Lessico del Restauro: La normativa UNI Beni Culturali
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- Clementina Fadda
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1 Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Laboratorio di Progettazione dell Architettura 2 Prof. Marco Cofani Valutazioni Analitiche dei Materiali dell Edilizia Storica Lessico del Restauro: La normativa UNI Beni Culturali
2 Lessico del Restauro: quale linguaggio? UNI Beni Culturali Materiali lapidei naturali e artificiali Descrizione delle forme di alterazione termini e definizioni (2006)
3 NorMaL 1/88 UNI La commissione NorMaL (Normativa Manufatti Lapidei) è nata con lo scopo di stabilire metodi unificati per lo studio delle alterazioni e per il controllo dell efficacia dei trattamenti conservativi su manufatti di interesse storico-artistico lacuna, scagliatura, mancanza, fessurazione come lo chiamo?? Negli anni la commissione si è divisa in gruppi specifici per ogni ambito della conservazione I diversi gruppi hanno elaborato dei documenti chiamati Raccomandazioni Dal 1996 in poi il NorMaL è entrato a far parte dell UNI (Ente Unificazione Italiano) Le raccomandazioni sono state tramutare in documenti UNI (in molti casi il lavoro è in corso)
4 Lessico del Degrado Per quanto riguarda il Lessico del Degrado: NorMaL 1/88 Alterazioni Macroscopiche dei Materiali Lapidei (1988) UNI Beni Culturali Materiali lapidei naturali e artificiali Descrizione delle forme di alterazione termini e definizioni (2006)
5 Alterazione e Degrado ALTERAZIONE Una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo DEGRADO Una modificazione del materiale che implica sempre un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo
6 Suddivisione dei Degradi in Classi Le definizioni UNI possono essere così suddivise: 1) Fenomeni che producono un APPORTO DI MATERIALE ESTRANEO Questi fenomeni possono: non trasformare i materiali originali (ALTERAZIONE) trasformare i materiali originali (DEGRADO) 2) Fenomeni che producono ASPORTO DI MATERIALE ORIGINALE 3) Fenomeni che non producono NÉ ASPORTO NÉ APPORTO DI MATERIALE
7 ALTERAZIONE per apporto Degrado per apporto, senza alterazione dei materiali originali: DEPOSITO superficiale di polveri (particellato atmosferico) MACCHIE, dovute soprattutto alla vicinanza di metalli. Esse sono originate dal deposito, nei pori superficiali, di idrossidi di ferro, o carbonati di rame, trasportati in soluzione dall acqua, ma che non alterano la roccia COLATURA: si può inserire in una delle diverse classi solo dopo aver verificato la provenienza del materiale che la costituisce INCROSTAZIONE: si può inserire in una delle diverse classi solo dopo aver verificato la provenienza del materiale che la costituisce
8 ALTERAZIONE per apporto PATINE organiche (non biologiche!!), non portano alterazioni. Sono dovute alla presenza di proteine o di grassi (oli dati in passato, ad esempio, oppure derivati dal grasso delle mani). In alcuni casi possono essere pulite con solventi chimici, ma poiché non alterano i materiali, possono anche essere lasciate sui monumenti. Secondo C. Brandi, la patina documenta l autenticità dell opera e va quindi rispettata e conservata PELLICOLA apporto VOLONTARIO di materiale, (azione antropica). Bisogna verificare se comporta o meno degrado FRONTE DI RISALITA l inizio del fenomeno è caratterizzato da un apporto di acqua nelle murature, non concomitante a perdite
9 Deposito Superficiale Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante
10 Deposito Superficiale
11 Macchia Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia alla presenza di determinati componenti naturali del materiale (concentrazione di pirite nei marmi) sia alla presenza di materiali estranei (acqua, prodotti di ossidazione di materiali metallici, sostanze organiche, vernici, microrganismi per esempio)
12 Macchia
13 Macchia
14 Colatura Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento parallelo
15 Incrostazione Deposito stratiforme compatto e generalmente aderente al substrato. Si definisce concrezione quando il deposito è sviluppato preferenzialmente in una sola direzione non coincidente con la superficie lapidea e assume forma stalattitica o stalagmitica
16 Patina Modificazione naturale della superficie non collegabile a fenomeni di degrado e percepibile come una variazione del colore originario del materiale
17 Pellicola Strato superficiale trasparente o semitrasparente di sostanze coerenti fra loro ed estranee al materiale lapideo (pellicola protettiva, pellicola con funzioni estetiche, pellicola ad ossalati, ecc.)
18 Pellicola
19 Fronte di Risalita Limite di migrazione dell acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. E generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella zona sottostante.
20 Fronte di Risalita
21 DEGRADO per apporto Degrado per apporto che causa anche alterazioni dei materiali originali: Formazione di PATINE BIOLOGICHE (soprattutto in aree umide), costituite da colonie di batteri o da alghe monocellulari COLONIZZAZIONE BIOLOGICA di licheni, funghi o muschi, che sono spesso causa di aggressioni maggiori alle rocce, specialmente attraverso la soluzione chimica di alcuni minerali, e in quanto trattengono la pioggia PRESENZA DI VEGETAZIONE costituita da piante superiori, dannosa per la penetrazione delle radici nelle fratture
22 DEGRADO per apporto CROSTA originata dalla solfatazione dei carbonati e dalla loro successiva ricristallizzazione EFFLORESCENZE: depositi superficiali di sali solubili trasportati dalle acque circolanti nei muri GRAFFITO VANDALICO
23 Patina Biologica Strato sottile ed omogeneo, costituito prevalentemente da microrganismi, variabile per consistenza, colore e adesione al substrato
24 Patina Biologica
25 Colonizzazione Biologica Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori)
26 Colonizzazione Biologica
27 Presenza di Vegetazione Presenza di individui erbacei, arbustivi o arborei
28 Crosta Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento
29 Crosta
30 Crosta
31 Efflorescenza Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro
32 Efflorescenza
33 Graffito Vandalico Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate
34 DEGRADO per Asporto Degrado per asporto di materiale originale nei seguenti casi: PITTING nel caso in cui vegetali, come i licheni, scavano con il tallo le rocce ALVEOLIZZAZIONE - DEGRADO DIFFERENZIALE - DISGREGAZIONE le acque circolanti nei muri depositano sali solubili all interno della roccia, portandola alla disgregazione; oppure il vento e la pioggia battente possono asportare le particelle separate, oppure a causa di sbalzi termici, etc. EROSIONE data da fenomeni fisici\meccanici ESFOLIAZIONI e SCAGLIATURE nei casi in cui i sali solubili o il gelo agiscano nelle microfratture prodotte da sbalzi termici o da lavorazioni MANCANZE date da azioni meccaniche dell uomo LACUNE e DISTACCHI probabili nei diversi casi sopra indicati
35 Pitting Formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente emisferica con diametro massimo di pochi millimetri
36 Pitting
37 Alveolizzazione Presenza di cavità di forma e dimensioni variabili, dette alveoli, spesso interconnesse e con distribuzione non uniforme
38 Alveolizzazione
39 Degradazione Differenziale Perdita di materiale dalla superficie che evidenzia l eterogeneità della tessitura e della struttura
40 Degradazione Differenziale
41 Disgregazione Decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o minutissimi frammenti. Talvolta viene utilizzato il termine polverizzazione
42 Disgregazione
43 Erosione Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei casi si presenta compatta
44 Erosione
45 Esfoliazione Formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridotto e subparallele tra loro, dette sfoglie
46 Esfoliazione
47 Scagliatura Presenza di parti di forma irregolare, spessore consistente e non uniforme, dette scaglie, generalmente in corrispondenza di soluzioni di continuità del materiale originario
48 Mancanza Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una statua, ansa di un'anfora, brano di una decorazione a rilievo, ecc.)
49 Mancanza
50 Distacco Su malte: soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi Su materiali ceramici: soluzione di continuità tra rivestimento ed impasto o tra due rivestimenti
51 Distacco
52 Lacuna Perdita di continuità di superfici (parte dell intonaco e di un dipinto, porzione di impasto o di rivestimento ceramico, tessere di mosaico, ecc.).
53 Degrado degli intonaci
54 Il Degrado senza asporto né apporto Il degrado senza asporto né apporto di materiale avviene: FRATTURAZIONI, che possono essere prodotte da agenti fisici naturali o dall uomo, senza che nulla venga asportato RIGONFIAMENTI dello strato esterno possono essere prodotti da percussioni perpendicolari alle superfici, che causano microfratture interne, o da agenti che spingono lo stato superficiale DEFORMAZIONI possono verificarsi con il tempo nei materiali litici tagliati in lastre sottili ed esposti agli agenti atmosferici ALTERAZIONE CROMATICA
55 Fratturazione - Fessurazione Soluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti
56 Rigonfiamento Sollevamento superficiale localizzato del materiale di forma e consistenza variabili
57 Deformazione Variazione della sagoma o della forma che interessa l'intero spessore del materiale
58 Deformazione
59 Alterazione Cromatica Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei parametri che definiscono il colore. E generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso l alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il termine macchia
60 Alterazione Cromatica
61 Esercitazione 1. Riconoscere i materiali (pietre, intonaci, laterizi) e gli elementi costruttivi dell edificio (architravi, infissi, solai, volte) 2. Riconoscere i fenomeni di degrado/alterazione in base alla UNI BC (v. legenda) 3. Restituire una mappatura dei materiali e dei degradi (due elaborati separati) delle superfici analizzate Come fare: Osservare da vicino le superfici Mappare il perimetro di ciascun materiale/degrado Scattare foto pro-memoria Approfondirne la descrizione con l aiuto del docente e della bibliografia:
62 Esercitazione Recupero e restauro degli edifici storici: guida pratica al rilievo e alla diagnostica Musso, Stefano F. 2006
63 Esercitazione
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