente l orientamento sessuale, ma anche l identità e l espressione di genere. Infine e mi spingo un poco oltre l argomento in discussione dobbiamo ricordare che vi sono ancora 75 paesi in cui l omosessualità è illegale e 9 paesi in cui è punita con la pena di morte. Dobbiamo assolutamente porre fine a situazioni del genere. (Applausi) Martine Roure, a nome del gruppo PSE. (FR) Signor Presidente, l Europa in effetti poggia su principi assoluti: uguaglianza, tolleranza e umanesimo. Questi fondamenti non ammettono eccezioni; sono principi che vanno semplicemente applicati e che le autorità devono difendere a tutti i costi allorché vengono intaccati. Sono stati lanciati anatemi contro alcuni nostri concittadini e sono venute alla luce vere e proprie discriminazioni. Questa situazione abominevole raggiunge l apice con i casi di pestaggio che in diversi Stati membri hanno provocato la morte di diverse persone. Che colpa hanno le vittime di questi atti ignobili? Nessuna. Hanno solo un orientamento sessuale diverso, sono omosessuali e quindi il testo che ci è stato presentato, oggetto del dibattito di stasera, rappresenta un gesto importante. Votando a favore della risoluzione, affermiamo a chiare lettere che vogliamo porre fine alla differenza di trattamento inflitta agli omosessuali sul suolo dell Unione e vogliamo che vengano loro garantiti gli stessi diritti. Insistiamo su questo punto: le leggi devono essere le stesse per tutti. Infine chiediamo solennemente di porre fine alle dichiarazioni omofobe che istigano l odio, soprattutto quando queste condanne vengono pronunciate dalle più alte autorità dello Stato. Queste autorità, infatti, sono garanti della parità di trattamento tra tutte le persone. E nostro dovere garantire i diritti fondamentali di tutti, come prevede l articolo 13 del Trattato. E questo il nostro concetto comune di democrazia e l essenza dei nostri valori. E necessario vigilare costantemente. La lotta contro l omofobia, se necessario, deve essere condotta avvalendosi di disposizioni legislative, che peraltro sono già in vigore in diversi Stati dell Unione. L Europa dei 25 è sinonimo di fraternità e uguaglianza. Sradichiamo allora sul nascere i germi malsani che ogni tanto affiorano nei vari paesi! Abbiamo il dovere di resistere contro l odio e il rifiuto dell altro. Oggi non posso esimermi dal citare le parole del pastore Niemöller, partigiano tedesco: Prima vennero ad arrestare i comunisti, ma io non ero comunista e non dissi nulla. Poi vennero ad arrestare gli zingari, ma io non ero uno zingaro e non dissi nulla. Poi vennero ad arrestare gli ebrei, ma io non ero ebreo e non dissi nulla. Poi vennero ad arrestare me, ma non c era più nessuno che potesse levarsi a difendermi. Grazie. (Applausi) Sophia in t Veld, a nome del gruppo ALDE. (NL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, in un epoca segnata da una crescente intolleranza, il Parlamento ha trasmesso a stragrande maggioranza un segnale molto chiaro, e ce ne rallegriamo. Troppo spesso l omofobia viene giustificata usando il paravento di altri diritti fondamentali, ossia la libertà di culto e la libertà di opinione. Alcuni Stati membri si nascondono dietro il principio di sussidiarietà per legittimare le discriminazioni e, con tutto il dovuto rispetto, signor Commissario, persino la Commissione spesso accampa pretesti pusillanimi per volgere lo sguardo altrove. Mi aspetto che l Esecutivo difenda con fermezza i diritti fondamentali di tutti i cittadini europei, a prescindere dal luogo in cui vivono, dovere assolto anche dal Parlamento. I diritti fondamentali non hanno nulla a che vedere con la sussidiarietà. Sono inalienabili e hanno natura universale per tutti i cittadini dell Unione. Le dichiarazioni solenni e l indignazione morale, tuttavia, non sono sufficienti; sono necessarie ma, come indicato nella risoluzione comune, devono essere accompagnate da una serie di altri fattori. Non dobbiamo

10 14 16/01/2006 infatti investire solamente nell informazione e nell istruzione, ma dobbiamo altresì migliorare la posizione giuridica degli omosessuali. Visto che sono in tema, reitero per l ennesima volta e vorrei che il Commissario mi indicasse se sono in corso dei lavori in proposito l esigenza della cosiddetta direttiva orizzontale che vieti tutte le forme di discriminazione, non solo sul posto di lavoro, ma ovunque. Inoltre è scandaloso che alcuni Stati membri non abbiano ancora riconosciuto pienamente il fatto che gli omosessuali furono il bersaglio del regime nazista. Spero che la Presidenza austriaca sottoporrà la questione agli Stati membri in seno al Consiglio in modo da riconoscere che gli omosessuali sono stati vittima dei nazisti. Infine vorrei sapere quando la Commissione darà finalmente corso alle ripetute richieste che le sono state rivolte, presentando proposte volte a rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione delle persone a beneficio delle coppie omosessuali sposate. E inammissibile che cittadini europei, una volta varcato il confine, perdano i propri diritti a causa del loro orientamento sessuale, tra cui anche i diritti di proprietà, i diritti pensionistici, la previdenza sociale e persino la custodia dei figli. Vorrei che la Commissione indicasse le proposte che intende presentare, come richiesto dal Parlamento europeo già nell ottobre (Applausi) Kathalijne Maria Buitenweg, a nome del gruppo Verts/ALE. (NL) Signor Presidente, signor Commissario, oltre un anno fa il Presidente della Commissione Barroso intervenne in plenaria a seguito delle dichiarazioni rese da Rocco Buttiglione, l allora candidato alla carica di Commissario, in cui il Presidente fece una serie di promesse precise. Mi sono presa la briga di rileggere quel discorso. La lotta alle discriminazioni e le pari opportunità figuravano tra le priorità della sua Commissione, un gruppo di Commissari sarebbe stato incaricato di monitorare tutti gli interventi e le principali iniziative dell Esecutivo in materia. In questo modo, si sarebbe creata una forza trainante a livello politico. A questo punto chiedo alla Commissione quali sono i risultati conseguiti da questo gruppo di lavoro nell arco di un anno, poiché il deludente elenco compilato dal Commissario Frattini non rende affatto giustizia a questo enorme impegno e resta ancora moltissimo lavoro da fare. Come ha già detto l onorevole in t Veld, è inammissibile che, nel momento stesso in cui vigono norme europee contro le discriminazioni sulla base del colore della pelle, ad esempio quando si prende in affitto una casa, gli omosessuali si trovino ancora in un limbo legislativo. Perché il diritto alla parità di trattamento, a prescindere dall orientamento sessuale, si limita al mercato del lavoro? In Polonia sono state vietate diverse manifestazioni a favore della libertà e sembra proprio che le autorità intendano ostacolare l emancipazione degli omosessuali nel paese. Il mio gruppo nutre preoccupazione per questo caso come pure per una serie di vicende analoghe verificatesi in Lettonia e in Lituania nonché in altri paesi. E preoccupante che i gruppi politici spesso non osino parlare di questo tema. Si pensi ai liberali, ad esempio. Quando si discute dell inefficienza della spesa in merito alle sovvenzioni europee, insistono nel nominare i colpevoli, ma quando si parla di valori europei elementari, nessuno dice una parola; è un atteggiamento sbagliato. Spero quindi che i singoli deputati voteranno a favore degli emendamenti, in modo che si possa affrontare la questione nel suo complesso. (Applausi) Jan Tadeusz Masiel (NI). (PL) Signor Presidente, anch io mi oppongo alle discriminazioni perpetrate sulla base dell orientamento sessuale, ma dovremmo essere cauti prima di concedere altri diritti agli omosessuali. Sono molto lieto che oggi si stia svolgendo questo dibattito. I diritti degli omosessuali devono essere difesi in ogni sede possibile. Non è poi da molto che l omosessualità è stata cancellata dall elenco delle patologie dell OMS. Ovviamente sono completamente d accordo al riguardo, ma non sono certo che sia una buona idea legalizzare le unioni omosessuali. Forse queste unioni vanno sostenute per quel che riguarda le normative sull eredità, ma non bisogna consentire alle coppie omosessuali di adottare dei figli. E disgustoso, indecente e scandaloso; non esistono studi psicologici che attestino la normalità di una situazione del genere. (Applausi) Konrad Szymański, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, è innegabile che in Europa si sia creata una situazione in cui gli omosessuali subiscono violenza e oltraggi ad opera dei servizi di polizia. Lo sappiamo dalle notizie che ci giungono su vicende di questo genere. Tuttavia, non posso fare a meno di pensare che questa discussione non sia in larga misura una perdita di tempo. Reputo infatti che sarebbe veramente il caso di dare le giuste proporzioni a questo rovente dibattito, evitando di soccombere all isterismo quando si parla della situazione degli omosessuali in Europa. Isteria infatti è l unico termine che si addice a resoconti che dipingono un quadro composto da movimenti di resistenza, arresti e guerriglia. L onorevole Roure ce ne ha appena dato un bell esempio nel suo intervento.

11 16/01/ Vorrei richiamare l attenzione dell Assemblea su due fatti. In primo luogo, la violenza contro gli omosessuali rappresenta solo una piccola parte della violenza endemica che caratterizza la nostra società, un problema che investe tutti gli Stati membri. Ne abbiamo avuto un esempio oggi e ne abbiamo visti altri alcuni mesi fa in Francia. Si tratta solo di un aspetto di un problema molto più ampio. Un altro aspetto della questione è che tutti gli Stati membri, sia vecchi che nuovi, hanno le proprie istituzioni. E ormai evidente che tali istituzioni, ovvero i tribunali, i difensori civici e persino l opinione pubblica sono in grado di assicurare una tutela efficace ai diritti delle minoranze. Se dovessimo considerare questo dibattito da una prospettiva giuridica, ci scontreremmo con una ridda di problemi e di ostacoli derivanti dai Trattati. Fortunatamente non possiamo farci nulla. In Europa non esiste un consenso sull eventualità di emendare i Trattati per conferire competenze all Unione europea su temi fondamentali come il riconoscimento delle unioni omosessuali e le implicazioni che ne derivano al di fuori dei confini degli Stati membri che le hanno autorizzate. Ne discende quindi che non sussiste alcuna ragione per cui l Unione europea debba essere coinvolta in tematiche quali l omofobia. Se lo facessimo, saremmo comunque chiamati a pagarne le conseguenze. Infatti risulterebbe compromessa la credibilità del processo d integrazione, che da alcuni peraltro viene già strumentalizzato come arma ideologica. (Applausi) Barbara Kudrycka (PPE-DE). (PL) Signor Presidente, a mio parere è legittimo chiedersi se l approccio dell onorevole Buitenweg al tema dell omofobia in Europa debba avere l avvallo dei politici. Abbiamo forse il diritto di imporre il nostro modo di pensare agli elettori, o di dire loro come debbano affrontare il problema della sessualità e delle minoranze sessuali? Sono convinta che la sessualità sia una questione privata di ogni persona e che tutti debbano viverla a seconda della propria morale, religione e cultura e in armonia con le consuetudini locali. Il Parlamento europeo pertanto non può darsi l obiettivo di creare un consenso generale in Europa per l omosessualità, e non deve nemmeno aspettarselo. Non dobbiamo dimenticare infatti che, se alcuni paesi europei sono più tolleranti, altri hanno norme sociali più conservatrici. Purtuttavia gli omosessuali vengono assaliti e picchiati anche nei paesi più tolleranti, come i Paesi Bassi e la Francia. Basti pensare al caso dell omosessuale Sebastian Nouchet, che in Francia è stato cosparso di benzina e poi dato alle fiamme. Se dovessimo discutere di queste vicende, allora dovremmo concentrare l attenzione sul modo di prevenire l escalation dell odio omofobico. Tuttavia, potremo riuscire nel nostro intento solo se sapremo tracciare una netta linea di separazione tra il diritto a una vita sessuale privata e la violazione del diritto di mostrare tale sessualità. Desidero quindi far presente che le minoranze che sentono l esigenza di mostrare la propria diversità sono ovviamente libere di farlo. Nessuna minoranza può essere discriminata per questa ragione. In Polonia, infatti, è stato istituito un intero sistema di organi giudiziari e costituzionali, tra cui anche il difensore civico, proprio per proteggere questa libertà e per garantire il rispetto della legislazione comunitaria. I divieti imposti sulle manifestazioni omosessuali non celano altri intenti. Per concludere, desidero sottolineare che la legge deve andare a beneficio sia delle maggioranze che delle minoranze sessuali. (Applausi) Michael Cashman (PSE). (EN) Signor Presidente, desidero dar voce alla mia delusione per la dichiarazione resa dal Commissario Frattini, che era più una ripetizione che una dichiarazione. Signor Commissario, sappiamo che lei e la Commissione avete a cuore il problema, ma l Esecutivo deve essere giudicato per le sue azioni. Devono essere avviate procedure di infrazione contro gli Stati che non recepiscono o che non attuano le direttive specifiche già in vigore in altri Stati membri. Convengo sulla necessità di attuare interventi di sensibilizzazione e di educazione, ma di per sé queste iniziative non bastano. L Assemblea attende una proposta di direttiva orizzontale sulle tematiche razziali ed etniche, come promesso dal Presidente Barroso. Mi hanno rattristato alcuni interventi di oggi pomeriggio. Si sta parlando di parità, non della promozione dell omosessualità. Si tratta di assicurare agli omosessuali gli stessi diritti e la parità che per altri costituiscono la normalità più assoluta. Io sono gay. Sono omosessuale, nato da persone comuni. A causa di questo fatto, alcuni vogliono privarmi del diritto di parlare della mia sessualità, di festeggiare i 22 anni della mia relazione sentimentale e di essere parte di una comunità più ampia. Alcuni mi insultano, mi privano dei miei diritti democratici e usano parole di odio contro di me. Potrei decidere di prendere parte alla sfilata del Gay Pride, ma tale manifestazione rischia di essere vietata. Perché? Perché la società prova disagio per l idea che ha della mia vita sessuale. E un pregiudizio diffuso. In che senso si può parlare di moralità? Dov è la moralità negli inni e nella promozione delle discriminazioni e dell odio, che talvolta si celano dietro lo schermo e il pretesto della religione o del credo religioso? Rivolgendomi al Commissario Frattini e all intera Commissione, nonché all Assemblea, devo lanciare un monito: se non facciamo nulla dinanzi ai casi di persone che vengono picchiate a morte, insultate e discriminate, allora diventiamo conniventi e complici dei pestaggi, dei

12 16 16/01/2006 discorsi traboccanti di odio, della diffamazione e dei maltrattamenti. Anche nel Regno Unito, dove si sono compiuti enormi progressi, appena prima di Natale un giovane è morto per i calci che gli sono stati inferti solo perché era omosessuale. Se l Assemblea rimane inerte, allora si rende complice di ogni singolo colpo sferrato contro quella persona e contro ogni altro uomo o donna omosessuale nell Unione Europea. Il fatto stesso che abbia dovuto rendere una dichiarazione del genere in seno al Parlamento europeo rende questo momento estremamente triste. (Applausi) Sarah Ludford (ALDE). (EN) Signor Presidente, devo riconoscere che, come ha detto l onorevole Cashman, anche nel mio collegio elettorale londinese continuiamo ad assistere a pregiudizi e reati a sfondo omosessuale. Recentemente un omosessuale è stato ucciso solo a causa di un pregiudizio omicida. Alcuni anni fa venne alla luce il caso di uno psicopatico che effettuava attentati dinamitardi nell intento di uccidere specificatamente i clienti gay di un bar. Dei suoi attentati, però, ovviamente sono state vittime anche altre persone. La discussione verte tuttavia primariamente sull odio e sui pregiudizi tra persone. L aspetto più scioccante in relazione ai recenti sviluppi verificatisi in alcuni Stati membri è la brutale intolleranza delle autorità: il divieto delle sfilate del Gay Pride, il linguaggio polemico utilizzato persino da primi ministri, la polizia che non protegge le manifestazioni, e via dicendo. Occorre una legislazione europea che vieti i reati determinati dall odio non solo per la razza altro obiettivo che non è ancora stato conseguito ma anche per l orientamento sessuale. Dobbiamo garantire parità di trattamento a prescindere dalla razza, dal genere e dall orientamento sessuale, estendendo il divieto alle discriminazioni, non solo sul luogo di lavoro ma anche nell erogazione dei servizi e nella fornitura di beni. Il mosaico legislativo di cui disponiamo ora non è sufficiente. Mi rivolgo anche al Commissario Frattini affinché prenda l iniziativa per innalzare in maniera significativa la tutela sia delle donne che delle minoranze Raül Romeva i Rueda (Verts/ALE). (ES) Signor Presidente, in pieno XXI secolo non possiamo limitarci a condannare l omofobia: dobbiamo contrastarla politicamente e giuridicamente. L omofobia può essere classificata solamente come un misto di ignoranza e di impunità. Ai sensi dei Trattati, le Istituzioni europee sono tenute a garantire il rispetto dei diritti e delle libertà negli Stati membri. In altri termini, devono contrastare l ignoranza e l impunità delle dichiarazioni e degli atti improntati all omofobia, che in alcuni paesi europei non stanno solo emergendo, ma sono addirittura in aumento. Deploro nella maniera più assoluta le dichiarazioni rese in Polonia e le decisioni assunte dal parlamento lettone, che sostanzialmente violano il principio della parità dei diritti, un principio che deve prevalere nella realizzazione dei valori condivisi su cui poggia l Unione europea. Esorto quindi la Commissione a condannare l omofobia e ad istituire meccanismi giuridici e politici in modo che un giorno questo problema sia solo un vago ricordo del passato. (Applausi) Philip Claeys (NI). (NL) Signor Presidente, credo che nessuno in quest Aula accetterebbe che gli omosessuali siano oggetto di discriminazioni, attacchi, intimidazioni o altro a causa del loro orientamento sessuale, ma in realtà non è questo il tema del dibattito odierno. Oggi infatti ci si deve chiedere se è ancora possibile criticare lo spirito di correttezza politica che sta progressivamente soffocando la libertà di espressione. Benché fortunatamente siano ormai passati in tempi in cui l omosessualità era un argomento tabù, oggi però è diventato disdicevole sollevare obiezioni su determinati comportamenti o esprimere lamentele su alcuni omosessuali, anche quando non vi è alcun tipo di discriminazione, di odio o altro. Ricordiamo ancora il caso Buttiglione. Tutti coloro che si oppongono al matrimonio tra omosessuali, infatti, sono prontamente tacciati di omofobia e vengono criminalizzati. Alcuni istanti fa il Commissario Frattini ha parlato di diversità, ma è importante rimanere aperti alla diversità di opinione, poiché l ipocrisia della morale sessuale del XIX secolo sta progressivamente cedendo il passo all ipocrisia della correttezza politica Roselyne Bachelot-Narquin (PPE-DE). (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Parlamento è onorato di aver aperto la lotta contro le discriminazioni in materia di parità tra uomini e donne, status delle minoranze etniche, situazione dei disabili e, più recentemente, rispetto per l orientamento sessuale. L articolo 13 del Trattato, la Carta dei diritti fondamentali e numerose direttive conferiscono all Assemblea non solo il diritto ma anche il dovere di battersi per la parità dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali. Alla luce dei sostanziali progressi registrati in questo settore in molti Stati membri, alcuni speravano che, se la questione non fosse stata risolta, si sarebbe perlomeno smorzata la polemica. Nulla di tutto ciò è avvenuto, anzi, si rileva addirittura una vera e propria recrudescenza delle dichiarazioni e delle violenze omofobiche. Siamo rimasti sbigottiti dalle dichiarazioni rese di recente da dirigenti politici polacchi, cui però ha fatto eco una reazione molto tiepida da parte della Commissione. Sono stati pronunciati altri interventi inammissibili del medesimo

13 16/01/ registro in altri paesi, anche in Francia. Le violenze, dalle ingiurie alle torture sino all omicidio, devono essere condannate ovunque. Oltretutto questi reati vengono perpetrati in un contesto internazionale particolarmente preoccupante, in paesi quali l Egitto, il Libano e il Senegal, dove gli omosessuali vengono perseguitati per la loro scelta di vita, mentre in Iran due sono persino stati giustiziati. E quindi con soddisfazione che accogliamo la dichiarazione della Commissione sull omofobia nell Unione europea. Il collega, onorevole Stubb, si era assunto la responsabilità di stilare una risoluzione, a nome del nostro gruppo, per invitare la Commissione e gli Stati membri a prendere misure concrete, legislative e operative per contrastare queste forme di discriminazione. Oggi stiamo esaminando una risoluzione che riunisce cinque gruppi politici. Non possiamo che rallegrarci nel constatare che in Aula la lotta per i diritti umani ormai trascende i confini di partito. Le dichiarazioni della Commissione, quindi, dovranno presto abbandonare il registro delle buone intenzioni per lasciare il posto a una direttiva complessiva concreta. Analogamente, ciascuno di noi, nel proprio paese, deve continuare a lottare per una parità che sancisca non solo il diritto all indifferenza verso la sessualità altrui, ma anche il diritto alla differenza. (Applausi) Lissy Gröner (PSE). (DE) Signor Presidente, gli attacchi contro gli omosessuali sono sempre brutte notizie e purtroppo sono notizie che ci giungono da ogni angolo dell Unione europea. Il Vicepresidente Frattini ci ha indicato i mezzi che la Commissione ha a disposizione per affrontare il problema dell omofobia e l uso che ne sta facendo, ma vorrei anche che ci dicesse se tutto ciò è considerato sufficiente. Dobbiamo veramente accettare che le discriminazioni negli Stati membri rimangano impunite e che i governi continuino a non recepire le direttive contro le discriminazioni? Per questo motivo è necessario creare una volontà politica e questo dibattito può fornire un contributo in tal senso. Cinque gruppi si sono riuniti e hanno approvato un testo che denuncia le discriminazioni sulla base dell orientamento sessuale e che è teso a proteggere omosessuali, lesbiche, transessuali e bisessuali. Il punto, però, è che bisogna fare di più; il recepimento delle direttive contro le discriminazioni non può essere lasciato alla discrezionalità degli Stati membri e come è già stato detto se le autorità interferiscono con il diritto di manifestare, ad esempio, vietando le sfilate del Gay Pride, allora devono essere chiamate a renderne conto. I diritti fondamentali devono essere rafforzati e non devono applicarsi solo in Belgio, nei Paesi Bassi e in Spagna, Stati in cui i diritti delle coppie dello stesso sesso sono pienamente riconosciuti, ma in tutta l Unione europea. Sono assolutamente indignata da alcune osservazioni espresse poc anzi, volte a mettere in discussione il diritto di adozione. E l amore dei genitori che influisce sullo sviluppo e sulla crescita dei bambini, non il loro orientamento sessuale. E proprio qui che cominciano le discriminazioni e, benché grazie al cielo tali atti siano punibili, in sedi quali il Vaticano si levano voci potenti che le difendono, incoraggiando quindi manifestazioni di omofobia ancora più accese. In conclusione, devo dire che la moralità è una questione privata che attiene al cittadino, ma il nostro compito in quest Assemblea consiste nel difendere la legge, ed è proprio questo quanto stanno facendo i cinque gruppi che hanno presentato la risoluzione. (Applausi) Holger Krahmer (ALDE). (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi chiedo se vivrò abbastanza per vedere il giorno in cui l omosessualità verrà accettata e vissuta come una cosa del tutto normale. Mi chiedo se arriverà un giorno in cui i politici non potranno più farsi forza mediante discorsi discriminatori sugli omosessuali e mi chiedo se le unioni di persone dello stesso sesso saranno riconosciute in termini di condivisione di responsabilità e di godimento di pari diritti. L opinione espressa nella definizione del Papa secondo cui le coppie omosessuali sono solo accordi di convenienza per scopi sessuali privi di significato tradisce sprezzo per la persona e non ha alcuna attinenza con la realtà della vita vissuta dalle coppie omosessuali. La discriminazione contro lo stile di vita degli omosessuali e la loro emarginazione cominciano nella mente delle persone e, anche se adottassimo una direttiva in materia, non riusciremmo certo a impedire questi fenomeni. I fatti avvenuti in Polonia non sono più fortuiti delle ultime dichiarazioni rilasciate da un ministro italiano, definite poi un lapsus linguae; sono piuttosto espressione di una certa mentalità. La lotta contro l omofobia è un compito educativo, e infatti il 2007 deve essere l Anno contro le discriminazioni. Nei suoi interventi la Commissione deve conferire a tale lotta la stessa priorità assegnata alla lotta contro le discriminazioni sulla base del genere, della razza e della religione Elisabeth Schroedter (Verts/ALE). (DE) Signor Presidente, sono delusa dall intervento del Commissario Frattini, poiché egli in pratica si tira indietro affermando che interverremo solo quando i diritti verranno violati; tuttavia, se i principi fondamentali dell Unione europea verranno calpestati, rimarremo inerti seppure indirettamente, infatti, è questo che ha insinuato, signor Commissario! Il fatto è che anche la sessualità e l orientamento sessuale sono diritti fondamentali e sono sanciti dal Trattato. Quando la violazione di tali diritti ormai si consuma in sedi ufficiali, come è accaduto ad esempio in Polonia, laddove le persone sono destinatarie di affermazioni enormemente discriminatorie da parte di

14 18 16/01/2006 politici di spicco, e vengono perseguitate e insultate quando prendono parte a manifestazioni fatto che è un insulto alla dignità umana di questi giovani la Commissione rimane a guardare e si rifiuta di intervenire, visto che il diritto comunitario non è stato infranto. La risposta che ha dato per iscritto alla mia interrogazione si articolava proprio su queste argomentazioni e questo non è affatto corretto, Commissario Frattini! Quanto sta accadendo in Polonia si discosta dal rispetto dei criteri di Copenaghen e dai principi fondamentali dell Unione europea, quindi bisogna affermare a chiare lettere a livello europeo che situazioni simili sono inammissibili e che urgono cambiamenti al più presto. (Applausi) Józef Pinior (PSE). (PL) Signor Presidente, desidero richiamare l attenzione dell Assemblea sulle ripetute manifestazioni di intolleranza verificatesi recentemente nel mio paese, la Polonia, che spesso assumono la forma di incitamenti alla violenza contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale. Desidero inoltre avvertire il Parlamento che le autorità statali non hanno reagito adeguatamente a questi fatti e ad altre espressioni di omofobia. Per citare alcuni esempi, posso dire che sono state vietate le sfilate per la parità a Varsavia e a Poznań e non sono state assunte le misure previste dalla legge polacca contro gruppi che inneggiavano all intolleranza e alla violenza contro persone che promuovono pari diritti per tutti a prescindere dall orientamento sessuale. In pratica le autorità accettano questa sorta di delinquenza politica contro le comunità gay, lesbiche e bisessuali. Il 13 gennaio 2006 un tribunale di Elbląg ha aperto un fascicolo contro Robert Biedroń, direttore della campagna contro l omofobia. Un magistrato ha accusato il signor Biedroń di vilipendio contro i cattolici, benché egli avesse chiarito che non intendeva insultare il cattolicesimo o metterlo sullo stesso piano del fascismo. Va osservato che lo stesso magistrato si è rifiutato di istituire una procedura a seguito delle dichiarazioni ingiuriose contro gli omosessuali espresse in un articolo del Nasz Dziennik, in cui si affermava che l omosessualità è una malattia e una minaccia per la famiglia Emine Bozkurt (PSE). (NL) Signor Presidente, l omofobia non è un problema che interessa solo alcuni Stati membri, ma investe l intera Europa. Sono quindi lieta che la mia proposta di monitorare i reati motivati dall odio contro gli omosessuali e le lesbiche, i bisessuali e i transessuali sia stata integrata nella risoluzione comune contro l omofobia in Europa. E una novità e sono lieta che il Parlamento voglia sostenere questa nuova iniziativa. Ora vorrei chiedere al Commissario di indicarmi come la Commissione intende realizzare questo monitoraggio in pratica. Le conoscenze in nostro possesso infatti derivano dai rilevamenti, anche in merito alla violenza e alle ostilità perpetrate sulla base dell orientamento sessuale o in relazione ai transessuali. Mi pare inoltre che sia dedicata troppo poca attenzione ai transessuali. Purtroppo in tutti gli Stati membri essi rimangono ancora emarginati, subiscono violenza e vengono regolarmente incompresi. L Unione europea fa ancora troppo poco per proteggere i diritti umani di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali. L Unione ha la possibilità di mostrare i muscoli ed è ormai tempo di farlo. La protezione dei diritti umani non ammette vie di mezzo. E arrivato il momento di tradurre in pratica questa bella teoria e ricorrere ai mezzi di cui dispone l Unione, come la sospensione del diritto di voto per gli Stati membri Luis Yáñez-Barnuevo García (PSE). (ES) Signor Presidente, desidero solo aggiungere alcune brevi osservazioni a questo punto del dibattito, la cui estensione e profondità hanno purtroppo dimostrato che l omofobia è ancora un problema grave e ricorrente in tutta Europa. Le sue parole, signor Commissario Frattini, non sono state molto convincenti, vista la freddezza e la mancanza di un impegno pieno e proattivo per contrastare questa piaga. Occorre un azione più vigorosa da parte della Commissione e da parte degli Stati membri sotto la guida dell Esecutivo. L omofobia è nei nostri paesi, nelle consuetudini e nelle tradizioni, nella lingua, in pratica ovunque. Il fenomeno è diffuso non solo nei paesi in cui si sono verificati gli incidenti che hanno innescato il dibattito odierno, come la Polonia, ma anche in paesi come il mio, la Spagna, in cui nonostante i molti progressi compiuti su questo versante, nella società, nelle istituzioni e in alcune professioni continua a persistere un atteggiamento omofobico che noi dobbiamo contrastare attivamente. Convengo con quanto hanno affermato molti colleghi, in particolare sottoscrivo le vibranti parole pronunciate dall onorevole Michael Cashman Vittorio Agnoletto (GUE/NGL). Signor Presidente, onorevoli colleghi, o ci arriveremo insieme alla libertà, o non ci arriveremo : sono queste le parole pronunciate da Martin Luther King lanciando la campagna per i diritti delle persone di colore. Con questo intendeva dire che non esistono i diritti dei neri o i diritti dei bianchi ma che esistono semplicemente i diritti umani. Combattere l omofobia non significa mostrare comprensione verso una specifica fascia della popolazione ma significa, in primo luogo, difendere i diritti umani. Mi fa paura l arroganza di chi nega a un omosessuale la possibilità di donare il sangue; mi fanno paura le campagne discriminatorie di chi non sa parlare di comportamenti a rischio ma allude ancora a soggetti a rischio nella lotta all AIDS; o ancora coloro che vietano a un omosessuale, solo perché tale, di guidare la macchina. Né posso tacere sul comportamento di una Commissione che assume un atteggiamento da Ponzio Pilato, che non chiede cioè il rispetto di una direttiva, che pure esiste,

15 16/01/ contro le discriminazioni; una Commissione che dovrebbe avviare le procedure di infrazione contro le nazioni che non rispettano la libera scelta dell orientamento sessuale: questo avviene in Italia, in Polonia e tante altre nazioni. Non si tratta di un problema che tocca soltanto un gruppo di persone ma si tratta un problema che riguarda la dignità di tutta l Unione europea Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione. Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti. Tuttavia, mi vedo costretto a ripetere, in modo più dettagliato, alcune informazioni giacché taluni intervenuti dimostrano evidentemente di non conoscere lo dico con la stessa franchezza da voi dimostrata nei miei confronti ciò che la Commissione sta facendo. Vorrei ribadire e non credo possano esserci equivoci che stiamo parlando di omofobia, che costituisce una violazione di diritti umani, e questo è il solo punto su cui concordo con l onorevole Agnoletto. L omofobia non riguarda la difesa di alcune categorie di persone, bensì è un problema di fondo di diritti assoluti, che non possono essere interpretati mai in modo diverso. Vorrei tuttavia puntualizzare qualche punto. Alcuni hanno domandato da ultima l onorevole Bozkurt se sarà garantito o meno il monitoraggio sullo stato della protezione degli omosessuali e della lotta all omofobia negli Stati membri. Onorevole Bozkurt, le posso assicurare che tale monitoraggio non solo sarà garantito, ma è già stato effettuato! Lei dovrebbe conoscere il rapporto elaborato alcune settimane fa da un gruppo di esperti indipendenti che io ho ovviamente messo a disposizione del Parlamento che illustra per ciascun paese quali sono i comportamenti contrari alla nostra volontà comune di lottare contro le discriminazioni. Quel rapporto è stato trasmesso formalmente al Parlamento ed è ovvio che la ragione per cui io ho ritenuto non altri di svolgere una simile azione paese per paese, è stata solamente quella di mettere a vostra e nostra disposizione gli elementi per poter giudicare. Onorevole Bozkurt, quel monitoraggio continuerà: tutti gli atti contrari allo spirito che ci anima verranno pubblicamente segnalati. E anche i governi, chiamati a compiere il primo passo e a ricordare quali sono le regole nazionali, e non soltanto europee, sulla libertà di riunione, ad esempio, possono trarre tutte le dovute conseguenze leggendo i relativi documenti. L informazione trasparente è infatti un punto prioritario. Altri intervenuti hanno accennato a una promessa del Presidente Barroso di adottare una direttiva trasversale questo è il termine utilizzato sul rafforzamento e il rispetto dei diritti nel quadro della non discriminazione. Onorevoli deputati, anche questo è stato fatto! Nel 2005 la Commissione ha adottato una comunicazione formale dal titolo Non discriminazione e uguaglianza delle opportunità e dei diritti per tutti, nella quale si indica con chiarezza quali sono le aspettative circa la garanzia di una maggiore tutela dell uguaglianza dei diritti. Nella suddetta comunicazione al Parlamento europeo tuttavia abbiamo avuto il dovere di ricordare quello che tutti sanno, ovvero che allorché la Commissione presenta una proposta basata sull articolo 13, detta proposta secondo lo statuto, secondo i trattati e non secondo la nostra interpretazione deve essere approvata all unanimità dal Consiglio. E in seno al Consiglio, oggi, l unanimità ancora non c è e che io mi auguro che possa essere raggiunta. In ogni caso, in quella comunicazione del 2005 si afferma con estrema chiarezza la nostra intenzione di allineare il campo della protezione legale contro ogni tipo di discriminazione, anche quella fondata sull orientamento sessuale, che poi è quello che secondo alcuni di voi noi non avremmo ancora fatto, onorevoli deputati. Torno ora a occuparmi di un altro tema, relativo ai poteri della Commissione europea. Siamo convinti che attualmente la Commissione europea non disponga dei poteri necessari a colpire, onorevole Cashman, come lei giustamente ricordava, le violazioni di un diritto che tocca nel profondo le persone. Ma è proprio per rafforzare i poteri dell Europa che ancora una volta questa Commissione e chi vi parla hanno proposto l istituzione di un Agenzia europea per la protezione dei diritti fondamentali. Se voi accoglierete quella proposta e se in giugno vi sarà un accordo, quell Agenzia, dotata delle competenze che voi proporrete giacché spetta al Parlamento europeo esprimere un parere in materia, aumentando, magari, i poteri di interferenza costituirà uno strumento inteso esattamente a colpire comportamenti discriminatori. Si tratta di una proposta che è già sul tappeto, deve essere soltanto esaminata e ho detto e ripetuto che ascolteremo le richieste del Parlamento intese a migliorarla. Ma si tratta soltanto di uno degli strumenti a disposizione. Poi ci sono ovviamente gli strumenti ordinari, ad esempio l articolo 226 del Trattato, le procedure di infrazione e anche un ampia giurisprudenza della Corte di giustizia, secondo la quale, purtroppo, se le azioni sono di competenza degli Stati membri, la Commissione non ha facoltà di intervenire. Mi auguro che l Agenzia entri presto in vigore perché quello sarà, forse, il primo strumento per rispondere all esigenza di simili poteri. Onorevole Bachelot, lei parla di un diritto alla diversità e io le rispondo ancora una volta che ci siamo già attivati in materia. Voi dovreste conoscere, credo, il programma per una campagna informativa che si chiama esattamente Per la diversità. Con questo programma, avviato a fine 2003 e tuttora in corso, noi ci siamo prefissi di raccogliere le informazioni positive, per spiegare che la diversità è un valore per l Europa. A tale programma partecipano tutte le più grandi associazioni europee che difendono i diritti degli omosessuali. Credo che voi siate al corrente di tutte queste attività ed è nostra intenzione continuare ad adoperarci in tale

16 20 16/01/2006 ambito, per cui mi permetto di respingere le accuse secondo cui la Commissione non avrebbe fatto nulla. Intendiamo proseguire il nostro lavoro al riguardo e intendiamo farlo in uno spirito di reciproca franchezza. Mi è parso di fornirvi degli elementi di fatto, non delle semplici idee, riguardo a elementi che sono già sul terreno e che miglioreranno la nostra lotta convinta contro i fenomeni di omofobia Presidente. Comunico di aver ricevuto cinque proposte di risoluzione 1 ai sensi dell articolo 103, paragrafo 2, del Regolamento. La discussione è chiusa. Dichiarazione scritta (Articolo 142 del Regolamento) Hélène Goudin (IND/DEM). (SV) La Lista di giugno ritiene che l Unione europea sia un unione di valori che deve fondarsi sul principio di uguaglianza e di parità dei diritti. Tale principio è fondamentale in tutte le attività ed è stato sancito anche nella Dichiarazione universale dei diritti dell uomo delle Nazioni Unite. Gli Stati membri dell Unione europea hanno ratificato diversi accordi internazionali giuridicamente vincolanti, che si imperniano sul principio di parità di trattamento e di non discriminazione. Pertanto, il diritto a non subire trattamenti discriminatori sulla base dell orientamento sessuale figura tra i diritti umani elementari. Nel dibattito questo diritto spesso viene considerato un beneficio negoziabile. Dobbiamo quindi tenere sempre presente la Dichiarazione universale dei diritti dell uomo, quando discutiamo di proposte legislative in quest Aula. E solo negli ultimi anni che gli Stati membri hanno seriamente cominciato ad affrontare la questione dell omofobia. Stando ad alcune statistiche condotte in Svezia, il cittadino medio corre un rischio che va dal 4 al 6 per cento di subire violenze non provocate. Tra le lesbiche e le donne bisessuali questo tasso si attesta tra il 15 e il 24 per cento, mentre per gli uomini la percentuale di rischio di subire violenze non provocate oscilla tra il 28 e il 36 per cento. Ovviamente è inammissibile che l orientamento sessuale influisca sulla percentuale di rischio di subire violenze. E importante che noi, in veste di politici, affermiamo chiaramente che tutti gli esseri umani hanno pari diritti e pari obblighi. Se adulterassimo questo principio, metteremmo in discussione la Dichiarazione universale dei diritti dell uomo dell ONU Sophia in t Veld (ALDE). (EN) Signor Presidente, sono deputata al Parlamento europeo ormai da un anno e mezzo e trovo l esperienza 1 Cfr. Processo verbale. (Il Presidente chiede all oratrice di citare l articolo in virtù del quale desidera prendere la parola) Non ho il Regolamento sotto mano, signor Presidente. E una domanda molto breve. E molto frustrante non ricevere mai una risposta alle domande che poniamo nei dibattiti. Ho fatto una domanda precisa e non ho avuto risposta Kathalijne Maria Buitenweg (Verts/ALE). (EN) Signor Presidente, intervenendo ai sensi dell articolo 143, paragrafo 1, del Regolamento, desidero far presente che il Commissario Frattini sta implicando che siamo tutti stupidi, in quanto è stato lui a preparare la comunicazione sulla direttiva quadro. Egli, però, non ha presentato alcuna direttiva, contrariamente a quanto chiesto dal Parlamento, perché sembrava non esserci unanimità Presidente. Onorevole Buitenweg, chiedo scusa, ma l articolo 143, paragrafo 1, non ha nulla a che vedere con la sua richiesta di intervento. Esso afferma semplicemente che i deputati che chiedono di parlare sono iscritti nell elenco degli oratori secondo l ordine di richiesta. La votazione si svolgerà mercoledì, alle Cittadinanza dell Unione (quarta relazione) Presidente. L ordine del giorno reca la relazione presentata dall onorevole Giusto Catania, a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla quarta relazione sulla cittadinanza dell Unione [1 maggio aprile 2004) (2005/2060(INI)] (A6-0411/2005) Giusto Catania (GUE/NGL), relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il riconoscimento della cittadinanza e dei diritti ad essa connessi è una prerogativa degli Stati membri. Quello di cittadinanza europea, è un concetto in fieri, un diritto derivato dalla cittadinanza nazionale. Il fatto che in ogni paese esistano modalità diverse per il riconoscimento della cittadinanza nazionale comporta l assenza di una procedura uniforme per l ottenimento della cittadinanza europea. In questa relazione, di cui sono relatore, non viene messa in discussione la prerogativa degli Stati membri: il diritto alla cittadinanza e il suo riconoscimento sono loro prerogative, come espressamente riconosciuto dai trattati. Forse non sono nemmeno maturi i tempi e ne ho avuto riscontro anche nel dibattito in commissione per l armonizzazione delle modalità di riconoscimento della cittadinanza. Tuttavia ritengo estremamente utile e necessario avviare una riflessione in un tempo medio-breve sul reale ed effettivo valore del concetto di cittadinanza europea. A mio parere ma non si tratta soltanto della mia opinione

17 16/01/ bensì anche quella della maggioranza della commissione per le libertà civili l unico modo per dare un valore reale al concetto di cittadinanza europea consiste nel legarlo intimamente a quello di residenza. La cittadinanza europea di residenza è un tema molto serio e in questo dibattito sono state coinvolte migliaia di associazioni e di intellettuali che hanno già avviato una petizione per l attivazione di questo istituto. La cittadinanza europea di residenza si può affiancare anche alle altre modalità di riconoscimento della cittadinanza, ovvero alla cittadinanza attraverso il diritto di sangue o allo ius solis, previsti in molti paesi dell Unione europea. Credo che il riconoscimento della cittadinanza di residenza costituisca un modo per eliminare ed evitare alcuni paradossi: basti pensare, ad esempio, al fatto di considerare cittadino europeo magari anche giustamente chi, nato da genitori italiani, vive in Argentina o in Venezuela e non ha mai messo piede nel territorio dell Unione e invece di non considerare cittadino europeo credo ingiustamente chi lavora, vive, e risiede legalmente nel territorio dell Unione, un cittadino che magari vive e lavora in uno Stato membro da dieci o da venti anni, ma che purtroppo è nato da genitori tunisini o egiziani. Ritengo che il sangue, il luogo di nascita e la residenza possano, insieme e contemporaneamente, costituire elementi validi per il riconoscimento del diritto di cittadinanza. Affermare che dopo cinque anni di residenza regolare in Europa si possa diventare cittadini dell Unione, ci sembra un modo concreto per riaprire il dibattito sul futuro dell Europa che, dopo la bocciatura del Trattato costituzionale, è precipitata in una crisi che rischia di essere letale e irreversibile. Alcuni diritti connessi alla cittadinanza dell Unione sono già conferiti in base alla residenza: mi riferisco al diritto di petizione dinanzi al Parlamento europeo o al diritto di rivolgersi al Mediatore. Pertanto è possibile estendere il diritto di circolare e di soggiornare liberamente, come anche il diritto di voto alle elezioni europee e a quelle comunali, così come è previsto per i cittadini dell Unione residenti in un paese diverso dal proprio. Ciò rappresenterebbe un passo importante verso l integrazione di tanti cittadini extracomunitari che vivono regolarmente in Europa. Invito anche i colleghi del gruppo popolare a sostenere questa posizione e ad abbandonare posizioni troppo oltranziste. Il documento proposto, oltre ad avere avuto in commissione il sostegno del mio gruppo, del gruppo socialista, dei Verdi e del gruppo liberale, ha avuto anche il sostegno della Commissione, i cui funzionari hanno espresso parere positivo, in seno alla commissione per le libertà civili, circa l attivazione della cittadinanza di residenza. Anche il Commissario Frattini ha espresso la propria disponibilità a dare un sostegno che vada in questa direzione. Credo si tratti di un passo molto importante, che ha ottenuto l approvazione anche di numerose organizzazioni sociali, sindacali, della società civile, sia laiche che cattoliche: mi riferisco a due grandi organizzazioni italiane, come le Caritas, e un grande sindacato cattolico, come la CISL, che si sono espresse pubblicamente a sostegno di questa relazione, per istituire la cittadinanza di residenza. Infine, vorrei tranquillizzare quanti, nel commentare questa relazione, hanno agitato lo spettro dell istituzione di un imposta europea per estendere i diritti di cittadinanza. Tra questi vi è perfino il Primo Ministro italiano, il quale in una recente trasmissione televisiva, ha impropriamente affermato che questo Parlamento vuole istituire una tassa per estendere la cittadinanza. Per fugare ogni dubbio, pur non vedendo il pericolo in questa relazione, io propongo di eliminare il riferimento esplicito alla tassa europea e di concentrarsi esclusivamente sul concetto di cittadinanza di residenza. Spero che tutto ciò possa anche contribuire a togliere qualche alibi a quanti hanno paura di estendere i diritti in Europa Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione. Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero ringraziare l onorevole Catania. Penso che tale contributo sia particolarmente articolato e apprezzabile e ritengo che dopo il Trattato di Maastricht che ha introdotto il concetto di cittadinanza europea, e dopo la valorizzazione apportata dal progetto di Trattato costituzionale sia giunto il momento di porre l essere umano al centro dei diritti e dei doveri, e quindi, se così posso dire, nel cuore del processo di integrazione europeo. La relazione parte dalla considerazione secondo la quale i cittadini europei, come d altronde confermato dalle regolari rilevazioni di Eurobarometro, attribuiscono grande importanza al concetto di cittadinanza, tanto che, come accade in pochi altri campi sempre secondo Eurobarometro ben il settanta per cento dei cittadini europei sa che cos è il principio della cittadinanza europea. Il problema è che molti di loro non hanno un idea chiara su quali siano i diritti i doveri da essa derivanti. Ritengo quindi positivo il lavoro svolto in questa direzione. Ad esempio cito un dato molto strano: più dei due terzi degli europei credono che la cittadinanza cosiddetta europea conferisca automaticamente il diritto di voto alle elezioni nazionali nel paese di residenza. Occorre quindi chiarire questi punti e, come proposto nella relazione, delucidarli in modo esplicito. Quello del diritto di informazione dei cittadini costituisce un capitolo molto importante, sul quale la Commissione sta già lavorando. Già oggi vengono compiuti degli sforzi ai fini di una migliore informazione dei cittadini e il tema di cui io stesso mi

18 22 16/01/2006 occuperò è quello della trasposizione della nuova direttiva sul diritto di soggiorno dei cittadini europei, affinché all atto del suo recepimento da parte degli Stati membri nell ordinamento nazionale, l aspetto dell informazione trasparente sia rafforzato. Molto significativo è anche il punto relativo ai cittadini non europei, cioè i cittadini di paesi terzi legalmente residenti nell Unione. Personalmente sono molto favorevole all integrazione dei cittadini di paesi terzi che risiedono e lavorano legalmente sul territorio dell UE, e questa è anche la linea politica della Commissione. Ho pubblicato e ovviamente il Parlamento ne discuterà una proposta di strategia europea sull integrazione, che parte proprio dal principio secondo cui, a livello europeo, la cittadinanza richiede per chi, pur non essendo cittadino europeo, vuole vivere, lavorare e risiedere legalmente in Europa una cornice di diritti e di doveri. Credo che questa sia la base di partenza della relazione dell onorevole Catania ed è questo il percorso che va incoraggiato. E chiaro che accanto ai diritti, come tutti comprendono, ci sono i doveri. E vero quindi che la graduale assimilazione dei non-europei ai cittadini europei in nome della residenza deve essere accompagnata chiaramente dal rispetto delle leggi dei paesi di residenza e di quei principi guida europei che sono anche sanciti dalla Carta europea dei diritti fondamentali. Tutto ciò rientra nel programma di integrazione di cui dovremo occuparci nel 2006 e che io spero di definire con l accordo del Consiglio e del Parlamento. E previsto un primo passo importante, ovvero il riconoscimento, ai residenti di lungo termine, di un permesso di soggiorno e di libera circolazione all interno dell Unione: si tratta di una direttiva che deve essere trasposta entro il 23 gennaio di quest anno il termine scade quindi tra pochi giorni e io sto esercitando una pressione politica affinché tutti gli Stati membri traspongano il testo legislativo in questione e rilascino permessi di soggiorno ai cittadini non europei legalmente residenti in Europa da oltre cinque anni. E evidente che sul concetto di cittadinanza europea di residenza ci dovrà essere una discussione approfondita. Sono convinto che sia possibile forse senza modificare la struttura dei Trattati, che non prevede il legame tra cittadinanza europea e residenza partire da un concetto di cittadinanza civica, cioè legata al territorio e al luogo in cui si lavora e si abita. Credo che questo sia attuabile senza introdurre concetti rigidi che potrebbero o forse dovrebbero comportare la necessità di modificare i Trattati. Il concetto di cittadinanza europea infatti non nasce in relazione alla residenza ma, essendo sancito dai Trattati, se si vuole introdurre un concetto nuovo, occorre cambiare anche questi. Dato che però l obiettivo è giusto, credo che dovremmo riflettere su un riferimento territoriale dello spazio di diritti e di doveri: nel piano di integrazione che io ho proposto, non a caso, i sindaci, i presidenti delle province, i governatori delle regioni vengono indicati come gli interlocutori principali di una politica di integrazione, ancora più degli Stati membri, perché è proprio dove si è più vicini al problema del cittadino sia esso comunitario o extracomunitario che si capisce la rilevanza della persona, il diritto all educazione, all insegnamento della lingua, alla partecipazione alla vita politica locale. Sono tutte questioni legate al territorio in cui si vive. Questa è la strategia sulla quale, se il Parlamento adotterà una sua posizione, io sono sin d ora disponibile a lavorare Pervenche Berès (PSE), relatore per parere della commissione per gli affari costituzionali. (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevole Catania, innanzi tutto mi congratulo per la qualità del lavoro svolto dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. A nome della commissione per gli affari costituzionali esprimo un encomio particolare, in quanto numerose proposte che avevamo avanzato sono state integrate nella relazione e ne siamo quindi estremamente lieti. Signor Commissario, lei ha parlato di diritti e di doveri e personalmente ritengo che, in termini di cittadinanza, si tratti di un equilibrio su cui molti di noi condividono la sua stessa filosofia. Tuttavia, si deve affrontare anche la questione delle risorse proprie, discussa in seno alla commissione per gli affari costituzionali e sottoposta alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, che l ha esaminata. Mi stupiscono infatti le proposte del Presidente del Consiglio italiano. Non è affatto il caso di introdurre una nuova imposta. Nello spirito della relazione Böge, votata in questa sede, vogliamo proporre un meccanismo che assicuri un carico fiscale costante. Tale meccanismo non deve solo consentire di superare i problemi ricorrenti che pregiudicano la qualità del dibattito europeo, ma anche, trattandosi del dibattito sul giusto ritorno, di equilibrare i diritti e i doveri di coloro che vivono nell Unione europea. A parte questo, ritengo che le proposte formulate dal relatore in merito all acquisizione della cittadinanza di uno Stato membro e alle discriminazioni contro cittadini di paesi terzi debbano essere riprese dalla plenaria con il sostegno corale di tutti i gruppi politici. Mi auguro che questo accada. Analogamente, in merito al conferimento dei diritti di cittadinanza a cittadini di paesi terzi che da lungo tempo risiedono nell Unione europea, reputo che, se vogliamo effettivamente compiere dei progressi in materia di integrazione e se vogliamo che i concetti di cittadinanza europea diventino una realtà, deve essere riconosciuto e sviluppato su scala europea il diritto di queste persone a votare nelle elezioni locali ed europee.

19 16/01/ Per concludere, l idea di un elezione transnazionale continua ad animare i lavori che svolgiamo in questa sede. Non so se a questo concetto sia stato dato il giusto rilievo nella relazione, ma è importante indicarlo come elemento suscettibile di migliorare e valorizzare la cittadinanza europea Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE), relatore per parere della commissione per le petizioni. (EL) Signor Presidente, con la quarta relazione sulla cittadinanza, la Commissione europea adempie agli obblighi di cui all articolo 22 del Trattato CE, il quale prevede che sia presentata una relazione triennale sull applicazione, da parte delle Istituzioni europee, delle disposizioni della Parte seconda del Trattato, intitolata Cittadinanza europea. In pratica la quarta relazione indica gli sviluppi attinenti ai diritti riconducibili alla cittadinanza dell Unione. Va osservato che tutte le precedenti relazioni sulla cittadinanza vertevano sull Europa dei 15. Confidiamo che la relazione di prossima uscita dipingerà un quadro complessivo dell odierna Europa dei 25. La relazione Catania, però, non ci indica tutti gli sviluppi registrati nei singoli settori, che, insieme al diritto di parità di trattamento, costituiscono la caratteristica distintiva della cittadinanza; mi riferisco alla libera circolazione, alla partecipazione dei cittadini alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni locali, all informazione pubblica e soprattutto alle informazioni destinate ai giovani che formeranno il cuore dell Unione del futuro. Valutando la relazione nella prospettiva della commissione per le petizioni, abbiamo messo in luce il diritto di rivolgersi al Parlamento europeo e al Mediatore europeo. Siamo molto lieti che il relatore abbia accolto le nostre proposte, salvo per quanto concerne l estromissione del codice di buona condotta amministrativa. Tuttavia, la relazione, al paragrafo 32, sottolinea l importanza dei diritti a una buona amministrazione e il diritto di accesso ai documenti, come enunciato al capo V della Carta dei diritti fondamentali. La presentazione di una petizione deve essere caratterizzata da procedure semplici, brevi e trasparenti, tratto che il relatore non ha messo in luce nella sua relazione, in modo che i cittadini non esitino ad avvalersi adeguatamente dei propri diritti. Analogamente il diritto di ricorso al Mediatore europeo implica che i cittadini siano adeguatamente informati e che siano messi a frutto gli strumenti di cui la Commissione dispone affinché la cittadinanza europea sia compresa fino in fondo Ioannis Varvitsiotis, a nome del gruppo PPE-DE. (EL) Signor Presidente, ogni relatore ha il dovere di esprimere considerazioni sulla relazione di sua competenza ai sensi delle condizioni e delle norme vigenti. L onorevole Catania, però, si è creato le proprie norme giuridiche, la maggior parte delle quali è molto vaga. L articolo 17 del Trattato è chiaro e indica i soggetti che possono acquisire la cittadinanza dell Unione europea. Non possiamo ignorare questo disposto. Se vogliamo costruire strutture giuridiche, se vogliamo creare strutture che non si fondano su questa disposizione specifica, allora la questione cambia, poiché implica una revisione del Trattato. Desidero inoltre aggiungere che, poiché la cittadinanza dell Unione è senz altro diventata una fonte di diritti reali e specifici, devono essere stabilite norme chiare e specifiche per la sua acquisizione. Sono molto lieto che l onorevole Catania abbia rinnegato la propria creatura questa sera. In commissione ci disse che aveva pensato all utilità di un imposta europea. Oggi però l onorevole Catania pare aver compreso la direzione in cui sarebbe andata questa proposta ed egli stesso l ha abortita. Il gruppo PPE-DE respinge posizioni di questo tipo. Onorevoli colleghi, vi invito a chiedervi se l opinione pubblica nei vostri paesi sia pronta ad accettare l atteggiamento dell onorevole Catania o l imposta europea. Datevi una risposta da soli Marie-Line Reynaud, a nome del gruppo PSE. (FR) Signor Presidente, in veste di relatrice ombra del gruppo socialista al Parlamento europeo presso la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sono molto soddisfatta del testo che ci è stato sottoposto oggi e quindi non ho presentato alcun emendamento in plenaria. Innanzi tutto mi congratulo con l onorevole Catania, che ha svolto un lavoro di tutto rispetto in seno alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e che è riuscito a ottenere il consenso della maggioranza dei deputati sul suo progetto di relazione. Grazie ad alcuni emendamenti di compromesso elaborati congiuntamente dai gruppi GUE/NGL, Verts/ALE, PSE e dai liberali, oltre che ad alcuni emendamenti individuali presentati dai membri di questi gruppi, abbiamo a mio avviso ottenuto una serie di progressi importanti. Ne citerò cinque. Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a riflettere sulla possibilità di stabilire un legame più forte tra il fatto di detenere la residenza legale permanente per un ragionevole periodo di tempo e l ottenimento della cittadinanza nazionale e quindi europea. Auspica un maggiore coordinamento quanto ai criteri generali e alle procedure di acquisizione della cittadinanza tra gli Stati membri.

20 24 16/01/2006 In secondo luogo chiede agli Stati membri di discutere della possibilità di istituire una tessera elettorale europea comune a tutti gli Stati dell Unione europea. In terzo luogo, invita la Commissione a redigere un Libro bianco sulle possibili evoluzioni della cittadinanza dell Unione. In quarto luogo, invita gli Stati membri ad estendere ai cittadini di paesi terzi e agli apolidi che risiedono in modo permanente nell Unione europea da oltre cinque anni il diritto di voto alle elezioni comunali ed europee, come anche il diritto alla libera circolazione e il diritto di ottenere un permesso di soggiorno in qualsiasi altro Stato membro dell UE. Infine il Parlamento chiede agli Stati membri di discutere quanto prima la possibilità di riconoscere ai cittadini europei il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali, provinciali e regionali dello Stato membro in cui risiedono, oltre che di concedere loro di scegliere se esercitare il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni nazionali, in alternativa, nel paese in cui risiedono o nel loro paese d origine. Attraverso i criteri e gli auspici espressi dal Parlamento europeo, intendiamo effettivamente trasformare l Unione europea in una vera e propria comunità politica. La cittadinanza politica e la partecipazione democratica sono le chiavi del futuro stesso del progetto europeo cui aspiriamo Ignasi Guardans Cambó, a nome del gruppo ALDE (ES) Signor Presidente, la relazione affronta un tema fondamentale, ossia il collegamento tra i cittadini, tra la gente per non usare un termine che in questo momento può creare confusione e il progetto politico che ci proponiamo di attuare; il testo contiene inoltre una serie di affermazioni di grandissima importanza, correlate tra loro e tutte parimenti importanti. Prima di tutto va ricordato che la cittadinanza rimane nella sfera di competenza degli Stati membri; in Europa, infatti, esiste ancora un entità politica chiamata Stato. E questa la realtà, anche se qualcuno non la gradisce molto. Se ignoriamo questo presupposto, creeremo solamente delle utopie. Tuttavia, dobbiamo tenere presente che, in una certa misura, la cittadinanza ricade anche nella sfera di competenza dell Unione europea. In realtà ci riguarda tutti. Quando uno Stato, illegittimamente, nega la cittadinanza a persone che da molti anni vivono nel suo territorio, nega loro l accesso alla cittadinanza europea. Questo fatto conferisce a noi e alla Commissione europea il potere di valutare la materia, senza modificare in alcun modo i Trattati. Sono gli Stati che conferiscono la cittadinanza europea; pertanto si tratta di un tema a cui non possiamo rimanere indifferenti. Inoltre non possiamo permettere che milioni di persone in Europa contribuiscano alla nostra previdenza e accrescano la nostra ricchezza attraverso il loro lavoro e le imposte che pagano senza concedere loro alcun diritto politico. La soluzione pratica di questo problema è molto complessa. Non possiamo permettere che milioni di persone si trovino nella situazione di versare un contributo senza avere il diritto di esprimere la loro opinione sul loro futuro. Pertanto accolgo con favore la relazione. La reputo ottimista e per certi versi trascende l ambito delineato dai Trattati o l ambito che alcuni sono disposti a sostenere. Ad esempio, il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali devono godere del medesimo grado di legittimità e quindi, a questo punto, non possiamo chiedere che a una fetta della popolazione venga accordato il diritto di partecipare al suffragio europeo quando quegli stessi cittadini non possono esprimere il loro voto nelle elezioni politiche nazionali. Entrambe le istituzioni parlamentari hanno pari legittimità e quando evolvono devono andare di pari passo. La Commissione deve pubblicizzare in maniera molto più efficace i diritti di cui godono attualmente i cittadini europei, ad esempio in ambito consolare e in molti altri settori in cui la gente non sa nemmeno di avere dei diritti. La Commissione può rendere un grande contributo a questo dibattito, conferendo trasparenza in relazione agli interventi degli Stati membri in un settore che ricade e per il momento continua a ricadere nella sfera di competenza nazionale Tatjana Ždanoka, a nome del gruppo Verts/ALE. (EN) Signor Presidente, il gruppo Verts/ALE sostiene le direttrici di massima che soggiacciono alla relazione dell onorevole Catania. Reputiamo che la cittadinanza europea basata sulla residenza debba essere l obiettivo ultimo per fare dell Unione europea un autentica comunità politica. Si devono riconoscere i diritti politici di chiunque risieda legalmente e stabilmente nel territorio dell Unione europea, senza operare discriminazioni sulla base della cittadinanza d origine. Levando il velo sulla nuda realtà dell Unione allargata, emerge che il termine cittadini di paesi terzi cela mezzo milione di persone che non sono cittadini di alcuno Stato, in quanto avevano lo status di cittadini di uno Stato che non esiste più: l URSS. Queste persone costituiscono il 20 per cento della popolazione lettone e il 9 per cento di quella estone. Sono titolari di passaporti di non-cittadini, emessi da tali paesi, e da 15 anni sono privi dei loro diritti di partecipazione politica. A mio giudizio, i non cittadini di Lettonia ed Estonia potrebbero essere i primi candidati ad acquisire una cittadinanza civica dell Unione europea, per riprendere il termine che poc anzi ha usato proprio il Commissario Frattini, cui sono molto grata per la proposta. A mio avviso, approvando la relazione Catania il Parlamento dimostrerà alle autorità lettoni ed estoni che il rispetto della parità di diritti è fondamentale per l Unione europea

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